Gran Canaria… un piccolo paradiso

Viaggio sull'isola dall'1 all'11 dicembre
Scritto da: mirko.1976
gran canaria... un piccolo paradiso
Partenza il: 01/12/2011
Ritorno il: 11/12/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Ecco una “breve sintesi” del viaggio a Gran Canaria dall’1 all’11 dicembre 2011. E’ il secondo viaggio a Gran Canaria, ma questa volta non devo organizzare nulla, poiché tutto è già stato predisposto e ben organizzato da Marco, io mi sono limitato a prendere “al volo” (ah ah) un biglietto Ryanair Bergamo-Las Palmas.

GIOVEDI 1 DICEMBRE. SOLE 24°

Questo viaggio inizia da Milano anziché da Quarto d’Altino (Ve), col pernottamento notturno all’hotel Albert a un prezzo bassissimo grazie alla super offerta di Voyager Viaggi. Faccio colazione e preparo due piccoli panini per pranzo (la colazione dell’albergo è abbastanza modesta). Alle 9.00 prendo il pullman per Bergamo Orio al Serio (ogni quindici minuti, prezzo 10€) dalla stazione centrale e alle 9.50 sono all’aeroporto, con congruo anticipo per l’aereo delle 12.45 diretto a Lpa. Faccio la consueta corsa per i posti al finestrino, purtroppo ora inutile perché anche Ryan air ha i posti prenotati (ma a 10€ a tratta, un vero furto) e alle 13.00 il boeing irlandese decolla. Trovo un posto al finestrino, accanto a me non ho nessuno, ma alla mia sinistra un signore anziano, temibilissimo, si toglie le scarpe e l’aria diviene ben presto irrespirabile. Dopo aver sorvolato Lanzarote e intravisto il Teide a Tenerife (spettacolo della natura!), atterriamo alle 16.15 ore locali con cinque minuti di anticipo sull’orario schedulato (4 ore e dieci di viaggio). Prendo la guagua n. 60 della Global (www.globalsu.net) che, con 2.30€, arriva a San Telmo. Da lì prendo un taxi che, con 5€ (l’autista non sapeva la strada) mi porta all’appartamento Colon Playa prenotato da Marco, che è lì che mi aspetta. Ci sono 26° alle 17.00 e un bel sole con cielo terso. L’appartamento è piccolino con una cucina modesta, ma in posizione strategica sul bellissimo Paseo de Las Canteras, la lunga spiaggia della capitale (3 km) dove tutti corrono e fanno sport a qualsiasi ora del giorno. A Gran Canaria i ragazzi sono particolarmente muscolosi, mentre le ragazze sono basse e grasse, con dei bei sederoni. Facciamo una lunga passeggiata per la città che, fin da subito, mi conquista: Las Palmas. La città di Las Palmas nella sua stranezza è veramente bella e affascinante, appena arrivati vi sembrerà il Cairo, ma basterà viverla appieno, passeggiare per la spiaggia di Las Canteras a mezzanotte e vederla così piena di gente, dai vecchietti sulla panchina che conversano allegramente, al Rasta che passeggia, alle coppiette che camminano mano nella mano vicino ai trans senza che nessuno si meravigli di nulla ve la farà amare, quel senso di libertà, tutti si amano, quella frizzantezza non la dimenticheremo mai, le palme illuminate per Natale, i centri commerciali spaziali, Las Palmas ci ha lasciati veramente senza fiato, è bellissima, piena di gente di tutte le razze e di tutte le religioni che convive senza conflitti in piena armonia, chiese, moschee, templi buddisti, un piccolo pezzo di mondo in un’isola così bella e libera che quando vai via hai subito voglia di tornarci. Si respira un’aria di tranquillità, di pace, mentre fervono i preparativi per il Natale (presepe di sabbia e albero). Passeggiamo per il dedalo di viuzze che sembrano un labirinto, e infatti Marco si perde più volte. Per cena scegliamo il ristorante “Casa Galicia” (calle Salvador Cuyás, nº 8), un ristorante molto costoso (62.61€ in due). Ordiniamo, in onore a Federica, il salpichon (buonissimo) e poi la paella de marisco (estaba pasada) con vino blanco galicio molto freddo, perché caldo sarebbe imbevibile. I camerieri sono molto anziani e particolarmente gentili, il nostro è un canario emigrato in Argentina e da ventitré anni tornato qui, ci parla di emigrazione e di turismo, e dice che ora siamo in temporada alta. Chiediamo come mai, allora, il ristorante sia vuoto, dice che è perché sono le 21.30, se andavamo alle 19.00 sarebbe stato pieno di danesi… ma… non siamo in Spagna? Qualche dubbio ci viene. Girando per la città invece noi percepiamo che qui la crisi morde e molti locali sono completamente vuoti, speriamo che il recente impegno del Parlamento Europeo sulle importazioni di taluni prodotti nelle Canarie sostenuta, tra gli altri, anche dall’onorevole Zanicchi, possa dare una mano a queste isole a risollevarsi.

