Ecuador e Galapagos 2

Da Otavalo a Cuenca lungo il viale dei vulcani e poi minicrociera alle Galapagos
Scritto da: teageraci
ecuador e galapagos 2
Partenza il: 29/07/2011
Ritorno il: 24/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Ascolta i podcast
 
Anche questo viaggio è stato organizzato da noi attraverso l’aiuto della guida Lonely Planet e relazioni varie trovate in Internet. Dall’Italia ho prenotato qualche albergo per non dover cercare all’arrivo, ho anche prenotato con molto anticipo la crociera alle isole Galapagos, ma come spiegherò è possibile evitare questa ultima prenotazione.

Nella relazione ho riportato le informazioni pratiche ed impressioni che mi sembravano più utili, per la descrizione dei luoghi rimando alla guida Lonely. Voli: ho acquistato i biglietti in aprile su edreams.it, con Delta/Alitalia da Malpensa via Atlanta Quito 1414 € pp. Tasso medio di cambio: 1USD = 0,71 € Trasporti: abbiamo sempre viaggiato con autobus locali, non esiste una distinzione di classe e sono piuttosto malconci, normalmente ci siamo trovati unici passeggeri stranieri, probabilmente perché molti turisti noleggiano auto con autista.

29/7

Partiamo alle 11,05 da Malpensa e atterriamo all’Hartsfield Jacks di Atlanta alle 15,40 ore locale (fuso 6 ore), trasferimento e solite procedure di controllo di ingresso in un paese USA, coda, foto, impronte (ma che si fa a fare l’Esta?). Abbiamo evitato soltanto il ritiro bagagli perché stessa compagnia aerea. Atterriamo al Mariscal Sucre di Quito alle 22,50 ora locale (fuso 7 ore). Prendiamo un taxi giallo (10 Usd) per andare all’hotel San Francisco de Quito dove abbiamo prenotato le prime 3 notti (50 Usd camera + colazione). Hotel carino in un vecchio edificio, ottima posizione centrale, camera spaziosa ma bagno piccolo, negativa solo la un po’ misera colazione.

30/7

La nostra visita parte da Plaza Grande, con una prima puntatina all’ufficio del turismo. Quindi visitiamo la Cattedrale, entrando dall’ingresso del museo, perché quello dalla piazza è sempre chiuso (biglietto 1,5 Usd). Il particolare dipinto dell’ultima cena è situato in alto sulla parete della navata destra, ed è così in alto da non riuscire a distinguere il cuy e la chicha. Proseguiamo con la visita all’Iglesia de la Compania de Jesus (biglietto 3 Usd), Plaza del Monastero de San Francisco, la Ronda, Plaza e chiesa de Santo Domingo, Calle Flores, Basilica del Voto Nacional (biglietto 2 Usd), questa è una chiesa moderna, l’attrattiva principale è data dalla possibilità di arrivare in cima ai campanili e alla torre dell’orologio da dove si vede un bellissimo panorama di Quito. Ci fermiamo per il pranzo alla Fruteria Monserrate, dove si possono mangiare insalate di frutta e jugos e batidos, ottima (2 macedonie, 2 succhi e 2 caffè 11 Usd). Ceniamo al ristorante Al Cafè del Fraile, discreto (2 secondi, 2 birre e 2 caffè 33 Usd). 31/7 Meta del giorno Mitad del Mundo. Metrobus per la stazione di Ofelia (biglietto 0,25 Usd) da dove partono i bus diretti alla Mitad del Mundo (biglietto 0,15 Usd). Il tragitto totale dura circa 1,30 ora, e il bus ci lascia proprio davanti all’entrata del complesso (ingresso 2 Usd). Foto di rito sulla linea dell’equatore, per altro non corrispondente alla vera linea equatoriale. Molto carino il Museo di Quito in miniatura, dove lo stesso artista, Guido Falcony, che ha creato il modello e dipinto parecchi quadri, accoglie i visitatori (min 6 persone, ingresso ogni 30’). Visitiamo poi il Museo Solar Inti Nan che si trova circa un chilometro uscendo a sinistra. Si tratta di un museo all’aperto (biglietto 3 Usd) abbastanza carino, sebbene neanche qui passi la vera linea dell’equatore, perché si trova presso un sito sacro indigeno chiamato Catequilla, costruito più di mille anni fa. Ancora un acquazzone, questa è la stagione secca ma anche in Ecuador le stagioni non sono più le stesse! Ci rechiamo poi a visitare il Palazzo del Gobierno. Visitiamo la sala del Consiglio, la sala dei Banchetti e la sala dove sono rappresentati i ritratti dei presidenti precedenti, quello dell’attuale sarà esposto alla fine del mandato. In omaggio ad ogni visitatore una foto ricordo presa all’ingresso. Ultima tappa della giornata la Chiesa della Merced, molto bella, con le pareti decorate da un basso rilievo bianco e arancio, ricche decorazioni in oro e un bellissimo organo. Siamo tornati a cenare al ristorante Al Cafè del Fraile (ho preso gli spaghetti perché sono una pastomane, ma non erano granchè, e poi niente alcolici la domenica sera).

