Mauritius… full immersion
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A Mauritius noi ci siamo capitati un po’ per caso, reduci dalla vacanza di tre settimane in Islanda dell’anno scorso, quest’anno purtroppo avevamo un budget piuttosto limitato eppure la voglia di qualche posto esotico di mare fuori stagione era tanta forse troppa soprattutto per me così non mi arrendo e verso luglio inizio a tuffarmi in internet alla ricerca di qualche buona occasione. All’inizio mi dirigo verso le solite mete “economiche” come Sharm, Capo Verde, ma poi mi imbatto in una foto di una spiaggia bellissima, candida, con un mare azzurro cristallino e sullo sfondo una foresta rigogliosa, è amore a prima vista ed lì che voglio andare, scopro che è una delle tante spiagge di Mauritius. Inizia la mia ricerca disperata di qualche buona offerta all’inizio in qualche bel villaggio, leggo recensioni, racconti di viaggio e poi casualmente scopro forse la perfetta soluzione che fa al caso nostro, non il solito villaggio-resort, non un hotel ma una “villa” gestita da mauriziani, vicinissima alla famosa spiaggia di Belle Mare, dove molti italiani hanno ormai l’abitudine di andare. È una specie di struttura a conduzione famigliare, i commenti in internet sono discordanti ci sono persone che non risparmiano complimenti per come è gestita questa piccola struttura ed altre invece che lo criticano anche in maniera molto decisa. Il posto sembra comunque carino e pulito e così decido di scrivergli per chiedergli un preventivo. Il costo per una mezza pensione in una delle villette a pian terreno con giardino è di 95 euro per due persone, totale per una settimana in due: 665 euro, fantastico ora non ci resta che trovare una buona offerta per il volo. All’inizio cerco in internet quali sono le compagnie che dall’Italia fanno scalo a Mauritus: Air Mauritius, Emirates, Meridiana … sono le principali, guardando sui loro siti il prezzo medio per un biglietto di andata e ritorno si aggira sugli 800 euro a testa, accidenti troppo caro perché noi abbiamo deciso come budget massimo: 1000 euro a testa per volo + soggiorno per una settimana ad ottobre! Missione impossibile? Forse, ma non mi arrendo e continuo a cercare. Intanto mi viene consigliata un’agenzia di viaggi di Milano che mi comunica che per la seconda settimana di ottobre, più precisamente dal 9 al 17 di ottobre con partenza da Malpensa, ha dei biglietti a 600 euro a testa tasse incluse e comprese le spese di agenzia. Meraviglioso perché così il totale del viaggio diventa di 932 euro a testa, ce l’ho fatta sono riuscita a restare sotto il budget da noi prestabilito, finalmente posso incominciare a sognare il mio viaggio alle Mauritius totalmente organizzato fai da me! Ovviamente blocco tutte le prenotazioni. Intanto Dario, il mio compagno di vita e di viaggio, propone ai suoi genitori di unirsi a noi, ammetto che l’idea di avere i suoceri appresso con noi all’inizio non mi esalta ma alla fine viaggiare in quattro è stata una buona soluzione perché ci ha permesso di dividere meglio le spese delle varie gite che abbiamo fatto nell’isola.
Il resto del tempo libero fino alla data della partenza l’ho passato a cercare informazioni sull’isola su internet e leggendo la lonely planet, quest’ultima anche se non è sempre dettagliata la consiglio; ho trovato molto utile anche un blog sulle Mauritius ) perchè dà consigli per mete originali. Intuisco subito che è un luogo ricco di posti da visitare oltre alle bellissime spiagge e capisco che ahimè una settimana è un po’ pochina, pazienza, se ci troveremo bene sarà la scusa per ritornarci tra qualche anno.
Sul sito internet dove soggiorneremo vengono descritti i tour che organizzano a prezzi convenienti, ma io comunque decido di fare un programma di viaggio con qualche giro fai da te che all’inizio pensavamo di autogestire affittando un’auto o con un taxi ma poi non è stato necessario perché abbiamo avuto la possibilità di avere a disposizione per tutti i 7 giorni un autista mauriziano che parlava perfettamente italiano, simpaticissimo e preparatissimo; con lui abbiamo visitato in lungo e in largo tutta l’isola e se abbiamo potuto assaporare a 360° la vera essenza dell’isola è tutto merito suo (per giunta a buon prezzo: 400 euro a coppia per tutta la settimana).