VENERDI’ 2 DICEMBRE. SOLE 25°

Sveglia alle 6.30 e alle 7.00 si corre lungo il Paseo de Las Canteras. Ci sono già 20°, è buio pesto (l’alba è alle 7.43) e qui tutti corrono. Marco ha organizzato anche per me un giorno di scuola alla Gran Canaria school of languages (Calle dr Grau Bassas 27), per cui alle 9 siamo a scuola. Incontro i compagni di classe e la profesora. Finisco alle 13.00, Marco alle 14.00. C’é un sole stupendo e un gran caldo, la spiaggia è piena di gente. Noi andiamo a fare una lunga passeggiata a El Confital, spiaggia davvero bella e affascinante, con le onde dell’oceano che sono di gran divertimento per giovani surfisti. Qui vedi e ascolti la forza della natura che ti dà una gran pace. Facciamo shopping economico e poi prendiamo birre, jamon e mojito in bar molto economici. Tra i bar che visitiamo, segnalo il bar Fernando in calle Guarnateme, molto tipico (cerca de plazoleta Ferray): 2 birre e jamon serrano solo 4,1 €: saranno questi i nostri spuntini tipici. Di sera c’è parecchia gente in giro: è venerdì ed escono quelli del posto. La Piazzetta Ferray è piena di gente e c’è pure un concerto blues jazz. Andiamo a cena a La Cabaña Criolla (C/Los Martinez De Escobar, 37) ma è tutto pieno: il cameriere ci riserva un tavolo per le 22.30. Mangiamo tanta parillada de carne a 55.28€ in due con dell’ottimo vino rosso e delle signore a fianco che si abbuffano e si divertono. Marco cade anche dalla sedia. Dopo aver cenato decidiamo di andare a divertirci tutta notte: prima finiamo in un disco bar, dove, però, la serata non decolla, e poi andiamo alla vicina “Babylon disco show”, dove ci divertiamo tanto fino a che, alle 5.30, la disco chiude. Alle 6.00, dopo ventitré ore e trenta in piedi, siamo a letto.

SABATO 3. VARIABILE 20°

Oggi lasciamo il nord alla volta del sud. Lascio Marco russare dopo i bagordi, mi alzo di buzzo buono e vado all’Orlando rent a car (prenotata a pochissimi soldi su www.rentalcars.com a prendere l’auto a noleggio: è una vecchia skoda fabia un po’ scassata ma che si rivelerà un’ottima compagna di viaggio: seria, affidabile, molto comoda e parsimoniosa nei consumi. Riesco con qualche difficoltà a orientarmi e a ritrovare l’albergo nella marea di sensi unici e di caos cittadino e recupero così Marco e, valigie alla mano, partiamo dal parque de Santa Catilina in direzione sud. Il sud dell’isola ci accoglie con un bel sole e un vento molto forte. Arriviamo all’appartamento Oasis a Maspalomas (prenotato da Marco) che è bellissimo: molto grande, particolarmente comodo, vicino al mare e immerso nel verde, nella quiete e con tanti uccelli che cinguettano: lo consiglio a chi cerca la tranquillità e pace. Pranziamo e il pomeriggio, mentre Marco dorme, vado subito a insabbiarmi nello spettacolo della natura delle dune di Maspalomas. Solo una lunga doccia mi permette di togliermi di dosso quei 2-3 etti di sabbia che mi si erano inseriti ovunque. Ceniamo a casa, passeggiamo fino a Meloneras (paseo molto elegante) e poi a letto presto per la stanchezza.

