Amsterdam e la campagna Olandese
Il meglio di Amsterdam ed un itinerario che attraversando la splendida campagna olandese tocca Delft, Den Haag, Leiden, Marken, il parco di Keukenhof e i mulini di Kinderdijk.
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Prima di raccontare questa vacanza, qualche breve consiglio su come organizzarla, partendo dal volo che è sempre meglio prenotare con ampio anticipo; ad Amsterdam è preferibile trovare l’hotel nel centro, che non è grandissimo e si gira facilmente a piedi. Avendo iniziato la vacanza con il ponte del 1° maggio noi abbiamo preferito prenotarlo dall’Italia un mesetto prima, ma credo che in altri periodi si può trovare e scegliere sul posto senza grandi difficoltà. Noi abbiamo pernottato al NES Hotel sulla Groenburgwal a circa 140€ a camera con la colazione. Una discreta sistemazione direi, in particolare per la buona posizione a pochi passi dall’Amstel e vicina a quasi tutte le zone più importanti da visitare. Una buona guida è indispensabile, ma il consiglio migliore su Amsterdam è di girarla il più possibile, perché ovunque ci sono incantevoli angolini, grazie alle belle case, ai ponti e ai canali. Riteniamo la primavera il periodo migliore per questo viaggio, in particolare per godere pienamente dei colori offerti dalle campagne, grazie alla fioritura dei tulipani. 1° giorno: Amsterdam La vacanza inizia con il volo KLM, Malpensa-Schiphol che atterra puntuale alle 2 del pomeriggio. Senza saperlo abbiamo scelto di arrivare ad Amsterdam proprio in una giornata di festa nazionale, il compleanno della Regina e ce ne siamo accorti appena saliti sul treno che dall’aeroporto in mezz’ora porta alla Stazione Centrale; una marea di gente pronta a fare festa, abbigliata in maniera stravagante, con magliette e copricapi delle forme più svariate (belli quelli a forma di corona) ma rigorosamente orange. E la città era completamente invasa, musica fortissima ovunque, balli, birra a fiumi, la gente accalcata davanti ai locali, barconi che solcavano i canali, strapieni di gente che ballava con la musica a palla… un caos incredibile insomma; così raggiunto l’hotel, ci si è limitati a girare per un paio d’ore nel centro e lungo i canali trovando solo raramente qualche tratto tranquillo. Un primo assaggio della città, dalla Nieuw Markt, dominata dalla gigantesca mole del Waag la pesa pubblica, alla centralissima Dam Plein con il Palazzo Reale, alla cerchia dei canali; i principali sono l’Amstel, il più grande che da il nome alla città e la taglia da sud a nord, e altri 4, Singel, Herengracht, Keizersgracht, Prinsergracht, che più o meno paralleli “circondano” per un lungo tratto il centro storico. Dopo la cena in un affollato locale, la città ha cominciato a mostrarsi più tranquilla, o forse la gente iniziava a sentire un po’ la stanchezza e gli effetti degli eccessi; in molti barcollavano, qualcuno stava male, in giro si vedevano le scene più assurde ed Amsterdam pareva ormai devastata; rifiuti ovunque, strade e canali pieni di lattine, bicchieri, festoni colorati, il suolo appiccicoso per la birra e non solo per quella a giudicare dal tanfo. Un po’ frastornati siamo tornati in hotel dove un buon riposo ci ha ricaricato. 2° giorno: Amsterdam Il mattino dopo come per miracolo, la città appariva pulita e silenziosa, e a ricordare i bagordi del giorno prima restavano solo le centinaia di servizi igienici disseminati per la città e per tutta la giornata ci è capitato di vedere le squadre di addetti che con dei camion passavano a ritirarli. Camion e camion pieni di cessi! Dopo una ricca colazione, a causa del tempo grigio e freddino abbiamo pensato di dirigerci al Rijksmuseums. La zona dei musei è nella parte sud della città e consigliamo di andarci a piedi, perché le stradine che dall’Amstel scendono a sud, sono tutte carine e piacevoli da percorrere. Il Rijks è un enorme struttura di fine ottocento con delle eleganti torri e i tetti spioventi, ed è conosciuto per i capolavori e le meravigliose opere del