Aitutaki, la laguna perfetta
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Mi risuona nelle orecchie dal 1997, anno in cui, a Tahiti, lo sento pronunciare per la prima volta dalla mia compagna di stanza, che ci è stata l’anno prima. Ovunque ci troviamo, sempre incombe su di noi l’ingombrante, evidentemente per lei, confronto con Rarotonga e, soprattutto, la laguna di Aitutaki.
Quest’ultima, la più bella del mondo, a detta di Tony Wheeler, fondatore di Lonely Planet.
Questo il link all’album di foto: http://travel.webshots.com/album/580740805hrgoyQ
SOLE COOK VS. POLINESIA FRANCESE
Per chiunque si trovi a passare da quelle parti, il paragone è d’obbligo. Meglio la Polinesia, o le Cook?
Bora Bora racchiude in un solo ambiente natura rigogliosa di Rarotonga e laguna turchese (anche se non bella come ad Aitutaki) bordata di isole. A me è sembrato che, nel complesso, la Polinesia fosse soltanto un pelino più bella, anche se alcuni Tahitiani non sono d’accordo con me. E’ fuori di dubbio tuttavia che le Cook siano:
1) molto meno visitate, affollate, costruite
2) molto meno care
3) più calorose ed accoglienti dal lato umano
E’ pure probabile che, essendo la Polinesia uno dei miei primi viaggi a lungo raggio, io l’abbia mitizzata un pò… In ogni caso, se dovessi tornare da quelle parti, sceglierei le Cook. Polinesia troppo sfruttata, ormai. Cook ancora tutte da scoprire, soprattutto le Outer Islands, che non vedono quasi stranieri.
Non è però assolutamente vero che le Cook siano la Polinesia di 50 anni fa, perché tutto il mondo nel frattempo è cambiato. Negli anni 60 Folco Quilici scrive che a Manihi non c’erano auto, telefoni, pensioni, alberghi. Che certamente, adesso, esistono a Raro ed Aitutaki.
Ricordo che la Papeete di 14 anni fa da me visitata già era già immensamente più trafficata della Avarua di oggi, tanto per fare un paragone fra le due capitali. Quella delle Cook consiste praticamente in una strada principale e due o tre rotonde (non mi pare neppure ci siano semafori), qualche ristorante e qualche negozio.
QUELLO CHE HO AMATO DI PIU’
La mia passeggiata solitaria sul motu di Maina, nel più assoluto silenzio, osservando i nidi dei “tavake” e dei loro pulcini. Nessun suono molesto, nessun segno di civiltà, soltanto le grida degli uccelli, il fragore delle onde sullo zoccolo del reef, il fruscìo dolce del vento.
Le montagne di Rarotonga, la fantastica laguna di Aitutaki, i tramonti di Aitutaki, le danze del Te Maeva Nui, la festa nazionale, la gentilezza e socievolezza della gente.
PERCHE’ ANDARCI
Vedere quanto detto nel paragrafo sopra.
Le spiagge non sono enormi, in genere, ma la sabbia è di un candore accecante, il mare stupendo. Spesso ho beneficiato dell’assenza totale di esseri umani. Al pomeriggio, con la bassa marea, nella laguna di Aitutaki si formano spettacolari lingue di sabbia.
Condite dall’assenza prima citata o presenza esigua di esseri umani. Dipende anche dalle attitudini personali, io l’ho apprezzato tantissimo.
PERCHE’ NON ANDARCI
Per coloro ai quali interessasse la movida… Beh, niente movida… Ad Avarua ci sono un paio di bar dove bere qualche birretta, e pochissimi negozi, per altro chiusi dal sabato alle 13 fino al lunedì. Al di fuori di Avarua, non c’è niente da fare la sera, non ci sono locali, niente di niente. Gli unici spettacoli, nei ristoranti degli alberghi, quindi cose prettamente turistiche, le cosiddette “Island nites”, ossia danze tradizionali (costi variabili dai 60 ai 120 NZD, compresa la cena. Il miglior rapporto qualità prezzo è lo spettacolo che si tiene al Te Vara Nui Village, a Muri, credo costi appunto 60 NZD).
