Viaggio itinerante in Australia

Tutta la meraviglia del Kimberley on the road
Scritto da: tommy27
viaggio itinerante in australia
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 29/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Finalmente! Dopo averla sognata, voluta, inseguita, studiata, esplorata, percorsa in lungo e largo nell’immaginazione e aspettata giorno per giorno per 11 lunghissimi anni…

STIAMO ARRIVANDO AUSTRALIA!

Ci siamo ! dopo 11 anni dalla nostra prima visita, finalmente ripartiamo alla volta dell’Australia. Ma questa volta sarà un viaggio, decisamente…più impegnativo, abbiamo deciso io e mia moglie Sabrina di noleggiare una… notevole 4×4 Toyota Landcruiser, e di percorrere tutta la Gibb River Road da Broome fino a Kununurra, scendere poi a Bungle Bungle, risalire fino a Katherine, spostarsi nel Kakadu N.P, poi nel Licthfield N.P e rilasciare il nostro mezzo a Darwin. Infine, con un volo ci sposteremo a Melbourne per percorrere la Great Ocean Road, e terminare il nostro viaggio a Melbourne.

SABATO 6 AGOSTO

Partiamo da Firenze con un pò di…commozione. Eh si… lasciamo la nostra bambina Giulia di 7 anni con i nonni, strafelici di averla tutta per loro per 3 settimane da trascorrere tra casa e Trentino. Ma il viaggio (ed ha ragione ne sarò ancora più convinto dopo il ritorno) sarebbe troppo impegnativo per una bambina di 7 anni. Arriviamo a Francoforte, ci dirigiamo al banco Qantas per ritirare le carte di imbarco e dopo un ” panozzo ” da Mc Donald, ci accomodiamo sul nostro volo per Singapore. Volo tranquillo che io trascorro quasi interamente a leggere le infinite possibilità di impiego della mia nuova telecamera che utilizzerò per immortalare il viaggio dei miei sogni. Arrivati a Singapore, ripartiamo dopo una sosta di 1 ora e mezza, e arriviamo all’1,00 di notte di Lunedi 8 Agosto a Perth… Respiro profondamente… Sì: sono tornato Australia… quanto mi sei mancata! La temperatura è decisamente fresca, e tra l’altro una piccola pioggerella ci da il benvenuto. Prendiamo un taxi e ci rechiamo all’albergo Confort Inn Bel Eyre… Incredibile è lo stesso albergo di 11 anni fa… se poi ci davano anche la stessa camera…èra… Bingo! Prima constatazione: ma quanto è diventata cara l’Australia? Nella nostra prima esperienza nel 2000, la vita, costava poco più che in Italia dei tempi della Lira. Ma ora… il rapporto è di1 a 3 ! Super doccia dormiamo 4 ore (qualcuno dirà : ma ne valeva la pena di spendere i soldi solo per una doccia e 4 ore di sonno ? … Purtroppo sono stato … minacciato … di ammutinamento, se non davo un minimo di respiro a chi mi accompagna…). Alle 5,00 siamo alla reception pronti a prendere lo Shuttle che, puntuale ci porta ai Domestic Flight. Ci facciamo aiutare dal personale del’Aeroporto per stampare i biglietti direttamente dalle macchine automatiche, sparse per l’area ceck in, (come sempre gli australiani si dimostrano gentilissimi e pazienti) e ci imbarchiamo per il volo che ci porterà a Broome. Fa freddo e pioviggina… ” speriamo bene altrimenti sarebbe un bel guaio “. Ci vengono assegnati gli ultimi 2 posti in coda all’aereo, che ha solo 2 motori e per giunta, montati sotto l’alettone posteriore… oddio! sembra di di essere su una F1 senza casco! Ok, non ci scoraggiamo ed arriviamo dopo 4 ore a Broome. Atterriamo… Sole, 30 gradi e leggera brezza… fantasticooo! Broome è davvero molto molto carina. Con un taxi ci facciamo accompagnare al nostro Lodge Hotel Mercure, e con l’aiuto dei pullman di linea andiamo alla scoperta di Broome. Primo impatto : gli animali nei parchi pubblici e per strada. Sono bellissimi… pappagalli, aquile, ecc. ecc. E; purtroppo ai margini delle strade sdraiati nei prati… tanti Aborigeni con le loro famiglie intenti sempre e solo a bere! Alcol, o non alcol bevono in continuazione! Andiamo a Chinatown dove sono concentrati tutti i negozi di perle di cui Broome è famosa. Sarà sicuramente tutto molto turistico ed industrializzato, ma tutto questo non toglie di una virgola il fascino che questo quartiere riesce a regalare. Facciamo il nostro acquisto (una promessa è una promessa… E noi la dovevamo alla nostra Giulia). Una bellissima perla, che però ; dal prezzo immaginiamo possa essere solo: made in China o made in Taiwan. Però è carina e a noi va bene cosi. Rientriamo in albergo, ed a piedi ci rechiamo alla Britz per vedere se riusciamo a farci consegnare (pagando la dovuta differenza) la nostra… ” belva ” che ci accompagnerà fino a Darwin,a partire da domani, ma che ci farebbe molto comodo già da oggi. Troviamo come sempre personale gentilissimo e cortese (anche un ragazzo Italiano di Agrigento che lavora li, e che dopo averci provato in tutti i modi, pensa di ritornare a casa. Ci dice che sono 6 mesi che è a Broome, e a parte i turisti occasionali tipo noi, il resto della vita è veramente…tutta quì! Ma di ritirare la Toyota Land Cruiser prenotata dall’Italia non se ne parla. Perchè il mezzo deve ancora rientrare, poi devono pulirlo e ri-attrezzarlo a dovere, per consegnarcelo… Vabbè: ci rivediamo domani mattina alle 7,30.

Andiamo alla fermata del Bus, e ci rechiamo a vedere la superba spiaggia di Cable Beach. Davvero molto bella, con le sue rocce rosse striate, a ridosso della spiaggia stessa. Con il suo mare, di un azzurro così intenso da lasciare a bocca aperta! Non resisto e allora mi tolgo maglietta e pantaloncini, ed in… mutande, (ma tanto qui non ci fa caso nessuno, tanto più che le persone in spiaggia sono poche decine distribuite su una spiaggia di sabbia di 15 Km…) comincio a correre lungo Cable Beach con le onde che mi sfiorano i piedi ed il tramonto che comincia a materializzarsi… Che sensazione stupenda! Ritorno indietro dopo c.a mezz’ora, e ci sediamo su una di queste pietre coloratissime ad ammirare il famoso tramonto. Curiosità : ci sono tanti Australiani, di mezza età che sono arrivati direttamente in spiaggia con i loro 4×4 (c’è una specie di pista ” non ” segnalata per arrivare in riva al mare, senza per forza dover … ” inciampare ” in una di queste pietre affioranti, che rischierebbero di lacerare una gomma.)- E tutti: con le loro sedie pieghevoli, mini tavolino, e… naturalmente, Birra o Chardonnay ghiacciato. Che con puntualità Inglese, tolgono dai loro frigo portatili per brindare, aspettando il tramonto. La cammellata lungo la spiaggia (in questo caso direi molto inflazionata) non ci entusiasma. Ma il tramonto è qualcosa di irripetibile !… Il sole che si spegne nel mare. E che a queste latitudini regala al cielo delle scalature di colori, che vanno dal rosso, rosa intenso, e viola…ineguagliabili. Siamo davvero contenti di aver visto questo spettacolo assolutamente ” Unico “, della natura. Decidiamo di mangiare ad uno dei 2 ristoranti direttamente sulla spiaggia di Cable Beach. Sono davvero molto belli entrambi, molto curati nell’arredamento e nelle portate, molto, anzi ; troppo pieni, e… troppo cari ! dopo un rapida occhiata ai prezzi decidiamo che non è il caso, ci aspettano tanti giorni di vacanza davanti, e dobbiamo cercare di èssere parsimoniosi, per quanto possa èssere possibile con questo costo della vita. Dopo una camminata infinita (abbiamo sbagliato strada !) arriviamo ad un Fish and Chips segnalato dalla Lonley. Mangiamo Barramundi alla piastra e patatine. Il Barramundi è qualcosa di squisito, ne mangerei 1 Kg, troppo buono. Sabrina prende una frittura di calamari, che non finisce più… Coca Cola a “ boccia “ (niente bicchieri) e ci incamminiamo per tornare all’albergo. Sono le 8,00 e sembra di essere in una città fantasma…Nessuna macchina, nessuno a piedi, poche case con le luci accese, e nessun tipo di rumore proveniente dalle case stesse… Ma dove sono tutti? E, sopratutto: ma stanno gia dormendo? Mah ! Tornati in albergo, chiediamo la password per la connessione internet per collegarci con Skype dal nostro notebook, e provare a vedere, se riusciamo a parlare con casa, e vedere la nostra Principessa. Alla reception chiedo la password, e mi dicono gentilmente che sono 8$ per 1/2 ora di collegamento… Ma siete sicuri ? Con molta tranquillità, la ragazza mi dice di si, ed io a malincuore ” caccio ” gli 8$ dovuti, e poco dopo siamo connessi con la nostra Giulia. Che Emozione ! Siamo letteralmente dall’altra parte del mondo e la nostra Bambina è come se fosse li! La giornata è stata piena ed intensa, per cui ci addormentiamo presto, domani si parte per l’avventura nel Kimberley.

MARTEDì 9 AGOSTO

Ci svegliamo presto (sarà una costante durante tutto il nostro viaggio) al suono di centinaia di Cacatua ed altri uccelli vari. Chiudiamo i bagagli e ci facciamo chiamare un taxi per recarci alla Britz. Sbrighiamo le formalità di noleggio, includendo l’assicurazione che copre i danni anche ai vetri e alle ruote. Perché, le probabilità di foratura e di “scheggiatura ” del vetro, causate dai sassi lanciati dalle vetture che incroceremo sulla Gibb, sono molto alte. Con un importo ulteriore di 350,00 $ (!). Così ora abbiamo una copertura assicurativa ” totale “, cosa che ci tranquillizza per tutto il viaggio. Partiamo alla volta di Gantheaume Point, dove vediamo le impronte di Dinosauri, Anastasia Pool. e rocce dai colori, striature, ed inclinazioni uniche. Il tutto circondato da un mare stupendamente azzurro. Il contrasto che si crea con il colore delle rocce, rende ancora più bello il mare, e viceversa il colore delle rocce stesse. Ci rechiamo al Market di Broome per la spesa di… ” sopravvivenza “, tenendo conto che per i prossimi 9 giorni non avremo possibilità di approvvigionamento di alcun sostegno alimentare. Subito una notizia… infelice: la spesa, è molto cara, e noi cerchiamo di cogliere le offerte migliori. Ma non serve a risparmiare un gran che. Poi facciamo scorta di acqua con una tanica da 15 Lt (scelta che si rivelerà azzeccatissima). Mi dirigo verso il reparto alcol che è indipendente dal resto del Market. E mi dicono che non apre prima delle 11,00 ! Noi non abbiamo cosi tanto tempo. Dobbiamo percorrere c.a 400 Km per arrivare al Geike Gorge di Fitzroy Crossing, e dobbiamo farlo prima che il sole tramonti. (da queste parti alle 17,30 il buio cala in un attimo…sembra che qualcuno improvvisamente spenga l’interruttore della luce..). Considerato anche, che: vogliamo fare la crociera sul Geike Gorge. Mi dico: Vabbè… faremo scorta di birre e Chardonnay a Fitzroy Crossing. Consiglio per chi ama bere una birra o un calice di vino: la scorta a Broome diventa ” fondamentale “, dato che fino a Kununurra (c.a 800 Km) non esiste alcuna possibilità di acquistare nessun tipo di alcol. Salvo nei Lodge lungo la Gibb River, che però ti fanno pagare una bottiglietta di birra, dai 6 / 8 $. Arriviamo a Fitzroy nel primo pomeriggio, dopo aver percorso la Great Northern Highway, ed incrociando i famosi Road Train a 3 Rimorchi che ci hanno fatto rivivere gli incontri con ” questi bestioni ” che avevamo fatto nel 2000. E riassaporando il piacere di viaggiare quasi da soli per centinaia di Km su strade che sembrano un nastro di asfalto perfettamente dritto. Solo la bassa vegetazione dell’Outback, gli Spinifex, gli incendi ” pilotati ” e i Termitai di media grandezza, ai bordi della strada, ci ricordàno che questa è la vera Australia! Preso possesso del Lodge, che è in riva al fiume Fitzroy, abbastanza spartano ma organizzatissimo. Andiamo al Geike Gorge giusto in tempo per l’ultima crociera della giornata. Ci imbarchiamo su una chiatta che ci trasporta lungo il fiume con una ragazza Ranger che spiega la differenza dei colori delle rocce, che risale all’epoca Devoniana. Peccato solo che il nostro inglese, sia a livello di Totò in…Noio volevan savuar… Ma lo spettacolo che regala questa crociera è meraviglioso! Il Canyon in cui navighiamo ha delle scogliere alte più di 100 Mt con colori che degradano dal rosso acceso, poi al livello di dove èra il mare qualche milione di anni fa, diventano bianche… bellissimo… Il fiume scorre lento e avvistiamo i primi Coccodrilli Freshwater che popolano il fiume. Sono la specie…diciamo tranquilla, e tra l’altro non sono così grandi. Però un pò di timore lo incutono comunque. Rientriamo in tempo al Lodge prima che il sole sparisca del tutto, e lungo la strada, oltre ai Pappagalli colorati e altre specie di volatili, mai visti prima, facciamo il nostro primo incontro con un Dingo. Il cane selvatico australiano, che non sò se è aggressivo; dato che scendo dalla Toyota e provo ad avvicinarmi, ma questo scappa via nel Bush. Al Lodge, ricca doccia e cena di classe alla luce delle torce (il Lodge in se è davvero molto bello), con un filetto di canguro alla griglia superbo, ed uno Chardonnay eccellente ad innaffiare il tutto. Rientriamo a piedi nel nostro Bungalow, e d incontriamo davanti a noi 3 Canguri… sono i primi che rivediamo a distanza di tempo, e la cosa ci emoziona non poco. Ma questi non si lasciano avvicinare, e saltellano via in un attimo. Facciamo in tempo a vedere una ragazza Aborigena, completamente ” sbronza “, ed il relativo gestore del Pub che la caccia via insieme ai suoi compari. Poi prima di rientrare, alziamo gli occhi… Che mereviglia! Il cielo è pieno di stelle. è impressionante vedere quante sono, e quanto sembrano essere cosi vicine !. Può sembrare banale, ma il cielo in Australia è davvero una cosa unica! Ok, a nanna pionieri dell’Outback, domani cominciano le dure piste di terra rossa.

MERCOLEDÌ 10 AGOSTO

Sveglia all’alba (la notte nell’Outback è molto fredda c.a 5 / 7 gradi…) Brrrrr.. Caffè con il bollitore, (in dotazione in qualsiasi alloggio Australiano) carichiamo il nostro mezzo e partiamo. Dopo poche centinaia di Mt un Canguro ci attraversa la strada. Anche se è abbastanza distante, lo spavento di… ” stiratura Canguro “… diventa reale. Percorriamo la Great Northern Highway a ritroso per c.a 40 Km, poi una deviazione a destra ci immette sulla Leopold Farfield Road. Ci siamo! Comincia la pista di terra rossa piena di micro-dossi (senza esagerare, alla fine della vacanza in totale ne percorreremo qualche centinaio di migliaia…) che mettono subito a dura prova, semiassi, ammortizzatori, scatola dello sterzo, le mie braccia, e non ultimi i nostri timpani… dato che il tavolino pieghevole, che è in ferro, sbatte continuamente contro la griglia di protezione che si trova dietro i sedili posteriori. Tamponiamo la situazione con il tappo delle bottiglie di plastica dell’acqua… Perfetto, sembra di rinascere… ci divertiamo ad osservare le centinaia di pappagalli di tutti i colori che si sollevano al nostro passaggio. Ogni tanto troviamo qualche carcassa di auto abbandonata, ai margini della pista. Ci dilettiamo in riprese e foto particolari, anche sulla nuvola di terra rossa che solleviamo dalle ruote posteriori. Ad un certo punto vediamo in lontananza (c.a 1 Km) una enorme nuvola di polvere. Questo è il segnale che stiamo per incrociare un auto o camion. Ci fermiamo in attesa del passaggio. (la pista è stretta e poi ci spostiamo anche per non essere investiti dalla…sassaiola.. che questo ci riversa addosso). E” un camion … ma che ci fa in questo posto? Ci salutiamo con un cenno della mano che assicura che tutto è ok, e dopo pochi Km… Eccoci! il primo fiume da gaudare. Entriamo in acqua piano piano (non sappiamo come sia il fondale, se di pietre, rocce, o sabbia) e il livello dell’acqua arriva fin quasi a metà sportello… fantastico. Anche se è la stagione secca e i fiumi non sono, cosi…rigogliosi, il guado si rivela una bella esperienza. Proseguiamo e poco più avanti vediamo 2 ragazzi che stanno facendo jogging in pieno Outback… il nostro pensiero è comune… ma questi vengono dalla luna? Mi aggrego a loro per 1 Km, poi ci salutiamo, e scopriamo che nel bel mezzo del niente esiste un College di… non sappiamo cosa. Ecco così svelato l’Arcano! Continuiamo ed ammirando ai lati della pista rocce di colori incredibili che contrastano con gli Spinifex gialli e i numerosi e affascinanti Boabdi svariate dimensioni, arriviamo a Tunnel Creek. E subito al parcheggio ci colpiscono 2 cose: il caldo intenso (40 gradi?) e una jeep come la nostra, sprovvista di entrambe le ruote posteriori… Qui dobbiamo fare una precisazione. La Britz (come le altre compagnie di noleggio di mezzi 4×4 in questa zona decisamente remòta dell’Australia) ” NON ” prevede la 2a ruota di scorta. E se vogliamo noleggiarla… la risposta è che dobbiamo acquistarla! Ma dico: e dopo che me ne faccio di, 240 $ di ruota… me li riporto a casa? Non a caso le macchine dei rarissimi residenti di questa parte di mondo che riusciamo ad incrociare (gli abitanti di Broome compresi) hanno tutte 2 ruote di scorta sul portellone posteriore. Per cui, ne deduciamo che: gli sfortunati turisti hanno forato 1 volta, e dopo aver sostituito la ruota, hanno (purtroppo) forato ancora! A questo punto, e in questa parte di mondo, la soluzione è una sola: dopo la 2a foratura gli sfortunati turisti hanno dovuto attendere un passaggio (e chissà quanto lunga è stata l’attesa…) per Fitzroy Crossing, la…cittadina più vicina (sempre che si consideri vicina una meta a 140 Km di distanza, e di pista completamente sterrata…). Quindi farsi riparare le ruote, per poi dover ritrovare un passaggio nella direzione opposta, (altra attesa non preventivata) per ritornare al proprio mezzo. E se succede anche a noi? Non ci preoccupiamo più di tanto, anche perchè, nonostante tutte i resoconti che abbiamo lètto qualcuno che può aiutarti, compresi i camion 4×4 dei Tour operator che girano su queste piste, lo incrociamo di sicuro. Certo, questo significa perdere minimo 1 giorno di viaggio. E per chi come noi è vincolato anche a 1/2 giornata per aver programmato il rientro preciso, che coincida con il lavoro… beh allora forse la cosa potrebbe assumere un aspetto diverso…

