Safari in Sudafrica

Da un capo all'altro per immergersi nella natura più vera. Sensazioni e ricordi di un viaggio fantastico
Scritto da: Lorca&D
safari in sudafrica
Partenza il: 03/09/2011
Ritorno il: 18/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Dopo essere tornati, lo scorso febbraio, dal Sudafrica, abbiamo quasi subito iniziato a programmare la meta del successivo viaggio con la voglia di approfondire l’esperienza dei safari, abbiamo discusso varie destinazioni, ma per quanto mi riguardava l’unico interesse era per una nuova avventura sudafricana.

L’ipotesi si e concretizzata quasi subito anche perché Daniela era del mio stesso parere. Così deciso, dopo ricerche e studi sulle possibili destinazioni, abbiamo redatto il nostro itinerario di viaggio:

Kruger cinque notti, di cui due in Lodge nel parco e tre in Guest house al Kaia tani; Pilansberg National Park in Safari Lodge una nott; Madikwe Game Reserve due notti; Johannesburg solo per prendere Aereo per Upington; Tre notti al Kgalagadi Transfrontier park; Sosta ad Upington per tornare poi in aereo a Johannesburg e Roma, via Parigi. Per l’organizzazione del viaggio ci siamo affidati all’agenzia Territori Discover the World, senza nessun problema e incertezza.

Giorno Zero e Primo giorno

Prenotato il volo con Alitalia operativo Air France, prezzo circa 750 €. Si parte da Roma ore 19 con scalo a Parigi ed arrivo a Johannesburg Verso le 10. Ritiriamo l’auto e dopo aver sbagliato strada nelle rotatorie dell’aeroporto… Ci dirigiamo verso il sud Kruger, la nostra meta è l’ingresso di Numbi per soggiornare al campo di Pretoriuskop.

Nonostante la stanchezza accumulata durante il volo notturno, e nonostante la scomodità della macchina (una kia Picanto esperienza da non ripetere) riusciamo a raggiungere la nostra metà in 5 ore di viaggio circa 450 km.

La nostra sistemazione al Pretoriuskop Camp è confortevole abbiamo un bel bungalow, provvisto di tutti i confort, pulito e con una cucina fornita di tutti gli attrezzi. Non siamo organizzati per cucinare e poi sinceramente non ne abbiamo voglia. Intorno a noi invece, verso sera, si accendono i fuochi dei barbecue. I sudafricani fanno grigliate al chiaro di luna, noi invece andiamo al ristorante. E’ comodo, economico ma con poca scelta, del resto non si vien quì per un tour enogastronomico.

Ci sono popoli che amano la vita all’aria aperta, noi in Italia facciamo il weekend nelle città d’arte o nei paesini, ma se vivi in Sudafrica, nel weekend puoi andare solo in qualche parco e vivere qualche avventura all’aria aperta.

Giorno due

Nei parchi la prima regola è uscire presto perché gli animali più interessanti, sono attivi di notte e nelle prime ore dopo l’alba. Sveglia quindi alle cinque e trenta per iniziare l’avventura. Le giornate sono fatte di tante ore di guida, interrotte da qualche sosta per godersi i vari avvistamenti di animali.

Capita spesso di vedere gli erbivori, come le antilopi le zebre le giraffe gli gnu e gli elefanti, più raramente si vedono rinoceronti bufali ed ippopotami. Avvistare leoni o leopardi è un evento che da solo dà valore a tutta la giornata.

Oggi ci dirigiamo verso sud in direzione di Crocodile Bridge e abbiamo il nostro primo incontro interessante con una Spotted Hyena che passeggia sul ciglio della strada, proseguendo un altro incontro fuori dal comune con tre rinoceronti che pascolano a pochi metri da noi e più tardi siamo anche più fortunati avvistando un leopardo che ci attraversa la strada a un centinaio di metri, riesco a scattare una foto prima che sparisca nell’erba della savana. Questi sono solo gli episodi più significativi, infatti incrociamo molto spesso gli altri animali che popolano il parco.

Giorno tre

Sveglia sempre presto e partenza, oggi dobbiamo percorrere circa 250 km all’interno del parco verso nord per arrivare a Phalaworba. Facciamo subito uno sterrato ed è una sofferenza con le piccole ruote della kia. Vediamo un assembramento di auto, ci dicono che ci sono dei leoni in lontananza sulla collina. Noi non vediamo nulla e riprendiamo la marcia. Passano le ore con avvistamenti di erbivori. Anche oggi siamo fortunati, e riusciamo a vedere un leopardo in lontananza sopra un albero. Bene, proseguiamo e raggiungiamo un laghetto animato da molta vita, ci sono ippopotami e coccodrilli, alcuni giganteschi. Più avanti riusciamo a scorgere due leoni sdraiati all’ombra, ma non è un bell’avvistamento, sono troppo lontani. In questo periodo la savana ha i colori del erba bruciata e secca al sole, gli alberi sono spogli, la primavera è appena agli inizi. In alcune zone il terreno ė stato dato alle fiamme per far crescere erba fresca.

