Sicilia 2011 “on the road”
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Alcune premesse (consigli) prima di iniziare il “diario di viaggio”. A differenza dello scorso anno in Spagna, dove avevo usato l’ottima Lonely Planet, quest’anno su consiglio di mio fratello ho preso la Routard: ebbene ne sono rimasto molto deluso, poche notizie, a volte inutili, e spesso commenti negativi gratuiti privi di riscontro nella realtà.
Secondo, per i motociclisti, abituatevi subito al tipo di guida un po’ fantasioso dell’isola, altrimenti vi troverete in grosse difficoltà: intendiamoci, non mi riferisco ai pericoli derivanti dalla guida che sono comuni ovunque, bensì al fatto che, ad esempio, su alcuni percorsi che potrebbero sembrare pedonali, è assodato che possano passare anche le moto, che i divieti di sosta non sempre sono “divieti”, ecc.
In questo diario di viaggio non metterò tutti i monumenti, le chiese, e quant’altro che ho visto, perché sono ritrovabili su qualsiasi guida, ma cercherò di descrivere i posti che magari alle guide “scappano” o che magari per i miei gusti sono state degne di attenzione, oppure che per “errori” di tragitto hanno svelato paesaggi inaspettati.
Ultimo e non per importanza, la Sicilia è meravigliosa, piena di colori, odori e sapori; la gente è cordiale e socievole, la maggior parte della popolazione giovane, soprattutto, sta cercando di uscire da quei pregiudizi oramai vetusti sulle presone del sud.
Godetevela tutta, perché vi dispiacerà andare via.
Giorno 1 – La partenza – IL DILUVIO
Come al solito, il giorno della partenza….piove, e per chi gira in moto non è proprio gradevole e, soprattutto, sicuro. La prima tappa del viaggio è stata di avvicinamento a Napoli, dove il pomeriggio seguente ci saremmo imbarcati.
Giorno 2, 3 – Da Napoli a Palermo
La mattina del secondo giorno è stata di attesa, perché il traghetto sarebbe partito alle sette di sera; abbiamo quindi atteso che i vestiti si asciugassero per bene al sole.
Imbarcati sulla nave (della Tirrenia), partita puntualmente, dopo un film visto sul mio tablet pc nella cabina, accogliente e molto pulita, a nanna; l’indomani alle sette del mattino saremmo arrivati a Palermo e la giornata sarebbe stata piena.
Come nelle previsioni, infatti, alle ore sette del mattino eravamo già per strada in direzione di Sferracavallo, per scaricare la moto e cambiarci al nostro B&B. In questa località marinara di Palermo, molto caratteristica e molto tranquilla, abbiamo soggiornato al b&b “Il Dammuso”; dietro una porticina piccola si nasconde un giardino interno, ben curato, ed al piano di sopra vi sono tre camere, con bagno privato in camera (cosa che non tutti offrono, ossia, il bagno è privato ma situato esternamente alla camera). La proprietaria è una ragazza giovane di nome Ilaria, molto simpatica e carina, ed è una fonte di consigli preziosi per divincolarsi nel traffico di Palermo, su dove mangiare bene a prezzi giusti e su quali altri posti siano da visitare nei dintorni.
Alle ore 9.30 eravamo già in centro a Palermo dove, percorsa la super trafficata via Calatafimini, dopo aver parcheggiata la moto, vicino al Palazzo dei Normanni, ed affidata alle cure di “parcheggiatori” molto simpatici, abbiamo visto tutta la zona centrale, partendo dai Quattro Canti. Molto belli i mercati, soprattutto i colori e i profumi delle bancarelle del pesce e della frutta e verdura. Ci siamo poi spostati verso i giardini inglesi (con la moto, ma altrimenti è consigliato il mezzo pubblico!!). Per il pranzo abbiamo gustato degli ottimi arancini ed un panino ripieno alla “Focacceria Basile”, nei pressi del Teatro Massimo.