Ma torniamo a Tunnel Creek

Il sentiero che conduce all’entrata della grotta, è facile e ben segnalato. Ci addentriamo qualche decina di Mt nel tunnel, che dobbiamo dire, mèrita assolutamente lo sforzo per arrivarci. Poi, visto che siamo solo noi, e che non abbiamo torce così luminose per procedere (il tunnel lo si potrebbe percorrere per tutti i suoi 700 Mt, con acqua gelata, fino alle ginocchia, e centinaia di Pipistrelli innocui alle pareti…); torniamo all’entrata dopo le foto di rito per testimoniare la nostra presenza. Ripartiamo in direzione Windjana Gorge che dista da Tunnel Creek una 40 di Km, e lungo la strada incontriamo, quelli che io ri-battezzerò i Pazzi, cioè un gruppo di svitati, che per uno scopo benefico (da quello che abbiamo capito per aiutare dei bambini, e questo ha tutta la nostra ammirazione) percorreranno tutta la Gibb, e le relative piste di deviazione, per raggiungere i luoghi più belli del Kimberley, con auto ” normali ” configurate a proprio piacimento, a seconda del Team: chi ha l’auto di Betty Boop, chi di Alice Wonderland, chi della Police di NY, chi di un improbabile Team di giocatori di Golf, chi di una squadra di Bagnini che salva i bagnanti dagli attacchi degli squali, chi da Spongebob… La cosa che colpisce è l’organizzazione di ognuno di loro: birra a casse nelle bauliere, auto di soccorso meccanico al seguito (i semiassi, marmitte, cuscinetti dei portamozzi, e forature varie, sono all’ordine dell’…ora, lungo il loro percorso…). Arriviamo a Windjana Gorge, altro Canyon spettacolare, questa volta da percorrere a piedi lungo il suo sentiero, e con i Coccodrilli (sempre quelli…buoni) vicini vicini a noi. Lo spettacolo delle pareti rocciose nere di Windjana, è molto affascinante, ed il percorso si rivela, leggermente piu impegnativo del previsto, perchè è quasi tutto su sabbia finissima, (per cui i piedi affondano ed è più faticoso…ma intendiamoci,niente di impossibile…). Il caldo è decisamente intenso, e la scorta della mia borraccia (1,5 Lt) si rivela preziosa. Incontriamo anche alcuni turisti australiani che stanno facendo il bagno nel fiume, con i Coccodrilli a poche decine di metri da loro… Non li invidiamo per niente, e rientrati al parking ci impegniamo a compilare un modulo che ci hanno consegnato all’entrata del parco di Windjana. Pare si tratti di una sorta di censimento… Facciamo presente alla ragazza che ce lo ha consegnato, che noi non siamo cittadini Australiani, e neppure residenti. Ma lei ci dice che dobbiamo riempirlo comunque e riconsegnarglielo all’uscita. Mah, ci impegniamo non poco per rispondere ad una trentina di domande. Poi decidiamo di rispondere a caso… e se non gli va bene… che si arrangino loro. All’uscita non troviamo più nessuno, e questo ci fa trasalire… tutta questa fatica per niente! Ripartiamo ; a metà mattinata con un caldo opprimente, finestrini aperti della Toyota, che ci affrettiamo a richiudere velocemente tutte le volte che incrociamo qualcuno (tipo i pazzi di prima per esempio) per non farsi invadere l’abitacolo di polvere. E poi tra l’altro, perchè, non si vede assolutamente niente per circa 1 minuto. Sia chiaro : potremmo usare l’aria condizionata, ma quando possiamo, cerchiamo di usarla il meno possibile, per consumare meno gasolio. I rifornimenti nel Kimberley sono carissimi, e la Toyota 3000 cc 8 cilindri Turbo Diesel, ” beve ” come… una F1. Percorriamo al max 3 / 4 Km con 1 Lt!. Poi anche perche con l’escursione termica tra giorno e notte, (nell’Outback variano anche di 30 gradi !), il mal di gola comincia a farsi sentire, se poi gli diamo la ” bòtta ” finale con l’aria condizionata… ti saluto vacanza! Pochi Km e la Farfield Leopold Road ci immette sulla leggendaria Gibb River Road !. E vai! Siamo sulla pista dei sogni !

Per qualche decina di Km la Gibb è asfaltata, tutto sommato fa piacere riuscire a sentire il CD che ci siamo preparati a casa, invece del tremolio costante della ferraglia che abbiamo dietro di noi. Quando la Gibb ritorna ad èssere la pista per cui è conosciuta, all’orizzonte si intravede la meravigliosa roccia (sarà alta… non meno di 40 Mt) di Queen Victoria Head. Una curiosa formazione rocciosa che dalla prospettiva da cui la vediamo noi, sembra proprio il profilo di una donna. Che gli Australiani dèvoti a sua Maestà La Regina Vittoria, hanno subito ribattezzato. Ci fermiamo ad uno dei rari Loockout per il pranzo, e Sabrina tira fuori dal frigo, tonno e fagioli in scatola… mmmmhhhh … che delizia… (?). Beviamo acqua ghiacciata (il frigo della Toyota è spettacolare, gia al minimo funziona da Dio),e ripartiamo dopo aver incontrato di nuovo… i ‘pazzi’ che con il team dei giocatori da golf, si dilettano a ” sparare ” le palline da golf, nel bel mezzo dell’outback… Pensiamo: strane droghe girano nel Kimberley… Proseguiamo e poco piu avanti troviamo il bivio per la prima delle cascate che visiteremo: Il Lennard Gorge. Andiamo avanti per una decina di Km su pista piuttosto impegnativa. Non incrociamo nessuno, e guadiamo un fiume dal fondo molto sconnesso. Arrivati al parcheggio, vediamo altre 2 macchine che sono li. Ok non siamo soli e questo ci conforta non poco. Imbocchiamo il sentiero che costeggia il fiume, attraversandolo piu volte. Cerco di vedere se riesco a scovare qualche Varano, o Serpente (in teoria, questa è la zona dell’Australia con la piu alta densità di rettili), ma niente da fare. La salita è piuttosto dura e lunga, e il caldo molto intenso, aumenta di parecchio le difficoltà. Poi una volta in cima alla collina, la ridiscendiamo per 1 Km procedendo a zig e zag tra Spinifex e pietre aguzze. Incredibilmente dietro di noi un bambino di non più di 8 anni cammina davanti a suo padre ed un altra persona…Ma la cosa più incredibile, è che tutti sono scalzi ! Ci diciamo: ma sono impazziti? Perchè oltre al rischio di trovare qualche serpente, ragno o qualsiasi altro animale pericoloso e velenoso,è praticamente impossibile camminare senza sentire le pietre acuminate come lance sotto i piedi. Anche con delle buone scarpe come abbiamo noi… figuriamoci senza! Arriviamo al punto di osservazione di Lennard Gorge, e la visuale che si presenta davanti è… bellissima… Una cascata enorme all’interno di un canyon di rocce rosse e nere, di non so quanti milioni di anni. Le gocce che rimbalzano sull’acqua, data la violenza della cascata, formano un arcobaleno, meraviglioso. Bello: molto molto bello. Torniamo indietro con il percorso che è durato 1 ora e mezzo in ogni senso di andata e ritorno. Prendiamo la Jeep e rientriamo sulla Gibb. La pista comincia a diventare sempre più difficoltosa, Oltre agli ormai innumerevoli micro-dossi, e guadi di fiumi, ci troviamo a dover affrontare : pietrisco, pietre, sabbia, rocce, e chi piu ne ha piu ne metta. Giungiamo al bivio per Bell Gorge, e lo imbocchiamo. Da qui ci separano 30 Km ed 1 ora di sentiero prima della cascata. La pista diventa più impegnativa della Gibb, con le pietre sempre piu aguzze, i guadi sempre piu profondi, ed i dossi ancora piu alti e ravvicinati. Cosa che ci fa procedere al massimo a 50 Km orari. Arriviamo a Bell Gorge, dopo un sentiero tutto sommato abbastanza semplice, e ci fermiamo ad osservare quello che madre natura ha creato in questa parte di mondo… La cascata è un capolavoro di bellezza ! Scende su alcuni livelli sottostanti creando una pozza, di c.a 50 Mt di diametro, dove alcune persone stanno facendo il bagno. Io mi immergo nella parte superiore del fiume, subito a ridosso della cascata… che meraviglia! Mi tolgo la polvere di dosso, e mi sembra di rinascere. E sì, perchè nell’Outback (anche se non sembra), si respira continuamente la polvere rossa delle piste, per cui ci si trova sempre con la bocca secca, la gola riarsa dalla sete, e sempre tutti belli impolverati… Ma il bello sta proprio qui, sennò che pionieri siamo? Ecco perche l’acqua è davvero molto ma molto importante. Averne sempre di scorta sia in auto che durante i percorsi a piedi, (per chi intraprende un viaggio come il nostro), possiamo assicurare a tutti che diventa Fondamentale!

Dopo il bagno rigenerante e le foto di rito, ripartiamo, e poco prima del tramonto siamo di nuovo sulla Gibb. Il sole comincia a tramontare, e noi vogliamo arrivare al Lodge prima che sia buio completamente. Incontriamo una macchina dei pazzi, con un semiasse in terra, e la Jeep dell’assistenza, a dare soccorso. Ci fermiamo ad Imintiji per il pieno (il serbatoio èra quasi a fine e cominciavamo a preoccuparci). Nella stazione c’è anche un mini Market, ed io chiedo se hanno delle Birre. Niente da fare, la risposta è che a parte il Lodge dove dormiremo; fino a Kununurra… ti saluto birra e vino. Ripartiamo e dopo pochi Mt, cerco di trovare il cartello per la deviazione del nostro Lodge…ma niente… Cavolo e ora ? Eppure da Google Earth il bivio si vedeva benissimo… Guardo meglio e scorgo che il cartello indicatorio è in terra (sarà sempre cosi per il Lodge della Apt Touring)…Fiuuu …è andata! Arriviamo al Lodge, che altro non è che un campo tendato. E scopriamo con piacevole sorpresa che la nostra tenda, (tenda per modo di dire : è tipo quelle in cui avevamo dormito nel safari in Kenya. Tutti i confort del caso,doccia con acqua calda e bagno compreso, sono li a disposizione) è davvero molto bella. Lasciati i bagagli, ricca doccia calda (comincia già ad essere l’ora della felpa…) ed andiamo intorno al grande fuoco allestito dai ragazzi che gestiscono il Camp, e dove si riuniscono gli altri ospiti della struttura per una Birra (aridaje 8 $..) prima di cena. La compagnia è quasi tutta over 55 anni e tutti viaggiano con il pullman del Tour operator APT. I pullman sono grossi camion ISUZU a 4 ruote motrici, allestiti per queste piste, e contengono 30 posti cabinati. Le guide portano i loro ospiti a vedere le meraviglie del Kimberley con qualche….sosta e giorni in piu a disposizione, rispetto al nostro piano di viaggio. Vedendoci viaggiare da soli, ci fanno un sacco di domande, sorprendendosi della nostra tranquillità nell’affrontare il Kimberley in solitudine. Mah…che dire: Certo è impegnativo, ma niente di impossibile. A cena, siamo in una tavolata comune (4 tavoli da 8 persone), mangiamo benissimo, e dulcis in fundo… ci lasciano la bottiglia di Vino al tavolo ! In realtà ne spetterebbe un bicchiere a testa. Ma dato che quasi tutti non lo bevono… finalmente un paio di bicchieri… ci tòccano…e che cavolo !. alle 8,15 andiamo tutti a dormire (è si… funziona proprio cosi…) ed io rimango fuori a vedere un cielo stellato mai visto prima…mi raggiunge anche Sabrina, ed in silenzio rimaniamo a testa in su per un po’ … incredibile… ci addormentiamo presto dopo avere ripassato la tappa di domani che si preannuncia la piu dura di tutto il viaggio. Buonanotte.

GIOVEDì 11 AGOSTO

La sveglia arriva prima che sorga il sole (4,30 !) facciamo colazione nel Lodge (per questi pernottamenti sono previsti cena e prima colazione) salutiamo gli ospiti (li ritroveremo nei nostri spostamenti alla sera nei vari Lodge) e partiamo. Procediamo con molta cautela, perchè con il buio non si vede niente di ciò che nasconde la Gibb, e poi per il rischio attraversamento animali. Dopo 60 Km arriviamo alla bellissima cascata di Galvans Gorge. Il percorso per arrivarci, è tutto in piano e piuttosto breve, e questo rallegra Sabrina come non mai. La cascata molto bella, ha come particolarità, un grande Boab che sovrasta la sua sommità, e scende da 2 livelli di cascata prima di formare un laghetto veramente molto carino. La gola di rocce rosse, e la foresta con le palme che la circondano, fanno si che questa cascata, abbia un aspetto…fiabesco. E” troppo presto e di conseguenza troppo fredda l’acqua per fare il bagno. Ed allora ci rimettiamo sulla Gibb, che diventa sempre piu accidentata. Ancora 140 Km, passando davanti ad i bivi, rispettivamente di Manning Gorge ed Mt Elisabeth Station. Ma non abbiamo abbastanza tempo per poter vedere tutto… siamo appena a metà tappa… e come dice Ligabue…. Il meglio deve ancora venire… Arriviamo al bivio che ci immette sulla Kalumburu Road. La pista che ci porterà fino a Mitchell Falls. La strada diventa da Gravel Road (la Gibb) ad Unsealed Road (la Kalumburu Road). Qui comincia la parte piu dura del viaggio. I dossi sono impressionanti, la Toyota sembra si debba sfasciare da un momento all’altro (e possiamo assicurare che la nostra Jeep è un fuoristrada che se sbatte contro un muro…lo disintegra…). Il guado del fiume Gibb River si rivela lungo, profondo e molto, molto sconnesso (non riusciamo a stare fermi sul sedile, nonostante lo si percorra a passo d’uomo, sbattiamo piu volte a destra e sinistra dentro la Jeep…). Poi quando sembra che la pista migliori… ecco di nuovo i dossi. Incredibile… sono cosi ravvicinati e alti! La nostra velocità per i prossimi 70 Km da percorrere, non supera mai i 50 Km orari nei tratti migliori. La natura ai lati è maestosa. Palme infinite, mischiate a Boab e Felci giganti. Ed altre piante a noi sconosciute. Di tanto in tanto incrociamo una macchina (Tot. su 70 Km, 3 macchine…) cenno di ok e via andare… Arriviamo verso mezzogiorno e mezza a Drysdale River Station… Che sollievo ! facciamo il pieno, e l’omino che gestisce la station dell’Outback piu remoto … con: cappello in testa rigorosamente akubra, faccia segnata dal sole cocente di queste latitudini, pantaloni corti, e scarponi con risvolta di cuoio da alzare al momento di affrontare la steppa dell’Outback per evitare, punture o morsi di animali molto spesso letali … Mi guarda e mi dice : You Mr Tommasi… Yes rispondo. Subito collego questa situazione al fatto che prima della partenza avevo ” tempestato” di mail l'”omino ” di fronte a me, per sapere se aveva un posto per dormire nella giornata di oggi. E la sua risposta èra sempre la stessa: Sold out! Mi scuso per la mia insistenza nei mesi precedenti la partenza, e lui con un sorriso ci saluta e si presta ad aiutarci a telefonare alla nostra bambina con una scheda telefonica che richiede un ingegnere della Nasa per essere utilizzata ! La cosa buffa è che il telefono, a monete o con scheda, è dentro un frigorifero degli anni 70. Questo serve a far si che la polvere, o le piogge non lo danneggino. Sarebbe un enorme disastro, visto che è ” l’unico ” mezzo di comunicazione nel raggio di qualche centinaio di Km ! Dopo aver sentito la nostra bambina ci rechiamo al bar della Station per mangiare il famosissimo Hamburger del Kimberley… Un panozzo che dentro contiene di tutto. Non esageriamo a dire che è alto almeno 20 cm !. Con la delicatezza di un Pachiderma. provo a schiacciarlo e ad addentarlo… risultato… Hamburger sui pantaloni corti…e via! Che disastro d’uomo! Sabrina ride e (giustamente) mi prende in giro… Ok : mangiamo comunque accompagnati da 2 Four xxxx ghiacciate. Sono le 13,30 e l’omino della Station mi dice che per arrivare al Camp di Mitchell, occorreranno non meno di 4 ore… forse 5. Mi spavento al solo pensiero che il sole tramonta c.a alle 17,00 e noi siamo ancora qui, a 160 Km dalla mèta… Ci rimettiamo in marcia ben sapendo che troveremo una pista come quella che abbiamo trovato dal bivio della Gibb per arrivare qui… Errore gravissimo ! la pista che troveremo da qui fino al bivio per la pista di Por Warrender Road, si rivelerà ancora piu difficile ! i dossi che incontriamo per 60 Km fanno si che la nostra velocità non possa mai superare i 40 Km orari (è non è assolutamente uno scherzo !). Le 3 macchine che incrociamo durante i 90 Km successivi, sono tutte di Aborigeni che abitano all’estremo nord, al paese di Kalumburu, ed affrontano questa pista a 90 / 100 Km orari. Naturalmente hanno tutti 2 ruote di scorta. Noi cominciamo a preoccuparci seriamente, anche perchè per decine di Km non incrociamo nessuno. Il bivio per la Port Warrender Road, non si trova… (ma lo abbiamo superato ? questa è la nostra domanda ricorrente) e il pensiero di una foratura imminente è sinceramente molto concreto. Si : è vero che abbiamo 1 ruota di scorta, ma se poi foriamo anche quella, chi ci riporta indietro fino a Drysdale River, che è il posto piu vicino per ripararla ? Avanziamo senza parlarci, la tensione sale inevitabilmente. Poi ad un certo punto la pista migliora notevolmente, sembra quasi asfaltata. Ma l’illusione dura pochi Km, dopo di chè troviamo il bivio tanto inseguito, alla nostra sinistra. Sospirone di sollievo, e via per gli ultimi 70 Km. Attraversiamo il King Edward River, passando su un guado di pietre stondate… con un pò di apprensione, dato la lunghezza del guado stesso.Poi la pista diventa sempre piu stretta, con sempre gli immancabili dossi (in qualche tratto li troviamo maledettamente difficoltosi come sulla Kalumburu Road), a volte la sabbia (alla fine del viaggio sarà stato l’unico vero pericolo per il nostro mezzo), poi salite brevi ma vertiginose, come le successive discese, ed infine delle crepe, anzi voragini sulla pista che ci obbligano a gincane, percorse a passo d’uomo. Incrociamo un paio di Bushcamper (Jeep tipo la nostra ma con i posti letto ed una mini cucina attrezzata,) e penso che la mia idea primaria èra orientata su quel mèzzo. Poi ho pensato anche a Sabrina…e allora..vai con il lusso dei campi tendati !. Ci troviamo davanti a 2 Iguane di circa 80 cm con dei colori bellissimi. Le evito piano piano, e proseguiamo. Quando la luce del sole comincia a calare, finalmente troviamo il cartello dell’APT che segnala il nostro Lodge…..Ce l’abbiamo fatta ! siamo al Camp prima del tramonto, e ci abbiamo messo 3 ore invece delle 4 / 5 previste !. Stanchi per l’impegno della pista e per la tensione accumulata, ci facciamo assegnare la tenda (stupenda… proprio in riva al fiume) e subito mi tuffo per il consueto bagno rigenerante… Sabrina rimane sulla piattaforma in legno attrezzata con sedie, dove c’è anche la scaletta per scendere in acqua. Il fiume è immerso in una vegetazione..da Giungla.. Felci altissime ed alberi alti e strani che nascono direttamente sull’argine… Dopo la meritata doccia ci rechiamo al solito fuoco per aspettare la cena. Troviamo altri over 55 dell’ APT Touring, e la guida chiede ad alta voce. ” Chi sono gli Italiani che viaggiano da soli fino qui ” ? Alziamo timidamente la mano come piccoli scolaretti, e la guida si fa raccontare la nostra tappa di oggi, dicendoci che è molto, molto dura… (e grazie ! questo lo abbiamo visto anche noi !). Ceniamo benissimo sotto un cielo stellato incredibile, (milioni di stelle così luminose che sembra di poterle prendere con le mani…),festeggiamo la giornata di oggi con il vino previsto per cena, ed andiamo velocemente a nanna. Oggi è stata davvero dura e impegnativa. Abbiamo percorso c.a 480 Km di cui 220.. da urlo! la Gibb in confronto, ci è sembrata… un’autostrada.