Verso sera stanchi e appagati raggiungiamo la nostra meta, il Kaia Tani guest house in cui siamo stati già ospiti nel nostro precedente viaggio. Riposiamo prima di cena ed incontriamo Alberto che ci propone le attività per i due giorni seguenti, facciamo la conoscenza di una famiglia di Milano con cui parteciperemo nei prossimi due giorni alle escursioni.

Giorno quattro

Sempre la solita alzataccia… Oggi giriamo con Alberto a farci da guida, vediamo quasi subito una famiglia di iene che si muovono intorno alla tana, ci sono due cuccioli e due adulti. Assistiamo a uno scontro tra giraffe, fanno a testate, coi lunghi colli si colpiscono sotto la cintura, sembra quasi una danza. Avvistiamo dei leoni ma non bene. Ci fermiamo sul ponte del fiume Holifants a goderci lo spettacolo sottostante degli elefani che pascolano e giocano nell’acqua bassa, in lontananza alcuni hippo gorgheggiano. Nel Kruger si trovano abbastanza frequentemente (ogni 50-60 km circa) dei rest camp in cui riposarsi un poco, bere o mangiare qualcosa, oppure fare un rapido pick-nic. Rimaniamo nel parco fin verso le due poiché per il pomeriggio abbiamo in programma un safari in una game riserve.

Nel safari nella game reserve, riusciamo a vedere in maniera sensazionale una coppia di rinoceronti. La caccia ai cinque leoni presenti nella riserva non da risultati. In questa riserva vivono anche alcuni ghepardi semi domestici, uno di essi sembra proprio il gatto di casa, ci facciamo delle foto accarezzando il ghepardo come fosse un micio e fà anche le fusa! I ghepardi sono gli unici felini selvaggi che è possibile tenere in cattività e che conservano la loro indole selvatica continuando a cacciare ed a poter vivere senza l’uomo. Gli altri felini se allevati in cattività non sono più in grado di cacciare e quindi di sopravvivere autonomamente. Ceniamo nel lodge intorno al un fuoco di bivacco.

Giorno cinque

Giornata in relax, sveglia tardi e ozio intorno alla piscina, un libro e niente altro da fare. In programma abbiamo un safari serale con i ranger e cena nel parco. Soliti avvistamenti ma niente di eccezionale, poi per cena ci fermiamo nel bush, dove è tutto pronto per la grigliata. Una mezza luna e un cielo stellato ci fanno compagnia, si odono i rumori della savana e i ruggiti dei leoni.

La nostra permanenza al Kruger stà per finire, e ci rimarrà nel cuore per la varietà dei paesaggi e l’abbondanza di animali e situazioni vissute. Il Kruger si può visitare anche in autonomia, ma consiglio per coloro che ci vanno per la prima volta, di affidarsi, almeno per le prime uscite, a qualche guida per capire le regole e per ascoltare aneddoti e informazioni sul comportamento e le abitudini della fauna. Se la guida parla italiano è anche meglio!

Giorno sei

Oggi dobbiamo arrivare al parco nazionale di Pilansberg dove alloggeremo all’Ivory Tree game lodge; sono circa sette ore di viaggio. Non volendo perdere il safari pomeridiano (già profumatamente pagato) partiamo alle cinque e mezza. Arriviamo al lodge verso le 13:30, in tempo per il pranzo. Il posto è veramente bello e di lusso. Pranziamo e poi prendiamo possesso delle nostre stanze, molto pittoresco, le stanze da bagno hanno una ampia vetrata con vista sul Bush, la doccia e all’aperto, in stile maldiviano. La vasca da bagno è per due… Alle 16,00 ci chiamano per ricordarci del safari… arriviamo! Il paesaggio del Pilansberg National Park è collinare con ampie vallate in cui scorrono corsi di acqua e ci sono vari laghetti. Scorgiamo diversi animali, cala il sole e anche il freddo si fà sentire, torniamo al lodge per una meritata cena.

Giorno sette

Solita alzataccia per partecipare al safari mattutino che inizia prima dell’alba, giornata fortunata, infatti incontriamo subito un bel leone che passeggia ai margini della strada tornando da una battuta di caccia notturna. Finalmente riesco a fare qualche foto decente di un leone dopo gli avvistamenti complicati del Kruger. Proseguiamo il nostro giro e ci fermiamo per una sosta colazione, con caffè caldo e qualche biscotto. Proseguendo vediamo in lontananza alcuni rinoceronti, sono due coppie di madre e figlio, la particolarità e che sono una coppia di Rino neri e una coppia di Rino bianchi.

