Emozioni e sensazioni… Siria e Giordania.

Tante cose nella vita capitano per caso, ma non questo viaggio, sognato e desiderato da tanto tempo. Il Medio Oriente versione famiglia, tra antiche civiltà e un sorprendente presente tutto da scoprire.
Scritto da: Piku
emozioni e sensazioni... siria e giordania.
Partenza il: 23/12/2010
Ritorno il: 03/01/2011
Viaggiatori: 5
Spesa: 3000 €
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La premessa di questo diario di viaggio è che non si parlerà di costi, avendo noi comprato un pacchetto, veramente tutto compreso, volo, alberghi, ingressi e pasti (tranne due pranzi e due cene). Durante la vacanza tutti gli extra, souvenir compresi, ci sono costati circa € 150,00 a testa. Il costo del pacchetto era di € 2.450,00 a testa. € 620,00 di sconto per la bimba più piccola.

Quest’anno abbiamo deciso di passare un Natale diverso, regalandoci un viaggio alla scoperta di due Paesi Islamici, in una terra dove storicamente affonda le radici il Cristianesimo, le nostre mete sono Siria e Giordania. Organizziamo il viaggio secondo le nostre esigenze, con l’aiuto di Roberto dell’agenzia “I Viaggi Del Turchese”, e il 23 Dicembre partiamo da Bologna. Siamo in 5, io, mio marito Luigi, nostra figlia Ludovica che ha 8 anni, la nostra amica Simona, sua figlia Giada di 12 anni e oltre alle valigie portiamo con noi le raccomandazioni di amici e parenti, convinti non siano questi i luoghi dove portare due bambine!!! Arriviamo ad Aleppo di notte dopo uno scalo ad Istanbul e in aeroporto troviamo ad attenderci il corrispondente locale che ci accompagna in Hotel. Passiamo la giornata della Vigilia passeggiando per la città. Visitiamo il quartiere armeno, le sue chiese, il museo del Folklore e cerchiamo di capire la realtà che ci circonda. Nel pomeriggio dopo un ottimo pranzo al ristorante Beit Sissi ci dirigiamo verso la Cittadella ed essendo Venerdì, giorno festivo, incontriamo famiglie e coppiette a passeggio. I sorrisi che adulti e bambini ci rivolgono sono spontanei, così come il ricorrente “Welcome to Siria”, saluto che ci fa intuire come le nostre bambine non corrano nessuno pericolo in questo ospitale Paese. La nostra cena della Vigilia è al ristorante panoramico dell’albergo dove alloggiamo, l’ “Hotel Riga”. Da qui ci godiamo, oltre l’ottima cena, il panorama della città illuminata, con la Cittadella a far da vedetta alla città moderna. Il nostro tavolo è ampio, ma in pochi minuti viene ricoperto dai “mezze” antipasti caldi e freddi , per ogni gusto e palato. Frutta secca, creme di yogurt e formaggio, saccottini di carne, verdure cotte e crude, legumi, i sapori variano dal delicato al piccante (molte di queste bontà culinarie le ritroveremo ad ogni pasto per tutto il viaggio). Viene poi servita carne accompagnata da riso, frutta e forse per farci sentire come a casa, dei golosissimi Tronchetti di Natale! Niente male come… cena di magro!

La mattina del 25 Dicembre conosciamo Amhed, la nostra guida Siriana e gli altri nove compagni di viaggio con cui inizieremo il nostro tour. La giornata prevede la visita a circa 40 km da Aleppo della Cattedrale di San Simeone, saggio stilita che passò buona parte della sua vita su una colonna…Isolate su di un lussureggiante altopiano, da dove svettano con eleganza, le mura perimetrali sono ormai ciò che resta della Basilica costruita in onore dell’eremita, ma la sacralità del luogo si respira ancora intatta. Rientrati in città, visita al Museo Archeologico , per poi pranzare nuovamente al Beit Sissi. Verso le 15 entriamo nella Cittadella fortificata da cui si gode una bellissima visuale sulla città. Successiva tappa d’obbligo, e per le donne mantello d’ordinanza, la Grande Moschea dove possiamo ammirare il minareto da cui la notte il Muezzin ci sveglia con i suoi richiami alla preghiera! Dopo una breve passeggiata al Suq, rientriamo all’Hotel Riga per la nostra terza ed ultima notte ad Aleppo. Dopo cena, torneo di briscola in 5, ormai nostro rituale prima di andare a dormire.

