Libano e Giordania
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Riccardo vive e lavora a Beirut e nonostante i continui movimenti politici e rivoluzionari dell’area, decidiamo di andare a visitare il Libano e, non potendo visitare la Siria, decidiamo di includere la Giordania.
Sabato, volo Alitalia del 01/10/2011, in tre ore ci troviamo a Beirut.
Stentiamo un po’ a trovare il nostro Soufi taxi all’uscita dell’aeroporto… poi lo troviamo, ma il tassista parla solo arabo e dobbiamo chiamare Ric per riuscire a trovare il suo appartamento! Sembra strano ma gli indirizzi a Beirut non funzionano proprio come nel resto del mondo, occorre conoscere non già il numero civico inesistente, bensì il nome del palazzo che coincide con chi lo ha costruito. Beirut, colpisce a prima vista. Ti accoglie con il suo caos, i suoi rumori ma soprattutto con le sue ferite della guerra civile che l’ha segnata. E cosi vedi scheletri di palazzi crivellati, accanto a eleganti palazzine o a pubblicità di esclusivissimi grattacieli. Passiamo la serata a casa di amici per un party tutto italiano ed è l’occasione anche per visitare la famosa strada dei locali, Rue Gouraud.
Domenica
E’ una giornata di sole, prendiamo il taxi e con la magica parola “service” (cosi però il taxi non è esclusivo e può caricare altre persone) per sole 2000 £ libanesi a testa ci facciamo portare a Downtown. Visitiamo la famosa Piazza dei Martiri, il Parlamento estremamente blindato, il suq un po’ troppo moderno e poi una lunga e piacevole passeggiata sotto il sole fino alla Corniche, un grande viale con palme che costeggia il mare adibito, per l’appunto, alla promenade dei locali che oltre a fare i bulli con macchine e motorini, amano anche farsi il bagno in un mare a volte non troppo pulito e fumare il narghilè sugli scogli. Ci fermiamo a mangiare una faja con labneh e timo e proseguiamo la camminata fino agli scogli del piccione, i faraglioni di Beirut. Torniamo indietro passando per Manara e visitando la famosa American University. La sera ceniamo da El falamanki delizioso posto anche all’aperto per mangiare o giocare a carte e fumare narghilè
Lunedì
La mattina incontriamo Jean il nostro autista-guida che ci accompagnerà nella visita del Libano. Al momento è meglio affidarsi ad autisti, per una serie di motivi: il Libano è pieno di Posti di Blocco, alcuni militari parlano solo Arabo, i libanesi e in genere gli arabi (lo stesso lo verificheremo ad Amman) non guidano come gli Europei. Oggi vedremo la Valle della Bekaa. Jean ci rassicura ma Giulio resta teso dopo aver letto gli ultimi avvisi di “viaggiare sicuri”. Visitiamo, su consiglio di Jean, una antica città araba Anjar che ci affascina sia per i resti e i reperti rimasti, sia perché siamo gli unici turisti! Il viaggio prosegue verso Baalbek. E qui, si disvela ai nostri occhi qualcosa di veramente spettacolare. Il sito archeologico di epoca romana è bellissimo, emozionante. Una lunga scalinata ci conduce verso un cortile esagonale dove i resti di ciò che fu ci lascia presagire ciò che vedremo. Immediatamente dopo ci appare il Tempio di Giove dominato dai resti di 6 enormi colonne. Giulio resta impressionato dalla grandezza delle colonne. Leggeremo dopo che sono da guinesss dei primati. Ma il vero spettacolo è il Tempio di Bacco, perfettamente conservato con i suoi fregi e bassorilievi… suggestivo, anzi spettacolare considerato che siamo anche gli unici nel sito! Un pranzo veloce da Arcada nel suq di Baalbek e poi un caffè offerto dal negozietto di souvenir adiacente al “the biggest stone in the world”. Il viaggio prosegue verso Zahle la zona di produzione del vino. Sostiamo, visitiamo e degustiamo da Ksara Cantine e ovviamente compriamo! Torniamo a casa e ci prepariamo per la serata a Amra, quartiere alternativo e di movida di Beirut, ceniamo, beviamo Arak e ci divertiamo.
Martedì
Giornata dedicata ad esplorare la costa a nord di Beirut. Prima tappa è la Jejto Grotto. Io sono abbastanza perplessa, ma Giulio e Jean sono convinti della scelta: stiamo andando a visitare la finalista delle “7 meraviglie naturali del mondo”. Effettivamente mi devo ricredere. Jeito Grotto lascia senza parole: è enorme, fa quasi paura così dura in alcuni tratti tempestati di stalattiti e stalagmiti e cosi levigata in altri. Ancor più suggestivo è il viaggio sul corso dell’acqua sempre nella grotta inferiore a bordo di una barchetta… mai visto nulla di simile! La prima tappa è stata sicuramente d’effetto.
