Argentina, Bolivia e Cile: agua, tierra y sal
Considerazioni post-viaggio sull’organizzazione da noi effettuata: Le cascate di Iguazù tranquillamente possono (e devono!) essere visitate in autonomia, come abbiamo fatto noi: da Puerto Iguazù sono raggiungibili con l’autobus di linea e, all’interno del parco, ci sono semplici sentieri ben indicati per scoprirne tutte le zone. Per la parte brasiliana, ci siamo serviti di un “remise” (una macchina con autista), prenotato dal nostro hotel, che ci ha fatto passare la frontiera con il Brasile e ci ha guidati a visitare il parco, attendendoci all’ingresso, per poi riportarci in Argentina.
Per quanto riguarda la parte nord dell’Argentina, possiamo affermare che è assolutamente visitabile da soli con una macchina in affitto, ma, nel nostro caso, le cose non erano semplicissime da organizzare, poiché da Salta, luogo in cui avremmo affittato l’auto, avremmo voluto raggiungere direttamente il confine boliviano, senza ripassare da Salta stessa: avremmo dovuto, perciò, concordare con l’agenzia di noleggio il rilascio della macchina a La Quiaca, l’ultima città argentina, prima del confine con la Bolivia, ma la spesa sarebbe risultata piuttosto cospicua; abbiamo quindi deciso di appoggiarci ad Entrecerros Viaje http://www.entrecerrosviajes.com.ar/ di Javier Soria per le escursioni nei dintorni di Salta (il Circuito de los Valles ed il Circuito Norte) e la scelta è stata azzeccatissima! Ci siamo trovati molto bene perché le escursioni avvengono in “servizio privato”, cioè si effettuano in macchina con un autista – guida e con pochi altri passeggeri. Durante il tragitto, si ha la possibilità di interagire con la guida e gli altri compagni di viaggio e di fermarsi quando si desidera a scattare fotografie. Le nostre due guide erano molto preparate e i nostri accompagnatori simpatici, quindi, l’esperienza è stata davvero positiva e ci ha consentito di viaggiare in tranquillità, senza preoccuparci di nulla! Per quanto riguarda la parte boliviana del viaggio, la maggior parte dei turisti visita il Salar de Uyuni e la zona delle lagune con agenzie locali, che, a bordo di jeep, con autista e cuoca, portano a scoprire questa parte bellissima del paese. La scelta dell’agenzia, per questo giro, è molto importante, in quanto abbiamo letto resoconti di escursioni che si sono trasformate in veri e propri “incubi”, per autisti ubriachi, macchine con grossi problemi, programmi che non vengono rispettati, ecc… Avendo sentito commenti abbastanza positivi sulla Tupiza Tours, abbiamo iniziato a prendere contatti con questa agenzia, ma, dopo le prime mail, le successive non hanno più ricevuto risposta e, quindi, abbiamo chiesto ancora una volta aiuto a Javier, di Entrecerros Viaje, che si è appoggiato alla llipitour di Tupiza, con cui ci siamo trovati divinamente! Consigliamo di contattare direttamente questa agenzia per avere un costo più basso, vista l’assenza di un intermediario, e di chiedere di Angela e William!
Infine, per la parte cilena, abbiamo fatto tappa a San Pedro de Atacama per 5 giorni e abbiamo visitato i dintorni, scegliendo in loco l’agenzia a cui appoggiarsi. Ci siamo affidati ad Atacama Connection http://www.atacamaconnection.com/ e ci siamo trovati molto bene, sia per la preparazione delle guide, che per i servizi offerti, che per i prezzi abbastanza contenuti, soprattutto per chi, come noi, sceglie un “pacchetto” di più escursioni. Come ultima cosa, dobbiamo ricordare a chi si appresta a compiere un giro simile al nostro, che il viaggio è fisicamente abbastanza faticoso, poiché la maggior parte dell’itinerario si svolge sopra i 3000mt di altura, con punte quasi a 5000mt (cosa assolutamente da non sottovalutare), ci si alza presto, si soffre il freddo (molte strutture non sono dotate di riscaldamento e sono piuttosto basiche) ed il caldo – umido (ad Iguazù), ma i luoghi visitati, i paesaggi visti, la gente incontrata, le sensazioni provate e gli elementi naturali rappresentati principalmente da acqua, terra e sale ci hanno regalato tante emozioni e compensano qualsiasi fatica e scomodità, facendoci ricordare questo come uno dei viaggi più belli! Ed ora passiamo all’itinerario:
venerdì 10/09/2010: volo serale Genova/Roma – Roma/Buenos Aires
sabato 11/09/2010: arrivo a Buenos Aires; volo Buenos Aires/Puerto Iguazù
domenica 12/09/2010: Cascate Iguazù lato argentino
lunedì 13/09/2010: Cascate Iguazù lato brasiliano e volo pomeridiano Puerto Iguazù/Salta
martedì 14/09/2010: Circuito de Los Valles: da Salta a Cafayate via Cachi
mercoledì 15/09/2010: Circuito de Los Valles: Cafayate/Salta via Quebrada de Las Conchas
giovedì 16/09/2010: Salta
venerdì 17/09/2010: Circuito Norte: da Salta a Purmamarca passando per Sant’Antonio de Los Cobres, la Quebrada del Toro e Salinas Grande
sabato 18/09/2010: Circuito Norte: da Purmamarca ad Humahuaca – bus notturno Humahuaca – La Quiaca domenica 19/09/2010: da La Quiaca, entriamo in Bolivia a Villanzon, con jeep fino ad Uyuni, passando per Tupiza, El Sillar e San Vincente
lunedì 20/09/2010: Salar de Uyuni
martedì 21/09/2010: Deserto di Chiguana, Vulcano Ollague, Lagune Cañapa, Hedionda, Honda, Deserto di Siloli, Arbor de Piedra, Laguna Colorada.