Il 26 Dicembre lasciamo la città avvolta in un inconsueta nebbia che ci accompagna fino agli scavi di Ebla, per poi diradarsi al nostro arrivo a Serjilla, splendida città morta. Le rossiccie mura diroccate, nel verde del prato, conferiscono al paesaggio un’aria di surreale abbandono, e Amhed ci spiega che resta tuttora un mistero (Terremoti? Epidemie? Invasioni?) il motivo degli esodi di massa da Serjilla come da altre centinaia di antiche città morte Siriane. Pranziamo con un ottimo piatto locale a base di montone e patate, servito con pane arabo caldo e proseguiamo per Apamea. La nebbia è riscesa, il nostro è al momento l’unico gruppo in visita al sito. Del famoso Colonnato lungo più di un km vediamo avanti a noi non più di una decina di colonne alla volta… Proseguendo ne vediamo di nuove, ma quelle dietro noi sembrano risucchiate nel grigio silenzio che ci avvolge. E’ stata un’esperienza vagamente mistica e Padana, un ipotetico gemellaggio tra la Siria e la nostra “Emilia del Po”. Dal Po all’Oronte, per noi il passo è breve, ed eccoci ad Hama dove dormiremo al “Boutique Hotel Horient House”. Questi alberghi sono solitamente antiche dimore Siriane, ora sapientemente trasformate in alberghi di varie categorie, sicuramente da consigliare per il loro caratteristico stile arabo. Per concludere la giornata, passeggiata al Suq e sul lungo fiume, cena al ristorante dell’Hotel -servita nel cortile dell’Harem- e partita a carte….adulti sbadiglianti-bambine instancabili!!

La tappa del 27 Dicembre ci porterà ad affrontare parecchi km di strada, partiamo perciò al mattino presto e prima di lasciare Hama ci fermiamo per scattare alcune foto alle Norie. Queste enormi ruote in legno erano usate per l’irrigazione fin da epoche remote e caratterizzano il paesaggio dell’Oronte. Le ore di viaggio scorrono piacevoli, infatti siamo comodissimi, in 14 su un pullman da 50 posti; la strada attraversa una tranquilla zona agricola poco trafficata. Fuori dai finestrini vediamo ordinati campi coltivati, serre, piantagioni di alberi da frutto e poi davanti a noi, su un altura, l’imponente Krak dei Cavalieri. La visita alla fortezza è molto interessante e dalle sue mura fortificate la vista spazia fino al Monte Libano, in questo periodo innevato, punto di confine con il Libano. Pranziamo al Ristorante Panorama, con la magnifica vista della fortezza davanti a noi (eccezzionale cavolo fritto condito con aceto balsamico!), e ci rimettiamo in viaggio, diretti verso il Deserto Siriano, nostra prossima meta: Palmira. Arriviamo nei pressi della città prima del tramonto e saliamo alla fortezza Qalah ibn Maan. Da qui emozionati ci godiamo il calare del sole sulle rovine e sul deserto, per poi raggiungere l’Hotel Villa Palmira. Prima di cena Luigi esce per fare Jogging nel deserto (contento lui…), mentre noi femminucce, con altri del gruppo facciamo una passeggiata tra le rovine, infatti l’ingresso è libero in quasi tutto il sito. I fari posizionati tra le colonne e il cielo stellato creano una scenografia veramente suggestiva, un piccolo anticipo dello spettacolo che ci aspetta domani!! Prima di rientrare in albergo mi fermo in una banca per cambiare 50 euro e il cassiere chiede a Ludovica come si chiama, quanti anni ha, etc… Le mostra poi le foto delle sue due bimbe e… L’invita a cena a casa sua!! Da saggia mamma, rispondo” No grazie..sarà per la prossima volta..!”. La mia incosciente figlia risponde invece ”Per piacere mamma, posso andare??? Ti prego, ti prego, ti prego!!!”. Ma posso io tornare in Hotel da suo padre e dirgli ”Tesoro la piccola sta fuori a cena, sai, l’ha invitata il banchiere….!!”. Declino perciò gentilmente l’invito e salutato il nostro nuovo amico, rientriemo a Villa Palmira, per la cena. Poi carte e nanna!!!