secolo d’oro olandese il ‘600. Un secolo, in cui per i ricchi mercanti olandesi sono stati dipinti ben 5 milioni di quadri e il Rijks ne espone una buona parte dei più celebri. Conviene andarci di mattina e il prima possibile visto che a noi arrivati alle 9 e ½ è toccata una fila di oltre un’ora per entrare. (è aperto dalle 9,00 e l’ingresso costa 12€ ma conviene fare il ticket cumulativo con il Van Gogh Museum). Con l’audioguida si sono dedicate circa 3 ore a questo imperdibile museo, ammirando le tele più famose di Rembrandt come l’enorme “La ronda di notte” con la compagnia che avanza tra straordinari effetti di luce, o “la sposa ebrea” con i gioielli della donna che sembrano veri, da tanto che luccicano. I dipinti che più mi hanno colpito sono i tre di Jan Vermeer , per il realismo e l’atmosfera delle scene di interni rappresentate, in particolare ne “La Lattaia”. Amsterdam è anche una delle capitali mondiali del commercio e della lavorazione dei diamanti e sono diverse le aziende che organizzano visite guidate nei loro locali; noi tornati in centro siamo stati alla Gassan Diamonds, sulla Nw Uilenburgerstraat dove oltre ad una “lezione” sulle caratteristiche dei diamanti, carati, colore, purezza, taglio, si vedono degli esempi di lavorazione e qualche “pietruzza” da 10mila euro e oltre. C’è ovvio anche un negozio, per chi può permettersi certe follie. Usciti, erano ormai le 6, abbiamo gironzolato un pò, fino a raggiungere a nord ovest del centro il Jordaan il vecchio quartiere operaio tutto di basse e caratteristiche case, dove abbiamo cenato in un locale italiano “Al fiore”, Lindengracht 25. Un’ottima cucina in un ambiente molto rilassante e tranquillo. Occhio alle bevande, per l’acqua, come spesso succede all’estero chiedono anche 5/6€; più economica la birra ma se proprio volete l’acqua chiedetela in caraffa (loro la chiamano acqua del canale!) buona e gratis. 3° giorno: Den Haag, Delft Abbiamo deciso di visitare Den Haag (l’Aia) e Delft, e di andarci in treno, perciò poco dopo le 10 siamo partiti dalla Stazione Centrale per arrivare in quaranta minuti a Den Haag dove purtroppo ci aspettava la pioggia. La stazione è nella parte moderna della città, ma bastano pochi minuti a piedi per raggiungere i palazzi del Parlamento, che si affacciano da un lato su un piccolo laghetto, dall’altro su un grande cortile, il Binnenhof cuore antico di Den Haag. Altro punto importante il Groen Markt con il vecchio municipio e la grande cattedrale gotica. Attorno l’ampia zona commerciale della città ricca di negozi ed eleganti gallerie. In un grande magazzino De Bjenkorf, che è un po’ la Rinascente olandese, abbiamo scoperto che non è niente male mangiare al ristorante self service, soprattutto per l’ampia scelta di piatti. E che gustose le torte! Visto anche il Noordeinde Palais, il Palazzo Reale si è ripreso il treno per la vicina Delft, città natale di Vermeer, un vero e proprio gioiellino. Sulla centrale ed enorme Markt Plein prospettano, da un lato lo Stadhuis, che è un pittoresco edificio con fregi e stemmi, le persiane rosse e una torre con l’orologio dorato, e dal lato opposto la Nieuwe Kerk con un altissima torre di pietra. Tutta la piazza, le due file di case colorate, e le vie limitrofe sono davvero incantevoli. Poi lungo due canali paralleli che tagliano il centro storico si possono ammirare molte altre eleganti case e l’enorme Oude Kerk la vecchia cattedrale con la torre inclinata. Sarà che aveva smesso di piovere e che il cielo si era rapidamente aperto ma abbiamo proprio apprezzato le due / tre ore a Delft . Un po’ meno soddisfacente la cena in un locale a due passi dalla piazza centrale, carino da fuori, ma i due piatti di carne presi erano da dimenticare. Ripreso un treno verso le undici siamo rientrati ad Amsterdam e dalla stazione abbiamo raggiunto l’hotel passando dall’Oudezijols Voorburgral e dalle strade limitrofe ovvero la zona a luci rosse, con le ragazze in vetrina; non è certo uno spettacolo edificante quello delle ragazze “in vendita” ma forse per chi fa quel mestiere è peggiore una situazione come quella di molte città italiane con la prostituzione gestita dalla malavita sulle strade. 