VENERDI 12 AGOSTO

Abbiamo dormito come sassi. E stamani alle 5,30 ci alziamo. Appena uscito dalla tenda, Ci colpisce il clima che ci troviamo davanti. Una nebbia non troppo bassa ma così intensa, da far sembrare il nostro Camp, (con tutte Palme a fare da sfondo e il risveglio degli uccelli tropicali…poi nessun altro rumore) un avamposto Americano in Vietnam… Oggi ci aspetta una delle meraviglie più conosciute del Kimberley : l’escursione alle superbe Mitchell Falls. Dopo colazione, salutiamo la compagnia e partiamo in direzione Mitchell. Sempre la stessa difficile pista, ma almeno dopo 60 Km siamo arrivati. Sono le 7,30, il sole è già molto intenso, e dopo aver parcheggiato la Toyota, Andiamo all’attiguo eliporto a prenotare l’escursione in elicottero sopra le Mitchell Falls. Scegliamo quella di 18 Minuti, alla “ modica “ cifra di 620 $… Che legnata ! Ci riprendiamo dal… ” salasso ” e ci incamminiamo lungo il percorso a piedi che porta fino al punto dove si ammirano in tutta la sua bellezza le Mitchell Falls. Il percorso è molto bello, lungo 3 Km, ben segnalato, ed in alcuni tratti, anche difficile, con salite e discese dalla rocce, molto particolari. Prima di partire abbiamo letto alcuni avvisi sui vari Serpenti che potremmo incontrare. Camminiamo con un pò di apprensione… ma di Serpenti, neanche l’ombra. Arriviamo alla sommità di Big Mertens Falls e… restiamo senza fiato ! La cascata si getta in un Canyon alto 300 Mt, e possiamo avvicinarci al dirupo fin quanto vogliamo. Cerchiamo di non prendere rischi inutili (anche perchè una eventuale scivolata comporterebbe la fine, senza nessuna possibilità di sopravvivenza). Mentre una signora Australiana con la sua macchina fotografica compatta, non èsita ad arrivare al punto di sporgenza… piu estremo… ” Missis is very dangerous “… lei mi risponde con un sorriso…Bah : contenta tu… Proseguiamo il cammino e il lètto del fiume prima della cascata, è uno spettacolo di Ninfee bianche ed azzurre… Bellissimo ! Ancora avanti e ci ritroviamo sulla sommità delle Mitchell… Il fragore dell’acqua che piomba a valle con un dislivello di 400 Mt scendendo da 3 livelli sottostanti, è imponente! Sul bordo del primo ” salto ” del fiume, fatichiamo a sentirci mentre ci parliamo. Dobbiamo ancora andare avanti per raggirare la cascata e poterla vedere davanti. Il percorso si fa più duro, ma sopratutto, abbiamo commesso l’errore di portare solo la mia borraccia d’acqua (le altre volte èra sempre stata sufficiente). La sete è intensa e non abbiamo più acqua… (mi ricollego all’esempio di prima : L’acqua è indispensabile sempre, da queste parti).Guadiamo a piedi il fiume in un punto segnalato e… SABRINA piomba in acqua ! Ricco bagno fuori programma, e macchina fotografica salva (meno male èra nello zaino..altrimenti..addio Nikon D300). Arriviamo sull’altra sponda, dove c’è anche la piattaforma di rocce naturali,dove verrà a prenderci l’elicottero (nessuno affronta il sentiero anche al ritorno, sarebbe troppo dura è richiederebbe 4 ore tra andata e ritorno dall’eliporto). Ci sediamo sulle rocce, sotto una tenda, messa appositamente li dai Ranger per creare un minimo d’ombra. Restiamo sbalorditi dal fatto che, anche qui l’organizzazione Australiana è incredibile. A pochi Mt da noi c’e il telefono di soccorso alimentato ad energia solare per chiamare la base. Ed in caso di necessità in 5 Minuti l’elicottero è li !. Abbiamo ancora tempo prima che l’elicottero venga a prenderci, per cui ci rechiamo nel punto panoramico in assoluto piu bello e pericoloso per vedere le Mitchell Falls. Scendendo di qualche Mt tra le rocce, ci troviamo su una sporgenza che guarda direttamente le cascate… me-ra-vi-glio-so! non ci sono parole per descrivere la potenza, bellezza e maestosità, di quello che la natura ci sta regalando. Facendo molta attenzione a non sporgersi troppo (l’alternativa è…un salto di 400 Mt nel vuoto). Facciamo foto e riprese a volontà. Poi ci rechiamo alla base dove ci aspetta l’elicottero che ci farà sorvolare la zona. Ci imbarchiamo, e l’elicottero (stupendo perchè non ha gli sportelli laterali, cosi che la visibilità è assoluta) si alza in volo. Prima ci porta sopra il Mitchell River e sorvola la zona del fiume facendoci vedere L’Outback piu estremo. Davanti a noi…il niente, solo bassa vegetazione, ed il fiume che scorre in un Canyon, che sembra una vera e propria ferita nella terra. L’elicottero piega verso sinistra e ci porta sorvolare dall’alto le Mitchell Falls.. stupende ! Quante volte ho visto filmati e foto su internet di questa meraviglia, e ora siamo qui che ce le stiamo ammirando in tutti i sensi…Rientriamo al parcheggio. E” vero: la spesa è stata ” importante “. Avremmo potuto fare il volo da 6 Minuti, che dalla base riporta direttamente al parcheggio sorvolando solo 1 volta le Mitchell, ed avremmo così risparmiato 300 $. Ma i numerosi sorvoli sopra le cascate e le zone circostanti, valgono tutto il prezzo del biglietto… garantito! Finalmente siamo alla Toyota… acqua.. acqua! Il nostro frigo ci regala una gioia immensa…acqua ghiacciata… aaaahhhh… Pranziamo ad un area attrezzata e ripartiamo. Sono le 13,30 e dobbiamo arrivare prima del tramonto a Drysdale River (questa sera possiamo dormire lì). Cosi di buona lena ci mettiamo in viaggio, ben sapendo che tipo di pista ci aspetti…

Appena prima dell’attraversamento del King Edward River, una svolta a destra non segnalata, ma su preziosissimo consiglio “dell’omino di Drysdale ” e della Lonley, la imbocchiamo e dopo qualche Km ci troviamo ad un sito di arte rupestre Aborigena stupendo, che ai più è sconosciuto. (alla fine del viaggio lo classificheremo alla pari di quelli visti a Kakadu). Ripartiamo, e ci riportiamo sulla Kalumburu Road. L’esperienza dell’andata, e la certezza che se anche foriamo, tra 90 Km sapremo dove riparare la ruota, ci consentono di èssere più…” allegri ” nel passo con la Toyota. Lungo la pista Sabrina riesce anche ad addormentarsi (ci saremo ormai abituati…o no ?). La stanchezza comincia a farsi sentire di brutto, e i dossi, guadi, o animali che attraversano.. per lei non esistono piu. Ad una ventina di Km da Drysdale, Sabrina si sveglia e dopo poco vediamo un (Pitone ?) lungo la pista schiacciato. Non mi soffermo e tiro dritto. Alle 16,30 siamo al cancello di Drysdale. Ok : buona prova speciale, 3 ore per arrivare da Mitchell, quando normalmente ne servono 5. Per strada parlavamo di quando saremmo arrivati a Drysdale River Station per ” spararci ” il mitico Hamburger del Kimberley…ma purtroppo rimaniamo delusi. La ragazza del bancone ci dice che lo preparano solo per pranzo,… che delusione ! Ok prenotiamo un tavolo per cena, prendiamo possesso della camera, che altro non è che un Container attrezzato in tutto e per tutto. Docciona (in comune con la camera accanto, che però è deserta), e ci rechiamo al bancone per una Birra, come aperitivo. Telefoniamo ai ” villeggianti del Trentino ” dal solito frigo / telefono, e prendiamo posto a cena. Nel tavolo accanto, rivediamo ” l’omino” della Station che gentilmente ci saluta. Mangiamo molto bene e beviamo uno Shiraz rosso superbo. Salutiamo la compagnia, ed andiamo a nanna, non prima di aver scaricato foto sul pc, e preparato il programma di domani.

SABATO 13 AGOSTO

Ci alziamo alle ore 6,00, perchè da oggi la parte più…impegnativa della vacanza, è terminata (con tutta la felicità possibile di Sabrina). Da oggi, sosteremo quasi sempre 2 notti nei luoghi in cui ci recheremo. La tappa di oggi prevede l’arrivo ad Emma Gorge El Questro. (Un’icona del Kimberley) E le soste…contemplative durante il trasferimento, si limiteranno ad un paio. Partiamo con calma,e dopo i 60 Km ” difficili ” della Kalumburu Road, rientriamo sulla Gibb…. Pazzesco : siamo su una pista, e ci sembra di èssere sull’ A1 senza interruzioni ! Acceleriamo il passo, (arriveremo a tenere anche 100 Km orari…) con sicurezza, dato che da qui in poi la Gibb va gradatamente a migliorare, sia come fondo, sia come carreggiata. Passiamo davanti al bivio per Ellenbree Station, e successivamente al bivio per Home Valley Station. Altri guadi da attraversare, e ci accorgiamo che qui la vegetazione comincia a cambiare, diventando piu verde e rigogliosa. Arriviamo al guado del Pentecost River, e qui ci si presenta uno scenario da SOGNO (non a caso vi è stata girata una delle scene finali del film Australia con Nicole Kidman). Il Cockburn Range è una montagna nell’Outback, spettacolare ! Sembrano tanti Torrioni degli antichi castelli, collegati tra loro dalla catena montuosa… Davvero uno spettacolo unico. Facciamo foto e riprese, ma ci ripromettiamo di tornare domani sera al tramonto, perchè pensiamo (e mai scelta fu piu azzeccata) che possa regalarci dei colori..unici. Guadiamo il Pentecost River (500 Mt) facendo attenzione alle pietre, ed all’avvistamento di eventuali Coccodrilli, la cui presenza è ben segnalata dai cartelli. Proseguiamo. ed a metà pomeriggio arriviamo ad Emma Gorge Station. Il Lodge è una meraviglia ! Molto ben curato, con camere molto belle, un giardino con Boab gigante che curiosamente, a metà del tronco ha un rubinetto, con un cartello che ci avverte, che possiamo utilizzare… Apriamo, e l’acqua scende con grande intensità! Questo perchè i Boab sono alberi cavi, il cui tronco diventa un serbatoio di notevole importanza per le scorte d’acqua nelle parti piu remote del Kimberley. Noi abbiamo scelto l’Emma Gorge Resort, perche nella zona di El Questro è quello piu…economico (?). E la scelta ci soddisfa in pieno. Peccato che qui abbiamo solo il pernottamento, e che tutti i pranzi ce li dovremo pagare…e… profumatamente. Lasciamo i bagagli e ci incamminiamo sul percorso che parte dal Lodge, per arrivare alla cascata di Emma Gorge. Il percorso, prima facile, diventa man mano sempre piu impervio. Ci troviamo a risalire il fiume, dovendo obbligatoriamente camminare sugli enormi pietroni che sono sul suo greto. Il tutto è ben segnalato. Dopo 1 ora e mezza di cammino difficoltoso, arriviamo finalmente alla cascata di Emma Gorge. In questa gola meravigliosa, un rigagnolo d’acqua scende giu da un canyon racchiuso, per un centinaio di Mt, creando una stupenda pozza (Billabong per gli Aborigeni) molto invitante per il bagno. Mi immergo insieme a pochi altri temerari e l’acqua…è semplicemente… gelataaaa! Esco dopo pochi minuti raggelato. Mi asciugo e riprendiamo il sentiero di ritorno al Resort. Arriviamo, e per far pari con il bagno gelato di Emma Gorge, mi tuffo nella piscina del Resort. La struttura ha anche la lavanderia a gettoni, per cui ne approfittiamo per fare un bucato che tolga dai nostri vestiti, qualche…Kilo di polvere rossa dell’Outback. La zona del Resort è molto particolare : intorno a noi ci sono montagne di rocce rosse, impreziosite dalla vegetazione verde che cresce direttamente addosso a loro. Molto suggestivo. Doccia, telefonata di rito alla nostra principessa (comincia a mancarci un pò…), grazie alla nostra scheda telefonica comprata..dall’ “omino” di Drysdale (che tra l’altro gestisce anche il mini Market oltre che alla stazione di rifornimento). E ci rechiamo a cena nel bellissimo ristorante. Il menù è a buffet, e noi ci ” sollazziamo ” di ogni ben di Dio (senza essere cafoni…). compreso del buon Chardonnay. Sappiamo che è tutto decisamente caro. Ma dato che il giorno ci arrangiamo davvero con poco, almeno la sera…facciamo…bisboccia, nei nostri limiti ! A nanna signori, perchè domani si va alla scoperta della zona più famosa del Kimberley… El Questro.