Lasciata Palermo ci siamo diretti verso Monreale, dove abbiamo trovato forse più traffico che a Palermo; cittadina molto bella, ma troppo caotica, il che ci ha fatto “scappare” verso Modello, ed Isola delle Femmine poi.
Rientrati in camera dopo la doccia siamo andati a mangiare lì a Sferracavallo al ristorante “Il Delfino”, su consiglio di Ilaria del b&b il menu è fisso e varia ogni giorno, il prezzo è di 27 euro e comprende 8/10 antipasti, tre primi e due secondi, acqua e vino…ci si siede e fanno tutto loro. Buono.
La serata si è conclusa con una passeggiatina lungomare e con un ottimo gelato preso alla gelateria La Delizia, situata proprio davanti l’ingresso del b&b forse uno dei migliori gelati mangiato in tutta la vacanza.
Giorno 4 – Palermo dintorni: Scopello e la Tonnara
Le intenzioni per la mattinata erano buone; una visita a Scopello, poi sosta pranzo-bagno-sole alla Tonnara ed infine puntata alla Riserva dello Zingaro. Ebbene, dico che erano buone, in quanto dopo aver visitato il piccolo centro di Scopello, ci siamo “arenati” alla Tonnara per quanto era bello il mare ed il posto. Scopello è un paesino molto caratteristico e offre una vista della costa eccellente; lì siamo stati indirizzati (sempre su consiglio di Ilaria) verso un forno (pare sia antichissimo) ed abbiamo preso il famoso pane cunzato, lo sfincione ed altri prodotti preparati sul momento. Con quello che sarebbe stato il nostro pranzo siamo andati alla Tonnara di Scopello dove ci siamo messi sugli scogli a prendere un po’ di meritato sole ed ammirare il mare limpido; quando è stato il momento di muoversi verso la Riserva….abbiamo deciso di rimandare al giorno seguente.
Giorno 5 – Lo spostamento a Trapani e San Vito lo Capo
Partiti da Sferracavallo con molta calma, dopo poco più di un’ora siamo arrivati a Trapani, ove abbiamo alloggiato al b&b “La terrazza sul porto”. Anche questo un posto molto accogliente ed i proprietari simpaticissimi. Scaricata moto e cambiati di abito, abbiamo deciso di andare a San Vito lo Capo al mare e, con l’occasione, fare un salto alla Riserva dello Zingaro. Purtroppo il meteo non ci ha assistito ed una volta arrivati a destinazione le nuvole hanno coperto il sole ed un vento fastidioso ha reso impossibile mettersi in spiaggia. Visto che ormai eravamo lì siamo andati verso la Riserva dello Zingaro, sfidando un po’ le nuvole minacciose di pioggia.
Rientrati a Trapani abbiamo fatto tappa alle saline, poi un giro nel centro storico, dove, a fine serata, ci siamo concessi un aperitivo nella via più frequentata, in un locale con della bella musica ed un buon mojito. Per la cena ci siamo affidati al consiglio del proprietario del B&B, Pietro, e siamo stati a mangiare al ristorante “A casa mia” a pochi passi da noi: abbiamo preso il cous cous (ottimo) e siamo stati benissimo!
Giorno 6 – Trapani ed Erice
Per la mattina abbiamo deciso di rilassarci un po’ in riva al mare e siamo stati in una spiaggia poco distante da Trapani. Nel pomeriggio siamo saliti a Erice. Questo piccolo centro é molto bello, fresco e pieno di vicoli, tutti da gustare a piedi… e a proposito di gustare, non perdetevi un visita alla Pasticceria della Signora Grammatico Maria, dove potrete recuperare le energie perse nel girovagare; consiglio la “genovese” calda, oltre i cannoli e la cassata. Da lì è inoltre è possibile vedere un bellissimo panorama di Trapani dall’alto con le saline e tutto ciò che lo circonda.
