Diario della Guadalupa

Bella ma turistica la grande terre, più autentica la basse terre
Scritto da: amber433
diario della guadalupa
Partenza il: 27/10/2010
Ritorno il: 06/11/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Il nostro viaggio è incominciato all’insegna dell’incertezza, perchè la settimana prima in Francia ci sono stati diversi scioperi in aeroporto, e quindi la paura che il viaggio venisse rinviato è stata tanta. Ma alla fine per fortuna siamo partiti. La Guadalupa non si raggiunge con volo diretto dall’Italia, siccome è un volo interno francese, le partenze sono da Orly, quindi da Malpensa si vola a Paris Charles De Gaulle, poi con la navetta di Airfrance si raggiunge l’altro aeroporto, con non poca apprensione, visto il breve lasso di tempo a nostra disposizione, praticamente cinque minuti prima della chiusura del volo, ci siamo imbarcati. Il volo è stato abbastanza tranquillo, ca. 8.30 h, lungo per una come me che non ama volare, ma tant’è, mi sono vista due film, tra cui “questioni di cuore” con Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese che mi è piaciuto tantissimo. Giunti finalmente a destinazione, dopo aver preso i nostri bagagli nel caos terribile di questo piccolo aeroporto, siamo usciti sul piazzale per ritirare la macchina presa a noleggio, e l’aria calda (che bello) dei Caraibi ci ha investiti. Per raggiungere la nostra destinazione Pointe Noire, nella Basse Terre abbiamo viaggiato per circa un’ora sulla Route de La Traversée, che passa attraverso una foresta, era ormai già buio, e abbiamo notato subito i grandi fossati ai lati della strada, che in caso di pioggia permettono il deflusso dell’acqua (perché quando piove fa sul serio, l’abbiamo imparato a nostre spese). Le strade in Guadalupa sono tutto un saliscendi. Siamo arrivati a Beaugendre, Annette e Adrien i proprietari di questa piccola struttura di tre camere, ci aspettavano, e ci hanno servito la cena che avevamo prenotato. La camera era molto carina, con un particolare curioso, doccia esterna a cielo aperto, stupendo! Le piccolissime e rumorosissime rane, hanno accompagnato la nostra prima notte in Guadalupa. Ci siamo svegliati alle 4 (da noi le 10 di mattina) così ci siamo goduti la nostra prima alba sulla veranda. La colazione veniva servita sulla veranda della casa dei proprietari, attorniati da Brutus, il cane, e tre gatti. I sucriers e i colibrì si alternavano a mangiare lo zucchero messo nelle casette per uccelli. E io che mi domandavo se mai avrei visto i colibrì! Alle 8 praticamente eravamo già in spiaggia, alla Grande Anse di Deshaies, spiaggia lunghissima e poco frequentata anche negli orari di punta. La temperatura dell’acqua dei Caraibi è per me ideale, io che ho sempre freddo, non volevo mai uscire. Sulla spiaggia ci sono diversi piccoli ristoranti, tra cui Chez Liline, tipico ristorante dei Caraibi, molto spartano, con le tovaglie madras, abbiamo cominciato con un aperitivo a base di acras, deliziosi tortelli di merluzzo fritti, e un ti-punch e un planteur, bevande a base di rhum, e poi abbiamo continuato con due menu accompagnati da verdure e gratin di banane. In Guadalupa le porzioni sono abbondanti e quindi la sera non avevamo fame, detto da me che sono una buona forchetta… Il giorno seguente era il compleanno di mio marito, parenti e amici hanno incominciato a telefonare e mandare sms alla mattina prestissimo, per fortuna eravamo già belli svegli e pimpanti. Abbiamo replicato e ci siamo recati di nuovo alla Grande Anse, mentre al pomeriggio abbiamo provato la Petite Anse, dove ho scoperto lo snorkeling! Mi piace da impazzire, dopo un primo momento di imbarazzo, ho incominciato a coordinare i movimenti e a godermi la bellezza dei fondali, conchiglie e pesci colorati in abbondanza. Nei giorni seguenti abbiamo scoperto che, soprattutto nelle zone meno turistiche, i ristoranti aprono alle 18.30 e chiudono prestissimo, perché i creoli hanno paura del buio e della notte e credono che ci siano gli spiriti, e quindi si barricano in casa prestissimo! Ecco, non lo avevamo letto su nessuna guida. Abbiamo ovviato a questo problema comperando cibo al supermercato oppure facendoci preparare la cena dai proprietari di casa, che al mattino esponevano il menu serale e si era interessati lo si doveva comunicare già a colazione. Ma alla fine non è stato un problema, visto l’abbondanza di cibo a mezzogiorno. La domenica il tempo si è un po’ guastato, l’urgano Thomas è passato sulla Martinica, a ca. 300 km da noi, ed è arrivato sotto forma di pioggia tropicale in Guadalupa. Ci siamo goduti un po’ la nostra veranda, cullandoci nelle comodissime amache e godendoci il panorama del giardino