4° giorno: Amsterdam Il giorno del Vincent Van Gogh Museum. Il museo interamente dedicato al geniale e folle pittore olandese è nei pressi del Rijksmuseums e ospita circa 200 suoi dipinti. Vale il discorso fatto per il Rijks, conviene andarci il prima possibile (apre alle 10,00 e l’ingresso costa 12€) per evitare le code e stavolta noi ci siamo riusciti anche grazie al biglietto prepagato fatto al Rijks. Io e mia moglie amiamo tantissimo la pittura di Van Gogh e vedere tutti insieme molti dei suoi capolavori è stato uno dei momenti più belli della vacanza; fin dalla prima sala che ospita ritratti ed autoritratti dell’artista come quello in cui si è dipinto una barba aranciata. Poi ci sono i “mangiatori di patate” con il fumo che sale dalle patate che pare quasi vero, mentre nella terza sala, dedicata al periodo parigino irrompono i colori che hanno reso unica l’arte di Van Gogh. Quando si entra nella sala dedicata al periodo di Arles non si sa davvero cosa guardare prima: c’è la “Casa gialla”, la commuovente “Stanza di Vincent”con il letto, la sedia il suo cappello e la sua giacca appesi; c’è una delle più celebri versioni dei “Girasoli”, lo straordinario giallo oro della“ mietitura”, il curioso “Gaugain che dipinge Van Gogh che dipinge i Girasoli”. E’ tutto STUPENDO. E poi ci sono tante altre tele meno conosciute ma altrettanto splendide con alberi in fiore, nature morte, campi di grano, grandi nuvole bianche, ponti come quello di Langlois. Cito ancora nelle successive due sale, il “vaso di Iris” dipinto a St. Remy e il “campo di grano con i corvi” realizzato ad Auvers sur-Oise pochi giorni prima del suo suicidio, con il cielo tempestoso e, unici segni di vita, dei corvi neri. Infine uscendo, commuove una foto della sua semplice tomba con accanto quella dell’amato fratello Theo. Non so se si è capito ma il Van Gogh Museum è davvero imperdibile. Avevamo una fame pazzesca quando siamo usciti alle due passate, così ci siamo presi due panini nel primo chioschetto appena fuori per poi fare una piacevole passeggiata nel vicino Vondelpark la più grande area verde del centro di Amsterdam, approfittando del cielo azzurro e del clima finalmente mite, che anzi come dirò nei giorni seguenti si è fatto sempre più caldo. Siamo tornati in centro costeggiando l’Amstel, tagliato dal ponte forse più famoso della città, il Magere Brug, un bianco ponte levatoio, per poi passare il resto del pomeriggio a vedere altri punti tipici e particolari di Amsterdam, come il mercato dei fiori, il Bloemen Markt, ricco di colori e ovviamente dei bulbi di centinaia di qualità di tulipani e di altre bulbacee. Interessante la Begijnhof , la casa delle beghine (da una decina di anni è morta l’ultima anziana vedova che vi risiedeva) rimasta inalterata da secoli, una cinquantina di case a due piani che circondano due silenziosi e verdi cortiletti. E poi un po’ di tempo nei grandi magazzini del centro, il Magna Plaza dalla ricca facciata e dal grande atrio, l’enorme e lussuoso De Bjenkorf, e tanti altri negozi ancora. Cena ottima con del pesce grigliato in un locale tranquillo e caratteristico, Haesje Claes al 275 della Spuistraat. 5° giorno: Amsterdam Con il sole dal mattino nell’ultima giornata ad Amsterdam abbiamo cercato di vedere le zone del centro che avevamo finora saltato, un itinerario che può essere adatto anche per iniziare la visita della città, l’importante secondo noi è farlo con il bel tempo. Abbiamo iniziato il giro dal porto dove c’è il museo della storia della navigazione, che credo sia interessante da visitare, e il Nemo la moderna struttura a forma di nave progettata da Renzo Piano e dedicata alle scoperte umane. Da lì abbiamo costeggiato alcuni caratteristici canali, su cui ci sono diverse house-boat le case galleggianti e in alcune gli abitanti si godevano la tranquilla mattina distesi al sole in