01/8

Trasferimento all’hotel Cuello de Luna. Andiamo in taxi (5 Usd) alla stazione autobus Quitumbe e prendiamo un autobus diretto a Sud. Chiedere all’autista di farvi scendere al bivio El Chato (1h20, biglietto 1,70 Usd). Qui una strada sterrata in 1,5 km ci porta all’albergo. Si tratta di un vecchio edificio molto carino, con vista sul Cotopaxi, quando le nuvole lo permettono. La camera ha il caminetto che abbiamo subito fatto accendere, siamo a 3100 m, perché la sola stufetta elettrica è insufficiente a scaldare la stanza.

02/8

Partenza alle 7,30, escursione al vulcano Quilotoa organizzata in albergo. Sebbene l’hotel sia molto carino e i gestori gentili, credo sia però più conveniente pernottarvi ma organizzare le escursioni da Quito o da Lactacunga. Il tour al cratere Quilotoa, con discesa al lago e poi ritorno dall’altra parte in modo da completare il circuito, lo abbiamo pagato all’hotel 180 Usd perché eravamo solo noi due. La nostra guida si chiama Hugo, accompagnato dal suo ultimo dei 5 figli, un bambino di 10 anni, anche lui di nome Hugo (per evitare l’intermediazione dell’hotel: Hugo Iza Chicalza Limpiopungo tours Località Santa Rita Parco Cotopaxi). Ci fermiamo a visitare una casa con il tetto di paglia lungo il percorso, arriva il padrone con i suoi 4 bambini, regaliamo loro matite e peluches. Siamo nel paramo, freddo, ventoso, con terra dura da coltivare. E’ sempre toccante vedere quanta gente sia costretta a vivere in condizioni davvero difficili. Bello il cratere Quilotoa e l’acqua verde azzurra, il sentierino di discesa è ripido e veloce, circa 400 m di dislivello, dato che noi andiamo abitualmente in montagna non abbiamo patito a risalirlo, comunque offrono un servizio di mulotaxi. Sulla via del ritorno attraversando i villaggi Chugchilan e Sigchos, abbiamo poi visto contadini lavorare i campi su pendenze impressionanti, credo almeno 30-40°.

03/8

Oggi Hugo ci porta la parco Cotopaxi e Laguna Limpiopungo (prezzo escursione pagato all’hotel 100 Usd). Entriamo nel parco Cotopaxi attraverso l’ingresso Norte (biglietto 2 Usd) perché a detta di Hugo, essendoci meno vegetazione, si ha una minor formazione di nubi e quindi migliore visibilità del vulcano, ed è proprio vero. Alla Laguna Limpiopungo percorriamo il sentiero che corre lungo il lago, Hugo ci spiega la vegetazione e la fauna. Particolari sono una sorta di muschio che assorbe acqua durante la stagione delle piogge e la rilascia durante la stagione secca, ed un arbusto che odora di cioccolato. In macchina raggiungiamo poi il parcheggio a 4500 m e saliamo a piedi in circa 30 minuti al Refuge Josè Rivas a 4810 m. La gita si conclude alle 14. In definitiva, secondo me, conviene organizzare la visita al Parco Cotopaxi diversamente, in modo da risparmiare anche un giorno, ovvero partire da Quito ma subito fare l’escursione al Cotopaxi, pernottare al Cuello de Luna, e il giorno dopo il Quilotoa loop.

04/8

Mio compleanno! (sono 53 sigh) Trasferimento a Banos. Prendiamo l’autobus alla fermata della stazione di servizio benzina sulla Panamericana, è già pieno, ma ci fanno comunque salire, e provvisoriamente ci sediamo nella cabina di fianco all’autista, fino a che non si liberano due posti (biglietto 2,50 Usd). Dopo circa 2,15 ore arriviamo a Banos e andiamo a piedi fino al nostro hotel, la Posada de Arte (camera con colazione 50 Usd, ma colazione spettacolare davvero). L’hotel è carino, molto colorato, pieno di quadri, la camera è piccolina ma vivibile, mentre il bagno è veramente malandato, l’hotel è gestito da proprietari americani non particolarmente cordiali. Pranziamo in un bar in via Ambato e dopo ci avviamo a vedere la cascata Ines Maria definita dalla Lonely maestosa. Invece si può evitare, niente di che e poi si deve camminare lunga la strada principale per arrivarci, con traffico e smog, fino alla svolta a destra in prossimità di un tabernacolo e da lì ancora un po’ di cammino (biglietto 1,0 Usd). Abbiamo cenato al ristorante Pappardelle in Rocafuerte angolo 16 Diciembre, vista l’inflazione di locali internazionali tanto vale giocare in casa, in effetti ottima pizza e birra, sempre rigorosamente la locale Pilsner (ottima anche la Club).

