Settimana intensa a Lisbona
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Siamo partite di domenica con il volo diretto della compagnia TAP da Bologna e a bordo ci è stato offerto il pranzo. Devo ammettere che il primo approccio con il portoghese è stato abbastanza traumatico, ma per fortuna l’inglese aiuta in ogni situazione. Atterrate a Lisbona, ci siamo dirette all’Hotel Residencia Nazareth: una struttura modesta ma pulita e confortevole. E da qui ha avuto inizio l’esplorazione della città, in particolare abbiamo deciso di conoscere un po’ meglio la zona circostante l’albergo, ossia “le avenidas”. Con la metro abbiamo raggiunto il Campo Grande, ma non ci ha entusiasmato particolarmente. L’unica attrazione era lo stadio Alvalade, particolare e imponente a livello architettonico. Quindi abbiamo ripreso la metro e abbiamo raggiunto il campo Pequeno. Lì c’è la bellissima Praça de touros, dove una struttura in stile manuelino ospita “la tourada portoghese” e domina sovrana la piazza. Proseguiamo per Avenida da Republica e arriviamo in Praça Duque de Saldanha, con la statua del duca posta al centro. Nella piazza, seminascosto tra i palazzi, c’è un centro commerciale carino, riconoscibile dalle vetrine “hellius”, che merita una visita anche solo per l’ampia gamma di scelta di cibi al piano inferiore. Noi ne abbiamo approfittato per la cena. Quindi abbiamo percorso Avenida Fontes Pereira do Melo, di cui ci hanno colpito molto i palazzi decorati con enormi graffiti. Così è passato il primo giorno e la nostra macchina digitale contava già una cinquantina di foto!
E’ lunedì: ora si inizia a fare sul serio! Ci dirigiamo a Cais Do Sodré da dove partono i treni per Cascais e, munite di Carta Viva Viagem carica, partiamo alla volta del mare. Decidiamo di scendere a Estoril, dare un’occhiata alla città per poi percorrere la litoranea a piedi sino a Cascais. La fermata del trenino dà proprio su Praia do Tamariz che abbiamo scoperto essere altamente frequentata dalle colonie estive per bambini. Dalla parte opposta della stessa, invece, saltano subito all’occhio i giardini e la struttura del casinò. Iniziamo a camminare e cammina cammina, dopo 20 minuti, giungiamo a Cascais, una coloratissima e vivacissima città di mare. Usciamo dalla litoranea e ci inoltriamo nel centro lungo la Rua Frederico Arouca, isola pedonale piena di negozietti e ristorantini. Nonostante l’ora e i profumini invitanti che la invadevano, il nostro stomaco ha resistito addirittura sino alla fine della rua, dove “Dom Manolo” ha saputo far tacere ogni brontolio con una bella bistecca alla portoghese (ossia con sopra una salsina e un uovo fritto accompagnato da patatine fritte). Rotolando da quanto eravamo piene, abbiamo imboccato la salita verso la Boca Do Inferno, un gruppo di rocce particolare che con il maltempo offre uno spettacolo naturale impressionante il che fece supporre agli antichi che quella fosse l’ingresso dell’inferno. Merita veramente una visita! Tornate in pianura, è giunto finalmente il momento spiaggia! Abbiamo optato per Praia da Conceição e ci siamo stese sul bagnasciuga…pessima scelta! Come abbiamo scoperto ben presto a nostre spese, la marea dell’oceano sale molto rapidamente. Risultato: non solo le onde hanno inzuppato il nostro asciugamano, ma lo hanno fatto anche più volte nonostante i nostri spostamenti (e da lì si è visto chi era turista e chi no)! Comunque abbiamo fatto in tempo a divertirci, a ustionarci e a mettere un piedino nell’oceano…sì, solo un piedino; la temperatura dell’acqua non permetteva altro. Un altro giorno è già passato.