Nei rino neri la madre precede il cucciolo, nei rino bianchi, invece, e il contrario. Ciò dipende dall’ambiente in cui sono usi vivere, nella boscaglia il cucciolo di rino nero deve seguire la madre, nella savana aperta il rino bianco ha sotto occhio davanti a se il cucciolo. Proseguendo avvistiamo anche qualche elefante che sradica alberi ai margini della strada.

La giornata è appena iniziata ma dobbiamo andare verso la nostra destinazione successiva, dopo colazione partiamo veloci per la Madikwe Game Reserve. In teoria sono solo 200 km ma di questi circa 50 sono di sterrato. Con la kia su strade asfaltate non ci sono problemi, ma sullo sterrato ci sono dei tratti che vorrei scendere e proseguire a piedi! Col senno di poi devo dire che era meglio affittare una 4X4 magari piccola. Il paesaggio che ci porta a Madikwe è una infinita savana convertita a pascolo.

Arriviamo al lodge verso le 14,30, giusto in tempo per guardarci intorno e prepararci per il safari pomeridiano. I bungalow sono dislocati sulla riva di un fiume, con un piccolo patio con vista. Una specie di antilopi pascola tra i bungalow, cercopitechi saltellano sui rami in attesa di rubarti qualche briciola e una specie di mangusta gira anche essa nel campo. Per il safari siamo in sei, tra cui una coppia di italiani in viaggio di nozze. Caso vuole che andranno anche loro nei prossimi giorni al Kaia tani. Il giro pomeridiano produce poca cosa, dei rinoceronti e solo un leone addormentato che vediamo da vicino ma piuttosto dal lato B.

Giorno otto

Solita sveglia (presto), e safari all’alba. La mattina come al solito fa abbastanza freddo… ci sono cinque gradi e sulla jeep scoperta si battono i denti. Questa riserva di Madikwe non mi sembra molto popolata, decisamente meno abitata del Kruger.

Il safari pomeridiano è invece più interessante. Ci dirigiamo verso una zona dove sono stati avvistati dei leoni, procediamo lungo strade appena tracciate e poi in mezzo ai cespugli e finalmente vediamo questo gruppo di leoni costituito da due femmine con i rispettivi cuccioli, tre di due mesi e due di un anno. Siamo presso i leoni gustandoci i loro movimenti per una mezz’ora, ad una cinquantina di metri tre elefanti si muovono verso i leoni che pian piano si spostano. Bella scena con gli elefanti a sinistra e i leoni sulla nostra destra. Lasciamo questa bella scenetta per raggiungere la tana di una iena. Si e fatto buio e la iena con due cuccioli esce dalla tana per la poppata serale. Bel quadretto familiare. Fare un safari guidato nelle riserve ha il vantaggio che le guide sanno dove sono stati avvistati gli animali e in fuoristrada ti portano proprio vicino.

Ceniamo nel boma, che sarebbe un area cinta da una palizzata, con un fuoco che arde al centro e un bel barbecue per la grigliata d’ordinanza, un bel bicchiere di vino completa la serata

Giorno nove

Safari mattutino in cui avvistiamo dei licaoni, gira e rigira ci abbiamo messo due ore per stanarli, se ne stanno sulla altra riva del fiume a sbranarsi un antilope. Dopo colazione partenza per Johannesburg dove arriviamo verso il primo pomeriggio, il nostro hotel è a 5 minuti dall’aeroporto e si sente. Ce ne stiamo in hotel per riposare un pò dopo le fatiche dei giorni scorsi, per cena una pizza dopo la tanta carne dei giorni precedenti.

Giorno dieci

Aereo alle nove e trenta per Upington per la prossima destinazione che e il Kgalagadi Transfrontier Park. Atterriamo alle undici circa e prendiamo possesso di un pick up fuori strada che stavolta con accortezza avevo prenotato. Per raggiungere il parco sono circa 280 km, per fortuna tutti asfaltati e rettilinei. Il paesaggio e piatto e ricorda i deserti della California. Tengo una media di centotrenta e in due ore e un pò siamo al parco.