05/8

Nonostante la giornata non sia granché, nuvole e momenti di pioggerellina, però pare che in questa zona sia normale, infatti si ha intorno una vegetazione rigogliosa, decidiamo comunque di noleggiare le bici (Geotours in Ambato angolo Haflants 10 Usd a bici, compreso casco e kit riparazione) e andare a Puyo lungo la Ruta de Las Cascadas (62 km solo andata percorsi in circa 6h, si ritorna in autobus dal Terminal Terrestre 2,5 Usd). La prima parte del giro fino al Pailon del Diablo è la più piacevole, e le numerose gallerie si evitano attraverso la vecchia strada, tutte le deviazioni sono perfettamente indicate. Ci fermiamo a vedere la Cascada del Diablo (biglietto 1,5 Usd). A mano a mano che scorrono i chilometri assistiamo al progressivo cambiamento della vegetazione, che diventa tipicamente tropicale, quando arriviamo a Puyo c’è il sole e il clima è caldo ma molto umido. Unica grande nota negativa, il traffico lungo tutto il percorso. La gita è comunque impegnativa, teoricamente sarebbe un percorso in discesa da 1800 m a 900 m di quota, ma vi sono numerose salite durante il percorso. Ceniamo nuovamente al ristorante Pappardelle, ottima trucha e pollo alla plancha, preso vino bianco cileno in caraffa, buono (cena 28 Usd).

06/8

Trasferimento in bus a Riobamba. Il viaggio dura circa 2 ore (biglietto 2,0 Usd). Dal terminal prendiamo un taxi per il centro (tariffa 1 Usd), l’hotel Tren Dorado è discreto, bagno nuovo e camera spaziosa. Colazione buona. Abbiamo prenotato per il giorno dopo la discesa dal vulcano Chimborazo in mountain bike con l’agenzia Pro Bici (45 Usd per bici) che effettua il percorso fuori strada, contrariamente a Julio Verne Expeditions che, per motivi di sicurezza, ha scelto di effettuare la discesa solo su strada. Il proprietario di Pro Bici, Galo, è molto simpatico e preparato, vi descriverà il percorso in modo davvero dettagliatissimo. Abbiamo cenato alla pizzeria Da Baggio, ottime le pizze e prezzi contenuti (15 Usd).

07/8

Si rivelerà un percorso molto bello, mai pericoloso e neanche difficile, si è sempre seguiti o preceduti dalla macchina di appoggio, tranne alcuni brevi tratti di single-trek, dove la macchina ci aspettava all’asfalto. Abbiamo compiuto il giro in compagnia di due svizzeri, padre e figlio, Jurk e David, molto cordiali. Il percorso di andata si compie in auto fino al primo rifugio Carrel a 4800 m. Ci fermiamo parecchie volte per ammirare tratti caratteristici, quali un canyon, la comunità Pulingui San Pablo, esempio di turismo comunitario, e per fotografare il Chimborazo en todo el suo splendor, come dice il nostro autista Julio. Effettivamente siamo stati molto fortunati perché è una giornata bellissima. Dal primo rifugio saliamo a piedi al secondo il Whymper a 5000 m. La discesa in bicicletta si conclude alla chiesa del villaggio di San Juan a 3000 m, quindi 1800 m più in basso della partenza. Abbiamo cenato al ristorante El Delirio, buono e locale carino (cena 30 Usd).

08/8

Alla biglietteria della stazione ferroviaria prenotiamo la corsa Alausi – Sibambe sul famoso treno della Nariz del Diablo (biglietto 20 Usd). Alausi si raggiunge in autobus e il viaggio dura circa 2 ora e decidiamo allora di pernottare ad Alausì visto che la nostra prossima tappa sarà Cuenca. Oggi invece visitiamo la Laguna del Colta (biglietto 0,25 Usd), niente d’interessante, e la chiesa di Balbanera, la prima chiesa cattolica dell’Ecuador, bella e in buone condizioni. Ci rechiamo a Cajabamba (la vecchia Riobamba) a piedi percorrendo una strada sterrata situata dall’altra parte di quella asfaltata, che parte proprio di fronte alla chiesa. Attenzione lungo il tragitto alle oche da guardia, sono molto agguerrite, ma se fate il gesto di tirare loro una pietra battono in ritirata. Sia all’andata che al ritorno abbiamo utilizzato autobus locali, come sempre siamo gli unici turisti a bordo. Siamo tornati a cenare alla pizzeria Da Baggio.

