Dalla spumeggiante Carlsberg agli scintillanti fuochi di Reykjavik

La magica atmosfera natalizia di Copenaghen, quella che ricorda le festività dell'infanzia e la magia del capodanno Islandese
Scritto da: veromoli
dalla spumeggiante carlsberg agli scintillanti fuochi di reykjavik
Partenza il: 26/12/2011
Ritorno il: 02/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Consigli utili

Da mettere in valigia: scarponi da neve, guanti, cappello, sciarpa, occhiali da sci (indispensabili nei giorni di forte vento) e mantella impermeabile; per la laguna blu: costume, ciabatte, accappatoio ed asciugamano (in ogni caso noleggiabili in loco).

Ci permettiamo di segnalare il CenterHotel Plaza, in pieno centro, personale estremamente cordiale, camere caldissime ed un ottima colazione.

Per le escursioni ci siamo affidati a Reykjavik Excursions, estremamente professionali, puntuali ed organizzati, a differenza di altre compagnie che abbiamo invece utilizzato per il transfert dall’aeroporto (servizio garantito anche da Reykjavik Excursions). L’agenzia in aeroporto ci ha consigliato di prenotare direttamente dall’hotel, al quale, considerate le condizioni meteo, comunicavano, in tempo reale, le eventuali variazioni.

Da ricordare, il rimborso dell’ iva (15%), su scontrino unico, di importo maggiore alle 4000 Ikr, da effettuarsi allo sportello della banca centrale all’aeroporto.

Da non perdere, secondo la nostra modesta opinione:

– A Copenaghen Un giro su una qualsiasi giostra del parco Tivoli. L’ingresso al parco ed alle giostre (naturalmente a parte) non è economico, ma vale la pena fare una passeggiata in questo luogo incantano, riccamente addobbato per le feste.

Christiania, la comunità alternativa di Copenaghen, per essere catapultati nel bel mezzo, di quelli che nella nostra opinione, dovevano esse i magnifici anni ‘60. Le strepitose Christmas beer.

Purtroppo: mettetevi il cuore in pace, siamo in Christmas Time, molti locali sono chiusi.

– A Reykjavik Un bagno nella Blue Lagoon; Un pranzo al Saegreifinn, nonostante si trovi su tutte le guide, è da provare; L’Ultimo giorno dell’anno nella piazza della Hallgrimskirkja l’enorme Chiesa di cemento, dall’architettura inconfondibile. Ora, per chi ha voglia e tempo di approfondire, il nostro diario di viaggio.

La scelta di festeggiare il Capodanno in Islanda, è nata quasi per caso, sul web si trovano commenti di un capodanno particolare, con ore di fuochi d’artificio, accensione di enormi falò, ma non si spingono oltre. A noi è bastato questo, ci siamo incuriositi, nonostante non siamo amanti degli spettacoli pirotecnici, abbiamo deciso di sfidare il freddo optando per questa meta. Dovendo obbligatoriamente fare uno scalo abbiamo scelto Copenaghen dove non siamo mai stati.

