Scozia on the road 11

Viaggio intinerante tra i paesi da favola delle Highlands
Scritto da: psqnrm
scozia on the road 11
Partenza il: 11/06/2011
Ritorno il: 19/06/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Due coppie di amici: una romantica, due amanti dell’aria aperta, un curioso “basta andare da qualche parte”. Tutti amanti della vacanza itinerante. Periodo: inizio di giugno. Durata: 9 giorni. Da tutto questo la destinazione estratta è: Scozia.

Dicono che giugno sia il mese migliore per le isole britanniche, in quanto meno piovoso. Confermo! Volo Milano-Edimburgo, auto a noleggio e via! Anzi no, prima di tutto: salire in auto, esercitarsi con la leva del cambio a sinistra e ripetere 20 volte “tieni la sinistra, tieni la sinistra, tieni…”. Poi, un respiro profondo e, via!

Pernottamento: la meravigliosa istituzione britannica del bed and brekfast. Anche perché l’alternativa quasi non esiste, il concetto di “hotel” è riservato alle località particolarmente turistiche e alle città più grandi. Ma non è sensato, il b&b è conveniente (spesa minima 50 GPB/massima 89, a camera doppia con ricca colazione), pulito e ricco di atmosfera. Sono talmente numerosi che non sarebbe necessario prenotare da casa, ma abbiamo preferito farlo comunque, un po’ per sicurezza, un po’ per darci una tempistica certa vista la durata della vacanza, un po’ per non perdere tempo a cercare sul posto (sorry, no vacancies!) Inoltre le località più belle sono sul mare e durante il week end a giugno sono molto frequentate. Infine spesso durante il week end non affittano la camera per una sola notte. Abbiamo selezionato ogni b&b sui siti specializzati, fidandoci dei giudizi degli altri turisti e devo dire che è stata l’idea giusta, nessuna delle scelte ci ha deluso.

Primo giorno, percorso sotto la pioggia (ma rimarrà la giornata peggiore del viaggio) verso sud-ovest, prima tappa Ayr, sulla costa occidentale. Tutto sommato la zona meno interessante, col senno di poi saremmo passati oltre. Unica nota rimarchevole, il delizioso ristorante indiano The Rupee Room (www.therupeeroom.com): la qualità media dei ristoranti indiani qui è decisamente (e inevitabilmente, visto la storia di questi paesi) molto più alta che da noi. Usciamo satolli e soddisfatti per ammirare uno splendido tramonto: il cielo si era improvvisamente squarciato e c’era la luce “giusta” per le nostra prime foto. Ricordate che i britannici cenano molto presto. Pernottamento presso www.leslieanne.org.uk, buona scelta.

