Route 66… da Chicago a Los Angeles

Realizzare un sogno, viaggiare sulla strada madre!
Scritto da: Samy Gruppo Love
route 66... da chicago a los angeles
Partenza il: 06/06/2010
Ritorno il: 21/06/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Route 66 – 6 giugno 2010

Finalmente il giorno tanto atteso, si parte! Destinazione: la fantastica e famigerata Route 66. Partenza da Milano per andare a Roma e poi volo diretto Alitalia per Chicago. Volo molto tranquillo e piacevole di circa nove ore, un paio di bei film. Atterriamo a Chicago all’incirca alle ore 14,30 locali (9 indietro), un’ora per i vari controlli alla dogana sono molto meticolosi e poi corriamo all’esterno per dare la prima vero boccata Americana. Una sensazione straordinaria! Chiamiamo subito casa e poi cerchiamo un Taxi che ci porti direttamente all’hotel (l’unico) che avevamo prenotato da casa. Arrivati al super 8 Rosemont O’Hare Motel ci attende la proprietaria, una signorona classica americana e una ragazza d’origini indiane con dei denti davvero strani, comunque entrambe gentilissime ci danno le chiavi della nostra camera, che aveva un odore sgradevole. Decidiamo quindi di lasciare le finestre e le porte per far girare l’aria, ma per i 50 € pagati non è neppure male. Ci diamo una lavata e io mi prendo un’aspirina (poiché prima di partire mi sono presa una bell’influenza) e velocissimi ci prepariamo a sfruttare al massimo l’unico pomeriggio disponibile a Chicago. Dato che siamo parecchio lontani dalla città prendiamo un taxi che ci porti alla fermata della stazione. Prendiamo il treno e lì forse assaporiamo la prima e vera boccata americana. Il treno arriva al centro del Loop. Si rimane sbalorditi. I grattacieli ti lasciano senza parole. Bellissimi. Iniziamo a camminare e mi accorgo che già amo l’america. Chicago è una città multietinca, ed è anche la città natale (?) del presidente degli Stati Uniti, Obama. Iniziamo a camminare a camminare e nel frattempo facciamo mille foto di questi splendidi palazzoni che in parte avevamo già ammirato dall’aereo. Non visitiamo nulla in particolare giriamo a caso, ma dopo un paio d’ore, la fame inizia a farsi sentire accompagnate dalla stanchezza. Ci fermiamo quindi a mangiare qualcosa in un bel ristorantino. La classica cena americana: un mega hamburger e tante patatine accompagnate da coca e birra. Rifocillati riprendiamo il cammino, ci dirigiamo verso un parco, per fortuna ha appena smesso di piovere. Pare che all’interno di questo parco ci sia una sorta di Festival, c’è molta gente e tutti afroamericani, ci fermiamo qualche minuto e poi proseguiamo la nostra lunga passeggiata. Ci dirigiamo verso il lago Michigan… al tramonto la vista è strepitosa. Qui facciamo amicizia con 2 texani simpaticissimi. Ci dirigiamo verso un altro parchetto, dove beviamo un super mega caffè americano e due dolcetti. Qui ci giriamo verso una splendida fontana e via con mille foto. Più avanti c’è la statua di Lincon, e qui vicino facciamo le foto con una famiglia di afroamericani troppo forti. Stavamo andando verso la fermata di un treno, quando ci accorgiamo che in onore alla vittoria degli Hanks, tutti i grattaceli con l’aiuto delle luci degli uffici fanno disegni di coppe e scritte tipo let’s go etc etc. Ci dirigiamo sul trenino quello che vedevo sempre su Er… e sincermente non sappiamo dove stiamo andando, ma a quanto pare in periferia! Quindi facciamo un giretto sul trenino. Poi scendiamo ci fermiamo in una mini market, compriamo due cose che ci servivano e decido di prendere un gratta e vinci… ed ecco 50$!!! Finalmente prendiamo il trenino giusto e ci portiamo al nostro Motel, stravolti. Alle 22.30 doccia e poi letto.