Ricapitolando, numero viaggiatori: 4, Io (Elena), Dario, e i suoi genitori, Gabriella e Roberto; la compagnia aerea: Meridiana, volo diretto da Malpensa partenza il 9 ottobre alle ore 19:50 con arrivo all’aeroporto internazionale Sir Seewoosagur Ramgoolam alle ore 09:00 e ritorno il 17 ottobre con partenza alle ore 10:35 a Mauritius e arrivo a Malpensa alle ore 20:00; sistemazione da Asso Villa in: 2 camere matrimoniali con servizi privati in 2 villette separate al piano terreno.
primo GIORNO – LUNEDÌ 10 ottobre
Eccoci di nuovo a raccontare un nostro viaggio sempre in un’isola ma questa volta dall’altra parte dell’emisfero, l’isola Mauritius. Volo diretto Malpensa-Mauritius in orario, prese le valigie abbiamo subito trovato ad attenderci fuori dall’aeroporto uno dei “ragazzi” che fanno parte del team di Asso. Caricate le valigie sul pick-up, gli diciamo subito che non vogliamo perdere nessun momento prezioso della nostra breve vacanza e così gli chiediamo di portarci a Mahébourg, una cittadina sulla costa est vicino all’aeroporto, dove c’è un vivace mercato di frutta e verdura locale che mi avevano consigliato di visitare. Abbiamo fatto un giro per le numerose bancarelle alcune con verdure a noi sconosciute e dove facciamo i nostri primi acquisti di prodotti locali come le stecche di vaniglia, la cannella, lo zenzero… Il mercato c’è solo il lunedì ed è pieno di gente e ci siamo subito ritrovati immersi nei colori e profumi dell’isola. Dopo un giretto di un’ora decidiamo di pranzare in 2 posti caratteristici, prima dal famoso Shyam, un chioschetto all’interno del mercato che vende i dhal puri, delle specie di crepes salate fritte ripiene di salsa di lenticchie, curry e chili, un po’ piccanti ma decisamente gustose, vale la pena provare anche le sue melanzane fritte. Dopo siamo andati da Pyramide, un locale quasi di fronte al mercato per provare invece il noto biryani, un piatto con riso, pollo al curry e verdure, anche questo molto buono, il tutto al modico prezzo di neanche 2 euro a testa.
Dopo siamo andati a visitare il Museo Nazionale Navale dove ci sono alcuni reperti delle varie epoche coloniali olandesi, francesi ed inglesi, interessanti foto dei primi del 900 e dove abbiamo perso un po’ di tempo a cercare un quadretto che descrive la lonely planet dove sono raffigurati due olandesi sopra una gigantesca tartaruga, davvero buffo, vi sfido a trovarlo se mai capiterete da quelle parti.
Poi dopo un’ora di macchina, costeggiando il mare, arriviamo finalmente da Asso Villa, la nostra sistemazione per tutta la settimana. Subito capiamo che è un luogo piccolo ma accogliente, veniamo accolti da delle ragazze che ci mettono una ghirlanda di fiori al collo e ci offrono un rinfrescante cocktail di frutta. Veniamo poi portati nell’area ristorante per un breve briefing sugli “usi e costumi” della villa, offrendoci intanto una tazza di caffè rigorosamente italiano. Questa sistemazione in realtà non è un hotel, sembra più una specie di pensione-guesthouse a conduzione famigliare, ovviamente con tutti i pro e contro.
Purtroppo oggi il tempo non è granché, è nuvoloso e ventoso. Comunque dopo aver sistemato i bagagli nella nostra stanzetta un po’ piccolina per i mie standard ma pulita e in posizione tranquilla, decidiamo di fare una passeggiata lungo la spiaggia di Belle Mare che si trova davanti alle villette appena attraversato una strada ed un boschetto. Devo dire che la spiaggia è carina e, anche se oggi il tempo non lo consente, dove vale la pena tuffarsi. Tornati alla nostra villetta, trascorriamo un po’ di tempo a bordo della piscina davanti a noi per rilassarci e dopo una rigenerante doccia decidiamo di fare una passeggiata per il paese.