09/8

Partiamo dal terminal terrestre alle 8 per Alausi, questa volta non siamo gli unici turisti sull’autobus (biglietto 1,5 Usd, 2h). Arrivati ad Alausi lasciamo gli zaini all’hotel Europa, nonostante la facciata esterna sia promettente, la camera è angusta, trasandata, e il bagno molto piccolo e privo di finestra (camera 24 Usd). Dalla Lonely è definito il migliore, ma probabilmente non è più così, ci sembra possa valer la pena vedere anche la Posada del Tren sempre su 5 de Junio, o l’hotel Ventura in Antonio Mora. Il percorso del treno fino alla Nariz del Diablo è interessante, ma non come ci attendavamo, e al ritorno ci si ferma per un’ora alla stazione di Sibambe per uno spuntino compreso nel costo del biglietto. Qui, alcuni nativi Puruha danzano ed espongono i loro manufatti artigianali. Spettacolo molto turistico ma sono simpatici. La cittadina di Alausi, grazie alla Nariz del Diablo, è stata in parte rimodernata, ma non offre molte strutture, e a posteriori credo non valga la pena fermarsi per una notte ma proseguire. Abbiamo cenato al ristorante Bukardia, è stata una piacevolissima sorpresa, ottima grigliata a prezzi contenutissimi (birre e grigliate 16 Usd).

10/8

Colazione alla Cafeteria Higuera, meglio cercare altrove. Con la compagnia Transporte Patria arriviamo a Cuenca in circa 3,30 ore (biglietto 5,0 Usd). Prendiamo un taxi fino al nostro hotel La Cofradia del Monje Camera spaziosa, personale giovane e molto gentile, posizione centrale, con vista sulla Cattedrale direttamente dal balcone, solo colazione un po’ scarsa (camera con colazione 50 Usd). Pranziamo con un’insalata di frutta alla caffetteria bar Chaquiren e prendiamo il caffè al bar Lojano, non è proprio buono come descritto dalla Lonely, però de gustibus…. Visitiamo il museo Pumapungo, molto interessante soprattutto la parte dedicata alla descrizione dei molti gruppi etnici dell’Ecuador, sono esposti molti pannelli descrittivi, e tante riproduzioni umane a grandezza naturale. Sono qui conservate cinque teste rimpicciolite del popolo Shuar dell’oriente meridionale. All’esterno il sito archeologico con resti dell’antica Tomebamba, un giardino botanico e alcune voliere con uccelli quali pappagalli, tucani e rapaci. Abbiamo cenato al ristorante Raymipampa, un po’ troppo affollato, ma il personale è svelto, il cibo è buono e le porzioni abbondanti (birre, piatti unici, caffè e bicchierino di canelazo ottimo distillato al sapore di cannella, 18 Usd).

11/8

Con un taxi raggiungiamo il terminal terrestre (corsa 2,0 Usd) e da qui il bus per Gualaceo (biglietto 0,80 Usd), dove arriviamo dopo circa 1 ora. A Gualaceo cerchiamo i negozi di artigianato indicati dalla Lonely, ne troviamo soltanto uno superato un ponticello di legno, ma con pochi oggetti e di pessima fattura. Chiediamo, ma nessuno sa darci indicazioni circa gli altri negozi. Prendiamo il bus per Chordeleg (biglietto 0,50 Usd), qui invece troviamo molti negozi di oreficeria, letteralmente traboccanti di gioielli in filigrana e non solo. Ancora un bus fino al paesino di SigSig (biglietto 0,50 Usd), anche qui non c’è traccia di negozi di artigianato locale, se non l’associazione Maria Auxiliadora, dove una cooperativa di donne produce cappelli in paglia toquilla, ne acquistiamo uno per 15 Usd. Torniamo a Cuenca con un bus diretto (biglietto 1,25 Usd) dove arriviamo dopo 1,45 ore, e torniamo all’hotel a piedi. Ceniamo alla pizzeria Chicago, ma nonostante sia frequentata, soprattutto da locali, la pizza non è granchè (18 Usd).