DOMENICA 4. VARIABILE 20°

Oggi facciamo la nostra prima escursione: itinerario sud. Questa vacanza, infatti, vuole essere all’insegna della scoperta delle bellezze dell’isola, specie dell’interno, avendo già visto la volta scorsa alcune spiagge. Partiamo da Maspalomas direzione Santa Lucia de Tirajana, dove troviamo la festa delle olive locali. E’ un bel paesello tipico di montagna in festa, dove acquistiamo vino di Fataga e formaggio di capra, ci abbuffiamo gratis con olive buonissime e andiamo al bar del paese. Ci sono pure i somarelli! Salutiamo questo paesello molto caratteristico e saliamo fino a San Bartolomè de Tirajana detto anche Tunte: il paese non offre molto se non dei suggestivi scorci panoramici. Da lì rientriamo lentamente, causa brutte strade, verso Maspalomas. Io corro molto piano causa sole negli occhi e precipizi minacciosi, creando delle colonne di auto stile matrimonio, e la gente dietro a volte si spazientisce e suona forte il clacson. Sostiamo per la visita al paesino di Fataga, dove facciamo pranzo al Restaurante El Albaricoque, che si trova lungo la GC-60, in altre parole la strada che da San Bartolomè porta giù a Maspalomas via Fataga. Qui girovaghiamo senza meta, la crisi morde e siamo gli unici turisti, a parte qualche ciclista della domenica. Al ristorante, consigliato dalla Lonely Planet, mangiamo pan y alioli, tortilla espanola, carne de cabra y cerveca a 25.20€ in due. La principale attrazione del ristorante è costituita dalla terrazza esterna dove mangiamo, da cui si gode una splendida vista sulle montagne. Subito dopo Fataga facciamo sosta in un allevamento di cammelli, cosa che rende un po’ sahariana l’atmosfera, ma il giro costa 20€, per cui preferiamo, con 3€, visitare l’oasi di palmeti tra le aspre montagne: noi siamo ecologisti e non vogliamo far lavorare questi simpatici animali. Facciamo l’ultima tappa della giornata al Mirador de la Degollada de la Yegua, un belvedere dal quale si vedrebbero le dune di Maspalomas se non ci fosse la calima. Qui il barranco di Fataga divide le montagne dalla zona turistica di Maspalomas.

LUNEDI 5. SOLE 20°

Decidiamo, tra un’escursione e l’altra, di riposarci e godere del forte sole e del vento che soffia sempre, andando a piedi alle dune di Maspalomas. Questo microambiente è una particolarità del luogo e ne è diventata l’attrattiva principale, un minideserto lambito dal mare dove, nella sua parte più larga, misura più di 4 km e attraversarlo a piedi occorre circa mezz’ora: ci s’inoltra tra le alte dune e piccoli cespugli e le cime delle palme da lontano. Spesso si ha la sensazione di essere veramente persi nel deserto, poiché sei circondato da sabbia che ti penetra ovunque, dal cielo di un colore blu intenso che da noi non esiste: in lontananza, le cime dei monti dove eravamo ieri. La sensazione è che le dune comunque siano meno di tre anni fa: speriamo che tra qualche anno non spariscano. Questa è la punta sud dell’isola ed è anche il punto più a sud dell’Europa politica. L’acqua oceanica è ovviamente più fredda, per cui per noi niente bagno: ci insacchiamo in una duna per ripararci dal forte vento dove fa un bel calduccio. Alle dodici, appena tirati fuori i panini per il pranzo al sacco con sabbia, escono dei lucertoloni enormi assai inquietanti: la lucertola di Gran Canaria è la più grande al mondo, sostanzialmente un dinosauro in miniatura affamato di panini al prosciutto. Qui è tutto libero, in tutti i sensi, si pratica molto naturismo e c’è una pace e una libertà che da noi non trovi. Rientriamo per la doccia e andiamo a fare le spese al Mercadona di San Fernardo, un quartiere di cemento dietro Playa del Ingles abitato dai canari, non turistico, con case popolari con le inferriate (dunque molti furti), è molto caotico e molto più caldo di Maspalomas, perché riparato dal vento. Al Mercadona si fanno degli ottimi affari: consiglio l’acquisto di frutta, verdura, carne e pesce sensibilmente più economici rispetto all’Italia.