Martedì: è il giorno della scoperta del centro di Lisbona e più precisamente dei quartieri della Baixa, del Bairro Alto e del Chiado. Dall’albergo camminiamo a piedi fino a Praça dos Restauradores e percorriamo quindi tutta l’Avenida da Libertade alla ricerca dell’ Hard Rock café. Alla fine scopriamo che pur essendo l’indirizzo ufficiale in Avenida da Libertade, in realtà il locale è in piena Praça dos Restauradores e forse era meglio non scoprirlo vista la grande mole di acquisti fatti nello shop dedicato. Comunque proseguiamo il nostro cammino e visitiamo la Praça do Rossio e l’adiacente Praça da Figueira. Tra le due piazze, oltre alla magnifica stazione del Rossio in stile manuelino, c’è un negozietto che vende Porto. Entriamo con l’intenzione di comprare qualche souvenir enogastronomico e la signora a sorpresa ci offre una degustazione. Noi accettiamo gioiose! Finalmente assaggiamo il famoso Porto, giovane e invecchiato; decisamente forti entrambi, ma come andare via da Lisbona senza neanche averlo provato? Non si poteva proprio e così anche un paio di bottigliette sono finite in borsa (pagate s’intende, evitiamo gli equivoci). Torniamo un po’ indietro e imbocchiamo la Rua Augusta, attraversiamo l’omonimo arco e giungiamo in Praça do Comercio. Un vero capolavoro, per non parlare della magnifica vista sul Rio Tejo, con in lontananza il Cristo Rei e il Ponte 25 de Abril. Torniamo indietro e stavolta imbocchiamo una parallela della Rua Augusta ossia la Rua do Ouro (o Aurea) sino a raggiungere l’Elevador de Santa Justa che, si dice, fu ideata da un allievo di Eiffel e che conduce dritto dritto al Convento do Carmo. Inevitabile un po’ di coda prima di salire, ma l’esperienza è davvero particolare. Saliamo anche la stretta scala a chiocciola in cima alla torre per raggiungere la terrazza. Da lì Lisbona si mostra in tutta la sua magnificenza. Ci dirigiamo quindi verso Praça de Camoes,più precisamente verso una sua laterale, Rua das Gaveas, dove si trova il Restaurante Cabacas. Il locale in sé è molto spartano ma provate a ordinare la Pincanha e capirete perché abbiamo scelto questo posto: quello che arriva è uno spesso tagliere di legno con sopra una pietra incandescente e tre pezzi di carne cruda che dovete cuocervi da soli, il tutto accompagnato da sale, salsa rosa e salsa d’aglio! Veramente ottimo! Con lo stomaco pieno, visitiamo la Igreja de Incarnacao e la Igreja dos Martires (la chiesa di Loreto purtroppo è chiusa), facciamo una foto di fronte al locale “A Brasileira”, un caffè frequentato da generazioni di intellettuali, guardiamo dall’esterno il Teatro de Sao Carlos e percorriamo la Rua Garrett, la più antica di Lisbona. Ritorniamo al Convento do Carmo per visitarne le rovine che nonostante siano conservate solo in parte, mantengono ancora inalterato il loro fascino. Quindi percorriamo la Rua da Misericordia e raggiungiamo la Igreja de Sao Roque che incanta col suo stile barocco. Proseguiamo infine verso il Miradouro de Alcantara che con le sue vedute ci strappa ancora qualche foto. Proprio da lì parte l’Elevador da Gloria, una sorta di tram che in pochi minuti percorre la ripida discesa e ti riconduce in Praça da Restauradores. I piedi protestano per la lunga giornata ma torniamo in albergo soddisfatte.