mercoledì 22/09/2010: Geysers Sol de mañana, Deserto di Dali, Laguna Verde, Vulcano Licancabur e arrivo a San Pedro de Atacama
giovedì 23/09/2010: San Pedro de Atacama – mountain bike e Valle della Luna
venerdì 24/09/2010: San Pedro de Atacama – Geyser El Tatio
sabato 25/09/2010: San Pedro de Atacama – sanboard e Laguna Cejar
domenica 26/09/2010: San Pedro de Atacama – Lagune altipianiche e Salar de Atacama
lunedì 27/09/2010: volo Calama/Santiago del Cile e Santiago del Cile/Parigi
martedì 28/09/2010: volo Parigi/Genova
Nel dettaglio:
Venerdì 10/09/2010 e Sabato 11/09/2010
La giornata della partenza scorre, come sempre, un po’ piena di ansia… Roby deve andare a lavorare per forza ½ giornata, mentre io mi occupo della casa e delle ultime cose. Veniamo accompagnati all’aeroporto dai miei genitori e distaccarmi da loro è sempre un po’ doloroso, visto che so che staranno in ansia per tutta la durata del viaggio… Il volo Alitalia Genova/Roma Fiumicino parte in orario e scorre piacevolmente, a parte il nostro compagno di fila, che, pur essendo un signore distinto in completo, non emana un odore molto gradevole! Arrivati a Roma, possiamo spostarci con calma al terminal dei voli intercontinentali ed attendere l’imbarco che avviene per le 21.15. Abbiamo avuto una grandissima fortuna: siamo riusciti a farci assegnare al check-in a Genova i posti in prossimità delle uscite di sicurezza, così non abbiamo nessuno davanti e possiamo dormire in tranquillità: spettacolare! Esperienza assolutamente, se possibile, da ripetere!! Dormiamo, infatti, per buona parte del volo! Le uniche cose che ci hanno leggermente disturbato sono state: una compagnia di russi ubriachi, che ha destato la preoccupazione di hostess e stewart e il fatto che le cuffie non funzionassero, ma, davvero, non avremmo potuto chiedere di meglio! Abbiamo persino mangiato discretamente: ravioli con funghi, formaggino e cornetto ed una buona colazione. Atterriamo a Buenos Aires in orario, dove le procedure per l’immigrazione sono lentissime… la coda è interminabile e si ha sempre l’impressione di essere nella fila più lenta! Comunque, alla fine, abbiamo il nostro timbro sul passaporto e, con somma gioia, troviamo le valigie. Vista la nostra recente esperienza argentina, sappiamo che per cambiare gli euro in pesos non convengono i cambi vicini ai nastri per il recupero bagagli, ma è meglio passare la dogana e andare al Banco de la Nacion, dove il tasso è più conveniente. Conoscendo l’aeroporto, ci rechiamo senza esitazioni al bancone dei taxi per comperare il trasferimento per l’Aeroparque, l’aeroporto nazionale, dove ci attende il volo per Iguazù. Da novembre scorso, il trasferimento è aumentato di 8 pesos: da 140 a 148. Arriviamo all’aeroporto alle 10 e ci informiamo per sapere se è possibile prendere il volo delle 13, invece di quello delle 15: quando avevamo prenotato su Expedia, avevamo, infatti, scelto il volo dell’ora di pranzo, ma, dopo un po’ di tempo, ci era arrivata la comunicazione che era stato spostato… Fortunatamente ci sono 2 posti disponibili e possiamo evitare lunghe ore di attesa in aeroporto! Abbiamo, comunque, il tempo di assaggiare subito delle buonissime empanada, che saranno il nostro pranzo preferito per molti dei giorni trascorsi in Argentina e di collegarci ad internet per comunicare al nostro albergo che arriveremo con 2 ore in anticipo. Il volo, operato da Austral, scorre in fretta e senza intoppi.
