Meraviglioso Venezuela

Fiumi e isole all'insegna dell'avventura
Scritto da: ros1980
meraviglioso venezuela
Partenza il: 20/09/2011
Ritorno il: 06/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Il giorno della partenza non arriva mai, specie quando il viaggio che si sta per intraprendere è stato programmato e sognato da tanto tempo. Ho cercato di carpire più leggendo sulle varie guide (Lonely Planet) e dopo innumerevoli e-mail scambiate con Beatriz moglie e titolare insieme a Cosimo.

20 settembre

Finalmente, sveglia alle 4 della mattina, taxi, aeroporto di Fiumicino e volo Roma-Caracas. Arrivati in aeroporto abbiamo fatto una coda medio lunga all’immigrazione dove abbiamo consegnato il foglio compilato con i nostri dati che viene distribuito in aereo, e abbiamo risposto alle domande del tipo “dove andrete? Quanto tempo vi trattenete? Qual è il motivo del viaggio?”; superata l’immigrazione abbiamo recuperato i nostri bagagli. Superata anche la dogana siamo finalmente usciti c’era Felix della Energy Tour che a piedi ci ha accompagnato al terminal dei voli nazionali che si trova a 300 metri, comunque c’è un passaggio interno per passare da un Terminal all’altro. Il volo per Ciudad Bolivar era previsto per le 19.30 p.m. ed è partito in perfetto orario, il volo fa uno scalo a Maturin, siamo arrivati a C.B. alle 20,30. C’era Cosimo ad aspettarci, ci ha accompagnato alla sua posada dove abbiamo passato la notte.

21 settembre

Sveglia presto perché si parte per la Gran Sabana! C’ è strada da fare. Ci viene a prendere la guida Jonas (che si fa chiamare Indiana Jonas) della Energy Tour con la splendida jeep 4×4 che ci accompagnerà per tutto il giro. Jonas è un ragazzo davvero simpatico e parla bene l’italiano. La prima sosta è al Parco Cachamay dove abbiamo il primo contatto con la natura e le cascate. si riprende il viaggio verso Upata per la visita di un centro di produzione di casabe, pane fatto con farina della Yucca, una radice simile alla patata. Si prosegue quindi alla volta di El Dorado Km 0, da lì si continua per il km 88 si arrivava alla Piedra de la Virgen un masso che emerge una ventina di metri al di sopra della vegetazione. Si dice che in questo posto è apparsa la Vergine Maria; continuiamo la risalita passando per la selva tropicale Il paesaggio in alcuni punti è da documentario. Verso sera arriviamo a Kamoiran, una posadain cui alloggiare molto carina.

22 settembre

Colazione di buon ora e poi ci si dirige con il furistrada alla volta del Salto Aponguao, o Chinak Merù, una delle cascate più spettacolari della Gran Sabana. Si percorre uno sterrato di circa 50 km e raggiungiamo il villaggio di Iboribò. A bordo di una curiara, si naviga il Rio Aponguao circa 20 minuti; ci si ferma, si prosegue camminando per circa 10 minuti. Lo spettacolo che infine si presenta agli occhi è stupefacente. La cascata è spettacolare e l’acqua precipita da un’altezza di 105 m. Un sentiero segnalato conduce ai piedi della cascata dove si può fare il bagno e nuotare nei laghetti naturali che vi si formano. Jonas ci porta dopo una camminata di circa 15 minuti, al Pozo Escondito, una piscina naturale in cui è possibile fare il bagno nell’acqua turchese. Ritornati al villaggio di Iboribò, si pranza in un ristorantino gestito dagli indios. Si prosegue quindi alla volta di Santa Elena dove si passa la notte al Lodge Yakoo.

23 settembre

Colazione il mattino si continua verso la Quebrada de Jaspe (Kako-parù), dalla caratteristica colorazione rosso levigato roccia di puro diaspro (Jaspe significa diaspro). Per il pranzo ci si ferma a San Francisco de Yuruanì altro villaggio indio. Ci si dirige alla volta del Salto Kamà, subito dopo un salto kauwi è formato una pozza d’acqua, ove è possibile fare il bagno. Il bagno è quasi obbligatorio per rinfrescarsi. Si prosegue quindi verso la posada dove passiamo la notte, dopo una cena favolosa.

24 settembre

Jonas ci sveglia alle 7 per la colazione. In giornata si rientra a Ciuadad Bolivar, dopo un viaggio di 6 ore arriviamo a Ciudad Bolivar alla posada Don Francesco, dove ad accoglierci c’e’ la moglie di Cosimo Beatriz, dopo una doccia veloce Cosimo ci accompagna in un ristorante non molto distante dalla posada. Dopo una buona mangiata rientriamo in posada e a nanna per riprendere le forze.