Dopo la doccia di rito abbiamo deciso di assaggiare la pizza trapanese, la “rianata”, che differisce dalla tradizionale anche per il fatto che è fatta con farina di grano duro e, inoltre, e per tale motivo, viene cotta per 5/6 minuti, per poi essere servita in teglie di ferro, già tagliata in quadrettini. Le pizzerie che si contendono la posizione di testa sono “Calvino” e la “Pizzeria Jolanda”; abbiamo provato ad andare prima da Calvino, ma la fila di gente ed il fatto che comunque nasce come pizzeria da asporto e, pertanto, carente nel servizio ai tavoli, ci hanno fatto dirottare verso la seconda. Il locale è molto semplice, ma pulito e ben tenuto, la pizza ci è piaciuta molto e il prezzo è stato onestissimo (attenzione perché è comunque una pizza “pesante”, quindi occhio a cosa ci fate mettere sopra).
Giorno 7 – Selinunte, Mazara del Vallo e Marsala
Dopo una buona colazione fatta sulla terrazza del b&b, ci siamo diretti alla volta di Selinunte per visitare il sito archeologico; ho deciso di impostare sul navigatore di farmi percorrere un tragitto non autostradale. Ci siamo così avviati lungo una stradina, non ben asfaltata, che passando da Salemi ci ha portato sino a Selinunte; “motociclisticamente” parlando è stata proprio una bella strada (da evitare in macchina però, per le molte buche), da percorrere guardando a destra e sinistra, mentre passavamo tra vigneti e campi di ulivi, con colori ancora molto vivi ed odori molto particolari. Giunti a Selinunte abbiamo visitato i templi o ciò che di essi rimane; il sito è molto bello, peccato ci sia una scarsa attenzione da parte dei visitatori (e di chi lo gestisce) della pulizia….bottigliette di plastica e cartacce sparse ogni tanto in qua ed in là.
Verso le 14.00, iniziando ad aumentare considerevolmente la temperatura, siamo andati alla vicina Marinella di Selinunte, presso uno stabilimento balneare, in attesa di lasciare passare le ore calde.
Risaliti sulla moto siamo andati a Mazara del Vallo dove, con una abbondante e buona briosche in mano, abbiamo girottato per le vie del centro.
Continuando nel nostro riavvicinamento a Trapani ci siamo anche fermati a Marsala: sarà stato l’orario della passeggiatina o sarà che è sempre così (ci era stato detto che Marsala “vive” molto nel tardo pomeriggio/prima serata per poi diventare deserta dopo cena…) ma trovare un parcheggio per la moto è stato molo difficoltoso. Ci siamo quindi aggiunti alla massa di gente che passeggiava avanti indietro per il corso principale, due o tre foto di rito, e siamo ripartiti
Tornati a Trapani, abbiamo deciso di tornare a cenare al ristorante “A casa mia”, perché ci era veramente piaciuto, e perché ci aveva incuriosito il menù la volta precedente.
Giorno 8 – Da Trapani ad Agrigento. La città, la spiaggia di San Leone e i Templi
Dopo la solita colazione sulla terrazza ed i saluti ai proprietari del B&B siamo partiti in direzione Agrigento, questa volta passando per l’autostrada.
Arrivati senza difficoltà ad Agrigento, abbiamo scaricato la moto e ci siamo cambiati al b&b “A Casa di Max”. A proposito di questo b&b vorrei fare una piccola parentesi. A Casa di max è il b&b per definizione, si entra proprio in casa del gestore, si condividono con lui tutti gli ambienti, eccezion fatta che per la camera ed il bagno (al quale si accede dalla camera stessa ed è personale). Ad accoglierci sono stati Antonella e Franco, due persone squisite, che ci hanno anche illustrato come raggiungere il centro (a due passi), ci hanno indicato i “must” di Agrigento (il tramonto alla Valle dei Templi, il tramonto al mare ed infine quello alla scala dei turchi), ed altri precisi ed utili consigli. La stessa Antonella, con la quale in poco tempo abbiamo raggiunto una confidenza tale, come se ci si conoscesse da una vita, prepara la colazione mattutina; questa è indescrivibile, buona, abbondante, ricca di sapori tipici della Sicilia, con un mix di tradizione araba…da provare. (Per i motociclisti…ha il garage!). Andare via da lì è stato un vero dispiacere.