All’arrivo, ad attenderci, come concordato via mail con il nostro hotel, c’è un autista, che ci porta in poco tempo al Rio Tropic, , un ampio giardino, con al centro una bella piscina, su cui si affacciano le camere, che sono dei piccoli e semplici bungalow in legno: ottimo per 56€ a notte con colazione compresa e internet free! Possiamo finalmente fare una bella doccia rigenerante e, per abituarci, al fuso, decidiamo di andare a piedi a visitare il centro di Puerto Iguazù. Fa una caldo, o meglio un umido, pazzesco! Indossiamo subito i calzoncini corti, mettiamo il repellente per gli insetti e cominciamo a percorrere a piedi la statale che collega la parte dove sono collocati quasi tutti gli hotel al centro… non c’è assolutamente niente di speciale da vedere, anzi, si ha subito l’impressione che qui le persone non se la passino particolarmente bene, vista la grande quantità di baracche. Arriviamo in Avenida Cordoba, che è considerata la “via del turismo” e giriamo per negozietti e ristoranti, finché non ne scegliamo uno: “Aqua”, dove prendiamo del buonissimo lomo (filetto) con patate fritte, accompagnato da 2 cervezas. La porzione è talmente abbondante che pensiamo addirittura che abbiano capito male e che ci abbiano servito 2 porzioni a testa, ma non è un errore: è la singola!! Spendiamo 30€ in 2 (cifra da noi impensabile, vista la quantità di carne servita!) e torniamo in albergo con un taxi, dove finalmente possiamo dormire!!!
Domenica 12/09/2010
Ci svegliamo alle 6.30: bene! Non abbiamo risentito troppo del fuso! La colazione viene servita a partire dalle 7.30 e noi siamo i primi: è buonissima e molto abbondante! 2 brioches a testa, pane di vario tipo, marmellata, caramello, yogurt, succo di frutta e frutta fresca, oltre logicamente ai vari caffè, latte e te. Belli sazi, raggiungiamo in pochi minuti a piedi la fermata dell’autobus e, dopo una breve attesa, siamo sul bus che, per 5 pesos a testa, ci lascia davanti all’ingresso del Parco Nazionale di Iguazù. Paghiamo il biglietto (85 pesos a testa) e ci dirigiamo subito a fare il Green Trail, un piccolo sentiero nella foresta, che porta alla stazione “cataratas” dell’”eco jungle train”, un trenino ecologico che permette di spostarsi da una zona all’altra del parco. Lungo la via, incontriamo dei simpaticissimi animaletti, i coatimundi, che, per nulla spaventati da noi turisti, rosicchiano ghiande vicini ai nostri piedi!
Decidiamo di non servirci del treno e di visitare il parco a piedi: cominciamo con l’Upper Circuit, un facile percorso che, attraverso delle passerelle sopraelevate, porta a vedere le cascate: la prima volta che ce le siamo trovate davanti, ci sono venuti i brividi e ci siamo molto emozionati… come può esistere un posto così bello? Sono maestose, imponenti, fragorose e rumorose e rappresentano davvero la natura in tutta la sua forza e potenza! Sono sicuramente uno dei posti più belli che abbiamo mai visto! Terminati tutti i punti panoramici, compresi i salti minori del circuito superiore, iniziamo quello inferiore ed, in pochi minuti, arriviamo propriamente “sotto le cascate”! Qui è difficile non bagnarsi, ma se vederle dall’alto offre un’ottima panoramica, da sotto si ha l’impressione di esserne parte! Belle, belle e ancora belle! Finito anche il percorso inferiore, percorriamo a piedi la strada che costeggia la ferrovia per arrivare alla stazione “Garganta del Diablo”, da cui ci aspetta ancora 1 km di passerelle sopra il placido Rio Iguazù fino a lei, la Devil’s Throat! Che spettacolo! Che imponenza! Che salto! Che rumore! E quanta gente! Mentre le altre zone del parco, le abbiamo viste con grande tranquillità e quasi in solitudine, qui bisogna fare la coda per avvicinarsi alla ringhiera e fare le foto… peccato, perché un luogo così andrebbe visitato in silenzio, ma non si può avere tutto!
A questo punto, siamo affamati e decidiamo di prendere il trenino per tornare all’ingresso del parco, dove ci sono fast-food, ristoranti e negozi di souvenir. Scegliamo di mangiare le nostre amate empanadas, facciamo un giro per gli shops, telefoniamo a casa e poi ci dirigiamo verso il Macuco Trail, un sentiero nella giungla, lungo il quale si possono incontrare molti animali tipici… lo iniziamo e dobbiamo ammettere che ci inquieta un po’…non c’è nessuno e si sentono versi e rumori ovunque… continuiamo a tuffare la faccia in ragnatele, che hanno la piacevole sorpresa di buttarci addosso dei simpatici vermetti che ci camminano ovunque…che schifo!! Incontriamo i soliti coatimundi, ma quando a Roby si stacca la suola dello scarpone (che sfiga!), decidiamo di tornare indietro per vedere se a Puerto Iguazù ci sia un calzolaio, che gliela possa incollare o cucire… Rientriamo così in hotel via bus, facciamo una bella doccia e andiamo in “centro” alla ricerca di uno “zapatero”, che, fortunatamente troviamo qualche traversa dietro la via principale. Per 20 pesos (4€), gli cuce e incolla la suola in pochi minuti! Fantastico! Roby è talmente soddisfatto del lavoro che vuole portargli, per precauzione, anche l’altro scarpone, che, logicamente, abbiamo lasciato in hotel… prendiamo così un taxi e torniamo indietro, ma, una volta davanti al negozio, ha già chiuso…peccato! E’ giunta, intanto, l’ora di cena; scegliamo “Apiacere”, dove mangiamo un’ottima parillada per 2 persone, accompagnata dalle solite cervezas e una mousse al cioccolato per me e un flan della casa per Roby, per 53 pesos…pochissimo! Stanchi dell’intensa giornata, prendiamo un taxi, che per pochi pesos, ci riporta al RioTropic!