poltrona a leggersi un libro o un giornale. Seguendo l’Oude Schans e altri canali, siamo giunti sul Damrak (vedi la foto del bacino con le vecchie e alte case) a due passi dalla stazione e lì vicino abbiamo visitato l’Amstelkring una piccola residenza del ‘600 di ricchi mercanti, (che da bene l’idea del tenore di vita nella Amsterdam del secolo d’oro) la Oude Kerk, per poi fermarci a pranzare nel self service di De Bjenkorf. Pomeriggio iniziato con un must per Amsterdam, un giro in barca sui canali; sono tanti i punti da cui prendere una delle grandi e piatte barche che girano per un’ora o più i principali canali della città e il porto. E’ molto bello vedere dal centro dei canali sfilare le ricche facciate cinque-seicentesche di alcune delle più nobili dimore della città. Poi una lunga camminata a piedi sui canali scattando parecchie foto, partendo dai 7 ponti vicino alla Rembrandt Plain dove 4 canali incrociandosi formano appunto 7 ponti, poi lungo Singel, Herengracht e Keizergracht e in particolare sul breve Leidsegracht dove c’è il “Gomito d’Oro” un tratto tra i più caratteristici. La cerchia dei canali è una delle zone che più abbiamo apprezzato, non solo per le case con le loro alte facciate, le grandi vetrate quasi sempre senza persiane, ma anche per la tranquillità, per i tanti localini, e per l’immancabile fila di alberi che costeggia i due lati dei canali. E’ bello poi vedere gli abitanti stare spesso davanti alle loro casa a leggere o come una coppia stare seduti sul davanzale a mangiare. Risalendo verso nord ovest siamo giunti nel tardo pomeriggio sul Prinsergracht alla casa di Anna Frank. La casa è uno dei simboli della follia nazista, dove i Frank e i Van Daan in tutto 8 persone, si sono nascosti per due anni, sempre attenti a non fare rumori che potessero farli scoprire. “Accompagnati” dalle frasi del diario di Anna, si visita la casa e le stanze dove hanno vissuto, tra cui quella della giovane con le foto di attori e dei reali d’Olanda alle pareti. Poi quella del padre Otto, l’unico sopravvissuto ai campi, dove su una carta della Normandia venivano segnati gli spostamenti degli alleati, e guardando quella carta ci siamo immaginati la speranza coltivata giorno per giorno, per la possibile liberazione dagli occupanti nazisti, e il terrore di essere scoperti, catturati e deportati nei campi. C’è una frase di Primo Levi che dice: “una singola Anna Frank desta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, ma la cui immagine è rimasta in ombra. Forse è necessario sia così, se dovessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere.” Infine serata con cena bis al Haesje Claes assaggiando le tipiche crocchette di formaggio e ultima breve passeggiata con le luci della sera. 6° giorno: Noordwijck aan Zee, Keukenhof, Leiden Lasciata Amsterdam e tornati in treno a Schiphol, per ritirare l’auto noleggiata dall’Italia alla Hertz, ci siamo diretti a sud sulla A44, uscendo a Lisse per raggiungere tra distese di campi di tulipani, Noordwijck aan Zee scelta come base per i nostri spostamenti, dove abbiamo cercato e trovato senza problemi una camera per 3 notti. L’hotel si chiama Belvedere, sulla Beethovenweg ed è un elegante costruzione su una piccola altura a meno di 100 metri dal mare. Ampia e luminosa la camera, niente male la colazione, circa 110€ il prezzo a notte. Era ormai quasi l’ora di pranzo di un’altra bella e calda giornata (con la temperatura salita fino a 25°C, e buon per noi che avevamo preso delle magliette nei magazzini di Amsterdam, perché se no non avremmo avuto abbastanza cose leggere per affrontare questo inatteso anticipo d’estate) così si è fatta una piacevole camminata sulla lunga spiaggia, per poi prendere qualcosa per pranzo in un locale sulla passeggiata mare della moderna cittadina. Il mare non è certo il Mediterraneo con il suo blu intenso, qui anche con il sole prevalgono le tinte grigiastre, ma le persone in spiaggia erano comunque tante e qualcuno già in acqua! Poi il nostro pomeriggio tutto dedicato