Terra di profumi magici… Marrakech.
Sono una vostra lettrice fin dal primo numero ed ho piacere di raccontare il mio viaggio a Marrakech a tutti voi e per tutti quelli che andranno dopo di me e della mia amica Sabrina.
Prenotiamo attraverso internet uno splendido riad in quel di Marrakech ma…cos’è un riad?E’ il corrispondente del nostro Bed & Breakfast: il riad “Ambre et epices” nel cuore del vecchio quartiere di Dar Elbach, ci dà il benvenuto nella ex casa di un commerciante di spezie che è stata ristrutturata nel rispetto della tradizione marocchina. Le camere, a cui sono stati dati i nomi delle sei principali tappe della via delle spezie, hanno aria condizionata e splendidi bagni, ottima pulizia e tè alla menta con biscotti fatti a mano ad ogni ora del giorno…niente tv…Sabrina ne soffre la mancanza, io no! La Jacuzzi è bellissima e ci si sta benissimo! Una cosa da sottolineare è il silenzio che aleggia nella struttura rotto a volte dalle ciabatte di Omar, il fantastico tutto fare o dal vociare allegro di Aouatif (il suo nome significa emozione), la responsabile del riad.
Arrivate alle 23,30 ora locale, ci apprestiamo a prendere le valige ma con mia triste sorpresa, la mia era a Casablanca, facciamo la denuncia e i dipendenti dell’aeroporto, con una solerzia invidiabile, me la fanno riavere alle 7 della mattina successiva!
Dopo l’ottima colazione servita da Omar e la compagnia della preghiera del Muezzin (la moschea è in una delle stradine che portano al riad) toccante anche se non si conosce nulla della loro religione, ci apprestiamo a guadagnare la “nostra Marrakech” al seguito di Said, guida marocchina ufficiale parlante un buon italiano.
Con l’auto raggiungiamo la parte nobile della Medina dove visitiamo il palazzo della Bahia incanto di architettura araba e romanica con i suoi mosaici e le sue mille stanze che sfociano in uno stupendo cortile interno dove si affacciano le stanze della favorita del re e delle sue altre mogli.
Visitiamo le tombe Saadiane dove Sabrina riesce ad immortalare, oltre alla miriade di gattini, anche una bella cicogna che sembrava essersi messa in posa proprio per lei.
All’uscita ci inebriano odori di spezie e colori: il prevalente è il fleur d’orange, aroma dolce e fruttato ma anche il pepe, il cumino ed il giallo dello zafferano…da restare storditi e affascinati da una città che tiene in sè tante cose di valore unico ma anche tanta povertà.
Visitiamo Palais Badii e vediamo da dietro la moschea della Koutoubia che è la più grande di Marrakech ove sostano pigramente i venditori d’acqua in costume tipico che allegramente ( mancia al seguito) si fanno fotografare con noi!
Fatto questo giro, ci dirigiamo nella Mellah che è il tipico quartiere Ebraico circondato da mura e famoso per i suoi mercatini delle spezie dove, dopo la visita a svariati negozi, ci soffermiamo in una “Farmacia omeopatica” del luogo dove acquistiamo prodotti all’olio di Argan, pepe nero, noce moscata e incenso puro sorseggiando un ottimo tè alla menta, specialità del luogo inopportuna da rifiutare in quanto considerata una grave scortesia.
Passiamo al pranzo: di fronte alla Moschea della Koutoubia c’è uno splendido ristorantino dove a pochi ( per noi) Dirham si può mangiare un’ottima Tagjne di pollo al limone e olive verdi, delle deliziose omelettes, un Cous cous Royale da leccarsi i baffi…unica pecca il caffè che di espresso italiano ha solo il nome. Il nome del ristorante non lo ricordo ma è situato proprio sopra al bar “Ground zero” dove i gelati sono una vera delizia e al tavolo si può mangiare per pochi dirham uno spuntino al volo.
Attraversiamo piazza Djema El Fna con la sua aria stanca e sonnolenta e faccio la classica foto con la scimmietta che, povera, per l’occasione era anche vestita con una gonnellina ed una maglietta: che tristezza, povera bestiolina…la sua mano nella mia mi ha riempito il cuore di tenerezza, è una bambina…le lacrime mi scendono senza poterle trattenere! Via dalla piazza, dove abbiamo visto con estremo dolore purtroppo, anche la devastazione, seppur coperta, del Bar Argana, ci addentriamo nel souk: e per fortuna Said, sennò chi riusciva ad uscirne! Un dedalo di vie sempre più strette ed affollate, piene di motorini e carretti trainati da asini, i commercianti che ti invitano nel loro negozio, i tuoi desideri e le loro contrattazioni sul prezzo…c’è da perdere la testa tra profumi ed odori contrastanti, nel caldo secco del pomeriggio, solo acqua fresca rigorosamente in bottiglia e Said ci tirano fuori dall’evanescente mondo del souk.
