La Slovacchia non è Bratislava
Purtroppo bisognerebbe visitare tutto la mattina, perché pur facendo buio più tardi che in Italia, il pomeriggio chiude tutto troppo presto (almeno per le nostre abitudini). Facciamo un giro nel bel centro di Bardejov e poi sulla strada del ritorno ci fermiamo pure a Prešov. In tutte le città c’è qualcosa di bello da vedere, magari piccole cose, bei palazzi liberty un po’ malmessi (qualcuno è in restauro) oppure la cattedrale. Si dovrebbe fare una sorta di pellegrinaggio se si dovesse visitare tutto ciò che la guida descrive. [A proposito: la guida più completa della Slovacchia è senz’altro la BRADT, ma manca di cartine, quindi consigliamo di completarla con una bella carta stradale, informazioni raccolte sui tanti siti WEB disponibili, eventualmente altre guide e un po’ di pazienza]. Sulla strada del ritorno ci fermiamo a cenare vicino a Spisska Hrad. Il posto, che raccomandiamo, si chiama Spissky Salas (www.spisskysalas.sk): specialità piatti a base di formaggio di pecora, una vera bontà.
Il 9 mattina è dedicato a Levoča: tutto è concentrato intorno alla piazza, vale veramente la pena! Lasciamo Levoča alla volta di Tatranska Lomnica nel cuore dei Tatra. Prevediamo 2 soste: Spisska Sobota e Kezmarok. Spisska Sobota è un borgo antico alla periferia di Spisska Nova Ves: per visitare la chiesa di St.George bisogna riuscire ad agganciare il custode. All’interno ci guida (e non parla una parola di nessuna lingua) una strana signora che pare appena alzata: indossa una vestaglia sopra il pigiama. La chiesa, che da fuori sembra ordinaria, all’interno è bellissima, densa di splendidi altari decorati dalle statue di legno dipinto di Master Pavol di Levoča [non è possibile fare foto come in molte delle chiese di legno]. Tutto intorno, la piazza è come fosse chiusa da mura costituite da un susseguirsi di belle facciate di case antiche: sembra impossibile di trovarsi alla periferia di una città quasi industriale.
Kezmarok (www.kezmarok.net) è una cittadina un po’ più grande dove si possono visitare la grande cattedrale rossa (evangelica) e di fronte a questa una bellissima chiesa di legno anch’essa protestante: per entrare in entrambe (l’interno della prima è del tutto insignificante se non fosse per il mausoleo di Imre Thököly eroe della resistenza anti asburgica, mentre l’interno della seconda è notevolissimo) bisogna riuscire a trovare la guardiana che ha le chiavi e che parla tedesco. Più defilata, in prossimità del castello, visitiamo anche sv. Kríža: bella chiesa gotica abbastanza ben conservata. Siamo un po’ stanchi e abbiamo ancora diversi chilometri da fare per raggiungere la nostra prossima meta. Il tempo volge al brutto e così tralasciamo il castello che da fuori non appare così bello come sembrerebbe dalla foto della guida.
La nostra meta finale sono gli Alti Tatra. Tatranska Lomnica è una località di montagna “storica”: vecchie costruzioni tipiche delle località di montagna dei primi del ‘900 sono disseminate qua e là. Abbiamo prenotato 3 notti presso l’hotel SOREA TITRIS: struttura moderna, con piscine, giochi d’acqua, saune e tutto quanto può servire per ritemprare le membra dopo una giornata in montagna. La scelta si rivelerà quanto più opportuna perché il tempo è stato brutto e il paese non offre veramente nulla al di là della natura.
Il 10 Agosto il tempo non è bello – soprattutto per la montagna- ma il meteo non prevede miglioramenti a breve e quindi non abbiamo scelta e decidiamo di avventurarci. Lunga fila alla stazione della cabinovia, che dista non meno di 1 km dal paese, e salita in 2 tratte. Arrivati in quota ci accoglie un vento freddo e dobbiamo indossare le giacche a vento. Purtroppo il tempo non consente tanto e scegliamo un sentiero che si mantiene in quota e poi scende fino a valle. Camminiamo per più di 4 ore, con una sosta presso un rifugio molto affollato, per riguadagnare la valle. Il sentiero è piuttosto accidentato e, anche se si vedono passare donne ed uomini in sandali, sono fortemente consigliate le scarpe da trekking se non si vogliono rischiare le caviglie e qualche brutta caduta. A mezza costa si attraversa un paesaggio quasi surreale, tremendo e senza uguali: nel 2004 una tromba d’aria ha letteralmente raso al suolo 10000 ettari di foresta, dicono che ci vorranno più di 20 anni perché il paesaggio ritorni quello di un tempo. Ritorno in Hotel e relax totale tra piscina e sauna.
Per l’11 Agosto abbiamo pianificato il rafting sul fiume Dunajec; il fiume, all’interno del parco Pieniny , (www.pieniny.sk) segna il confine tra Slovacchia e Polonia, infatti il parco è patrimonio comune delle due nazioni. Il fiume fa uno strano percorso, indicativamente da ovest verso est e il punto di partenza del rafting (sul lato slovacco) è Cerveny Klastor, una località che prende il nome da un monastero medievale piuttosto ben conservato, e che dista circa un’ora e mezza di macchina da Tatranska Lomnica. Si scende il fiume per circa un’ora e si ritorna al punto di partenza con la bicicletta. Parliamo di rafting per neofiti, niente di rischioso, inoltre c’è un accompagnatore (il nostro almeno parla un po’ di inglese): è bene portarsi il cambio perché ci si bagna parecchio. Si passa in mezzo alle gole del Dunajec che sono spettacolari (www.rafting-pieniny.sk). In alternativa si può fare la discesa su zattera. Mangiamo un gelato e una klobasa (salsiccia) e ci riavviamo verso l’albergo. Il 12 lasciamo i Tatra, puntando verso Nitra, vorremmo fare una puntata al castello di Orava, ma il tempo è pessimo, piove a dirotto e l’Orava (il fiume) in qualche punto è straripato, meglio rinunciare, ce lo riserviamo per la prossima volta, tanto ci torneremo. Ma un’altra volta, ora ci aspetta la Polonia!