ai tulipani; per raggiungere Keukenhof nella vicina Lisse, strada facendo ci siamo fermati diverse volte ad ammirare lo spettacolo dei campi di tulli e i loro colori; prima un campo tutto rosso, poi uno rosso e giallo, uno rosa e rosso, uno bianco e viola o arancio, tutti su ordinate file (vedi anche la nostra foto chiamata “le vie dei colori”). Una vista che abbiamo ritrovato spesso nei tre giorni passati nella campagna olandese. Keukenhof, è un parco unico nel suo genere, tutto dedicato ai fiori e va visto ovviamente nel mese e 1/2 di fioritura di tulipani, narcisi, giacinti, violette etc.. E’ fantastico, e il tempo girandolo è letteralmente volato tra aiuole fiorite di ogni colore, grandi alberi, laghetti, ruscelli, prati, un mulino a vento visitabile (che rumore fanno le pale e che spostamento d’aria producono!) una serra ricca di pregiate orchidee e migliaia di altri fiori provenienti da tutto il mondo. Sono centinaia gli angoli incantevoli creati “mescolando” le centinaia di varietà di fiori e in particolare di tulipani, i ballerina arancio che sembrano tanti soldatini, i delicati “Queen of the night” i tulipani neri, una lunga e sinuosa fila di tulipani gialli e rossi, (vedi foto) un fiume di violette e narcisi tra gli alberi, grandi disegni fatti con i fiori; a volte grandi macchie di colori splendidamente contrastanti, altre volte esili steli allineati con i loro fiori dai colori pastello. Serata a Leiden, a circa 30 km a sud/ovest sulla N206, città universitaria, molto animata e tutta piacevole da scoprire, girata con l’ultima luce del giorno. Anche qui gli angoli più caratteristici si scoprono percorrendo le rive dei canali che tagliano il centro. Un’altra buona cena con della tenerissima carne con i funghi al Mejuffronw Janseen sulla Breestraat. 7° giorno: Marken, Volendam, Enkhuizen, Alkmaar Giornata dedicata al Noord Holland la penisola a nord di Amsterdam; un’oretta di auto sul Ringweg che gira attorno ad Amsterdam prima di ritrovarci in aperta campagna sulla N247 e poi sulla N518 direzione Marken un tempo un’isola, ora collegata alla terraferma da una diga sopra a cui passa la strada. Marken è un paesino da fiaba con le case di legno raccolte su tre lati attorno ad un piccolo porticciolo e a poche altre stradine chiuse al traffico delle auto. Case con i tetti a spiovente, dipinte di verde o di blu, alcune davvero piccine piccine. Un luogo dove si vive con ritmi lenti girando a piedi o in bicicletta con un’incantevole chiesetta in legno dipinta all’interno prevalentemente di azzurro. Di fronte a Marken c’è Volendam altro paesino di pescatori, ma decisamente più grande, con tanti negozietti e locali e affollato di turisti. Affascinante la fila di case colorate dagli eleganti fronti e l’attivo porticciolo, bello il colpo d’occhio dal molo d’ingresso del porto. Pomeriggio iniziato puntando a nord, nelle terre che nei secoli gli olandesi hanno tenacemente sottratto al mare. Una breve sosta ad Edam, patria dell’omonimo formaggio, dal pittoresco e tranquillo centro, poi ancora più a nord per visitare Enkhuizen, nei pressi della quale c’è l’inizio dell’enorme e lunga diga di 30km che divide in due il bacino dell’Isselmeer. Ad Enkhuizen siamo entrati nel centro attraverso la grande torre, la Dromedaris del 1540 per trovarci sul vecchio porticciolo dove si affacciano alcune antiche e belle case. Piacevole da girare anche il resto della città. Infine abbiamo raggiunto Alkmaar percorrendo una bella e rettilinea strada, la N243 dove sono d’obbligo le soste per vedere alcuni grandi mulini a vento. Il centro della città è in buona parte moderna e l’abbiamo girato con le prime luci della sera; il punto più caratteristico è la Waag-Plein, su cui prospetta il Waag, la pesa e dove si tiene uno dei più famosi mercati del formaggio; alla sera invece la piazza è piena dei tavolini dei tanti locali. Sulla via centrale, la Langestraat abbiamo trovato anche stavolta un buon locale per la cena. 8° giorno: Reenwijk, Gouda, Kinderdijk, Scheveningen