Portogallo da nord a sud 2

Questo Paese ci dà la possibilità di viaggiare come piace a noi, alternando interessanti tappe culturali a soste in splendide spiagge. Partenza da Madrid, tappa a Salamanca e poi attraversiamo il Portogallo. Rientriamo a Madrid dall'Andalusia.
Scritto da: Corby
portogallo da nord a sud 2
Partenza il: 26/07/2011
Ritorno il: 11/08/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Per la vacanze estive scegliamo il Portogallo perché, almeno sulla carta, ci dovrebbe offrire l’opportunità di alternare tappe culturali a soste in splendide spiagge. Iniziamo a pianificare il viaggio ad aprile e il primo passo è la prenotazione del volo (con Easyjet); conosciamo abbastanza bene la Spagna, che abbiamo avuto modo di visitare diffusamente in passato, ma io (Carlo) vorrei vedere Salamanca, mia moglie (Raffaella) ha da tempo il desiderio di visitare la moschea-cattedrale di Cordoba e, per ultimo, le figlie (Giulia e Francesca) vorrebbero tornare a Madrid, di cui serbano un piacevole ricordo. Decidiamo allora di atterrare nella capitale spagnola in modo da aggiungere al viaggio queste tappe, in un tour pressochè circolare che, passando da Salamanca e in direzione antioraria, prevederà la visita del Portogallo da nord a sud per poi tornare a Madrid dall’Andalusia. Prenotiamo alberghi e residence con Booking e infine la vettura con Easyterra, analogamente a quanto già fatto con soddisfazione in passato.

26 Luglio

Atterriamo a Madrid Barajas in orario, in prima mattinata, dopo un po’ di agitazione in aeroporto; arriviamo infatti ai banchi del check-in un po’ ritardo e malgrado l’ora (le sei) già si sono formate lunghe code. E’ da un pò di tempo che viaggiamo con Easy Jet esclusivamente con bagaglio a mano, ma oggi dobbiamo caricare un paio di bagagli in stiva e scopriamo che ora la compagnia non prevede più banchi dedicati a singoli voli ma comuni per tutte le destinazioni; ci sentiamo persi, ormai impossibilitati a partire ma fortunatamente un annuncio ci comunica che un banco è a disposizione per gli ultimi imbarchi per Madrid: siamo i soli a utilizzarlo e chiude immediatamente dopo l’imbarco dei nostri bagagli; per questa volta è andata, ma mi appunto mentalmente, in futuro, di arrivare un bel pò prima … Al noleggio (compagnia National) fanno un pò di difficoltà a darci una vettura con cambio manuale e ci offrono un’auto (una Volvo) di cilindrata superiore allo stesso prezzo, ma con cambio automatico. Accettiamo la proposta vantaggiosa e non ce ne pentiremo: guidare un auto con cambio automatico è estremamente semplice e l’ampio bagagliaio ci servirà eccome. Ci dirigiamo verso la prima tappa, la città spagnola di Salamanca, che si trova a circa 300 km da Madrid e a soli 100 km dal confine portoghese; la raggiungiamo nel primo pomeriggio dopo un viaggio tranquillo e un po’ noioso, attraverso il paesaggio arido e un po’ monotono della Castiglia. Salamanca però non delude e si rivela essere una città decisamente attraente, che vanta una delle piazze più eleganti di Spagna (la plaza Mayor) e una serie di notevoli monumenti (in particolare la Cattedrale e l’Università) in stile plateresco, caratterizzato da decorazioni plastiche molto ricche che di solito ricoprono i portali delle chiese e dei palazzi. Nota negativa la cena: ci hanno servito una paella scotta e salatissima (sia come sapore che prezzo); prima del ritorno in albergo (Jch Congreso Apartamentos, centrale ma poco luminoso e non particolarmente consigliabile) ci siamo nuovamente recati in plaza Mayor che, a un certo punto, come d’incanto si è illuminata offrendo uno spettacolo emozionante (come dimostrano gli oooh! di ammirazione delle persone che in quel momento la occupavano).