12/8

Giornata a Cuenca. Prima tappa museo della Cultura Aborigena (Biglietto 2,0 Usd), molto interessante e con una buona esposizione dei 5000 pezzi. Siamo poi andati al centro Intra Americano de Artes Populares, dove sono esposti manufatti e costumi provenienti da tutto il Sud America, molto piacevole. Foto al Puente Rotto, così definito perché spazzato in parte da un’inondazione. Visitiamo la Cattedrale Nuova, molto bello l’altare dorato a forma di tabernacolo, ma la principale caratteristica sono le cupole in maiolica azzurra, visibili da tutta la città. Torniamo a pranzare alla caffetteria Chaquiren. Dopo pranzo riprendiamo a girare, prima tappa da Barrango, vecchia fabbrica di cappelli Panama ancora attiva, e con un ricco assortimento di modelli. Proseguiamo ancora fermandoci alla Casa del Sombrero di Alberto Pulla, la cui attività prosegue con i figli, al secondo piano si trovano i cappelli di migliore qualità, il cui prezzo però sale in proporzione. I modelli più belli possono arrivare a costare anche 500 €. Visitiamo anche la Casa di Laura, una casa museo, in parte ancora abitata dai proprietari, è un luogo particolare, vale la pena vederlo (biglietto 0,5 Usd). Proseguiamo il nostro giro con la visita alla Chiesa de San Sebastian, ma è chiusa, ci riposiamo nella piazzetta adiacente. Ancora una chiesa, quella di Santo Domingo, chiusa anche questa, ma riusciamo a sapere che aprirà alle 18,30. Un taxista ci ha detto che nel solo centro storico ci sono ben 14 chiese. Finiamo la giornata alla Casa della Mujer, un insieme di piccole botteghe artigianali di oggetti vari. Ceniamo nuovamente al ristorante Raymipampa, il cameriere ci riconosce (sempre birra, provati i tallarin, sugo di pesce ricco ma troppo cotti, però che si può pretendere è un piatto nostro, ma io sono una pasta dipendente e ogni tanto ho bisogno della mia dose).

13/8

Prendiamo il taxi per il terminal terrestre (corsa 2,0 Usd) e da lì il bus per Azogues (biglietto 0,5 Usd), dove arriviamo dopo circa 40 minuti. E’ giorno di mercato, molte bancarelle di frutta e verdura, e tanti venditori di animali, ma non solo galline, cuy e conigli, anche tanti tenerissimi cuccioli di cane (arriveranno in Europa con tanto di pedigree?) Saliamo a piedi all’Iglesia della Virgen de las Nube, dalla bella facciata, ma l’interno è spoglio, tranne che per l’altare dorato. Ritornati a Cuenca, ci fermiamo a un famoso negozio di cappelli, quello di Omero Ortega, che si trova vicino al terminal, è un negozio molto elegante, con cappelli di elevata qualità e prezzi elevati. Arrivati in Plaza Rotary ci fermiamo al mercato dell’artigianato, ricco di oggetti, quali ceste, utensili di legno ma nient’altro di particolare interesse. Ci fermiamo al Coffe Tree in Calle Larga angolo Presidente Borrero, finalmente un vero caffè espresso, e però un locale in stile europeo, infatti, è frequentato solo da turisti, è i prezzi sono decisamente più elevati. Ritorniamo alla Casa della Mujer, dove acquistiamo un panama classico per noi e uno da regalare. Cena al ristorante Raymipampa e dopo gelato e caffè espresso all’Heladerias Tutto Freddo.

14/8

Con la compagnia di bus Super Semeria, in circa 3,30 ore siamo arrivati a Guayaquil (biglietto 8,0 Usd). Con questa compagnia, non so se solo con questa, si passa attraverso il Parco National Cajas, un ambiente molto bello, ricco di laghetti, di piccole cascate, e si raggiunge la quota di 4000m. Dal terminal dei bus prendiamo un taxi fino all’hotel La Fontana (corsa 4,0 Usd). L’hotel si rivela inferiore alle aspettative, o meglio ha caratteristiche positive quali la stanza ampia, il bagno comodo, poltroncine, ampie finestre, ma purtroppo tutto sembra intriso di polvere datata (camera con colazione 70 Usd). Usciti dall’hotel, giriamo un po’ lungo il Malecon 2000, una passeggiata recintata, dove sono situate statue, la torre dell’orologio e un centro commerciale. Ci spostiamo verso il centro e visitiamo la Cattedrale e la chiesa di San Francisco, entrambe ricostruite recentemente, il Parque Bolivar, dove vivono libere molte iguane terrestri, e il Parque del Centenario, con la sua centrale Colonna della Libertà. Ceniamo al ristorante La Parilla del Nato, pizza scadente e acqua minerale, qui in Ecuador la domenica dopo le 16,00 non si possono vendere alcolici (17 Usd).

