San Pietroburgo bella e detestabile
Straordinaria per il miscuglio di influssi che conferiscono un fascino particolare, piena di scorci romantici, e con una coerenza architettonica rara nonostante gli stili diversi cui si ispira.
Purtroppo non accogliente per il singolo viaggiatore curioso di esplorare e scoprire.
Ero già stata in Russia, negli anni del regime comunista ed ero preparata agli inconvenienti del viaggiatore in proprio; ma la realtà ha superato le previsioni.
La città è aperta e cordiale a chi si piega ai suoi diktat: le porte si spalancano senza code e senza inconvenienti a chi paga senza batter ciglio le agenzie che ti forniscono il visto, le guide autorizzata, un surplus sui biglietti, ai turisti che affollano i negozi di paccottiglia tutta uguale.
Non bisogna disturbare nessun addetto alle biglietterie, uffici, tu chiedi e lui o lei ti rispondono “NIET”. Ti accolgono con gentilezza nei bei locali e costosi ristoranti, dove incontri i tuoi connazionali, altri turisti e. talvolta, ricchi russi con giovani accompagnatrici.
La prima impressione al turista mordi e fuggi è quella di una bellissima e moderna città, piena di negozi eleganti, splendidi musei e chiese, ma già i cortili della Prospettiva Nevsky sono composti di ingressi fatiscenti, con microscopiche guardiole in cui vecchietti incartapecoriti passano la loro giornata. All’ Ermitage ciascuna sala è presidiata da signore molto anziane rigidamente sedute sulle proprie sedie con facce arcigne o indifferenti o sonnecchianti. Interessante osservare anche le signore nei gabbiotti che si trovano sotto le scale mobili della metropolitana con un enorme pulsante rosso davanti a loro.
La bellezza ed il fascino della città ripagano tutte le difficoltà pratiche (compresi i lunghi tragitti sotterranei tra una linea e un’altra della metro) e gli amanti della letteratura russa non rimangono sicuramente delusi alla visita dei luoghi delle loro letture.
Inaspettatamente è stato anche un soggiorno da “gourmet”, tutti i giorni abbiamo sperimentato ristoranti armeni, georgiani e azeri, ci sono piaciuti molto, ma i locali che ci hanno colpiti favorevolmente sono stati i fast – food alla russa, in cui non abbiamo mai trovato turisti, a prezzi bassissimi e in cui abbiamo assaggiato deliziosi blini, piroski, ottime zuppe di barbabietola rossa con panna acida e bevuto kvas e mors.
Ecco il mio diario di viaggio
Visto effettuato, dopo esserci fatti pervenire l’invito dall’hotel scelto (euro 12,50), con l’agenzia Projet di Torino, veloce e professionale (120 euro con assicurazione)
1° giorno
arrivo a Pulkovo con volo Lufthansa, hotel scelto Cronwell Inn – centrale immediatamente dietro la Prospettiva Nevsky, 125 euro a notte con prima colazione, stanze moderne, ma estremamente confortevoli, wifi o internet free. Cena al Cat Cafè , simpatico locale, personale gentile ed accogliente, pieno di statuette di gatti 44 euro in 2, ottima birra antipasto e secondo, dolci georgiani e thè.
2° giorno
Primo assaggio della città con Natalia, guida contattata dall’italia, simpatica e professionale: ammiragliato, capanna di Pietro, incrociatore Aurora, Moschea, Cattedrale del Salvatore sul sangue Versato, San Isacco. Pranzo gradevole in un self service vicino alla Chiesa del Salvatore per l’equivalente di 5 euro a testa. Cena, nel ristorante Kunia Paparazzi : la peggiore esperienza culinaria , un’ora di attesa per piatti di carne con cattivo odore e dove ci hanno messo in conto la fettina di limone del bicchiere di coca cola.
3° giorno
Giriamo la città per conto nostro, prospettiva Nevsky, museo dell’Assedio di Leningrado (con oggetti che appartenevano ai difensori di Leningrado ,interessante è la ricostruzione dell’interno di un appartamento) , mercatino di mieli e dolci, poi ci avventuriamo verso la Grande Sinagoga (per visitarla le donne debbono coprire la testa e gli uomini indossare il chippa. Cena in un ristorante armeno Erivan, elegante e raffinato, cucina molto interessante , 83 euro in due senza vino, ma esperienza gourmand indimenticabile .
4° giorno
È la giornata dell’ Ermitage, con la guida Natalia visitiamo la piazza e poi, superata la fila in mezzo ad una enorme quantità di “pulmate” ci addentriamo nelle sale e rimaniamo affascinati sia dal contenitore, sia dal contenuto, soprattutto grazie a Natalia che ci accompagna in un percorso personalizzato. Spuntino al caffè dell’ Ermitage (incredibile, nel più grande museo del mondo un microscopico caffè e pochissimo ma efficiente personale al guardaroba). Cena da Baku, ristorante azero, il mio preferito durante il soggiorno a S.P.B., una cucina simile alla nostra del sud, in particolare la focaccia di formaggio, l’agnello da latte e un dolce con mirtilli e ricotta di pecora “mon plaisir” che rispecchia il nome.
5° giorno
Museo russo: imperdibile per chi ama l’arte e la letteratura russa, si parte dalle icone del 1200 e si arriva al periodo attuale, non è molto affollato e anche la caffetteria è un posto simpatico in cui fare uno spuntino con delizisi bliny o saporiti piatti freddi. Cattedrale di San Nicola interessante per le icone e per l’architettura. Palazzo Yusupov, in cui avvenne l’assassinio di Rasputin, luogo misterioso e pieno di reminiscenze letterarie, notevoli i sotterranei, le sale , gli arredi e le porcellane ma soprattutto il teatro in cui abbiamo assistito ad un piccolo concerto, ma affollato di pulmate. Cena da Kavkak: ristorante georgiano con ottime zuppe fredde di kefir e verdure, spiedini di carne 71 euro in due.
6° giorno
Peterhof
Prendiamo l’aliscafo Meteor , davanti all’Ermitage e in mezz’ora raggiungiamo i giardini inferiori; facciamo il giro delle fontane, spettacolari, belli i palazzi, me è l’insieme, di fronte al golfo di Finlandia che affascina il visitatore. Cena nuovamente da Baku questa volta con musica e danzatrice del ventre, ma sono soprattutto la raffinata cucina e le presentazioni dei piatti ad impressionarci favorevolmente.
7° e ultimo giorno
Un po’ di shopping al supermarket dei magazzini Passage, dove troviamo caviale, belle scatole con vari the russi, pane nero (da utilizzare in Italia con il caviale); un po’ di cioccolata al museo della cioccolata, poco distante, qualche CD musicale… Poi un ultimo giro in battello sui canali per finire rilassati ammirando le bellezze architettoniche dei palazzi e delle chiese di una città che si fa amare e disdegnare, ma che si lascia, come una bella e detestabile donna, con grande desiderio.