Approfittando della giornata un po’ velata e leggermente ventosa, dopo un giretto in centro ad Agrigento, siamo andati a visitare la Valle dei Templi; il sito è molto bello e suggestivo, molto ben curato (soprattutto la pulizia), e la passeggiata che si compie per toccare i tre templi è piacevolmente accompagnata dal panorama circostante.
Usciti ormai verso sera, abbiamo fatto una capatina alla vicina San Leone, dove abbiamo trovato una marea di gente di ogni età passeggiare sul lungomare; su consiglio di Antonella abbiamo raggiunto il chiosco “Oceanomare”, dove dopo un aperitivo in attesa che tramontasse il sole, abbiamo anche mangiato ottimamente.
Giorno 9 – Agrigento, la spiaggia e la scala dei turchi
Dopo la fantastica colazione, dato che la giornata si presentava con un cielo di un bel blu acceso e solo una leggera brezza di vento, ci siamo recati alla spiaggia di San Leone per curare un po’ la tintarella ed al contempo riposarci.
Passate diverse ore ad oziare sotto il sole, ci siamo poi diretti verso la Scala dei Turchi, poco fuori Agrigento, dove ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo unico; ed ormai che eravamo lì, abbiamo aspettato il tramonto.
Dopo la doccia siamo andati a mangiare in centro ad Agrigento all’osteria “L’Ambasciata di Sicilia”, consigliataci sempre da Antonella; il ristorante ha delle terrazze esterne dalle quali si vedono i templi illuminati, ed il cibo è squisito… ed anche il vino.
Giorno 10 – Da Agrigento a Pozzallo
Spostamento diciamo per lo più necessario a vedere alcune città dell’entroterra siciliano e di avvicinamento al punto più meridionale dell’isola.
Partiti dopo la consueta ottima colazione di Antonella, e dopo averla salutata con la promessa di tornare (due notti sono state veramente poche), percorrendo la costa sino a Gela, abbiamo “virato” verso Caltagirone; lì abbiamo potuto fare una breve sosta in centro, vedere la famosa scalinata (che non abbiamo percorso, in quanto con tuta, moto e casco, ed il caldo, non era proponibile).
Abbiamo poi preso la strada per Ragusa Ibla ove, una volta giunti ed aver girottato per le vie del centro in moto, abbiamo fatto una breve sosta al Duomo di San Giorgio ed al Circolo di Conversazione; siamo poi stati a prendere un po’ di fresco al Giardino Ibleo.
Riprese le due ruote, ci siamo diretti verso Modica, che abbiamo visitato “on the road”; ci siamo infatti spostati da un punto all’altro senza mai scendere, per poi fermarci fare due o tre foto e ripartire.
Arrivati quindi a Pozzallo, dopo aver scaricato la moto e fatto una doccia, siamo andati a fare un giretto nella via centrale fino al lungomare, apprezzando molto questa cittadina dalle tipiche caratteristiche di località turistica marittima. La cena l’abbiamo consumata sulla terrazza del ristorante “Carrube e cavalieri”, dove ho molto apprezzato il buon tonno fresco, sia affiancato da una buona pasta, che da solo…ed ovviamente con del buon vino bianco.
Giorno 11 – Da Pozzallo a Fontan Bianche, passando per Capo Passero
Partiti abbastanza presto, abbiamo preso la direzione per Portopalo di Capo Passero, passando da Pachino. Il percorso è stato molto caratteristico e ci ha permesso di vedere degli scorci panoramici molto particolari. Giunti all’estremo sud dell’isola abbiamo fatto una breve sosta per prendere una granita e siamo ripartiti alla volta di Fontane Bianche, tornando a ripercorrere la costa.