15/8

Colazione accettabile, ma niente marmellata, solo toast salati e uova. Visitiamo il quartiere Las Penas, saliamo i 444 scalini numerati fino al faro, e da qui, attraverso la scala a chiocciola, fino in cima al faro stesso, da cui si gode un’ampia vista panoramica della città. Questo quartiere è stato ristrutturato ed è pieno di ristoranti, bar e locali serali, per altro al mattino ancora chiusi, ma effettivamente sono state ridipinte soltanto le facciate delle case, mentre gli interni e il retro per quello che siamo riusciti a vedere sembrano piuttosto malandati. Ritornati su Malecon ci fermiamo a bere un succo al Fruta Bar, uno di aguacate e l’altro di Mamay, ottimi, ma a noi frutti sconosciuti (circa 3-4 Usd per succo). Siamo quindi andati a visitare il Mercado Artesanal Loja, si trova di tutto, ma nulla di qualità. Ci fermiamo a mangiare yogurt e pan di yucca presso uno dei locali della catena Naturissimo, molto buono con diverse possibilità di combinazioni, comprendenti anche pane di mais e empanadas (1 yogurth e due pagnottine 2,30 Usd). Infine un caffè da Sweet and Coffe, ottimo caffè espresso, 100% caffè ecuadoriano. Non perdetevi il parco Bolivar e le sue iguane; ci siamo ritornati e abbiamo assistito ad alcune schermaglie di difese del territorio da parte di una iguana, tanto piccola quanto agguerrita ed aggressiva nei confronti delle altre femmine. Ceniamo al ristorante Menestras del Negro, cibo scadente e freddo, personale sgarbato e maleducato (due piatti e birre 21 Usd), consigliato dalla Lonely ma oggi è da evitare.

All’aeroporto di Guayaquil, prima di fare il check-in, bisogna pagare una tassa di 10 Usd presso lo sportello Ingala (Instituto Nacional Galapagos), l’ente che controlla il transito dei turisti. All’arrivo all’aeroporto dell’isola di Baltra si deve invece pagare il biglietto d’ingresso al parco di 100 Usd (sempre pp naturalmente). All’aeroporto ci aspetta la guida che ci accompagna all’imbarcazione Galaven I. Gli altri partecipanti sono ecuadoriani, americani, tedeschi, spagnoli e una coppia d’italiani di Padova. Dopo un rapido pranzo, arriviamo alla nostra prima meta, l’isola di Seymour. Qui vediamo le fregate, e in particolare i maschi con il petto rosso (si tratta di una vescica che riempiono di aria per attrarre le femmine) in grado di resistere un intero giorno con le ali aperte e il petto esposto (ma quale uomo mostra una tale costanza!). Assistiamo poi al simpatico e buffo corteggiamento delle sule dalle zampe azzurre. Il colore è un richiamo sessuale dovuto ad un notevole afflusso di sangue in seguito a stimolazione ormonale. Vediamo anche qualche esemplare di iguana terrestre, (alle Galapagos si trovano solo su quest’isola), di iguana marina e di leone di mare. Torniamo in barca prima delle 18,00, perché le isole devono essere lasciate entro quest’ora. Cena con la barca in movimento, e inizio di mal di mare che non ci lascerà più per tutti e quattro i giorni.

17/8

Oggi arriviamo alla Isla Espagnola. La prima parte della giornata è dedicata allo snorkeling presso la Gardner Bay, dove staziona una grande colonia di otarie. E’ sicuramente un’esperienza unica camminare lungo la spiaggia tra questi animali indifferenti e impegnati solo a stare sdraiati a prendere il sole e dormire (che vita difficile!), ma non bisogna avvicinarsi troppo, perché si fanno sentire con una sorta di grugnito. Facciamo poi ancora una nuotata in un isolotto vicino entrando anche in una grotta, dove si vedono tanti pesci colorati. Nel pomeriggio escursione a Punta Suarez, dove vediamo ancore sule dai piedi azzurri, ma soprattutto albatros e iguane marine. Assistiamo al corteggiamento degli albatros, costituito da un incedere buffo e ondeggiante del corpo e della testa. Questi uccelli formano una sola famiglia nella loro vita, dopo l’accoppiamento le femmine migrano nel continente in cerca di cibo, il maschio attende nell’isola, ma se la compagna tarda ad arrivare si accoppia forzatamente con un’altra femmina, questa però abbandonerà l’uovo. In un’altra zona dell’isola si trova una scogliera abitata dalle sule mascherate, dove l’acqua penetrando attraverso gli scogli forma come un gayser. Di ritorno sulla spiaggia, molte iguane marine, essendo animali a sangue freddo di giorno si scaldano al sole, a volte alzandosi sulle zampe anteriori per rinfrescarsi, ma la sera si ammassano l’una sull’altra per mantenere la temperatura corporea. Vediamo anche fringuelli e mimi, entrambi alla ricerca di acqua, che però non bisogna assolutamente dare loro per non alterarne le abitudini. Alle 19,00 tentativo di cena e subito a letto, perché la posizione orizzontale è quella che permette di sopportare meglio il continuo rollio.