Cambio: 1 NZD = 0.57 EU
SECCATURE
Dal mio punto di vista, le uniche seccature sono rappresentate dai canti dei galli. Equamente e democraticamente, essi disturbano il sonno ovunque, anche nei costosissimi resort. Anche se a volte fastidiosi, non mi sembrano un deterrente così forte da impedire la visita. Al limite, tutte quelle ore di aereo…
POPOLAZIONE
Gentilissima, cordiale, aperta, ridanciana, socievole. Tutti o quasi vi saluteranno per strada. Nessuno ha l’abitudine di importunare gli stranieri per vendere qualcosa. Spesso mi è capitato, mentre arrancavo al sole sulla strada principale in cerca di una bicicletta a noleggio, di ricevere passaggi in motoretta, senza che chiedessi niente. Mentre ero in bici, ferma ad un incrocio, indecisa sulla direzione da prendere, molti si sono fermati per sapere se avevo bisogno di aiuto.
Se verrete a costruire un rapporto abbastanza amichevole con qualche abitante del posto da volerlo salutare affettuosamente, sappiate che ci si bacia soltanto una volta. Non porgete dunque anche l’altra guancia.
Ovviamente io ignoravo questa pratica, ma loro sono stati tanto gentili da minimizzare la gaffe, e pronti a fornire una giustificazione “a Tahiti ed in Francia ci si bacia su tutte e due le parti del viso”.
MANIFESTAZIONI CULTURALI – FOLKLORE
Ho avuto la fortuna di soggiornare alle Cook durante le celebrazioni del Te Maeva Nui, ossia l’anniversario della loro indipendenza.
Con l’occasione vengono organizzati eventi, scambi commerciali con paesi stranieri, e competizioni fra le isole dell’arcipelago. Gli abitanti delle Outer Islands arrivano a Rarotonga per esibirsi in varie discipline, gli spettacoli si tengono all’Auditorium Nazionale, l’ingresso costa dai 25 ai 10 NZD. I partecipanti si preparano mesi e mesi prima i costumi e le coreografie. La gara si svolge in un’atmosfera di tifo da stadio, ognuno sostiene i propri concittadini. Nulla a che vedere con le Island nites degli alberghi, la performance è migliore e più sentita.
Si può invece assistere gratuitamente al concorso relativo alla miglior performance di tamburi, che chiude le manifestazioni.
Purtroppo è vietato scattare fotografie e riprendere con la video camera. Ancheggiamenti sfrenati e sensuali, costumi pittoreschi, paglia e foglie di palma intrecciati e decorati con piume, conchiglie e perline, canti armoniosi, ragazze bellissime (qualcuna) dai lunghi capelli, coroncine fiorate, giovanotti muscolosi (qualcuno) insomma, una coloratissima e coinvolgente festa.
Qualche assaggio lo si può trovare qui: http://www.youtube.com/watch?v=0Qmfk4FjGy8&feature=related – http://www.youtube.com/watch?v=BpI17V0QK4A&feature=related
I missionari sono riusciti a debellare la celebrazione del libero amore, ma per fortuna non queste magnifiche danze.
Una signora del posto, con cui mi sono fermata a parlare, mi diceva che da pochi anni si è ripreso ad insegnare il Maori a scuola. Per molto tempo, tuttavia, gli stessi Maori avevano cessato di parlare in casa ai loro bambini nella lingua degli antenati; ora per fortuna le cose stanno cambiando.
RELIGIONE
Salta all’occhio, girando per le isole, la grande quantità di chiese disseminate qua e là. Cattolici romani, testimoni di Geova, battisti, presbiteriani, avventisti del 7° giorno, è come se si fossero spartiti a tavolino la nazione.
La conversione è un fatto piuttosto recente, e dal mio punto di vista, consiste in un miscuglio di superstizione e fondamentalismo. Maraiti, la padrona della guesthouse dove ho soggiornato ad Aitutaki, mi diceva che lei si rifiuta di andare a messa, perché tanto si tratta solo di sfoggiare cappellini e vestiti nel tentativo di apparire più eleganti degli altri. Piuttosto, preferisce stare a casa a leggersi un libro. Testuali parole.
Ovunque, sull’isola di Aitutaki, campeggiano cartelli osteggianti i voli della domenica. Quando ho cercato di intavolare questo discorso con Maraiti, cercando di capire che cosa ci azzecchi questo con la fede, specificando che so che fa parte dei comandamenti, lei prudentemente ha cambiato discorso.
VOLI
Volo Pacific Blue (gruppo Virgin) – 552 NZD.