di casa. Il 1. Di novembre, giorno festivo anche in Guadalupa, abbiamo deciso di vedere anche l’altra parte dell’isola, Grande Terre, quindi abbiamo rifatto la Route de la Traversée, questa volta finalmente di giorno, ci ha permesso di ammirare la foresta, e la cima attorniata dalla nebbia. Abbiamo raggiunto Saint-Anne, una località piuttosto turistica, con una lunga spiaggia bianca e, nonostante ci fosse gente visto anche la giornata festiva, non si aveva l’impressione di sovraffollamento. Rientrando verso la macchina, mi sono fermata al mercatino per comperare diverse marmellate di frutta tipica della zona. Più tardi siamo arrivati fino l’estremità di Grande Terre, Pointe des Chateaux, zona non balneabile, con le onde che si infrangono sugli scogli, un paesaggio molto aspro. Poi abbiamo provato un’altra spiaggia, quella di Raisins clairs , anche qui sabbia bianca, mare turchese, e nuvoloni neri in cielo, ma per fortuna non ha piovuto. Per pranzo abbiamo provato i bokit, panini fritti, imbottiti a scelta con pollo o carne o altro, cucinati da una coppia nel proprio camper attrezzatissimo.. Vi assicuro che sono squisiti, e per un pranzo simile, con le bevande a base di rhum abbiamo speso ca. 10 euro! Sulla strada del ritorno siamo passati da Morne-à-l’Eau, dove c’è un famoso cimitero, molto particolare. Il paesaggio di Grande Terre è piatto, sinceramente preferiamo Basse Terre, anche se è meno turistica. La sera Annette e Adrien ci hanno invitati ad andare con loro alla festa che si svolge al cimitero, che contrariamente alle nostre abitudini, non è triste, le persone vanno a pulire le tombe di famiglia e poi si ritrovano a scherzare e a scambiare battute, è un viavai di gente allegra, con bambini che giocano e gli adulti che conversano tra loro del piu’ e del meno, ci è capitato di sentire fragorose risate. Fuori dal cimitero c’è un camioncino dove si può comperare da mangiare. Praticamente ci hanno spiegato che è una serata di festa e solamente a Carnevale si incontra così tanta gente per strada. E’ stata veramente un’esperienza particolare. La Grande Anse è diventata la nostra spiaggia preferita, alternandola alla Petite Anse dove si poteva praticare lo snorkeling. Per il pranzo invece abbiamo trovato un altro piccolo ristorante affacciato direttamente sul mare a Deshaies, Le coin des pècheurs, dove abbiamo continuato la tradizione dell’aperitivo con gli acras, e alternato piatti di ouassous, accompagnati da diversi tipi di riso, a piatti di carne. In ogni caso abbiamo sempre mangiato bene in Guadalupa. Un pomeriggio abbiamo visitato il Giardino Botanico di Deshaies, dove si possono trovare un’infinità di fiori e piante. Quando il tempo ci ha concesso finalmente un po’ di tregua, abbiamo finalmente potuto organizzare l’escursione nel Parco Marino con Nico, un siciliano trapiantato da molti anni in Guadalupa, e un piccolo gruppo di altre persone. Nico è stato molto professionale, ci ha spiegato come funziona l’ecosistema delle mangrovie, della barriera corallina, fermandosi in 3-4 punti dove abbiamo potuto scendere dalla barca e praticare snorkeling. Ed è qui che ho trovato la mia prima stella marina, che emozione! E più tardi la seconda, che mai avrei pensato fosse così grande. Fabrizio si è spinto fin dentro la mangrovia e ha nuotato tra i barracuda che vengono a riprodursi. Gli ultimi giorni della vacanza sono trascorsi all’insegna del relax, dei bagni in mare, e purtroppo abbiamo avuto pioggia, spesso anche molto forte, che ci ha accompagnati anche il giorno della nostra partenza, oltretutto obbligandoci a cambiare strada per arrivare in aeroporto in quanto ci sono state delle frane e la Route de la Traversée era chiusa. Anche in aeroporto c’è stato un attimo di panico, perché erano iniziati da pochi giorni dei lavori, e c’erano delle lunghe code per passare i controlli di dogana, e nonostante il nostro anticipo, siamo riusciti a passare con grande ritardo, mentre gli altoparlanti continuavano a ripetere che il volo era pronto per l’imbarco. Solo una volta saliti a bordo, il capitano ci ha annunciato che avremmo avuto ritardo perché c’erano ancora ca. 150 passeggeri ancora a terra. Il mattino seguente a Parigi, accolti da temperature autunnali, abbiamo avuto tutto il tempo per trasferirci da un aeroporto all’altro. E’ strano essere a Parigi e non fermarsi per visitarla, un po’ mi è spiaciuto. La Guadalupa mi è piaciuta moltissimo, ci tornerei domani. Consiglio di andarci a chi non cerca i Caraibi più turistici, non vuole mondanità e a chi si adatta a questi ritmi di vita ed è interessato alla natura un po’ selvaggia.



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