27 Luglio

Di buon’ora ripartiamo e ci dirigiamo verso il Portogallo, meta principe del viaggio. Dopo un’ora circa di viaggio attraversiamo il confine, riportiamo indietro di un’ora gli orologi e ci dirigiamo verso la città di Viseu, il nostro primo “assaggio” di terra lusitana. Devo dire che la prima impressione è senz’altro positiva: subito il Portogallo ci si presenta in una veste meno “sgargiante” e più modesta della vicina Spagna, ma compensa questo aspetto con un’atmosfera più tranquilla e contadina. Abbiamo immediatamente modo di gradire la cucina portoghese, semplice ma gustosa e genuina e non ne verremo in seguito mai delusi; la varietà dei piatti è piuttosto limitata, ma soprattutto il pesce è cucinato ottimamente e a prezzi assolutamente inferiori alla vicina Spagna (e soprattutto alla nostra Italia). In generale i ristoratori portoghesi non hanno la brutta abitudine di “caricare” il conto con prezzi esagerati per le bevande (un euro mediamente per una Coca Cola …) e per il coperto (di solito gratuito). All’inizio del pasto vi portano (non richiesti) una serie di antipastini che vi saranno addebitati solo se li mangerete. Viseu ci è piaciuta soprattutto per l’atmosfera tipicamente portoghese e per la bella piazza della Cattedrale che tra l’altro ospita un Museo notevole per la collezione di azulejos, piastrelle normalmente di colore azzurro che in Portogallo sono onnipresenti: decorano soprattutto i muri di chiese e chiostri, sono uno degli aspetti più caratteristici e peculiari del paese. Lasciamo Viseu e ci dirigiamo verso sud. Il nostro tour non contemplerà l’estremo nord del Paese; nel pomeriggio arriviamo a Coimbra dove pernottiamo presso l’albergo Tivoli (lo consigliamo), vicino alla città vecchia che raggiungiamo a piedi servendoci anche di un ascensore; ecco un altro elemento caratteristico del Paese che ritroveremo a Lisbona e in altre città. Mangiamo (ottimamente) in un ristorante della città vecchia dopo aver visitato l’università di cui la città va giustamente fiera (è la più antica del Paese e una delle prime a essere state fondate in Europa). Dopo cena raggiungiamo il lungofiume, è una serata molto bella, il tramonto è spettacolare e colora di rosa il quartiere antico che si inerpica su un colle.

28 Luglio

Tappa di avvicinamento alla costa atlantica; durante il viaggio ci fermiamo a Tomar per visitare il Convento di Cristo, fondato dai Templari nel Medioevo. Molto caratteristica è una chiesa a pianta circolare dove i monaci guerrieri entravano a cavallo; interessante la visita al resto del monastero, con le cucine molto grandi e rivestite di piastrelle, dotate di camini altissimi. Ci fermiamo poi a Fatima per una rapida visita alla chiesa e al vasto piazzale dove i fedeli si raccolgono in particolari periodi dell’anno; infine sosta a Batalha per ammirare l’abbazia dove spiccano le tombe finemente scolpite di alcuni re portoghesi. Facciamo una fatica esagerata a raggiungere la località di Sao Martinho do Porto causa l’assenza o quasi di cartelli stradali, anche se disponiamo di un navigatore satellitare. Finiamo su una stradina molto stretta e tutta a curve, che almeno ha il pregio di mostrarci vedute fantastiche della costa atlantica; si intravedono spiagge deserte battute da onde piuttosto alte; è ormai sera, la luce è dorata, il panorama indimenticabile.

29 Luglio

Come da nostra abitudine amiamo alternare giorni dedicati a visitare luoghi e monumenti a altri di relax preferibilmente al mare .Ci svegliamo quindi con questa idea in mente ma, aperte le finestre, ci accoglie un tempo uggioso e grigio. Sa buoni padani ci rendiamo subito conto però che si tratta di nebbia, assolutamente inattesa ma a quanto pare tipica del clima atlantico; fortunatamente a metà mattina la nebbia si alza e possiamo lasciare il nostro appartamento (tra l’altro nuovissimo, ampio e super accessoriato – residence Golf Atlantico) e dirigerci verso la spiaggia. La scopriamo molto ampia e pressochè circolare (la località si affaccia su una baia); gli ombrelloni non esistono e sono sostituiti da piccole capanne di tessuto, probabilmente a causa del vento; ne affittiamo una e partiamo per una bella passeggiata lungo la spiaggia; una passerella ci permette di transitare al di sopra di un ambiente molto ben conservato, con una flora rigogliosa, caratterizzata da bassi cespugli e gigli di mare; al termine della camminata una grande parete sabbiosa permette a chi lo desidera di lanciarsi in discese spericolate con “padelle” del tutto simili a quelle che noi utilizziamo d’inverno in montagna. Al ritorno decido di avventurarmi in mare, dove resisto poco (l’acqua è piuttosto fredda). Nel frattempo la nebbia riprende il sopravvento e il sole se ne va; la temperatura è intorno ai 20 gradi, io sto benissimo, chi mi accompagna un pò meno. Decidiamo di occupare il pomeriggio con un’escursione alla vicina località di Obidos. La gita si rivela un successo: appena lasciata la costa torna il sole e il paese si rivela incantevole, con le sue case tutte dipinte di giallo e azzurro, circondate da una cinta muraria intatta, su cui si può salire e scattare belle foto. Torniamo in paese, saliamo su un elevador (ascensore) e arriviamo alla parte alta di Sao Martinho; ceniamo in un piccolo ristorante dove, con la solita cortesia, ci vengono offerti ottimi piatti di pesce (questa volta mangio una sogliola enorme) al solito prezzo, più che equo; passeggiata lungo la spiaggia e a nanna.