Preso possesso del bungalow c’è il tempo per fare un giro pomeridiano prima del tramonto che ci regala l’avvistamento di una coppia di cheetah (ghepardi) sui pendii di una collina. Avvistiamo anche molte springbook e orix che sono animali tipici di queste zone semidesertiche. Per cena una bella bisteccona annaffiata con una bottiglia di un buon rosso al ristorante del twee riviereen

Giorno undici

Partiamo sempre di buon ora, impacchettiamo i nostri bagagli in quanto dormiremo nel campo del Kgalagadi Tent Camp, a circa 130 km verso nord al confine con la Namibia. Nel parco si possono percorrere solo due strade che dal twee riviereen si biforcano in un sorta di V, seguendo due depressioni in cui c’è presenza di acqua. Prendiamo verso destra per nossob e dopo circa un ora avvistiamo due leoni adulti che camminano a fianco della strada. Li seguiamo per un poco fino a quando raggiungono una pozza e si separano, uno lo perdiamo di vista dietro una collina, l’altro invece si sdraia in alto in uno spiazzo sabbioso per un bellissimo shot: collina rossa, leone in posa e cielo blu. Bene la giornata ce la siamo guadagnata. Proseguiamo il nostro percorso con altri avvistamenti di vari uccelli (otarde, serpentari, struzzi, rapaci di vario tipo) ed erbivori. Ogni tanto ci fermiamo in aree attrezzate per break. Alla guida ora siede Daniela, e incrociamo sulla nostra strada un cobra… Che si infila e fa una brutta fine sotto le ruote!

Arriviamo dopo pranzo al tent camp. La nostra sistemazione e costituita da due tende in una c’è la stanza da letto, nell’altra la cucina, sono circondate da una palizzata antintrusione, si parcheggia la macchina e si chiude il cancello. La tenda della camera si apre sulla vallata sottostante in cui si abbeverano alcuni animali.

Per cena proviamo a farci un piatto di pasta ma la scarsa qualità degli ingredienti rovina il risultato. Il cielo in compenso è bellissimo, non ho mai visto tante stelle in vita mia, finalmente riesco a capire cosa sia la via lattea perché si vede! Andiamo a letto, durante la notte ogni tanto mi sveglia qualche rumore, riconosco i versi dello sciacallo e della iena.

Giorno 12

Di nuovo in movimento verso Twee Riviereen. Purtroppo non ci è stato possibile soggiornare due notti al campo tendato per indisponibilità, ma ne sarebbe valsa la pena. C’è una bella sensazione di isolamento e di più intimo contatto con la natura.

Lungo la strada i soliti avvistamenti, ogni tanto qualche auto sosta lungo la strada, allora ci fermiamo e per la maggior parte delle volte si tratta di bird watcher che scrutano un passero qualsiasi e che ti traggono in inganno immaginando chissà cosa abbiano visto. Prendiamo possesso del bungalow e ci riposiamo, poi verso le quattro usciamo per un giro al calar del sole, guida Daniela e dopo un poco scorge un leone assettato nella posa tipica del leone. Ci fermiamo per l’osservazione fin quando l’animale decide di essersi riposato abbastanza, ci attraversa la strada e sparisce dietro i cespugli della boscaglia. Nei safari è questione di fortuna, se fossimo passati 10 minuti dopo non lo avremmo visto. Ce il tempo di vedere un’aquila divorare uno scoiattolo sopra un albero. Strappa e spella con il becco adunco le carni del povero animaletto.

Giorno 13

Usciamo per il nostro ultimo giro nel parco, prendiamo verso destra dove avevamo già visto la coppia di leoni, vediamo quasi subito una volpe, ma sparisce dietro alcuni cespugli, ma dopo poca strada una altra coppia di volpi (Cape fox), questa volta molto vicine, sono nei pressi della loro tana e si fanno fotografare senza timidezza. Andiamo oltre e troviamo una famigliola di suricati, sono simpatici a vedersi. Dopo poco ancora sulla collina un gruppo di cheetah si rincorre giocando, sono cinque e li osserviamo a lungo rincorrersi nel crinale della collina, bello spettacolo, peccato che siano un pò lontani per fare delle foto memorabili. Spariscono poi dietro la collina e noi andiamo avanti di poco e ti becchiamo una leonessa che prende il sole, bello, ma anche in questo caso un poco troppo lontano per foto da cartolina. Giornata veramente produttiva che completiamo con un avvistamento di brown iena, all’ombra di un albero.

Alle tre usciamo dal parco per dirigerci verso Upington. Sosta e cena in un locale molto frequentato e vicino all’hotel

Giorno 14

Oggi giornata di rientro in Italia, primo aereo per Johannesburg alle 11. Scopriamo all’aeroporto che Il volo per Parigi ha otto ore di ritardo e partirà alle tre di notte. Alla fine del viaggio un piccolo contrattempo ci vuole. Consegniamo i bagagli e l’Air France ci ospita in hotel fino alla partenza… Addio Sudafrica, alla prossima!



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