Lunedì 13/09/2010
Come non detto…il fuso si fa sentire… ci svegliamo alle 5! Navigando un po’ su internet e leggendo, arrivano finalmente le 7.30 e possiamo andare a fare la buonissima e lauta colazione del RioTropic! Molto soddisfatti dal “desayuno” appena terminato, attendiamo un remise, cioè una macchina con autista, che sarà a nostra disposizione per la mattina e ci porterà, così come concordato ieri con il padrone dell’hotel, in Brasile per vedere il lato brasiliano delle cascate! Passiamo il confine e poco dopo siamo nel parco, dove ci si muove utilizzando autobus elettrici che fanno diverse fermate. Noi scendiamo a “cataratas” ed iniziamo il percorso pedonale! Dopo pochi passi, sentiamo dei rumori tra gli alberi: alziamo lo sguardo e vediamo una scimmia che salta da un ramo all’altro; scendiamo 2 gradini e ci troviamo innanzi una strana lucertola! Wow! Penso che il lato brasiliano ci riserverà delle grandi sorprese! Ed infatti è così! Quello che ci troviamo davanti è a dir poco meraviglioso! Se dal lato argentino si ha la possibilità di entrare in contatto con le cascate a poco a poco, sentendo il loro fragore da lontano e meravigliandosi anche di fronte ai salti più “piccoli” ed inaspettati, dal lato brasiliano l’impatto è fortissimo! Sono schierate davanti ai nostri occhi in tutto il loro splendore e maestosità: fantastico, davvero fantastico!! Siamo fortunati, perché il sole fa capolino tra le nuvole e si formano tanti arcobaleni: sembra il paradiso terrestre! Ma abbiamo ancora da meravigliarci, perché, alla fine del sentiero, arriva il pezzo forte: una passerella conduce proprio di fronte alla Garganta del Diablo e si ha quasi l’impressione di “entrare!” nella cascata! Che meraviglia! Pur essendo lontani, ci si bagna parecchio, ma vedere tutta quest’acqua, gli uccelli che vi si tuffano, gli arcobaleni ed il verde della rigogliosa vegetazione è a dir poco fenomenale! Siamo estasiati! Dopo questa forte emozione, usciamo dal parco, dove ci attende il nostro “driver” e decidiamo di farci portare al Parco des Aves, dove possiamo entrare in grandi gabbie ed incontrare da vicino tucani, pappagalli e tantissime altre specie di uccelli dai colori variopinti e sgargianti!
Terminata la visita, ripassiamo nuovamente la frontiera e rientriamo in Argentina, dove chiediamo all’autista di portarci dal calzolaio per far cucire anche l’altro scarpone di Roby, ma, purtroppo, è di nuovo chiuso… Torniamo in hotel a prendere le valigie, salutiamo il simpatico Remy, padrone del RioTropic Hotel, con la sua piccola Elodie e, sempre in remise, raggiungiamo l’aeroporto, dove prendiamo il volo della compagnia Andes, che in 2 ore, ci porta a Salta, nel nord-ovest dell’Argentina. Qui il clima è decisamente diverso e dobbiamo indossare le giacche con il pile! Prendiamo un taxi e ci facciamo portare nell’hotel che abbiamo scelto: il Refugio de l’Inca http://www.hotelrefugiodelinca.com.ar/. L’hotel, 40€ in 2 a notte con colazione, è molto carino e soprattutto centralissimo!
Posati i bagagli, andiamo nella sede di Entrecerros Viajes, dove finalmente conosciamo Javier, con il quale, nei mesi trascorsi, abbiamo intrapreso una fitta corrispondenza via mail e saldiamo il nostro conto, accordandoci per l’organizzazione delle prossime giornate. Facciamo subito un bel giro per l’Avenida Florida, una lunga via pedonale, piena di negozi e di gente. Mercoledì a Salta, c’è un’importante festa religiosa, la Senora de los Milagros e pellegrini da tutta l’Argentina si sono recati in città per partecipare alla processione, quindi le vie brulicano di gente! Abbiamo ancora in corso la “mission” di far cucire lo scarpone di Roby, ma trovato un calzolaio, ci dice che ha troppo lavoro e non può farlo…non è destino!!!;-) Ci fermiamo, così, in una specie di fast food e mangiamo 3 empanadas, ma non sono particolarmente buone, quindi decidiamo di tornare in albergo dove, come sempre, crolliamo!