Belle Mare è un piccolo paesino dove però spuntano negozi un po’ sospetti di note marche d’abbigliamento come Ralph Lauren, Hugo Boss… che dubitiamo essere vere, ma devo ammettere che in questi e in altri negozi di “capi firmati” sparsi per l’isola si trovano prodotti forse contraffatti, ma di buona qualità.
Tornati dal nostro giro gustiamo come aperitivo un bel piatto di stuzzichini accompagnati da un buon cocktail analcolico o col rhum locale. Come prima cena siamo rimasti piacevolmente soddisfatti, tutto davvero buono specialmente il polipo alla griglia; a cena è sempre compreso il bere, acqua o vino (sudafricano discreto). Terminata la cena abbiamo parlato un po’ con quelli che organizzano i tour per capire quali gite fare nei prossimi giorni e poi a nanna. Stanchi ma felici per la scelta fatta, convinti che quest’isola ci affascinerà.
secondo GIORNO – MARTEDÌ 11 ottobre
Oggi Tour del Nord. Subito ci dirigiamo verso la caotica capitale, Port Louis, in cui si mescolano sprazzi di ardita architettura contemporanea ad edifici coloniali di pregio. La città è protetta a semicerchio da una piccola catena di monti (Moka) dalle forme più strane che hanno ispirato nomi decisamente originali (le tre mammelle, testa d’uomo…).
Arrivati in centro veniamo lasciati vicino al porto di fronte al Museo Postale, famoso per due francobolli tra i più rari del mondo e ci dirigiamo verso il Mercato Centrale dove facciamo un giro e ci soffermiamo davanti ad un curioso banco dove si vendono tisane per ogni tipo di malattia dal semplice mal di stomaco al diabete, colesterolo… e tante altre. È senza dubbio uno dei luoghi più frequentati e una delle attrattive maggiori della città, è aperto tutta la settimana compresa la domenica mattina. Dopo siamo entrati nel Quartiere Cinese, da cui si accede da una delle 2 porte dell’amicizia, pieno di negozi con le tipiche cianfrusaglie cinesi intervallati da ristoranti ovviamente cinesi. La popolazione cinese delle Mauritius è molto antica e stranamente di religione cristiana. Passeggiando sulle trafficate vie Royal ci troviamo di fronte alla candida moschea Jummah, curiosamente all’interno del quartiere cinese, e la principale dell’isola; notevole la porta principale d’ingresso, in teck scolpito, sormontata da un arco decorato e ornata da un vetrata colorata e incisa in rame.
Incredibile come a stretto contatto tra di loro vivono arabi, cinesi, indiani. In effetti, la popolazione è parecchio eterogenea, la maggioranza è di origine indiana, poi ci sono africani, cinesi, arabi ed europei, la loro presenza è il risultato degli svariati secoli di epoca coloniale, all’inizio olandese poi francese e per finire inglese. Certamente le varie popolazioni, in particolare di origine africana e indiana, hanno dovuto lottare molto per conquistarsi libertà e spazio nella gestione politica, ma le vicende storiche hanno finito per unire invece che dividere, e ciascun ceppo razziale ha rinunciato a una concezione integralista di se stesso per confluire in un unicum mauriziano fatto di tante sfaccettature, diverse per colore della pelle, religione, riti, lingua e modi di vivere, vestire, mangiare, partecipare alla vita istituzionale. Le varie strisce colorate della bandiera delle Mauritius vogliono proprio simbolicamente rappresentare e unire tutto questo.
A Place d’Armes, definita la Champs-Élysées delle Mauritius, ammiriamo la statua di uno dei personaggi più famosi e amati nella storia dell’isola, Sir Mahè de la Bourdonnais. Da qui un breve viale fiancheggiato da due controviali paralleli e da alte palme si inoltra verso la città. Intorno alla piazza ci sono ancora delle case coloniali originali molte delle quali ora sedi di banche.
