Lisbona, la capitale esotica d’Europa

Completamente immersi in una città che la storia ha separato dall'Europa
Scritto da: Git_Sedentario
lisbona, la capitale esotica d'europa
Partenza il: 28/05/2008
Ritorno il: 02/06/2008
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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“La giornata è così bella che non ho neanche voglia di sognare. L’assaporo con la sincerità dei sensi alla quale l’intelligenza si abbandona. Passeggio come un commesso liberato. Mi sento vecchio soltanto per avere il piacere di sentirmi ringiovanire.”F.P. “Si estende su sette colli – altrettanti punti di osservazione dai quali si possono godere i panorami più splendidi – il vasto, irregolare e multicolore insieme di edifici che forma Lisbona. Per il viaggiatore che vi giunga dal mare, Lisbona, anche vista in lontananza, sorge come una bella visione di sogno, stagliata contro un cielo azzurro splendente che il sole allieta con il suo oro. E le cupole, i monumenti, gli antichi castelli appena al disopra dell’insieme di edifici, sono come lontani araldi di quel luogo delizioso, di quella regione benedetta.” Ogni ritorno a Lisbona è, per me, un po’ come sentirsi a casa, dal ’98 in cui la visitai per la prima volta, mi è rimasto il piacevole ricordo dell’atmosfera unica di questa città.

Ogni volta che torno a Lisbona è come mettere piede in una città unica; la luce particolarmente chiara, gli inverni miti, ma spesso piovosi, le estati caldissime e i colori vivi, mi cullano come pochi altri luoghi al mondo. Di sicuro l’attrazione che provo per Lisbona è viscerale e del tutto irrazionale. Non ho ancora finito di vedere tutto ciò che offre, benché dia molto meno rispetto a tante altre capitali europee, ma ogni volta non posso esimermi dal compiere il “giro classico” della città. Risalire il colle su una strada sinuosa per arrivare alla cattedrale è sempre emozionante, la Sé (la cattedrale, appunto) si nasconde quasi per intero dietro la Igreja de Santo Antonio come a vergognarsi della sua storia; sotto la dominazione araba questa era la moschea principale di ‘al-ʾIšbūnah’, una della maggiori città di una terra costantemente sotto assedio. Le mura color ruggine e l’aspetto da fortezza militare sorprendono per l’imponenza e l’austerità; l’interno buio della cattedrale ed il cupo chiostro (nonostante sia a cielo aperto) sono attrazioni a cui, ogni volta, non riesco a sottrarmi. Proprio nel chiostro, a testimonianza della storia millenaria, è da tempo attivo uno scavo che affonda le dita fino alle origini della città. All’esterno, dicevo, la bella Igreja de Santo Antonio dove viene venerato Sant’Antonio da Padova, originario proprio di Lisbona. La particolare posizione in cui sorge, la fa sembrare un bianco sipario barocco di fronte alla cattedrale. La chiesa è costruita sulle rovine di quella che si ritiene fosse la casa natale del santo e l’angusta cripta fa scendere fino al cuore delle antiche mura.

Sotto il castello di San Giorgio, aggrappato alla collina, c’è il labirintico quartiere dell’Alfama, “il vecchio quartiere dei pescatori, che ancora conserva gran parte del suo antico aspetto. […] Il turista […] avrà la nozione, che non potrà essergli data da nessun altro luogo, di come era Lisbona in passato. Qui ogni cosa evoca il passato; l’architettura, il tipo di strade, gli archi e le scalinate, i balconi […], le genuine abitudini della gente che vive una vita piena di timore, di chiacchiere, di canzoni, di povertà e di sporcizia.” Questo che un tempo era un quartiere malfamato (era solo il 1998), ora si presenta come una torta di panna disegnata dalle abili dita di un pasticciere. I colori delle case vanno da vivaci tinte pastello a facciate piastrellate in puro stile portoghese fino a mura in calce bianca.