Mercoledì: un’altra giornata intensa ci attende! Prendiamo la metro sino a Terreiro do Paço e ci dirigiamo in Rua da Conceicao per prendere il famosissimo Tram 28 con capolinea a Graça. Stranamente lo becchiamo libero e ci gustiamo tutto il percorso. Il tram si destreggia agilmente tra le varie stradine sfiorando spesso qualche muro, ma l’esperienza è davvero divertente. Scendiamo a Graça e ci dirigiamo verso l’omonima chiesa. Anche qui, davanti alla chiesa, il miradouro offre degli splendidi panorami. Ripercorrendo la strada del tram, ci dirigiamo verso la Igreja de Sao Vincente da Fora, una chiesa in stile manuelino con all’interno degli splendidi azulejos (delle piastrelle dipinte, tipiche del Portogallo, che decorano molti interni e molte facciate degli edifici più antichi e/o prestigiosi). Usciamo e proseguiamo scendendo ulteriormente e raggiungendo il Largo Porta do Sol e il miradouro de Santa Luzia. Proseguiamo lungo il Largo do Mar e Rua Do Chao da Feira per raggiungere il Castelo di Sao Jorge. Camminiamo lungo tutte le mura perimetrali e saliamo sulle torrette per poi tornare nella parte bassa del castello dove una famigliola di pavoni ci accoglie presentandoci i suoi cuccioli accompagnati dalla madre e dal capofamiglia che con somma gioia mostra ai presenti la ruota della sua lunghissima coda: un vero spettacolo. Scendiamo in Rua Gusmao e Rua da Saudade, passiamo affianco al Teatro Romano, attraversiamo Rua A. Rosa e raggiungiamo il Sé, la cattedrale di Lisbona la cui facciata ricorda molto quella di Notre Dame. Di fronte alla Sé, anche se con l’entrata in senso opposto, c’è la chiesa di Santo Antonio. Visitiamo anche quella e poi ritorniamo in Cruzes da Sé, scendiamo sino a Rua Albuquerque e attraversando un piccolo portico ci troviamo sulla sinistra la Casa Dos Bicos, ossia la casa delle punte, chiamata così per la sua caratteristica facciata in bugnato a punte di diamante. A pochi passi c’è la fermata della metro Terreiro do Paço. Dovevamo raggiungere Santa Apolonia a piedi, ma le nostre gambe reclamavano e così abbiamo preso la metro, anche se per una fermata. L’uscita spunta in Avenida Infante Henrique da cui si può prendere il bus 759 sino a Xabregas e con pochi passi si raggiunge il Museo do Azulejo. Il museo è davvero molto interessante e ripercorre le varie fasi d’evoluzione di questa particolare piastrella portoghese e culmina con l’azulejo del Grande Panorama de Lisboa lungo più di venti metri. Uscite dal museo abbiamo preso il bus 742 direzione Oriente per raggiungere il Parque das Naçoes, ma consiglio vivamente di tornare indietro e prendere la metro visto che successivamente abbiamo scoperto che con il bus ci si impiega 45 minuti ad arrivare, mentre con la metro ci vuole solo un quarto d’ora. Arrivate al Parco ci siamo dirette all’Oceanario. Una meraviglia. La mostra temporanea era dedicata alle tartarughe: le più grandi pesavano addirittura 300kg! Con uno spazio dedicato a ogni oceano e ai relativi animali di superficie e acquatici, l’oceanario si distingue per la presenza di una vasca centrale con una ricca fauna marina. Per quanto riguarda gli animali di superficie, indimenticabili le pulcinelle di mare, i pinguini e le lontre. Ceniamo in uno dei ristoranti al 3°piano del centro commerciale Vasco Da Gama antistante l’Oceanario e torniamo in hotel. La macchina digitale è completamente scarica.