26/7 Auckland 18.30 – Rarotonga 00.20 (sempre del 26/7) Volo DJ163
8/8 Rarotonga 01.15 – Auckland 04.00 (+1) Volo DJ162
Ho indicato le date di arrivo non per caso, è un particolare cui prestare molta attenzione nel programmare l’intercontinentale da Auckland al rientro. La differenza fra Cook e Nuova Zelanda, che parrebbe essere minima, è in realtà di -22, perché c’è di mezzo la international date line. Si arriva quindi alle Cook il giorno prima, e si rientra in Nuova Zelanda alle 4.00 non del giorno stesso in cui si è lasciato le Cook, bensì il giorno dopo.
Relativamente ancora a Pacific Blue, segnalo che il cibo a bordo è a pagamento, ma non particolarmente costoso. Personale di terra piuttosto stordito, quello di bordo è ok.
A proposito di intercontinentale: ne parlerò diffusamente nel diario dedicato alla Nuova Zelanda, quando lo farò, per intanto anticipo che ho speso 1079 Eu con Emirates.
Volo Air Rarotonga – 376 NZD
29/7 Rarotonga 15.30 – Aitutaki 16.20 GZ618
5/8 Aitutaki 09.00 – Rarotonga 10.20 GZ613
In alcuni forum sul web si parla di fantomatici last minute (99 NZD), da reperire magari una settimana prima della partenza presso le agenzie di Rarotonga.
Secondo me sono fantascienza. Pur avendo già comprato il volo, ho costantemente monitorato il sito web per vedere se comunque saltassero fuori queste offerte, e non è mai capitato. Alcune persone alloggiate nella mia guesthouse, telefonando o recandosi alla compagnia aerea, non hanno sortito sconti di sorta.
Alcuni voli del mattino da Raro e quelli del pomeriggio da Aitutaki sono i più cari, perché acquistati o prenotati dalle agenzie per le escursioni giornaliere dei viaggi organizzati. I prezzi migliori si trovano quindi nelle altre fasce orarie.
Alcuni aerei sono davvero piccoli (8/10 posti), e quindi abbastanza “ballerini”. Una pressurizzazione non ottimale delle cabine può causare fastidi alle orecchie.
ALBERGHI, PENSIONI, RESORT
Ci sono sistemazioni da tutti i prezzi, a partire dai 40 NZD ai 1200 e oltre. Dalle pensioni a conduzione familiare (le migliori se si cerca i contatti con la gente del posto) alle ville mega lussuose.
Le mie scelte sono andate a:
Rarotonga
Aremango Guesthouse
A Muri Beach. Un po’ deludente viste le ottime recensioni, soprattutto dal lato della pulizia (e posso assicurare che sono un tipo che lascia abbastanza correre). I bagni sono in comune, mi pare li puliscano poco, sicuramente in 4 giorni non cambiano mai gli asciugamani. Essendo un posto economico è consuetudine che i visitatori usino il proprio, ma almeno per le mani potevano fare un piccolo sforzo… Per quanto riguarda la cucina. Ci sono numerosi cartelli che invitano gli ospiti a lavare e asciugare i piatti, e lasciare tutto in ordine. Mi stupisco del perché loro non facciano altrettanto con i pavimenti. I bidoni della spazzatura in quattro giorni non li hanno mai svuotati, è vero che non erano pieni, ma almeno quello dell’umido, seppur chiuso ermeticamente, non era un bel vedere… Sono entrate delle galline, perché nessuno a parte me chiudeva le porte della cucina, hanno lasciato dei ricordini per terra… Sono rimasti per ore, sinchè… li ha tolti un’ospite tedesca che aveva una bimba, meno attenta dei grandi a fare gli slalom… Nonostante l’ennesimo cartello pregasse di non usare le scarpe in casa, mi sono rifiutata di andare scalza, usavo le infradito.
Punti a favore: le stanze sono graziose, ci sono biciclette gratis per gli ospiti, e frutta a volontà. Sull’ordine niente da dire, ogni stanza ha assegnato in dispensa un armadietto per le provviste, ed un ripiano in frigo. Viene fornita acqua gratis da un dispenser.
Costo: 40 NZD
– Muri Lagoon view bungalows Trovati sul posto e scelta di ripiego in quanto, al ritorno da Aitutaki, la Aremango era al completo. Nonostante non fosse perfettamente pulita, era comunque un posto decente, economico.