La mattina del 28 Dicembre è interamente dedicata alla città della Regina Zenobia, la mitica Palmira. Circondata da un’oasi, appare come un miraggio nel deserto con l’azzurro del cielo a far da sfondo perfetto alle millenarie colonne. Ammetto sinceramente che prima di organizzare questo viaggio non sapevo nulla di questo luogo, ma resterà nei miei ricordi uno dei posti più belli io abbia fin ad ora visitato. Anche le bimbe sono entusiaste, Ludovica si aggira qua e là con in mano un blocco per appunti/disegni, la mano libera perennemente alzata, tipo scuola, perchè “ Devo fare una domanda, posso?? “. Giada, armata di macchina fotografica, si dedica a foto artistiche scattate a: Pietre-dromedari-Ludovica-capitelli-Gigi e la sua videocamera!! Due vere turiste, neanche troppo per caso!! Anche qui, come nella maggioranza dei siti da noi visitati, non ci sono troppi turisti, é perciò rilassante passeggiare ascoltando Amhed narrare le vicende, vere o leggendarie, accadute nel corso dei secoli. Pranziamo al Ristorante dell’Hotel Zenobia, il sole alto nel cielo scalda piacevolmente l’aria e seduti nel giardino che s’affaccia sulle rovine, ci godiamo gli ultimi minuti di contemplazione, prima di riprendere la via del deserto…. Dal pullman, affascinata guardo attraverso il vetro lo straordinario mondo del deserto, il paesaggio non è mai monotono; villaggi beduini, greggi di pecore, sinuose catene montuose, ai pochi incroci i cartelli stradali indicano Iraq-Baghdad offrendo ad Amhed spunti per parlarci della condizione economica, politica del suo Paese e della zona Medio Orientale in generale. Arriviamo al villaggio di Maalula verso sera, appena in tempo per una breve sosta al Monastero di Mar Sarkis dove ascoltiamo il Padre Nostro recitato in aramaico, lingua ancora parlata in questo suggestivo paesino. Nostra meta per stanotte: Damasco. Qui alloggeremo in un altro Boutique Hotel nel cuore della città vecchia, il “Talisman II”, mentre il resto del gruppo sarà in periferia all’Hotel Carlton. Salutiamo tutti,ci diamo appuntamento per il mattino dopo e lasciate le valigie in albergo cerchiamo un ristorante per la cena. “Cercare” è la parola giusta, nel dedalo di viuzze della vecchia Damasco non è facile orientarsi, alla fine la nostra scelta è l’ “Old Town”, molto carino, cucina discreta. Il “Talisman II” è un’antica casa Damascena, con arabeggianti mobili d’epoca originali, le camere affacciate sull’incantevole cortile interno e… comodissimi letti dove crolliamo addormentati!

E’ il 29 Dicembre, sveglia di buon mattino, il ritrovo è alla Porta Bab Tuma alle 8 in punto, quindi alle 7,40 siamo già per le vie di Damasco. L’impatto con la vita quotidiana locale da un senso di calore. I vicoli sono silenziosi, i negozi ancora chiusi, niente turisti. Incrociamo gruppi di adolescienti diretti a scuola fermi ai forni per comprare pane arabo appena sfornato, alcune ragazze hanno il capo coperto, altre no, l’amicizia non ha religione… ed ancora mamme ed i loro piccoli scolari con la cartella in spalla, uomini in tuta da lavoro, il sacchetto con il pranzo in mano. Cerco le differenze con le nostre mattine Italiane, ma non riesco a trovarle….Forse sono solo nei Governi, nei Giochi di Potere, nella Politica, negli estremismi Religiosi, ma mi piace pensare che alla fine ogni Singolo Individuo, in ogni parte del Mondo, abbia un desiderio comune. Innamorarsi, formare una famiglia, avere un lavoro dignitoso, la possibilità di crescere al meglio i propri figli e vivere in Pace. Sarò sognatrice? Questo luogo e questo momento me lo consentono, per il cinismo c’è ancora tanto tempo… Riuniti al resto del gruppo iniziamo il tour culturale della città (spezzato solo per la sosta pranzo nel quartiere Cristiano): il Museo Nazionale, la Grande Moschea con il Mausoleo di Saladino, Palazzo al-Azem, la Cappella di Anania, la Cappella di S.Paolo, Islam e Cristianesimo, ogni angolo è una meravigliosa scoperta, fino ad arrivare al pittoresco Suq. La città non è più quella del mattino, è variopinta, cosmopolita, impregnata dei mille odori di cibi e spezie, cullata dal chiacchiericcio di negozianti e acquirenti delle più stravaganti merci. Quando arriva il buio stiamo ancora passeggiando, curiosi e mai stanchi (o quasi…) di zizzagare tra le bancarelle. Stasera per cena abbiamo scelto il ristorante “Elissar”, locale accogliente anche se a tarda sera molto frequentato e di conseguenza saturo di fumo (in Siria e Giordania è consentito fumare in tutti i locali, ma quasi sempre vi sono ampie zone non fumatori e non abbiamo avuto troppi disagi). Noi comunque usciamo presto perchè la nostra serata prosegue al “Abu Al’ eez” dove assisteremo all’esibizione di un Derviscio Rotante (personaggio che roteando su se stesso raggiunge l’estasi). L’insieme dovrebbe risultare “mistico”, a noi da più l’idea di spettacolo acchiappa-turisti, l’importante è esserne consapevoli… siamo infatti venuti più che altro per le bambine, loro si sono divertite e in fin dei conti, pure noi! Ultima passeggiata notturna per la magica Damasco… domani si parte per la Giordania…