Giovedì: è il giorno di Belem. Raggiungiamo con la metro Praça do Comercio da cui transita il tram superveloce nr 15 diretto a Alges. Scendiamo in Largo da Princesa per poi dirigerci verso la Torre di Belem dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Sempre in stile manuelino, la torre è davvero una meraviglia e offre numerosi spunti d’ispirazione per le foto. La visitiamo e ci dirigiamo verso il Padrao dos Descobrimentos, un monumento affascinante dedicato agli esploratori portoghesi. Proprio di fronte, tramite un sottopassaggio, si raggiunge il Mosteiro dos Jeronimos, anche questo sito Patrimonio dell’Umanità e costruzione in cui si raggiunge l’apice della bellezza e del fascino dello stile manuelino, di cui è il Capolavoro indiscusso. Dopo averlo visitato ci dirigiamo verso la prossima tappa: il museo delle carrozze. Situato a pochi passi di distanza, il museo contiene carrozze di varie epoche e stili, spesso regali di matrimonio. La vista dall’alto della sala è davvero suggestiva e ti fa rivivere un po’ l’atmosfera del tempo. Ancora un po’ più in là, c’è la più antica pasticceria di Belem dove è possibile assaggiare le deliziose pasteis: cestini di pasta simile a quella delle sfogliatelle napoletane, ripieni di crema pasticcera aromatizzata alla cannella. Buonissime, tant’è che decidiamo di tornarci l’ultimo giorno per portarne un assaggio in Italia. Ritemprate nel corpo e nello spirito riprendiamo il tram e scendiamo a Cais do Sodré da dove partono i traghetti direzione Calcilhas per andare a visitare il Santuario del Cristo Rei, una “miniatura” dell’omonimo monumento di Rio. Arrivate all’altra sponda del Tejo prendiamo il bus 101 che ha come capolinea proprio il monumento stesso. Scese dall’autobus delle forti folate di vento ci accolgono. Siamo al miradouro antistante il santuario e anche da qui la vista è splendida. In particolare si vede da vicino il Ponte 25 de Abril, il che fa veramente un certo effetto. Saliamo con l’ascensore in cima alla statua e anche lì il vento e i panorami ci lasciano senza parole. Riprendiamo bus e traghetto e ci dirigiamo al Parque Das Naçoes per andare in funicolare, visto che il giorno precedente non vi eravamo riuscite, e cenare nel centro commerciale. Infine torniamo in albergo. Manca sempre meno alla fine del nostro soggiorno e già sentiamo che Lisbona ci mancherà moltissimo.
Venerdì: giornata dedicata a Sintra, città Patrimonio dell’umanità. Prendiamo il treno dalla stazione del Rossio e in una quarantina di minuti siamo arrivate. Fuori dalla stazione, un po’ in là verso destra, c’è la fermata del bus 434 che conduce fino al Palacio da Pena, il primo dei tre previsti nell’itinerario del giorno. Il Palazzo stupisce subito per forme e colori ma il vero spettacolo si trova al suo interno. Le stanze dei reali decorate nei più diversi stili, con pitture prospettiche, azulejos, mobili preziosi. Inoltre il percorso all’interno del castello è davvero ben strutturato e segnalato. Vale proprio “la pena” vederlo! Battutona…Una delle cose invece che abbiamo imparato in questa giornata è di non fidarsi delle cartine. Dalla mappa data all’ingresso veniva segnata una via che dal castello conduceva alla zona dei laghi; in realtà questa era via piuttosto ripida e sterrata e alla fine i laghetti non hanno niente di particolare. Inoltre percorrendo quella strada siamo arrivate ancora più in giù dell’ingresso del Castelo dos Mouros e seguendo nuovamente la cartina ci siamo dovute fare due volte la strada in salita. Insomma è un po’ difficile da spiegare a parole, ma fidatevi, visitate il palazzo e recatevi senza rimorsi all’uscita principale da cui siete entrati. Come avrete capito il secondo castello che abbiamo visitato è stato quello Dos Mouros. In realtà del castello sono visitabili solo le mura, piuttosto tortuose e con molte scalinate, non adatte a chi soffre di vertigini, comunque merita per i panorami visibili durante il percorso. Riprendiamo il bus e giungiamo al Palacio Nacional. Anche questo palazzo è davvero molto particolare e merita una visita, soprattutto per la sala finale, ma sicuramente l’aver visto prima il Palacio da Pena fa percepire erroneamente questa struttura come più modesta e cupa. Finite le visite sono già le 17.30, ma non desistiamo e prendiamo il bus 403 diretto a Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa. Giunte a destinazione dopo 40 minuti di viaggio, quello che si presenta davanti a noi è un promontorio roccioso con un faro e un ufficio turistico e noi ci dirigiamo direttamente in quest’ultimo. Nell’ufficio turistico, infatti, è possibile chiedere il certificato che attesta il nostro passaggio in questo luogo particolare. Usciamo soddisfatte col certificato in mano e andiamo ad esplorare meglio il promontorio roccioso e i paesaggi che esso ci offre. Ci godiamo il tramonto per poi riprendere il bus verso Sintra e quindi il trenino fino al Rossio. Domani è l’ultimo giorno.