30 Luglio

Oggi, ahimè, la nebbia non se ne va; partiamo allora per la vicina Alcobaca (incredibile, dopo qualche chilometro spunta il sole) dove visitiamo l’antica abbazia con un bellissimo chiostro in stile manuelino (un gotico esuberante proprio del Portogallo). Decidiamo di passare la sera a Nazarè (a circa 10 km da Sao Martinho) e nel tardo pomeriggio la raggiungiamo, salvo lasciarla dopo pochi minuti; malgrado sia magnificata dalla Lonely Planet, a noi non è piaciuta per niente: sporca, caotica, decisamente brutta; molto meglio la nostra Sao Martinho, più tranquilla e chic. Prendiamo la macchina e andiamo allora a Peniche, altra località di mare; qui la musica è completamente diversa; all’inizio del paese ci accoglie una spiaggia frequentata da surfisti pressochè deserta, bellissima, con le lunghe onde che si infrangono e alte dune sullo sfondo; ne siamo incantati; non entriamo subito nel paese ma andiamo oltre, per raggiungere a circa 3 km, Cabo Carvoeiro. Si tratta di un promontorio con viste stupende della costa alta e rocciosa, dove onde potentissime si infrangono con fragore e enorme energia; nel frattempo esce l’ultimo sole della sera regalandoci una luce bellissima. Contenti e frizzanti raggiungiamo il centro della cittadina, caratterizzato da una grande fortezza sul mare e ceniamo in uno dei tanti e affollati (è sabato) ristoranti di mare dove, finalmente, decido di assaggiare il bacalhau, piatto nazionale portoghese; è il nostro baccalà, cotto in centinaia di modi. Lo apprezzo e lo sperimenterò in altre versioni anche nei giorni successivi.