Il cielo è coperto la mattina del 30 Dicembre e al nostro arrivo a Bosra scende una leggera pioggia. Il teatro costruito con pietra nera è il centro della nostra visita, immenso e spettacolare poteva accogliere 15.000 spettatori, anche noi come loro saliamo sulle gradinate levigate dal tempo, oggi lucenti sotto il velo di pioggia che le ricopre. Le bimbe sul palco improvvisano un balletto con gli ombrellini stile ”Singin’in the rain”, e con questo Gran Finale ringraziamo e salutiamo Amhed e la Siria, che ci ha in questa settimana stupito e ospitato. Al confine ci attende Raid, la nostra guida Giordana, e sbrigate le formalità di frontiera cambiamo pullman e conducente (abbiamo apprezzato molto entrambi gli autisti,discreti,puntuali,sempre scrupolosi e prudenti alla guida). Il nuovo mezzo è un 20 posti, più intimo dell’altro dove noi 5 sembravamo gli ammutinati, sempre negli ultimi posti con il totale, anarchico possesso di metà autobus (circa 24 sedili per tre adulti e due bambine)!! La prima tappa in Giordania è la Magnifica Jarash. Mangiamo presso il ristorante all’interno del sito archeologico, restando stupiti dalla qualità del cibo, è infatti un semplice self-service ma tutto è ben preparato, caldo e cotto al punto giusto, ottime le melanzane, il riso con le verdure e sui tavoli vengono continuamente servite gustose focacce calde. La visita impegna tutto il pomeriggio (per fortuna non piove più), poichè l’area degli scavi è vastissima. Passato l’Arco di Adriano si costeggia l’Ippodromo, ma è arrivando nella Piazza Ovale che si resta “basiti” da tanta perfezione. Il Cardo maximus prosegue a perdida d’occhio, sembra perdersi tra le colline, il Tempio di Artemide, il Teatro, ogni avvallamento è una scoperta, difficile da spiegare, magnifica da vedere…A malincuore lasciamo Jerash, ma il nostro Hotel di stanotte è sul Mar Morto, e da qua sono quasi due ore di strada. Il “Movenpick Resort” Spa Dead Sea è veramente lussuosissimo, si stende in un immenso giardino dove sono sparse villette con le camere. La cena è a Buffet con cucina locale ed internazionale che noi innaffiamo con un buon vino Libanese(durante il viaggio ne abbiamo assaggiati diversi, gradevoli e di buona qualità accompagnano piacevolmente i pasti).