Sabato: giorno dedicato a Fatima. Dopo qualche strada sbagliata e numerose informazioni richieste ai passanti, arriviamo alla stazione di Sete Rios (abbiamo scoperto solo sul posto che c’è la fermata della metro esattamente sotto il terminal: jardim botanico). Prendiamo il bus nr 47 e in un’ora e mezza siamo a Fatima. Seguendo i cartelli stradali raggiungiamo il santuario e anche in questo caso arrivate sul posto scopriamo che abbiamo fatto il giro largo e che in realtà la nostra meta era a pochi passi dal capolinea del bus. Comunque l’importante è essere arrivate! Visitiamo la basilica principale, la capelinha e lasciamo una candela di preghiera nel grande fuoco posto affianco. Qualche persona percorre ancora la via fino alla basilica in ginocchia, altre seguono la messa tenuta all’aperto nella capelinha, dove tra l’altro è posta la statua della madonna, proprio perché lì pare sia apparsa. Andiamo a mangiare nello snack-bar Apollo, dove si mangia davvero con pochi euro e poi diamo un’occhiata alle bancarelle del chiostro all’ingresso dell’area sacra. Infine entriamo anche nella Chiesa della Trinità, dove si dice sia apparso l’angelo ai pastori. Nostra intenzione era prendere il trenino per andare a vedere anche le case dei pastorelli, ma purtroppo il tempo tiranno non ce lo ha permesso. Riprendiamo quindi il bus per tornare a Lisbona e ci dirigiamo a Belem per prendere i pasticcini da portare in Italia. Quindi ci prepariamo per l’ultima sera e torniamo al Parque das Naçoes per salutarlo un’ultima volta. A mezzanotte rientriamo in hotel e prepariamo le valigie. Alle 1.35 andiamo a dormire con la triste consapevolezza che la sveglia sarebbe suonata tre ore e mezzo più tardi per portarci via da questa splendida città che ci è entrata subito nel cuore. La macchina digitale segna 920 foto.
Consigli pratici e annotazioni:
V I lisbonesi non amano i cartelli/ le indicazioni stradali…meglio chiedere ai passanti.
V Per attraversare una strada bisogna fare minimo tre attraversamenti pedonali
V Negli attraversamenti pedonali raramente esiste il giallo, quindi meglio attraversare velocemente
V I lisbonesi amano il clacson…
V Per il caffè meglio chiedere l’espresso o curto, se no ti portano un caffè annacquato
V Si può girare tranquillamente fino a mezzanotte (e forse anche oltre ma noi siamo rientrate massimo a quell’ora)
Prezzi (espressi in euro):
V Bus cristo rei:1.65
V Mosteiro San Vicente da Fora:4
V Oceanario:15.50 (mostra temporanea e permanente)
V Funicolare Parque Dos Naçoes: 6.05 (a/r)
V Trenino da Pena: 2 (a/r)
V Elevador Santa Justa: 3 (ascensore e terrazza)
V Palacio da Pena+ Castelo dos Mouros:14 (biglietto combinato)
V Bus Fatima: 9.90 (a/r)
V Bus 434 Sintra: 4.80 (a/r)
V Ascensore Cristo Rei:5
V Castelo Sao Jorge:7
V Pasteis de Belem:0.95 l’una
V Museo Carrozze:7
V Palacio nacional Sintra: 7
V Carta viva viagem. 0.50+ ricarica (noi per una settimana abbiamo usato 27 euro circa, ma era davvero comodissima)
V Certificato Cabo da Roca:5.20