26 dicembre 2011

Finalmente ci siamo, dopo giorni di bagordi siamo finalmente arrivati alla tanto sospirata partenza. Il volo è stato posticipato dalle 14:45 alle 17:55 , ovviamente non avendo ricevuto alcuna comunicazione alle 13:00 noi siamo già a Malpensa, ma tra una birra ed un panino il tempo scorre veloce. Dopo circa due ore di aereo arriviamo al Copenhagen Kastrup dove veniamo accolti da un forte e gelido vento. Pochi passi ed entriamo nel caraibico terminal, dove neppure a dirlo, le valige ci attendono già sul nastro trasportatore… Sotto il terminal 3 saliamo sul treno che in poco meno di 15 minuti ci porta alla stazione centrale, dove veniamo accolti dal nostro primo spettacolo pirotecnico del vicino Parco Tivoli. Lasciati i bagagli ci dirigiamo subito verso i due quartieri che, secondo la guida dovrebbero essere i più festaioli, il Vesterport, ex quartiere a luci rosse che, effettivamente, di rosso ha mantenuto molto poco,tolti un paio di locali erotici e qualche sexy shop. Purtroppo è quasi tutto chiuso, tentiamo la sorte dirigendoci verso Norrebro alla ricerca di un pub dove rifocillarci, ma sia il ragazzo che, vedendoci in difficoltà, cerca di darci qualche consiglio, sia la simpatica e loquace barista del pub Saloon ci dicono che durante il periodo natalizio la maggior parte dei locali sono chiusi, invitandoci a tornare in Danimarca ad agosto. Continuando a girare per i quartieri del centro, ci rendiamo conto di essere tra i pochissimi turisti per le vie della città. Ormai consci di non avere altra possibilità, acquistiamo birra, spiedini di pollo e una sorta di brioches salata ad un take away Seven, uniformandoci così alle usanza del posto, tra flotte di ragazzini leggermente alticci, ci dirigiamo verso Christiania, la nostra ultima spiaggia, non prima però di aver optato per altri due hot dog con salsa piccante. La piccola comunità indipendente è avvolta nel buio più totale, almeno fino all’entrata del pub dove un gruppo di nostalgici rocchettari propone musica tipo Woodstock. L’ambiente non lascia nulla all’immaginazione, ma quello che più ci stupisce è l’età degli “avventori” che, a questo punto, crediamo siano gli stessi fondatori che diedero vita alla comunità nei primi anni ’60. Sono ormai le 02:00 e con le gambe a pezzi si torna in hotel.

il giorno dopo

Il mattino dopo, la pioggia battente ci fa rinunciare all’idea di visitare la città in bicicletta, optiamo quindi per il classico pullman Hop on Hop off… mai scelta fu meno azzeccata; dei tre percorsi cittadini ne viene effettuato solo 1 e gli orari di frequenza sono estremamente ridotti. Alla fine ci facciamo comunque convincere per un tour combinato pullman + Carlsberg Visitor Centre. La nostra prima tappa è il Roseborg slot, che naturalmente apre ai visitatori solo alle 11:00, ci accontentiamo di una passeggiata e qualche foto nel parco esterno, da dove ammiriamo comunque la maestosità dell’edificio. Risaliamo sul bus e ci dirigiamo alla famosissima Sirenetta, che non abbiamo trovato tanto pessima, come tutti ce l’avevano descritta. Scendiamo quindi nella zona del porto e del Kastelet, regalandoci una passeggiata sui suoi bastioni. A questo punto la gola ci porta alla disperata ricerca di Ida Davidsen, regina indiscussa degli smorrebrod, che naturalmente è chiusa per ferie fino al 10.01.2012. Avviliti ci consoliamo con una visita alla Marmorkirkened alla Amalienborg slot plads, i cui 4 palazzi sono sede della famiglia reale. Dopo tanta architettura, è giunto il momento tanto atteso, è l’ora della Carlsberg, che raggiungiamo in taxi, avendo vanamente atteso il pullman turistico per quasi 1 ora. Appena varcata la soglia del centro visitatori ci sentiamo in paradiso, ci godiamo i diversi aromi, le due birre comprese nel prezzo del biglietto, il giro nelle scuderie, la storia della fabbrica, la sua evoluzione e la splendida collezione di oltre 20.700 bottiglie di birra provenienti da tutto il mondo.

Causa birra, sulla via del ritorno entriamo in un magnifico pub, dove una dozzina di sessantenni distolgono immediatamente lo sguardo dal loro boccale e ci fissano allibiti, non sappiamo ancora bene se per la poca abitudine ai turisti (siamo in una zona parecchio fuori dalle mete tradizionali) o per la bardatura fantozziana: guanti, cappello, scalda collo, piumino ed immancabile zainetto, ovviamente il tutto condito da macchina fotografica, telecamera e guida turistica. Ricarburati, saliamo sul bus 6A, destinazione Norreport da dove con la metropolitana raggiungiamo il quartiere di Christiania, dove speriamo di trovare ancora qualche bancarella aperta, e dove abbiamo in programma una cena alternativa.