I bungalows sono spaziosi, luminosi, peccato che negli armadietti della zona cucina ci sia un odore terribile, non saprei di cosa. La vista della laguna è parziale, coperta dalle palme.
Li avevo notato passeggiando nei giorni precedenti. La proprietà ha in gestione anche il Muri Beach Club Hotel, di un certo lusso, e solo per over-18.
Costo: 95 NZD
I trasferimenti da/per l’aeroporto di Raro in genere li organizzano gli alberghi stessi, costo 15/20 NZD, in alternativa l’autobus, costo 6 NZD
Aitutaki
– Amuri Sands. Solo due bungalows, sulla spiaggia lato ovest, il che significa splendidi tramonti. Vista spaziale anche di giorno. Molto ben mantenuti, le zanzariere alle finestre non hanno una crepa né un buchetto, sotto e sopra la porta sono state sistemate guarnizioni in gomma perfettamente aderenti al pavimento, impedendo l’accesso agli insetti striscianti. Pulizia impeccabile, a disposizione, all’esterno, un bidoncino con acqua da bere e papaye a volontà. Unica seccatura: i galli, qui molto fastidiosi.
Prezzo: 100 NZD, transfer dall’aeroporto gratuito.
Mark, il proprietario, gentilissima persona, mi aspetta al mio arrivo e mi mette al collo una profumatissima “ei” la tipica collana di fiori, seguendo le usanze locali.
– Amuri Guesthouse. Visto il prezzo, trascorro agli Amuri Sands solo 4 notti, le rimanenti 3 mi sposto in questa deliziosa pensione, gestita da Nga e Maraiti, originari del posto, due persone adorabili. Bagno in comune, pulitissimo, Maraiti pulisce, e cambia asciugamani, in continuazione, la lavatrice è sempre in azione. Cucina comune fornitissima, elettrodomestici recenti, acqua e frutta a disposizione, idem per thè, caffè, latte zucchero e pane da toast. La mia stanza è semplice e pulita, il letto comodo. Abbastanza spaziosa, con molti ripiani e mensol.
Non ho mai capito se in questo genere di posti i gestori o proprietari siano anche tenuti ad aiutare gli ospiti nelle varie prenotazioni inerenti al loro viaggio, come accade negli alberghi. Sta di fatto che Maraiti, appena mi vede un attimo in difficoltà perché, come al solito faccio le cose all’ultimo e non riesco a trovare posto per la gita in laguna, si prodiga per aiutarmi. Sarà questo il soggiorno più piacevole, sono l’unica ospite insieme ad un backpacker olandese, passiamo parecchio tempo, la sera, a parlare coi proprietari, pettegolezzi sui vari abitanti di Aitutaki, l’ambiente è così ristretto che persino noi turisti dopo qualche giorno conosciamo tutti, oppure interessanti conversazioni sugli usi e costumi locali, sulle vicende delle famiglie, insomma una bella interazione che ha aggiunto un enorme valore al mio viaggio. Oltre alle già citate discussioni sulla religione, al contrario della moglie, Nga è religiosissimo (nel senso che va a messa la domenica), il padrone di casa introduce me e l’altro viaggiatore ai segreti della canoa, sport praticatissimo, non per niente i primi colonizzatori della zona furono popolazioni di origine asiatica arrivate sin lì appunto in piroga passando dallo stretto di Bering. La laguna di Aitutaki, essendo la più vasta delle Cook, si presta bene alle competizioni, e mi è successo di assistere a sedute di allenamenti, durante le gite in barca.
Prezzo: 40 NZD. Transfer all’aeroporto: 7 NZD
Anche qui, attraversando semplicemente la strada ed il campo di rugby, splendidi tramonti
CIBO/PASTI
Per risparmiare, mi sono quasi sempre cucinata i miei pasti. Roba semplice, un po’ perché non avevo voglia di sbattermi, un po’ perché la scelta di cibo è parecchio limitata. Prezzi cari a Rarotonga, di più ad Aitutaki. Negozi più forniti Foodland e CITC ad Avarua, a Muri in genere compravo le cose dell’ultim’ora al 6-11 dove vendono muffin e scones fatti in casa da qualche signora… Gli unici ortaggi disponibili, con eccezione di Foodland, che aveva più scelta, sono cipolle, pomodori, patate e papaye, a volte 3 di numero, e non sempre tutti insieme. Vaschette di formaggio tipo Philadelphia, introvabili a Aitutaki (lì c’è solo formaggio tipo cedar) sui 5 NZD.
