Trekking Circolo dell’Annapurna e deviazione villaggi del Naar-Phu
I permessi per i trekking (obbligatori pene multe) li potete fare in una delle tante agenzie di thamel, l’unico consiglio giratene un pò, la carta per i trekking e il permesso per il parco dell’Annapurna si ottengono nel giro di poche ore, quello per il Naar Phu costa 90 dollari e ci vuole una giornata.
Noi non abbiamo preso ne guida ne portatori, se vi comprate una cartina e vi piace camminare non servono. Per il Naar Phu sarebbe obbligatorio l’assistenza di un agenzia e quindi la presenza di almeno un portatore, seguendo il consiglio della stessa agenzia dove abbiamo fatto il permesso abbiamo ingaggiato un portatore a koto per un mezza giornata ed è poi ritornato indietro per la stessa strada. Il trekking intorno all’Annapurna è certamente suggestivo ma, a mio personale parere, è troppo affollato anche perché sono moltissimi i turisti che utilizzano i portatori per farsi portare lo zaino; questo lo trovo lontano dalla mia idea di trekking in montagna, soprattutto in un percorso dove hai garantito cibo e alloggio ad ogni tappa e queste ultime non sono affatto lunghe.
Troverete meno affollamento e sempre ottime sistemazioni se non alloggiate nei classici posti tappa ma in villaggi “intermedi” come Jagat, Dharapani, Gunsang.
La deviazione che parte koto e vi inoltra nelle valli del Naar – Phu è veramente spettacolare, ed essendo un trekking ad accesso limitato troverete pochissime persone, oltre alle persone del luogo noi abbiamo incrociato solo una spedizione alpinistica e un gruppo al ritorno dal villaggio di Phu.
Le tappe sono abbastanza toste, specie la prima da Koto alla stazione di Methang ma nulla di estenuante ed il risalire le valli ripaga ogni sforzo. Lungo il percorso incontrerete sicuramente carovane o portatori locali ma per le soste ci sono solo due villaggi e solo due stazioni di sosta presidiate. Seguire il sentiero scavato nella roccia che conduce all’arroccato villaggio di Phu al termine della valle vale da solo tutta la fatica, sembra di essere parte di un documentario sull’Himalaya.
Noi a Phu ci siamo fermati due notti, per riposarci e goderci il posto visitando anche l’adiacente monastero. La salita dal villaggio di Naar al passo di Khang la a 5300 è stata dura, (molto di più che il Thorung La) l’altitudine e il sentiero che procede per tracce e ometti rendono l’ultimo tratto, “infinito”. Giunto al gompa sommitale si apre una vista veramente maestosa sull’Annapurna, dal passo ci sono poi quattro ore di ripida discesa fino al bel villaggio di Ngwall sul trek classico dell’Annapurna.
Il permesso dura otto giorni, noi il percorso l’abbiamo fatto in cinque, ma senza strafare anche perché visto i posti che attraversi, e l’altitudine, non c’è motivo alcuno di “correre”.
Nella parte finale del trekking dell’Annapurna consiglio di fermarsi dopo il passo di Thorung La al villaggio di Jharkot molto bello e tranquillo, il giorno seguente sosta a Kagbeni, anche per dare un’occhiata all’apertura della mirabile valle del Mustang. L’ultime due tappa sono state Marpha e infine il villaggio di Larjung per vedere la saraccata del Dhawalagiri, (coperta però dalle nubi). Abbiamo ancora proseguito a piedi per un paio di ore ma poi abbiamo desistito per la quantità di polvere inghiottita a causa delle jeep, furgoni e bus che passavano sullo sterrato e ci siamo quindi arresi a Ghasa per prendere anche noi i bus fino a Beni. Otto ore di viaggio terrificante su autobus molto malridotti a ballare su uno sterrato pessimo, male anche al portafoglio per la spesa di ben 14000 RS, (800 fino a Tatopani – 700 a Beni un’autentica esagerazione considerato il costo dei trasporti in Nepal).
Suerte