Le case storiche del quartiere si arroccano tra il Tago e il castello moresco sovrastante con un ordine all’apparenza casuale, tutto il quartiere è un continuo alternarsi di scalinate e tortuosi vicoli. L’Alfama è tempestata di ristoranti, locali spesso piccoli, ma sempre molto accoglienti che propongono serate a base di baccalà e Fado, ossia la pietanza e il canto tipici della tradizione portoghese. Nella parte alta dell’Alfama si apre il ‘miradouro’ (terrazza panoramica) di Santa Luzia con azulejos che decorano la terrazza fin sul parapetto. Questo, come altri scorci a Lisbona, la caratterizzano in maniera inequivocabile. L’alternarsi di scorci e panorami è una caratteristica propria di Lisbona, come ogni città costruita su un intricato alternarsi di salite e discese. Lo scorcio che si apre salendo dal basso diventa quasi sempre uno spettacolo di panorama, una volta giunti alla sommità. Risalendo ulteriormente il colle, si arriva al castello di Sao Jorge di origine araba; la fortezza è circondata da possenti mura ed all’interno, oltre al pittoresco mini-quartiere di Santa Cruz, sono ricavati spazi per esposizioni; la posizione privilegiata di sentinella permette di dominare il quartiere della Baixa ed il centro della città nell’entroterra, ma lo sguardo è libero fin dall’altro lato dell’ampio braccio di fiume e l’altra sponda. La particolare morfologia urbana di Lisbona è dovuta al fatto che, come Roma, è costruita su sette colli ed esplorarla è un continuo saliscendi di strade trafficate o vicoli scoscesi. Ogni zona sopraelevata si propone come “balcone” naturale dai quali si aprono privilegiati punti di osservazione sulle piazze e le vie sottostanti mettendo a nudo i disegni di un piano urbanistico in gran parte studiato a tavolino. Alle 9.30 del 1° novembre del 1755 vi fu, infatti, un terribile terremoto che, con la seguente onda di maremoto, rase al suolo tutta la zona bassa della città e il Marchese di Pombal, austero ministro portoghese, fece ricostruire gli ampi quartieri distrutti attuando un piano urbanistico molto rigido ed incurante delle esigenze della popolazione ormai senza tetto.

Sempre nella parte alta dell’Alfama si erge imponente laIgreja de Sao Vicente de Fora, costruita per San Vincenzo patrono della città, si unisce ad un antico monastero agostiniano, l’imponente chiesa custodisce tutt’ora le spoglie di quasi tutti i re del Portogallo. Tutte le volte che sono arrivato qui, purtroppo, non sono mai riuscito a trovarla aperta; il colpo d’occhio che dà è però imponente e per raggiungerla bisogna affrontare il solito saliscendi, con l’alta probabilità di trovarla chiusa. A poca distanza, almeno in linea d’aria, c’è Santa Engràcia, il Pantheon Nazionale; anche questo facilmente riconoscibile da diversi punti della città. Presenta una struttura cubica in stile classico ed un enorme cupola, il pantheon raccoglie le spoglie di celebri personaggi portoghesi tra cui Vasco da Gama, Luìs Vaz de Camoer e Amalia Rodriguez.