DOMENICA 14 AGOSTO

Ci alziamo intorno alle 6,00, e facciamo colazione nel Resort (americana a pagamento…ben 24 $ cad….) e partiamo. Percorriamo a ritroso per qualche Km la Gibb, ed arriviamo al bivio per El, Questro. La pista è molto simile alla Gibb, di conseguenza procediamo abbastanza sicuri, e poco dopo troviamo il bivio per le cascate termali di Zebedee Springs. Il cartello all’entrata ci dice che viene aperto dalle 7,30 alle 15,30, per evitare che con l’assenza del sole la gola delle terme diventi troppo buia e fredda. Entriamo, e dopo un percorso a piedi molto facile, arriviamo alle piscine termali di Zebedee. Ci spogliamo (abbiamo già indossato il costume), e devo dire che essendo all’ombra di un palmeto gigante e spettacolare, la temperatura è piuttosto freddina. Entriamo nella prima pozza, che meraviglia! Acqua che arriva direttamente dalle rocce dell’Outback a 32 gradi! Non si può commentare un simile benessere! Ci sono altri turisti che si sono ” presi ” la propria posizione nelle piscine, e come noi stanno a gozzovigliare. Troviamo posto anche sotto una cascata scrosciante di questa benedizione della natura…. stupendo… non vorremmo mai uscire. A malincuore (Brrrr… fuori dall’acqua è tutta un’altra cosa…), ci asciughiamo e ripartiamo, in direzione di El Questro Gorge. Arrivati ad un certo punto, la pista improvvisamente diventa stretta, sabbiosa, (il pericolo maggiore), e molto difficile. Sappiamo però che sono pochi Km, per cui avanziamo senza problemi. Ad un certo punto…Un guado. Un signore con un 4×4 come il nostro, tergiversa per attraversarlo. Capisco che questo guado, è decisamente diverso dai precedenti fatti fin quì. Il fiume va attraversato in diagonale, così che il guado stesso diventa, lungo, profondo, e molto stretto. Ok siamo qui, e allora andiamo. Inserisco manualmente le 4 ruote motrici e parto… Però : questo è davvero difficile. procediamo a passo d’uomo, con la Toyota che ” dondola ” come un’altalena a destra e sinistra (i Bushcamper con i loro letti dietro, èssendo piu alti non potrebbero farlo, perche il rischio di cappottamento, sarebbe molto probabile) dopo c.a 400 Mt arriviamo sul’altra sponda del fiume, ma il signore che mi ha ” gentilmente ” lasciato il passo, non ne vuole sapere di attraversare. Non troppo coraggioso direi. Andiamo avanti e la pista diventa, tutta pietre, con molti dislivelli, cosi impegnativi che andiamo in seconda senza mai accelerare. Arriviamo al parcheggio, e ci inoltriamo nel percorso. Devo dire che a parte un nido di Aquile sulle rocce, dove vediamo la mamma portare il cibo ai piccoli (il mio mini binocolo si rivela preziosissimo), il percorso non ci entusiasma piu di tanto, infatti dopo 1 ora di cammino, decidiamo di tornare indietro, e ripartiamo. Rientriamo sulla pista primaria ed arriviamo ad El Questro Station River. La fattoria è molto curata e bella. C’e un distributore (pièno d’obbligo, come tutte le rare volte che capita di trovare rifornimento), un Market, un eliporto, ed una zona in riva al Chamberlain River, con varie sistemazioni per soggiornare, a seconda del prezzo che si vuole spendere. Acquistiamo, un bellissimo cappello per Sabrina, e occhiali da sole per me (i miei che avevo riportato in Australia dopo 11 anni… si sono frantumati sotto le mie scarpe…). Perchè possiamo assicurare che è impossibile, guidare o stare con gli occhi aperti a lungo, quando il sole è al massimo della sua potenza senza occhiali protettivi. Tra i vari percorsi da raggiungere in Jeep nella zona circostante, noi abbiamo scelto Branco’s Loockout. Qundi partiamo e dopo qualche Km ci troviamo a guadare il Chamberlain River all’altezza di El Questro Homestead. Una struttura direttamente a strapiombo sul fiume, che è un sogno. Non a caso è un 5 stelle lusso da 1000 $ a notte. Qui attraversare diventa difficilissimo. Il greto del fiume qui è quasi in secca. Ma i suoi 500 Mt sono caratterizzati da pietre di notevole grandezza e dislivello. Per cui ci impieghiamo un bel pò per arrivare dalla parte opposta. I cartelli all’inizio del guado, ci avvertono ” molto gentilmente “, che i Coccodrilli Salties (quelli voraci per intendersi) qui sono di casa… Di conseguenza, meglio non scendere dal mezzo qualunque cosa accada… Ok ; siamo dall’altra parte e dopo un paio di Km di pista con la sabbia a metà ruote (Aiutoooo…) imbocchiamo una salita vertiginosa che ci porta al parcheggio del punto di osservazione di Branco’s Loockout. Il panorama che si presenta…è meraviglioso !. Dall’alto di questa montagna, vediamo tutto l’Outback con il fiume che in questo punto forma un’ansa bellissima, proprio sotto il promontorio, gigante e sporgente di Branco’s. Rimaniamo a contemplate questa bellezza per un pò (Il consiglio sarebbe di aspettare il tramonto), poi torniamo indietro fino alla Station di El Questro. Pranziamo nel parco ad uno dei tanti punti attrezzati. Poi prendiamo le sedie pieghevoli (ma comodissime) che abbiamo in dotazione, e ci sediamo in riva al fiume, dove alcuni bambini, improvvisano un mini rafting in acqua. Ci appisoliamo per un pò, poi ripartiamo, torniamo indietro sulla Gibb, e la percorriamo indietro fino a ritornare al Cockbourne Range per il tramonto. Le foto e le riprese che ne verranno fuori… sono da cartolina ! La catena montuosa, pare incendiarsi con il calare del sole (sembra di essere tornati ad Uluru 11 anni fa…). Purtroppo tra l’inizio del tramonto e la scomparsa del sole, trascorrono si e no 10 Minuti ! Ma il capolavoro che la natura ci ha regalato, rimane impareggiabile. Rientriamo al Resort che ormai è buio completo. Gli ultimi 10 Km li abbiamo percorsi tra attraversamenti di Mucche, strani uccelli giganti, che sembravano Aironi, e i Dingo). Cena, anche stasera buonissima, e nanna, dopo aver rivisto e catalogato sul mini pc le foto.

LUNEDì 15 AGOSTO

Ferragosto in Australia! La sveglia suona intorno alle 6,30. Oggi ci aspetta una tappa di trasferimento fino al parco di Purnululu (Bungle Bungle), che da solo (considerazione che faremo alla fine) vale il prezzo di tutto il viaggio ! Lasciamo Emma Gorge e dopo 40 Km arriviamo alla fine (o all’inizio dipende da dove la si imbocchi) della Gibb River Road. E qui: guardando i cartelli che indicano quali piste sono ” open”, e quali percorribili solo per i 4×4, lasciamo un pensiero alla nostra gibb… cara gibb river road, compagna di un’avventura intensa e indimenticabile. Con i tuoi sterminati rettilinei, a volte ondulati, a volte lisci, a volte pietrosi, a volte asfaltati. Con i guadi dei tuoi fiumi pieni di incognite sempre nuove. ci hai guidato attraverso il kimnberley facendoci conoscere posti, luoghi, scenari e persone…incredibili ! ci mancherà sicuramente..la tua polvere rossa che secca la gola (e le tue birre gelate a dissetarci !). I tuoi immensi canyon con le sue cascate, e pozze (billabong) per farci il bagno. Gli scenari che ad ogni tramonto ed alba ci hanno regalato emozioni irripetibili. I cieli cosi stellati, che non vedremo mai più in nessun altro luogo del mondo. e la sensazione di trovarsi nel mezzo di un’avventura a gli…antipodi con il piacere di sentirsi…completamente liberi e in sintonia con il mondo come non mai. ti abbiamo attraversata, vissuta, sofferta, percorsa. ed anche noi abbiamo pagato il prezzo che chiedi a…tutti i turisti ed avventurieri vari che si inoltrano fino a qui… trattasi di lunghe, lunghissime tappe, con il timore di forature o guasti, che non si sono mai verificati…solo ed esclusivamente per pura fortuna.tutto ciò ha fatto di questa settimana..una esperienza unica da ricordare per sempre. Grazie di tutto… ci mancherai.

Con un pò di malinconia, lasciamo la Gibb e ci immettiamo sulla Great Northern Highway, E procediamo verso Est in direzione Kununurra. E qui, dopo aver fatto di tutto per sfasciare la nostra Toyota, senza riuscirci, arriva l’unico inconveniente del viaggio (oltre al frigo che non scorreva più verso l’esterno per aprire agevolmente il coperchio, ma che non ci ha creato particolari problemi). Nel bel mezzo di una Highway super liscia ed asfaltata, incrociamo un Road Train a 3 rimorchi, che ci “spara” addosso un sasso che infrange parzialmente il vetro anteriore… Panico iniziale, poi ricordandoci che avevamo integrato l’assicurazione contro i danni a vetri e gomme, continuiamo sperando che la ” crepa ” del vetro non si allarghi (e nonostante le altre piste difficoltose che percorreremo, il danno rimarrà invariato). Arriviamo al bivio per Kununurra, ma noi proseguiamo verso Sud in direzione Warmun Turkey Creek. A Doon Doon Roadhouse ci fermiamo per il pieno, e troviamo i veri padroni delle Highway. Sono gli autisti dei Road Train che ogni tanto incrociamo. Trattasi di tipi dalle barbe, e capelli lunghissimi, e molto, molto trasandati, che se ne stanno tranquillamente da soli ad un tavolo, a bere caffè. Giunti a Warmun (che è l’unica cittadina nel raggio di 350 Km), rifaccio il pieno. Al Market chiedo se hanno Vino e Birra. Niente da fare ! siamo in un territorio di propietà Aborigena, e l’alcol è tassativamente vietato. Chiedo: Ma per bere una birra senza… dover staccare un assegno hai Lodge dove dormiamo, come devo fare ? La devo portare da casa ?. Gentilmente il ragazzo al bancone mi dice che per acquistarla devo percorrere altri 200 Km ed arrivare ad Halls Creek… Dico: ma siamo impazziti ? Come se di strada non ne avessimo da fare abbastanza… Ok faremo come gli altri giorni. Però poi pensiamo che a Bungle Bungle, pernotteremo nel Lodge dell’ APT per cui almeno il Vino a cena ce lo passano. Andiamo avanti. Poi troviamo il bivio per il parco di Purnululu, e ci inoltriamo. Sabrina apre il cancello di ingesso al parco e lo richiude alle sue spalle. Da qui ci sono 60 Km di pista che si rivelerà particolarmente impegnativa, per arrivare a Bungle Bungle. Dopo 1 ora e mezza, siamo al centro visitatori, (l’unico posto dove possiamo trovare anche un telefono con scheda). Paghiamo il nostro permesso al parco, prendiamo qualche Brochure (anche se abbiamo fatto tutto il viaggio del Kimberley con le mappe dettagliatissime e molto utili della Hema Maps), e ci rechiamo subito a Echidna Chasm. Lungo la strada, troviamo alcune deviazioni interdette a tutti èssendo luoghi sacri per gli Aborigeni. Arrivati ad Echidna Chasm, scendiamo e pranziamo.. E qui si ripresenta il problema di 11 anni fa nell’Outback… Le mosche ! Quanto sono fastidiose !. Dopo pranzo partiamo sotto un sole incredibile e ci addentriamo nella gola. Le palme con fusti alti dai 20 / 30 Mt accanto a noi danno un aspetto particolare a queste montagne di arenaria rossa. Dentro la gola il percorso è molto particolare con aperture spettacolari e massi giganti sopra le nostre teste, incastrati tra le 2 pareti (sembra di essere nel cartone animato di Will Coyote…). Arrivati alla fine della gola, una specie di anfiteatro ci si apre davanti. Tutto decisamente molto bello. Ma la nostra vera curiosità, sono le cupole di Bungle Bungle, e da questa parte del parco vediamo solo montagne rocciose rosse come gia avevamo visto in precedenza nel Kimberley. Ripartiamo e giungiamo al Lodge. Anche questo molto ben organizzato (qui come in tutti gli altri Campi Tendati, la corrente e l’acqua calda sono garantite solo dai pannelli solari. Per cui voto al rispetto dell’ambiente… 110 e lode !). Lasciati i bagagli, andiamo nella parte posteriore del parco, e qui ci si apre davanti…L’universo ! le cupole di Bungle Bungle tanto sognate, viste e riviste, su foto, video, depliant, ecc, ecc, sono qui davanti a noi in tutta la loro maestosità… SIAMO – SENZA – PAROLE !… Nel nostro immaginario, ci aspettavamo una sorta dei monti Olgas, che ci èrano piaciuti ancora più di Uluru (Sia chiaro : senza mancare di rispetto ad altre opinioni.). Ma una cosa cosi, mai e poi mai credevamo potesse essere vista. Il primo pensiero va al fatto che fino al 1982, il Governo Australiano, non aveva preso in considerazione, questo capolavoro naturale…Le cupole striate, variano in altezze, dimensioni, colore, ampiezza, e sono, quasi tutte indipendenti, anche se molte sembrano attaccate l’una a l’altra. Andiamo subito all’eliporto, poco distante, e ci regaliamo l’ultimo Scenic Flight della giornata, su questa meraviglia della natura. La nostra prenotazione dall’Italia è puntualmente registrata (che efficenza !…è bastata una semplice e-mail e tutto è regolare). Un ragazzo si e no di 18 anni, è il nostro pilota…. (Oih Oih ! ma siamo sicuri ?…).Anche questo non ha gli sportelli, ed è piu piccolo di quello di Mitchell, non a caso mi accomodo davanti accanto al pilota mentre Sabrina si siede dietro. Decolliamo… Dopo 1 minuto stiamo sorvolando un Canyon maestoso nella sua profondità. Poi dopo una leggera virata… la bellezza di Bungle Bungle ci appare in tutta la sua… spettacolarità ! La catena di cupole striate viste dall’alto, non hanno metro di paragone con quello che abbiamo visto fino ad adesso, e nei nostri viaggi precedenti ! Sembra (e forse lo siamo davvero) ai confini del Mondo… È bellissimo e dopo varie ” virate ” per dar modo di vederle da tutte le angolazioni, (ora, sono una catena montuosa continua, ora un gruppo solitario distaccato dal resto, ora una singola cupola, ora più alte di dove noi stiamo sorvolando…) il nostro Scenic Flight giunge al termine, e l’elicottero rientra alla base. Il volo è durato 18 minuti, ed abbiamo speso 430 $. Mai soldi furono spesi meglio! Rientriamo al Lodge con la D300 di Sabrina che… fuma (avrà scattato 200 foto !), e la mia telecamera rovente… Ma sono i nostri occhi ad essere pieni di una magnificenza senza eguali. Andiamo a farci una doccia, poi solito rito del fuoco con Birra, infine a cena, con altri 8 commensali tra cui una signora di Melbourne (elegantissima e per niente banale nonostante il contesto dove ci troviamo) di oltre 80 anni, con suo marito. Ci parla di quello che conosce dell’Italia. Da Bocelli, a Firenze, Venezia, Roma, Michelangelo, e…persino Berlusconi, con tanto di resoconto dei ” festini ” ad Arcore… Bella figura di… che facciamo anche nel posto piu remoto del pianeta !. Andiamo a letto, molto soddisfatti della giornata. La nostra preziosa Lonley diceva che qui di notte le temperature scendono a livelli impressionanti, e questo si conferma puntualmente. Dormiamo con 2 coperte di lana ed un piumone invernale, senza soffrire assolutamente il caldo. (notoriamente di notte la temperatura sfiora lo 0 e stiamo comunque dormendo in una tenda, con la zona bagno che in alto ha una rete di protezione senza alcuna chiusura con cerniera lampo!).

MARTEDI 16 AGOSTO

Che dormita ! Ci alziamo alle 6,30 facciamo colazione, prendiamo la Toyota, e dopo mezz’ora siamo al parcheggio da dove partono i sentieri di Bungle Bungle. La nostra prima tappa è Cathedral Gorge. Il percorso a piedi in mezzo alle cupole è incredibile. Tutto in pianura e per niente faticoso. Arriviamo a Cathedral Gorge, e lo scenario che ci appare è maestoso. Una specie di grotta immensa, con un laghetto di acqua piovana, a fare da cornice. Per dare l’idea : se si vuole scattare una foto che racchiuda tutta l’apertura, è possibile realizzarla con un grandangolo, solo alla distanza massima, che è di 50 Mt. Giriamo intorno alle cupole fino a Piccaninny Creek, con davanti a noi una signora tutta ricurva su se stessa da fare impressione, ma che cammina con un passo da fare invidia a chiunque, e aiutandosi con 2 bastoni da Trekking cammina davanti a noi con una tranquillità disarmante… Ma avrà minimo minimo 85 anni !. Lasciamo perdere il percorso di Piccaninny Gorge che è lungo 18 Km, e che richiederebbe troppo tempo, e… la maledizione di Sabrina… Il caldo è intenso, e dopo queste camminate torniamo al parcheggio, dove all’ombra di un area attrezzata pranziamo, accendendo per la prima volta il barbecue a gas portatile in dotazione nella Toyota. Wurstel in padella, è la specialità di oggi, nel bel mezzo di Bungle Bungle. Aspettiamo il tramonto, e l’attesa si rivela…non all’altezza. Si perche il sole tramonta in modo che non si apprezzino i cambi di colore delle cupole…Pazienza ci ripromettiamo di tornare, per domani mattina all’alba prima della partenza. Ceniamo sempre in compagnia della solita…” cricca” di commensali, in gran parte Australiani, poi andiamo a nanna, a preparare la tappa di domani.