un fuori programma

Purtroppo le bancarelle stanno chiudendo ed il ristorante che abbiamo cercato per più di un ora, semplicemente situato all’interno del Loppen, è naturalmente chiuso (in inverno solo da giovedì a domenica). L’atmosfera è la solita, un po’ impegnativa, optiamo quindi per un pub locale, poco avvezzo al turismo, dove veniamo accolti con entusiasmo, ma non sanno purtroppo darci indicazioni per la cena, è Natale, quasi ci eravamo dimenticati, è tutto chiuso. La decisione è quindi affidata alla guida, che questa volta ci stupisce positivamente, regalandoci una cena strepitosa, non certo economica, ma sicuramente soddisfacente. Al ristorante Bastionen og loven appena riaperto dopo le ferie natalizie siamo gli unici avventori, e con simpatia ci fanno assaggiare un paio di piatti tipici danesi, accompagnati da un eccellente vino francese. Entusiasmati dalla cena, e molto probabilmente, dal vino, ci ritroviamo sulle giostre del Tivoli, purtroppo è in chiusura e ci rammarichiamo enormemente di non aver dedicato più spazio a questo meraviglioso parco riccamente addobbato per le festività.

mercoledì 28

Islanda stiamo arrivando. Dopo un po’ di shopping del magnifico aeroporto di Copenhagen alle 13:20 saliamo sull’aereo, che in circa 3 ore ci catapulta in un mondo a parte, nella poca luce invernale ammiriamo le prime coste frastagliate ed infinite distese di neve, il paesaggio che aspettavamo con ansia da qualche mese. L’organizzazione è anche qui impeccabile, il terminal è veramente piccolo, ma ci sono il cambio, l’ufficio informazioni e le navette che in poco meno di 1 ora ti portano direttamente all’Hotel prenotato. La posizione dell’Hotel è effettivamente strepitosa, si affaccia sulla piazza centrale e in poco meno di 5 minuti si raggiungono tutti i locali più vivaci. Posati i bagagli ci concediamo una birra islandese, la Gull, che, in effetti, è più vicina agli standard di gasatura italiani che non a quelli danesi, per cena optiamo per un piatto di fantasie dello chef, un misto di pesci marinati e carni molto appetitose. Al momento del conto possiamo tirare un mezzo sospiro di sollievo, continua ad essere una città estremamente costosa (2 piatti unici e 2 bitte medie 57 euro), ma per fortuna distante dagli standard di qualche anno fa. Ammaliati dall’atmosfera natalizia che emana la città, ci lasciamo tentare da una passeggiata in centro, dove si susseguono una miriade di locali riccamente addobbati e pullulanti di bellissime ragazze bionde e tanto tanto alte…

giovedì 29

Il risveglio del 29 ci riserva una leggera nevicata, ma noi siamo adeguatamente coperti, da poter affrontare la nostra prima escursione islandese. Golden Circle in Super Jeep & Snowmobiling. 08:30 precise il bus ci recupera davanti all’hotel e ci porta al terminal della BSI, dove ci attende la nostra super Jeep, insieme ad altri 8 ragazzi, sicuramente reduci da nottate esilaranti, si addormentano subito tutti, a causa delle poche ore di luce invernali, ci dirigiamo subito verso il Ghiacciaio Langjokull dove ci attendono le motoslitte. Nonostante la leggera nebbia il giro in motoslitta si rileva emozionante ed estremamente divertente, una buona alternativa per chi come noi avrebbe preferito la slitta trainata dai cani, ma senza il tempo materiale per poter organizzare l’escursione. Sulla via del ritorno ci dedichiamo alle due attrazioni islandesi per antonomasia, le meravigliose cascate Gullfoss, parzialmente ghiacciate ed il maestoso sito di Geysir, dove lo Strokkur da spettacolo ogni 5-6 minuti. Ormai è completamente buio, sono le 16:45, è giunta l’ora di tornare alla base, armati di tanta pazienza, per il lungo viaggio di ritorno (in effetti l’escursione è molto bella, bisogna solo prepararsi ad un viaggio lungo, nonostante l’ultimo tratto del ghiacciaio sia a dir poco adrenalinico, naturalmente con l’autista giusto). Arriviamo infreddoliti, giusto il tempo di una birra al bar dell’hotel, che dalle 17:00 alle 19:00 fa l’Happy Hour (500 IKr invece di 950!!), una doccia e via, il ristorante scelto per questa sera chiude presto! Nonostante sia citato su molte guide il Sagreifinn è assolutamente strepitoso, l’anziano proprietario ci accoglie sorridente mostrandoci il menu, una vetrina frigo, il resto è tutta magia, assolutamente da non perdere (nella zona del porto vicino al Cafè Haiti). Una passeggiata rigenerante, il clima è sempre lo stesso, poi a letto, anche domani ci aspettano 10 ore di escursione.