Riprendiamo per un lungo giro in auto stavolta, verso “La Palmeraia” che si trova all’esterno della medina e che fa da precursore alla città nuova ricca di Villaggi turistici da urlo ma molto meno caratteristica in quanto dall’aspetto quasi europeo! Qui fotografiamo dromedari e palme e palme e dromedari poi il paesaggio cambia fino a vedere il meraviglioso campo da golf (immenso!) e l’ingresso nella città nuova dove, dopo aver attraversato un grande uliveto, finiamo x vedere una vasca con acqua rossiccia, brulicante di carpe non commestibili dove i turisti gettano del pane x vedere i pesci litigarselo.
Giro di ritorno attorno alla prima parte delle mura e stazionamento al Dar Marjà, punto di svincolo dei taxi e nostro punto di ritrovo per ogni uscita e ritorno al riad dove ci aspettano Omar e la cena: tagine d’agnello e cipolle e tagine di manzo con prugne ed albicocche: sublimi! Al riad la cucina è ottima!
Svicoliamo dal tavolo con il nostro tè alla menta perché abbiamo sentito il salmodiare del Muezzin: di corsa sul solarium, riusciamo a vedere anche il Muezzin dalla sua torre chiamare gli altri minareti: che spettacolo da brivido…poi a dormire sfinite.
Secondo giorno. all’alzata, con calma e dopo l’ottima e abbondante colazione, la sempre indaffarata Aouatif ci prenota un bel massaggio (niente hammam per noi con qualche acciacco di pressione) e ci prenota un’ottima cena in Piazza Djema el Fna al ristorante “El Marrakchi” con musica e balli tipici del luogo.
Usciamo da sole prendendo nota del giro che dovremo fare per tornare al riad e non perderci e intanto che parlavamo, un signore ci si avvicina parlando un buon italiano e inquadra Sabrina come una donna dai lineamenti berberi! Ci accompagna a vedere un forno dove ci fanno vedere come si fa il pane e poi ad un negozio di tappeti che a noi interessava molto: in questo acquistiamo un tappetino rosso con dei disegni berberi favolosi e due cuscini viola (non potevano mancare).
Continuiamo il giro del souk per approdare finalmente a Piazza Djema El Fna morente dal caldo e dalla sete: anche il terreno sembra chiedere venia dal caldo. Abbiamo girato un po’ per le vie scoprendo anche un internet point funzionale sotto al Ground zero, pranzo e poi al riad a riposare per poi uscire la sera e vedere di nuovo la piazza nella sua estrema vitalità.
Attraversata la strada che porta in piazza dal riad, ecco apparire la piazza della moschea della Koutubia piena zeppa di gente a passeggio e girando a destra, i primi calesse distesi pigramente ad attendere i clienti lungo la via che porta in piazza. Finalmente la piazza: a destra, appena entrati, si sta svolgendo uno spettacolo benefico a sostegno del bar Argana, vittima dell’attentato di pochi giorni prima: cantano sul palco canzoni marocchine adulti e bambini e tutti partecipano alla raccolta fondi.
La piazza brulica di gente: chi si fa tatuare all’hennè, chi ascolta rapito il flauto dell’incantatore di serpenti che con grande maestria, maneggia kobra come se fossero gattini, ki si fa la foto con le scimmiette, chi sorseggia un’aranciata ai vari banchi che circondano il perimetro della piazza, chi entra ed esce dal souk, chi suona tamburi e fa roteare la testa con il classico cappellino con la nappa pendente, non so come riescano a girare tanto la testa, io sarei giò caduta 1000 volte!!! E poi al centro, stand di ristorazione di tutti i tipi con spiedini di carne, omelettes, tagine, cous cous, kebab…da morire tutti gli odori che si fondono tra le spezie, il cibo e gli odorini meravigliosi di cavalli ed asini che ogni tanto intervallavano gli altri…
Decidiamo di non addentrarci nel suok ma di girare per le vie laterali della piazza in cerca di una piccola cena dato che non avevamo una gran voglia di mangiare ma, dopo aver cercato invano una copia del fumetto “Topolino” per la mia collezione, stanche del troppo caos, ce ne andiamo al Ground zero a mangiare un semplice hamburger e coca aspettando il canto del Muezzin.