MERCOLEDì 17 AGOSTO

Alle 5,00 suona la sveglia, e di volata ci rechiamo al punto migliore di osservazione per vedere L’alba a Bungle Bungle. Arriviamo al punto prestabilito (non prima di averci visto attraversare la pista da un canguro a qualche Mt da noi…), e lo spettacolo è indescrivibile ! Complice il cielo che,dalla parte opposta rispetto all’alba, è quasi nuvoloso, di un grigio uniforme e molto particolare, che conferisce al cielo stesso, un contrasto cosi bello che restiamo li senza parole. Foto e riprese senza sosta, e rientriamo al Lodge, per fare colazione, salutare gli ospiti, e gli splendidi ragazzi dell’APT Touring (quasi tutti studenti che cercano di racimolare qualche dollaro per proseguire il loro viaggio in Australia), e ci rimettiamo in marcia in direzione Kununurra. Ripercorriamo a ritroso i 60 Km della pista (decisamente impegnativa con 5 guadi), e ci rimettiamo sulla Great Northern Highway. Il caldo è micidiale, ma questa volta. mettiamo in azione l’aria condizionata. Il fatto è che sulle Highway, la velocità che possiamo sostenere è di c.a 110 / 130 Kmh. Con la nostra Toyota che ” beve ” come…lo Shuttle Endeavour ! Purtroppo a metà strada una Aquila di media taglia, spicca il volo direttamente dal bordo della strada, proprio mentre stiamo passando…Risultato : la cèntro in pieno, sul montante del vetro anteriore, e per il povero rapace, la fine è assicurata. Molto dispiaciuti per l’accaduto, (ma impossibilitati a qualsiasi manovra per evitare il contatto),proseguiamo fino a Kununurra. Arriviamo, facciamo il pieno e ci rechiamo all’albergo. Lasciamo i bagagli al Hotel All Season (ottimo rapporto qualità prezzo) e ci rechiamo in cima al punto di osservazione Kelly’s Knob Lookout. Troviamo ad attenderci tanti Aborigeni, sempre alle prese con le loro bevande alcoliche. Il Lookout non è niente di che, e dopo aver visto delle donne Aborigene, grasse come non mai, dipingere stando sedute in terra, delle tele, bellissime. Andiamo al parco di Mirima NP che è soprannominato il piccolo Bungle Bungle. Dopo aver visto quello ” vero”, questo ci sembra molto riduttivo, e noi, dopo averlo visitato, ci serviamo dell’ area attrezzata per pranzare e niente di più. Ci rechiamo in centro dove ” finalmente ” possiamo comprare le Birre in un Liquor Store. Arriviamo al Market, ed il Liquor Store è un entità a se nel centro commerciale. Vediamo una fila clamorosa… Ma che succede ? tutti sono in fila per pagare alla cassa ciò che hanno acquistato. E’ incredibile… possiamo acquistare solo 2 bottiglie di Vino a testa, mentre per la Birra : prima delle 17,30 si può acquistare solo alcol che non superi ì 3,5 gradi alcolici. Se non fosse per il Vino, a noi la Four xxxx andrebbe benissimo anche se ha 3,2 Gradi. Tutto questo per cercare di arginare il più possibile il problema degli Aborigeni che, bevono come spugne, non lavorando mai, e sostenendosi solo con i sussidi dello stato… Davvero molto triste tutto ciò… Pensando anche che l’Australia è e sarebbe di loro proprietà. Se poi consideriamo, quello che i ” colonizzatori ” gli hanno inflitto nei primi anni dalla scoperta dell’Australia.. Beh: forse il governo, dovrà sostenerli all’infinito per ” provare ” a sdebitarsi… con loro (questo è il nostro personalissimo pensiero). Nel Liquor Store non fanno entrare le persone senza calzature (e gli Aborigeni camminano prevalentemente “solo” scalzi), di conseguenza quando si presentano a piedi nudi, vengono ricacciati indietro in malo modo. Dopo una mezzoretta di fila, finalmente paghiamo alla cassa, 10 lattine di Birra 22 $ poi 4 bottiglie di Vino bianco e rosso, miste tra Chardonnay, Pinot e Shiraz (meravigliose) 45 $… altro salasso, ma è l’unica e piu economica alternativa… Ed abbiamo le scorte di alcol fino a Darwin. A cena andiamo da Gulliver Tavern, un locale, molto carino,consigliato dalla Lonley, dove mangiamo una pizza (abbiamo scelto la più…semplice possibile), e ci arriva un ” materasso” da inghiottire ! Ridiamo e mangiamo di gusto anche perche, ci sono un sacco di ragazzi giovani, Birra molto buona, musica ” a palla ” nello schermo gigante. Alle Tv sparse nel locale, partite di Rugby Australiano (che è diverso dal Rugby conosciuto da noi), ed una confusione tale, che èravamo ormai disabituati da giorni. Sono le 8,30 e siamo ancora a cena… Pazzesco ! nei giorni precedenti, eravamo gia a letto a quest’ora.

GIOVEDI 18 AGOSTO CHICCHIRICHI!

La sveglia suona alle 4,30 ! Stamani sarà la “levataccia” più dura del viaggio, perchè dobbiamo percorrere 580 Km (meno male tutti di Highway), per arrivare a Katherine, tra l’altro appena entreremo nel Northern Territory, le lancette dovranno avanzare di 1 ora e mezza. Di conseguenza se vogliamo arrivare a fine mattinata a Katherine… dobbiamo darci una mossa. Varchiamo la linea di confine, e ci tuffiamo per centinaia di Km chiacchierando del piu e del meno. La vegetazione comincia a diventare decisamente, piu verde. Gli alberi più alti, e i fiumi (niente guadi si intende), piu grandi. Arriviamo a Timber Creek, non siamo però ancora a metà strada, e ci fermiamo alla Roadhouse per una colazione veloce, pieno, ed acquisto di alcuni Boomerang, da riportare a casa. Vediamo alcuni bei Canguri nel Bush, ma non riusciamo ad avvicinarci a meno di 30 Mt. Ok ripartiamo : viaggiamo nel centro della carreggiata per evitare meglio, eventuali animali che attraversino la strada. Dopo pochi Km un Canguro di mèdia grandezza ci balza in mezzo alla strada all’ultimo momento… Frenata da ” spiattellata” di gomme fumanti, tipo F1, e la mia convinzione…: L’ho preso ! “, Sabrina mi tranquillizza vedendolo saltellare alla nostra sinistra e rientrare nel Bush. Ma guarda questi qui: aspettano sempre l’ultimo momento (un pò come fanno i gatti di notte) per attraversare. Ok è andata bene, e proseguiamo. La strada è abbastanza monotona, ma scorre bene. Alle 12,15 siamo a Katherine…Perfetto : tabella di marcia, rispettata alla perfezione. Andiamo all’albergo Motel Knott Crossing. Carino e pulito, ma sopratutto strategico, perchè è sulla strada per Katherine Gorge. Lasciamo i bagagli, e partiamo di gran carriera alla volta di Katherine Gorge. Arriviamo nel primo pomeriggio, decidiamo di fare la crociera sul fiume, lasciando perdere la Canoa (il tempo è poco e domani dobbiamo ripartire) e mentre aspettiamo, il battello, osserviamo gli alberi accanto a noi, e vediamo tantissime grandi foglie nere ” penzolare” dagli alberi…Mi avvicino, e come nel parco di Sydney nel 2000, rivediamo i giganteschi Pipistrelli della frutta : Sono enormi e innocui… però…belli non lo sono di certo ! Ci imbarchiamo, e la crociera si rivela molto bella. Le gole che attraversiamo, formano angoli rètti, cosi precisi da far sembrare che un Dio misterioso abbia “tagliato” la terra in 13 Canyon perfetti di 90°, con un enorme coltello Le pareti rocciose sono rosse, molto lisce e alte anche più di 100 Mt, il fiume è molto bello, e rientriamo alla base dopo 2 ore assolutamente ben spese.Al centro visitatori, vediamo dei Didjeridoo veramente molto belli, e…molto cari. Decidiamo di tornare in centro, dove la Lonley Planet ci suggerisce le numerose gallerie d’arte Aborigene, che dovrebbero permetterci di trovarne, di piu belli ed a miglior prezzo. Tutto vano : non riusciamo ad accontentarci, e quelli che ci piacciono, costano ancora di più di quello del centro visitatori. Ripartiamo a tutta birra per 20 Km per raggiungere il centro visitatori di Katherine Gorge, prima che chiuda (qui alle 17 si ferma tutto), ed acquistiamo il nostro bellissimo Didjeridoo. Diamo una lezione di ” imballaggio”, ai ragazzi (non troppo svegli) del centro visitatori. Poi, soddisfatti e contenti, rientriamo in ‘albergo, Girovaghiamo per Katherine alla ricerca di un luogo con linea Wi Fi free ma invano. Poi 2 persone incontrate per caso, ci dicono che un ristorante cinese li vicino, offre la linea internet free. Dobbiamo cenare : e quindi andiamo diretti al ristorante. Ma…Il ragazzo che ci viene incontro ci dice che qui non hanno nessuna linea internet free. Però ci consiglia il Mc Donald, li vicino, che (come tutti quelli nel mondo) hanno la Wi Fi free. Andiamo da Mc, e vediamo che ci sono una miriade di Italiani, che approfittano del “servizio” che Mc, concede liberamente. Ci defiliamo su un lato, e proviamo a contattare, chiunque, possa èssere…sveglio (In Italia sono le 6,30 del mattino). Tutto inutile, allora ne approfittiamo per scaricare la posta, ed a malincuore, andiamo a dormire.

VENERDì 19 AGOSTO

Ci alziamo : colazione con bollitore e biscotti. E di nuovo in marcia. Imbocchiamo la ” madre ” di tutte le strade in Australia : la Stuart Highway ; la strada che ” taglia” in 2 l’Australia da Darwin ad Adelaide. Pochi Km e subito una deviazione a destra ci immette su una strada che ci porta ad una cascata, molto bella ; la stupenda : Edith Falls. Altro canguro che attraversa la strada, ad un metro da noi, ed altro “collasso” che ci trasale su ! La cascata forma un laghetto molto invitante per farci il bagno, e qualcuno non si lascia pregare per entrare in acqua. Decidiamo di intraprendere il percorso che porta fino alla sommità della cascata, per poi ridiscendere dalla parte opposta. Il sentiero inizialmente è un pò impegnativo, ma una volta arrivati in cima alla collina, diventa, relativamente facile. Lo scenario che vediamo, è davvero molto particolare. Vegetazione, molto bella e la cascata che ; vista da questa prospettiva, cambia aspetto decisamente in positivo. Ripartiamo, ed all’altezza di Pine Creek, svoltiamo a destra, ed entriamo un uno dei simboli più famosi di tutta l’Australia…Il meraviglioso Kakadu NP. A Mary River facciamo il pieno, e paghiamo l’ingresso al parco, poi, imbocchiamo una pista a destra e raggiungiamo la bellissima Gunlom Falls. La cascata (che in questo periodo della stagione, è solo un piccolo rivolo d’ acqua) si getta da una gola di 200 Mt, e forma un lago, veramente molto bello. Qui sono state girate alcune scene del primo Mr. Crocodile Dundee. L’acqua è di un verde intenso unico, ed il luogo, è davvero particolare. Anche perchè ci sono numerose palme, sulla riva del Billabong, che contribuiscono così ad aggiungere al luogo un aspetto molto carino. Mi avventuro nella salita (direi piuttosto dura) che porta fino in cima alla cascata, inoltrandomi in un percorso che passa da un bellissimo bosco di palme, per poi risalire in maniera verticale la collina. Una volta in cima (il percorso indica 2 ore, ma con un pò di allenamento e tanta voglia di arrivare, in 1 ora si completa la “faticaccia”) scopro che ci sono delle pozze, meravigliose, di una limpidezza incredibile, dove alcune persone stanno facendo il bagno. Mi bevo la mia borraccia d’acqua (il caldo è micidiale) ed osservo dall’alto l’Outback che mi si presenta davanti… Che meraviglia !. Rientro all’area pic nic, dove mi aspetta Sabrina per il nostro pranzo, sempre molto spartano. L’area attrezzata, è un capolavoro di organizzazione. Prato all’Inglese con molti tavolini per il pic nic, ed alberi, senza corteccia, lisci come l’olio, dove vi soggiornano dei Pappagalli molto belli e tutti neri. Con solo, il sotto della coda arancione. Ripartiamo, e lungo la strada, vediamo una ragazza dai lineamenti orientali, che si sbraccia con molta agitazione. Ci fermiamo, e scopriamo che, lei ed il suo ragazzo, si sono “insabbiati” con il loro mini camper (ma come si fa a pensare di poter fare dei fuori pista con un ” aggeggio ” del genere ?), e non riescono ad uscirne. OK : prendiamo la nostra cinghia da traino che abbiamo in dotazione, e dopo alcune peripezie, compresa quella che non avevano tolto il freno a mano al camper, oppure che giravano lo sterzo nella direzione opposta a quella di traino… (Cose da matti !) riusciamo a riportarli sulla pista primaria (che forza la nostra Toyota !). Saluti, ringraziamenti di rito, e ripartiamo. Ancora pochi Km di Kakadu Highway, ed un’altra deviazione a destra ci porta su una pista che conduce ad una cascata, meno conosciuta ai più. Ma comunque, molto interessante. Parliamo di Maguk Falls. Il percorso per arrivare alla cascata, è leggermente impegnativo. Arrivati alla cascata, troviamo diverse persone che fanno il bagno, insieme a pesci di dimensioni, notevoli. Sostiamo un pò, e rientriamo sulla Highway. Gli incendi ” controllati “, ci accompagnano su entrambi i lati della strada, ma quando non li troviamo, la vegetazione è molto bella da ammirare. Arriviamo a Cooinda al Gagudju Lodge, dove lasciamo i bagagli. Il Lodge è veramente molto bello, e le numerose sistemazioni, variano : dal campeggio, ai Bungalow attrezzati, per finire con le camere, ben arredate e confortevoli. Noi abbiamo optato per quest’ultima scelta, e dobbiamo dire, che ci voleva proprio. Andiamo alla Reception, a confermare la crociera sullo Yellow Waters, di domani mattina all’alba. La prenotazione fatta da casa, via internet (senza alcuna caparra di anticipo, ne qui, ne sui voli in elicottero precedenti) è puntualmente registrata, e noi ne siamo contenti, dato che la crociera dell’alba è in assoluto la piu richiesta. Andiamo a cena al ristorante del Lodge. Qui c’è anche un ragazzo che fa musica dal vivo… e la cosa fa piacere a tutti gli ospiti. C’è tanta gente, ma il servizio è efficientissimo. Ceniamo, con Coccodrillo (finalmente…ma mi aspettavo di più…) e Barramundi, (sempre squisito…) Il tutto accompagnato da una birra ghiacciata. Stasera abbiamo il tempo per scegliere le foto da archiviare, e i file del filmino da tenere. Così rientriamo in camera poco dopo le 9,30 e ci addormentiamo alle 23,00.