7 giugno

Oggi inizia il nostro on the road. Grazie al fuso orario alle 7 siamo svegli, quindi, doccia e io anche aspirina. Tiriamo su i nostri bagagli, andiamo a consegnare le chiavi, prendiamo un caffè da portare via e prendiamo il Taxi che ci porta fino all’aeroporto dove all’agenzia Alamo prendiamo la car prenotata dall’Italia. Una Toyota dorata spaziosissima che profuma ancora di nuovo, attacchiamo il nostro splendido navigatore… ma vista la voce femminile direi navigatrice… e partiamo con il pieno già fatto ci dirigiamo verso il loop di Chicago la nostra meta è il Lou Mitchell’s, ristorante simbolo della Route 66. Parcheggiamo la nostra car dietro l’angolo in un parcheggio a pagamento (14$). Entriamo e rimaniamo senza fiato, ma dall’aria condizionata! Il locale è proprio in classico stile americano e noi facciamo una classica colazione americana. Prendiamo una ciambella enorme, caffè e poi uova strapazzate con cotto e peperoni con patate saltate, e uova prosciutto e cipolle con patate saltate per Paolo. Le porzioni sono enormi… saranno le 8 uova a padella. Sazi, paghiamo il conto (33$) e usciamo. Qualche foto di rito, poi prendiamo la macchina e finalmente da questo angolo di strada parte il nostro viaggio: Route 66, arriviamo! Dopo qualche difficoltà prendiamo l’Interstate 55 e ci mettiamo alla ricerca della mitica route 66, quindi usciamo dalla I55 e finalmente la troviamo. Il primo paese che incontriamo è Joliet, il classico paesino Americano, che bello… siamo già pazzi dell’America. Qui troviamo delle strane opere… tipo un omone con in mano un missile e una famiglia di latta con le mani in alto! Passiamo per Dwight e Pontiac e mentre ci dirigiamo verso Bloomington ci fermiamo in una fattoria Funks Grove dove producono sciroppo di mele. Qui incontriamo altri che stanno percorrendo la Route 66. Ci fermiamo, facciamo le foto e compriamo qualche souvenir. Ripartiamo e facciamo sosta da Dixie dove si fermano tutti i camionisti, infatti ce ne sono tantissimi. Entriamo e ci troviamo in un ristorante bar, una sorte di mini museo della Route66, un supermarket e i classici souvenir. Ci rimettiamo in macchina nel verde dell’Illinois, delle vedute bellissime il cielo sembra non finire mai. Arriviamo a Springfield, ma purtroppo non vediamo nulla perché la mia colazione esagerata si fà risentire, ma mentre stavo male mi rendo conto della gentilezza e dell’altruismo degli americani. Una signora nel parcheggio dove ci eravamo fermati si avvicina a noi per darmi una bottiglietta d’acqua. Che carina! Dopo questo stop ripartiamo e piano piano mi riprendo. Ci fermiamo in un bel paesino, Verden, dove ci sembrava di stare in un telefilm. Ne approfittiamo e facciamo un po’ di foto. Sul tragitto troviamo dei locali dell’epoca della Route66, un Ariston… troppo belli! In macchina ci godiamo il tramonto di queste splendide pianure! Prima che facesse del tutto buio ci fermiamo al Rabbit Ranch, dove il proprietario ci allieta con storie sulla sua attività, un negozio sulla route e un camion (ormai fermo) passato di generazione in generazione… ma il punto forte sono i conigli. Qui c’è anche un cimitero e lui ci racconta tutto sulla vita dei suoi amati conigli passati a miglior vita. Ci fa una foto sulla sua attrazione, cioè un coniglio gigante. A malincuore lo salutiamo, ma ci lascia qualcosa di importante. In ogni negozio, locanda, bar della route 66 il turista è sempre il benvenuto. Ti sono grati anche se non acquisti nulla e hanno tutti dei guest book dove i passanti lasciano delle dediche; chiaramente noi non manchiamo nel farlo. Rientrati in auto dopo questa splendida fermata, andiamo verso l’ultima meta della giornata: St. Louise. Arriviamo a destinazione intorno alle 10, ma troviamo un Motel alle 11, il Motel 6… per l’amor di Dio!!! 45$ e siamo in piena pessima periferia. Io distrutta dalla giornata e dal mio mal di pancia mischiato all’influenza mi metto a letto vestita, mentre Paolo, più temerario, si mette sotto le coperte. A mezzanotte ci addormentiamo.