Si può trovare frutta e la verdura anche al mercato di Avarua, lì c’è più scelta, una papaya l’ho pagata 1 NZD.
Unico ristorante provato, il Raviz di Avarua, cucina indiana takeaway a pranzo. Portata di 6.95 NZD, molto abbondante.
Ad Aitutaki il più fornito pare essere l’Heineken store, (qui solo cipolle e patate) l’unico ad avere pane in cassetta, e a volte qualche baguette. Pane in cassetta costo 4 NZD, uno yogurth costo 2.50 NZD (e gliel’ho lasciato lì alla cassa). Le scatole di biscotti secchi tipo OroSaiwa, i meno costosi, sui 3.5 NZD.
TRASPORTI
A Rarotonga c’è una linea di bus, che percorre l’isola, a cadenza oraria, in entrambe le direzioni, dalle 7 di mattina sino alle 11 di sera con una pausa di un’ora a pranzo e alle 31. La domenica i bus vanno solo fino alle 16.
Una corsa costa 4 NZD, 6 se si ha bagaglio. Si paga a bordo al conducente. Sono disponibili biglietti multipli, un po’ scontati.
Biciclette introvabili a Muri, ci sono solo quelle elettrice, da Budget a 19 NZD al giorno. Motorini mi pare 15 NZD al giorno. Macchine 60 NZD (ho chiesto i prezzi alla Budget e alla Pacific Cars)
Vista la grandezza, si può fare tutto in bici, ma tutti preferiscono i motorini.
Pure ad Aitutaki le bici sono merce preziosa, le ha solo Rino Rentals, costo 8 NZD al giorno, il parco è composto da rottami, controllate cambi e catena prima di ritirarle, solo 2 sono decenti. Possono essere recapitate anche in hotel. Consiglio di andare lì alle 8 appena aprono, per accaparrarsi i due esemplari migliori.
COMUNICAZIONI
I nostri cellulari non funzionano. E’ inutile anche comprare una Sim del posto. Non c’è accordo fra il loro gestore, Kokanet, ed i nostri. Bisogna quindi affidarsi ad internet, che ad Aitutaki è piuttosto costoso. 10 NZD un’ora, 6 NZD mezz’ora al Spider Shop. Gli hotel ovviamente hanno il wifi.
A Raro c’è un ottimo internet shop a prezzi contenuti, e per fortuna è aperto sino alle 23! E’ il Telecom Centre, nella Tutakima Street, quella del capolinea Cooks Corner e del negozio di perle Bergman and Sons, solo più in fondo, accanto agli Atukuwa Grounds.
Altra alternativa, le carte prepagate Kia Orana. Con quella da 20 NZD sono riuscita a parlare 5 minuti con l’Italia (su un numero fisso), se si raggiunge un cellulare credo sia più costoso ancora.
PAESAGGI/SPIAGGE
– Ragatonga L’interno dell’isola è stupendo, le spiagge sono piccoline, le più belle sono posizionate a sud oppure ad est. Nella laguna di Muri, è sufficiente tuttavia spostarsi sui motu per prendere sole tutto il giorno. Ci si può andare in kayak, oppure a nuoto, ma la corrente al mattino ho notato che è forte, anche se il mare è calmissimo. I kayak stessi, se pilotati da non esperti, fanno fatica ad avanzare in direzione opposta ad essa. Alcuni hotel di lusso danno i kayak gratis agli ospiti, per il noleggio mi pare che si paghino circa 15 NZD per un’ora, 25 per due… C’è un’unica via che circumnaviga il perimetro, e poi una specie di anello interno, ma non completo, che invece costituisce l’antica strada. Qui non passa praticamente nessuno, ed è piacevole pedalare osservando il panorama, i campi coltivati, la magnifica vegetazione, i marae, costruzioni di culto Maori. Anche sulla via principale, ad ogni modo, il traffico è molto contenuto. Insomma, una realtà molto vivibile. Sulla laguna di Muri hanno costruito parecchie sistemazioni, per tutti i budget, ed è certamente la parte più visitata. Molte agenzie (fra cui Captain Tama) organizzano gite fra i motu.