Scendendo in città si entra nella Baixa, questo quartiere, nella valle tra i colli circostanti, si presenta come un reticolato fatto di strade perpendicolari e parallele fino a rendere il graticcio uniforme frutto della ricostruzione cui accennavo prima. Riconoscibile la rua Augusta dove l’arco ad una estremità proietta lo sguardo verso il Tago e verso l’antico porto di approdo delle navi. Superato l’arco, come detto, si arriva fino al fiume, non senza attraversare la favolosa Praça do Commercio. “La Praça do Comércio, […] occupa uno spazio enorme, perfettamente quadrato, bordato sui tre lati da edifici in stile uniforme dagli ampi archi di pietra. […] Il quarto lato della piazza, a sud, è formato dallo stesso Tago, assai ampio in questa parte […]. L’aspetto generale della piazza è tale da offrire un’impressione di piacevolezza anche al più esigente dei turisti.” Le ali dell’edificio abbracciavano le navi che attraccavano al molo, l’imponenza e le dimensioni dello spazio sorprendevano per l’eleganza e la statua equestre di Re José I dava il benvenuto alle autorità in visita alla città. Questo immenso spazio è particolare perché l’enorme edificio di color giallo vivace (il colore Reale) trasmette una piacevole sensazione di accoglienza. Qui era il luogo dove sorgeva il palazzo reale (la piazza era infatti conosciuta come ‘Terreiro do Paço’, Piazza del Palazzo), sostituito con Praça do Commercio nel periodo di ricostruzione succeduto al terremoto. Un nuovo palazzo reale venne ricostruito in seguito nel quartiere Ajuda, ma questa nuova residenza reale non concede grosse motivazioni per una visita. Risalendo da Praça do Commercio è incantevole la vista della Sé che spunta in alto sulla destra. “Sulla parte alta della piazza, di fronte al fiume, si trovano tre strade parallele; quella di mezzo è arricchita da un magnifico arco trionfale di grandi dimensioni. […] Rua do Ouro, a causa della sua importanza commerciale, è la strada principale della città. […] Quasi al termine superiore della strada, sul lato sinistro se la si risale, c’è l’ascensore di Santa Justa. […] E’ uno dei belvedere di Lisbona e suscita sempre grande ammirazione nei turisti di qualsiasi provenienza.” Le altre parallele sono costituite da Rua Augusta e Rua da Prata, facile immaginare, in queste vie, negozi di orafi e gioiellieri. Altra parallela è Rua dos Correeiros dove, oggi, si succedono diversi ristoranti in cui non si mangia proprio male. Proseguendo verso l’altro lato rispetto al fiume, si arriva in Praça Dom Pedro IV (chiamata ‘Rossio’) e in Praça da Figueira. Queste due piazze sono divise su un lato da un unico palazzo che fa da semplice divisorio. La contiguità dei due spazi non li ha resi però simili. Praça da Figueira, nonostante le dimensioni, è un luogo intimo della città, mi ha sempre dato questa impressione per il costante via vai di gente che aspetta tram e bus o che si affaccenda in negozi non proprio di prim’ordine. Non credo infatti che in questa piazza vi sia un solo negozio di lusso. Inoltre in questa piazza, io e i miei amici, abbiamo soggiornato nel lontano 1998 per dodici mila lire a notte, nella ‘Pensao Iberica’; tutt’ora si legge l’insegna del piccolo alberghetto al terzo e quarto piano del palazzo che ospitava, tra l’altro, un negozio di tende. Il ‘Rossio’ (Praça de Dom Pedro IV) “si tratta di un vasto spazio quadrangolare bordato su tutti i lati, eccetto quello a nord, da edifici di ‘stile Pombal’; transitandovi tutte le linee di trasporto, è il vero centro di Lisbona. […] Nella parte alta della piazza sorge il Teatro Nacional Almeida Garrett, che risale al 1846, […]. Più o meno da queste parti si trovava l’antica Inquisizione.[…] L’edificio della stazione fronteggia il lato occidentale del teatro. La facciata in stile manuelino abbondantemente dentelée, con grandi porte-finestre a ferro di cavallo.” La pavimentazione in sampietrini bianchi e neri riproduce le onde del mare e da quasi un aspetto a tre dimensioni della piazza. Nell’ ampio spazio lastricato di solito prendono vita luoghi d’intrattenimento (in inverno era installata una pista per il pattinaggio su ghiaccio, in estate si tenevano concerti).

Sugli altri lati della piazza si aprono pasticcerie, negozi ed eleganti caffè. In una delle numerose pasticcerie ho assaggiato i favolosi ‘pasteis de Belèm’, tortini alla crema tipici di Lisbona. Guardando in alto, sul colle opposto a quello del castello, si scorgono le rovine della Igreja do Carmo, nudo scheletro dalle bianche ossa della cattedrale do Carmo, spazzata via dalla furia del terremoto. Proseguendo dalla stazione verso nord “entriamo nella grande Avenida da Liberdade o, per essere più precisi, nella Praça dos Restauradores, che ne è l’inizio. Nel centro di questa ‘piazza’ troviamo il monumento che commemora la Guerra di Restaurazione, combattuta dal 1640 in avanti. […] La Avenida da Liberdade (cioè viale della Libertà), aperta nel 1882, è la più bella arteria di Lisbona. È larga novanta metri e lunga millecinquecento, piena di alberi dall’inizio alla fine, e comprende piccoli giardini, laghetti, fontane, cascate e statue. Sale con una pendenza impercettibile ed offre una magnifica prospettiva. […]” “L’Avenida termina in quella che è chiamata la Rotunda o, ufficialmente, Praça Marques de Pombal. È il luogo scelto per l’erezione del monumento a questo grande statista portoghese. […] Il monumento, secondo il progetto, rappresenterà il grande statista sul suo piedistallo di gloria che contempla la sua opera formidabile – la ricostruzione di Lisbona dopo il grande terremoto, la sostituzione del Lavoro e dello Studio alla schiavitù […].” Costeggiando sulla sinistra Praça Dos Restauradores si trova uno dei pochi “Elevador” ancora in funzione che per un paio di euro permettono di risalire la collina fin sulla zona alta del Bairro Alto, a piedi il dislivello, pur non notevole, è coperto con vicoli ripidissimi.