8 giugno

Sveglia prestissimo, sempre per via del fuso e per i rumori esterni, ci facciamo una mega doccia. Questa camera ci ha davvero disgustato. Consegniamo le chiavi e paghiamo, da qui ripartiamo con un idea molto chiara nella testa… da ora in poi si dorme in Motel o Hotel di categoria superiore!!! Messi via i bagagli ci mettiamo in strada direzione centro di St Louise, passando attraverso la periferia, qui si vedono i quartieri malfamati e vediamo di uscirne veloci. La prima (e l’unica) cosa che si vede di St. Louise è l’arco, quindi ci dirigiamo verso quest’ultimo. Parcheggiamo a fianco del mitico Mississipi… enorme e scuro! Prima dell’arco c’è uno splendido parco, entriamo nell’arco che si chiama Gateway Arch, al di sotto di esso c’è il un museo di storia. Noi saliamo su degli ascensorini (10$ cadauno) e saliamo fino in cima all’arco. Vista Pazzesca… facciamo un pò di foto (o meglio Paolo fa le foto). Scendiamo, facciamo un giretto nei due musei e presi dalla fame usciamo e ci incamminiamo. Dopo il nostro parcheggio, troviamo una stradina di ciottolato, una via davvero graziosa; troviamo uno Starbucks e facciamo una bella e carica colazione. Nelle immediate vicinanze c’è un casinò. Paolo va al bagno all’interno, mentre io gioco 10$ e ne vinco 50$!!! Quindi prendiamo la nostra macchina e ripartiamo per la nostra avventura. Uscendo da St Louise con le nostre grandi difficoltà (la nostra ‘amica’ navigatrice ci fa gli scherzi) notiamo che la zona universitaria è grande quanto una città! Finalmente troviamo la strada giusta e ci accompagna un gran temporale! Per la prima volta troviamo un pezzo di strada originaria, in pessime condizioni ma ci emoziona molto! Sulla strada ci sono un pò di attrazioni tipo il Jessi James Museum, ma arrivati nella cittadina di Cuba ci soffermiamo a fare le foto dei murales che riportano come si viveva negli anni passati negli Usa! Poco dopo ci fermiamo a cercare l’entrata per la città di Arlington (città fantasma), sembravano le case dei film dell’orrore. Dopo questo ‘non paese’ c’è un paese con un nome particolare Devils Elbo (Gomito del Diavolo), un paesino dove troviamo un locale tipo saloon e un ponte vecchio di ferro presumibilmente originale della Route 66. Poi ci fermiamo in un supermercato dove prendiamo dell’acqua (temperatura esterna 40° nel Market 15°, brr!). Guido un pochino io, ma non troppo.

Le strade immerse nel verde sembrano dei serpenti che vanno su e giù, davvero spettacolari. Ci fermiamo a cena in un Ristorante stile americano, ordiniamo delle bistecche, e ci serviamo un pò al self service… la cucina Italiana già manca, ma la fame è tanta. Dopo cena ci mettiamo alla ricerca di un Motel e decidiamo di provare Il Best Western. Scelta azzeccatisimma; camere bellissime super accessoriate con tv al plasma, caffettiera. letti enormi, lenzuola pulitissime, bagno enorme e pulitissimo, wirless gratuita e colazione compresa per 90 $. Siamo in camera e alle 9.00, esausti, guardiamo un pò di tv e ci addormentiamo!