Ricca colazione locale (durante questa vacanza abbiamo assaggiato tutto il possibile, dalle normali uova all’inquietante haggis. Non si devono avere rimpianti!), una passeggiata digestiva sul lungomare deserto e via verso nord. Durante il tragitto abbiamo attraversato il parco del Loch Lomond, immergendoci subito in un panorama di boschi, laghi e torrenti. Magnifico: anche durante il week end la quantità di auto sulle strade locali è risibile in confronto al caos italiano. Giungiamo a destinazione: Oban, deliziosa località marittima a nord di Glasgow, un porto naturale (di pesca, turistico e per i collegamenti con le isole vicine), un paese che si sviluppa in salita tutto attorno alla baia. Pernottiamo presso www.failtebedandbreakfastoban.co.uk, delizioso. Apro una prima parentesi su una delle liete sorprese di questo viaggio: la cordialità, la buona educazione e la simpatia degli scozzesi. Non sono mai mancate. Da un lato ne sei lieto, dall’altro ti ritrovi irritato a pensare di riflesso quanto spesso mancano invece a casa nostra da parte di chi ti fornisce dei servizi a pagamento (spesso lauto quanto ingiustificato)… Una bella passeggiata per questa deliziosa cittadina e poi… fame! Siamo al mare, perciò proviamo il pesce cucinato dagli scozzesi. Infiliamo le gambe sotto il tavolo del www.eeusk.com, di cui avevamo letto buone recensioni su internet. Confermiamo anche questo! Dopo la cena dietro alla vetratona vista porto, un’altra lunga passeggiata digestiva sul lungomare al tramonto. Apro una seconda parentesi sul cibo. Dite la verità, da buoni italiani anche voi pensereste “Mio Dio, chissà che porcherie ci toccherà mangiare, fish and chips o pollo fritto tutta la settimana”. Niente di tutto questo: dalla mia volta precedente in Gran Bretagna una ventina di anni fa, debbo dire che la qualità media del cibo è sorprendentemente migliorata. Sarà stata fortuna, ma abbiamo sempre mangiato bene, sia etnico che locale. Anche i localini di transito durante l’ora di pranzo (dopo la colazione scozzese è improbabile che abbiate voglia di un lauto pranzo a mezzogiorno…) si sono rivelati sempre apprezzabili. Il mattino dopo partenza ancora verso nord (il percoso si è snodato in senso orario da Edimburgo a Edimburgo), destinazione Isola di Skye. Man mano che si sale il paesaggio si trasforma da boschivo a più brullo, secondo l’immagine consueta delle Highlands vista in “Highlander” e “Braveheart”. Confermiamo che è veramente affascinante, complice (mi ripeto) la scarsa presenza umana (chilometri senza incontrare nessuno in senso opposto). Superiamo affascinanti ruderi di castelli lungo i fiordi (firth), fotografiamo cervi e rapaci in libertà e al tramonto superiamo il ponte che collega la vicina Isola di Skye e raggiungiamo il nostro rustico b&B di campagna www.b-and-b-broadford.co.uk, ottimo rapporto qualità-prezzo. Cena al famoso (…) ristorantino di pesce www.skye-seafood-restaurant.co.uk. Delizioso, il migliore dalla vacanza; prenotazione necessaria, è piccolissimo…

Altra parentesi, sui prezzi: una cena composta da quattro piatti principali, 4 dessert (di più e difficile riuscire a mangiare) e una bottiglia di vino difficilmente arriva a 100 sterline. Specie chi è di Milano come me capisce cosa intendo…

Un altro splendido tramonto sul mare (sempre deserto!), dopo il primo giorno il tempo è stato più che clemente. La mattina succesiva ancora a nord costeggiando la costa occidentale. Un incidente stradale poco oltre ci blocca la strada a tempo indefinito. Ideona! Poco prima abbiamo superato un ferry boat che portava al di là del golfo. Un esame della cartina: sì, può funzionare, allunghiamo un po’ ma almeno ci muoviamo. Facciamo il nostro primo incontro al pascolo col buffo e caratteristico bue scozzese dalle corna appuntite e dal pelo lungo. Superiamo paesi (si fa per dire: cartello segnaletico tre case, cartello segnaletico di arrivederci…), una tappa al porto di Ullapool, caratteristica cittadina di pescatori in fondo a una strada in mezzo al nulla, famosa anche per il suo fish and chips (se non lo fanno buono qui…). caratteristico e rilassante. Traversiamo tutte le Highlands fino all’estremo nord, per fermarci a dormire a Durness (www.aidenhouse.co.uk), avamposto estremo che ospita anche un fantastico campeggio sullo lo strapiombo sopra la scogliera. Di fronte solo l’oceano, niente più terra fino all’Islanda. Grigliatona con pinta di birra al rustico ristorante annesso al camping, solita lunga passeggiata digestiva sulla scogliera, una vista esaltante. Probabilmente il paesaggio più esaltante di tutta la vacanza. Dormiamo accuditi dalle pecore che circondano il b&b, posto su un pascolo sopraelevato vista mare. Spettacolare! La mattina dopo è d’obbligo scendere a passeggiare lungo una serie di spiagge profonde e battute dall’oceano. Il tempo è splendido. Se facesse un pò più caldo sarebbe da togliersi le scarpe e passeggiare. Ma se facesse più caldo non verrebbero al mare da noi, qui sarebbe splendido… Il giorno dopo iniziamo la fase discendente del tour, con meta Inverness. Nessie non l’abbiamo visto, però la localita è deliziosa, sull’estuario del fiume che sfocia dal Loch Ness. Dà l’impressione della cittadina a misura d’uomo, dove è idelae lavorare e vivere senza stress. Ho fotografato un airone che pescava sulla riva in pieno centro… Dormiamo al www.kiloran-of-inverness.com, che però cesserà l’atività tra poco. Peccato, la giovane coppia che lo gestiva è di un’ospitalità e cordialità fuori dal comune. Altra soddisfacente cena nella zona pedolale del centro. Il giorno dopo puntiamo ancora a sud, verso i monti Cairngorns. Doverosa visita a Balmoral, “palazzo d’estate” delle famiglia reale. Altra parentesi, sulla ben nota rivalità che divide Scozzesi e Inglesi. Sulle porte dei bagni pubblici (numerosi e pulitissimi: altra smorfia di disappunto pensando a quelli di casa nostra) non troviamo frasi sconce ma inviti agli inglesi a tornarsene… a casa propria. Un aneddoto, per rendere l’idea: la gentilissima signora proprietaria di un B&B ci raccontava con la massima serietà che uno dei suoi tre figli sposati adulti risiede nelle vicinanze, mentre gli altri due vivono all’estero, uno negli emirati, l’altro in Inghilterra.