Martedì 14/09/2010
Oggi è il compleanno di Roby: auguri amore! Purtroppo, io continuo a svegliarmi alle 4 del mattino e poi ho difficoltà a prendere sonno, mentre Roby dorme beatamente… Finalmente giunge l’ora di alzarsi, doccia e poi colazione. Alle 7.20, arriva Fernando, l’autista-guida che ci accompagnerà in questi 2 giorni. Insieme a noi, c’è Gabriela, una simpatica uruguayana in viaggio da sola. Lasciamo Salta e, lungo la via, incontriamo spesso gruppi di pellegrini, appartenenti alle varie parrocchie, che hanno percorso a piedi anche più di 300km per essere presenti alla processione di mercoledì! Invece di proseguire diritto per Cafayate, imbocchiamo la Ruta 33 per Cachi e notiamo come, dopo poche curve, la vegetazione si faccia sempre più rada e poi scompaia del tutto, entrando in un paesaggio desertico, dove l’unica pianta presente è il cactus! Saliamo lungo la famosa Cuesta de Obipso, una strada tortuosa e sterrata, lungo la quale le rocce hanno colori, che vanno dal rosso al verde – marrone, per l’abbondante presenza di minerali. Raggiungiamo un fantastico belvedere a 3100mt e ci fermiamo a fare diverse foto alla strada che si arrampica per questa cresta! Poco dopo siamo a 3400mt, il punto più alto ed iniziamo a scendere ed entriamo nel Parco nazionale de Los Cardones, famoso per la grandissima quantità di cactus cardon (a candelabro) che si incontrano. Ci fermiamo ai bordi della Recta de Tin Tin, 11 km di strada completamente diritti e senza curve, a fare foto strane e divertenti tra i cactus. Poco dopo, raggiungiamo il paesino di Pagoyasta per mangiare all’aperto al sole in un carinissimo ristorantino, dove la specialità è il formaggio di capra. Quindi io prendo una provoletta di capra alla griglia, mentre Roby fritta con sopra erbette per me e quinoa per lui; assaggiamo la cerveza di Salta e come dolce per me riso con latte di capra e cannella e per Roby formaggio di capra con cayote, un frutto molto dolce della zona… il tutto per 8€ a testa. Ripreso il cammino, giungiamo a Cachi, dove ci fermiamo per 1 oretta; visitiamo il museo archeologico, la chiesa e giriamo per le sue stradine caratteristiche: davvero molto carino! Dopo la sosta, continuiamo a percorrere la Ruta 40, che in questo tratto è completamente sterrata e ci ricorda tantissimo il paesaggio del west degli Stati Uniti: sembra di percorrere tante Artist Drive e Palette della Death Valley o di essere nello Utah e di attraversare Capitol Reef o fare un pezzo del Devil’s Garden di Arches, soprattutto nei pressi della stupenda Quebrada de Las Flechas, dove facciamo anche un piccolo sentiero per godere della vista panoramica dall’alto: stupendo! Prima di ciò, facciamo ancora una breve sosta nel piccolo paesino di Molinos per vedere la chiesa coloniale e la casa dell’ultimo governatore spagnolo della zona, oggi trasformata in un bell’albergo! Il paesaggio piano piano si addolcisce, la strada ritorna asfaltata e cominciano le coltivazioni di vite, visto che la zona è famosissima per la produzione del vino. Poteva mancare una sosta in una delle tante cantine per fare un po’ di degustazione? Certo che no! Dopo aver assaggiato dell’ottimo vino bianco e rosso, che decidiamo, però, di non acquistare, visto la tanta strada ancora da percorrere e quindi il rischio di rompere le bottiglie, arriviamo a Cafayate, dove passeremo la notte all’Hostal El Criollo, molto semplice, ma dignitoso.
Usciamo subito per fare un giro nel centro di Cafayate, dove ci sono molti negozi di artigianato e non ce ne facciamo scappare neppure uno! I prezzi sono comunque piuttosto alti e decidiamo di fare le nostre compere in Bolivia! Alle 20, mangiamo all’Hostal: per me pollo alla griglia e purè e per Roby un fantastico bife de chorizo con papas fritas; una tazzina di caramello in 2 il tutto per 9€ a testa… Facciamo ancora una passeggiata per il centro del paesino e alle 10 siamo a nanna!
Mercoledì 15/09/2010
Finalmente riesco anche io a dormire bene: tutto di filata fino alle 7.30 del mattino! Ci voleva proprio! Visto che con Fernando abbiamo appuntamento per le 11.30 del mattino, dedichiamo un po’ di tempo alla lettura (io della Lonely, Roby del suo libro!) e, dopo esserci lavati, andiamo a telefonare a casa da uno dei tanti locutori. Facciamo poi colazione in una bellissima pasticceria, dove per 2€, possiamo gustare il “desayuno completo” a base di caffè, latte, 2 brioches freschissime a testa e succo d’arancia. Continuiamo il nostro giro per il piccolo centro di Cafayate, entrando nei negozietti saltati ieri e Roby trova un portachiavi di pelle per la vespa con le caratteristiche che voleva! Attendiamo, infine, le 11.30 seduti al sole su una panchina della piazza centrale in compagnia di Gabriela. Puntuale arriva Fernando e ci porta in un’altra cantina a provare una nuova degustazione di buon vino rosso. Purtroppo non possiamo assaggiare del formaggio di capra dall’aspetto molto invitante, perché un gruppo di ragazze americane se lo è divorato tutto! Andiamo così a consumare il pranzo all’Hostal El Criollo, dove, non avendo molta fame, prendiamo 1 empanada a testa e un piatto di patate fritte con uovo… leggero!