Arrivati a destinazione, abbiamo raggiunto subito il b&b “Villa Sunset”, una carina ed accogliente villetta, circondata da un bel giardino con palme e fiori variopinti, dove dopo le solite procedure di scarico moto, ci siamo infilati il costume e siamo stati in spiaggia.
Verso il tardo pomeriggio, dopo essere rientrati in camera ed esserci “docciati” e cambiati, siamo andati a Noto, anche perché tutti ci avevano sempre detto che di sera è uno spettacolo. Ed infatti così è. Parcheggiato proprio all’inizio della zona pedonale, abbiamo passeggiato lungo la via centrale, ammirando i bellissimi palazzi in stile barocco, che con lo scendere del sole, acquisivano una calda tonalità arancione, sino ad essere completamente illuminati dai fari.
Rientrando al b&b, ci siamo fermati a mangiare una buona pizza nei pressi di Fontane Bianche, dal “El Cubano Tenda”; pizza buona e posto confortevole.
Giorno 11 – Siracusa, Isola di Ortigia e Riserva Naturale
Mattinata trascorsa nella città di Siracusa, ed in particolare all’Isola di Ortigia. Arrivati abbastanza presto, abbiamo parcheggiato nei pressi del mercato, impresa alquanto difficile per la presenza di infiniti divieti di sosta e di una moltitudine di autovetture e di motocicli; fortunatamente, notando che i divieti venivano “ignorati” dalle due ruote, ho trovato un posticino a fianco la veranda esterna di un ristorante.
Passando in mezzo al mercato, siamo stati avvolti dalle grida dei venditori di pesce e di verdura, dagli odori e dai colori presenti sui vari banconi; ci siamo avvicinati ad un vero e proprio caseificio che aveva anche all’esterno il banco di vendita sul mercato (Caseificio Borderi), dove ci hanno fatto assaggiare alcune loro specialità, tra cui una squisitissima ricotta al forno. Lasciato il caseificio, con la promessa di tornare dopo a fare un po’ di spesa, ci siamo avventurati per il resto del mercato, per poi proseguire per le vie del centro sino al Castello Maniace. Tornando indietro abbiamo invece fatto il lungomare, sino alla Fonte Aretusa; in seguito siamo ritornati alla piazza Duomo dove abbiamo atteso, all’ombra della Natività di Maria Santissima e gustando una ottima granita presa al bar di fianco la chiesa di Santa Lucia, che aprissero le porte per visitare i rifugi antiaerei (vengono aperti ogni ora e la visita non è guidata); siamo entrati nelle viscere della terra, dove la popolazione siracusana si riparava durante i bombardamenti della guerra e la cosa ci ha molto toccato… pensare a come dovesse essere difficile stare lì e alla paura di cosa stava accadendo al di fuori.
Usciti sul molo vecchio, dove allora i siracusani videro le navi degli alleati, mantenendo la nostra promessa siamo tornati al caseificio, con l’intenzione di comprare qualcosa da portare in spiaggia nel pomeriggio; giunti lì, nuovamente il proprietario ci ha rifatto assaggiare alcuni dei suoi prodotti (dopo averci ringraziato per essere tornati!), conditi in modo personale, mischiando sapori inattesi, con dei risultati più che ottimi.
Dopo tutti quegli assaggini, sempre e comunque abbondanti oltre che deliziosi, abbiamo comprato alcuni prodotti e ci siamo rimessi in sella, con direzione Fontane Bianche, ma attraversando la costa; complice anche la moto, che ti permette di “osare” ad intraprendere qualche strada in più, siamo arrivati sino a dei punti a strapiombo sul mare, dai quali abbiamo visto dei panorami mozzafiato, con una moltitudine di colori sul fondo della limpidissima acqua.
Piano piano, siamo ritornati a Fontane Bianche e ci siamo diretti verso la spiaggia, dove vi siamo stati sino al tramonto.
Dato che avevamo mangiato si può dire quasi per tutto il giorno, per la sera abbiamo deciso di prendere una buona granita (che sono poi diventate due a testa!) al Bar “El Cubano”, lì vicino al b&b, e di fare una serata in relax.