Spossati dal caos e dall’aria calda e afosa della capitale ritorniamo al punto di partenza dove ci aspetta il nostro autista, ma prima di ripartire ci rinfreschiamo bevendo il latte di cocco direttamente dal frutto bucato appositamente per infilarci la cannuccia.
Risaliti sul pick-up andiamo a Pamplemousses per visitare il famoso giardino botanico, un immenso parco che ospita circa 500 specie di piante secolari (costo del biglietto di ingresso + visita guidata: 150 rupie). Con una guida abbiamo fatto una piacevole passeggiata all’ombra di palme di ogni tipo: reale, a piede di elefante, da datteri, a bambù e ammirato la Taliput Palm, che fiorisce solo dopo circa 50 anni dalla nascita per poi morire subito dopo, … alberi di canfora, cannella, noce moscata, immensi alberi di baobab e tanti altri. Spettacolare è il laghetto delle ninfee amazzoniche e i cui fiori sono bianchi al mattino e rosa alla sera quando sfioriscono. Poco lontano c’è uno stagno di fiori di loto, bianchi e gialli. Altre attrazioni dei giardini sono lo Chateau Mon Plasir del 1850, il mulino della canna da zucchero e il recinto delle tartarughe giganti di Aldabra importate nel 1875.
Dopo un’ora e mezza di visita andiamo poi a cercare una spiaggetta del Nord dove poter fare il bagno e prendere un po’ di sole. La meta iniziale è Mont Choisy, ma per la presenza eccessiva e troppo ravvicinata di motoscafi che sfrecciano velocissimi e vicinissimo alla spiaggia l’abbiamo subito scartata. Ci siamo quindi diretti a Pereybere, una spiaggia più piccola ed incorporata nella omonima città ma almeno meno trafficata e dove abbiamo fatto un bagno e preso un po’ di sole.
Sulla via di ritorno ci siamo fermati a Cap Malhereux, punto più settentrionale dell’isola e tappa obbligata per visitare la chiesetta di Nostra Signora Ausiliatrice, di legno bianco a una navata dal tetto color rosso. Proseguendo lungo la costa verso est ci siamo fermati ad un tempio indiano sul mare.
Tornati alla “Villa”, ci siamo rilassati un po’ aspettando la cena. Anche questa volta i cuochi ci hanno preparato buonissimi piatti a base di pesce, tutto davvero ottimo e abbondante.
terzo GIORNO – MERCOLEDÌ 12 ottobre
Oggi il tempo non promette nulla di buono, già dal mattino ci sono nuvole nere e minacciose, cariche di pioggia che ci fanno subito capire che la giornata sarà un po’ umida, ma la nostra guida ci rassicura dicendoci che il tempo alle Mauritius cambia molto repentinamente e quindi di avere fiducia.
Oggi il tour che abbiamo fatto l’ho pianificato personalmente dall’Italia, leggendo la lonely e alcuni diari di viaggio. Indicativamente abbiamo seguito la Route du Thè (www.saintaubin.com) per visitare alcune tipiche case coloniali e fabbriche. Noi abbiamo seguito il consiglio della lonely facendo il percorso a ritroso da sud verso nord, concludendo il giro nella splendida tenuta di Eureka.
Prima tappa: Saint Aubin, famosa per la fabbrica di Rhum agricolo, cioè artigianale, e la coltivazione di vaniglia e Anturium. Per quanto riguarda la visita guidata (costo 350 rupie a testa) con assaggio, è stata molto deludente, vale la pena comunque visitare la serra piena di Anthurim e Orchidee di Vaniglia in fiore.
Dopo siamo andati a visitare la famosa fabbrica di tè di Bois Chérì con degustazione finale (costo: 400 rupie a testa. Attenzione: la visita fuori stagione c’è solo il mercoledì mattina conviene quindi informarsi). Questa tappa la consiglio perché il giro all’interno dello stabilimento è molto interessante, si possono vedere tutti i passaggi per trasformare delle semplici foglioline verdi di Camellia sinesis in profumatissima polvere di tè, anche aromatizzata naturalmente alla vaniglia, cocco, frutti esotici. Durante la degustazione in un locale dove si gode una meravigliosa veduta abbiamo assaggiato i vari tipi di tè che la fabbrica produce. Personalmente il tè verde non mi è piaciuto molto (è migliore quello cinese), buonissimo invece quello al cocco e ai frutti esotici.