MARTEDI 6. SOLE 21°

Sveglia alle 7.45. Alle otto vado a correre. Anche oggi abbiamo voglia di mare, visto il tempo splendido. Così, seguendo i consigli della Lonely Planet, ci dirigiamo lungo la GC-500, una bellissima strada costiera che da Maspalomas arriva fino a Puerto de Mogan. Arrivati a Pasito Bea giriamo a sinistra su una strada molto dissestata che porta a una piccola baia di sabbia circondata da rocce e frequentata da nudisti. Arrivarci è semplicissimo: appena vedete, sulla vostra destra, delle antenne spaziali, girate subito a sinistra. Ci sono delle lunghe passeggiate da fare e si gode di un bel panorama. Riprendiamo la strada che serpeggia lungo aride colline e, dopo 1,2 km, arriviamo a Playa de la carpinteras. Proseguiamo fino a un attimo prima Puerto de Mogan, tra palazzoni indecenti costruiti sulle montagne che si affacciano al mare. Giriamo a destra per risalire a Mogan, in direzione del centro dell’isola. Il paesaggio è davvero affascinante: è una bella vallata e un bel paesello in salita: al bar del paese prendiamo due birre e una tortilla a 4,15€. Rientriamo con sosta allo Spar di Argueniguin per la spesa e poi ricca cena a casa.

MERCOLEDI 7. CALIMA 23°

Arriva la calima dal deserto, quindi il cielo è coperto, non c’è vento e ci sono due gradi in più. Oggi decidiamo, dopo il sud, di fare l’itinerario est dell’isola. Ci svegliamo presto e andiamo al bellissimo mercatino di Vecindario, dove si fanno acquisti convenientissimi, anche di contrabbando. Tutti urlano come pazzi e c’è il pienone. Proseguiamo per playa de Arinaga, una località costiera frequentata da anziani che non ha una vera spiaggia. Poi playa di Vargas, che è fatta di sassi neri. Il pomeriggio saliamo a Ingenio, in alto su un mirador, e poi al Barranco de Guayadeque, che si sviluppa nel centro dell’isola. In realtà, poiché i chilometri da percorrere sono molti, ci fermiamo all’ingresso del barranco, che coincide con il centro d’interpretacion (€2,50), costruito all’interno di una caverna. Il centro espone interessanti mostre sui primi abitanti della zona e acquistiamo libri, semi di piante e mojo canario (pessimo). Proseguiamo per Aguimes, un paese con un bel centro storico: lo stile di case e edifici è quello neoclassico canario. Da segnalare la chiesa del paese che è stata copiata dall’albergo villa del conde di Maspalomas. Ci fermiamo in un bar per bere birra tropical con immancabili papas arrugadas (i consueti 4€). Rientriamo per la montagnosa ma affascinante C-815 che ci riporta a casa, molto stanchi per i tanti km percorsi.