E’ il 31 Dicembre, ci alziamo alle 6 per poter immergere i piedi nel Mar Morto, visto che alle 8.15 partiremo per il Deserto del Wadi Rum. L’esperienza vale l’alzataccia, l’acqua salatissima è tiepida e sulla riva opposta scorgiamo le colline Israeliane, peccato non aver una giornata qui, unica pecca di un viaggio per il resto organizzato con tempi e spostamenti giusti. Il nostro trasferimento verso il sud della Giordania dura più di quattro ore, e arriviamo per l’ora di pranzo al Centro Visitatori dell’Area Protetta del Wadi Rum. Dopo un pranzo semplice ma gustoso, partiamo con le jeep alla scoperta del Wadi Rum. Il paesaggio supera le nostre aspettative: la sabbia è rossastra, il cielo azzurro intenso, ma all’orizzonte veleggiano nuvole grigio piombo, trafitte da raggi di sole i cui riflessi mutano continuamente le tonalità dei colori intorno a noi. Alture superbe e singolari formazioni rocciose, sono la perfetta cornice di questo irripetibile quadro. Per le bambine questo resterà il pomeriggio più divertente, le corse nel deserto con le jeep, la scalata di una duna di sabbia, il giro in dromedario, non sono esperienze facili da trovare dalle nostre parti!!! Rientrando verso il Centro Visitatori, siamo euforici e intoniamo a squarciagola l’”Inno di Mameli”… Il giovane beduino alla guida della nostra jeep si lascia coinvolgere e da il tempo con il clacson…gli chiediamo se la conosce, ma risponde che non ha mai visto neppure una partita di football… ha volte vivere nel deserto può avere i suoi vantaggi!! Risaliamo sul nostro pulmino e ci rendiamo conto che solo sette ore ci separano dalla fine dell’anno, e solo novanta km ci separano dal luogo da noi tanto sognato. La strada ci invita a proseguire senza indugi, e nel buio del deserto, sotto un cielo vibrante di stelle, Raid inizia a narrare di un popolo, fuggito dal Regno della Regina di Saba, nello Yemen. La sua voce ci coccola, aiutandoci a immaginare le corragiose imprese compiute da uomini e donne vissuti in un altro tempo, ma in questa stessa terra che ora ci ospita. Vagarono per anni alla ricerca del luogo ideale dove costruire la loro città, quando capirono d’averlo trovato si fermarono qua. Siamo tutti in ascolto, in un silenzio quasi religioso, quando ormai arrivati Raid conclude il suo racconto: loro erano i Nabatei… la loro città Petra. Esclama poi: “Hei, ma state tutti dormendo??”. No Raid, stiamo solo sognando ad occhi aperti. Il nostro albergo a Wadi Musa è il “Crowne Plaza Resort Petra”, il cui pregio principale è di essere proprio di fianco all’ingresso del sito ed affacciarsi sulle montagne che circondano l’area archeologica. Per cena è stato allestito un ottimo buffett, sui tavoli cappellini e trombette per tutti, un dj provvede al sottofondo musicale. Alle ventidue spettacolo di danza del ventre, poi si balla tutti insieme, camerieri compresi, insomma più genere “Aggiungi un posto a tavola” che “Indiana Jones”, ma per Giada e Ludovica divertimento assicurato! A mezzanotte, Buon Anno e buonanotte a tutti… Petra avvolta dal nero della notte aspetta l’alba per accoglierci e stupirci.

1 Gennaio 2011, difficile immaginare luogo più magico dove iniziare un nuovo anno. Mi alzo prima delle 7 e vado sul balcone… l’aria è fredda, ma il cielo striato di rosa promette una buona giornata. Alle 8,30 entriamo a Petra e affrontiamo il primo tratto di sentiero a cavallo, per la gioia delle bimbe. Scendiamo all’ingresso del Siq e da qui in poi: camminare, camminare, camminare!! Ma quanto è grande Petra?? Se uno vede la classica foto, quella del “Tesoro del Faraone”, viene sfiorato dal pensiero sia, più o meno, tutto lì… e invece no!! Come ci dirà il saggio Raid (che per fortuna non vive su una colonna,ma fa la guida turistica), alla fine del Siq, Petra non finisce, anzi da lì inizia. Spiegare Petra è come spiegare un emozione, un sentimento, le parole non bastano… bisogna viverla. Il Teatro, la via Colonnata, la Tomba dell’Urna, la Tomba del Palazzo, le roccie dalle venature infinite… centinaia di foto (più ad asini e cammelli che a persone), per cogliere ogni istante di questa giornata. Il pranzo è leggero e veloce, oggi gli occhi devono saziarsi più della pancia!!! La salita al Monastero è vissuta in un silenzio contemplativo, cioè nessuno ha il fiato per parlare, ma arrivare lassù è stato il Punto d’Arrivo di un intero viaggio. E poi giù, ogni cosa rivista sembra ancora più bella, il sole ha cambiato posizione illuminando zone diverse rispetto al mattino e perciò… altre foto e preziosi ricordi da custodire. Rieccoci nel Siq, abbracciati da imponenti pareti rocciose,poi la mulattiera verso l’uscita, stavolta senza cavallo. Ludovica a pochi metri dal cancello d’ingresso, dopo aver camminato più di sette ore, mi dice: “Mamma, comincio a essere un po’ stanca…”!! Provare per credere!!!! In pulmino raggiungiamo “Piccola Petra”, che si trova a otto km da Wadi Musa. Il sito è intimo e carino,non molto grande, sembra il modellino di Petra in miniatura, da qui, con un po’ di nostalgia partiamo per Amman. Il sole cala all’orizzonte e come stamattina il cielo è striato di rosa… il colore Principe di questa indimenticabile giornata dedicata a Petra… la “Città Rosa”. Il nostro ultimo albergo è il “Boutique Hotel Canyon”, diverso dagli altri, in quanto moderno-minimalista. Qua Raid ci saluta, noi lo ringraziamo per la sua disponibilità, per averci aiutato a capire meglio ciò che la Giordania è stata nella storia, e come vive la sua attuale posizione nel difficile Mondo Medio Orientale.A cena salutiamo anche i nostri compagni di viaggio, la cui vacanza finisce stasera. E’ stato piacevole condividere con loro, idee e opinioni, chiacchere, risate e buon cibo; Ludovica e Giada, ormai mascotte del gruppo ricevono baci e abbracci ed in più tanti complimenti per il comportamento avuto nel corso del viaggio.