Altre spiagge molto frequentate sono: a sud quelle nella zona del Rarotongan, un hotel di lusso, quella vicino ad un negozio chiamato “fruits of Rarotonga”, dove c’è un buon punto per lo snorkeling, e poi quelle di Nikao, a nord ovest, vicino al Parlamento. Nella zona denominata Black Rocks anche qui buon snorkeling. Piuttosto sassose, e con barriera vicina, quelle di nord est. Vista la presenza di “montagne”, il clima è piuttosto variabile, e piuttosto piovoso. Devo dire che nei 6 giorni da me trascorsi in questa isola, c’è stato soltanto un giorno veramente di pessimo tempo, per il resto parecchie nuvole intervallate dal sole. Non male, quindi. Si possono fare anche parecchie escursioni e trekking, attraversare completamente l’isola da nord a sud passando per The Needle, la cima più alta. Ad Avarua si trova un mercato molto interessante, sbaraccano però alle 13, mi pare. Qui si vendono souvenirs, e ci sono bancarelle di cibo. Piuttosto inquietanti, le “tsunami evacuation routes”. Io ne ho percorse parecchie a Muri per salire un po’ in alto in collina e godere dall’alto della vista sulla laguna di Muri. Le Cook erano state allertate in questo senso dopo il terremoto di Fukushima, ma per fortuna non è successo niente. Un ciclone, Pat, ha colpito Aitutaki a febbraio dello scorso anno. Ho visto che alcune case non sono state ricostruite.
– Aitutaki La Laguna con la L maiuscola, la laguna perfetta, che ha soddisfatto appieno le mie (elevate) aspettative. Ovviamente non è solo questo, perché è abitata da gente calorosa e cordiale. Un’isola che, ancora più di Raro, essendo più piccola, ben si presta ad essere esplorata in bicicletta, nonostante invece la maggior parte della gente noleggi i motorini. Ho soggiornato nella zona ovest dell’isola, semplicemente perché qui c’erano i posti più economici. I primi giorni agli Amuri Sands, per stare in un bungalow sulla spiaggia, e poi il resto alla Amuri Gh per contenere le spese. L’unica parte davvero balneabile in ogni ora della giornata è nella zona del Tamanu e Matriki Beach. Nonostante questo, ci sono pochissime persone in giro. Il mare è turchese, con piccole formazioni di corallo già nell’acqua bassa, con pesci colorati, non tantissimi, ma comunque gradevoli da vedere. Anche al pomeriggio si riesce a nuotare, cosa che invece risulta più difficile più a sud, ad Amuri. Andando verso nord, invece, dove si trova il Paradise Cove, hanno costruito una specie di pass, e si può quindi nuotare ad ogni ora della giornata. Nella zona sud ovest, di fronte a Maina, il mare è di un bel colore turchese, ma non ci sono spiagge, e la strada che costeggia il mare diventa sterrata. E’ molto gradevole passeggiare qui, perché non c’è praticamente nessuno, e anche immettendosi nuovamente sulle strade più interne asfaltate, ad esempio dove c’è il ristorante Tupuna, si incontra ben poca gente.