Usciti dalla fabbrica ci siamo diretti a nord verso Moka per arrivare ad Eureka (www.maisoneureka.com), un posto stupendo dove vale la pena fermarsi per trascorrere mezza giornata nell’immenso parco di stile inglese attorno alla villa di architettura coloniale ai piedi delle montagne Ory. Appena arrivati, essendo ora di pranzo, decidiamo di pranzare nel bellissimo portico della villa, scegliendo il loro menu degustazione a 759 rupie a testa, escluso il bere; come antipasto ci hanno servito un tortino di verdure e marlin affumicato, il piatto principale era invece composto da riso con pesce al curry insieme a tante salsine e verdure, davvero tutto squisito, e per finire gelato alla vaniglia con cocco grigliato.
Dopo pranzo spunta miracolosamente il sole così decidiamo di visitare le cascate (biglietto d’ingresso: 175 rupie a testa) che si trovano dietro la casa, seguendo un agevole sentiero si arriva infatti a due cascate completamente immerse in una foresta tropicale. Tornati indietro visitiamo la residenza, unica a essere aperta al pubblico come museo, è la più grande dell’isola: 14 stanze completamente arredate con i mobili dell’epoca.
Ritornando indietro vicino a Centre de Flacq ci siamo fermati in un grosso negozio di tre piani pieno di souvenir, dove abbiamo fatto qualche acquisto a buon prezzo.
Siamo poi arrivati a “casa” stanchi, ma comunque soddisfatti per come è andata la giornata perché per fortuna anche se il tempo non è stato perfetto siamo lo stesso riusciti a visitare tutto quello che avevo programmato.
Però ahimè ancora sazi non siamo riusciti ad apprezzare completamente la cena tipica mauriziana preparata per noi, tutto sempre meravigliosamente squisito.
quarto GIORNO – GIOVEDÌ 13 ottobre
Al mattino il cielo era coperto ma abbiamo comunque deciso di rischiare a fare un’altra escursione, questa volta dedicata a natura, mare e … sole, si spera.
Leggendo su alcuni siti in internet e sulla guida avevo scoperto la possibilità di visitare l’Ile aux Aigrettes (www.ile-aux-aigrettes.com), una riserva naturale gestita da una fondazione locale, la Mauritian Wildlife Foundation, che sta cercando di ricreare su quest’isola l’ecosistema originario di Mauritius. Un progetto duro e difficile iniziato nel 1985 e portato avanti da una decina di biologi e alcune guardia parco. Per arrivare all’isola c’è una barca che parte ad orari prestabiliti dal ponte d’Esny. Il costo per un’ora e mezza di visita guidata è di 800 rupie a testa che vale davvero la pena spendere perché il giro è molto interessante. Per fortuna intanto le nuvole scompaiono per lasciare spazio al sole per il resto della giornata. Durante la visita siamo riusciti ad avvistare il famoso piccione rosa, una specie di tartaruga gigante piuttosto longeva visto che può vivere fino a 200 anni, alcuni gechi, compreso una specie gigante. Tra la flora abbiamo visto alcuni alberi d’ebano, ormai quasi estinti a causa del disboscamento indiscriminato dall’epoca coloniale fino ai giorni nostri.
Tornati sulla terraferma siamo andati a Blue Bay dove abbiamo trascorso il resto della giornata nuotando e prendendo il sole. La baia è carina e tranquilla, con una barca siamo andati anche vicino alla barriera corallina (costo: 1000 rupie per 3 persone). Siamo riusciti a vedere diversi pesci, ma rispetto a ciò che avevo letto in internet sono rimasta delusa perché rispetto a Sharm la varietà e la quantità di pesci è decisamente inferiore. Comunque nel complesso abbiamo trascorso una bella giornata.
quinto GIORNO – VENERDÌ 14 ottobre
Oggi finalmente abbiamo fatto il famoso Tour dei delfini! Credo di poter affermare che per me è finora stata l’esperienza più elettrizzante ed unica nella vita.
