La capitale del life style!
Atterrati a Skavsta (come al solito grazie a Ryanair arriviamo dall’altra parte del mondo rispetto alla meta) ci siamo trovati di fronte un piccolissimo aeroporto, ma assolutamente organizzato, con negozi e ristoranti e intuitivi e evidenti sportelli per il cambio valuta e per comprare i biglietti dell’autobus per arrivare nella capitale della Svezia.
200 corone (per chi come noi ha meno di 25 anni…dato che qui favoriscono il turismo giovanile!) e si riesce a comprare un’andata e ritorno su un autobus granturismo che in circa 80 min raggiunge la nostra destinazione finale: Stockholm. (www.flygbussarna.se)
Durante il trasferimento in bus si deve cercare di non dormire (nonostante si sia partiti prima dell’alba!), perché guardare dal finestrino vi permetterà di vedere la Svezia che chiunque ha in mente: abeti, laghi e casette dai muri rossi immerse nel verde…la vera ricchezza e bellezza di questo paese!
Arrivati a cityterminalen (polo modernissimo a cui fa capo tutto il trasporto pubblico cittadino…interrotto nella sua modernità solo dallo svettante campanile della Klara kyrkan) ci siamo addentrati nell’intricata stazione T-centralen, dove abbiamo perso parecchio tempo a capire dove era possibile comprare dei biglietti per la metropolitana… bisogna dire che il punto informativo (che si trova al livello sotto il piano stradale) non è molto ben segnalato, ma una volta raggiunto siamo riusciti velocemente (qui l’inglese è capito e parlato alla perfezione da chiunque) a comprare un abbonamento per 72 ore a 220 corone.
Metropolitana efficientissima che si dirama come un’enorme ragnatela al di sotto dell’intera città, permettendo a chi vive qui di dimenticarsi dell’auto!
Arrivati all’albergo (hotel tegnérlunden, Tegnérlunden 8, www.hoteltegnerlunden.se) ci siamo velocemente rinfrescati e riposati dal viaggio nella nostra camera arredata con un inconfondibile gusto Ikea, poi subito per le strade della città.
Qui abbiamo incontrato una nostra amica che (come ormai molti italiani) ha deciso di intraprendere un’esperienza di lavoro nel mondo della ricerca universitaria….all’estero. Prima tappa per festeggiare la reunion italiana (e perché vicinissimo al nostro albergo)è stata all’Espressosostabar di Sveavägen, dove facendo quattro chiacchiere con il barista italianissimo abbiamo gustato quello che viene considerato il miglior caffè di Stoccolma: una tipica “fika” svedese.
Supportati dalla nostra guida autoctona ci siamo dedicati a vivere più che a visitare la città, facendoci guidare in una scoperta della città vista da chi la vive tutti i giorni e non come raccontata sulle guide. Camminata rilassante, equipaggiati di panini e bibite comprati negli onnipresenti chioschi, attraverso il quartiere di Norrmalm, noto come la city, attualmente zona di negozi e sale cinematografiche.
Camminando tra i palazzi moderni che limitano l’enorme Sveavägen abbiamo ammirato le Kungstornen (Torri Reali) che fiancheggiano Kungsgatan e che nel 1926 erano i grattacieli più alti d’Europa. Giunti all’incrocio di Sveavägen con Kungstagan vi è il Konserthuset (Palazzo dei concerti), un edificio di color blu, tipico dell’architettura svedese degli anni ’20, che oltre i concerti accoglie ogni anno la cerimonia dei premi Nobel. La monumentale facciata si affaccia con le sue imponenti colonne su Hötorget (chiamata piazza del fieno perché ai tempi del re Gustav Vasa fu usata come stalla e luogo in cui i contadini depositavano fieno e paglia per alimentare gli animali), piazza che ospita numerosi banchi di fiorai, frutta e verdura dove si affollano svedesi intenti all’acquisto sotto lo sguardo attento dell’Orfeo di Carl Mills (tra colonnato, fontana di Orfeo e bancarelle…a seconda dell’angolazione la piazza assume una diversa anima!).