venerdì 30

Stesso copione, risveglio innevato, con un freddo, se possibile più pungente del giorno precedente, bus di trasferimento al centro Bsi e partenza per l’escursione The Wonders Reykjanes & Blue Lagoon Iniziamo con la visita della città, per poi farci affascinare dalla sensazionale Hafnarfjordur, cittadina le cui case sono perfettamente incastonate su di una colata lavica di 7000 anni fa. Purtroppo la coltre bianca ci fa solo intravedere le immense distese di lava che attraversiamo fino ad un tradizionale essiccatoio del pesce, tuttora utilizzato. La tappa successiva è un villaggio interamente dedicato all’industria ittica, Grindavik, qui l’oceano inizia a farsi sentire, ed anche il reale clima islandese: granellini di ghiaccio sferzano il viso levati da un terribile vento che impedisce quasi di camminare. Dopo la breve sosta per il pranzo è la volta di Valahnukur, che viene descritto come uno dei luoghi più belli e selvaggi della zona, dove il vecchio faro e le scogliere a strapiombo sul mare, ci regalano fantastici scorci.

Le strade innevate non ci permettono di raggiungere il sito geotermale di Gunnuhver, che noi ostinatamente decidiamo di raggiungere a piedi, nonostante il freddo tagliente. Quasi ibernati risaliamo sul pullman per la nostra prossima meta, “Il ponte tra i due continenti” dove capiamo che in questa nazione, c’è sempre un posto dove fa più freddo… tanto che ci vogliono gli occhiali da sci per poter riuscire a tenere gli occhi aperti. Facciamo i nostri ultimi scatti a Kavlaki dove imponenti montagne fanno da sfondo alle barche imbiancate. Anche oggi chiudiamo con un pezzo forte, forse l’attrazione islandese per antonomasia, la Blue Lagoon. L’esperienza è unica e molto molto cara, ingresso 30 euro, noleggio accappatoio ed asciugamano 9 euro, ma l’organizzazione è esemplare, tanto che le istruzioni per utilizzare il braccialetto elettronico, che gestisce ogni cosa all’interno della struttura, sono anche in italiano. Dopo una accurata doccia, rigorosamente da fare senza costume e “detergendo bene la parti più sensibili” secondo il disegno alle pareti, arriva la prova di coraggio: 4 metri a -2°C distanziano la porta degli spogliatoi, dalla piscina termale più famosa del mondo a +36°C. A onor del vero, ci sarebbe un passaggio anche in acqua, dalla piscina interna a quella esterna, ma decisamente meno emozionante. La sensazione è indescrivibile, fuori la testa ti si ghiaccia, sotto una sorta di leggera tormenta di neve, intorno ci sono solo montagne innevate e l’acqua color indaco ha dell’incedibile. Naturalmente più di pochi minuti non si resiste, il freddo è troppo pungente, ma andare in Islanda senza fare un bagno alla Blue Lagoon è, per citare la guida, come andare a Parigi e non vedere la Tour Eiffel. Decisamente un esperienza da fare. Per la cena optiamo per un ristorante tipico, il Lakjarbrekka, centrale e sempre ultra pieno, tanto che riusciamo a cenare solo alle 22:30. Anche questa volta ottima cucina, ma conto decisamente caro. La serata si accende in uno dei tanti locali del centro, con ottima birra, ottima musica ed ottima compagnia.