SABATO 20 AGOSTO

Ci svegliamo alle 5,00 e ci rechiamo all’imbarcadero per la crociera sullo Yellow Waters. L’imbarco è appena a 500 Mt dal nostro Lodge, per cui è comodissimo. Arriviamo, ci imbarchiamo, la barca scivola silenziosamente lungo il fiume… e la navigazione ha inizio. Crediamo che su questa crociera sia stato scritto di tutto e di più da chiunque vi abbia partecipato. Noi ci limitiamo a dire : che i colori, e gli animali, che abbiamo visto al risveglio con le prime luci dell’alba, ci hanno regalato un’emozione UNICA ! I coccodrilli, ninfee, cicogne, uccelli di qualsiasi colore e taglia, e la vegetazione particolare, sono qualcosa che custodiremo per sempre con noi, e per il quale capiamo perchè, questo Paradiso è e rimarrà per sempre patrimonio dell’Unesco! A metà mattina siamo di nuovo in macchina, perchè voglio regalarmi un’escursione, alle cascate Jim Jim e Twin Falls. Teoricamente sarebbe meglio non farla, perchè nessuna compagnia assicurativa ” copre ” eventuali danni all’auto, rimediati su questa pista. No problem : animo e partiamo, I 60 Km che ci separano fino alla stazione dei Rangers, sono di pista battuta, che anche una normalissima auto a 2 ruote motrici potrebbe percorrere. Poi una volta giunti alla stazione dei Rangers,si paga l’ingresso, e da li in avanti, gli ultimi 10 Km di pista successiva diventano difficili, perchè ci sono praticamente 2 solchi sabbiosi molto profondi, e molto stretti sui quali proseguire. Tanto che quando si incrocia qualcuno (al massimo 2 macchine) dobbiamo gettarci nel Bush per scambiarci.Adesso capiamo perchè le assicurazioni non còprano i danni su questa pista…Molto semplice : I Rangers cosi facendo, possono ” vendere ” le escursioni guidate alle cascate, e trarne un cospicuo profitto. Arrivati al bivio per Jim Jim o Twin Falls, prendiamo la pista a sinistra jn direzione Jim Jim. Arrivati al parcheggio, scendiamo e ci incamminiamo lungo il greto del fiume, per risalirlo fino alla cascata. La camminata è impegnativa, anche per il caldo opprimente, che ci da tregua solo quando il sentiero,si inoltra nel bosco lungo l’argine del fiume, portandoci cosi a camminare all’ombra. Sabrina è ad una ventina di Mt dietro di me, quando tra i miei piedi vedo scivolare via un Serpente di notevole lunghezza (sarà almeno 3 Mt), ma dal diametro,di c.a 3 / 4 Cm. Paragonabile alle bisce che si trovano anche da noi. La testa e parte del collo sono nero lucido, mentre il resto del corpo è arancio, e giallo. Cerco di seguirlo..ma dopo un paio di Mt mi sfugge dietro un albero…Ma come è possibile? Dove diavolo è finito? Alzo la testa e vedo che è già a 2 Mt di altezza e che continua ad arrampicarsi sull’albero ed a mimetizzarsi con i rami. Informo Sabrina del…mio incontro ravvicinato, e per tutta risposta, ricevo : ” Io non faccio un passo di piu di dove sono adesso ! ” Se vuoi continua tu io torno indietro…! Ok madre coraggio… aspettami pure che torno tra poco… Proseguo avanti, fra rocce sempre piu grandi, e vegetazione sempre piu fitta. Comincio a sentire le voci di chi è nella pozza sotto la cascata a fare il bagno. Davanti a me si vede la Bellissima gola dalla quale scende giu la cascata di Jim Jim. Lo scenario sarebbe stupendo, se non che, in questa stagione la cascata è in secca, e solo un timido rigagnolo d’acqua si intravede scendere dall’alto. Decido allora di tornare indietro, un pò deluso da ciò che non ho visto (la Lonley comunque lo spiegava chiaramente, che il periodo migliore per vedere Jim Jim, è solo nella Wet Season, dove però a quel punto, la cascata è visibile solo, sorvolando la zona). Lungo il percorso, ritrovo Sabrina che lentamente sta tornando indietro. Ci rimettiamo in macchina, passiamo ancora davanti al bivio, e puntiamo decisi su Twin Falls. Qui conviene fare una precisazione : La stragrande maggioranza delle persone (noi compresi) affronta questa pista, per vedere Jim Jim Falls, che è la cascata più conosciuta di Kakadu. Ed ignora, o rèlega in secondo piano le Twin Falls. Noi dopo aver visto entrambe, possiamo affermare con assoluta certezza che Twin Falls, è qualcosa di ” stupendo ” ! e che se ci fossimo limitati alla sola visita di Jim Jim, ci saremmo persi una delle cose piu’ belle di tutto il viaggio! Tra l’altro la distanza tra le 2 cascate, è di pochi Km. Allora a quel punto, tanto vale vederle entrambe. La pista per Twin si fa sempre più difficoltosa, a causa della sabbia…Con un pò di apprensione (ma dopo aver attraversato il Kimberley…che ci fa paura questa?), e con le 4 ruote motrici inserite, proseguiamo in 2à marcia, badando bene a tenere un règime di giri, sufficiente a non insabbiarsi, oppure a non cominciare a slittare perche’ poi l’insabbiamento, sarebbe automatico. L’importante è non fermarsi nella sabbia ! Altrimenti, poi per rimuovere un ” Bestione ” come la nostra Toyota…Serve minimo un altro bestione simile (e non è che qui ci sia poi tutto stò gran via vai di mezzi…). Arrivati ad un certo punto, tra la vegetazione si apre il guado di un fiume bellissimo… verde smeraldo, largo c.a 100Mt, con le colonne misuratrici del livello dell’acqua lungo la traversata. Non riusciamo a leggere la misura (espressa in Cm) dove l’acqua arriva…però…forza e coraggio: andiamo! La buona notizia è che il fondo non è di pietre, ma cementato. Per cui è come essere in strada. Quella meno buona, è che l’acqua è veramente alta…La più alta mai trovata dall’inizio del nostro viaggio… Siamo decisamente oltre i 70 Cm, e mettendo la mano fuori dal finestrino, non occorre che mi sporga..l’acqua la sento benissimo !. Teoricamente, la zona non dovrebbe essere abitata da Coccodrilli Salties. Ma i cartelli di avvertimento e le varie ” trappole” dislocate lungo il fiume, ci fanno capire che forse è meglio riconsiderare questa posizione. La Lonley, dice che la metà del divertimento di Twin Falls, sta nell’arrivarci… Parole Sante! Arriviamo al parcheggio e troviamo una piccola capanna, dove 2 Rangers, sono li dislocati. Mi chiedo : ma per essere qui, da soli, lontani da tutto e da tutti, che colpa dèvono scontare questi? Per arrivare a Twin Falls, dobbiamo risalire il fiume per c.a 1 Km, e i Rangers sono li per fare il servizio (a pagamento si intende..ma si tratta di pochi $) di ” traghettatori ” fino al punto di proseguimento a piedi. Ci dicono che un tempo, si poteva fare anche a nuoto (e non oso immaginare il tempo che occorreva. Ma altre soluzioni sono assolutamente impensabili, dato che questo tratto è racchiuso in un canyon con pareti alte 100 Mt). Poi con l’avvistamento di Coccodrilli, Il governo ha instaurato questo ” servizio…traghetti “. Saliamo sulla barchetta e cominciamo a risalire il fiume. La limpidezza, il colore, la bellezza, ed il contesto di questo fiume, sono una cosa che non abbiamo mai e poi mai visto in vita nostra…L’acqua è di un verde smeraldo trasparente incredibile.Sotto di noi vediamo pesci di taglie notevoli a 3 Mt di profondità, e sembra che siano a pelo d’acqua. Le poche rocce che affiorano dal fiume, creano un riflesso tale che, sembrano anche immerse oltre che sporgenti. Le pereti del canyon contribuiscono a rendere questo luogo, davvero speciale! Arrivati alla fine del trasbordo, scendiamo, e sulla roccia di fronte a noi, c’e un contenitore di plastica con una ricetrasmittente. Ci dice il Ranger che quando avremo finito la nostra escursione, con quella potremo chiamare la postazione da dove siamo partiti, ed uno loro verrà a recuperarci…troppo forte!

Avanziamo in un percorso che ad un certo punto prevede ilo camminamento lungo la parete rocciosa del Canyon a 5 Mt di altezza dal fiume sottostante. Il sentiero di roccia sporgente è largo non piu di 30 Cm, però è lungo 50 Mt o poco più. Ad un certo punto una passerella artificiale, con i relativi galleggianti sotto per tenerla in equilibrio, ci fa attraversare il fiume, e lungo il pontile troviamo 2 docce, con pompa d’acqua manuale (l’acqua viene aspirata direttamente dal fiume), per rinfrescarsi dal caldo davvero molto … tosto. Arriviamo a Twin : stupenda ! è da considerarsi come Mitchell falls.. Questa meraviglia, si getta da una parete di 200 Mt, creando 2 scrosci d’acqua che scivolano sulla sua parete fatta di dossi sporgenti. la cosa particolare è che nonostante la forza, e portata dell’acqua, la cascata non si distacca mai dalla sua parete da dove scende. è..una meraviglia! Alla base la cascata forma un laghetto, di medie dimensioni, con questa acqua verdissima, che lo rende magico. La sponda dove siamo, è completamente,di sabbia finissima bianca accecante. (Impossibile stare li senza occhiali da sole). Non possiamo fare il bagno per il pericolo Coccodrilli di cui dicevamo prima. Allora foto, ad immortalare l’evento, e la sorpresa di quanto siamo piccoli di fronte a questa imponente cascata, alle nostre spalle. Siamo davvero entusiasti di Twin Falls, e con calma dopo una mezz’ora riprendiamo il sentiero per il ritorno. Arriviamo al punto di imbarco,e non c’è nessuno.Siamo solo noi 2, ed allora Sabrina prova a chiamare con la radio il Ranger… ” You Can ? “…silenzio… ” ècco quà : ora vediamo quanti giorni passano, prima che qualcuno ci trovi… ” Dopo qualche secondo di imbarazzo, la radio risponde,e pochi minuti dopo vediamo la barca del Ranger che viene a prenderci. Tutto ok, escursione bellissima (ne vale davvero la pena), organizzazione perfetta. Ringraziamo e ripartiamo per tornare a Cooinda. Un paio di Km prima della stazione Ranger troviamo una Subaru con il cofano aperto e il motore fumante nel Bush. Ci fermiamo. Sono un ragazzo e una ragazza Tedeschi, che sono nei guai perchè hanno sfondato il radiatore. (Probabilmente hanno sbattuto sotto con una pietra affiorante dalla sabbia, ed hanno cosi forato il radiatore) Ci offriamo di aiutarli. Offrendogli L’acqua che abbiamo, per percorrere, almeno i 2 Km che ci separano dalla stazione Ranger, e di conseguenza dalla pista primaria, che come dicevamo è percorribile da chiunque. Qui pòssono poi chiamare i soccorsi per farsi riparare l’auto. Purtroppo non possiamo provare a trainarli perchè, èssendo la pista di sabbia, il peso della nostra Toyota, sommato al peso della loro Subaru (notevole mèzzo anche questo…), farebbero insabbiare entrambi, con il risultato di 2 macchine in panne. Rabbocchiamo il radiatore, ripartiamo, e ci mettiamo dietro di loro per scortarli ed aiutarli. Ogni 500 Mt, dobbiamo fermarci, a rabboccare il radiatore che nel frattempo si è svuotato. Lo consiglio di fare così anche se ci vuole una infinità di tempo, perche se il brucia semplicemente la guarnizione di testa… Il danno da riparare è di ” notevolissimo ” importo. Altri 3 rabbocchi (sembra di èssere ad un pit stop. Quando la spia del radiatore diventa rossa, lui si ferma, io scendo apro il cofano ed il tappo del radiatore che è ” rovente” con un canovaccio. Rabbocco di acqua e si riparte) e finalmente arriviamo alla stazione Ranger. A questo punto mi sorge spontanea una domanda : Scusate ragazzi, ma avete la copertura assicurativa per questa pista ? Ci rispondono : “ naturalmente no!, ma adesso chiameremo il soccorso della Europcar, e ci faremo rimorchiare fino al campeggio “. Ma siete coscienti di quanto può costarvi un soccorso del genere? Il ragazzo, mi guarda, allarga le braccia, in segno di resa, e annuisce. A questo punto (dopo che mi hanno detto che soggiornano in campeggio a Cooinda, proprio di fronte alla nostra camera) gli propongo di farsi ” trainare ” dalla nostra Toyota, fino al Lodge, dove poi potranno chiamare il soccorso Europcar, ma senza dichiarare dove hanno realmente avuto il guasto, rientrando cosi nella loro copertura assicurativa gratuita. I Tedeschi ci guardano sbalorditi, senza rispondere. Ok, aggancio di nuovo la corda da traino…e via si parte ! Solo che questa volta sono ben 70 Km di traino prima di arrivare a Cooinda! Dopo 2 ore e mezza, siamo al Lodge. Perfetto missione compiuta ! I ragazzi ci ringraziano commossi, e ci offrono dei soldi…Non sia mai detto ! anzi siamo noi a proporre un brindisi con le birre che abbiamo in scorta nel nostro frigo portatile. Soddisfatti per la buona azione, rientriamo in camera. Poi mentre Sabrina è alle prese con, l’asciugatura dei capelli, io mi reco al vicino imbarcadero, della crociera dello Yellow Waters. Cammino sulla palafitta di legno, che arriva fino all’inizio del fiume, vedendo un paio di Coccodrilli e qualche Airone. Poi mi fermo ad ammirare il tramonto in assoluto piu meraviglioso di tutto il viaggio. Il sole che scende tra le Ninfee del fiume, è una cosa, che non ha precedenti. L’unica pecca, è che Sabrina non sia qui con la sua macchina fotografica ad immortalare quello che è un trionfo di colori della natura. Torno al Lodge e faccio vedere a Sabrina quello che ho documentato con la videocamera, che scatta anche delle notevoli foto. E anche da un semplice file fotografico, si apprezza la magnificenza di questo attimo. Ceniamo al ristorante del Lodge come ieri. Poi si va a dormire dopo una giornata..” decisamente ” intensa.

DOMENICA 21 AGOSTO

Ci svegliamo, con calma per la nostra 2à giornata nel Kakadu. Salutiamo Cooinda, imbocchiamo la Kakadu Highway, e ci dirigiamo a nord. Pochi Km e svoltiamo a destra, per il sito di arte aborigena piu famoso di tutta l’Australia: Il bellissimo Nourlangie Rock. Il percorso che ci guida attraverso il sito, è molto semplice, e pieno di spiegazioni. Le pitture che vediamo, sono stupende, ed hanno in se qualcosa di mistico, e di magico allo stesso tempo. Raggiungiamo anche il punto piu in alto, che ci proietta ad una visuale sulle terre dell’Ahrnem Land, eccezionale. Ripartiamo dopo 2 ore. A fine mattina siamo a Jabirù, l’unica cittadina di Kakadu. Ci rechiamo al Market per le scorte di…viveri.Piccolo momento di panico alla cassa, perchè la ragazza, sbaglia l’operazione con la carta di credito facendoci spaventare, perchè abbiamo i contanti…quasi a fondo. poi ci fermiamo ad osservare il famoso albergo a forma di gigantesco Coccodrillo. Ci rechiamo sulla riva del lago di Jabirù, per pranzare. E ci accorgiamo di èssere…a pranzo in compagnia di centinaia di Pappagalli Cacatua, dei bellissimi Jabirù (l’animale simbolo di Kakadu) che ” beccano ” tranquillamente nel prato accanto a noi. Nel pomeriggio ci rechiamo, ad un altro dei simboli di Kakadu. Il meraviglioso sito di arte rupestre di Ubirr. La particolarità di questo sito, sta nel percorso pieno di pitture Aborigene spettacolari, e nel suo famoso tramonto che si ammira dall’alto della roccia di Ubirr. E’ abbastanza presto, per cui ci avviamo verso la comunità Aborigena di Oenpelli, per vedere se possiamo acquistare una pittura originale. Guadiamo senza problemi l’Alligtor West River, e siamo dall’altra parte del fiume. Ad alcuni Aborigeni chiediamo se possiamo proseguire. E ci rispondono che occorrerebbe un permesso, per arrivare a Oenpelli. Non vogliamo disturbare nessuno, per cui ripercorriamo il guado in senso opposto e ci fermiamo sulla balaustra insieme ad altri turisti, sopra l’argine del fiume a vedere un specie di gara di pesca al Barramundi. Sotto di noi ci sono tanti pescatori in fila, che con i piedi immersi in acqua, stanno pescando con la tecnica ” spinning “. Ad un certo punto mi volto alla mia destra e vedo avanzare verso i pescatori, un grosso tronco di legno. Guardo meglio e mi accorgo che il “tronco”, è un enorme Coccodrillo che avanza minaccioso verso di loro. Dal punto di osservazione, noi e gli altri turisti ci agitiamo, sbracciandoci, per far capire ai pescatori, il pericolo che sta avanzando verso di loro. Ma questi, dopo aver dato una rapida occhiata, al fiume… continuano tranquillamente nella loro pesca, senza battere ciglio ! Ma che fanno? Questa è la domanda che tutti ci poniamo. Il coccodrillo, arrivato ad una cinquantina di metri da loro, vira a destra e si adagia sull’argine del fiume, bello tranquillo. Mamma mia ! Ma che parte di mondo è questa? Sotto di me un pescatore sta pescando tranquillamente con l’acqua fino alle ginocchia e con un Pesce Sega di c.a 1 metro e mezzo, a pochi cm dalle sue gambe. Pazzesco ! Dopo aver visto tutto questo, partiamo alla volta di Ubirr, e dopo un paio di Km, arriviamo al parcheggio. cominciamo il percorso, e seguiamo il sentiero che ci porta via via a vedere tante di quelle belle pitture Aborigene, che elencarle tutte sarebbe impossibile. Notiamo anche che per salvaguardare le pitture dall’acqua piovana, i Ranger hanno steso sulla roccia a c.a mezzo metro dalle pitture, una semplice striscia di silicone trasparente, esattamente come quello che usiamo per casa, e che stendiamo con la classica pistola. Al tramonto ci uniamo agli altri turisti (in tutto saremo un centinaio) e ci arrampichiamo in cima alla roccia di Ubirr per ammirare il famoso tramonto. La veduta sulla pianura sconfinata di Ahrnem Land, è spettacolare. Ma il tramonto non ci lascia niente di che. Abbiamo visto di meglio… e anche di parecchio (per esempio Cable Beach, St. Kilda, per non parlare dello Yellow Waters). Riprendiamo di un buon passo il cammino sul sentiero che ci riporta al parcheggio. Una volta arrivati, partiamo di gran carriera, con il buio che ormai è totale. Dobbiamo percorrere c.a 90 Km di Highway, per arrivare all’Aurora Kakadu Resort. Teniamo gli occhi ben aperti, ed una velocità di 110 / 120 Km. Alle 20,30, dopo aver attraversato il sontuoso South Alligator River (il ponte che lo attraversa è lunghissimo) arriviamo al Resort. L’alloggio è senza lode e senza infamia, ma data la sua posizione strategica, per il proseguo del nostro viaggio, a noi va benissimo cosi. Chiediamo al minuscolo ristorante, se è ancora possibile mangiare qualcosa (sono già le 21,00). Ci rispondono di si, ed allora ci ritroveremo a mangiare uno spiedino di coccodrillo e Canguro…Buono come non mai! In tutto il viaggio non abbiamo trovato (e non troveremo) un posto dove avremmo mangiato cosi bene! Contenti della buonissima cena inaspettata, andiamo a dormire.