9 giugno

Sveglia alle 7.30, ma che fatica! I letti sono talmente comodi! Dopo aver fatto una doccia carichiamo le valige e consegniamo le chiavi. Per fare colazione dobbiamo uscire; ci fermiamo al Macò. Prendo due Muffin e due Cookey, 2 mega caffè, uno dei quali accidentalmente ho rovesciato addosso a Paolo. I muffin però non erano dei veri muffin, ma due hamburger. Io mangio i biscotti e Paolo entrambi i paninetti. E via che ci si rimette in marcia. Lasciando Springfield siamo accompagnati da strade bellissime e piano piano vediamo il paesaggio cambiare. Durante il tragitto c’è poco da vedere fino a Galena. Quindi lasciamo il Missouri e, per solo 2 città entriamo in Kansas. Ci fermiamo a Galena una piccola cittadina dove la parte sulla Route autentica è semi abbandonata, qui un signore su un gippone si ferma e ci dice “Grazie ragazzi per essere venuti a trovarci, grazie davvero” ci siamo emozionati, sono così calorosi. Qui troviamo anche la scritta autentica sull’asfalto della Route 66. Dopo aver passato i due paeisini del Kansas entriamo in Oklaoma. Qui la Route 66 è ben conservata, troviamo dei benzinai dell’epoca risistemati e troviamo una famiglia di due nonni con i due nipoti e una meravigliosa Cadilac… anche loro in viaggio (e non per la prima volta) sulla Mather road. Prima di arrivare ad Oklaoma City passiamo per Cartosa e Toulsa, dove ci fermiamo a fare le foto ai due ponti disuguali Felix e Oscar, originari anche questi. Arriviamo ad Oklaoma alle 16,00, miracolo! Andiamo dritti verso un Best Western (la sera prima avevamo preso un catalogo con tutti gli hotel della catena, quindi potevamo scegliere prima). Questo albergo è molto bello, c’è il ristorante la piscina la jacuzzi. Lasciamo le valige in camera mettiamo il costume e ci facciamo un bel bagnetto. Poi una bella doccia e ci fermiamo nel ristorante dell’hotel a mangiare. Una bella bistecca e come sempre patate. Alle 9, stanchi morti, andiamo nella nostra splendida camera un pò di Tv (la tv americana non è malvagia) e crolliamo esausti.

10 giugno

Ci risiamo. La sveglia suona alle 8. Ci facciamo una doccia, carichiamo le valige e facciamo una bella colazione abbondante in hotel inclusa per il prezzo totale di 98 $. Partiamo e anche qui per uscire dalla città abbiamo qualche piccola difficoltà. Troviamo anche qui la zona università. Sulla strada troviamo delle attrazioni che risalgono all’originale e risistemate, ci fermiamo facciamo foto. Troviamo il primo Drive In Americano ormai purtroppo in pessime condizioni. Arrivati ad Elk City ci fermiamo un oretta al National Route 66 Museum… un sole e un caldo pazzesco. Sul tragitto incontriamo un gruppo di Harleysti di lugano, signori sui 60-70. Per un pochino li seguiamo giusto per non perdere la strada. A Shamrock ci fermiamo a vedere il UDrop Inn (nulla di che) un cartellone in pratica. Arriviamo in Texas, dove iniziamo a vedere mandrie e un paesaggio molto secco… non parliamo poi del caldo, perché quando si scende dalla macchina ben condizionata c’è da morire. Ci fermiamo a fare benzina a Groom, il paese della grande croce bianca. Quando scendiamo dalla macchina il vento a momenti ci porta via e dire che nono sono proprio magra! Entro a pagare e prendere dell’acqua. La distanza tra questo paese e il prossimo (e come capita spesso) è tanta. Nell’arrivare ad Oklaoma city, il cielo s’incupisce e si vedono all’orizzonte piccole trombe d’aria. Infatti nel giro di 10 minuti inizia a diluviare. Arrivato ad Oklaoma C. andiamo al Big Texas Rench Motel, dove per fortuna hanno una camera. In questo storico Motel, le stanze sono tutte a tema, la nostra è proprio classica texana, non è male anzi, l’unico problema è che l’aria condizionata non era accesa e dentro c’erano 1000 gradi. Fuori non smette di diluviare, ma noi abbiamo una gran fame e alle 18.00 (come le galline) lasciamo le valige in camera e corriamo al Big Texas Rench Ristorante, enorme. Il classico mega ristornate stile texano, ma qui siamo in texax… c’è anche una specie di palchetto per chi prova a mangiare una bistecca da 1 kilo. C’era un signore stranamente magro con la famiglia e ce l’ha fatta. Il posto è davvero bello. Ci sediamo e ordiniamo subito un filetto con patate e (Paolo) la bistecca alla New York. Non ho mai mai mangiato una bistecca tanto buona. Passano anche i musicisti e ci suonano e cantano una bella canzone. Finiamo di mangiare e ci spostiamo nell’altra ala dove ci sono dei giochi, delle slot, un bar. Entriamo nella rivendita di souvenir ma usciamo quasi subito perché c’era un pitone in una teca. Uscendo vedo le limousine alla Dallas con i cornoni… esistono davvero! Andiamo a vedere la fantomatica piscina del Motel A forma di Texas. Poi stremati alle 8,30 siamo già a letto, ma notiamo che i nostri “amici” svizzeri si sono fermati nel nostro Motel. Mi guardo tutto un film in inglese (bello) e mi addormento.

