Intermezzo Sudafricano
Arriviamo il 7 febbraio abbastanza stanchi, ma Alberto ci consola subito: dice ‘domattina sveglia alle 4:00’. Queste alzatacce sono necessarie per entrare subito all’apertura e sfruttare le ore fresche della giornata in cui gli animali sono più attivi. Quindi sveglia quasi sempre presto, in compenso, la sera, a parte cenare, non c’è altro da fare, si và a letto alle nove. Il primo giorno Alberto ci fa da guida. Entriamo al Kruger dall’ingresso di Orpen per risalire/gironzolare durante la giornata e uscire a Phalabworba. Subito all’ingresso quasi sulla strada pascola un rinoceronte bianco. La giornata sembra promettere bene, poi prosegue con tanti avvistamenti di erbivori, ma nessun felino! Il paesaggio in questa stagione è molto verde in quanto siamo alla fine dalla stagione delle piogge. Questo è uno svantaggio in quanto la disponibilità di acqua disperde sul territorio gli animali, e di conseguenza è più difficile avvistarli. Inoltre l’erba alta non favorisce gli avvistamenti a distanza! Nei documentari la savana appare sempre arida e spoglia, ma il paesaggio che ci accoglie è rigoglioso e verde. La prima giornata passa velocemente tra le piste del Kruger. In totale trascorriamo quasi dieci ore in giro, con soste varie. Alberto è un ottimo oratore ed i suoi aneddoti con le spiegazioni del comportamento degli animali tengono compagnia tra un avvistamento e l’altro. A parte i felini avvistiamo tutti gli altri abitanti della savana.
9 febbraio. Oggi tour organizzato (siamo solo io, mia moglie e la guida) in una township, visitiamo una scuola, un campo profughi ed una famiglia, pranziamo in un locale accompagnati da musica africana. Esiste un mondo parallelo che versa in condizioni di estrema povertà. Questa sarà una costante che ritroveremo anche in altri luoghi attraversati nei trasferimenti da Johannesburg o nei dintorni di Cape Town. Nel tardo pomeriggio entriamo nel Kruger con i ranger per un safari notturno. Subito appena entrati scorgiamo nella boscaglia un assembramento di avvoltoi, ma è troppo lontano per vedere di cosa si tratta. Verremo a sapere il giorno successivo che c’era la carcassa di un rinoceronte ucciso in uno scontro tra simili. Poco dopo nei pressi di una pozza le antilopi sono nervose, annusano l’aria. I loro sensi sono all’erta. Il ranger dice che probabilmente c’è un leopardo, ma pur rimanendo per un po’ non lo vediamo. Stà tramontando il sole e ci fermiamo in una radura per ammirare il panorama. Scendiamo dalla toyota per gustarci un aperitivo al calar del sole. In lontananza alcune zebre ci scrutano cercando di capire le nostre intenzioni. Il sole è tramontato e accendiamo i fari portatili per scrutare nella notte. Gli occhi degli animali riflettono la luce e rivelano la loro presenza. Avvistiamo degli sciacalli, gufi reali, una mandria di bisonti e una genetta. Si odono anche scrocchi di alberi schiantati, un grosso elefante si ciba sul ciglio della strada. La parte più interessante di un safari è la ricerca, in cui con i sensi all’erta si cerca di scorgere qualcosa.
10 febbraio – kruger. Di nuovo con Alberto per una giornata intera nel parco, oggi sono con noi altri due ospiti del kaia tani, una coppia toscana. Il programma prevede di fare un tragitto in fuoristrada in strade non di pubblico transito, per le quali si deve chiedere un apposito permesso. Il parco diventa più privato. Siamo solo noi in queste strade. La nostra attenzione è massima alla ricerca di indizi rivelatori dei felini. L’erba alta non aiuta, ma poi finalmente non troppo distante dal sentiero scorgo una testa, è una leonessa che si riposa all’ombra di un albero. E’ bellissima fiera e nobile. L’emozione che dà trovarsi di fronte un leone in un simile contesto è grandissima. Questa leonessa ha una ferita sul labbro superiore che lascia scoperti i canini sinistri. Restiamo 5 minuti ad osservarla. Poco più in là nascosta nell’erba ce n’é un’altra. Forse c’è un intero branco qui intorno nascosto dall’erba alta. Proseguiamo, e ancora, ma questa volta in lontananza, intravediamo due giovani maschi. Il giro prosegue, per sgranchirsi un poco. Ci fermiamo e scendiamo dal land cruiser a fare colazione in una vasta radura scoperta. E ai margini della radura sbuca un rinoceronte, siamo sottovento, lui continua a pascolare e noi ad osservarlo gustando un nescafè! La giornata và avanti con altri avvistamenti, elefanti, che sembrano vascelli in movimento su un mare d’erba, buffe e timide giraffe che brucano le cime degli alberi. Mandrie di zebre in piccoli nuclei con puledri curiosi, docili antilopi si riposano all’ombra accanto a gnu solitari, sembrerà strano, ma la savana è un luogo rilassante e scene di vita animale scorrono placide sotto i nostri occhi. Siamo sulla strada del ritorno e ci fermiamo presso una pozza per buttare un occhio e Alberto scova un ghepardo. Se ne stà sotto un cespuglio di Mopane, è irrequieto, emette richiami. Alberto ci spiega che è alla ricerca del fratello. I ghepardi non sono animali solitari, rimangono in coppia, in genere fratelli di una stessa cucciolata. Rimaniamo per un po’ ad osservarlo finchè non scompare tra l’erba al di là della pozza.