Finalmente ci siamo, è arrivato il fatidico 31.12.2011

Questa mattina il cielo ci dà un barlume di speranza, c’è qualche striatura di blu. Ci dedichiamo subito allo shopping, la maggior parte dei negozi oggi chiude alle 13:00. Spesa la nostra piccola, nemmeno tanto, “fortuna” ci dirigiamo verso il porto, dove una schiera di personaggi, a dir poco curiosi, si sta preparando per prendere parte alla maratona di Capodanno (ci sono babbi natali, superman, shrek). Da bravi turisti immortaliamo il Solfar, la scultura simile ad una nave, a cui fa da sfondo il monte Esja coperto di neve, la Hallgrimskirkja, l’enorme chiesa di cemento, le coloratissime case tradizionali e per completare il quadretto decidiamo di cercare il Cafè Loki per assaggiare la famigerata Hàkarl carne di squalo groenlandese che per essere digeribile dall’uomo viene fatta marcire sotto terra per sei mesi. In effetti rispecchia in pieno le aspettative, è veramente terribile, quasi quanto il grappino, brennivin, che viene servito come antidoto. Sono ormai le 15:00 e per le vie del centro si scorgono solo pochi turisti, optiamo quindi per un riposino, in vista della lunga notata. Alle 19:30 siamo di nuovo in ballo, mentre ci dirigiamo all’accensione di uno dei Bonfire (tradizionali falò), indicatoci dalla receptionist come il più imponente, i fuochi d’artificio iniziano ad intensificarsi. La gente è moltissima, accalcata a ridosso del fuoco per godersi un pò di tepore in questa ennesima notte “bagnata”. Lo spettacolo è decisamente emozionante, l’immenso falò è sovrastato da fuochi dì artificio e circondato da persone che cantano che si fanno gli auguri, fa tanto clima natalizio. Rientriamo in centro per mangiare qualcosa al “Tapas Barinn”, dove le specialità islandesi vengono magnificamente accostate ai classici bocconcini spagnoli, il tutto innaffiato da una buona Sangria. Alle 23:30 raggiungiamo la piazza antistante la Hallgrimskirkja, dove oltre al vichingo Leifur Eiriksson, troviamo ad attenderci migliaia di persone ed uno degli spettacoli più spettacolari, sorprendenti e magnifici che abbiamo mai visto. Non troviamo aggettivi che possano riassumere l’atmosfera che aleggia nella piazza, il cielo si illumina di mille razzi multicolore, in ogni parte della città si irradiano una moltitudine infinita di tonalità, e tutti con il naso all’insù, ci godiamo questo meraviglioso spettacolo.

l’arrivo del nuovo anno!

Il campanile scocca le 00:00 e, se possibile, tutto si intensifica, la piazza si illumina a giorno con tonalità dall’ oro al rosso passando per il verdi ed il blu, che vanno avanti per almeno 40 minuti. Il resto della serata lo passiamo da un pub all’altro dove brindiamo al nuovo anno ascoltando ovunque eccellente musica dal vivo. Purtroppo il nostro soggiorno in questa magnifica isola volge al termine. Non è stato possibile assistere all’aurora boreale, ma ci portiamo nel cuore le sensazioni uniche di questo paesaggio surreale, con la promessa di regalarci, prima o poi, una magnifica primavera islandese.

La magia di questo viaggio non viene intaccata neppure dal disguido dell’hotel scelto per l’ultima notte, passata per motivi logistici, a Copenaghen, resto solo l’indelebile ricordo, di paesaggi incantati, di persone cordiali e di una atmosfera natalizia che purtroppo da noi è ormai persa.



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