11 giugno

Auguri amore mio, 35 anni, ti amo! Sveglia alle 8 nel caldo del Texas. Ci facciamo la doccia, sistemiamo i bagagli in macchina e andiamo a pagare 86 $. Cerchiamo con il nostro navigatore uno Sturbacks, lo troviamo e facciamo una bella colazione, portandoci via anche qualcosina per il viaggio. Ci mettiamo alla ricerca del Cadilac Ranch e dopo una mezzora lo troviamo. Sono delle Cadilac capovolte in un campo dove chi vuole con delle bombolette può lasciare delle dediche ma, ahimè, mentre ci stavamo avvicinando vedo passare una biscia. Io corro in macchina spaventata, mentre Paolo va a fare le foto. Ripartiamo e arriviamo a una tappa importantissima: Adrian… il Mid Point. Siamo esattamente a metà del viaggio. Da qui a Chiacago ci sono esattamente 1139 miglia e per Santa Monica ne mancano 1139. Ci fermiamo a fare un pò di foto sotto un caldo cocente ed entriamo a comprare un pò di souvenir. Da qui la vista è sempre più arida stiamo lasciando le mandrie per i deserti. Entriamo in New Mexico e siamo subito ad Albuquerque alle 14.00. Troviamo subito un bellissimo Best Western vicinissimo alla vecchia città. Prendiamo una camera per circa 100$. Portiamo le valige in camera e scendiamo a fare un bagno e un idromassaggio, anche qui il caldo si fà sentire. Dopo un oretta andiamo a cambiarci e andiamo a visitare la vecchia città. Molto carina casettine piccole molti negozi di gioielli indiani messicani e piccole gallerie. Prendiamo da bere, ci sediamo in un parchettino e ascoltiamo un pochino di musica. Finiamo il giretto, riprendiamo la macchina e facciamo un giretto e andiamo in un supermercato enorme. Il reparto dei cereali è immenso! Prendiamo le cose che ci servivano e noto che la popolazione è più di origine messicana che americana. Torniamo in albergo e ci facciamo una bella cenetta! Alle 9 saliamo in stanza e ci mettiamo nel letto distrutti!

12 giugno

Sveglia alle ore 8,00 come al solito! Poi doccia e bagagli. Andiamo a consegnare le chiavi e andiamo al vicino Sturbacks. Facciamo una bella colazione e anche qui prendiamo qualcosa per il viaggio! La strada è tutta uguale, ho l’impressione che a breve vedremo Willy il coyote rincorrere Bip Bip…ci fermiamo in una spece di terrazza dove ci sono delle capanne indiane. Inizia a sentirsi una leggera brezza! Proseguiamo solo per fermarci alla Pietrified Forest (foresta pietrificata) paghiamo l’ingresso e ci incamminiamo con la macchina. Lo spazio attorno a noi è immenso ma solo quando scendiamo dalla macchina ci rendiamo conto del perchè del nome. Sono dei tronchi totalmente pietrificati, molti belli, ma che vento che tirava! Ho dovuto mettere una felpa! Il giro sarà durato all’incirca un’oretta e anche qui vediamo tracce della Route 66, tipo una panchina a forma di cadilac. Usciti da questa attrazione ci dirigiamo verso la nostra seconda attrazione, il Meteor Crate. Qui migliaia di anni fa un meteorite precipitò, lasciano chiaramente il segno. Attorno a questo cratere hanno creato un museo, costo dell’ingresso 16$. Paolo scende per vederne una parte, ma per me fà troppo freddo ed entro a guardare il museo. Qui prendiamo un pò di souvenir e dopo una mezzora ripartiamo direzione Williams, alle porte del Grand Canion. I nostri spuntini a mezzogiorno li facciamo sempre da subway dove ti fanno i panini come preferisci. Sulla strada troviamo anche una tromba di sabbia! Lasciamo il terreno arido per entrare nelle colline verdi. Un bel lago e finalmente William. Il caso vuole che in questo giorno c’è il ritrovo degli harleysti (un macello!) quindi pernottiamo al Best Western; strepitoso, per “soli” 190 $. Mangiamo in Hotel e mangiamo una carne buonissima! Approfittiamo del Pc per prenotare l’Hotel a Las Vegas Luxor per due notti per un totale di 100$. Alle 10 saliamo in camera (davvero bella) e ci mettiamo a dormire stravolti.