Inizia così la parte più attesa della giornata: la visita della Quebrada de las Conchas! Sembra di essere nuovamente nel nostro amato ovest americano: la strada taglia a metà delle formazioni rosso “Utah” e ci ricorda un po’ la Monument Valley! Vediamo rocce che sembrano castelli, frati, rospi e rimaniamo davvero senza fiato di fronte a tutte queste meraviglie! Arriviamo all’Anfiteatro, dove possiamo addentrarci in uno stretto canyon, scavato dall’acqua, in cui le rocce formano una specie di onda che sembra crollarci addosso: stupendo! Proseguiamo poi anche a vedere la “Garganta del Diablo”, che è una formazione simile, ma dove non si può purtroppo penetrare più di tanto all’interno. Come tutte le cose belle, anche questa è destinata a finire e ci avviciniamo sempre più a Salta. Salutiamo i nostri compagni di avventura di questi 2 giorni, con cui siamo stati davvero bene e cerchiamo di raggiungere il nostro hotel, il Refugio de l’Inca. E’ in corso la processione religiosa, di cui avevamo sentito parlare tanto in questi giorni e visto i molti pellegrini: è un fiume enorme di gente che cammina e prega… noi logicamente dobbiamo attraversarlo per raggiungere il nostro hotel… l’impresa ha un che di epico, ma, dopo un po’ ce la facciamo!
Dopo una bella doccia e un po’ di riposo, usciamo per andare da Dona Salta, un ristorante di cui abbiamo sentito parlare molto bene, ma è ancora in corso la processione e quindi di accodiamo ai pellegrini e alle preghiere per un pezzo di strada fino a raggiungerlo! Il locale è davvero molto caratteristico e si mangia davvero bene! Prendiamo come antipasto un tamales in 2, una specie di polpetta con carne, mais e verdure e poi, come piatto principale, Roby assaggia il locro (uno stufato di mais, fagioli e carne), io prendo, invece, il matambre, una fetta enorme di muscolo alla griglia con erbette e peperoncino: divina! Accompagniamo il tutto da patate alla galiziana con aglio e prezzemolo e dalla cerveza di Salta per 10€ a testa! Torniamo in albergo facendo una bella passeggiata per il centro e prima di dormire utilizziamo la connessione internet free dell’hotel per aggiornare parenti e amici sul nostro viaggio.
Giovedì 16/09/2010
Ci svegliamo con calma, visto che oggi abbiamo una giornata a disposizione per visitare Salta! Facciamo colazione in hotel e poi ci rechiamo da un nuovo calzolaio, che ci ha indicato molto gentilmente la signora alla reception, per lasciare il famoso scarpone di Roby a cui deve essere rinforzata la suola. Ci dirigiamo a piedi fino alla Plaza 9 de Julio e qui visitiamo la bella cattedrale dalla facciata rosa. La Piazza su cui si affaccia è davvero molto signorile e ben tenuta con palazzi in stile coloniale colorati. Proseguiamo con la pedonale Alberdi fino all’Avenida San Martin, che percorriamo fino al teleferico, una cabinovia, che consente di salire sul cerro San Bernardo, da cui si può godere di una bella vista sulla città. All’arrivo della telecabina è stato creato un piccolo parco con cascate, panchine, aiuole e fiori: è molto piacevole e carino. Tornati giù, facciamo un giro per un piccolo mercatino e cominciamo a percorrere tutta l’Avenida San Martin fino al mercato artigianale… non pensavamo fosse così distante, ma, alla fine, sotto il sole cocente, riusciamo a raggiungerlo e a fare anche dei buoni acquisti.
Vista la lontananza dal centro, prendiamo un taxi e ci facciamo lasciare al patio de l’empanadas, dove mangiamo appunto delle buone empanadas ripiene di formaggio! Torniamo a piedi in Plaza 9 de Julio e decidiamo di visitare il Museo dell’Alta Montagna: qui sono conservati i corpi mummificati di 2 bimbi sacrificati dagli Incas alla montagna. La visita è molto interessante e toccante: siamo davvero contenti di averla fatta! Torniamo così in albergo per riposarci un po’, ma siamo presto pronti per andare a ritirare lo scarpone, che ora è perfettamente cucito ed incollato uguale all’altro e per tornare da Dona Salta per assaggiare il loro bife de chorizo: (fantastico!!), accompagnato dalla cerveza Saltena e dalle patate alla galiziana! Soddisfatti torniamo in hotel per la nostra navigata sul web e poi nanna!