31 Luglio

E’ giunta l’ora di lasciare il mare e di puntare verso una delle mete più attese del viaggio, la capitale Lisbona. Prima però ci fermiamo a Sintra, la tanto decantata cittadina scelta dai sovrani portoghesi come località di villeggiatura. A noi sembra un luogo carino ma nulla più, con al centro il palazzo reale che visitiamo (belle alcune stanze con pregevoli soffitti e pareti con azulejos); tralasciamo invece il celebrato palazzo de Pena, carissimo e a nostro parere assolutamente kitsch (non a caso è stato costruito per volere di un tedesco, il principe di Sassonia Coburgo, marito di una regina portoghese e che forse si è ispirato ai castelli di Ludwig di Baviera); si tratta di una costruzione ottocentesca che ingloba elementi di stile diverso con un risultato finale che a noi sembra decisamente in stile Disneyland. Il luogo in effetti è molto turistico (e infatti mangiamo abbastanza male) e lo lasciamo senza troppi rimpianti, vogliosi di arrivare finalmente nella città più nota e grande del paese. L’impatto non è dei migliori: il nostro albergo (la prima scelta non proprio azzeccata) si trova in un quartiere vicino al centro ma un po’ degradato, frequentato da personaggi un po’ pittoreschi e vagamente inquietanti: decidiamo seduta stante di non prolungare le nostre visite serali e di tornare a ore decenti in albergo (anche su consiglio del concierge). La prima visita della città un po’ ci rinfranca: la piazza principale della città bassa (il Rossio) è molto animata e soprattutto si rivela molto attraente la salita al soprastante quartiere del Chiado utilizzando l’elevador di Santa justa; è questa una costruzione di fine ottocento, un po’ una tour Eiffel lisbonese, che permette di avere bellissime vedute serali sulla città costruita, come Roma, su sette colli; appaiono i monumenti più noti della città, la Cattedrale, il castello di Sao Jorge sulle alture vicine e, in basso, il Rossio e la vicina piazza del Commercio che dà direttamente sul Tago che, proprio vicino a Lisbona, si getta nell’oceano con un vastissimo estuario. Proprio nella piazza principale del Chiado (piazza Camoes) c’è una fermata del mitico tram 28, giallo e piccolissimo, che attraversa la città vecchia; siamo un po’ stanchi, lo prendiamo al volo ma scopriamo che i nostri biglietti, acquistati in precedenza in metropolitana, non sono validi per il tram: in effetti il sistema di gestione dei mezzi pubblici è decisamente cervellotico e per nulla integrato, sinceramente non ci è ancora del tutto chiaro (e non sembra esserlo nemmeno per il personale dei mezzi pubblici a cui abbiamo chiesto aiuti vari senza ricevere risposte univoche…). Scendiamo, compriamo altri biglietti e, dopo una lunga attesa, riprendiamo il tram che presto lascia la Baixa e si inerpica sulle scoscese strade dell’Alfama e del vicino quartiere di Graca; è un bellissimo tragitto che ripeteremo più volte nei due giorni successivi, anche perchè la fermata dove scendiamo è proprio di fronte al nostro hotel, il Residencial do Sul, con ambienti comuni carini e camere ampie ma dotate di muri sottilissimi e soprattutto bagni rumorosissimi; all’una circa veniamo infatti svegliati da uno scroscio d’acqua violentissimo causato dalla necessità impellente dei nostri vicini di camera di fare una doccia (tre di fila); l’idea è di lasciare l’hotel il giorno seguente ma, furbescamente, il nostro concierge, appena arrivati, ci aveva fatto immediatamente pagare il prezzo per tutte e tre le notti e quindi decidiamo di resistere; nei giorni successivi la fatica dovuta alle lunghe camminate non ci farà comunque sentire più nulla o quasi…

1 Agosto

Ci alziamo con la brutta sorpresa di un tempo grigio che presto dà spazio alla pioggia; ci armiamo di ombrelli e raggiungiamo il quartiere di impianto arabo dell’Alfama dove entriamo nel castello di Sao Jorge rimanendone un po’ delusi: il prezzo abbastanza alto del biglietto di ingresso non è assolutamente ripagato dallo stato abbastanza spoglio della costruzione: rimangono in piedi alcuni tratti mura e l’aspetto più attraente (le viste dall’alto della città) è compromesso dal tempo uggioso. Notiamo anche la consistente presenza di turisti italiani quasi del tutto assenti nelle località finora visitate. In serata il tempo migliora e decidiamo di salire al Bairro Alto dove ha sede la “movida” lisboetas; in effetti si tratta di un quartiere molto animato con locali di tutti i tipi: scegliamo un ristorante indiano dove mangiamo veramente bene, in particolare il pollo al curry è sicuramente il migliore che abbia mai provato.

2 Agosto

L’ultimo giorno a Lisbona lo vogliamo trascorrere un po’ fuori città, in particolare a Belem e nel Parco delle Nazioni. Il primo è un quartiere alla periferia, ma assolutamente da non perdere vista la presenza di alcuni dei monumenti più famosi della città: in primis il monastero dos Jeronimos, dove l’architettura manuelina raggiunge il suo vertice. La chiesa del complesso è bellissima, con colonne scolpite di altezza vertiginosa che reggono una volta riccamente decorata. L’annesso chiostro non è da meno, grandissimo e splendido grazie al marmo bianco che lo riveste completamente. C’è da dire che il monastero è uno dei pochissimi monumenti di Lisbona risparmiati dal devastante terremoto del 1755 che ha praticamente distrutto la città. Vicino troviamo il caratteristico monumento moderno ai famosi navigatori portoghesi che aprirono alcune delle rotte commerciali più sfruttate e che permisero ai portoghesi di fondare in Asia, in Africa e in Brasile le colonie che portarono enormi ricchezze al Paese; da non perdere, poi, la torre di Belem, che vigila sull’ultimo tratto del Tago, il monumento simbolo di Lisbona; la torre (come anche il monastero) ha un aspetto vagamente esotico, che ricorda alcuni palazzi indiani. Riprendiamo la macchina e velocemente raggiungiamo il Parco delle Nazioni, insieme di architetture avveniristiche costruite per l’Expo 2000; vi si trova tra l’altro un enorme centro commerciale caratterizzato da una copertura trasparente sulla quale scorre l’acqua e un acquario che la Lonely dichiara essere il secondo più grande al mondo ma che, a nostro parere, risulta essere meno attraente di quello di Genova. Di sera torniamo al Bairro Alto dove ceniamo in un thailandese di livello decisamente inferiore all’indiano della sera precedente.