13 giugno

Sveglia presto, una bella colazione in albergo (compresa) e via che si parte alla volta del Gran Canyon. Non vedevamo l’ora. E’ una vita che aspettiamo questo momento. Arriviamo in meno di un ora. E’ tutto verde, c’è un po’ di gente. Paghiamo 25 $, entriamo in macchina e ci dirigiamo verso il primo parcheggio. Nell’arrivarci troviamo albergo e campeggi. Parcheggiata la macchina ancora non vedo nulla, allora andiamo verso il centro visitatori e prendiamo una guida. Prendiamo la stradina e all’improvviso eccolo lì. Siamo imbambolati davanti a tanta grandezza e bellezza. Restiamo qualche minuto in silenzio a godere di questo panorama pazzesco! Proseguiamo per il sentiero per un paio d’ore facendo mille foto, anche a un simpaticissimo scoiattolo. Affamati, per pranzo andiamo a mangiare nel ristorantino del centro, classico cibo americano, ma nulla di che. poi aspettiamo il pulmino alla stazione per andare al parcheggio. Ripartiamo ma prima facciamo una foto all’ingresso. Ripresa la strada alle 3 del pomeriggio decidiamo di non aspettare domani per andare a Las vegas, ma di andarci subito. A Flagstaff lasciamo quindi la nostra amata Route 66 e giriamo verso una strada deserte… direzione Las Vegas! Il viaggio è abbastanza veloce fino alla dogana, il sole è caldo e noi restiamo in macchina al fresco. Alla dogana inizia la coda, pensavamo fosse per i controlli ma invece scopriamo più tardi che la coda è dovuta alla gente che con le macchine rallentano o addirittura si fermano a fare foto all’imponente diga. Anche noi ci fermiamo, ma in un parcheggio, il caldo è folle e se si soffre di vertigini è meglio non fermarsi. Dopo poco ripartiamo. Non vediamo l’ora di arrivare. Sulla strada vediamo un laghetto, iniziamo a vedere qualche casetta. Ma eccola, Las Vegas, una città in mezzo al nulla… in mezzo al deserto. Arrivati sulla Streep ecco subito alla nostra destra il leone della Mgm. Andiamo verso il nostro Hotel Luxor incantati da quesiti imponenti Hotel. Troviamo il parcheggio. L’interno della piramide è un insieme di luci, rumori, fumo… una cosa allucinante! Il banco della raception è diviso in due ed entrambi sono lunghi 20 metri. Un banco per gli arrivi e uno per le partenze. Ci dirigiamo a quello degli arrivi facciamo un pochino di coda, arriviamo e gli spieghiamo che abbiamo prenotato on line per due sere ma la dal giorno dopo, dicono che non ci sono problemi e ci danno una camere per tre notti, pagando la prima un po’ di più del prezzo on line. Ci hanno messo in una delle due torri, la vista della camera è bellissima… con queste immense vetrate. La camera è molto grande, il bagno pure, e la doccia enorme. Ci ripuliamo e scendiamo. E’ davvero immenso, tutto nella piramide, ci sono ristoranti negozzi, teatri. Decidiamo di andare al self service internazionale, $ 29.00 a testa. Mai visto un self così grande. C’è di tutto, dalla cucina italiana, cinese, jappo, messicana, americana… Puoi prendere tutto quello che vuoi, compreso le bibite nelle brocche (ve lo sconsiglio per il ghiaccio e per l’acqua siamo sempre in mezzo al deserto) se volete bere in bottiglia pagate un sovrapprezzo. Si mangia molto bene. Gli hotel di Las Vegas sono piccole città. Trovate davvero di tutto e solo quando si è li si capisce davvero che cosa hanno creato. Passiamo a Las Vegas anche il 14 e il 15. Passiamo le giornate tra piscina, sole, slot e lunghe passeggiate per la streep alla scoperta degli altri Hotel (sono tutti davvero magnifici). L’Aria, il Bellagio e il Venetian sono di un’altra categoria (speriamo vivamente di tornarci).