Ci dirigiamo ancora più a nord. Destinazione Bautron, piccolo villaggio di mare con un antico porto in fase di ristrutturazione e che si distingue in Libano per il suo silenzio, la sua pace, il suo ordine, deliziose casette che ricordano vagamente quelle siciliane. Poi una piccola chiesa maronita con un porticato dal quale godersi il mare e la brezza marina. Famosa inoltre per una rinfrescante limonata. Con un bel bicchiere gelato ripartiamo per BYblos. Arriviamo che è quasi ora di pranzo, decidiamo di visitare, comunque, prima le rovine… il pranzo poi sarà più appagante! Le rovine di Byblos sono molto importanti ma in realtà mi hanno deluso un po’, considerato che… non sono rimasti che sassi e 3 colonne… ma Giulio è entusiasta di cotanta ingegnosa civiltà! Non vedo l’ora di uscire, l’obiettivo per il pranzo è Pepe, famoso ristorante di pesce del porto. Due lup de mere, un fatoush, 2 espressi allungati e 2 pudding offerti dalla casa. Davanti a noi un mare calmo, piatto, un silenzio surreale e un piacevole tepore ci coccola nella terrazza di Pepe. Dopo la nostra meritata lunga sosta facciamo un giro al suq ove si trova un famoso negozio di fossili: carino, ma non riesco comunque a comprare nulla di decente. Passiamo la serata a Beirut da Mayrig delizioso ristorante armeno a Gemayzeh: una cena perfetta, ottima e abbondante: taboulè, fattoush, raviolini, kebab con ciliege e altre mille cose e, infine, albicocche ripiene e pudding all’acqua di rose e pistacchi.
Mercoledì
Ultimo giorno alla scoperta del Libano. Iniziamo con la Riserva dei cedri. Shouf è la riserva più grande e più importante in Libano. In effetti sembra quasi un paradiso tutto questo verde! In un paese dominato da grattacieli, scheletri di palazzi e tangenziali, Shouf appare come un luogo incantato. Per cedri, è bene saperlo, non si intendono quegli alberi che producono frutti simili a limoni giganti bensì vere e proprie conifere! Il sentiero nel bosco ci ha disvelato alcuni esemplari veramente interessanti, nella forma, nelle dimensioni e soprattutto nell’età: migliaia e migliaia di anni. Compriamo dei prodotti locali nel negozietto e ripartiamo per Beiteddine per visitare il famoso complesso ottomano costruito dall’emiro Bashir alla fine del 700. Il palazzo, è molto bello, grande, di particolare rilievo sono i bagni e l’hammam.
Per il pranzo decidiamo di fermarci a Mir Amin Palace, un albergo meraviglioso sempre in stile arabo dove gustiamo sulla terrazza – vista vallata – delle gebbe e del fatoush in una suggestiva atmosfera – con tanto di musica – araba. Ripartiamo per l’ultima tappa del Libano: Deir al Quamar delizioso villaggio, ottimo per una pausa… nulla di più. Torniamo a Beirut e ci facciamo un giro a Downtown. Poi di nuovo a casa: stasera cena in terrazza.
Giovedì
Alle 8.30 prendiamo il volo per Amman. Dopo un’ora siamo in Giordania dove ci aspetta Tareq e in 3 ore arriviamo a Petra. Splendido in macchina attraverso la Desert Highway, la strada appare come una ferita nel deserto. Arriviamo al nostro albergo: il Petra Moon è moderno, pulito, accogliente, adiacente all’ingresso di Petra… insomma un meraviglioso deal fatto su Booking.com. Mangiamo al volo un fatoush e un panino e partiamo alla scoperta di Petra. E la città patrimonio dell’Unesco ci fa subito una bella sorpresa: l’ingresso costa 55 JD a persona (65 €!!!), senza carta ma solo cash. Muniti del preziosissimo biglietto varchiamo trepidanti nel magico mondo incantato di Petra, culla dei Nabatean, dei romani e dei Bizantini. Ci vogliono un pò di metri prima di iniziare a scoprire Petra, che inizialmente appare come una sorta di suq dove spennare i turisti. Veniamo subito assaliti da beduini o simili tali che conducono cammelli, muli e cavalli e che per 5 JD ti portano dove vuoi. E’ facile scoprire, anche solo dalla guida, che non è così e anche se noi non accettiamo nessun passaggio, sono comunque di vertenti e caratteristici da vedersi! Cammina cammina arriviamo al Siq, una sorta di gola rocciosa, perfettamente levigata artisticamente dalla natura e dalla mano dell’uomo. Poi all’improvviso appare – che poi si sa che è lì e apparirà – la famosissima immagine di Petra, il suo simbolo: Il tesoro. Sì, l’immagine è famosa, forse scontata ma effettivamente d’effetto! Perché perfettamente conservato, grande, dai colori indefiniti, così particolare che sembra irreale. In generale Petra si svela come una città magica che ti fa tornare indietro di millenni, anzi forse una città senza tempo cosi tu ti ritrovi in un paesaggio incantato. Insomma, Petra è Petra e non a torto è inserita nella lista delle 7 meraviglie del mondo. Usciremo da Petra dopo il tramonto, il fresco venticello della sera non ci fa sentire la fatica. Ci riposiamo un po’ nel nostro albergo. Ceniamo beduino al The Red Cave e beviamo un drink al Cave: segnalato, bellissimo.