3 Agosto

Salutiamo Lisbona e attraversiamo il lunghissimo ponte Vasco da Gama direzione sud. Facciamo una breve deviazione e raggiungiamo Evora, cittadina dal centro storico caratteristico e pressochè intatto, con vie silenziose affiancate da case bianchissime decorate da fregi di color giallo. E’ una tappa deliziosa, vediamo prima di tutto la Capilla Dos Ossos, completamente rivestita da ossa e teschi prelevati dal cimitero della città; all’ingresso leggiamo: “queste ossa aspettano le vostre…” fatti i dovuti scongiuri raggiungiamo la piazza centrale della cittadina dove ci aspetta un’austera cattedrale fortificata (con un bellissimo chiostro), un tempio romano e un convento dal vago aspetto coloniale con una chiesetta completamente rivestita di azulejos. Siamo nell’Alentejo, la regione meno popolata del paese, eminentemente agricola, con una cucina decisamente caratteristica che ovviamente decidiamo di provare: non ci delude, soprattutto il porco all’alentejana, con patate e vongole. Gli italiani sono spariti, non li rivedremo più per il resto del soggiorno in Portogallo, si vede che per la maggior parte dei nostri connazionali Portogallo significa esclusivamente Lisbona, peccato… Partiamo nel primo pomeriggio per raggiungere la tappa finale del viaggio, le spiagge dell’Algarve. Attraversiamo un paesaggio arido e battuto dal sole e nel tardo pomeriggio arriviamo a Praia da Rocha, al Residence Mirachoro, palazzone bianco in mezzo ad altre decine e decine di costruzioni simili. Il complesso non è decisamente adatto a una clientela chic, ma a noi non spiace, ci danno un appartamento pulito, ampio e molto fresco; ci sarebbe invece qualche cosa da dire a riguardo della dotazione abbastanza misera dell’appartamento, ma pazienza, visto anche il conveniente rapporto qualità-prezzo.

4 Agosto

Ci svegliamo con un bel sole e partiamo alla scoperta delle spiagge dell’Algarve; ci fermiamo quasi subito, a circa un paio di km dal residence, dove parcheggiamo e scendiamo verso una spiaggia che ci piace immediatamente: ampia, con sabbia fina e circondata da bellissime scogliere coloratissime tutte da esplorare; noleggiamo ombrelloni e sdraio a un prezzo che in Italia neanche ti sogni e iniziamo una lunga passeggiata in mezzo a bellissime concrezioni, vicino a un mare pressoché piatto e trasparente. Il clima è fantastico, caldo ma non soffocante, ventilato ma non ventoso, mi piazzo sotto l’ombrellone a leggere… e sto da dio, io che detesto le spiagge bollenti, affollate, tutto sole e niente ombra… Finalmente decido di entrare in mare e qui devo dire che un piccolo inconveniente c’è: l’acqua è un pò freddina, anche se decisamente più calda di quella di Sao Martinho; potrei dire che mi ricorda una Liguria a fine giugno. In serata andiamo nel vicino centro di Portimao dove rimaniamo un po’ delusi dall’atmosfera sonnacchiosa della città: negozi chiusi, poca gente in giro… scopriremo, poi, che di sera tutta la gente va da un’altra parte…