LUNEDì 22 AGOSTO

Ci alziamo alle prime luci dell’alba, colazione con caffè, biscotti, e ripartenza. Oggi la nuova destinazione si chiama Lichtfield NP. Il parco alla fine risulterà una delle meraviglie più belle di tutto il viaggio. Arrivati all’altezza di Corroboree Park Inn, facciamo il pieno.poi, ripartiamo e dopo 500 Mt una pista sterrata a sinistra ci immette sulla Marrakai Road. Qui dobbiamo spiegare bene : Questa pista, è sconosciuta a ” quasi ” tutti, perchè non è segnalata. Io l’avevo trovata su Google Earth e intravista sulla mappa della Hema. Solo la guida Routard ne dava una spiegazione…” piu dettagliata “. Poi tramite il sito Atlas, sono riuscito a stamparla in cartaceo. Questa pista ci permette di accorciare il percorso per arrivare a Lichtfield, di c.a 100 Km. E di conseguenza, arrivare alla nostra destinazione, nella tarda mattinata. La pista comincia e finisce senza alcuna indicazione. La percorriamo per qualche Km poi arriviamo ad un bivio dove a sinistra cominciano 2 belle strade asfaltate, mentre a dritto continua la pista sterrata.. Pensiamo che la logica porti alle strade asfaltate, ma non sapendo dove andare (la mappa stampata, non è ben chiara all’altezza di questo bivio). Allora chiediamo all’unica casa che è li vicino. Ed un ” Orco ” tipo Shrek, (che come il personaggio animato è comunque molto gentile)… non è che ci sia molto di aiuto. Allora proviamo ad improvvisare scegliendo la pista sterrata, cercando di ragionare con la logica di dove ci troviamo rispetto all’ Arnhem Highway. Il pericolo è che se abbiamo sbagliato pista per recuperare il tempo perso, saremo costretti a ” saltare ” il Lichfield, e questo ci spiacerebbe molto. Pochi Km, e dietro di noi arriva una Jeep guidata da una bella signora. Chiediamo, se questa è la Marrakai Road, e questa ci conferma di si.. Wow ! siamo in pista, ed allora via, a tutto gas !. La pista è scorrevole, larga, e abbastanza piatta, per cui la velocità sostenuta e di c.a 90 / 100 Km. Dopo 1 ora e mezza ci troviamo ad un punto dove la pista diventa strettissima, entrando dentro una selva di vegetazione. Guadiamo un fiume, e risaliamo la pista tra ” voragini ” che ci obbligano a percorrerla a passo d’uomo e con un pò di apprensione. Facciamo in tempo a vedere una splendida Cicogna, e 2 Canguri. Poi, dopo poche centinaia di Mt la pista ritorna ad essere liscia. E dopo qualche Km siamo al bivio che ci ri-immette sulla Stuart Highway. Prendiamo a sinistra, per 40 Km, poi troviamo la deviazione per il Lichtfield NP. Arriviamo a Batchelor, e scopriamo un piccolo paradiso di cittadina, con prati curatissimi, ed una tranquillità, da far pensare, più ad una destinazione, di vacanza, che ad una realtà di tutti i giorni, per viverci. Al centro informazioni, ci accoglie un vecchio signore, scalzo di almeno 80 anni. Prendiamo le informazioni che ci interessano, e andiamo subito alla prima mèta: La Stupenda Wangi Falls. Abbiamo deciso di partire nella visita del parco, dalla mèta piu distante dal nostro alloggio, per poi avvicinarsi alla Stuart Highway domani, quando poi nel pomeriggio dovremo èssere a Darwin per riconsegnare la Toyota. Arrivati al parcheggio, un piccolo sentiero ci porta su un prato, attrezzato in tutto e per tutto per le famiglie. Vediamo, tante persone sdraiate, a prendere il sole. Mi tuffo subito in acqua, e comincio a nuotare verso la doppia bellissima cascata che scende da una roccia alta, c.a 80 Mt. La sorpresa è quella di vedere una scolaresca di bambini, che avranno max 8 anni, che ” armati ” di giubbino di salvataggio, ed accompagnati dalle rispettive maestre, (quanta differenza con la nostra realtà ! Al massimo nostra figlia la pòrtano a vedere come si fa il pane, a 500 Mt di distanza dalla scuola…) stanno facendo il bagno proprio sotto la cascata, ad una distanza di 300 Mt dalla riva. L’acqua è meravigliosamente limpida, ed i pesci che riesco a vedere, sono moltissimi e di svariate dimensioni. Uscendo per asciugarmi, nòto un cartello che avverte, del pericolo Coccodrilli, ma solo nel periodo delle piogge, (Wet Season) quando questi rettili risalgono il fiume fino a qui… Mi asciugo, e, Sabrina mi indica il percorso che sale fin sopra la cascata. Ci limitiamo a percorrerlo fino ad una vera e propria palafitta, costruita a 20 Mt di altezza, per apprezzare la foresta pluviale sottostante. Dobbiamo dire che, la densità di vegetazione, ci confonde, sulle varie e bellissime specie di piante che riusciamo a vedere. Rientrando, riscopriamo sopra le nostre teste, i pipistrelli giganti della frutta. Ripartiamo, ed una pista, abbastanza impegnativa (sempre, ” non ” coperta da assicurazione) di 50 Km, ci porta al parcheggio di Tjaynera Falls. Il percorso a piedi che ne segue per raggiungere la cascata, è lungo impegnativo, e….pieno di mosche fastidiosissime !. Arrivati al Billabong, vediamo un bel laghetto, creato dalla cascata, che scende da una gola di 50 Mt, e che si ” spezza ” a metà altezza, formando una piccola pozza, per poi ripartire e gettarsi nel laghetto. Non sostiamo a lungo, perchè non abbiamo molto tempo, e poi perche effettivamente, le mosche sono… impossibili da sopportare !. Rientriamo sulla Lichtfield Park Road, e ci fermiamo ad ammirare, una cascata, molto bella e molto particolare : La Tolmer Falls. Questa cascata ed il bellissimo percorso che la circonda, (lo si percorre tra meravigliose Cicade, ed è lungo 2 Km). Ha la particolarità che la si può ammirare solo dall’alto e da un solo punto preciso di osservazione. La cascata si getta in una pozza che forma sotto di se da una altezza di 300 Mt. Davvero molto bella, anche perchè in alto l’erosione del tempo, ha creato un arco di roccia naturale…bellissimo ! Percorro il sentiero che porta al bosco di Cicade, e rientro al parcheggio. Ripartiamo per un altro degli obbiettivi.. ” proibiti ” dalle compagnie di assicurazione… Le rovine di Lost City. Una pista molto,stretta, solo per 4×4 (poi scopriremo che non è cosi ” estrema “), ci porta dopo 20 Km di solitudine piu assoluta, al parcheggio. Scendiamo, siamo solo noi 2, e questo, un pò ci fa pensare… Cominciamo ad aggirarci tra queste pietre, dalle conformazioni cosi strane, che, davvero sembra di essere in una città fantasma… Ci sono formazioni che sembrano giganti erètti sulle gambe, ad osservare il territorio. Poi quasi tutte le pietre sono nere alla base, come se fossero residui di un meteorite di qualche milione di anni fa. Il paesaggio che stiamo osservando, è molto,… molto particolare. Un Pò… stoneage, per capirsi. Al parcheggio, ci aspetta un Canguro che, scappa via senza farsi avvicinare. Ok si torna indietro, e lungo il percorso, incrociamo solo una macchina… Strano posto Lost City. Arriviamo al Termite Mound, dove ci fermiamo ad osservare, i termitai giganti delle Termiti Bussola. Distribuite a casaccio nel prato davanti a noi, sembrano tante lapidi funeree, anche per il colore grigio che le contraddistinguono. C’è spazio anche per vedere un termitaio alto, almeno 4 Mt ! Dove tutti si fanno la foto ricordo. Al tramonto arriviamo al nostro albergo, l’Hotel Batchelor Resort. L’albergo è immerso in parco molto bello, dove tanti Pappagalli colorati, si fanno notare e sentire dall’enorme eucalipto a pochi Mt da noi. Troviamo il modo di farci una foto con una scolaresca di Aborigeni, che sono nella scuola accanto. Per cena,(su consiglio Lonley) abbiamo prenotato al Butterfly Resort, che ha anche delle camere, oltre che al rinomato ristorante. Arriviamo a cena, e l’ambiente, è decisamente carino. Ci sono diverse persone, e ceniamo a lume di candela, mangiando Agnello per me, e Barramundi per Sabrina,squisiti. La spesa… beh, non proprio economica, ma ci sta assolutamente tutta; davvero da consigliare. Andiamo a dormire, stanchi per la giornata intensa.

MARTEDì 23 AGOSTO

La sveglia ci chiama al sorgere del sole. Ci prepariamo,e ci rechiamo alle vicine Florence Falls, l’attrazione in assoluto piu’ famosa di Lichfield. La doppia cascata è…meravigliosa ed il percorso concede di ammirarle dall’alto, e anche dal greto della pozza che queste formano. Li visitiamo entrambi, e mentre scendiamo le scalinate di legno per arrivare alla base delle cascate; troviamo 3 canguri grigi, alti non pi’u di 50 Cm. Sono fantastici : per riuscire a vedere tra la fitta vegetazione, fanno ” leva” sulla loro coda per issarsi piu che possano…sono molto ciuriosi e divertenti. Arrivati in basso, ci sono un paio di persone che fanno il bagno. Ma noi, non possiamo aggregarci. Dobbiamo ripartire, poi l’acqua è decisamente fredda a quest’ora (piu tardi quando il sole, “gira”, riuscirà a scaldare l’acqua per un bagno piu confortevole). Ci fermiamo alle Buley Rockhole. Una meravigliosa serie di piscine naturali, in sequenza, dove persone di tutte le età sono impegnate a fare i bagno. Sono davvero molto belle ed invitanti. Lo scenario di sfondo, misto tra rocce rosse e vegetazione pluviale, da un effetto di paradiso a questo luogo. Usciamo dal Parco, e facciamo le nostre considerazioni : Lichtfield, va collocato di diritto ai primi posti dei luoghi piu’ belli di questo viaggio. Tra l’altro, èssendo notevolmente piu’ piccolo di Kakadu, lo si puo visitare tranquillamente in un giorno e mezzo. Rientrati sulla Stuart Highway, ci colpisce una lapide ai lati della strada, che ricorda un ragazzo, che non c’è piu’ … Accanto alla croce con foto, oltre ai piu conosciuti ricordi che gli amici hanno depositato (peluche, fiori, ecc.ecc). C’è una piramide ordinata di un “ centinaio di bottiglie vuote di birra “, quasi tutte della stessa marca. Gli amici piu’ fedeli, si “fanno” una birra al ricordo dell’amico scomparso, poi portano il vuoto, come segno di un pensiero per lui. Mai visto niente di simile ! Però è comunque un modo carino di ricordare un amico. A fine mattina, siamo a Darwin, e subito ci affanniamo a trovare l’albergo, il Darwin Hotel Airport, che è proprio accanto all’aeroporto e che ci risulterà molto comodo per la ripartenza di domani. Lasciati i bagagli ci rechiamo alla sede della Britz, per la riconsegna del nostro mezzo. Lasciamo la Toyota, dopo averla ringraziata (con l’ultima birra), di cuore per tutto quello che ha sopportato… “Sei davvero una grandissima macchina!” Con in Bus di linea ci rechiamo in centro a Darwin, e qui cominciamo a scoprire la città. Pranziamo in uno dei numerosi Food Curt del centro. L’impronta di Darwin è ” decisamente ” influenzata dalla sua vicinanza all’Asia. I locali, sono quasi tutti, ad impronta orientale. Ci portiamo al Waterfront dove vediamo come è stato allestito un luogo per fare il bagno in mare direttamente da un prato all’inglese…stupendo. Vediamo innalzate al largo le reti di protezione per le Jelly Fish (le temibili cubo meduse). Facciamo un giretto lungo la parte alta vicino al parlamento, che è immerso in un parco meraviglioso con una vista sul mare, altrettanto sublime. Arriviamo al Darwin Festival. Una manifestazione, importantissima, che raccoglie, le migliori ristorazioni, ed eventi coreografici della città. I profumi che dalle cucine si levano in aria, sono… stupendi e fanno venire l’acquolina in bocca. Rimaniamo ad ammirare Le prove di ballo delle ballerine, Thailandesi, Koreane, Filippine, ecc. ecc.. Sono bellissime nei loro costumi colorati, ed i loro movimenti sinuosi, tipici dei balli orientali. Purtroppo non possiamo rimanere. L’ultimo Bus per L’aeroporto (o meglio : quello che scende piu’ vicino…diciamo 1 Km) parte alle ore 17,00, e di prendere un Taxi non ne abbiamo voglia, visto che ci costerebbe un sacco di soldi. Saliamo sul Bus, e ci raccomandiamo al controllore / autista, di avvertirci quando siamo alla fermata più vicina al nostro Hotel. Facciamo in tempo a vedere, alcuni Aborigeni che un pò ” alticci ” vogliono salire, ma il controllore li caccia senza tante discussioni. Arriviamo in Hotel, doccia rinfrescante, e cerchiamo un luogo dove mangiare stasera. Il ristorante dell’Hotel, ha prezzi troppo cari, gli altri 2 ristoranti vicino…Idem. Così, per cena, entriamo dentro l’aeroporto, e mangiamo ad un Fast Food, di quelli che ti danno un panino…del 1998 ! Siamo solo noi qua dentro… che tristezza. Torniamo in albergo e prepariamo a dovere i bagagli. Domattina all’alba, si parte, per l’ultima parte del viaggio… Si va al freddo di Melbourne.

Mercoledì 24 AGOSTO

Ci alziamo alle 5,30, prendiamo lo Shuttle che dall’albergo ci porta in aeroporto (500 Mt di distanza). Il nostro Volo decolla regolarmente alle 7,15, e dopo 3 ore e mezza, scendiamo puntuali a Melbourne. Vista dall’alto la città ci appare come una megalopoli infinita. Ma complice la giornata, piena di sole ed il fatto che Melbourne sia affacciata sul mare, la città da questa altezza…ci appare come un gioiello. Lo Shuttle che dall’aeroporto ci trasferisce in centro città, è molto pratico, e ci da modo di vedere L’Etihad Stadium, ed i vari scorci della città. Arriviamo in albergo il: Grand Chancellor hotel. L’Hotel, è molto bello, con camere pulite e ben arredate. La vicinanza con la parte centrale piu conosciuta di Melbourne, e cioè il quartiere di Chinatown, lo rendono molto comodo, oltre che pratico. Ci rechiamo a vedere Flinders Station, la vecchia stazione ferroviaria della città. L’aspetto antico della Station, si unisce perfettamente ai moderni ed altissimi grattacieli, che sono ogni tanto interrotti, da qualche chiesa, o struttura, che (come la stazione) risale appunto all’epoca Vittoriana. Facciamo qualche acquisto di gadget, per il nostro ritorno nei numerosi negozi a gestione (e produzione) orientale, prevalentemente, indonesiani. Fa freddo, qui sta cominciando L’inverno. Per cui felpa per me e giubbino tecnico per Sabrina (in realtà sarebbe stato mio, ma ormai, mi è stato….precettato…). A cena ci rechiamo in Chinatown, dove le luci degli innumerevoli ristoranti, negozi di qualsiasi genere, teatrini sexi, e porte di ingresso nel quartiere, rendono spettacolare la visione di tutte queste luci. Seguiamo il consiglio della Lonley, ed andiamo a cena, in uno dei piu rinomati ristoranti cinesi. La fila è interminabile, e questo ci conforta. Se tanta gente fa la fila qui…allora si dovrebbe mangiare bene. Ed infatti mangiamo molto bene, anche se ci servono con una velocità incredibile. per lasciare libero il tavolo al prossimo turno. Usciamo e infreddoliti rientriamo in Hotel. Si va a dormire : domani comincia l’avventura sulla Great Ocean Road.