18/8 Isla Floreana

Dopo lo sbarco alla Post Office Day, William (la nostra guida di lingua spagnola) ci racconta le vicissitudini dei coloni tedeschi vissuti nell’isola e morti in circostanze misteriose. Il Post Office Day o Correo è il posto in cui in passato i cacciatori di balene lasciavano la posta in un barile. Oggi è ancora tradizione lasciare un messaggio nella speranza che qualcuno lo spedisca o lo porti a destinazione. Immediatamente dopo si trova una grotta lavica che visitiamo. Ancora un po’ di snorkeling prima di ritornare sulla barca, si dovrebbe nuotare tra le tartarughe e i pinguini di Humbolt, ma in realtà non vediamo niente. Ci spostiamo con la nave per andare a visitare un’altra spiaggia, la cui sabbia bianca in superficie assume colore verde in profondità per il contenuto di cristalli di olivina. Tra le rocce di lava fanno capolino le lucertole della lava. Pomeriggio in barca per poter arrivare in serata all’isola di Santa Cruz.

19/8 Isla Santa Cruz

Colazione alle 6,10, stamattina si deve fare tutto molto rapidamente affinché i viaggiatori che hanno il volo, possano prendere l’ultimo autobus pubblico per l’aeroporto di Baltra alle 8,30. Avrebbero anche potuto organizzare un minibus privato, e a proposito dell’organizzazione della crociera alcune considerazioni personali. La barca si è rivelata discreta con cabine comode, il cibo vario e di buona qualità, ma non propriamente abbondante, nella colazione dell’ultimo giorno non ve ne era abbastanza per tutti, e, durante una cena alla seconda richiesta di una porzione di frutta, ci è stato risposto di no. E si consideri che abbiamo praticamente saltato la metà dei pasti perché questi sono stati sempre serviti con la barca in movimento. L’attrezzatura per lo snorkeling era obsoleta è insufficiente, le mute rattoppate, e infine il personale dell’equipaggio non era particolarmente friendly. Arriviamo al costo. Ho prenotato la crociera dall’Italia in aprile, con Fabio Tonelli, noto tour operator residente in Galapagos come colono, piuttosto referenziato poiché ha lavorato anche per Velisti per caso. Costo della crociera per due 2700 €, compreso il pernottamento a Puerto Ayora alla conclusione della crociera. Peccato che la coppia di Padova avesse acquistato lo stesso servizio a 1700 € con Galapagos Travel prenotando due giorni prima di partire. L’unica differenza è stata il pernottamento a Puerto Ayora, ma nonostante l’hotel fosse bello, e fosse compresa l’escursione al Rancho Primizia e la cena, sicuramente non valevano la differenza di prezzo. Certamente trattandosi di un last minute il costo ridotto ha la sua ragion d’essere, ma ritornata a casa ho ritenuto di dover protestare con Fabio Tonelli, perché ritengo sia stato scorretto da parte sua non averci prospettato anche la possibilità del last minute. Vista la stagione non credo avremmo poi rischiato di rimanere a terra, infatti abbiamo visto offerte in tutte le agenzie di viaggio di Quito e Guayaquill, probabilmente non è la stagione più richiesta, ma non potevamo saperlo, ed essendo noi viaggiatori indipendenti avremmo certamente trovato il modo di conciliare le date della crociera con il resto del viaggio.