5 Agosto

Il bel tempo continua e pensiamo allora di vedere qualche altra spiaggia; mi ricordo di aver letto che la spiaggia Dos Tres Irmaos (dei tre scogli) sia particolarmente bella e la scegliamo come meta della giornata al mare. Non è lontana, ma quando la vediamo ci rendiamo subito conto che è molto affollata e decisamente meno bella di quella del giorno precedente; invertiamo la rotta e passiamo un’altra bella giornata al mare alla spiaggia Do Barraco, che, per chi vuole andarci, è adiacente alla più famosa spiaggia Do Vau che, a sua volta, è contigua a Praia Da Rocha. Notevole è il fenomeno delle maree che cambia l’aspetto del panorama: con la bassa marea è possibile passare da una caletta all’altra senza entrare in mare, transitando sotto archi di roccia e stretti passaggi; con l’alta marea il mare si avvicina di molto e copre buona parte della spiaggia. Notiamo strani personaggi ricoperti da una specie di terriccio color ocra; incuriositi ci guardiamo attorno e notiamo alcune persone che utilizzano frammenti di roccia friabile bagnata per cospargersi il corpo; una signora anziana ci illustra le proprietà curative del fango, capiamo pero’ poco: il portoghese non è una lingua semplice da comprendere, lo spagnolo lo è molto di più. Di sera decidiamo di andare a Lagos, distante una ventina di km; è decisamente più attraente di Portimao, molto animata, ricca di locali e negozi e anche carina da un punto di vista architettonico.

6 Agosto

Oggi decidiamo di intervallare la vita da spiaggia con una gita e ci dirigiamo a ovest; ripassiamo di nuovo da Lagos e in breve raggiungiamo Sagres, dove visitiamo la Fortaleza, antico forte che occupa un promontorio che offre belle viste sulle spiagge sottostanti e sul vicino Cabo di Sao Vicente, la punta più estrema del continente europeo, che i romani chiamavano “Finis Terrae”. Al ritorno ci fermiamo a vedere qualche spiaggia segnalata da altri turisti, ma non ci piacciono, ormai siamo affezionati alla nostra Praia do Barraco dove passiamo il pomeriggio. In serata andiamo a Praia da Rocha, centro che scopriamo non essere solamente una spiaggia ma un centro turistico vero e proprio con un casinò, alberghi lusso, discoteche e tantissima gente (quella che pensavamo di trovare a Portimao…).

7 Agosto

Oggi è il compleanno di Giulia, è una data un po’ speciale perchè compie 18 anni! Trascorriamo la giornata in spiaggia e lasciamo decidere a lei dove festeggiare; la scelta cade su un locale con cucina italiana nel centro di Praia da Rocha; pasta e pizza sono ottime così come la sangria che accompagna il tutto; certo, festeggiare 18 anni con i genitori non è il massimo, ma si rifarà ampiamente a casa con una festa con gli amici.

8 Agosto

Oggi salutiamo il Portogallo che, come avrete capito dal racconto, abbiamo decisamente apprezzato. Partiamo di buon’ora e ci dirigiamo questa volta a est; raggiungiamo il confine con la Spagna e nel primo pomeriggio arriviamo a Siviglia, dove ci fermiamo una notte. Il cruscotto dell’auto mostra una temperatura che durante il viaggio aumenta gradualmente fino a raggiungere i 43 gradi. Appena scesi dalla macchina siamo investiti da un’aria torrida che rende pesante la visita della città che comunque già conoscevamo; ci limitiamo a visitare il Real Alcazar con i suoi stupendi ambienti moreschi e torniamo in albergo (il Sevilla center, lussuoso ma non costoso, lo consigliamo), anche perché scopriamo che la bellissima Cattedrale chiude i cancelli alle quattro, ci sembra veramente presto anche perché in Spagna il sole sembra non tramontare mai… Di sera ci addentriamo nel caratteristico quartiere di Santa Cruz, una volta abitato dalla comunità ebraica; è un luogo giustamente celebrato che non delude; stradine che formano un vero e proprio labirinto, case bianche con cancelli e portoni che fanno intravedere deliziosi patii fioriti, piazzette occupate da locali con tavoli all’aperto dove cenare o semplicemente bere una sangria che rappresenta un’attrazione irresistibile visto il caldo che non cede neanche a tarda notte. Siviglia è proprio bella, già lo sapevamo, ma ci soprende ancora e ci seduce con la sua atmosfera da mille e una notte.