Troviamo un bellissimo best western vista città sulla sunset Hollywood, colazione, piscina, camere enormi e ben curate… a “soli” 240$ a notte. Ma a Los Angels preferiamo non rischiare. Messi giù i bagagli ci incamminiamo nella zona vicino all’hotel per mangiare qualcosina… E’ tutto molto bello. Ci fermiamo al “pizzafusion”, cibo salutare e prendiamo una pizza bio, capperino che buona. Stanchi dalle tante ore in macchina decidiamo di metterci a letto. Domani andiamo a Santa Monica.

17 giugno

Sveglia intorno le 8,30, abbondante colazione e via per il molo di Santa Monica. Arrivarci non è facile. Il traffico è estenuante. Ma dopo un oretta abbondante ci siamo. E’ come lo abbiamo sempre visto in tv, anche se pensavo fosse più caldo. Il golfino non lo levo mai. L’oceano è gelido, la gente che fa il bagno non è molta. La spiaggia è sconfinata. Ci facciamo un giro andiamo anche a Venice beach e poi per pranzo torniamo vicino al molo e ci facciamo una bella mangiata vista oceano. Prima di lasciare Santa Monica facciamo le foto di rito, qui finisce ufficialmente la Route 66. Visto che è ancora presto pensiamo di andare a Newport Beach, ma il traffico in autostrada ci fa decidere di tornare indietro.

Tornati in Hotel andiamo a fare un giro per Hollywood, carina. Vediamo le vie delle Stelle (anche se me la immaginavo diversa) facciamo un po’ di shopping e ed è ora di cena. Troviamo un ristorante Italiano favoloso… incontriamo anche qualche attore. Facciamo due passi per la Sunset Boulevard e andiamo a nanna.

18 giugno

Ore 8.00 sveglia, colazione super abbondante. Oggi andiamo a visitare gli Studios. Giornata Incredibile ci siamo divertiti come bambini. Mattinata su e giù per le attrazioni. Per pranzo un super Hamburger sempre negli studios, un po’ di sano Shopping. Meritano una visita! Usciti dagli studios andiamo a fare la foto di rito con la scritta Hollywood (delusione). Siamo su una strada a fare una foto a una scritta lontana. Vediamo i vari quartieri Bel Air, Beverly Hills sembra di stare nei Telefilm, case bellissime! Stravolti andiamo a farci una pizza dagli amici Bio. Los Angeles è impazzita di gioia perché i Lakers hanno battuto i Celtic nella finalissima Nba. Decidiamo di tornare in Hotel. Aabbiamo fatto bene, ne hanno combinate di ogni per festeggiare!

19 giugno

Oggi ce la prendiamo comoda, andiamo a Rodeo Drive e ci passiamo una buona parte della giornata, facendo gli ultimi acquisti. Facciamo un giro per LA in macchina. Torniamo in Hotel e prepariamo le valige. Per cena torniamo nel ristorantino Italiano e ci facciamo una bella mangiata!

20 giugno

Ci siamo, il viaggio è finito. Un lungo volo Alitalia ci attende. Colazione, ultimo giretto in un super centro commerciale e a mezzogiorno con tanta tristezza andiamo in aeroporto.

Questo viaggio ci resterà nel cuore, con la convinzione che a breve torneremo negli USA. C’è chi ha il mal d’Africa, la Saudaje: noi la nostalgia degli USA!

L’america è davvero un sogno!



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