Da qui tra ampi stradoni e strette vie dai palazzi altissimi che sembrano toccarsi in cima, tutte egualmente costellati di negozi di ogni tipo (tra cui anche Åhléns City in Klarabergsgatan 50, il maggior centro commerciale svedese), si sbuca sul ponte Riksbron che dopo le stradine attraversate concede un momento di respiro sul mare di Stoccolma e sulla magnifica vista delle sue guglie in lontananza e del Riksdagshuset (il parlamento, unito alla banca nazionale) che domina l’isolotto di Helgeandsholmen. Si attraversano gli imponenti archi del palazzo del XIXsecolo che sormontano i varchi dell’isolotto e si giunge sul ponte Stallbron che immette su Gamla Stan.
Un tuffo nei vicoletti della città vecchia, dove i palazzi ti guidano in un percorso sempre uguale e sempre diverso, costantemente sotto la presenza di alti campanili dalle guglie slanciate e facciate dai colori sgargianti. Percorsi che ti conducono invariabilmente a Stortorget, la Piazza Grande (nome adatto quando fu inaugurata nel 1776, ma non oggi), teatro del “bagno di sangue” del 1520 che vide rotolare cento teste nel fango della piazza. Oggi teatro del tipico e più antico mercatino di natale, Julmarknad, la piazza ospita il Börshuset, il Museo del Premio Nobel (che tutti ci hanno sconsigliato di vedere…se non super appassionati del Nobel) e dove continuano a designare il vincitore del Nobel della Letteratura. Farsi incantare dall’atmosfera di questa piazza è assolutamente inevitabile, facciate alte, strette e multicolori, la fontana che vomita colate di pietra e…la gente che si riunisce in questo antico e affascinante cuore della città vecchia.
Da qui, dopo un vicoletto stretto tra i palazzi, è un attimo ritrovarsi di fronte all’imponente facciata del palazzo reale (Kungliga Slottet), sorto nel XVIII secolo sulle rovine del palazzo delle Tre Corone e perennemente presidiato da giovani svedesi in alta uniforme e … armati fino ai denti.
L’alto obelisco alle spalle della cattedrale impone una sosta su Slottsbacken per ammirare una vista spettacolare sul canale che divide Gamla Stan da Skepps Holmen (sostare il tempo necessario per fare una foto panoramica!). Si impone una camminata lungo Skeppsbron che pur allontanandoci dai palazzi e dalle chiese della città vecchia ci permette di ammirare il mare, vero cuore di stoccolma, e le navi che lo solcano. Scene atipiche animano questo lungo viale: un gruppo di scatenati tennisti che improvvisa una partita sul marciapiede e un centinaio di scatenati svedesi che inneggiavano al venerdì pomeriggio festeggiando sotto l’ombra della statua equestre di Carlo XIV di Svezia ( nel mitico Rock club Debaser).
Ancora pochi passi e si approda sull’isola di Södermalm, cuore della vita giovane di Stoccolma e sede di molti dei luoghi simbolo della saga di Millenium. Södermalm s Torg accoglie il visitatore nella nuova isola, ampia piazza sul mare in cui troneggia visivamente il Katerinahissen (la torre-ascensore che promette un’ineguagliabile vista sulla città ma che si presenta come un immondo pilone moderno che interrompe il panorama di cielo e mare) e in cui troneggia astronomicamente il banchetto di acciughe!
La metro da Slussen permette di raggiungere qualsiasi posto dell’isola, noi ci dirigiamo verso la casa della nostra amica, verso Högolilids Kyrkan; abbiamo così l’opportunità di ammirare una tipica casa di Stoccolma, dalla temperatura sempre calda e dall’arredo minimalista e incolore dell’Ikea. Breve sosta e poi vista l’ora (per noi assolutamente prestissimo) si va verso il ristorante prenotato per la serata: Jensen’s Bøfhus (Sveavägen 53),steak house svedese dove mangiamo per circa 20 euro un piatto di salmone alla griglia con verdure di contorno (non molta quantità per noi affamatissimi viaggiatori, ma sicuramente molto per noi turisti economici!).
Con altri amici trasferitisi qui per continuare i loro studi continuiamo la serata in uno dei locali lungo la “strand” di Södermalm, ma appena entrati nel locale la nostra resistenza ha vacillato e ci ha costretti ad un veloce ritorno all’albergo per raggiungere l’agognato letto. Però questo tuffo nella vita notturna giovanile ci ha permesso di vedere e di farci raccontare le rumorose (e a volte pericolose) serate alcoliche degli svedesi (rigorosamente nel weekend!)…insomma storie e immagini di una insolita “Stoccolma da bere”, dove il rigore nordico scompare e si vedono giovani lanciare bottiglie e bicchieri dalle finestre (…quindi attenzione!) e lanciarsi nel mare ghiacciato!
Inizia così la seconda giornata, dopo una fantastica e abbondantissima colazione molto nordica (…non aspettatevi cornetto e cappuccino!) consumata all’ultimo piano, completamente vetrato, dell’albergo … immersi tra i tetti e i comignoli di Stoccolma: uno spettacolo che non dimenticherò!
Affascinati dalla vista dei tetti di Stoccolma decidiamo che è il caso di vedere la città dall’alto…quindi ci dirigiamo all’estremità sud di Södermalm, oltre il ponte Skansbron, dove circondato da palazzi che sembrano usciti da “Metropolis” si trova il Globen, stadio simbolo di Stoccolma, sulla cui cupola si arrampica una sfera di vetro da cui si può avere Stoccolma “ai vostri piedi” (per sole 130 corone potete salire a 130 metri sopra la città…lo spettacolo è sorprendente, ma anche il prezzo)!
Circondati da strani personaggi che incontriamo per strada (sembra quasi carnevale: incontriamo un Superman, una damina ottocentesca,…) ritorniamo nel cuore della city: Sergelstorg, luogo di continuo passaggio dominato dalla colonna in vetro alta 38 metri e dall’imponente facciata del Kulturhuset (la casa della cultura che ospita mostre, biblioteche, sale di teatro, caffè…), facciata su cui si arrampica (ma è solo una statua) una biondissima svedese!
Da qui noi giovani turisti squattrinati ci dirigiamo verso il McDonald’s vicino Norrmalmstorg e poi da classici svedesi, visto il sole che ha deciso di riscaldare la mattinata, ci distendiamo sui prati di Kungsträdgården, circondati dal teatro dell’Opera, la statua del re Calo XII, la chiesa St.Jacobskyrka con la sua torre abbellita grazie alle donazioni di Jacob de la Gardie, che si dice fu accecato da Dio irritato dalla sua mancanza di umiltà nel considerarsi proprietario “del più bel palazzo della città” (il palazzetto Makalös che si ergeva nella piazza). Sui giardini si affaccia anche il Cafè Opera, discoteca di fama internazionale grazie anche ai suoi illustri frequentatori (lo Zlatan nazionale!)
Riscaldati dal sole (merce rara qui a Nord!), allietati dalla chiacchierata con i nostri compatrioti trasferitisi e … rintontiti dal furioso cinguettare dei passerotti “ubriachi” del primo giorno di primavera, passiamo il pomeriggio stesi sul parto, tra famiglie di svedesi (genitori giovanissimi seguiti da truppe di bambini).
E’ il momento di tornare a fare i turisti e così abbandoniamo i prati su cui i biondissimi autoctoni continuano a prendere il sole (anche se molti/e non sono biondo naturale…ahimè) e ci incamminiamo verso un altro punto panoramico della città: Katarina Lift. Bello solo se si considera che per arrivarci bisogna addentrarsi nelle tipiche vie di Slussen, altrimenti la visuale è assai rovinata dall’enorme incrocio sottostante …e comunque non può rivaleggiare con lo skyview del Globen!
Metropolitana fino alla fiabesca e stravagante stazione di Kungsträdgården (pronti con le macchine fotografiche), una delle stazioni più belle della rete metro (in gran parte decorata da artisti tanto da essere definita la galleria d’arte più grande del mondo); concepita dall’artista Ulrik Samuelsson come se fosse un giardino sotterraneo con cascate, vegetazione e un sito archeologico con copie dei resti del palazzo Makalös. Un gioiello inaspettato nel sottosuolo della città!
Da qui ci avviamo verso “l’isola delle navi”: Skeppsholmen.
Passiamo davanti al Grand Hotel (South Blasieholmshamnen 8) dove vediamo coppie indistinguibili (e vestite da gran ricevimento) di Barbie e Ken scendere da auto di lusso; segue il National museum che ci ha quasi convinti ad entrare con una mostra sul porno dal 1500 ad oggi (molto swedish style!)…ma il sole inatteso ci ha convinti a incamminarci verso la piccola oasi verde che Skeppsholmen e l’attigua Kastellholmen offrono nel cuore della città e circondati dal mare.
Il lungo ponte Skeppsholmsbron (il cui parapetto è decorato da una corona che invita inevitabilmente ad una foto…reale) ci conduce in quella che è nota come l’isola dei musei, dove gli antichi edifici militari hanno trovato oggi una nuova veste come musei:Amiralitetshuset (Casa dell’Ammiragliato), Skeppsholmkyrkan (ex parrocchia dell’ammiragliato), Arkitekturmuseet (museo dell’architettura), Moderna museet (museo d’arte moderna), Östasiatiska museet (museo dell’est asiatico). Noi ci siamo accontentati di vederli da fuori e di goderci il bel parco alberato e… soprattutto le sue panchine, ammirando il veliero Chapman ancorato sul molo dell’isola e che ospita un famosissimo ( e alquanto dondolante) ostello della gioventù!
Il ritmo nordico ci ha costretto troppo presto ad abbandonare il nostro relax per cercare un ristorante che avesse ancora le cucine aperte (considerate che qui mangiare dopo le 20.30 non è concepito nelle abitudini locali).
Prima però di andare a mangiare decidiamo di deviare (in metro) verso il KTH, il Politecnico di Stoccolma, meta a cui alcuni di noi (freschi di laurea) avrebbero fatto volentieri a meno. Arrivare in questo quartiere universitario, così simile ai campus americani del cinema, ci ha fatto capire la scelta dei nostri amici di trasferirsi qui (nonostante il clima). I nostri amici ci hanno consigliato la zona vicino al nostro albergo per mangiare e così abbiamo trovato Drottninghof (Drottninggatan 67) dove abbiamo mangiato le molto ikeane polpette con salsa e mirtilli seguite da una torta di mele svedese (il tutto circa 220corone).
Il terzo giorno nella “Venezia del nord” (una tra le tante che si fregiano di questo appellativo … che ci riempie di orgoglio!), inaugurato dall’abbondante colazione tra i tetti (ormai un rito che ci dispiacerà abbandonare!), si caratterizza come un tour turistico mozzafiato (in ogni senso!).
Dopo aver conosciuto la città nei primi due giorni attraverso gli occhi di chi vi abita ormai da tempo e non fa più caso ai monumenti e alle attrattive locali, privilegiando di più passeggiate non turistiche e momenti di relax, decidiamo di riappropriarci dei nostri panni da turisti e di approfittare degli ultimi giorni.
Prima tappa Adolf Fredriks kyrka, nel cui cimitero c’è la tomba di Olof Palme, primo ministro svedese assassinato nel 1986 all’incrocio tra Sveavägen e Tunnelgatan. Quindi un tripudio di spigoli e mattoni rossi a Johannes kyrkan, basilica neogotica del 1800 che si caratterizza per un campanile isolato di legno del 1692, e che ai noi si è rivelata nella Domenica delle palme, animata da svedesissime ragazze avvolte in mantelli verdi intente a distribuire rami di …salice (il clima è tiranno!). Pochi passi e raggiungiamo la Kungliga Biblioteket, biblioteca nazionale immersa nell’amatissimo parco di Kungliga Humlegården.
Da qui saltiamo a Gamla Stan, grazie alla tentacolare metropolitana, un passaggio veloce con vista su Riddarholmen, l’isola dei cavalieri (nome dovuto ai palazzi che i nobili e i cavalieri costruirono qui nel XVIIsec) identificabile da lontano grazie alla particolarissima guglia a forma d’ago in rame della Riddarholmskyrkan. Ammirati dalle facciate di Riddarhuset, dove si riuniva la nobiltà svedese, e di Bondeska palatset, ci immergiamo nelle anguste vie della città vecchia.
Storkyrkan, la cattedrale, si eleva imponente tra le case e conserva al suo interno il Vädersolstavlan, il più antico quadro della città, che rappresenta la Stoccolma del 1535, il magnifico gruppo in rovere che rappresenta Sankt Göran ach draken (S. Giorgio e il drago) e quello della principessa e l’agnello, ambedue del 1400, e la scenografica tomba di de la Guardie. La copia di una nave votiva del XVI sec sospesa tra due pilastri ci ricorda il rapporto della città con il suo mare (la chiesa fu eretta in onore di San Nicola, protettore dei marinai). Camminare tra le sue navate e le volte reticolate e farsi catturare dall’atmosfera che qui si respira è qualcosa di irrinunciabile.
Da qui in pochi passi ci ritroviamo di fronte a Tyska Kyrken (la chiesa tedesca) e poi Västerlånggatan, la via più commerciale e affollata della città vecchia fiancheggiata da antichi palazzi, su cui si apre al numero 81 (noi pensavamo fosse una casa e ci siamo passati più volte davanti alla sua ricerca) Mårten Trotzigs gränd, il vicolo più stretto (soli 90 cm) e più ripido della città, sui cui gradini si affollano gruppi di turisti desiderosi dell’immancabile foto-ricordo ( rito a cui anche noi non ci sottraiamo). Ben nascosta all’angolo tra Prästgatan e Kåkbriken si notano i resti di una runa (scrittura degli antichi scandinavi) incisa sulla parete di un edificio.
Stortorget, che ci ha ospitato durante il pranzo, e poi la piazzetta di Köpmantorget dominata dalla riproduzione bronzea della scultura di S.Giorgio presente nella cattedrale e da qui qualche passo tra le antiche case di Österlänggatan. Sbucati su Skeppsbrokajen decidamo di prendere un battello (si può usare l’abbonamento per la metro) per l’isola di Djurgården.
Sicuramente il battello permette di conoscere il vero spirito della città, legata con doppio filo al mare che la circonda.
Antica riserva reale di caccia, oggi l’isola di Djurgården ospita il Nordiska museet (museo di civiltà nordica), il Vasamuseet, Junibacken (dove diventano realtà i personaggi della scrittrice svedese Lindgren, tra cui Pippi Långstrump…la nostra Calzelunghe!), Skansen, anche se arrivando dal mare l’attenzione è calamitata solo dal Tivoli Gröna Lund e dalle sue contorte, altissime e coloratissime montagne russe.
Ci fiondiamo al Vasamuseet e qui ammiriamo per due ore (da ogni angolazione possibile!) il celebre galeone Vasa, affondato nel suo viaggio inaugurale nel 1628 subito dopo il varo a causa dell’eccessivo peso e dell’altezza e recuperato nel 1961 (proprio durante la nostra visita ricorreva il 50° dal recupero).
Di certo una visita troppo lunga per quello che c’è effettivamente da vedere, ma dovevamo rendere onore a questo museo che celebra il Vasa, uno dei pochi insuccessi degli svedesi (sempre perfetti e che infatti sono riusciti a trasformare questo insuccesso in un successo mondiale!). Usciti dal museo ci siamo addentrati per i giardini dell’isola alla ricerca di Skansen, il museo all’aperto più antico del mondo, che ospita ricostruzioni fedeli di antichi edifici svedesi (chiese, negozi, fattorie,…) e dove vengono mantenute vive le antiche tradizioni popolari. Con nostro rammarico troviamo i cancelli chiusi e capiamo che anche se sono solo le 17.30, qui è già tardi (nonostante il sole alto nel cielo!).
Amareggiati della chiusura, ci godiamo i percorsi pedonali dell’isola e sempre troppo presto ci vediamo costretti ad abbandonare l’ennesimo relax e cercare un posto dove mangiare. Questa volta ci dirigiamo verso i locali di Södermalm. Ammiriamo piazza Medborgarplatsen su cui svetta Söder torn.
Passiamo davanti al mitico pub “Kvarnen”, un’istituzione a Stoccolma, un luogo ricco di storia e tradizione, che ha celebrato il suo 100 ° anniversario nel 2008 e che è divenuto celebre mondialmente come luogo di ritrovo delle Evil Fingers e di Lisbeth Salander, protagonista della trilogia di Millenium.Oramai si sta facendo tardi per gli orari del Nord e quindi ci affrettiamo a trovare un posto dove sfamarci, senza dilapidare le nostre ultime corone: AYA SOFYA (Skånegatan 88), locale turco dove però si può sempre trovare l’onnipresente salmone.
Rifocillati decidiamo di goderci per l’ultima sera le luci di Gamla Stan che si rincorrono tra i vicoletti e si rispecchiano nel mare di Stoccolma.
Non ancora stanchi decidiamo di puntare verso l’Ice Bar (Vasaplan 4), ma con nostro enorme dispiacere scopriamo che il locale è chiuso perché stanno sostituendo il ghiaccio. Per consolarci e brindare alla nostra ultima sera ci dirigiamo verso l’Hard Rock Cafè (Sveavägen 75), che si trova vicino al nostro albergo…pare sia un tempio dedicato all’adorazione degli ABBA. Purtroppo anche questa informazione siamo costretti a leggerla solo dalla guida perché il locale chiude a mezzanotte (per la precisione anche qualche minuto prima!)…quindi stanchi e stupiti degli orari di chiusura ritorniamo in albergo, ammirando Stadsbiblioteket e Observatorielundeen.
L’ultimo giorno. Poche ore alla partenza e decidiamo di passarle con una breve passeggiata sullo scoglio di Kastellholmen (raggiungibile da Skeppsholmen). Tra i prati all’inglese si erge il Kastellet, una costruzione medievaleggiante di Blom (1848).
Ci accorgiamo che sono quasi le 12 e corriamo verso il palazzo reale per essere presenti al cambio della guardia, cerimonia irrinunciabile e di cui rimaniamo molto soddisfatti…coreografia spettacolare!
Per riprendere la metro decidiamo di deviare verso Riddarholmskyrkan, ma (come al solito e come molte altre cose) la troviamo chiusa.
Il pullman verso l’aeroporto di Skavsta ci fa ammirare Stadshuset (il Comune) con la sua torre rifinita da un anemoscopio con le tre corone dello scudo nazionale rivestite d’oro e che ricordano il palazzo Tre Kronor della città vecchia.
Ammiriamo il paesaggio delle campagne svedesi e penso che forse questa città non è un luogo da turisti, forse conviene viverla passeggiando per le sue strade e i suoi parchi, ammirando la sua natura e fondendosi con il suo spirito e con il life-style dei suoi abitanti. Conviene quindi dimenticarsi di essere turisti e non andare alla ricerca di cose famose da vedere (ce ne sono ben poche e visti i ritmi di vita si rischia con moltissima probabilità di arrivare negli orari in cui sono chiuse alle visite, a meno che non si programma tutto molto prima!), conviene passeggiare senza una meta e godersi gli splendidi panorami che la città ha da offrire, vera ricchezza di questa capitale del nord.