L’unico tasto dolente di questa gita se si soggiorna ad est come noi è l’orario di partenza: alle 5.50 di mattina. Dopo 2 ore di viaggio in mezzo al caotico traffico del mattino attraversando immense piantagioni di zucchero e costeggiando le famose saline della costa ovest con i lavoratori già all’opera, siamo salpati con un motoscafo nella baia di Tamarin e dopo pochi minuti, usciti dalla barriera corallina, incominciamo ad avvistare i primi delfini che poi si scoprirà essere più di un centinaio. Appena si riusciva a raggiungere un gruppo saltavamo giù dalla barca per poterci avvicinare, ritrovandoci a nuotare in mezzo a loro. Prima di tornare a terra ci siamo fermati nei pressi di una barriera corallina per immergerci in un bellissimo acquario naturale.
Dopo 2 ore in barca, la nostra guida-autista ci ha portato a mio parere nella spiaggia più bella dell’isola sulla costa ovest, dopo la Morne quasi di fronte all’isolotto Fourneau, dove abbiamo trascorso il resto della giornata nuotando e prendendo il sole. Il mare è poco profondo ma qua e là siamo comunque riusciti a vedere una gigantesca stella marina, ricci viola e verdi, il buffo pesce scatola e qualche altro pesciolino colorato.
Sulla via del ritorno ci siamo fermati in un supermercato per comprare il loro tè aromatizzato (quello della fabbrica Bois Cheri conviene non comprarlo nel negozio della fabbrica perché più caro rispetto ai supermercati), qualche preparato per alcuni piatti indiani, lo zucchero di canna e il marlin affumicato.
Ma il pezzo forte è stata la cena in spiaggia inclusa nel nostro pacchetto a base di insalata di polipo, spiedini di pesce e aragoste alla griglia, tutto davvero ottimo, con alla fine anche uno spettacolo di Segà, il ballo tradizionale creolo dai ritmi africani.
sesto GIORNO – SABATO 15 ottobre
Siamo quasi alla fine della nostra vacanza e così decidiamo di fare il Tour del Sud. Sinceramente non mi è piaciuto molto, non fraintendete le diverse mete sono belle, ma il tempo necessario per raggiungerle è tanto, così si finisce per stare sempre in auto e fare tappe mordi e fuggi senza poter godere appieno dei paesaggi, inoltre io avrei invertito alcune mete per avere la migliore luce nei vari siti.
Noi, infatti, da Belle Mare ci siamo diretti verso Moka per poi scendere a Floreal e Curepipe, tappe obbligate per chi vuole comprare qualche capo d’abbigliamento “griffato” e per visitare una delle tante famose fabbriche di modellini in legno di velieri famosi, tutti rigorosamente fatti a mano ed esportati in tutto il mondo. Poi da Curepipe si sale su una collina per arrivare a Trou aux Cerfs. Impressionante cratere circolare di un vulcano estinto del diametro massimo di 335m, completamente coperto da una rigogliosa vegetazione e da cui si gode un estesissimo panorama sulle città dell’altopiano e sulla catena di montagne a nord e nord-ovest, tra cui spiccano i tre coni di Les Mamelles.
Usciti da Curepipe ci siamo diretti verso sud. La parte meridionale dell’isola è quasi un profondo sud, se per sud si intendono immense distese ondulate coltivate a canna da zucchero dalle quali emergono le piccole piramidi di sassi vulcanici, piccoli insediamenti e natura rigogliosa costellata da laghi, laghetti, fiumi e cascate. Mare aux Vacoas è il bacino d’acqua più esteso di tutta l’isola situato nella parte meridionale di Curepipe, il lago alimenta le città dell’altopiano tramite un acquedotto che corre lungo la strada. Proseguendo da qui sempre verso sud si raggiunge il bivio di Le Petrin, la strada sulla sinistra conduce a Grand Bassin, il famoso lago sacro agli indiani con un’immensa statua di Shiva alta 35m. Il lago non è molto grande ed ha un isolotto al centro, le sue sponde sono racchiuse dalla natura verdeggiante e da un tempio hindù. Ci sono numerose statue sacre e la mucca sacra, qua e la si possono incontrare scimmie sacre a cui viene dato spesso cibo come offerta essendo considerate sacre.