Torniamo di gran lena al riad per prepararci alla lunga traversata di domani dove, addentrandoci fra le montagne, arriveremo ad Ourzazate, terra dei Touareg…
Alle 6,15 il solerte Omar è già pronto con la nostra colazione: lo yoghurt con marmellata di fichi e il miele caldo sono irresistibili!!!Per non parlare delle frittelline della cuoca del riad…alle 7 siamo già al nostro posto nella splendida auto che ci porterà ad Ourzazate con Kamal, bel ragazzo di 24 anni, parlante un buon italiano, molto gentile e riservato.
Mamma mia, il viaggio non finisce mai ma è proprio vero ciò che ci aveva detto Aouatif, il panorama è da brividi! Abbiamo perfino visitato la città dove, ci hanno detto, hanno registrato il film “Prince of Persia” e lì ho dato il meglio di me: arrivato un bambino con in mano un lucertolone, me lo offriva per toccarlo ed io a Kamal “Ma che animale è?” e lui, non sapendo come spiegarmelo mi ha detto “Una grande Lacoste!!!”…ok: ho riso da lì fino ad Ourzazate!!!Scendendo giù, abbiamo visitato un negozio di uno scultore e pittore berbero e la sua casa ove la sua signora, stava, ovviamente facendo il tè alla menta. Che splendidi colori alle pareti e sui letti: i tappeti regnano sovrani in quella casa.
Dopo altre 2 ore di viaggio arriviamo finalmente: lo scenario che si apre davanti a noi è unico, una città moderna in perfetto connubbio con lo stile berbero, qui pranziamo all’ottimo ristorante ………………………e ripartiamo alla volta della Casa del re e dell’immenso campo da golf che è lì vicino.
Fatte le foto di rito si riparte per il ritorno e giù strada su strada con un caldo terribile!
Al ritorno a Marrakech, è probabilmente l’ora di punta perché per tornare al riad ci siamo immersi in un traffico allucinante attorno alle mura della città vecchia.
Doccia calda ma non troppo e finalmente l’ottima cena servita a bordo piscina da Omar: spiedini di carne e riso bianco con verdure saltate e tagine di manzo con frutta secca e uva passa. Sfinite ce ne andiamo a nanna pregustando già la giornata successiva.
Sveglia ad un’ora quasi decente e colazione con Omar per poi andare in centro per gli ultimi regali e spesucce varie (ci siamo regalate uno splendido tappeto berbero rosso con intrecci bianchi e neri!) e poi ci fermiamo al Ground zero per una bella coppa di gelato per il pranzo: il caldo ci toglie la fame ed aumenta il bisogno di bere.
Sotto al Ground zero, scoviamo un piccolo punto internet: non fatevi ingannare dalla scritta ESCURSIONI, all’interno trovate dei pc per la navigazione a pochissimi dirham e possibilità anche di stampare dal pc o da penna usb.
Tornate al riad ci aspetta la cosa più bella che abbiamo vissuto in Marocco: il massaggio totale con olio di Argan ed essenze varie.
Stanza semi oscurata, io appena uscita dalla Jacuzzi, lunga sul letto ad occhi chiusi ed odore di menta, eucalipto, incenso dovunque! La signora che mi ha fatto il massaggio aveva qualcosa di unico nelle mani: erano bollenti! E’ stata un’esperienza meravigliosa!
Doccia calda dopo massaggio e poi, di nuovo pronte ad uscire per cena per recarci al ristorante Le Marrakchi , splendida mistura di raffinatezza e costume locale che ci delizia con un’ ottima cena accompagnata da musica marocchina dal vivo…sono un po’ delusa! Mi aspettavo la danza del ventre ma ho trovato solo musica.
Ceniamo co calma quando ad un certo punto la musica si fa più animata ed i camerieri si trasformano in tonanti tamburellatori di mani, alcuni di loro suonano dei tamburi, altri cantano, l’atmosfera si fa sempre più calda quando ecco uscire da una porta laterale due splendide danzatrici del ventre: l’atmosfera è bollente, il pubblico è in visibilio…era proprio come lo avevo immaginato!!!
Terminata l’esibizione, terminiamo anche noi la nostra cena con macedonia al Fleur d’orange: cibo da Dei!
Torniamo al riad e ci affrettiamo a ricomporre le nostre ultime cose perché il giorno dopo abbiamo gli aerei per il ritorno a casa…Bye bye Marocco, terra di caldi colori, aromi penetranti e aria talmente inebriante da annebbiare la vista di fronte a tanta bellezza…….Salam aleikum…Barbara e Sabrina!!!