GIOVEDì 25 AGOSTO

Alle 8.00 siamo a fare colazione, ad una pasticceria Greca accanto al nostro hotel. Hanno delle paste di…qualche Kilo e grandi come un panettone ciascuna ! Ma chi le mangia ? Per Sabrina cappuccino e sfogliatina (?), per me caffè, per la modica cifra di 12 $ !. Andiamo alla Hertz, a ritirare la nostra Toyota Yaris, con cambio automatico. Fantastica ! questo ” balocchino ” viaggia da far paura… Lasciamo Melbourne, e puntiamo dritti a sud. Dopo Geelong, imbocchiamo la B100 che altro non è che la mitica Great Ocean Road. Trascuriamo la storia di questa strada che è conosciuta da chiunque la voglia affrontare. Arriviamo a Torquay, una cittadina, molto carina, dove tutto ruota intorno al Surf. Le case piu famose di abbigliamento (Billabong, Rip Curl, Quicksilver) ispirate al Surf, sono qui. I negozi sono bellissimi, e molto invitanti. Ma ahinoi…anche troppo cari. Facciamo 4 passi sulla meravigliosa spiaggia, che comincia alla fine di un prato verdissimo, subito accanto alla strada primaria. La giornata è soleggiata, e stupenda. Soffia un pò di vento fresco dal mare, ma considerando che, siamo non piu di 10 Persone, a spasso per la spiaggia,ad osservare questo mare meraviglioso…Ci fa star bene e ci rilassa. Proseguiamo, lungo Bells Beach, poi ancora avanti fino ad Anglesea. Qui andiamo al Golf Club per vedere i Canguri da vicino. Entriamo sul Green, e vediamo tanti Canguri, di notevoli dimensioni, che tranquillamente mangiano, o se ne stanno a prendere il sole, facendosi avvicinare senza problemi. Ne vediamo molti con il piccolo nel marsupio, e ci avviciniamo per accarezzarli, senza paura. Dopo le foto di rito, ci rimettiamo in marcia, osservando, i meravigliosi scenari che ci regala la G.O.R. Ci fermiamo anche ai vari Loockout per osservare panorami incredibili. Arriviamo al Faro di Ayreis Inlet, ed il tempo comincia a farsi velocemente nuvoloso, con leggeri spruzzi di pioggia. Il Faro è molto bello, e ubicato sulla punta di una scogliera, molto particolare. E lo è ancora di piu osservandolo dalla G.O.R quando lo intravede da lontano. Arriviamo al ” fatidico ” arco, della G.O.R con il monumento dedicato ai suoi pionieri che la costruirono. Foto classica…e via. Abbiamo previsto di èssere a pranzo a Lorne, perchè vogliamo andare a mangiare da Ba Ba Lu bar. Il consiglio della Lonley, ed il video che ho visto su You Tube, ci avevano incuriosito non poco, per provare questo ristorantino, che offre cucina spagnola. Arriviamo e…Closed !… Rimaniamo delusissimi, qui in Agosto non è alta stagione, per cui molti locali, alberghi, aprono solo il fine settimana. Torniamo indietro di pochi Mt al Market, per fare scorta di cibo anche per stasera a cena, dove sappiamo già che dovremmo organizzarci. Troviamo l’unico ristorante aperto che accetta le carte di credito (abbiamo commesso l’imperdonabile errore di aver speso quasi tutti i contanti nel Kimberley per fare i pieni di gasolio, dove invece, anche la piu remota stazione di servizio, accetta la carta di credito… Che serva da esperienza !) e pranziamo. Ripartiamo e procediamo abbastanza lenti, per osservare il panorama, che è cosi bello da non staccare mai gli occhi dal mare. Cerchiamo anche il Teddy’s Loockout, che è il punto panoramico piu famoso di tutta la G.O.R. Non riusciamo a trovare alcuna indicazione. Riprendiamo in mano la Hema Maps, e la cartina di Lorne presa al centro informazioni, che è proprio sulla G.O.R, e riusciamo ad intravedere dove si può trovare il Loockout. Siamo andati troppo avanti !. Torniamo indietro per una mezz’ora, (perdendo del tempo che alla fine della giornata si rivelerà…prezioso) poi una deviazione sulla sinistra (tornando indietro verso Lorne) ci porta su una salita ripidissima, per 3 Km, fino ad arrivare al famoso Teddy’s Loockout. Arriviamo sulla balaustra in cima a questa collina e… Capiamo perchè la G.O.R è considerata la strada panoramica piu bella del mondo ! Lo scenario che si presenta ai nostri occhi è…meraviglioso ! Vediamo la strada che serpeggia intorno alla costa, da un’altezza di 700 Mt. Ed ammiriamo un mare, blu, azzurro, verde… pazzesco ! Ripartiamo felici per, non aver tralasciato questa escursione (ci saremmo persi qualcosa di unico !).Consiglio: La deviazione per i Teddy’s Loockout, non è segnalata. Basta prendere l’ultima strada a destra (in direzione Apollo Bay) prima della fine di Lorne. Poi dobbiamo salire su in alto fino a che la strada non finisce, proprio in cima alla collina. Una volta giunti qui, abbiamo solo una strada che ci attraversa davanti. Basta prendere a Sinistra e dopo 100 Mt siamo arrivati. Arriviamo ad Apollo bay, ma proseguiamo, senza fermarsi, perche è in corso un temporale intenso, ed allora preferiamo proseguire. A Kennet River, dopo il fiume prendiamo a destra, e ci inoltriamo nella strada sterrata che risale la collina, in cerca dei Koala. Viaggiamo a passo d’uomo, ma non riusciamo a vedere niente…Poi,in cima ad un eucalipto….eccolo finalmente! Con la mente torniamo indietro di 11 anni, come quando li vedemmo a Kangaroo Island. Cominciamo a vederne sempre di piu, e sempre piu’ vicini. Alcuni sono a 2 Mt da noi… che spettacolo. Riusciamo a vedere addirittura, una femmina con il piccolino che mangiano insieme, con il cucciolo che si arrampica, su sua madre e sul ramo. è una scena che non vorremmo finisse mai ! troppo, troppo bello ! Troviamo anche un Canguro a pochi Mt da noi, che però scappa via. Dopo un’ora abbondante di foto, avvistamenti, e commenti felicissimi (ci fosse nostra figlia Giulia…sarebbe in delirio !), riprendiamo la G.O.R. La strada lascia la costa ed entra nell’entroterra, inoltrandoci dentro una foresta, stupenda, con alberi altissimi e tanto verde, che piu non si potrebbe. Arriviamo all’altezza del bivio di Cape Ottway, che è quasi buio. Prendiamo la strada in direzione del Faro…stasera dormiremo li !.Il buio diventa ormai totale, e quando arriviamo al cancello di entrata, sono le 18,30 e non c’è nessuno. Provo a suonare ripetutamente un campanello…ma nessuna risposta. Ormai siamo rassegnati a passare la notte in macchina, quando provo, manualmente a ” forzare ” il cancello di entrata aprendolo. Vedo una telecamera puntata su di esso, e questo ci conforta. ” Se qualcuno ci ha visto, verrà a chiederci spiegazioni di questa intrusione “. Niente…proseguiamo per 200 Mt ed arriviamo al Faro. La casa accanto ha una luce accesa…Proviamo a vedere, e scopriamo che c’è una signora. Ci facciamo riconoscere, e lei ci dice che ci stava aspettando, e che ormai non pensava che saremmo arrivati piu, dato che il Faro (con le sue escursioni varie) chiude alle 17,30 ! In effetti è vero : leggendo attentamente la Lonley, ed osservando ll cartello per i Faro al bivio della G.O.R (lo vedremo poi il giorno dopo), l’orario coincide con quello che ci dice la signora. La signora, molto gentile, e premurosa, ci conduce al nostro alloggio, che altro non è che la vecchia residenza del guardiano del Faro. Ci porta nella nostra stanza… è un sogno. Siamo nella camera in assoluto piu’ bella di tutta la residenza !. Abbiamo l’unica stanza con la finestra che guarda direttamente il Faro a 100 Mt da noi, e l’Oceano sconfinato ! Siamo gli unici ospiti di tutta la struttura, e sul tavolo troviamo la colazione di domani gia pronta di ogni ben di Dio ! La signora ci lascia, dicendoci che lei sarà nella casa accanto, e che se abbiamo bisogno, di lei, di non farsi problemi di sorta. Rimaniamo in silenzio, pensando che non può essere vero,Esco dalla stanza (tutta rigorosamente in legno, compreso il tetto) e mi,fermo ad ammirare il Faro di Cape Ottway (il Faro piu antico d’Australia) con l’Oceano, che sbatte violentemente sulla costa, con un assordante rumore delle onde. Non si può spiegare quello che stiamo vivendo. Siamo soli ed ai confini del mondo, in tutti i sensi (il faro è a 4000 Km dal Polo Sud). La magia di questa atmosfera, è una cosa che va solo vissuta fino in fondo per apprezzarla pienamente. Penso, alla felice idea che ho avuto di provare a cercare posto per dormire qui. E ci saremmo accontentati anche di una stanza… ” inferiore” rispetto a questa meraviglia che ci hanno assegnato ! Rientro in casa, e scopriamo che abbiamo, un bagno, meraviglioso, tutto in stile Inglese, con la vasca da bagno con le ” Zampe ” di ottone… troppo forte, ed un altra camera con altri 4 letti. Accendiamo le stufe elettriche, perchè fuori soffia un vento fortissimo, e la temperatura, è molto bassa. Apparecchiamo sul tavolino accanto alla nostra finestra, e ceniamo al lume di una semplice lampada da tavolo, con la spesa fatta oggi al Market di Lorne: pollo arrosto (riscaldato nel micro onde che abbiamo in camera) patate arrosto, ed uno Shiraz rosso…superbo !. Mangiamo con lo sfondo del Faro illuminato da una lampada alogena che “spara” il fascio di luce dal basso in alto, facendo cosi assumere al faro un aspetto, molto particolare. Sistemiamo foto, e video, ed andiamo a dormire al calduccio di una trapunta invernale, piu 2 coperte rigorosamente di lana Merinos.

VENERDì 26 AGOSTO

Ci alziamo tardi, e facciamo colazione in camera, con le ” leccornie ” che la signora ci ha preparato. Usciamo a vedere il Faro, e 2 pappagalli, rossi e blu (bellissimi) sono sulla nostra staccionata. Andiamo a dare il buongiorno alla signora, ed a tutti i componenti della gestione del Faro, che nel frattempo sono arrivati. Vorremmo salire in cima al Faro. Ed allora, ci fanno accompagnare da, colui che poi fa da guida per le escursioni guidate, che arriveranno dalle 9,00 in poi. Abbiamo la fortuna che, avendo pernottato qui, non dobbiamo pagare nessun ingresso al Faro. E poi, l’esclusiva della guida solo per noi !. Saliamo in alto, ed il guardiano ci illustra le mappe marittime, i meccanismi di movimentazione delle lenti del Faro, la radio per le comunicazioni … E” tutto cosi…magico da lasciarci senza parole. Ci apre la porticina che dà sulla terrazza in cima al Faro, ed usciamo. Quello che vediamo da questa altezza… è indescrivibile ! Da un lato abbiamo l’Oceano maestoso, con tutta la sua forza incredibile che trasmette. Dall’altra parte, abbiamo tutte le strutture di Cape Ottway. La casa del guardiano del Faro (dove abbiamo dormito), la vecchia stazione del telegrafo, le stanze dove alloggiavano un tempo i dipendenti del Faro. Il tutto immerso nella vegetazione di questo parco naturale, da fiaba, stupendo! Dalla parte del mare cerco di avvistare le balene, ma senza successo, nonostante a detta del guardiano, questo sia il periodo migliore. Vediamo un peschereccio, in balia di onde altissime e pericolose. Chiedo al guardiano come possa èssere possibile uscire in mare con delle condizioni cosi pericolose. Lui mi guarda, sorride e mi dice che oggi il mare è tranquillo… Incredibile, penso io. Scendiamo, e prima che arrivino i turisti organizzati, salutiamo tutti, compreso una signora che in abito d’epoca, accetta felicemente di posare per una foto con Sabrina. Lasciamo il Faro, con, tanta tristezza, ma consapevoli di esserci regalati un sogno, che porteremo per sempre con noi. Pochi Km e lungo la strada, troviamo un numero incredibile di Koala !. Riusciamo a vederne uno che si arrampica sull’albero, partendo da terra… Bellissimo !. Proseguiamo, e dopo un’ora ritroviamo la costa ed il mare lungo la G.O.R. Passiamo davanti all’incredibile spiaggia di Gibson Step. E da qui in poi, il paesaggio costiero cambia radicalmente. Le scogliere sempre piu a picco sul mare, sono di arenaria, gialla e rossastra, che conferiscono alle spiagge una colorazione, molto particolare e bella, che contrasta benissimo con il blu dell’Oceano. Arriviamo a Port Campbell, e ci rechiamo subito a vedere i 12 Apostoli. Anche qui, crediamo che chi voglia venire fin qui per vedere questo. Ca-po-la-vo-ro della natura. Sia documentato in tutto e di piu. Noi abbiamo avuto la fortuna, di vedere uscire il sole dalle nubi scure di pioggia, mentre eravamo sul punto di osservazione dei 12 Apostoli. I riflessi di colori che ci ha regalato la natura, su queste falesie di arenaria : sono qualcosa che non avevamo mai visto prima in vita nostra !. Sarà turisticamente, sfruttato ed inflazionato. Ma i 12 Apostoli, London Brige, The Arch,The Grotto, Bay of Island, sono una meraviglia naturale, che mèrita assolutamente di essere vista almeno una volta nella vita. Pranziamo a Peterborough, poi torniamo indietro a Port Campbell. Fino all’ultimo, sono rimasto indeciso, se fare il volo in elicottero sui 12 Apostoli, e le altre meraviglie limitrofe. Poi visto quanto ormai abbiamo speso…ho desistito… (a oggi è l’unico rimpianto che mi porto dietro) con buona pace di Sabrina. Andiamo al nostro albergo, il bel : Best Western Great Ocean Road. Fa freddo, e ci mettiamo sotto il piumone, per un pò. Poi una doccia bollente, ci rimette al mondo, Proviamo con successo un contatto con Skype, con My Sister Laura. Sempre la preziosa Lonley ci consiglia di cenare da Nino’s Pizza. Fatichiamo un pò per trovarlo,dato che l’insegna è microscopica. Poi una volta entrati, troviamo un pò…di casa. Alle pareti, immagini di Ponte Vecchio, La Gioconda, Venezia, Roma, la sciarpa dell’Italia e… la Bandiera della ferrari ! Ora si che è davvero casa ! Mangiamo una pizza, sempre molto… importante. Poi la signora si siede con noi, e ci racconta di essere stata in Italia 4 anni fa, e di essersi innamorata di Montecatini… Sorridiamo, pensando che abitando a soli 20 Km da Montecatini, noi non ci andiamo mai… E a ben ragione… Poi ci salutiamo, con la promessa di contattarci via e-mail, e la signora, con un gesto molto carino, ci regala una bottiglia di vino della casa. Che carina, davvero molto gentile. Andiamo a nanna. Domani si torna a Melbourne, per il nostro…Last Day in Australia.

SABATO 27 AGOSTO

Con tutta la calma del caso, partiamo per ritornare a Melbourne. Questa volta però, non percorreremo la G.O.R ma, passeremo da Colac, una cittadina che si trova nell’interno. Partiamo e ci rechiamo ad una fattoria molto rinomata, per la produzione di, Miele, Whisky, Formaggio. Decidiamo di fare una puntata per fare acquisti. La fattoria si trova in un contesto di prati, e boschi limitrofi, da far sembrare piu all’Irlanda che all’Australia. Giunti alla fattoria, scopriamo la amara sorpresa del cartello Closed. La fattoria non apre prima delle 11,00. E noi per quell’ora vogliamo essere arrivati a Melbourne. Dispiaciuti, ripartiamo, notiamo i curiosi cartelli di ” pericolo attraversamento Koala “. La prima parte della strada è veramente molto bella. La similitudine con la campagna Inglese, è incredibile. Greggi di pecore di lana merinos e cavalli al pascolo in libertà. Dopo, la strada diventa monotona, e abbastanza noiosa. A fine mattina, siamo a Melbourne, e ci rechiamo al: Queen Victoria Market, il mercato piu antico della Città. All’interno si trova di tutto e di piu. Dal cibo, all’abbigliamento, ai souvenir… made in Italy (?). Giriamo per il mercato, mangiando un panino, ed osservando gli ” strilloni ” orientali, che con le loro grida cercano di attirare l’attenzione dei passanti, per proporre la propria merce. Lasciamo il mercato, e troviamo una bella multa per divieto di sosta sul vetro della Yaris. “Tanto domani si torna a casa “, è il mio sciaguratissimo commento ! Per cui…non la paghiamo. Attraversiamo lo Yarra, e ci portiamo ai Royal Botanic Garden. Il polmone verde della città. Il parco è meraviglioso, con piante provenienti da tutto il mondo, compreso dei Cipressi Toscani. Laghetti ed aree attrezzate fanno da cornice a questa meraviglia Australiana : (belli come quelli di Sydney). Poi ci concediamo una puntata all’Abert Park, dove, notoriamente, si apre la stagione di F1. Giro di pista con la nostra Yaris. Poi ci fermiamo ad osservare una partita di Rugby, proprio nel prato all’altezza del rettilineo di arrivo. Ma che ” legnate si danno”. C’è tanta gente a vedere l’incontro, e quasi tutti armati di lattina di birra. Ma qui, nessuno dà in escandescenze, tipiche del calcio italiano…Lezione di stile… Prima che il sole tramonti, arriviamo a St. Kilda, il quartiere, piu Glamour di Melbourne. Tutta la strada principale è piena di Pub, Ristoranti, e locali, uno piu bello dell’altro. E tutti pieni di ragazzi, con i loro drink in mano, in quanto è l’ora dell’aperitivo. Davvero molto carina St. Kilda. Passiamo davanti al famoso Luna Park, ed a piedi raggiungiamo la spiaggia. Qui assistiamo ad un tramonto… Spe-tta-co-la-re ! Cosi bello, da metterlo sullo stesso piano di quello a Kakadu, sullo Yellow Waters!. Fa molto freddo, ed allora, cerchiamo un ristorante per la nostra… “ultima cena in Australia “. I ristoranti sul lungomare di St. Kilda, sono meravigliosi, e vediamo tanta gente, elegante, che si reca a cena. Ma i prezzi sono davvero proibitivi,. Quindi dopo aver visto in lontananza, Philip Island, riprendiamo la macchina, e ritorniamo a Chinatown, dove, torniamo a cena nel ristorante cinese, di qualche giorno fa. Questa volta ci prendiamo del buonissimo vino, al Liquor Store accanto al ristorante, che essendo un locale Bio ci consente di portarci il vino da casa, ma non la birra. Ceniamo bene, con una zuppa…di non so cosa…ma buonissima. Poi andiamo in camera a preparare le valige (che avevamo lasciato li in deposito, prima di partire per la G.O.R),… Sigh Sigh… domani si parte.

DOMENICA 28 AGOSTO

Ci svegliamo, carichiamo le valige in macchina, ed andiamo in giro per Melbourne, compreso il quartiere Italiano. A fine mattina siamo sdraiati sul prato in riva dello Yarra River, ad ammirare, la popolazione di Melbourne (saranno qualche migliaio), che partecipano all’iniziativa ” cammina lo Yarra “. Ci sono persone di tutti…ma proprio di tutti i tipi. chi con le stampelle, chi con sedia a rotelle, chi correndo, chi con il passeggino con 2 gemelli, ed infine anche ci si porta al seguito…un agnellino. Nel primo pomeriggio prendiamo la strada che ci porta a Tullamarine, dove, una volta giunti in aeroporto, rilasciamo la Yaris alla sede della Hertz, sbrighiamo le formalità di imbarco e… alle 15,30, puntuale il nostro volo decolla. Facciamo in tempo a ” vedere ” dall’alto Uluru, quando lo sorvoliamo, poi ci rilassiamo e salutiamo l’Australia… Ciao Australia, non so se ci rivedremo… Normalmente un viaggio da te lo si fa una sola volta nella vita…e non è comunque da tutti. Noi abbiamo avuto l’immensa fortuna di averti visitato per 2 volte, e stavolta, ci hai ” catturato ” ancora di piu. Quello che abbiamo visto, assaporato e vissuto lo conserveremo per sempre e gelosamente, per noi. E’ stata una vacanza incredibile, per le emozioni che abbiamo vissuto. Spero solo che possiamo avere in futuro abbastanza salute e possibilità di lavoro per ” racimolare” il gruzzolo necessario per una nostra nuova puntata. La Coral Bay, il Karijini NP, la Great Barrier Reef, la foresta pluviale di Cape Tribulation, ed infine.. una nuova visita da Uluru… Sono il mio nuovo progetto, e sogno futuro… Per il momento… grazie di cuore, ci mancherai.

Ps: ci scusiamo per la lunghezza del nostro racconto di viaggio. Ma le emozioni vissute crediamo che valga la pena sottolinearle a fondo. Un consiglio: attenzione alle multe prese in Australia… arrivano anche in Italia, eccome se arrivano! Quindi fate attenzione quando guidate nelle città. Gli Autovelox sono imprevedibili. Chiunque voglia approfondire o conoscere altri aspetti dei luoghi da noi visitati può contattarmi

Paolo Tommasi

Info@top-automazione.com

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The Gibb River Road

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Kakadu

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Twin Falls

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Geike Gorge

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Windjana Gorge

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Cable Beach tramonto

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Mitchell Falls

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