Venerdì 17/09/2010
Sveglia alle 6.30, visto che alle 7 ci devono venire a prendere per iniziare la prossima escursione che durerà 2 giorni e ci porterà fino al confine con la Bolivia! Dopo colazione, arriva Stefano, che sarà la nostra guida: ha studiato a Napoli e parla italiano, anche se è un po’ arrugginito, visto che non gli capita spesso di avere a che fare con turisti italiani da queste parti… Andiamo a prendere 2 signori argentini di Rosario, molti simpatici che saranno i nostri compagni di viaggio per la giornata e ci terranno molta compagnia con il loro continuo chiacchierare!
Cominciamo così in macchina il percorso del Tren de las Nubes, la ferrovia più alta al mondo, visto che alcuni suoi viadotti toccano i 4000mt. Abbiamo deciso di effettuare questo percorso in macchina e non col treno, perché oramai il treno delle nuvole viaggia solo di sabato e neppure sempre, quindi, bisogna davvero incastrare perfettamente l’itinerario per capitare in zona proprio nell’unico giorno in cui viene effettuato il servizio! Arriviamo nel piccolo pueblo di Santa Rosa de Tastil, a 3100mt, dal quale possiamo arrampicarci su per una stretta stradina a tornanti, che ci porta a visitare i resti di una città pre-inkaica tra i cactus: la giornata è tersissima, ma fa freddo e si cammina piano… manca il fiato! Attraversiamo, quindi, la splendida Quebrada del Toro dalle rocce colorate di rosso, bianco e verde. Arriviamo nel punto più alto, 4080 mt, dove ci fermiamo per la foto di rito e poi scendiamo a 3700 a Sant’Antonio de Los Cobres, un piccolo centro, famoso per l’estrazione del rame. Siamo contornati da bimbi bellissimi, che vogliono venderci le pietre ricche di minerali che hanno raccolto! Vista l’altura e le conseguenti difficoltà di digestione, mangiamo una zuppa calda e delle patate bollite per 5€.
Proseguiamo verso Salinas Grande, un’enorme distesa di sale, che sarà solo un piccolo anticipo di quello che vedremo in Bolivia nel Salar de Uyuni tra qualche giorno… La Salina comunque è davvero spettacolare, così come le vasche per la decantazione del sale! Percorriamo così la strada che collega Argentina e Cile tramite il Passo de Jama e tocchiamo quota 4170mt: il panorama è stupendo e Stefano si ferma molte volte per permettermi di scattare tante foto! Scendiamo verso Purmamarca, dove passeremo la notte e si apre davanti a noi lo scenario del Cerro de Los Sietes Colores: un insieme di formazioni rocciose rosse, rosa, bianche, verdi, gialle… insomma sembra di essere davanti alla tavolozza di un pittore! Ci fermiamo al Pequeno Inti, un piccolo ostello molto carino e pulito, dove lasciamo i bagagli, salutiamo i 2 argentini nostri compagni di viaggio, che ritornano a Salta e ci dedichiamo alla passeggiata di 3km che gira intorno al cerro: che meraviglia! Che colori! Anche qui mi sembra di essere in Utah! Davvero bellissimo! Terminato il sentiero, giriamo per il piccolo paesino di Purmamarca tra i banchetti e i negozi dei prodotti tipici per poi rientrare in ostello per una bella doccia. Per cena scegliamo Los Morteros, consigliato dalla Lonely; il locale è davvero carino, ma non rimaniamo troppo soddisfatti dalla cena: io, stanca di carne, prendo del riso con quinoa, verdure e formaggio di capra, che risulta un po’ pesante, mentre Roby assaggia il filetto di lama, che è un po’ stopposo… mi rifaccio con il dolce: mele al forno! Come sempre molto stanchi, crolliamo!
Sabato 18/09/2010
Ci alziamo con calma e facciamo colazione con te e brioches in una specie di baretto sulla piazza centrale. Non sappiamo con precisione a che ora ci verrà a prendere Stefano per proseguire il nostro tour e quindi ci aggiriamo nei dintorni dell’albergo e del piccolo centro di Purmamarca tra i banchetti e i negozietti di artigianato. Alle 11 il nostro driver arriva in compagnia di una greca, una francese e 2 porteni, che saranno i nostri compagni per la giornata. Ci dirigiamo così a Tilcara per visitare il sito archeologico di Pukarà, che, purtroppo, però, è chiuso, a causa di uno sciopero degli universitari che ci lavorano, che non percepiscono lo stipendio da diversi mesi… tutto il mondo è paese… peccato dover saltare la visita, il sito già da fuori sembra promettere bene, ma capiamo e appoggiamo in pieno le motivazioni della chiusura! Ci addentriamo nella Quebrada di Humahuaca, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, in un tripudio di rocce con colori che vanno dal rosso al bianco, passando per il verde, il rosa, il grigio… Facciamo una foto all’ennesima “tavolozza del pittore” che ci troviamo innanzi e presso il Tropico del Capricorno: passare per questa linea immaginaria, per una geografa come me, ha molto fascino e anche qui scatta la foto! Ci fermiamo nel piccolo pueblo di Iquia per visitare la chiesa, contornata dai banchetti, carichi di artigianato e stoffe colorate! Come adoro le Ande!