La parte est dell’isola, ho raggiunto il molo del villaggio di Tautu, presenta mare non troppo invitante, anche se già si intravede, poco distante, la magnifica laguna. Ben diversa è la situazione ad Ootu Beach, situata sulla lingua di terra che si protende verso la laguna. Qui ci sono alcune sistemazioni di medio livello, tipo Samade, Hinano Beach, Ranginui Retreat, più l’economico Josie’s Beach Lodge, che prima di preferirgli l’Amuri GH avevo considerato, costando soltanto 30 NZD. Per fortuna ho deciso altrimenti, è veramente una topaia! Il mare qui è calmissimo, con colori che fanno presagire l’incanto che si troverà in laguna. Mi pare (non sono entrata in acqua, ci ho solo fatto un giro in spiaggia, con la bici) che abbiano scavato anche qui dei pass, è sicuramente abbastanza profondo da permettere di nuotare, anche se il fondo è sabbioso, quindi non ci sono possibilità di snorkeling. Purtroppo, ho sperimentato la voracità delle zanzare, che mi hanno massacrato in pieno giorno, ed in spiaggia!! Cosa che invece non avviene nella zona ovest. Di fronte al Ranginui Retreat c’è il motu, chiamato Akitua, dove sorge l’Aitutaki Lagoon Resort, un hotel costosissimo. Il braccio di mare si può attraversare in kayak, a nuoto oppure anche a piedi con la bassa marea del pomeriggio. In alternativa, con una barca dell’hotel che fa continuamente la spola fra le due rive. In quest’ultimo caso, però, si è costretti ad andarsi a registrare alla reception, tornando a rifirmare all’ora di uscita. Ho sentito dire che ai non ospiti viene chiesto di pagare 50 NZD per accedere al motu. A me per fortuna non hanno chiesto soldi. La parte di Akitua rivolta verso Ootu Beach è sottovento, e noto che anche qui le zanzare mi punzecchiano. Al pomeriggio la bassa marea scopre scenografiche lingue di sabbia. Basta fare quattro passi, per attraversare l’isola, che ci si ritrova dalla parte ventosa, niente insetti, ed una vista strepitosa su Angarei, il motu prospiciente. Verso l’altro lato, vicino al reef, la spiaggia è più sassosa, e ci sono moltissime palme, sferzate da un vento che qui è molto deciso, non c’è praticamente nessuno. Nel mezzo, si susseguono file di bungalows, alcuni di tipo overwater. Cerco di sbirciare all’interno. In realtà sono dei prefabbricati, e ho visto in seguito su internet che le recensioni non sono entusiasmanti. Però ci sono delle bellissime amache appese fra le palme all’ombra, e anche una scacchiera! Su Aitutaki ci sono anche alcuni belvedere. Con una piccola passeggiata (portarsi acqua), dal Maungapu, si gode una bella vista. Il sentiero parte di fronte al Paradise Cove.
CROCIERE NELLA LAGUNA
Le guide consigliano agli squattrinati di risparmiare su cibo e alloggio, ma non lesinare sui tours in laguna, suggerendo se possibile di provare più operatori, perché variano i tempi di permanenza sui vari motu. In effetti, io ho partecipato a due crociere, il giro che si fa è più o meno lo stesso, cambia però il motu base per il pranzo, e i luoghi dello snorkeling. Molti fanno il pranzo apparecchiando nell’acqua, a me è sempre toccato il capanno. Ogni compagnia ha assegnata una costruzione di legno e foglie, all’ombra del quale si mangia. Per forza di cose, questa è poi anche l’isola che si esplora di più, mentre alle altre viene riservata una porzione di tempo limitata, che si può impiegare come si vuole (io per esempio ho sempre scelto di circumnavigare ed esplorare), anziché stare a bagno o prendere il sole. Tutte le escursioni in laguna costano 85 NZD e sono comprensive di pranzo, uso di asciugamano, e noleggio dell’attrezzatura per snorkeling. Le bevande invece sono a parte. Mi pare una coca cola costi sui 5 NZD. Nei due capanni che ho visto io, su Maina (Te King) e Honeymoon Island (Kia Orana Cruises), che sono fra l’altro le più belle, c’è la possibilità di dormirci. Gli operatori assicurano che qui non ci sono né zanzare né sand flies, ed infatti mentre ero lì non mi hanno punto. Ho invece sentito dire che altri motu, tipo Akaiami, ne sono infestati. Le sistemazioni sono ovviamente molto spartane, materassi sistemati su soppalco in legno, direttamente a terra, però credo ne valga la pena, per provare un’esperienza da novello Robinson Crusoe. Ovviamente so, da internet, che su One Foot Island e su Akaiami ci sono delle vere e proprie casette, anche se non c’è corrente. Le isole sono popolate soltanto da uccelli, in particolare gabbianelle denominate “red tailed tropicbird”, in maori “tavake”. Molti operatori non lavorano di domenica. Decido apposta di fare la prima escursione in laguna proprio nel giorno in cui alcuni decidono di santificare la festa, nella speranza di trovare meno affollamento.