9 Agosto

Abbiamo difficoltà al mattino a trovare un locale dove fare una colazione decente o perlomeno di nostro gusto… sembra che tutti i locali non prevedano dolci ma solamente sandwich con bacon, salsicce o simili… come facciano i sivigliesi ad affrontare quel clima con questo popò di roba in corpo è un mistero; la mente va alle colazioni portoghesi con quei dolci fantastici… (in particolare i “pasteis de nata”, autentico dolce nazionale). Alla fine entriamo in un supermarket dove facciamo scorta di frutta e acqua e partiamo per la prossima meta, la città di Cordoba che avevamo tralasciato nel nostro precedente viaggio in Andalusia. Raggiungiamo l’hotel Hesperia dove passeremo la notte (lo troviamo delizioso), posizionato oltre un lungo ponte sul Guadalquivir che dà accesso diretto alla città vecchia; lo attraversiamo e raggiungiamo una delle mete più attese del viaggio: la Mezquita Catedral, ossia la moschea-cattedrale. Già dall’esterno il monumento si presenta meraviglioso con i suoi esotici portali moreschi riccamente decorati, ma nulla vale la visione dell’interno che colpisce con la sua sequenza quasi infinita di archi di colore rosso e bianco; è un edificio enorme, la sua fama è ampiamente meritata e ci riempie di stupore; è veramente miracoloso che una costruzione così bella abbia potuto conservarsi così bene, seppur alterata in parte dalle aggiunte cinquecentesche che l’hanno trasformata da tempio musulmano in chiesa cristiana. Rimandiamo a dopo il giro in città e torniamo in albergo dove trascorriamo qualche ora di relax nella bella piscina con vista sulla mezquita. Più tardi riattraversiamo il ponte ed entriamo nella Juderia, l’antico quartiere ebraico, pittoresco ma meno attraente dell’omologo sivigliano. Tornando veniamo attratti da una festa andalusa dove alcune ragazze ballano il flamenco e la sangria scorre a fiumi; è mezzanotte e la temperatura è decisamente sopra i trenta gradi…

10 Agosto

Siamo quasi alla fine del viaggio, l’ultima meta è la capitale spagnola che desideriamo rivedere e dove ci fermeremo una notte. Il viaggio è abbastanza lungo (circa 400 km) e arriviamo a metà pomeriggio; fa caldo, ma meno che in Andalusia. Ci rechiamo al Prado dove scopriamo che l’ingresso è gratuito dopo le 18; una fiumana di gente forma una coda ordinata lunga più di un centinaio di metri; stiamo per desistere ma una gentile ragazza spagnola ci dice che, non appena il museo aprirà, la coda scorrerà veloce; in breve tempo, infatti, entriamo per visitare la stupenda collezione di dipinti, forse la più ricca del mondo (almeno per ciò che riguarda la pittura europea dal ‘500 al ‘700). In particolare le sale dedicate a Tiziano, a Rubens, a El Greco, a Velazquez, a Goya e a Raffaello sono meravigliosamente ricche di capolavori assoluti che affascinano sia esperti d’arte che profani (come noi). La sera la dedichiamo a un veloce giro della città partendo dalla Gran Via, l’ampia strada aperta nel ‘900 che dà a Madrid un aspetto di grande metropoli e che a me ricorda, in formato decisamente ridotto, però, la mia amata e ineguagliabile New York… Anche la Plaza Mayor illuminata è uno spettacolo, ma siamo un pò stanchi e torniamo in albergo.

11 Agosto

Ahimè, oggi si torna a casa. Il volo è, però, previsto per le 22, abbiamo quindi un’intera giornata da trascorrere a Madrid. Lo dedichiamo alla visita del palazzo Reale e a un giro alla città vecchia, la cosiddetta “Madrid degli Asburgo”, che comunque non è un granché, almeno dal punto di vista più strettamente architettonico. La città comunque è attraente, molto vitale e monumentale, rappresenta un po’ l’orgoglio spagnolo anche se la troviamo un po’ più cara e meno allegra di qualche anno fa, complice forse la crisi economica che anche qui ha picchiato duro. Ci dirigiamo all’aeroporto dove lasciamo la nostra fedele Volvo dopo aver percorso più di 2700 km. Manca un po’ di benzina rispetto a quando ci è stata consegnata la vettura, ma l’addetta National non ci fa pagare nulla … che dire, non possiamo che essere soddisfatti di questa compagnia di noleggio. Il volo è puntuale e a mezzanotte atterriamo a Malpensa, un po’ stravolti ma decisamente soddisfatti di questo lungo viaggio così vario e ricco di spunti, proprio come piace a noi che non amiamo né vacanze stanziali né quelle esageratamente ‘in movimento’. Ciao a tutti da Carlo, Raffaella, Francesca e Giulia.

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La torre di Belem



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