Giorno 12 – Da Fontane Bianche a Giardini Naxos
Le vacanze si avviavano al termine e quella era l’ultima tappa del nostro viaggio in Sicilia, e per questo motivo abbiamo deciso di passare l’intera giornata al mare.
Arrivati al b&b Triskeles, un posto molto accogliente, pulito e ben curato dal proprietario, un giovane ragazzo molto simpatico, abbiamo scaricato la moto e ci siamo messi il costume; il proprietario del b&b ci ha indirizzato al lido “Il Pirata Beach”, assicurandoci che ci avrebbero coccolato, e che avremmo potuto trovare un bel mare e tranquillità.
Per raggiungere questo posto c’è una stradina molto stretta, che potrebbe sembrare pedonale, ma che ci hanno assicurato che in moto è percorribile e che la gente non si arrabbia; devo ammettere che per i primi metri fatti, le persone che ho incontrato mi hanno fatto pensare agli accidenti che mi stavano arrivando, ma arrivati a destinazione, la presenza di altri mezzi a due ruote mi ha rilassato.
Il posto consigliatoci è meraviglioso, e, almeno di venerdì, molto tranquillo; all’interno di una insenatura compresa tra due colate laviche, ci sono lettini ed ombrelloni; lo stabilimento, pulito e ben curato, ha anche una zona ristorante, dove abbiamo mangiato ottimamente (io ho preso una ottima tartare di tonno). Al tramontare del sole ci siamo diretti in camera (abbiamo prenotato un ombrellone per la domenica, per prudenza) e dopo la doccia siamo scesi lungomare per andare a mangiare e fare due passi, ammirando Taormina illuminata davanti a noi che si specchiava nel mare assieme alla luna piena. La cena l’abbiamo consumata al ristorante “Nettuno”; molto buona e sinceramente, anche per la location, a buon costo. Due passi per digerire, poi a nanna.
Giorno 13 – Taormina, Isolabella, Gole dell’Alcantara e Castelmola
Approfittando del fresco mattutino, e del fatto che tutte le guide dicono di andarci di mattina, dopo la colazione siamo andati a visitare il Teatro Greco di Taormina; trovato da parcheggiare, non senza difficoltà e qualche discussione con un vigile urbano, che di urbano aveva poco, siamo entrati nel Teatro Greco, che, purtroppo, era mezzo allestito per via del Film Festival in corso. L’opera è comunque molto bella e situata in una posizione meravigliosa; immerso nel verde, con davanti il mare, si ha l’imbarazzo della scelta su dove guardare.
Finita la visita, abbiamo quindi passeggiato lungo il centro, da Porta Messina a Porta Catania, passando dalla Torre dell’Orologio; non c’è nulla da dire, Taormina è splendida!
Prima di andarcene, ricordandoci di un ristorante consigliatoci al b&b, ci siamo fermati per cercarlo ed abbiamo prenotato per la sera, essendo sia sabato, sia pieno di gente per il festival, appunto.
Per passare le ora calde del giorno abbiamo quindi optato per visitare le Gole dell’Alcantara, non prima di essere passati da Isolabella, il mare di Taormina, ed aver ammirato un ulteriore bellezza naturale.
Le Gole dell’Alcantara, fenomeno di erosione della roccia da parte dell’acqua, possono essere visitate in vario modo: semplicemente a piedi, con degli stivaloni ed addentrandosi un po’ al loro interno, oppure con delle mute ed essere accompagnati un po’ più internamente. Abbiamo optato per il primo tipo di visita, anche perché sarebbe stato difficile portare la mia videocamera in modo sicuro. La visita semplice, per così dire, è stata comunque molto entusiasmante e ci ha portato da prima a vedere dall’alto il susseguirsi di rapide incunearsi nella roccia, ed in seguito ad essere quasi al pari livello. Siamo poi scesi al di sotto delle Gole, dove il fiume diventa più mansueto e dove si possono trovare molte persone a prendere il sole ed a rinfrescarsi nelle fredde acque; lì, ho provato ad addentrarmi un po’ per girare qualche video e scattare qualche foto, e mi sono accorto di quanto fosse forte la corrente, avendo conferma che una eventuale escursione più interna avrebbe messo a rischio la videocamera.