Ritornando alla giornata, alle 7,30 eravamo alla stazione scientifica Charles Darwin, dove sono incubate le uova prelevate dalle altre isole, le tartarughe sono mantenute nel centro per qualche anno e poi riportate sulle isole di origine. Questo per preservare le uova dalle specie animali importate, quali ratti, maiali selvatici, gatti e cani. Alcune tartarughe giganti sono mantenute in cattività nel Centro per esposizione. Spiegavano anche che è possibile orientare il sesso dei nascituri variando la temperatura dell’incubatrice. Abbiamo infine visto il mitico Lonesome George, l’ultimo sopravvissuto di una specie proveniente dall’isola Pinta, George ha vissuto per decine di anni da solo, questo pare abbia influenzato la sua fisiologia e pare non sia più in grado di produrre il liquido seminale. Nel suo recinto vivono due femmine di una specie simile, ma finora i vari tentativi di accoppiamento non hanno dato risultati. Lasciato il gruppo, e nell’attesa di avere la camera all’hotel, ci rechiamo alla Tortuga Bay, si tratta di una spiaggia molto bella, ma non vediamo neanche una tartaruga, solo iguane marine. Per fortuna nel pomeriggio Pepe (l’autista di Fabio Tonelli) ci accompagna al Rancho Primizia (Biglietto 3 Usd), dove, indossati degli stivaloni di gomma, ci addentriamo nella riserva e finalmente vediamo molte tartarughe giganti. Mangiano tranquillamente e non sembrano avere timore dell’uomo. Pepe ci dice che sono prevalentemente maschi, perché le femmine in questo periodo dell’anno si recano in prossimità della spiaggia a deporre le uova. Le uova sono deposte in una buca scavata dalla tartaruga, ma non covate, sopravvivranno solo i più resistenti e i più fortunati. Visitiamo anche un tunnel lavico, è così perfetto da sembrare opera dell’uomo, invece è un fenomeno naturale. Finiamo la giornata passeggiando per le vie della cittadina, e ceniamo da El Chocolate.

20/8

Ottima colazione all’hotel Villa Laguna e partenza. Alle 8,15 quasi puntuale passa a prenderci Pepe per portarci sul lato estremo nord dell’isola, dove un canale divide l’isla Santa Cruz dall’isla di Baltra. Nei circa 50 minuti di percorso vediamo il cambiamento del paesaggio da molto verde a secco arido, perché a sud in questa stagione piove sovente, mentre a nord non piove mai. Salutiamo Pepe e prendiamo il traghetto che in 10 minuti ci porta sull’altra sponda (Biglietto 0,80 Usd), qui un bus ci porta all’aeroporto. Ritorniamo all’hotel San Francisco de Quito e ancora una cena al Cafè del Fraile (adesso prezzi e porzioni non ci sembrano più così interessanti come all’inizio!)

21/8

Destinazione Otavalo, prendiamo il trole direzione norte fino al capolinea della linea Y, qui un bus d’interconnessione ci porta al terminal Carcelen. Finalmente prendiamo il bus per Otavalo (biglietto allo sportello Union de Otavalo 2,0 Usd). La domenica il mercato artigianale è limitato alla piazza, ci sono molte bancarelle, dove si trovano tutti gli articoli dell’artigianato ecuadoriano. E’ obbligatorio contrattare. Interessanti gli abitanti con i loro costumi tradizionali e gli uomini con i capelli lunghi acconciati a treccia. Per pranzo insalata di frutta con gelato alla caffetteria Dulce Nevado in Sucre vicino a Salinas (non abbiamo trovato la Casa de Fruta indicata dalla Lonely). E quindi nuovamente la trafila dei bus che in 2,30 ore ci riportano al centro di Quito. Abbiamo cenato alla pizzeria Pizza Sa, buona.

22/8

Visitiamo la città nuova e la zona del Mariscal, e tutti i negozi di artigianato citati e non citati dalla guida (il Centro Latinoamericano ha chiuso, mentre il Centro Artesanal è stato incluso nel La Bodega). Facciamo gli ultimi acquisti, mangiamo un’abbondante e buona insalata di frutta alla Fruteria Isabella in Washington e ritorniamo a Plaza Grande. Ultimo acquisto un quadretto di Luis Touquiza, uno dei vari componenti della famiglia di Josè che per primo nel 1970 cominciò a Tigua a dipingere sulla pelle di pecora, nel caso interessasse questo tipo di manufatto artigianale meglio fermarsi a Tigua per avere maggior scelta e prezzi probabilmente inferiori. Abbiamo constatato che già a Cuenca un quadretto di un componente della famiglia Toquiza aveva un prezzo inferiore, in realtà ci hanno spiegato che esiste anche una differenza dipendente dall’autore, i più quotati sono quelli del padre. Ultimo taxi per l’aeroporto (corsa 7,0 Usd, ma l’autista aveva fretta, cambiava repentinamente corsia con molta disinvoltura, momenti di panico!). Atterrati a Malpensa il 24/8 ore 9 (attesa eterna ad Atlanta per coincidenza).

Ecuador paese interessante, forse non così articolato come il Perù, o con ambienti mozzafiato come l’Argentina del Nord, ma meno turistico e quindi più autentico.

Ezio & Tea



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche