U.S.A. West Side… all it’s possibile in 9 days
DIARIO DI VIAGGIO DI DUE INCONTENIBILI ESPLORATORI
Partenza 29/04/2011 Ritorno 09/05/2011 volo 670 euro a testa con l’assicurazione di annullamento, partenza da Milano Malpensa con cambio all’andata a New York e al ritorno a Munich (prenotato tramite Opodo) noleggio auto 168 euro per 9 gg tramite E-Noleggioauto prenotato dall’Italia (fondamentale prenotare telefonicamente…si chiedono sconti e agevolazioni…sono riuscita ad ottenere il secondo guidatore gratis)
Piccola premessa…questo diario non vuole essere uno mero strumento per permettere ad un altro viaggiatore di organizzare le proprie vacanze…vuole essere un racconto di due viaggiatori e della loro filosofia di viaggio..il tutto mischiato con un po’ di sana ironia! Non adatto per chi ha fretta e per chi non riesce ad assaporare i piccoli piaceri della vita…buona lettura!
…Costa Rica…Cuba…Siria…troppo caro, troppo pericoloso ci manca solo di andare in Libia a salutare Gheddafi e poi siamo a posto…non sapevamo dove sbattere la testa quando improvvisamente una lampadina mi si illumina ricordando un viaggio di nozze fatto da una coppia di amici…WEST U.S.A….propongo la mia idea a Diego e una luce di gioia compare nei suoi occhi…quello che aveva sempre sognato! Perfetto, meta scelta…manca solo organizzare il viaggio e sperare che il volo non costi troppo! Alla fine dopo vari tentativi troviamo un volo sul sito Opodo a 670 euro a testa con la clausola di annullamento…perfetto!Riusciamo anche a sfruttare al meglio i ns gg perché per il ritorno la partenza è prevista alle 21:30 da Los Angeles…ottimo! ..guide (Lonely Planet e Rough Guide)..lista delle cose da portare…ansia e preoccupazione per un viaggio in cui l’unica cosa che avevamo studiato erano i luoghi da visitare e null’altro…e finalmente arriva il giorno della partenza….
29 Aprile 2011 Milano Malpensa – New York – Los Angeles
Partiamo all’alba da casa…l’emozione è talmente tanta che il sonno per aver dormito solo poche ore non si sente neanche. Parcheggiamo al Malpensa Parking prenotato il giorno prima su internet (37 euro per 11 gg..non male) e arriviamo al check in con abbondante anticipo…cosa per altro assurda visto che sia io che Diego siamo i re del ritardo!Primo problema… i posti sull’aereo sono lontani…un’ombra di terrore sul volto di Diego…lontani sull’aereo in un viaggio di complessive 14 ore…penso che in quel momento avrebbe preferito fare bunjee jumping senza elastico!!La sua paura di volare era messa a dura prova…ovviamente testardo e orgoglioso come pochi ha fatto finta che non fosse un problema!Il volo parte…l’aereo dalla Continental Airline non è male e il tempo passa rapidamente tra un film e l’altro e tra una visitina al posto dove Diego era seduto…sembravo una trottola impazzita che andava da una parte all’altra dell’aereo! Atterraggio a New York con non poche turbolenze purtroppo e poi via alla corsa contro il tempo per cercare di non perdere la coincidenza per Los Angeles…avevamo ben un ora e mezza e, tra fare la dogana con i bagagli e il controllo dei documenti, l’ansia di perdere in volo era assolutamente fondata! Così via ad una gincana incredibile tra la gente che ci insultava in tutte le lingue del mondo!Abbiamo proprio fatto i cosiddetti “italiani” superando persone in fila (chiedendo permesso chiaramente) e inveendo contro le lungaggini burocratiche statunitensi…cavolo se fossi un terrorista certamente non lo dichiarerei nelle loro stupide autocertificazioni! Distrutti e decisamente sudati per il caldo che faceva e per la corsa riusciamo a prendere l’aereo! Primo ostacolo superato brillantemente! Il volo va benissimo e arriviamo finalmente a Los Angeles…per fortuna consci della stanchezza che ci avrebbe colto, abbiamo prenotato (o meglio Diego ha prenotato, non mi voglio prendere meriti non miei) il motel Super 8 dall’Italia…80 $con colazione…motel pulito e vicinissimo all’aeroporto con il servizio navetta gratuito. Alle 20 ora locale eravamo già nel mondo di Morfeo, sognando quello che i avrebbe aspettato i giorni successivi…
30 Aprile 2011 Los Angeles
Dopo una colazione discreta al Super 8 con tanto di scrocco di succo e di muffin in quantità, prendiamo la navetta per l’aeroporto per andare alla compagnia Dollar a ritirare la ns macchina noleggiata. Saliamo sulla Dollar-navetta e ci accorgiamo che stiamo ripercorrendo una strada già fatta….incredibile dopo poco ci rendiamo conto che in realtà il noleggio era proprio dietro il Motel!!! Che idioti eravamo li a due passi!! Pazienza…per fortuna il noleggio è rapidissimo e dopo poco siamo già in sella al ns destriero…una potentissima e velocissima Nissan Versa poi rinominata successivamente da Diego il “carretta”! Beh per quella cifra non potevamo pretendere molto in realtà! L’impatto con il cambio automatico è stato devastante…dopo qualche costola incrinata e qualche livido finalmente siamo riusciti a capire come funziona…mi raccomando usate solo un piede sia per frenare che per accelerare a meno che non volgiate ritrovarsi appiccicati contro il parabrezza ad ogni frenata! La ns avventura ha finalmente inizio! Prima tappa Hollywood Bvd! Con la cartina rubata al motel cerchiamo di orientarci nella città…direi abbastanza facilmente riusciamo a districarci in un meandro di vie di almeno 2 corsie con le macchine che sfrecciano a destra e a sinistra. Parcheggiamo malauguratamente in un parcheggio vicino alla Bld…non lo fate!!! 20$ di parcheggio…basta andare nel parcheggio del centro commerciale li vicino…prendete una bottiglia d’acqua e con lo scontrino potrete avere un bel risparmio! Iniziamo a passeggiare nella famosa Star-Bld! Donald Duck, Erik Estrada, Nicolas Cage, Marilyn Monroe … famosi e non erano presenti…ovviamente facciamo le foto di rito finché non arriviamo davanti al celebre Chinese Theatre! Purtroppo con sorpresa notiamo che è tutto transennato e che una discreta folla si accalca vicino al teatro…Diego curioso come un bambino sfida la comprensione dell’americano e domanda ad una ragazza cosa stesse succedendo. Capendo una parola su 50 riusciamo a captare che il “famoso” Timmy O’Toole (ma chi cavolo è?) sta imprimendo l’impronta delle sua mani nel cemento…wow dobbiamo assolutamente aspettare che finisca il tutto per vedere tutte le manate e le piedate impresse nel cemento dai VIP. Così nell’attesa ci facciamo un giro nel vicino centro commerciale costruito con uno stile simil egiziano con tanto di elefanti che barriscono in impennata in cima a colonne giganti. Il centro è fatto bene con negozietti e punti ristoro…un’altra folla di gente si accalca vicino ad un negozio e una fila di persone vestite da Jack Sparrow de “I Pirati dei carabi” aspettano pazienti il loro turno…la scena si ripete, chiediamo informazioni e ci viene spiegato che la fila è per incontrare uno degli attori (che ovviamente noi non conosciamo) presenti nel quarto episodio de “I Pirati dei carabi”…una giornata molto VIP!!! Come si dice… non ce ne poteva fregare di meno e continuiamo la ns visita esplorativa, mangiamo qlc e ritorniamo sulla Blv…passeggiando notiamo un ragazzo di colore che fa delle caricature colorate carinissime…uno sguardo a Diego basta per decidere di prendere il ns primo pensierino statunitense e chiediamo al ragazzo di farci una caricatura su una moto che attraversa le colline hollywodiane. Due chiacchiere con questo simpatico ragazzo newyorkese e via….lo schizzetto era finito…troppo carino da appendere in bella vista in casa! Ormai le transenne di fronte al Chinese Theatre erano state rimosse e andiamo a sbirciare le famose impronte VIP nel cemento…direi il simbolo di Los Angeles oltre alla scritta Hollywood, prossima meta della ns city-discovery. Chiaramente non segnalata, chiediamo indicazioni ad una decina di persone che, gesticolando, ci dicono di seguire 2 o 3 strade, giare a destra, sinistra andare in alto e in basso…ok , già capito…un labirinto…dovremo arrangiarci e seguire, come facevano i marinai, la stella del Nord…la ns scritta Hollywood. Dopo aver percorso strade strettissime che si arrampicano sulla collina e dopo aver capito che il 98% degli americani è totalmente incapace di far manovra e di guidare in spazi ristretti, riusciamo ad arrivare alla meta…missione compiuta…la ns. scritta era li alle ns spalle…molto più piccola di come ce la immaginavamo ma sicuramente di forte impatto. Forse averla vista in migliaia di film le attribuisce un fascino tutto particolare! Altra tappa…dovevamo conquistare Los Angeles in un giorno…Rodeo Drive, la via famosa per tutti i negozi sciccosi e alla moda…un posto sicuramente non adatto a due vagabondi come noi due ma da visitare e poi infine Santa Monica con la speranza di vedere qualche bagnino stile Mitch Byucannon di Baywatch (o come cavolo si scrive)! Parcheggiamo e subito la vitalità del week end ci accoglie…migliaia di persone ovunque negozietti e bar aperti, artisti di strada e bancarelle…meraviglioso! Percorriamo tutta Ocean Drive avanti e indietro ammirando tutti i ballerini di break dance e i ragazzi che si improvvisavano mezzi circensi per poi andare al Santa Monica Pier, il molo vicino famoso per il suo ottovolante e la sua ruota panoramica (che a nostro avviso invece non sono un granché). Rimaniamo li, affacciati sull’immenso oceano finche uno splendido tramonto non rende tutto intorno a noi arancione e rosa. Ormai distrutti dalla giornata con evidenti sintomi da fuso orario, decidiamo di mangiare qualcosa di tipico in una birreria stile British li vicino il “King’s hot caps” …ovviamente hamburger e patatine fritte! Ora l’ultimo sforzo…la ricerca di un posto dove rilassare le ns stanche membra! Giriamo e giriamo…. 150$- 169 $ecco la media dei prezzi trovati nel week end a Los Angeles, una cosa da matti! Nonostante la stanchezza il ns cervello ragiona ancora e decide di prendere una delle rapidissime superstrade che solcano la città direzione aeroporto…l’unico rifugio che avevamo in mente il ns ormai affezionato Super 8! Dopo pochi minuti di viaggio, con le dita incrociate entro nel Super 8 sperando che ci fosse ancora una cameretta per due poveri profughi…la fortuna è dalla ns e ci danno una camera a 89$…anche a viaggiare ci vuole fortuna!
1 Maggio 2011 Los Angeles – Sequoia Park
Dopo mezz’ora di brain storming sulla scelta della meta del ns viaggio, ci decidiamo …direzione Sequoia Park!! Partiamo molto presto agevolati anche da fuso orario ancora decisamente attivo in noi…i km sono davvero tantissimi ma l’idea i vedere gli alberi più grossi del mondo (forse secondi solo ai baobab africani) ci alletta troppo! Così via, pronti a fare km e km per raggiungere il ns obiettivo. Qualche piccolo consiglio stradale: fare sempre benzina appena il serbatoio raggiunge la metà (non potete sapere quanto sarà distante quello successivo), prendere sempre acqua in abbondanza e cibo (noi siamo diventati fedelissimi di Subway evitando così di farci venire un ernia iatale allo stomaco) e soprattutto rispettate i limiti…la polizia è sempre ferma nei paesini piccoli di periferia a luci spente ma con il motore acceso pronti a scattare su qualche ignaro autista…non abbiate fretta…il bello di questi viaggi è proprio in viaggio in se e per se…spazi sconfinati, paesaggi che cambiano e un ambiente molto diverso dal ns. Dopo aver trascorso tutta la mattina in macchina, arriviamo finalmente a Three Rivers piccolo e delizioso paesino di campagna alle soglie del parco. Entriamo attraverso il casello pagando 20$ ai ranger per l’accesso al parco (prendere la park-pass per 80$ potete entrare ovunque e in quanti parchi desiderate) e ci danno la cartina per orientarci all’interno….aiuto è enorme!!!!! Come faremo a farlo tutto??? Ancora non lo sapevamo ma questa frase sarebbe stata il grido di battaglia ripetuto ogni gg della ns vacanza…come sempre troppe cose da vedere e poco tempo a disposizione! Il parco è talmente gigante che per vederlo tutto dall’inizio alla fine è necessario prendersi un’intera giornata e percorrerlo in macchina! Viste le distanze entriamo consapevoli che se riusciremo a vedere 1/3 del parco sarà già un miracolo… Iniziamo il ns tour e uno splendido paesaggio ci accoglie…una vallata verde con un river..mi pare il Virgin River…che la solca…bellissimo! Rimaniamo incantati dal paesaggio che in realtà assomiglia molto alle terre di casa ns…finché non incontriamo “ Tunnel Rock” una roccia gigante che, cadendo dalla montagna, ha formato un tunnel sotto il quale un tempo passava la strada, poi deviata. Chiaramente ci improvvisiamo scimmiette scalatrici e ci arrampichiamo sulla cima della roccia…gran bel panorama! Proseguiamo la ns esplorazione finché non giungiamo nella Giant Forest…piante enormi, secolari che si ergono in tutta la loro maestosità ai lati della strada…le foto qui si sprecano! Ci mettiamo di fianco a questi colossi per far emergere dalla foto la loro maestosità e con la macchina attraversiamo la strada divisa in due da uno di questi bestioni…ci sentiamo davvero piccoli e impotenti e anche questa è una sensazione che ci accompagnerà per tutta la vacanza…negli USA è tutto enorme: strade enormi, città enormi, parchi enormi, macchine enormi, persone enormi…tutto è BIG. Continuiamo il ns. percorso e arriviamo in un parcheggio scambiatore da cui, tramite la navetta, si giunge all’inizio di un percorso che porta fino al General Sherman, la sequoia più grande di tutto il parco con i suoi 83,8 m. di altezza e i suoi 11 mt di diametro…insomma è talmente vecchia che ha fatto anche in tempo a conoscere Cristo (si stima che abbia dai 2.300 ai 2.700 anni)! Arrivati, ci incamminiamo verso il sentiero…noi piccoli piccoli di fianco a questi colossi e la cosa più incredibile è che li c’era la neve!! Noi sembravamo due omini Michelin visto che eravamo particolarmente sensibili all’escursione termica… forse perché fino al gg prima eravamo in infradito e maglietta! Il torcicollo ormai è imminente…il naso è sempre all’insù finché non arriviamo di fronte al ns amico Sherman…li davanti a noi, presente in tutta la sua maestosità…li capiamo che n’è valsa la pena fare tutti quei km! Continuiamo il giro nella foresta finché non decidiamo di ritornare verso l’uscita del parco. Visto l’orario non saremmo purtroppo riusciti ad andare oltre e soprattutto la fame era tanta visto che nel parco non abbiamo trovato nulla da potersi definire commestibile. Ritornati a Three River per cercare un localino per mangiare qualcosa…ci guardiamo intorno ma nulla ci ispira a sufficienza finché porgendo l’orecchio, non sentiamo della musica country in lontananza…guardiamo meglio…la musica usciva dal locale “River View”. Ovviamente ci precipitiamo dentro, felici di aver trovato proprio quello che stavamo cercando…un magnifico localino stile country con gente divertente e mezza brilla! Ci sembrava di essere in un film stile Walkar Texas Ranger…ci siamo seduti con l’acquolina in bocca pregustando il ns classico hamburger! L’atmosfera era stupenda..un gruppo di paesani contadinotti che suonavano a cantavano…bellissimo…con le camice giganti a fiori, le calze tirate fino a metà polpaccio e il cappellino da cowboy e come se non bastasse il sole che illuminava l’area all’aperto e il fiume Virgin River che scorreva impetuoso lì di fianco con i temerari canoisti che sfidavano le rapide! La band strimpella benissimo ovviamente il genere prediletto era quello country! Il locale era pieno e man mano che la band improvvisava nuovi brani, il gaucho di turno chiamava la donzella selezionata a ballare…ovviamente lo stile era simil tarantolato! Noi non potevamo farci sfuggire l’occasione di far vedere a tutti come ballano dei veri italiani e dopo una bella birretta incoraggiatrice ci siamo buttati nella mischia! Che super ballerini eravamo…abbiamo dato una bella lezione al pubblico (modestamente). Saremmo stati li ore e ore però purtroppo la vita in america è esattamente il contrario della vita spagnola e decisamente più sana…cena presto, a letto presto e sveglia presto…dovremmo solo imparare da questo stile di vita (cibo a parte). Così siamo stati a ballare fino alle 21 e poi stremati ci siamo diretti vero il Motel Western Holiday Lodge (87,99 $ la camera) prenotato il giorno prima con la ns formula vincente “Book and go”. La formula prevede che man mano che ci spostavamo di città in città, Diego con il suo portentoso I-Phone cercava e prenotava la sera prima, un motel nei pressi del posto dove ci saremmo recati il gg successivo …formula vivamente consigliata! Come prevede la formula, una volta arrivati mezzi morti al motel, abbiamo studiato il percorso per il gg successivo…una tragedia!!!!! Saremmo dovuti andare direttamente attraverso la Death Valley fino al Bryce Canyon…improponibile!! Era d’obbligo una tappa nel deserto altrimenti non saremmo riusciti ad arrivare a destinazione…sconsolati e con la consapevolezza che il gg successivo sarebbe stato praticamente un mero trasferimento, siamo svenuti nel ns super lettone (il motel è splendido…consigliato con cuore).
2 Maggio 2011 Sequoia Park – Beatty
Dopo il solito saccheggio quotidiano della colazione, siamo partiti alla buon ora…destinazione Beatty, cittadina alle soglie della Death Valley sulla strada di Las Vegas. Il viaggio trascorre tranquillo …tra una sosta e l’altra e chiacchiere per far passare il tempo! Abbiamo percorso la 99 fino a Bakersfield per poi insinuarci all’interno della 178, una strada non molto ampia ma assolutamente panoramica che passa attraverso una stretta gola facente ancora parte del National Sequoia Park per poi ampliarsi sui territori sconfinati e semi desertici che precedono la Death Valley…qua la domanda sorge spontanea “Ma se questa non è ancora la Death Valley, chissà come cavolo deve essere”….territori sconfinati completamente aridi e arsi dal sole, luogo ideale per i cactus. I cactus ci hanno accompagnati per un bel tratto di strada e abbiamo anche avuto la fortuna di vederli in fiore…meravigliosi!! E’ impossibile non domandarsi come una pianta così brutta, che è costretta a vivere in un territorio completamente ostile, riesca a fare dei fiori così…grossi e fucsia che spuntavano su questo mare di aghi e spine, una vera delizia per gli occhi! Il viaggio continua tranquillo tra vari cambi di guidatore finche non arriviamo nei pressi di un paesino circondato da un immenso lago salato enorme…in lontananza era possibile vedere il luccichio del sale sulla terra che brillava sotto i raggi del sole. Ad un certo punto vediamo finalmente qualcosa che rompe il paesaggio un po’ monotono di quella zona….dei pinnacoli (formazioni rocciose appuntite che spuntano dal nulla) che si intravedono da lontano…giusto per spezzare la ns gg di trasferimento decidiamo di andarli a visitare. Con stupore ci accorgiamo che all’ingrasso della strada sterrata che portava ai pinnacoli c’erano una serie di macchine (devo dire di belle macchine) parcheggiate all’ingresso…ci avviciniamo ad uno pseudo poliziotto addormentato nella macchina, che assomigliava tantissimo al commissario Winchester dei Simpson, e domandiamo se possiamo entrare. Lui con fare mezzo addormentato ci dice di non preoccuparci e di andare pure a vedere questi pinnacoli ma di non prestare attenzione alle persone che ci sono là…boh avrò capito bene questo americano incomprensibile? Cosa avrà voluto dire con quella frase? Io e Diego sfidando la sorte per via delle ruotine microscopiche della ns “meravigliosa” Nissan Versa che stridevano a contatto con le rocce appuntite e con la ghiaia del sentiero, ci incamminiamo iniziando a pronunciare l’Ave Maria…speriamo bene!! Mentre percorriamo il sentiero vediamo delle figure lontane diventare più nitide…guarda guarda…ma cosa ci fa un autotreno di SUV nel deserto????!!! Sempre più curiosi iniziamo a farci mille domande…sarà un film? Dai che magari ci fanno fare la comparsa!!! Ci avviciniamo e improvvisamente vediamo un nuvolone di polvere alzarsi sulla ns sinistra…osservando meglio, vediamo tre SUV uno bianco uno rosso e uno nero che sfrecciano alla velocità della luce sulla sabbia del deserto…ma cosa stanno combinando??? La ns domanda ha subito una risposta…una macchina da presa spunta tra la polvere e capiamo immediatamente che si tratta di uno spot televisivo per pubblicizzare i SUV!!! Fantastico…non facciamo in tempo ad arrivare che subito un operatore ci corre incontro dicendoci che non potevamo stare li e cha potevamo parcheggiare più avanti su quello che a prima impressione sembrava un terreno di rocce appuntite che si sarebbero conficcate alla perfezione nelle ns ruote! Presi un po’ dal panico, siamo andati avanti incuranti delle indicazioni forniteci…quando tre persone si avvicinano a noi…aiuto!!! Spremendoci le meningi al massimo, riusciamo a capire che non possiamo stare li perché compariamo nella scena (che figata) ma possiamo andare a visitare i famosi pinnacoli di cui ormai c’eravamo dimenticati…e così sia! Un altro pezzettino di strada e arriviamo a questi giganti del deserto…anche qua le foto sono d’obbligo! Rimaniamo li circa mezz’oretta ad esplorate i ns giganti e riprendiamo la strada interrotta da questo exploit cinematografico! Cactus-deserto-nulla….questo era il paesaggio davanti ai ns occhi finché non arriviamo finalmente all’ingresso del Death Valley National Park…non che il panorama dopo fosse molto differente ma almeno avevamo a ns disposizione una cartina dettagliata con i luoghi da visitare…ormai erano le 16 di pomeriggio quindi come sempre abbiamo dovuto fare le ns scelte…prima tappa…le dune del deserto! Era incredibile pensare che il giorno prima eravamo a 2000 metri in mezzo alla neve con il Generale Sherman e adesso eravamo circondati da dune di sabbia…uno spettacolo mozzafiato, sembrava di essere stati catapultati nel Sahara. Un piccolo consiglio…andate come noi nel tardo pomeriggio altrimenti l’insolazione è assicurata! Io e Diego siamo riusciti a scottarci..lui in faccia assumendo le parvenze di un ubriaco da vodka mentre io sulle spalle e sul collo sembrando l’ultimo dei muratori passato da quelle parti! Purtroppo dobbiamo rinunciare a vedere Raimbow road (consigliato anch’esso sulla mappa nel tardo pomeriggio per godere di particolari giochi di luce prodotti dai raggi solari) e a Bad Water un grande lago salato che oggi rappresenta uno dei punti più bassi degli USA. Se riuscite ad andarci fateci sapere cosa ci siamo persi!! Ormai era l’imbrunire e sul ns bolide Versa ci dirigiamo verso la cittadina di Beatty già fuori dal Death Valley National Park e per questo molto più economica. Sulla strada vediamo un cartello con indicato “Ghost City” …wow che figata..bellissimo! Con una manovra repentina degna del sequestro di patente, ci addentriamo per questa stradina fantasma….cerca cerca ma non c’era nulla se non degli ammassi di mattoni e qualche piccola costruzione sgangherata…che delusione…noi ci aspettavamo il classico Saloon Western abbandonato con le ragnatele e gli scuri delle finestre fatiscenti ..anche qua come da altre parti ogni tanto cercano di vendere per oro l’aria! Dopo aver salutato i ns amici fantasmi riprendiamo la strada fino ad arrivare a Beatty al Motel 6 (64,30 $ per camera) …il fratello minore del Super 8 di Los Angeles. Il motel è carino e accogliente e soprattutto non costa molto…colazione esclusa però (sarà un ottima occasione per provare la classica American Breakfast). La sera ci mangiamo un hamburger in un localino li vicino arredato in modo fantastico con biglietti da un dollaro con dediche di turisti appesi ai muri, pezzi di macchine e segnali stradali e poi sveniamo nel nostro comodo letto un po’ sconsolati per non essere riusciti ad applicare la solita formula vincente “Book and go” visto che l’I-Phone italiano ha qualche problemino in Nevada.
3 Maggio 2011 Beatty – Las Vegas
La ns idea di giungere in giornata al Bryce Canyon era infattibile!! Dopo un altro brain storming abbiamo optato per fare una piccola modifica al ns itinerario…era necessario fare una tappa intermedia e, guarda caso le coincidenze della vita, la scelta è ricaduta su Las Vegas (inizialmente collocata alla fine del ns tour come serata devasto pre-ritorno in Italia). Facciamo armi e bagagli e imbocchiamo la strada per la Sin City americana quando improvvisamente una lucina blu sia accende sul lunotto della macchina…Oddio cos’e sta luce!!!! Sembra l’acqua…il terrore compare sui ns volti….la macchina con un problema in una cittadina microscopica dispersa alle soglie della Death Valley penso possa essere l’incubo di qualsiasi automobilista! Ci fermiamo in una pompa di servizio per chiedere aiuto ma non c’era nessuno che sembrava in grado di controllare la macchina. Di fianco a noi un omone gigantesco su un SUV gigantesco come lui aveva tutte le mani sporche di morcia…poteva essere il ns uomo! Cercando di farci intendere nel migliore dei modi, gli chiediamo se sa quale può essere il problema segnalato dalla spia! Gentilissimo, si rende subito disponibile e apre il cofano per controllare il ns bolide…..svita un tappo e una marea di liquido blu sgorga dal motore…aiuto qua rimaniamo a piedi definitivamente!!! Oltretutto dalle sue enormi mani cade il tappo andandosi ad infilare nei meandri del motore…uno sguardo tra me e Diego parla da solo…ma cosa cavolo c’era venuto in mente di chiedere aiuto a quel king kong!!!! Dopo 10 minuti di ricerche, per fortuna ricompare il tappo e con tanta serenità l’omone ci fa capire che c’era troppo liquido nel motore, di non preoccuparci e che ora eravamo a posto…conclude la sua opera dicendoci “What the hell..why two italian guys are here in the desert ?” o una cosa del genere…della serie ma che cavolo ci fare qui sfigati!!! Perfetto…ringraziato maciste riprendiamo il ns viaggio…dopo la paura dovevamo per forza mangiare qualcosina…quando improvvisamente un’altra fottutissima spia si accende…stavolta la spia è gialla quindi molto più preoccupante! Cerca il manuale di istruzioni della macchina ma ovviamente non ce n’era traccia…i documenti nel cruscotto consistevano in una splendida fotocopia di una facciata dell’immatricolazione…un po’ pochino! La macchina è impazzita 2 spie nel giro di mezz’ora è troppo…forse si sta vendicando per gli insulti che le rivolgiamo ogni volta che ci da la scossa quando scendiamo!! Dobbiamo farla vedere da qualcuno peccato che ormai eravamo ritornati nel bel mezzo del nulla…continuiamo il ns viaggio e ci fermiamo per rifocillare il ns stomaco esausto in un localino che sembrava la sede secondaria dell’area 51.. c’erano delle immagini di alieni ovunque che Diego gradiva molto visto la sua passione per i piccoli esserini verdi! Finalmente una bella colazione americana che a dire il vero sembra più un pranzo…prosciutto uova patate e toast con un chilo di burro dentro…che buono!! Con la pancia piena e senza spia che nel frattempo si era spenta, ricominciamo in ns viaggio. Dopo poche ore eccola…..gigante e imponente…spuntare dal nulla del deserto con i suoi alberghi esagerati e stravaganti…Las Vegas, la città del peccato! Dopo esserci abilmente districati tra una marea di strade enormi e trafficate siamo arrivati sulla Strip, la via più famosa di las Vegas sulla quale si affacciano tutti gli alberghi principali. Su consiglio della Lonely Placet scegliamo l’Imperial Palace, al albergo storico nel pieno centro città che durante la settimana offre camere dignitosi a prezzi fantastici…si va bene ma da dove cavolo si entra nell’albergo???? C’era di fianco l’imponente Venetian che occupava tutta la strada…gira gira ma eravamo sempre allo stesso punto…così decidiamo di fregare tutto e tutti…entriamo dal retro! Nel retro degli alberghi ci sono tutti i parcheggi quindi la ns intuizione è stata geniale…parcheggiato il bolide malefico, entriamo nell’albergo! Sembravamo due bambini al luna park…abituati ai seppur dignitosi motel, entrare nel lusso ci sembrava un sogno…eravamo già innamorati della Sin City…speriamo solo che non costi troppo! Dopo aver attraversato un chilometro di casinò (poi abbiamo capito che in tutti gli ingressi degli hotel si accede prima al casinò mentre la reception è relegata in un angolo oscuro) troviamo la reception e chiediamo se hanno disponibile una camera doppia….28$ a camera ma siamo impazziti? Non è niente!!! Bene bene allora possiamo permetterci la camera lusso…la “luv tube”..(il nome lascia ben pensare) a soli 68$ a camera!! Che bello…entriamo nella camera e la commozione era imminente…uno specchio sul letto e uno sulla vasca da bagno gigante che c’era di fianco al letto stesso…”Che magata” come direbbe Diego!!!! Il primo pensiero è stato “Vaff……il ns tour…stiamo qui tutto il resto della vacanza” ..come se non bastasse avevamo la camera affacciata sulla piscina dell’albergo dove un Dj si sbizzarriva con la musica all’ultimo grido…che sogno!!! Beh dopo un viaggio di 3-4 ore una sguazzata in piscina ce la meritavamo davvero…infilato il costume ci precipitiamo in piscina per un bagno ristoratore! Cocktail alla mano, piedi ammollo nell’acqua fresca, musica e sole…cosa si può volere di più dalla vita? Dopo esserci rilassati un po’ in piscina e aver finito i nostri cocktail (terribili…uno dei due era talmente chimico che alla file Diego aveva la lingua rossa come il fuoco) decidiamo che è arrivato il momento di addentrarci nella città del peccato! Appena usciti dall’hotel una ventata d’aria calda ci soffoca, del resto Las Vegas è una città costruita nel nulla, nel bel mezzo del deserto! Gente ovunque, hotel giganti, musica, un’atmosfera meravigliosa ci hanno dato il benvenuto…io e Diego sembravamo due bambini al parco giochi…di fronte a noi il Ceasar Palace con una riproduzione del Colosseo e un enorme statua di Cesare, il Flamingo, il Bellagio con il suo stupendo gioco di fontane che abbiamo purtroppo solo intravisto da lontano, il Paris con una riproduzione della tour Eiffel e dell’Arco di Trionfo, negozi di Dior, D&G e della Harley Davidson ( la foto sulla moto stile chopper era inevitabile …sembravo una vera rider), il New York New York con una copia fedele della Big Apple, l’MGM enorme e colossale nonché ovviamente lussuoso, il Luxor con la sua mega piramide, le sfingi e i leoni… La cosa davvero sorprendente è che ognuno di questi hotel riproduceva in modo talmente realistico alcune attrattive che ci sembrava davvero di essere in posti diversi del mondo…è come se in poche ore si riuscisse con il teletrasporto a visitare Roma Parigi New York e Luxor! Lungo le strade ogni vizio di ciascun piccolo mortale peccatore poteva essere soddisfatto…alcol, droga sicuramente visto lo sballamento di alcuni personaggi, divertimento con i casinò e le attrattive particolari e ovviamente sesso…mi chiedo come cavolo è possibile che abbiano distribuito volantini con donnine nude da contattare a Diego che era di fianco a me (ovviamente il mio sguardo laser ha mandato in cenere qualsiasi tipo di tetta visibile) ma soprattutto a me che sono una donna!! Proseguiamo il ns tour fissando come meta il Stratosphere…un hotel con una torre alta 400 metri che regala una meravigliosa vista sulla città! L’unico piccolissimo problema era andare dall’altra parte della città senza camminare troppo visto che ormai i miei piedi stavano mostrando i primi segni di putrefazione…così ci viene in mente che Las Vegas era attraversata da una monorotaia! Torniamo quindi all’MGM, punto di arrivo della linea, per prendere questo fichissimo mezzo di trasposto! Dopo aver attraversato l’MGM per mezz’ora o quasi (forse facevamo prima ad attraversare la città) prendiamo il biglietto (5$ a testa li mortaci tua) e raggiungiamo lo Stratosphere! La torre è davvero imponente e altissima…addirittura alcuni pazzi scatenati si buttano stile bunjee jumping dalla cima rischiando l’infarto! Saliamo on the top…la vista era mozzafiato…tutto intorno la città circondata dal deserto e il sole che stava scompartendo dietro le montagne lasciando spazio alle luci della città! Sullo Stratosphere alcuni pazzi senza cervello provano l’ebbrezza di buttarsi a picco sulla città da quell’ altezza legati con una corda….Diego che all’inizio faceva molto il temerario, vedendo lo strapiombo sotto ai ns piedi, decide che forse non è il caso di provare questo pseudo bunjee jumping per non lasciarmi da sola ad aspettarlo (ma che carino…diciamo piuttosto che se la stava facendo addosso!!!). Torniamo alla fine della giornata in albergo…siamo stremati ma la voglia di vivere Las Vegas e quella meravigliosa camera era troppo forte! Così decidiamo di sfruttare quella allettante ed enorme vasca da bagno e di goderci un po’ di relax prima di affrontare al notte caliente! Io purtroppo svengo sul letto ma Diego carino e premuroso come sempre prepara tutto l’occorrente…acqua calda, bagnoschiuma, un meraviglioso cesto di frutta, un pezzo di torta e due birre (lo champagne è tr per noi) prenotati con il servizio in camera….tutto delizioso! Ormai sono arrivate le 23 ma in ns fisico accusa il relax regalato dalla vasca da bagno e le ns stanche membra si accasciano nel morbido letto…con le ultime forze rimaste in corpo guardo Diego e gli dico “ Ti prometto che a Las Vegas ci torniamo prima di partire…ronf ronf..”
4 Maggio 2011 Las Vegas – Zion Canyon
Ci svegliamo alla buon ora verso le 8…e il primo pensiero va alla mia promessa della sera prima! Perché non prenotare di nuovo quell’hotel per il week end? Così non avremmo avuto problemi di nessun tipo…così ci dirigiamo verso la reception attraversando per l’ennesima volta il casinò (incredibile ma vero alle 8 c’era già gente che giocava) e chiediamo il prezzo per la camera più scrausa rispetto alla “love tube” così non ci saremmo svenati! 168$ di camera ma siamo pazzi??? Recuperiamo il ns bolide che ci accoglie con una bella scossa e scappiamo via dall’hotel nella speranza di trovare qualcosa di più conveniente magari su internet… la città era completamente deserta, non sembrava neanche quella della sera prima! Mentre ci allontaniamo dalla Strip il ns occhio lungo avvista un insegna conosciuta…era il Super 8 di Las Vegas…senza neanche aprire bocca ci intendiamo al volo e facciamo una bella inversione a U verso la soluzione al ns problema! Camera bloccata a 89$ a notte…non poco ma va benissimo per il Saturday Night nella Sin City! Riprendiamo il ns cammino…colazione-benzina-strada, benzina-strada-benzina finché non arriviamo nella ridente cittadina di Springdale dove ci mettiamo subito alla ricerca di un Motel…dopo due o tre tentativi decidiamo di fermarci al Terrace Brook Lodge (84,70 $ la camera) dove ci accoglie un non proprio simpatico signore indiano (indiano dell’India non nativo americano)! Orrore era già l’ 1 p.m. e l’indiano ci dice anche che nello Utha c’è il fuso orario…noooooo un ora in meno per visitare il parco…disastro! In fretta e furia entriamo nel parco (sempre i soliti 25$ dati ad un simpatico ranger barbuto) e lasciamo la macchina nel parcheggio che c’è appena dopo l’ingresso. Lo Zion parck è organizzato in modo splendido…una sola strada attraversa tutto il canyon e un servizio efficientissimo di navette trasporta i passeggeri da un punto all’latro del parco offrendo anche spiegazioni guidate sulla natura e sulla formazione del parco! Guardo la mappa dataci dal ranger e il panico mi assale anche se non so bene per quale motivo…parco grande, poco tempo, quali percorsi fare, dove fermarsi con la navetta…troppe domande a cui non sapevo dare una risposta… Così saliamo sulla navetta e iniziamo ad addentrarci nel parco…un parco meraviglioso e curatissimo in cui il Virgin River ha creato con il trascorrere dei secoli un canyon profondo ma verdissimo…una meraviglia per gli occhi…non sapevamo dove guardare…cartina-mappa-parco-Diego-guida! Così seguiamo un po’ la folla e ci fermiamo in un punto panoramico…davanti a noi tre cime altissime e imponenti chiamate “Three Patriarcs” giusto per dare risalto alla loro imponenza…rimaniamo incantati dalla meraviglia di questo posto che, devo dire la verità, per ora è davvero quello che ci ha colpito di più! Riprendiamo la navetta e quasi a caso decidiamo di percorre il trail denominato “Emerald Pools trail” che sulla guida era descritto come un percorso di medio-facile difficoltà che portava a tre laghetti posizionati a diverse altitudini. Così, una volta scesi dalla navetta, ci incamminiamo lungo il sentiero…eravamo come sempre attrezzatissimi..acqua in grandi quantità (chiaramente tutte infilate di nascosto nello zaino di Diego), panini presi dal ns mitico Subway e off course macchina fotografica pronta a scattare! A proposito di Subway..per chi come me è un po’ allergico a tutte le schifezze che mangiano gli americani, consiglio vivamente di rifocillarsi qui..puoi scegliere il pane che vuoi, della grandezza che vuoi e cosa molto importante con il contenuto che vuoi!! Quando alla commessa ho detto che non volevo le loro schifide salse mi ha guardato esterrefatta…in quel momento ero un aliena..ci mancava solo che si facesse il segno della croce e che incominciasse a recitare il rosario!Comunque tornando a noi…incominciamo a percorre il sentiero fino a quando dopo circa un quarto d’ora di camminata soft, arriviamo al primo laghetto…una meraviglia di colore azzurro-verde creato da una piccola cascata che sgorgava esattamente sopra le ns teste…oltrepassiamo la cascata facendoci una piccola doccia ristoratrice (pochi schizzi nulla di preoccupante) e ricominciamo il ns percorso. Il sentiero è comodo e agevole e percorre tutto il dorso della montagna arrivando in alcuni punti dove gli scorci panoramici lasciavano davvero a bocca aperta…di fronte a noi tutta la vallata verde e il Virgin River che si mostrava in tutta la sua lunghezza..a far da cornice tanti piccoli fiorellini di gialli e rossi. Finalmente dopo un bel pezzo in salita arriviamo al secondo laghetto che in realtà non è altro che la “pozza” da dove la cascata di cui ho parlato prima prendeva origine…il laghetto è piccolo e non è un granché…forse l’hanno voluto considerare lago perché il n. 3 porta fortuna..bah! Continuiamo il ns percorso…ormai siamo da soli, ovviamente le persone sono estremamente sfaticate e per la maggior parte fare 1 ora di camminata è uno sforzo non accettabile! Ben contenti di essere da soli con la ns natura vediamo in lontananza una piccola cascata che cade nel vuoto da un’altissima parete verticale…ahi ahi mi sa che dobbiamo andare fin la! Contenti di aver almeno focalizzato l’obiettivo continuiamo il ns percorso naturalistico finché non arriviamo alla meta…eravamo circondati da questi enormi pareti verticali che per un arrampicatore sono come lo zucchero filato per un bambino…bellissime e tutte di colore rossiccio come del resto la maggior parte delle rocce presenti nello Utha! Giungiamo al terzo ad ultimo laghetto…questo completamente diverso color ruggine, dato probabilmente da una venatura di ferro presente nella roccia della montagna. La parete dalla quale precipitava l’acqua era impressionante, enorme e decisamente ripida!!! Ci godiamo ancora un po’ questa cornice naturale finché non decidiamo ti tornare indietro…non abbiamo molto tempo e le cose da vedere sono tantissime! Seguiamo una biforcazione della strada principale che conduce fino al “The Grotto” altro trail che però decidiamo di non percorrere…cosa fare adesso? Siamo veramente tentati da tanti percorsi di livello difficile ma purtroppo il tempo necessario per percorrerli era troppo. Decidiamo così prendere la navetta per fare il trail “River Side Walk” ,percorso facile e rilassante giusto alla fine del canyon nella parte più stretta dove le pareti sono davvero ravvicinate. La stradina è tutta asfaltata ed è quindi l’ideale anche per persone in carrozzina. Il trail percorre tutto il bordo del fiume insinuandosi nel canyon e riesce a coniugare relax con un panorama mozzafiato! Ci prendiamo una piccola pausa e ci sediamo su una roccia a strapiombo sul fiume impetuoso per goderci i ns salutari panini! Gnam Gnam improvvisamente si avvicina a noi uno scoiattolo..bellissimo con il pelo il morbido e liscio…si avvicina per cercare di elemosinare un po’ di cibo e in quel momento ci viene in mente un immagine che avevamo visto all’inizio del parco…una foto di una mano dilaniata e squartata dai morsi e dagli artigli di uno scoiattolo incavolato…gulp!! E ora cosa facciamo? gli diamo da mangiare o rischiamo di essere “squartati” dallo scoiattolo? Così decidiamo..un pezzettino lanciato molto lontano da noi poteva essere la soluzione..e uno e due e tre..lo scoiattolo non demordeva e anzi si avvicinava sempre di più a noi fino ad arrivare sui pantaloni di Diego che comunque era molto più tranquillo di me! Basta ce ne andiamo..lo so che sembra assurdo ma dovevate vedere quell’immagine della mano! Mi ha scioccato! Scappiamo dal pericolo scoiattolo e ricominciamo il percorso..però per poco ahimè perché era interrotto dalle acque del fiume che erano troppo alte..che peccato..la fine doveva essere bellissima!!! Ritorniamo alla navetta…avevamo ancora un po’ di tempo così questa volta la scelta è ricaduta sull’ “East Rim Trail” …da un depliant sembrava un percorso facile quindi perfetto, proprio quello che cercavamo vista la stanchezza accumulata! Navetta e via…eccoci all’ingresso del trail..iniziamo a percorrerlo e rimango senza parole! Una stradina con una pendenza non ben definita mi si proiettava davanti…eh???? Siamo matti? Ero già morta non sarei mai riuscita a fare quel percorso…incitata da Diego che questa volta ha fatto la parte del diavolo tentatore, mi faccio convincere! Morta…distrutta..demolita..arrivata in cima a questa stradina ripidissima con le curve a gomito volevo solo buttarmi su un letto..”Ancora più su…voglio vedere cosa c’è oltre quella curva” diceva Diego. Mannaggia mi faccio sempre convincere finche non arriviamo a quello che pensavamo essere il top della montagna…spettacolare…vedevamo tutto il canyon dall’alto e sotto di noi uno strapiombo profondissimo, uno spettacolo che non riesco a descrivere a parole! La stradina si fa sempre più stretta e il pavimento liscio..per fortuna i ranger avevano messo una catena di sicurezza attaccata al bordo della montagna come appiglio! Prendo tutto il mio coraggio e, senza guardare lo strapiombo vertiginoso sulla mia sinistra, vado avanti…non posso essere a meno di lui!! Bastava un piede messo male e potevo diventare una frittatina..chi mi sarebbe venuto a recuperare li in alto? Il percorso però è quasi una droga…cosa c’è dietro a quella curva laggiù?? E ti spingeva ad andare avanti e avanti finché l’imbrunire non ci ha convinto che forse era meglio tornare verso la navetta, comunque decisamente soddisfatti di aver interpretato la parte di Indiana Jones! Riprendiamo il ns potente mezzo motore e usciamo dal parco direzione motel. Mangiamo il solito panino contornato da patatine di zucca buonissime e sveniamo definitivamente nel ns bel lettone!
5 Maggio 2011 Zion Park – Bryce Park
Alzati alla buon ora facciamo la solita scorta di calorie a scrocco nel B&B…anche se a dire la verità non c’era una vastissima scelta tra cereali dai colori improponibili e succo d’arancia con non si sa ben quale sostanza all’interno! Comunque riprendiamo il ns commino e ci dirigiamo verso la statale 89 posta esattamente all’interno del parco. Passato un lungo tunnel strettissimo, arriviamo al trail più periferico dello Zion Park…parcheggiamo il bolide e ci incamminiamo per il sentiero! Mama le gambe erano davvero di legno…evidentemente la camminata del giorno prima aveva sortito l’effetto di rendere la ns mobilità pari a quella di un vecchietto zoppo…alla faccia della gioventù! Il percorso era davvero bello, attraversava la parte Est del parco attraverso una gola di rocce rossicce e coperte i verde fino a raggiungere un meraviglioso balcone panoramico! Davanti a noi una vista meravigliosa delle cime più alte del parco e un baratro immenso…eravamo proprio a strapiombo su una parte verticale! Che impressione…sicuramente non un posto adatto a chi soffre di vertigini! Siamo rimasti ancora li a rimirare il panorama con la bocca aperta finché non abbiamo deciso di avviarci verso il Bryce Park prossima meta del ns tour. Strada facendo incontriamo il ns amico Subway e facciamo rifornimenti di cibo e acqua …anche oggi eravamo salvi! Poco prima di arrivare al parco vediamo in lontananza una macchia rosso-arancione proprio sulla strada…cosa poteva mai essere? Solo avvicinandoci ci rendiamo conto che si tratta di un ponte scavato nella roccia rossa…eravamo arrivati a Red Mountain una riproduzione in miniatura del Bryce Canyon con rocce infuocate e pinnacoli sparsi qua e la…purtroppo il tempo tiranno non ci ha permesso di fare un escursione in questo assaggio di parco ma sono sicura che ne vale davvero la pena! Ed eccoci, dopo poco all’interno del parco…eravamo distrutti tra la fatica del giorno prima, la sveglia presto e l’altitudine a cui eravamo…all’incirca sui 2.000 mt.! Avevamo bisogno di un po’ di sprint e Diego tira fuori dalla sua tasta l’elisir della forza…un microscopico boccettino di pseudo red bull compressa…leggo le istruzioni…aiuto era come bere 10 caffé e le mille avvertenze scritte sul retro facevamo pensare alla morte imminente appena assimilato quel miscuglio di robaccia chimica! Va beh tanto prima o poi si deve morire così decidiamo di condividere la morte imminente e di dividere l’elisir in due…non trovo le parole per descrivere il gusto…una cozzaglia di sapori che vanno dalla tachipirina alla gomma da masticare usata che si sono uniti per formare quella sbobba…va beh sapore terribile speriamo solo di svegliarci un attimo. Mangiamo il ns panino salutare e iniziamo a orientarci all’interno del parco…prima tappa Inspiration Point per percorrere tutto il Rim trail che costeggiava il canyon fino a Bryce Point. Appena giungiamo sul bordo del Canyon, capiamo il perché del nome dato a Inspiration Point…davanti a noi un panorama mozzafiato con un baratro che si apriva sotto i ns piedi e miliardi di pinnacoli arancioni che spuntavano dalle profondità del canyon, dando vita alle forme più assurde e creando uno spettacolo surreale! Percorriamo il trail scattando mille foto e stupendoci di come la natura abbia potuto creare uno spettacolo simile! Leggendo poi la guida abbiamo scoperto che il merito di quella meraviglia andava attribuito all’acqua (come da resto la maggior parte delle volte) che, congelandosi durante le ore fredde della notte, si espande nelle rocce spaccandole per poi ritirarsi durante il giorno, creando queste “stalattiti” arancioni di pietra. Guardando meglio ci accordiamo che ci sono delle persone che si aggirano tra le stalattiti…noooo dobbiamo farlo anche noi!!! Non potevamo resistere…dovevamo scendere dentro quello che è definito “l’anfiteatro” e vedere più da vicino queste splendide formazioni rocciose! Così decidiamo di interrompere il ns seppur suggestivo Rim Trail per dirigerci verso uno degli ingressi all’anfiteatro, il Sunrise Point. Appena arrivati, non so se l’adrenalina per il posto stupendo che stavamo visitando o la sbobba bevuta poco prima, iniziamo a scalpitare per addentrarci nelle viscere del parco decidendo di percorrere un sentiero di livello difficile…ormai ci sentivamo super allenati e in grado di affrontare qualsiasi sfida naturalistica ci venisse proposta! Con enorme dispiacere però notiamo che il Navajo Loop trail è chiuso e che quindi la ns idea di mettere alla prova noi stessi, deve essere accantonata. Decidiamo così di fare un percorso alternativo il Queen Garden Trail. Il percorso era tutto in pendenza verso il fondo valle e passava in mezzo, di fianco, sopra e sotto a questi meravigliose stalattiti…io e Diego eravamo a bocca aperta e saltavamo di qua e di la arrampicandoci dappertutto ..ormai anche quel parco era nostro!! Ad ogni angolo visuali diverse, colori dalle tonalità più o meno intense, pinnacoli grandi e piccoli…eravamo davvero circondati da questa meraviglia! Scendi scendi…cavolo il problema sarà poi risalire sigh! Costeggiamo tutto il Queen Gardan trail fino ad arrivare all’incrocio con Peekaboo Loop, un giro lungo che avremmo davvero desiderato scoprire! Come sempre il tempo beffardo ci ha costretto a rinunciare almeno in parte a quello che volevamo fare così iniziamo a percorrere un pezzo del Peekaboo Loop, consapevoli che presto saremmo dovuti tornare indietro! Anche il percorso di ritorno era decisamente affascinante, rivedere gli stessi pinnacoli da una prospettiva differente li rendeva diversi come se in realtà stessi percorrendo un sentiero mai percorso!! La salita era davvero ripida ma , non so davvero se per l’allenamento fatto anche nei gg precedenti o sempre per il ns boccettino di pseudo red bull compressa, tornare in cima al trail è stato facilissimo…c’era gente distrutta, sudata, affaticata, disperata vedendo ancora la strada da percorrere…noi invece eravamo freschi come una rosa e decisamente riposati…..ummm qua boccetto ci cova! Erano ormai le 17 di pomeriggio e, visto tutti i km che avremmo dovuto percorrere il gg seguente per arrivare al famoso Gran Canyon, decidiamo di lasciare quella meraviglia di parco e iniziare ad avviarci verso la prossima meta! Facciamo una merenda abbondante (che poi si rivelerà la ns cena) in una specie di fast food a base di hotdog e, accompagnati dalla ns ormai immancabile spia gialla, ci dirigiamo verso al cittadina di Kanab. Una città proprio di passaggio con mille motel e l’imbarazzo della scelta. Andando praticamente a caso decidiamo di fermarci al Four Season Motel (67,78 $), alloggio tranquillo e pulito. Ora dovevamo solo svelare il mistero…cosa cavolo significa quella spia gialla???! Così mentre faccio la solita doccia ristoratrice, il mio mago di internet riesce a trovare il manuale di istruzioni del ns “carretta”! Insomma alla fine abbiamo scoperto che nonostante la ns fosse una macchina del cavolo era dotata di un sistema che segnalava la presenza delle gomme sgonfie!!! Tanta paura per nulla! Meno male almeno non avevamo più questo pensiero e potevamo dormire in santa pace!
6 Maggio 2011 Bryce Canyon – Gran Canyon – Williams
Dire che è stata una notte terribile è dire poco! Entrambi agitatissimi non facevamo altro che girarci e rigiraci nel letto non riuscendo a prendere sonno…non abbiamo praticamente dormito e la mattina seguente eravamo due zombie! Mi sa che il boccettino di pseudo redbull aveva avuto il suo indesiderato effetto notturno!!! Raccattiamo le ns cose e ci mettiamo in marcia per la meta più turisti a conosciuta del West USA…Il Grand Canyon! Il tragitto era stato appositamente scelto per arrivare, costeggiando una parte del canyon, direttamente al South Rim, la parte più turistica ma che comunque riesce a dare, come diceva la guida, una maggior consapevolezza della vastità del canyon…per quanto sia possibile! Così ci incamminiamo sulla statale 89A passando da Jacob Lake e attraversando le foreste che costeggiano il Grand Canyon, sempre con la vana speranza di intravedere anche solo da lontano un orso, fino ad arrivare al Marble Canyon. Qui facciamo la prima sosta e approfittiamo dell’occasione per visitare il vecchio ponte Navajo che collega da una parte all’altra le vicine pareti del Grand Canyon nel punto dove giunge nella vallata il Colorado River creatore del “giga canyon”. Mentre attraversiamo il ponte notiamo 4-5 persone attrezzate con super binocoli e cannocchiali che osservano il nuovo ponte che ha sostituito il vecchio Navajo Bridge. Ci avviciniamo incuriositi e veniamo praticamente assaliti da una ragazza vestita da “piccole Marmotte” che, forse presa dall’eccitazione, inizia a farneticare frasi incomprensibili in cui l’unica parola che riusciamo a cogliere è “condor”. La ragazza capisce che siamo stranieri e, vendendo i ns sguardi con mille punti di domanda, ci trascina vicina ad un cannocchiale, dicendoci di guardare attentamente. Prima io e poi Diego, scrutiamo all’interno del binocolo per cercare di dare una risposta alle ns domande. Ed ecco data la spiegazione!!! Un condor gigante era appollaiato sul uno dei tralicci di ferro del ponte…devo dire che è una bestia davvero orrenda e macabra senza considerare che appena l’ho osservata dal cannocchiale, si è messa a vomitare quello che aveva appena mangiato….bleah che schifezza! Poi con calma la ragazza ci rispiega che quello era uno dei rari esemplari di condor presenti negli USA. La fortuna ha voluto che riuscissimo ad individuare uno dei soli 1000 esemplari presenti in 9.372.614 Km di territorio americano!!! Più o meno come trovare un ago nel pagliaio! Siamo stati li ancora un po’ e devo dire che abbiamo avuto saggio di un’altra delle stranezze del popolo americano, fatto di contrasti e ci contraddizioni. Non aderiscono al trattato di Kioto e fondamentalmente se ne sbattono del clima e poi ci sono persone come questa ragazza e come i ranger dei parchi che si emozionano davanti alla natura e che la difendono con i denti! Della serie il mondo è bello perché vario! Riprendiamo in ns percorso attraverso una delle riserve indiane della zona. La riserva non è altro che un’area ben delimitata che, su “gentil concessione” del governo americano, gli indiani hanno ottenuto per poter vivere e proseguire le loro attività. In realtà è proprio come nei film…camper fatiscenti e prefabbricati…questi sono gli alloggi di ciò che resta degli indiani, un popolo oggi emarginato che probabilmente è rimasto fin troppo radicato al passato. Proseguiamo il viaggio e finalmente arriviamo alle soglie del canyon dove ci viene consegnata la solita mappa del parco. Il South Rim non è altro che il bordo sud del canyon nel quale si possono visitare diversi punti panoramici che si affacciano sulla vastità del canyon stesso, serviti da una comoda e frequente navetta. Quindi non c’era altro da fare se non scegliere quali punti visitare…volerli fare tutti significa impiegarci tutto il giorno!! Così la prima tappa è Desert View che, anche dalla descrizione della guida, sembrava davvero bella! Parcheggiamo il ns bolide ed eccoci..un panorama incredibile che si apre di fronte a noi..la vastità del canyon…talmente enorme da vedere la parte opposta in modo offuscato e da intravvedere il fiume nelle profondità del baratro come se fosse un piccolo ruscello di montagna! Incredibile…è un paesaggio che si fa davvero fatica a descrivere a parole…per l’ennesima volta ci sentivamo insignificanti di fronte a questo spettacolo della natura! Dopo aver osservato il canyon in tutte le sue angolazioni, ci dirigiamo verso la Towerview, una torre ricostruita in stile navajo dalla cui cima si gode un ottimo panorama. Dentro la torre era in realtà una delle tante trappole per turisti in cui Diego stava per cadere come al solito..le sue mani sono bucate come un colabrodo!! Anche se devo ammettere che quel cappello da cowgirl che avevo adocchiato era davvero carino! Basta con i ninnoli..non avevamo tempo, così via verso la prossima tappa Maricopa Point. Il caldo era davvero soffocante e, forse a causa dell’altitudine, ci sentivamo due stracci usati da buttare! Così, nonostante la voglia di visitare tutto il parco, ci prendiamo un attimo di relax e ci sdraiamo su una panchina in cerca di un po’ di riposo..secondo me gli effetti della notte praticamente insonne facevano capolino! Ci mancava solo un cappellino per terra per l’elemosina e una bottiglia di birra in mano e saremmo stati perfetti…due bei barboni incastrati l’uno nell’altro che ronfavano!! Pisolino fatto e via che si riparte…anche se a dire il vero non mi ero ripresa poi un granché!Lasciamo il “ronzino” e prendiamo al volo la navetta rossa (il parco è talmente grande che ci sono 4 linee con colori diversi…più che a Reggio Emilia ormai) per percorrere tutto il Trailview overlook…tradotto in parole povere il sentiero che costeggia il bordo del Canyon. Saliamo e una tipa tatuata da capo a piedi ci accoglie con un gran sorriso mezzo dorato…beh almeno sembrava simpatica! Arriviamo a Maricopa Point e ci districhiamo tra la massa di turisti per arrivare verso il bordo del Canyon…anche qua una veduta spettacolare! Il percorso ti permette di vedere il Canyon da diversi punti di vista e di osservare da vicino tutti gli strati di roccia corrosi dal trascorrere dei secoli. Alternando poi tratti percorsi a piedi e tratti in cui prendevamo la navetta abbiamo visitato tutti i punti panoramici principali: Powell Point, Hopi Point, Mohave Point. Come sempre però il ns desiderio era visitare nelle viscere il parco e non viverlo come mero spettatore che osserva dall’alto! Così decidiamo di tornare indietro e di provare a percorrere un pezzo del Bright Angel Trail un percorso che scende fino al Colorado per poi risalire sul North Rim..in sostanza uno dei ns grandi rammarichi per mancanza di tempo! Per poter percorrere il sentiero se non siete Maciste, Superman o Conan il Barbaro occorrono 2 giorni con tanto di pernottamento notturno si bordi del fiume! Deve essere un’esperienza meravigliosa che vale sicuramente la pena di vivere…noi non mancheremo di sicuro di tornarci! Il sentiero è decisamente ripido e scende pian piano le pareti scoscese del canyon. Mentre facevamo il ns piccolo pezzettino vedevamo persone sfiancate, distrutte, sudate che a fatica risalivano il canyon con zaini giganteschi..la faticata enorme è da mettere in conto! Intanto dall’alto riuscivamo ad intravvedere il sentiero che continuava lontanissimo da noi e che si avvicinava al fiume…che curiosità cavolo! Soddisfatti del ns piccolo tragitto-avventura, ci incamminiamo per risalire il sentiero e devo con soddisfazione dire che è stato più facile del previsto..almeno per me! Forse sono pronta per percorrerlo tutto!! Diego poverino, sicuramente a causa dell’età, (sto scherzando!!) era distrutto..prima di partire per il ns viaggio aveva preso una super tosse che non gli dava tregua e risalire il canyon in quelle condizioni non era proprio il massimo!! Forse il ns fisico ci stava chiedendo in ginocchio un po’ di tregua! Distrutti per un’altra giornata piena ed intensa decidiamo di incamminarci verso la strada che ci avrebbe portato a Williams cittadina scelta per accogliere le ns membra stanche! Percorriamo tutta la Route 64 e arriviamo in questa deliziosa, fantastica, incredibile città!!! Mai ce lo saremmo aspettati… luci dappertutto, insegne luminose, bar, ristorantini ma soprattutto motel…eravamo finiti per puro caso in una delle città che fanno parte della mitica Route 66!! Una delle strade più famose del mondo che ha emozionato milioni di motociclisti e che attraversa da Est a Ovest tutti gli USA, una strada che ha reso l’America quello che è creando miti e leggende. Ci sentivamo improvvisamente catapultati nel cartone Cars che rispecchia alla grande questi piccoli paesini pieni di fascino old style!! Sembravamo due bambini che vanno per la prima volta al Luna Park…il giorno dopo ci saremmo davvero divertiti!!! Scegliamo tra le mille lucine colorate un Motel che ci aggrada, il Williams Inn Motel a ben 58,65 $a notte! Qua una signora simpaticissima ci da il benvenuto nella reception che funge anche da shop/area colazione. Era tutto pieno di cose meravigliose vintage…avrei comprato tutto!! Stavolta ero io con le mani a colabrodo!!! Sistemati i bagagli nella nostra spartana ma accogliente cameretta, ci incamminiamo alla ricerca di un posto dove smangiucchiare qualcosa e…ovviamente ha vinto l’insegna più luminosa!! Fantastico … un ristorante con una Cadillac rosa come insegna … questo probabilmente era il posto dove hanno girato Grease! Ovviamente entriamo..dentro c’era di tutto dai cartelli stradali alle finte pompe di benzina ad immagini di cantanti anni 60’…era tutto fantastico e devo dire che anche il ns solito hamburger era fatto bene!! Che soddisfazione avevamo trovato il ns posto delle favole..ora potevamo andare a letto felici!
7 Maggio 2011 Williams – Las Vegas
Finalmente ci svegliamo riposati…ne avevamo davvero bisogno! Sapevamo già quello che ci avrebbe aspettato fuori da quella camera d’albergo…un tuffo nel passato di almeno 50 anni! Così prepariamo armi e bagagli e ci catapultiamo alla scoperta di Williams! Giusto di fronte a noi un meraviglioso distributore di benzina old style, che qualche ingegnoso si era reinventato museo della Route 66, ci da il benvenuto…Diego era estasiato e correva da una parte all’altra per godere appieno di ogni più piccolo particolare di questo museo a cielo aperto. Passeggiamo lungo la strada principale ammirando ogni singolo dettaglio finché non ci imbattiamo in un meraviglioso negozietto…è la fine…andremo a casa in mutande!!! Entriamo pronti ad aprire il portafoglio…è il paese dei balocchi!! Tantissime cose vintage, magliette, targhe stradali, distributori di caramelle, poster, insegne pubblicitarie vecchie, sottobicchieri, piatti e qualsiasi cosa uno possa immaginare! Non sapevamo dove guardare! Chiaramente abbiamo iniziato il saccheggio e io mi sono catapultata su un meraviglioso set di sottobicchieri di Betty Boop retrò…bellissimi per la mia nuova casetta! Dopo aver riempito due borsine di cose stupende andiamo alla cassa per subire il salasso e una ragazza simpaticissima mi dice che, invece del solito sconto che chiedo immancabilmente, potevamo partecipare ad un gioco….chissà che cavolo di gioco si tratta! Ci guardiamo intorno e notiamo una grande cerchio di cartone posto verticalmente…era La Ruota della Fortuna!!! Avevamo un tiro a testa per poter vincere il super premio (un calendario con le foto della Route 66)! Tocca a Diego…gira gira gira, l’aghetto della ruota di ferma su “jewel”…evvai abbiamo vinto un gioiello!!!! La tipa arriva con una scatolina e ci spiega che possiamo scegliere tre delle “pietre preziose” presenti…erano delle “meravigliose” pietre di plastica usate dalla bambine per fare le collanine…wow quello che più desideravo dalla vita! Dopo le risate tocca a me…tiro…gira gira gira l’aghetto si ferma su “Sticky”….e che cavolo è?? Altra scatola…stavolta avevamo vinto un adesivo trash per la macchina…io ho scelto una patacca rosa e dorata con scritto “Nasty Girl”…che risate!! Dopo esserci alleggeriti il portafoglio proseguiamo in ns tour facendo mille foto a questa città meravigliosa che consiglio davvero di visitare…davvero un bon bon! Un piccolo languorino ci assale e decidiamo di deliziare il ns palato con una american breakfast in uno dei tanti tipici posticini che c’erano. Uova, hot cake e toast accompagnati dall’immancabile succo d’arancia! Il gestore del locale, un mezzo greco pazzoide, ci attacca una pezza incredibile sul Gran Canyon spiegandoci che c’è un percorso bellissimo da fare nella parte West del canyon che percorre tutta la riserva navajo degli indiani fino a giungere nella vallata del Colorado River…dalla sua descrizione sembrava un’esperienza meravigliosa e con tanto amaro in bocca abbiamo dovuto inserirla nelle “cose da fare la prossima volta che torniamo”. Scappiamo a gambe levate dal logorroico greco e decidiamo di andare a visitare un’altra città della Route 66, Flagstaff. Arriviamo dopo un breve tratto in macchina nella cittadina e facciamo un giretto esplorativo…la città a dire il vero non ci fa impazzire particolarmente perché è già più moderna rispetto alla piccola Williams. Ci fermiamo solo un quarto d’ora giusto il tempo per fare una foto con una teschio cornuto di bisonte piazzato sul cofano di una macchina…classico simbolo american-cowboy! Riprendiamo il ns viaggio e decidiamo di percorrere per intero un tratto della Route 66 che va da Seligman a Kingman verso Las Vegas. Diego era emozionato….per lui percorrere quella strada che ha visto milioni di persone ed è carica di storia è una sensazione unica per cui decido di buon grado di far guidare a lui il ns “carretta”! I segni del tempo sulla strada erano evidenti con le piccole e grandi venature date dalle crepe sull’asfalto! Dopo aver percorso tratti semi desertici arriviamo a Seligman paesino a tratti inquietante dalla desolazione che c’era ma estremamente affascinate…5 o 6 negozietti sulla strada mezzi abbandonati con le insegne più pacchiane e assurde che si possano immaginare e che i pochi turisti che passavano di li, si precipitavano a fotografare! Parcheggiamo il bolide e facciamo un giro nella pseudo città fantasma…non c’era praticamente nessuno! Subito notiamo un posto davvero bizzarro con macchine pitturate come i cartoni di Cars con occhi bocca e decorazioni di ogni tipo dai fiori finti agli addobbi di Natale…insomma di tutto e di più! Solo dopo alcuni minuti capiamo che in realtà si tratta di una gelateria un po’ particolare!! Sicuramente molto originale! Gira gira e vediamo un altro negozietto solo apparentemente abbandonato…entriamo ed era tutt’altro che abbandonato…era pieno di ricordini e souvenir e assolutamente arredato in stile moderno! Meno male che abbiamo trovato quel negozietto perché proprio in quel momento Diego ha avuto un impellente necessità di andare in bagno! Cavolo era successa la stessa cosa a Londra l’anno prima e avevo dovuto passare 1 ora nel negozio Topshop facendo finta che mi interessassero davvero i vestiti…assurdo! Ecco l’incubo che si ripete! Così incomincio a guardare le collane mille volte a chiedere informazioni a guardare anellini, cartoline, guide, tazze…di tutto…ormai non sapevo più come giustificare la mia presenza in quel negozio! Finché finalmente Diego resuscita dal bagno decisamente affaticato…mi sa che il cibo-schifezza-americano aveva subito i suoi effetti sul suo delicato pancino! Beh alla fine dopo aver ammirato la merce in vendita per mezz’ora mi sono anche convinta a comprare un paio di orecchini…almeno così ci siamo scusati per avere tenuto occupato il bagno per tutto quel tempo!! Riprendiamo il ns cammino e passiamo un paesino mezzo abbandonato dopo l’altro chiedendoci come era possibile che qualcuno vivesse in quel posto abbandonato da Dio! Arriviamo a Hackberry, un paesino composto da un solo negozietto, fotografato e immortalato in molte cartoline che avevamo visto durante la ns vacanza! Il negozietto era decisamente tipico con una meravigliosa Cadillac rossa parcheggiata nella pompa di servizio non più funzionante…l’atmosfera però era davvero inquietante…come sempre eravamo da soli e a dare un brio a quel quadretto c’erano dei teschi di bufalo appesi qua e la e macchine mezze arrugginite e abbandonate! Non so perché ma stavolta non me la sento di entrare nel negozio (che sciocca) …mi immaginavo già la scena del proprietario che quando entri ti sorride con i suoi denti metà marci e metà dorati, seduto su una poltrona impolverata con il fido cane alla sua destra che punta verso di te un fucile dicendoti “ Cosa ci fai sulla mia proprietà?”…ovviamente Diego mi ride in faccia ed entra da solo nel negozio! Brrr che sensazione strana lì da sola davanti al negozietto del terrore…ma dove cavolo è Diego…eppure non ho sentito colpi di fucile…dovrebbe uscire prima o poi! Quando ormai stavo prendendo il coraggio per andare a recuperare il suo cadavere sbrindellato all’interno del negozio, esce con uno dei suoi soliti dolci-paciughi colorati e chimici che compra ogni tanto…un bimbo! A mia richiesta sgommiamo via alla volta di Las Vegas per passare la ns ahimé ultima notte statunitense. Avevo un compito molto arduo…capire cosa potevamo fare a Las Vegas…ci sarebbe piaciuto vedere uno spettacolo..David Copprefield, Le Cirque du Soleil, belletti, cabaret, spettacoli musicali…c’era veramente l’imbarazzo della scelta!! Il problema è che gli spettacoli oltre a costare cifre folli, iniziavano tutti presto…verso le 21 c’era l’ultima visione!!…e noi ovviamente eravamo in ritardo…come sempre nella ns vita in realtà…Miss e Mr Late!! Con una disinvoltura degna di chi osa definire “Sua la città”, troviamo praticamente subito il ns amato Super 8…che bravi!! C’è anche da ringraziare in realtà la facilità con cui si riesce ad orientarsi negli USA grazie a strade giganti e indicazioni sempre precise…altro che l’Italia!! Una doccietta, 10 minuti di relax (mai tr mi raccomando) insieme alla realizzazione che ormai non potevamo più vedere nessun spettacolo ed eravamo già pronti per far ns la Las Vegas by night! C’era un’atmosfera meravigliosa!!! Gente ovunque, luci dappertutto, musica, casinò…era davvero la Sin City e più ci guardavamo intorno più capivamo cosa significava…gli americani, sempre così perbenisti e morigerati, qua impazziscono e sfogano tutti i loro istinti repressi! Donne scosciate mezze nude, ubriachi, gente che urla che impazzisce e che si scatena in balli sfrenati!!Tutti i peccati… alcol sesso droga gioco…avevano libero accesso! Iniziamo ad avventurarci nella Strip e veniamo subito coinvolti dalla voglia di divertirsi di Las Vegas…praticamente subito troviamo un locale del quale non ricordo assolutamente il nome, esattamente dopo L’Imperial Palace dove avevamo alloggiato qualche gg prima…era bellissimo! Uno dei pochi locali all’aperto (qua d’estate c’è davvero da morire di caldo!) un dj fichissimo che suonava dal vivo, una pista da ballo sotto il palco e cosa molto importante un mega bar centrale fatto ad ovale…poi ovviamente i soliti immancabili tavoli da gioco e donnine scosciate che ballavano…ma questa è la costante non l’eccezione! Il solito sguardo d’intuizione tra noi e ci catapultiamo dentro! Il butta fuori ci chiede la I.D. anche se non capisco perché la chieda a Diego …forse per verificare che non fosse oltre l’età massima (scherzo scherzo)….paghiamo 10$ e ci danno il braccialettino da villaggio per entrare e uscire quando volevamo! Una super atmosfera ci da il benvenuto e decidiamo di andare a rinfrescare le nostre povere ugole secche…optiamo per una birra e un cocktail poi in realtà rivelatosi orrendo! Mi raccomando non prendete i cocktail in America…una cozzaglia di sapori mescolati insieme congiunti con un quintale di ghiaccio…bleah! Sorseggiando i ns drink ci godiamo lo spettacolo offerto dai baristi…bellissimo…si cimentavano in acrobazie di ogni tipo, lanciando in aria i bicchieri e gli shaker e riprendendoli nei modi più assurdi…io e Diego eravamo a bocca aperta per l’abilità di queste persone! Insomma cocktail schifosi ma lo spettacolo è assicurato! La musica era veramente coinvolgente e ci ha chiaramente trascinato in pista…il dj, che sembrava un incrocio tra un punk e un dark, era veramente un mostro di bravura..la musica ancora sui dischi di vinile era mixata alla perfezione, facendo impazzire le persone sotto al palco! Ci scateniamo a ballare cercando di imitare i neri jo-jo che si dimenavano al ritmo di musica come dei tarantolati in preda ad crisi epilettiche..si vedeva che eravamo stranieri..chissà come riuscivano a “smesdare” (shakerare) il sedere così!! Non potevamo però fermarci al primo locale e soprattutto dovevamo tentare la fortuna al casinò..il tetto fissato erano 50 dollari…poco, ma visto quanto avevamo già speso, andava più che bene!! Passiamo dal Venetian ammirando la meticolosità con la quale era stato ricostruito il Canal Grande e il Ponte dei Sospiri…sembrava davvero di essere li! Proseguiamo poi verso Tresure Island e decidiamo di tentare la sorte in questo magnifico casinò…direi uno di quelli fatti meglio!! Ok ora dovevamo trovare il tavolo giusto dove sperperare i ns miseri 50$..no roulette no poker…bensì black jack…il gioco che già ci aveva portato fortuna a Saint Vincent era stato prescelto per portarcene anche e Las Vegas! Tutte le puntate minime erano 20 $..cavolo ma non c’è un tavolo per i poveretti come noi?? E finalmente lo troviamo…giocata minima 10$ e una signora dall’aspetto quasi materno ci fa da croupier…sembrava quasi nonna papera!! Bene incominciamo..i ns “compagni di banco” sono 4 ragazzi giapponesi che giocano 10 volte il ns budget…e soprattutto sanno giocare!! Noi ce la caviamo con le regole base ma nulla di più! Ci sentiamo ancora più accattoni ma chissene…giochiamo!!! Dopo varie mani avevamo già triplicato il ns gruzzoletto e i giappi con noi…decidono di fare la puntata decisiva…o la va o la spacca…scommettono tutto!!! La dea bendata era però andata a prendersi un cocktail e non li ha assistiti…perso tutto tra grida di dolore e imprecazioni verso la dea abbandonatrice!! Dopo aver visto quella scena io e Diego ci scambiamo il solito sguardo…oooookkkk..basta così, ci accontentiamo della somma vinta e decidiamo di abbandonare il gioco e di incassare il ns gruzzoletto! Tra una giocata da 10$ e l’altra ci ripaghiamo la notte a Las Vegas…alla fine non è male!! Oramai erano le 2 di notte…giusto il tempo per un ultima capatina nel locale di prima per l’ultimo ballo…si vedeva che la notte era inoltrata…in giro c’era di tutto..qualcuno che barcollava, qualcuno insanguinato da qualche rissa fatta con qualche altro ubriaco e qualcuno che veniva portato via dalla polizia..non male!! Il ns localino era ancora li pieno di gente e con l’amico dj che continuava a suonare! Dopo mezz’ora torniamo verso il nostro Super alloggio soddisfatti per la crazy nigh passata insieme nella Sin City americana!
8-9 Maggio 2011 Las Vegas – Los Angeles – Milano
Sveglia all’alba…eravamo distrutti…tra una cosa e l’altra abbiamo dormito solo 4 ore ma è stata decisamente una scelta strategica visto il lungo volo che ci aspettava! Carichiamo i bagagli sul ns “carretta” e ci avviamo verso la città degli angeli…oggi purtroppo tocca a me guidare e Diego ne approfitta per riposarsi un pochino! Anche se Los Angeles sembra vicino sulla cartina non è vero! E’ solo un’illusione ottica…in realtà si tratta ci vogliono dalle 4 alle 5 ore per arrivare alle soglie della città! Per oggi il programma era una breve visita a Venice Beach nell’attesa di prendere l’aereo per tornare nella ns Italia! Arriviamo e, memore dello shock dei 20$ pagati a Hollywood Bld, ci mettiamo come trottole a cercate un parcheggio che non comporti un salasso inclusa la multa!! Dopo un quarto d’ora e diversi giri dell’isolata, la mia pazienza si stava rapidamente esaurendo finché arriva l’illuminazione..uno tipo che sta andando via! Altri 20 minuti per aspettare che Mr. Imbranato uscisse dal parcheggio e con due semplici manovre posteggiamo il ns carretta! Ci incamminiamo verso la gigantesca spiaggia di Venice Beach…non potevamo non vedere da vicino le torrette dei bagnini con la classica jeep gialla parcheggiata di fianco! Le foto non si sono fatte mancare! Venice Beach è davvero carina…un posto molto alla mano con persone bizzarre che hanno una marea di bancarelle con le cose più assurde sul lungo mare, che si dilettano a fare i writer sui muri o a skatare sulle piste costruite appositamente per loro! Sembrava una grande festa di paese nella quale chiaramente noi eravamo perfettamente a ns agio! Ci incamminiamo per il lungo mare alla scoperta dei vari negozietti…c’erano molte cose carine e bizzarre costruite da artisti improvvisati che cercavano un modo per racimolare qualche soldo..le persone erano veramente strane..alcune avevano gli effetti post saturday night, altre erano particolari di loro mezzi nomadi-barboni…insomma il mondo è bello perché è vario! Finiamo di prendere gli ultimi pensierini per gli amici a casa e ci incamminiamo verso il noleggio per restituire la macchina! L’idea di andare a Venice beach era stata strategica…da lì all’aeroporto di Los Angeles c’era davvero pochissimo..più o meno un quarto d’ora di macchina! Troviamo il Dollar e ci mettiamo in fila per lasciare la macchina…alla fine ci dispiaceva abbandonare il ns catorcetto…c’eravamo affezionati! Andrà a finire che ne compreremo una simile in Italia!!! Prediamo il pullman con largo anticipo per evitare di arrivare tr tardi in aeroporto e avere di conseguenza i posti lontani come all’andata! Il viaggio oltretutto era più lungo rispetto all’andata perché lo scalo era previsto a Monaco..quindi una tirata diretta fin la! Diego non l’avrebbe sopportato stavolta….o forse sì, visto quanto ha ronfato in aereo…praticamente ho viaggiato da sola facendomi una cultura di film in inglese! Meno male che aveva paura di volare…beh nulla da dire sulla ns tattica di demolirci la sera prima…ha funzionato alla grande!!!! Il secondo volo da Monaco a Milano è andata ancora meglio! Addirittura nel volo di ben 1 ora ci siamo mezzi ubriacati chiedendo alla Lufthansa di portarci un bel pro secchino e giocando a Uno…forse eravamo ancora sintonizzati sulla modalità “Casinò”!! Che ridere, uno dei voli più divertenti che abbia mai fatto!! Ma il viaggio di ritorno non era ancora finito! Ci aspettava il tragitto in macchina da Malpensa a Reggio Emilia..chiunque direbbe “ Va beh ormai è fatta”…e invece no! Eravamo ancora ignari di quello che ci sarebbe successo!! Recuperiamo la mia macchina dal Parking Malpensa e ci avviamo verso casa! Fin qui tutto bene se non che la macchina fai dei rumori stranissimi ed davvero “ballerina”…i rumori che anche all’andata faceva e che noi avevamo stupidamente attribuito alle ruote nuove, aumentavano metro dopo metro! Decisamente preoccupati andavamo agli 80 all’ora in autostrada con i tir che ci superavano da tutte le parti! Aiuto cosa ma avremmo potuto fare all’una di notte con una macchina sicuramente guasta? Che disastro! Presi dalla concitazione di quei momenti, come se non bastasse sbagliamo strada e finiamo nella periferia milanese…facilissimo orientarsi qui! Presi ormai dallo sconforto per la marea di sfighe che ci erano successe nel giro di poco, decidiamo di provare a controllare la macchina certi che le ns scarse per non dire nulle competenze automobilistiche non riuscissero a risolvere il problema e neanche a capire di cosa si trattava!! Così dico a Diego di provare a guidare per un piccolo tratto che io avrei dato un occhiata da fuori per vedere se si vedeva il guasto. Appena partito mi è preso un accidente!! Ho iniziato a sbracciarmi e a dirgli di fermarsi immediatamente!! Non potevo credere ai miei occhi! Ero basita…la ruota anteriore sinistra..proprio quella del guidatore, non girava dritta ma faceva una specie si S…cosa cavolo può essere successo!! Increduli guardiamo la ruota più da vicino…e ci accorgiamo subito del dilemma!! Di 5 bulloni ne era rimasto solo 1 e questo solo, unico piccolo bullone era anche quasi svitato!! Cioè noi stavamo continuando il ns viaggio con un bullone solo e rischiavamo di perderlo da un momento all’altro con conseguenza che non oso immaginare!! Basiti per l’immensa enorme sconfinata deficienza del meccanico che mi ha cambiato le ruote, iniziamo a cercare nel baule i bulloni di ricambio sperando di trovarli! La ns buona stella che ci ha fatto sbagliare strada, ci ha fatto per fortuna anche trovare i bulloni che Diego ha subito iniziato a montare tra mille imprecazioni e insulti al meccanico! Per me chiaramente è stata una lezione..la prossima volta (speriamo mai) riuscirò a farlo anche io! Finalmente il mio bolide riprende la sua normale andatura e arriviamo a casa verso le 2:30 di notte…è incredibile viaggiare dagli USA fino a Milano senza intoppi e rendersi conto che il vero pericolo è sulla tua macchina!!
Beh questa è stata la sfortunata ma divertente conclusione di un viaggio meraviglioso che ci ha davvero regalato tanti bellissimi ricordi ed emozioni…un viaggio che ci ha fatto scoprire posti nuovi e persone diverse, che ci ha fatto capire le tante realtà che ci possono essere in un posto enorme come gli USA, che ci ha fatto scoprire una natura ancora selvaggia e che sarà solo il primo di tanti altri vissuti insieme…tra cui il ns ritorno nel West USA…