GIOVEDI 8. CALIMA 23°

Oggi festeggiamo il mio compleanno con un giro su Zidane, un cammello di Maspalomas. Non potevamo, infatti, farci mancare il classico tour sulle dune di sabbia di Maspalomas, meta del nostro riposo. Alla sera andiamo a divertirci al Yumbo centrum per un aperitivo, poi a cena al ristorante Casa Vieja consigliato dalla lonely (Calle El Lomo 139, Carretera de Fataga San Fernando). Questo ristorante ha dei camerieri simpatici e un’atmosfera autenticamente rustica, con moltissime piante che decorano il basso tetto. Mangiamo pan y ajo, polpo fritto con mojo verde e parillada de carne con patate e cavolo cappuccio. E’ davvero un’ottima cena super abbondante, annaffiata da buon vino rosso. Dopo cena andiamo al centro commerciale Yumbo al “Coco loco” a vedere spettacoli di drag queen gratuiti e poi a ballare tutta notte divertendoci un sacco. Notiamo che la crisi morde e, nonostante sia festa, si vede pochissima gente in giro, e comunque molto meno di tre anni fa.

VENERDI 9. SOLE 26°

Oggi, reduci dai bagordi notturni e complice sole e caldo, ce ne stiamo tutto il giorno nella piscina dell’Oasis, riparati dal vento. Sembra di stare in piena estate. Nel pomeriggio facciamo una lunga passeggiata via mare dal faro di Maspalomas a Playa del Ingles.

SABATO 10. NUVOLOSO 23°

Ultimo giorno e ultima escursione: est e centro dell’isola. Prima tappa a Telde, dove visitiamo il mercatino e la basilica de San Juan Bautista y Real Santuario del santisimo Cristo nel barrio de San Juan de Telde. Poi proseguiamo per Vega de San Mateo, dove il sabato si svolge il molto caratteristico mercato ortofrutticolo: compriamo dell’ottima frutta e verdura. Poi proseguiamo per Cruz de la Tejeda, nel centro dell’isola, in alta montagna, molto fredda ma con degli scenari mozzafiato. Alle bancarelle ci vendono degli ottimi dolci a base di mandorle. Proseguiamo per queste tortuose strade di montagna e raggiungiamo finalmente quello che è definito il simbolo dell’isola: il Roque Nublo. Parcheggiamo la macchina e cominciamo il tragitto a piedi che conduce a questo splendido monolite di roccia. L’ascesa è un po’ ripida, ma il panorama di cui si gode arrivati in cima è mozzafiato: peccato per il tempo nuvoloso, altrimenti dicono che da qui si veda Tenerife. Si rompe la fotocamera digitale. E’ davvero un piccolo paradiso, che lasciamo per l’ormai nota GC-60 che ci riporta a Tunte, Fataga, Maspalomas. Felici per i tanti km percorsi con la nostra skoda Fabia, ci ritiriamo nel nostro bungalow per l’ultima cena (parillada de carne, insalata mista e cerveca tropical).

DOMENICA 11

Sveglia all’alba, buio pesto e Marco molto “cortesemente” con navigatore rotto mi porta all’aeroporto alle 5.30. Aereo delle 6.55 che parte in ritardo causa caos a bordo (la Ryan Air è sempre più pessima e insopportabile, scortese e maleducata) e arrivo a Bergamo alle 12.30 in ritardo. Andrea e Irina mi riaccompagnano a casa.

Finisce quest’esperienza magnifica con alcune considerazioni conclusive:

– Il clima è fresco, con un bel sole e tanto vento, che a volte rende difficile la permanenza in spiaggia;

– Ci sono moltissimi anziani di tutta Europa e gli italiani sono pressoché inesistenti (per fortuna!);

– L’isola è un continente in miniatura, cioè in dieci minuti si passa dal mare alla montagna, dal deserto al verde, ha degli scenari da favola;

– La vita è un po’ meno cara dell’Italia, specie al supermercato; la benzina, ad esempio, costa 0,90€.

– Si può girare di notte senza problema, l’unica accortezza è di chiudere bene porte e finestre per evitare i ladri in casa.

In conclusione, consiglio di andarci, ma… occhio… non è Sharm el Sheick, la temperatura qui è diversa, fa più fresco, è tutta un’altra storia, ma io ho già voglia di ritornarci!



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