Lasciate le Gole dell’Alcantara, abbiamo deciso di andare a Castelmola, un paesino poco sopra Taormina, abbastanza caratteristico e la cui attrazione principale sembra sia un Bar, il “Turrisi”, all’interno del quale vi sono degli oggetti raffiguranti per lo più organi maschili di riproduzione; ma l’imprevisto era in agguato. Impostata la rotta sul navigatore satellitare (magari c’era una strada più breve che tornare fino a Taormina, per poi risalire??), ho iniziato a seguire quelle che erano le indicazioni “ottimali” per raggiungere in poco tempo la destinazione richiesta. Ebbene, per un non ben spiegato e logico motivo, abbiamo fatto un giro assurdo, passando tra strade sterrate, tra cavalli, tra contadini incuriositi, e divertiti oserei, piene di tornanti e di buche, sino ad arrivare in cima ad una montagna, dalla quale si poteva vedere Giardini Naxos, Taormina e Castelmola! Mettiamola così: abbiamo fatto un giro un po’ strano (con la riserva della moto sempre accesa!), ma ne è valsa la pena, perchè credo che difficilmente qualche turista abbia mai potuto godere di tale panorama.
Arrivati a Castelmola, dopo aver camminato per le stradine del centro, siamo entrati nel rinomato Bar Turrisi, dove abbiamo scoperto che esiste un’altra attrazione, oltre i citati membri maschili: la granita!! Seduti al tavolino di fianco al nostro, infatti, una coppia di signori di Catania ci hanno vivamente consigliato la granita, riferendoci che loro, quando possono, arrivano appositamente dalla loro città per mangiarla….e avevano ragione.
Rientrati al b&b, una doccia veloce per poi uscire nuovamente e tornare a Taormina per un aperitivo e la cena al ristorante “La Piazzetta”, dove avevamo precedentemente prenotato; abbiamo mangiato molto bene ed il proprietario, tipico siciliano verace, ci ha intrattenuto molto cordialmente, consigliandoci cosa mangiare e cosa bere. I soliti due passi per digerire, ma fatti là, a Taormina, son tutta un’altra cosa, e poi a letto.
Giorno 14 – Giardini Naxos
Ultimo giorno di Sicilia; giornata limpida, calda sin dal mattino e con assenza di vento. La nostra decisione di prenotare un posto al “Pirata Beach” si è rivelata del tutto azzeccata, quando, arrivati lì a metà mattinata, abbiamo visto che era tutto già quasi pieno e che molta gente doveva “accontentarsi” di un lettino sparso in qua ed in là. I piani erano di stare in relax sino il pomeriggio e, a seconda dell’evoluzione del tempo sulla punta dell’Etna, valutare una eventuale ascesa verso la cima. Nei giorni precedenti infatti, escluse le prime ore mattutine, che mostravano la cima fumante del grande vulcano, durante l’arco della giornata le nuvole coprivano il tutto ed avventurarsi a quelle quote in moto non mi pareva conveniente.
L’esperienza di salire sulle pendici dell’Etna, purtroppo, è rimasta solo nelle intenzioni, in quanto, come da copione, nel pomeriggio qualche annuvolamento ha circondato la montagna.
La sera, tristi per l’imminente partenza, l’abbiamo passata nuovamente sul lungomare di Giardini e siamo andati a mangiare un buona pizza alla pizzeria “La Lanterna”; ripensando ai bei posti visitati, alla bella gente incontrata ed alle buone cose mangiate siamo poi tornati in camera a preparare le borse della moto e aspettare il giorno seguente che ci avrebbe portato verso casa.