Dormiamo a Braemar, paesino di fiaba: solo case di vacanza, molte d’epoca. Alla modica cifra di 68 Gbp a coppia dormiamo in un incredibile magione d’epoca, circondata da un parco secolare privato: vedere per credere: www.clunielodge.com. Ancora verso sud, destinazione Stirling, storica località sede di molte battaglie tra scozzesi e inglesi, quelle dell’eroe nazionale William Wallace, “Braveheart” per intenderci. Visitiamo il suo memoriale, una grande torre posta sul cocuzzolo di una collina dominante la spianata delle battaglie. Il tour e la vista sono interessanti, vale la pena. Mia moglie ed io apprezziamo la cucina etnica, la coppia di nostri amici non la conosceva ma,a vendo gradito ha molto apprezzato la cena indiana la prima sera, perciò ci buttiamo su un ottimo ristorante punjabi (www.ranastirling.com) nel bel centro storico (vale la pensa di farci una bella passeggiata). Dormiamo al www.abbeycraig.com, 70 Gbp a camera nel n.1 della classifica di gradimento dei b&b di tutta la Scozia. Si commenta da se.

La fine delle vacanza si avvicina: restituiamo l’auto all’aeroporto e raggiungiamo il centro di Edimburgo con un comodo bus: l’auto ad Edimburgo è inutile (la città è piccola per i nostri canoni), il parcheggio sarebbe difficile e costoso.

Raggiungiamo il nostro b&b, www.aboutscotland.com/edin/ravelston.html. Dieci minuti a piedi dal centro città, si è in un splendida zona residenziale di villette immerse nel verde (il giardino di casa era abitato dagli scoiattoli). Altro esempio di grande gentilezza, il marito della proprietaria si offre di accompagnarci in auto in centro: purtroppo piovigginerà tutto il giorno, ma Edimburgo è una bella città “monumentale”, va “camminata” per intero. Finale in un ottimo ristorante thailandese (http://edinburghmenus.com/directory/levens_eh39lj/), dove ci hanno accompagnato dei gentili passanti che ci avevano subito inquadrati come spaesati turisti in cerca di cibo….

In conclusione, quello in Scozia è un viaggio di quelli che si ricorda con grande piacere, una settimana è forse un po’ poco, meglio 11-12 giorni: noi siamo stati sempre in transito, ma luoghi come Skye, Durness e Edimburgo meritano sicuramente un giorno in più di sosta. Potendo trascorrere due settimane, si potrebbero visitare alcune delle isole esterne (Ebridi, Orcadi) che, raggiungibili col traghetto, richiedono un tempo di transito.



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