11 febbraio Giornata di riposo, è saltato il safari a piedi con i ranger (ci siamo risparmiati l’alzataccia ma mi sarebbe piaciuto) e la mattinata trascorre tranquilla con una visita alla cittadina di Phalabworba e in piscina nella house. Nel pomeriggio crociera e cena sul fiume Olifants, un po’ noiosa.
12 febbraio Di nuovo al Kruger con Alberto, che significa alzataccia alla quattro. Il nostro obiettivo è beccare un leopardo, il più difficile degli avvistamenti. Secondo Alberto l’unica possibilità di vederlo è sugli alberi, infatti con l’erba alta non ci solo altre possibilità. Siamo tra i primi ad entrare e siamo subito ricompensati, alcuni km di strada e notiamo un gruppetto di tre iene che tranquille attraversano la strada proprio di fronte a noi, a tre metri. Sono di ritorno nella loro tana dopo la caccia notturna. La giornata inizia bene e prosegue meglio, solo qualche minuto e proprio ai margini della strada languono placidi un leone ed una leonessa. Stupendo. Mi affaccio dal finestrino, il leone è a solo un paio di metri e mi guarda. Fa una certa impressione! E’ singolare notare come siano indifferenti a queste scatole puzzolenti che sono le nostre automobili. Dicono che fintanto sei nella sagoma dell’auto non ti percepiscono come essere degno di nota. Se esci sono possibili due comportamenti, sene và o ti salta addosso. Restiamo ad ammirare queste due fantastiche bestie nel pieno vigore. Pare che siano nei rituali dell’accoppiamento, il maschio dopo un po’ si allontana di qualche metro e marca il territorio (orina) , poi si sdraia di nuovo nell’erba. Sono arrivate altre auto, ce ne andiamo. La giornata è fruttuosa, continuiamo a vagare nel parco concedendoci solo brevi soste, i nostri occhi sono puntati sempre in alto, ed ecco che compare su un albero l’agognato leopardo. Alberto ha occhi allenati e lo scorge ad una cinquantina di metri che se ne sta appollaiato su un grande tronco. Ce lo gustiamo per un bel pò da soli, non ci sono altre auto in giro. Appagati ce ne andiamo a pranzo. Restiamo in giro ancora per un paio d’ore gustandoci una scena di elefanti che fanno giochi in acqua, qualche antilope li intorno assiste perplessa.
Ultima giornata al kaia tani. Dopo l’esperienza acquisita nei giri fatti insieme ad Alberto decidiamo di entrare con la nostra auto. Non volendo alzarci presto decidiamo di entrare tardi e rimanere fino all’ora di chiusura, inoltre vogliamo esplorare le zone a nord del parco alla ricerca di una mandria di bufali. Il nord è più ricco di vegetazione e facciamo pochi avvistamenti. C’è poca gente e ci godiamo la giornata. In una bella spianata sostiamo a lungo seguendo le evoluzioni di una mandria di zebre. Alcune elefantesse con piccoli pascolano ai danni degli alberi di mapane che vengono distrutti. Colli di Giraffe in lontananza. Verso l’ora di uscita facciamo due begli incontri. Prima una mandria di bufali sosta nella strada di fronte a noi, sono tantissimi. Mi fermo titubante, dopo un po’ mi stanco di aspettare e procedo. Hei! per fortuna si ritirano ai lati, e mi fanno passare. Ci dirigiamo verso l’uscita e poco prima del gate due leonesse ai lati della strada, a due metri da noi. Ci sono altre macchine e dopo un po’ se ne vanno. L’ultimo regalo del Kruger.
14 febbraio Giornata di trasferimento verso Cape town in cui giungiamo dopo sei ore di macchina più due di aereo. Ripresa l’auto e impostato il navigatore del Nokia, arriviamo in hotel (heritage hotel, very good) verso le nove. Un piccolo spuntino con una buona bottiglia nel ristorante all’angolo e festeggiamo San Valentino.
15-16 febbraio Dopo le bellezze del Kruger, ci dedichiamo qualche giorno in questa città pieni di aspettative. Iniziamo il giro dal castello, per proseguire verso il bowl camminando per le vie centrali. Visitiamo il museo dello slave lodge, mangiamo in bei locali. Si trovano ristoranti di livello con prezzi inferiori ai nostri. Attenzione però nella zona del waterfront dove i prezzi salgono un po’. La costa che va verso good hope cape è molto suggestiva con ordinate cittadine in stile marinaro. Una sosta alla Penguin’s beach è d’obbligo. Oggi si è alzato un vento tremendo e la nostra gita al capo un po’ ne risente. La funivia per la table mountain rimane chiusa in questi due giorni e non riusciamo a salire.
17-18 febbraio Il 17.02 ce ne andiamo per una gita fuoriporta percorrendo la strada verso Hernanus, non è periodo di balene ma il paesaggio costiero fatto di spiagge bianchissime e scogliere a picco vale la gita. Sostiamo a Stellembosh e pernottiamo a Franschhoek. Belle cittadine con tanti negozi d’arte e ristoranti di qualità. Il 18 torniamo presto verso il capo, saliamo a table mountain e poi in aeroporto per il rientro.
Bye Bye South Africa.