Eccoci giunti al 2 Gennaio, siamo rimasti noi 5, detti anche “i sovversivi”…quelli arrivati un giorno prima, che hanno avuto hotel diversi (tutti avevamo un pacchetto organizzato dalle stesse agenzie locali: “Adonis Travel” in Siria, “Rum Travel” in Giordania), e in partenza un giorno dopo. Come detto all’inizio, questo tour l’abbiamo modificato un po’ secondo le nostre esigenze e facendo alcuni cambiamenti seguendo i consigli del nostro agente di viaggio. Gli alberghi sostituiti sono stati tre, a Damasco, sul Mar Morto e a Petra, ed i giorni in più sono stati aggiunti per aver il modo di ambientarci ad Aleppo e di visitare Amman oggi. Solitamente viaggiamo fai-da-te, ma per questa destinazione abbiamo preferito un tour organizzato, scelta che ci ha permesso di ottimizzare i tempi. Dodici giorni non sono molti e avere guida e autista locali è stato perfetto per la logistica, ma anche per poter meglio capire Passato e Presente di questi Paesi. Oggi andremo a zonzo per la Capitale Giordana in assoluto relax, vogliamo infatti goderci l’ultima giornata in assoluta tranquillità. Sul taxi diretti verso il centro, ci rendiamo conto che “tranquillità” non è proprio la parola giusta da abbinare ad Amman… Il traffico è intenso, la città vivace, in costante sviluppo urbano, grattacieli avvenieristici, ponti ultramoderni e tantissimi cantieri di lavoro in corso disegnano il volto della moderna città che i Giordani avranno nel giro di pochi anni. Saliamo su uno dei ventidue colli della città per visitare il nucleo cittadino originario, ora rappresentato dalle rovine della Cittadella. La vista da qui è a 360 gradi, il panorama sembra quello di un immenso presepe, magari esludendo la cacofonia dei clacson in sottofondo!! A piedi scendiamo alla città bassa, passando davanti a piccole botteghe artigiane. Dalle porte aperte vediamo calzolai, tipografi, meccanici, sarti, carpentieri… noi osserviamo loro, il loro mondo, loro incuriositi guardano noi, strano gruppo di turisti: un uomo, due bambine, due donne ( ma senza velo…). Poi sorrisi e allegri saluti.. .” We are you from? ”, “ Italy… ”, “ Welcome to Jordan! ”, “ Thank you!” …. L’ospitalità ha la meglio sulla curiosità…Visitiamo il Teatro Romano, il Museo Giordano delle tradizioni popolari e l’Odeon, per poi pranzare al “Ristorante Cairo”, porzioni di riso, pollo, e kebab da non riuscire a vuotare i piatti! Passiamo le nostre ultime ore Giordane passeggiando nel Suq nei pressi della Moschea al-Hussein, compriamo variopinte sciarpine come souvenir e rientriamo in Hotel per cena. Siamo stanchi, ma sereni e soddisfatti. Il tour si è svolto senza inconvenienti, non abbiamo avuto nessun problema, nè di sicurezza personale, nè di salute. Torniamo con la consapevolezza di come spesso i nostri mass-media ci facciano arrivare messaggi che alterano la reale quotidianità di questi Paesi. Giada e Ludovica si sono ambientate da subito e hanno vissuto ogni momento con la spontanietà e la curiosità tipica dei bambini, tutto ciò che abbiamo visto, ascoltato, toccato, assaggiato, odorato, ammirato, ha reso questo viaggio una preziosa esperienza da custodire per sempre dentro di noi. I nostri tornei di carte si concludono qui, come il nostro viaggio, domattina alle 6,30 c’è un aereo che ci aspetta…

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