Kia Orana Cruises è uno dei pochi che non segue alla lettera i comandamenti, e ci troviamo in 5 su un barchino veloce. La prima sosta è per lo snorkeling in un giardino di corallo dove si trovano alcune giant clams dal colore violaceo, e qualche pesce. Il mare sarà profondo qualche metro, e c’è una corrente pazzesca che porta verso il reef. E’ una splendida giornata dal cielo terso, un po’ ventosa, il mare è leggermente increspato. In seguito, approdiamo a Honeymoon Island, dove siamo liberi di girovagare, in attesa del pranzo. Ci sono alcuni kitesurfers, più noi, c’è spazio per tutti. In lontananza vediamo Maina. Ci viene offerto pesce alla griglia, insalata di kumara (la patata dolce tipica), di papaia, e vari tipi di frutta. Dopo la sosta, attraversiamo il breve tratto di mare verso Maina Island. Qui non c’è veramente nessuno, a parte noi cinque, mi distacco dalla famiglia olandese e circumnavigo con calma l’isola. Mi sembra davvero di essere Robinson Crusoe. Ah, che peccato non poter dormirci la notte! Se non avessi già pagato e prenotato gli Amuri Sands sicuramente lo farei! Gli unici esseri viventi sono le tavake, queste graziose gabbianelle dagli occhi dolci, che sembrano truccati con l’eyeliner. Ora stanno nidificando. Sarà questa una delle esperienze più toccanti della vacanza.
Dopo Maina, si va a Rapota, sicuramente la più scenica, con le sue rocce nere vulcaniche. Anche qui ci siamo solo noi. Meraviglia delle meraviglie! Sul motu di fronte stanno girando l’ennesima edizione di “survivor”, e l’accesso è interdetto. Da ultimo, One Foot Island, anche qui, giro dell’isola. L’ultimo barcone di turisti si allontana mentre noi scendiamo; sono rimasti soltanto alcuni indigeni in gita. I bungalows sono disabitati al momento. Qui siamo sul motu più fotografato e conosciuto della laguna, e anche quello più gettonato per i matrimoni. Per la seconda visita alla laguna mi affido invece a Teking, forse il tour operator più conosciuto. Altre agenzie del settore sono Bishop Cruises ed Aitutaki Adventures. Altra splendida giornata, questa volta calma piatta. In realtà, su 7 giorni ad Aitutaki, ho beccato 7 giorni completi di sole. Questa volta siamo molti di più, rispetto a domenica. Ma siamo anche molto più accuditi. Teking ed i suoi uomini, alternandosi, scendono in acqua con noi, per sessioni di snorkeling guidato, si assicurano continuamente che tutto vada bene, chiamando per nome chi sembra in difficoltà, badando a quelli che nuotano peggio. Sono anche molto più prodighi di informazioni sulla storia di Aitutaki, e sulle leggende. I motu toccati sono gli stessi dell’altra volta. Honeymoon Island, questa volta senza kitesurfers. Si pranza a Maina. Si sosta nuovamente a Rapota… e a One Foot Island. Si passa anche vicino ad Akaiami, ma senza approdo. I timbri sul passaporto di Maina e One Foot Island costano 5 NZD cadauno. Crociere a parte, è possibile noleggiare dei water-taxi, per farsi portare al motu che si vuole. Costo 50 NZD, in genere ci sono due corse, una alle 9 e l’altra alle 13. Consiglio la seconda, per via della bassa marea, è più scenica. Questi trasporti vanno prenotati per tempo, altrimenti non c’è più posto (quello che è successo a me). Wet and Wild è la compagnia più celebre nel settore. I suoi concorrenti sono Black Pearls Charters, Captain Pan’s, Baxter Fishing Charters.
Importante: verificate per tempo se, durante il vostro soggiorno, sia previsto l’arrivo di una nave da crociera. Nel caso, prenotate con molto anticipo ogni vostra attività, altrimenti rimarrete a piedi. Quando infatti arriva la nave, tutte le barche dell’isola (diving compresi) vengono messe a disposizione degli occupanti (presumo che paghino le escursioni a prezzi maggiorati).
CONSIDERAZIONI FINALI
Forse perché molto remote, e poco conosciute qui da noi, le isole Cook proprio per la loro irraggiungibilità si dimostrano estremamente affascinanti, il vero archetipo di atollo del Sud Pacifico. Non è certamente il viaggio che posso permettermi di fare spesso, forse proprio per questo al rientro ora provo un appagamento particolare, una intensa forma di soddisfazione che mi trattiene perfino dall’iniziare a pensare alla prossima meta del 2012. Se fossi un gatto farei le fusa.
La laguna perfetta, Aitutaki, lascia un segno indelebile, ed una certa forma di dipendenza, difficile disintossicarsene… l’unica cura è… inevitabilmente… tornarci.