Proprio il Bairro Alto è il quartiere che mi ha sorpreso di più nel corso delle varie volte che sono stato qui. L’atmosfera è cambiata radicalmente. Nel 1998 i vicoli erano bui e i locali, sebbene fossero tanti, avevano l’aspetto consumato ed estremamente vissuto. Ora sono locali ricercati, spesso chic, e regalano al quartiere un aspetto giovane, da ‘movida’; molto al disopra di quanto erano pochi anni fa. Ogni volta che torno nel Bairro Alto non manco di fare un salto al ‘Solar do Vinho do Porto’ per assaggiare il famoso liquore portoghese. Per prezzi non proprio bassi (10/15€) posso assaggiare un bicchiere di Porto con oltre 40 anni di invecchiamento; le bottiglie di questo tipo arrivano a costare fino a 200€, decisamente troppo. Del Bairro Alto è senza dubbio da citare la Igreja de Sao Roque, vera perla del quartiere. Si presenta con decorazioni esuberanti, un altare barocco ricchissimo ed un museo di arte sacra notevole. Tutto nello stile del periodo d’oro Portoghese. Scendendo dal Bairro Alto al Chiado “c’è il Largo do Carmo, dove un tempo sorgeva il Convento do Carmo, fondato nel 1389 […].” Ora gli scheletri degli archi della chiesa carmelitana (un tempo tra le maggiori di Lisbona) ospitano il museo archeologico della città con capitelli e lapidi che adornavano il tempio oltre a mummie e reperti provenienti dal sud America. “L’ingresso principale, formato da un portale con sei arcate ogivali, è uno dei più belli dei suoi tempi.” La piazza antistante il museo è tranquilla e bellissima in primavera con decine di alberi dai profumati fiori lilla e foglie di un verde acceso. Per riscendere alla Baixa si può prendere lo storico Elevador de Santa Justa, dove, dal bar sulla sommità, si può ammirare uno splendido panorama che comprende la Sé, il Castello di Sao Jorge, Il Rossio e tutta la Baixa fino al fiume. Proseguendo, invece, a piedi si arriva al quartiere del Chiado, questo è il vero salotto buono della città con boutique di moda, bar e locali notturni di richiamo e gente in giro a tutte le ore del giorno. E’ rilassante vedere famiglie o gruppi di giovani che si attardano a parlare per le belle vie di questo quartiere. Ma ovunque a Lisbona è facile imbattersi in un’umanità multicolore, la trovi in mercatini organizzati con colorati souvenir o in bancarelle abusive a vendere sigarette, in negozietti di chincaglierie o in ferramenta o anche piccoli negozietti di abbigliamento e biancheria intima. E’ facilissimo vedere gruppi di persone, soprattutto anziani, che frettolosamente entrano in chiesa per la messa quotidiana o che tranquillamente ne escono alla fine; nugoli di persone che passano ore appoggiati al bancone di qualche bar in qualunque quartiere della città. Ma anche loschi figuri che neanche troppo discretamente ti avvicinano per vendere sigarette e tutto ciò che non si può vendere nei negozi. Lisbona è un universo esotico, la vocazione ormai perduta di affacciarsi verso nuovi mondi la ritrovi nei volti della gente, nelle variopinte attività che svolgono. E’ questo che dona un fascino particolare a questa città che, malgrado le ridotte dimensioni, costituisce un universo parallelo ai margini d’Europa e fieramente ignara che esista tanta terra ad est del Portogallo.

p.s.: tra virgolette le citazioni da “Lisbona” di Fernando Pessoa.

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Baixa - rua augusta

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Praca da Figueras

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Castelo de Sao Jorge

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Elevador de Santa justa

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Alfama

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Igreja do Carmo

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Lisbona

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Praca do Comércio

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Lisbona

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Chiado

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Sé (Cattedrale)

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Rossio (Praca dom pedro IV)

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Bairro Alto



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