25 settembre

Si parte dll’aeroporto di Ciudad Bolivar. L’aereo è un Cesna 6 posti. Il tempo sereno ci consente di effettuare il sorvolo dell’Auyantepui il Tepuy con la superfice più grande del mondo e da dove nasce il Salto Angel, uno spettacolo! Il Rio Carrao sembra un serpente che solca la fitta giungla e, tutt’intorno, dai tepuy si gettano prepotentemente decine di cascate. Dopo un’ora e trenta si atterra a Canaima. Ciò che si presenterà davanti una volta scesi è stupefacente: sono le magnifiche cascate formate dal Rio Carrao, il Saltos Ucaima, Golondrina, Wadaima e Hacha, la cui acqua è colorata, dovuto al tanino presente in alcune piante locali. La laguna è costeggiata da spiagge color rosato. Con la curiara si effettua poi l’escursione della laguna, procediamo verso il Salto El Sapo, dove è possibile camminare sotto l’impressionante muro d’acqua che esso forma. Attraversata la cascata, dopo pochi minuti di cammino raggiungiamo il Salto El Sapito, si rientra alla posada Tapuy Lodge di fronte alla spettacolare laguna. Dopo cena le guide ci spiegano cosa ci aspetterà il giorno dopo, a nanna dopo una giornata spettacolare

26 settembre

Dopo la colazione siamo pronti per l’avventura. Ci imbarchiamo a bordo delle curiara (inbarcazioni indigene) per risalire il Rio Carrao. Il paesaggio è splendido: si attraversano canyon con pareti verticali mozzafiato. La vegetazione è di un verde brillante e tutt’intorno si ode il canto degli uccelli e degli altri animali della foresta. Arrivati dopo circa 4h all’accampamento Wey tepuy. Di fronte a noi il Salto Angel, che si lancia dall’Auyan Tepuy mille metri di Altura la cascata più alta al mondo. Si comincia la camminata seguendo un sentiero. La vegetazione che ci circonda è qualcosa di unico. L’umidità è altissima, non si vede il cielo da qui. L’ultimo tratto è il più difficile, ci si deve quasi arranpicare. Improvvisamente, usciti dalla foresta ci si ritrova di fronte il Salto Angel. Sotto questa maestosa cascata siamo rimasti ad ammirarla. Si va al mirador. Avvicinandosi si viene investiti dalla brezza generata dalla cascata camminiamo sino a giungere la piscina naturale, formata dall’acqua della cascata. Verso le 16 si riscende; sembra molto più breve della salita, arrivati al campo base la cena è pronta tutti contenti visto la fame. Si cena al lume di candela e si dorme sulle amache con solo un tetto sopra la testa. Durante la notte si ascoltano i rumori della pioggia e di chissà quanti animali.

27 settembre

Al mattino la prima cosa che si vede è il Salto Angel; non ci sono nuvole e riusciamo a vedere la cima. Alle 7.00 siamo pronti per la colazione a base di arepas marmellata uova formaggio. Partenza per il ritorno a Canaima. Riprendiamo la curiara percorriamo il rio Churun e il rio Carrao. In favore di corrente il viaggio è leggermente più corto. Arriviamo a Puerto Ucaima, due passi a piedi e siamo alla laguna di Canaima che raccoglie le acque del rio Carrao che dividendosi in 4 cade in essa formando delle bellissime cascate. Ucaima, Golondrina, Wadaima e Hacha. Verso le due del pomeriggio riprendiamo il cesna per far ritorno a Ciudad Bolivar. Ad attenderci all’aereoporto c’è la guida dell’agenzia che siamo felici di rivedere. Ci carica sul Toyota e partiamo via Puerto Ordaz. Lasciamo Ciudad Bolivar per andare al Delta dell’Orinoco, terzo fiume per lunghezza in Sud America. L’Orinoco nasce vicino al confine con il Brasile, nella parte meridionale del Venezuela e scorre per 2150 km fino all’ampio delta paludoso sulla costa nordorientale del Paese. Attraversiamo un’autostrada lunghissima e dritta. Attreversiamo il nuovo ponte che unisce lo stato Bolivar allo stato Monagas e dopo circa un’ora arriviamo ad un ponte sotto il quale scorre il Rio Morichal, sulle cui sponde vive una comunità di Indios Warao (letteralmente “coloro che vivono sull’acqua). I Warao sono oggi sull’orlo dell’estinzione. Sono gli antichi abitanti della zona del delta, una tribù che vive su palafitte nei pressi delle rive del fiume, si sposta per lo più in canoa e trae il proprio sostentamento dalla pesca. Siamo ormai quasi arrivati e deviando lungo una strada ci dirigiamo verso Rancho San Andres dove ci accoglie Jenny e ci offre da bere. Ci consegnano le chiavi del bungalow. La sera è ormai calata e ci affrettiamo per la cena: ceniamo con Jonas. Una squisita cena a base di carne e salsiccia alla brace, verdure, frutta e birra. Parliamo molto con Jonas e dai suoi discorsi si percepisce che ama la sua terra. Prima di ritirarci nelle nostre camere facciamo una partita a biliardo. E’ ormai ora di andare a letto.