Giornata dedicata alla zona a sud di Amsterdam fino a Rotterdam; siamo tornati verso Leiden, e da li si è presa la N11 per Gouda, deviando poco prima della città verso gli stagni di Reenwijk. Si percorre una stretta strada che gira intorno ai due grandi stagni, su cui si affacciano spesso delle belle villette, ognuna con il suo giardino e un piccolo canale per accedere allo stagno. E’ il regno dell’acqua e degli animali che vivono a contatto con essa ben mimetizzati nella vegetazione. Incredibile il gracidare delle rane, un concerto, che abbiamo provato a interrompere battendo le mani; improvvisamente è tornato il silenzio, ma solo per un attimo, poi il concertino è ripreso. Carino il centro di Gouda, con la piazza del mercato, il Markt con al centro lo Stadhuis, un bianco edificio tutto guglie e pinnacoli, e il “solito” Waag. Merita una visita la gotica San Giovanni, in particolare per le sue antiche vetrate. Ripartiti si è percorsa un’altra splendida strada, la N228 che passando da Vlist arriva fino al Reno a Schoonhoven, con tanti stupendi scorci panoramici sulla campagna, tagliata continuamente da canali e distanti dei mulini a vento. Il Reno, o meglio uno dei suoi rami, lo si è passato su un ferry-boat che fa velocemente la spola tra le due sponde, poi per raggiungere Kinderdijk e i suoi 19 mulini a vento del 1700, abbiamo percorso per una ventina di km l’argine del fiume. Rilassante la sosta davanti a un curvone del Reno per mangiare, le cibarie prese al mercato di Gouda. A Kinderdijk l’ideale sarebbe avere una bici perché le distanze tra i mulini non sono brevi e altrettanto il tratto per avvicinarsi una volta lasciata l’auto ai bordi della strada. 17 dei 19 mulini sono disposti sulla riva di due canali, (gli altri sono in aperta campagna) con un ponticello che permette di passare da una riva all’altra e di coglierne la vista nell’insieme. Sono enormi, con la porticina colorata, piccole finestre e la targa con l’anno di costruzione; alcuni con le pale con delle tele colorate, ed è bello vederle e sentirle girare velocissime o lente a seconda del vento. Con la campagna attorno è più che mai il tipico paesaggio olandese, ci fosse stato anche un campo di tulipani… Era pomeriggio inoltrato quando siamo ripartiti per raggiungere la costa a Scheveningen, la parte di Den Haag sul mare. Saltata Rotterdam, troppo grande per essere visitata in così poco tempo, siamo ripassati nel centro di Den Haag e davanti allo splendido Vredespalais, il palazzo della pace ora sede della Corte Internazionale di Giustizia. Era affollata e piena di locali la grande passeggiata mare di Scheveningen, dalla quale si stacca un enorme e alto molo il De Pier che termina con una torre alta 45metri, ribattezzato da noi “Brutto ma bello”. Visto da terra è alquanto brutto, un ecomostro diremmo noi; bello invece per la vista che salendoci si gode sulla spiaggia e sul mare dall’alto. Stesso contrasto tra il Kurhaus il grande ed elegante edificio di fine ‘800 e gli altri palazzi che si affacciano sul mare, esempi di moderna e discutibile edilizia, ben lontani dal senso di rispetto per l’ambiente visto altrove in Olanda. Ormai alla fine della vacanza ci siamo gustati l’ultimo caldo sole della giornata seduti in un locale sulla passeggiata, poi la cena a Noordwijk in una brasserie e infine un po’ di musica nei pub della cittadina. 9° giorno: Ultima giornata che con il volo di ritorno verso le 13, ci ha concesso solo qualche ora di vacanza. Un’altra passeggiata davanti al mare di Noordwijk e un giro su qualche strada di campagna per vedere di nuovo i campi di tulli. Un mulino davanti a una canale, e delle mucche al pascolo l’ultima immagine della campagna olandese. L’enorme Schiphol e il volo verso Milano a chiudere questa vacanza in Olanda, un paese che abbiamo particolarmente apprezzato non solo per il fascino di Amsterdam, ma anche per gli altri centri visitati da Delft a Leida e per le splendide campagne e i tanti animali, le grandi distese di tulipani e i mulini a vento.