venerdì
alle 7.30 siamo già all’ingresso di Petra: visitiamo, praticamente soli, Colonnade Street, il Grande Tempio e infine ci dirigiamo volenterosi verso il monastero. Percorriamo con un po’ di fatica i famosi 800 gradini… ma il Monastero non delude anch’esso un posto magico che riusciamo a goderci praticamente da soli. Ammiriamo estasiati la vista mozzafiato delle Montagne che circondano Petra e che assomigliano a rughe profonde in un deserto che, a occhio nudo, appare infinito e all’orecchio silente. Vogliamo goderci ancora un po’ questo paesaggio lunare, gustiamo una limonata con menta nel punto di ristoro beduino e poi ripartiamo per la visita dei musei di Petra, e poi altre tombe, templi, i mosaici, al volo un panino diviso in due e poi girando, ammirando, passeggiando, guardando e sudando fino alle 14.30 quando varchiamo definitivamente il cancello di Petra portando con noi sensazioni molteplici e moltitudini di foto. Aspettiamo il nostro autista che per non restare solo si è portato il cognato. Dovremo accompagnare prima il cognato a casa e passando per il mar morto arriveremo ad Amman. Arriveremo al Dead Sea praticamente dopo il tramonto, dopo essere passati per la casa del cognato e aver salutato tutti i figli, bambini, nipoti e parenti, e aver salutato con un semplici gesti (non sai mai cosa toccare) le mogli e cognate. Arriviamo ad Amman alle 20.30, ma sembra molto più tardi. Il nostro albergo lo sapevamo, non è un granchè, un grattacielo anni 70 moquettoso e un un po’ old style. Vabbè ci consoleremo con la cena… e invece usciamo dall’albergo e ci troviamo praticamente su un’autostrada, nessuno parla inglese e riesce a spiegarci, cartina alla mano dove siamo. Iniziamo a camminare in un caos e smog incredibile per raggiungere una strada che – a detta della concierge dell’albergo – dovrebbe essere piena di ristoranti. Scopriamo che è effettivamente piena di ristoranti… per locali. Ci dobbiamo accontentare. Per soli 3 JD mangiamo un ottimo kebab take away e con altri 3 JD portiamo in albergo almeno kg ½ di dolcetti arabi (ne volevamo molti meno ma nessuno ci capiva, nemmeno a gesti!).
Sabato
Ci dedichiamo alla visita di Amman, la notte non ha portato alcun senso di orientamento, quindi trattiamo con il taxi e ci facciamo portare alla Citadel. Arriviamo a destinazione, superiamo tanti giordani che vogliono farci da guida (qui tutti si propongono come tour operator non solo per Amman ma per tutta la Giordania), e siamo dentro.
Ai nostri occhi appare un’area estesa… troppo estesa per il mio corpo già provato da una settimana di cultura! La Citadel è la città antica costruita dai romani e poi dagli arabi. Vistiamo il tempio, la cisterna, la moschea, ci godiamo il suggestivo paesaggio di Amman dall’alto: colline piene zeppe di palazzine in tinta sul giallino che sembrano degli alveari! Prendiamo un altro taxi e raggiungiamo il teatro romano: altra meraviglia, incastonato tra macchine e palazzi! Arriviamo fino al suq, vediamo il Ninfeo e pranziamo da Jafra ristorante vintage, consigliatissimo e buonissimo. Torniamo in albergo dove ci aspetta Tareq che ci riaccompagna in aeroporto dove ripartiamo per Beirut. Passiamo al volo a casa, ci prepariamo e riusciamo subito per la nostra ultima cena libanese: andiamo a rue Monot, la strada dei locali e ceniamo da Abdel Wahab, mangiamo benissimo, tantissimo su una meravigliosa terrazza. Torniamo a casa, stanchi ma soddisfatti!
Domenica
Ultimo giorno a Beirut: decidiamo di visitare il Museo Nazionale. Ultima grande sorpresa in tema di cultura. Il museo completamente ricostruito e riallestito dopo la guerra lascia veramente senza parole. Diversi pezzi colpiscono l’attenzione del visitatore. Passiamo lì un paio di ore, poi di nuovo a casa, e con il Soufi taxi di nuovo in aeroporto per tornare a Roma.
In generale, Libano e Giordania sono Paesi con grande storia e grande cultura. La gente è estremamente cortese, educata ed ospitale e, con le dovute accortezze, sono luoghi magici da visitare. Buon viaggio!