28 settembre

Dopo colazione partiamo a bordo del Toyota con Jonas. Arriviamo al villaggio San Jose de Buja e poi saliamo a bordo della canoa con motore con una guida Warao. Il paesaggio è bellissimo e molto vario, con le anse ed i canali che il Rio forma nel suo corso sembra di vivere in un Film. La fauna e la flora sono incredibili; il nome Venezuela deriva proprio dalla moltitudine di canali tali da farla sembrare, agli occhi dei conquistadores spagnoli, una sorta di Venezia. Il tempo passa ed ogni tanto ci ridestiamo affascinati, ci rendiamo conto di essere li e che ciò che stiamo vivendo è qualcosa di straordinario ed unico. La barca corre rapida lungo il Rio. Si vedono scimmie, uccelli, delfini. Ci fermiamo vicino ad un Piccolo Canale con una piccola curiara dei Warao. Saliamo a bordo e percorriamo un piccolissimo canale la cui fitta vegetazione nasconde un’incredibile varietà di pappagalli, tucani e scimmie. E’ straordinario. Incontriamo alcune comunità che vivono su palafitte lavorano con le foglie di palma per la preparazione di ceste ed amache. Risaliamo e proseguiamo lungo il fiume e verso mezzogiorno arriviamo alla laguna. C’è un sole bellissimo che riflette sul fiume. Attracchiamo sulla sponda. Cè una capanna che sembra abbandonata. Qui consumeremo il nostro lunch. Ritorniamo alla nostra barca, con l’intenzione di pescare qualche piraña. Utilizziamo delle canne (bastoncini d’albero) e carne come esca e riusciamo a pescarne qualcuno. Il fondale ne è pieno. Sono color argento con la pancia arancione e dentini aguzzi. Dopo aver pescato, affrontiamo un’affascinante camminata nella foresta paludosa. Si vedono tartarughe d’acqua, scimmie, uccelli preistorici. Ritorniamo a Boca de tigre, sbarchiamo e salutiamo i Warao. Rientriamo al hato San Andres e Jonas ci propone una passeggiata a cavallo nella grande estensione del Rancho. I cavalli sono pronti; ci muoviamo lentamente fra i sentieri e già iniziamo ad avvistare la fauna. All’ inbrunire ci dirigiamo verso l’Hato. Ceniamo quasi subito: carne alla brace, verdure, un po’ di chiacchiere e poi a letto. Siamo realmente stanchi ma felici.

29 settembre

Ci svegliamo di buon’ora e facciamo colazione. Partiamo in Toyota. Aereoporto Maturin. Ci salutiamo dalla nostra grandissima guida Jonas e ci imbarchiamo sul volo dell’Aserca per Caracas. Il volo dura poco più di un’ora e dopo aver ritirato i bagagli prendiamo il volo della Chapi Air per Gran Roques. Ci imbarchiamo sull’aereo che in quaranta minuti ci condurrà Finalmente a Los Roques, nel più bel parco marino dei Caraibi. In una radiosa giornata di sole arrivammo a Gran Roque, che è l’isola sicuramente più ampia dove si atterra dopo un volo di quaranta minuti da Caracas. E’ il posto giusto per dedicarsi allo snorkelling e alle immersioni, o semplicemente alll’abbronzatura. Atterriamo nel piccolo aeroporto di Gran Roque, unica isola abitata, composta sostanzialmente da posade che ospitano i turisti. L’aspetto simpatico son le case dai colori pastello. Niente macchine e sabbia ovunque. Un finale di vacanza davvero indimenticabile. Ci accoglie Manager della Posada Acquamarina che ci viene incontro con un piccolo carrello per trasportarci i bagagli fino alla Posada. Paghiamo la tassa d’entrata al parco Nazionale. La cena è alle porte e lo staff della posada preparano al meglio la tavola ed il cibo. Si comincia a sentire la stanchezza quindi di buon ora andiamo a letto.

In questi sette giorni visiteremo ogni giorno un’isola diversa e ogni giorno avremo sensazioni diverse. Madrizqui, Francisquises, Dos Mosquises, Espenqui, Cayo de Agua, Cayo Pirata, Carenero. Purtroppo la mattina del 6 ottobre salutiamo tutti gli amici lasciamo l’arcipelago. Con le lacrime agli occhi rientriamo a Caracas che lasceremo nel pomeriggio. Un viaggio straordinario. Forse un giorno torneremo in questo paradiso. Arrivederci Venezuela.

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Salto Angel



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