Costeggiando il Black River Gorges Park, che si può ammirare dall’alto da uno dei tanti bel vedere che la strada circonda, si arriva nella zona di Chamarel. Pagando il biglietto d’ingresso (125 rupie a testa) si raggiungono delle cascate alte 90m e le famose terre dai 7 colori che però io consiglio di vedere con la luce del mattino. Luogo dove le eruzioni vulcaniche hanno depositato, a strati perfettamente distinti, ceneri e polveri che nel corso dei millenni il clima umido e caldo hanno decomposto permettendo di virare in diversi colori: si tratta infatti di piccole collinette a bande di colore che vanno dal rosso scuro al giallo ocra, passando per tonalità verdi, blu e grigie. Per concludere, al ritorno ci siamo fermati in un belvedere sopra la baia di Tamarin per godere di una meravigliosa vista panoramica e dove vale la pena restarci fino al tramonto.
Essendo molto lungo il giro siamo tornati appena in tempo per la cena, questa volta piatto forte della serata: spaghetti con sugo ai ricci di mare, espressamente richiesto da tutti noi.
Domani sarà l’ultimo giorno e purtroppo ci toccherà anche il rituale più triste di ogni vacanza: fare le valigie.
settimo GIORNO – DOMENICA 15 ottobre
Essendo l’ultimo giorno pensavamo di passarlo sulla spiaggia di Belle Mare di fronte a noi, ma all’ultimo ci siamo uniti ad altri ospiti per andare nella nota isola dei Cervi, meta che io non avevo inserito nel mio tour.
Quest’isola si trova sulla costa est a pochi minuti da Belle Mare ed è ormai una tappa obbligata in tutti i pacchetti di viaggio. Sicuramente andrò in controtendenza dicendo che a me non è piaciuta, perché ormai è troppo turistica soprattutto di domenica. Inoltre noi siamo arrivati con la bassa marea e c’era molto vento quindi abbiamo preferito fare un giro intorno all’isola che purtroppo si può fare solo fino ad un certo punto poi bisogna tornare indietro. Intanto troviamo una baia tranquilla e un po’ protetta dove fare una nuotata e prendere un po’ di sole. In linea di massima se si ha voglia di cercare, qualche spiaggia carina e isolata la si trova, ma di sicuro non è il posto giusto dove fare dello snorkeling, in realtà basterebbe mezza giornata. Per fortuna prima di tornare sull’isola madre la barca ci ha portato a vedere una bella cascata che scende fragorosamente direttamente sul mare dal fiume Grande Riviere Sud-Est.
Siamo poi tornati alla villa piuttosto presto e con la speranza di poter fare gli ultimi acquisti in paese ma ahimè scopriamo che di domenica tutti i negozi chiudono all’una, quindi per il momento i nostri portafogli sono salvi, ma per poco perché il giorno dopo (Lunedì 17 ottobre) abbiamo fatto un po’ di acquisti all’aeroporto visto che c’erano i saldi di un sacco di marche di vestiti per fine stagione, per loro invernale. Consiglio vivamente di comprare le loro maglie di cashmere perché di ottima qualità e a buon prezzo. Inoltre abbiamo fatto la scorta di banane fritte, tipo patatine, che consiglio di assaggiare e portare agli amici come souvenir originale.
Per concludere posso affermare che a noi Mauritius ha piacevolmente sorpreso e affascinato. E’ un’isola multietnica, verdissima, dai mille colori, profumi e con spiagge e panorami mozzafiato che consiglio a tutti di visitare e che si può tranquillamente fare fai da te al massimo, come abbiamo fatto noi, in compagnia di un locale che possa aiutare a scoprire meglio tutti i lati più o meno nascosti dell’isola. Spero, quindi, che questo mio diario di viaggio possa essere un valido aiuto per chi vuole tuffarsi in quest’isola dai mille volti.