Arriviamo ad Humahuaca, dove facciamo una visita del centro guidata da Stefano ed andiamo a mangiare in un ristorantino con lunghi tavoli di legno. Roby ed io prendiamo 2 buone omelette con formaggio e prosciutto e patate fritte: ottimo! Dopo il pranzo, salutiamo i nostri compagni di viaggio, che ritornano a Salta e ci fermiamo qui ad Humahuaca per attendere la partenza, prevista per le 20, dell’autobus che ci porterà fino a la Quiaca, l’ultima città argentina al confine con la Bolivia. Invece di lasciare i bagagli nel deposito del terminal dei bus, come avevamo preventivato, decidiamo di provare a chiedere il prezzo di una camera per mezza giornata nell’ostello più vicino alla stazione (Residencial Colonial): riusciamo ad ottenere una stanza (squallidina e malandata) per 10€. Va benissimo! Possiamo lasciare i bagagli, le giacche, lavarci i denti e riposarci un po’, visto che sono solo le 3 del pomeriggio. Logicamente ci dedichiamo alla visita del piccolo centro di Humahuaca, che è davvero caratteristico e ben tenuto con le sue stradine acciottolate, le case colorate, i tanti negozi e bancarelle, il tutto incorniciato da un cielo blu tersissimo, la quebrada e tanti cactus. Visitiamo il monumento dell’indipendenza, compriamo un bel dipinto per la nostra casetta, scriviamo le cartoline in un bar, davanti ad un bel te caldo e navighiamo in un internet point, attendendo il bus.
Unica nota dolente della giornata e del viaggio: quando prepariamo le cose per il tragitto in autobus e quindi poniamo i libri a portata di mano, cerchiamo e non troviamo il passatempo preferito di Roby: il Nintendo DS… panico… smontiamo tutte le valigie, gli zaini, ma niente, non salta fuori… non sappiamo se lo abbiamo dimenticato nell’hotel di Salta in carica (visto che manca anche il carica batteria), o se ce lo hanno fregato… insomma, siamo parecchio incavolati e amareggiati… Prendiamo l’autobus con posti semi-cama, cioè quasi totalmente reclinabili, della compagnia Balut e arriviamo alle 11 di sera a La Quiaca. Prendiamo un taxi e arriviamo nel piccolo, ma confortevole Refugio del Sol, il nostro hotel, già precedentemente prenotato per la notte. Smontiamo ancora una volta tutte le valigie, ma del DS neanche l’ombra…sarà la rabbia, sarà che siamo a 3400mt, ma dormiamo malissimo…
Domenica 19/09/2010
Ancora arrabbiati e stanchi per la nottata insonne, scendiamo per la colazione e troviamo ad aspettarci Angela e William della Llipi Tour, che ci accompagneranno in questi giorni tra salar e lagune. Passiamo a piedi il confine argentino ed entriamo sempre a piedi a Villanzon in Bolivia, dove sbrighiamo velocemente le pratiche per l’immigrazione; cambiamo i pesos in bolivianos e saliamo sulla jeep, che sarà nostra fedele compagna per questi 5 giorni. Il paesaggio che ci circonda sulla strada che da Villanzon porta a Tupiza non è niente male e ci ricorda quello del nord dell’Argentina, che abbiamo appena lasciato; l’unica differenza è la grande povertà, che aleggia ovunque… Ricordiamo che la Bolivia è, infatti, il paese più povero del Sud- America. Arriviamo a Tupiza, dove ci connettiamo a internet per cercare il numero di telefono del Refugio de l’Inca, il nostro hotel di Salta (avevo tutto negli appunti da me con così tanta cura preparati: indirizzo, mail, ma non il numero di telefono …pessima!), per chiedere se per caso abbiano trovato il DS…purtroppo, come immaginavamo, nulla..
Dopo aver fatto rifornimento per i prossimi giorni, proseguiamo il nostro viaggio verso Uyuni, immersi in un paesaggio veramente spettacolare! Ci fermiamo ad ammirare El Sillar, un insieme di rocce erose davvero stupende! Percorriamo tanti km sullo sterrato, fino a che, a 4200mt, ci fermiamo in un altopiano, dove pascolano centinaia di lama! Questo è il posto scelto da Angela e William per il nostro pranzo! Angela apparecchia sulla jeep con una bella tovaglia multicolore e ci offre tamales ed empanadas. La bellezza del luogo, la gentilezza e semplicità di Angela e William e il consumare il pasto all’aperto fanno tornare il sorriso anche a Roby e finalmente possiamo goderci pienamente questi luoghi, così poco conosciuti da noi italiani!
Dopo il pranzo, arriviamo a San Vincente, a 4400mt ad ammirare quella che fu probabilmente la tomba del famoso Buch Cassidy. William ci racconta la storia di questo bandito ed il tempo passa e ci ritroviamo in men che non si dica ad Uyuni. Prima di entrare in città, ci fermiamo al famoso cimitero dei treni, un posto davvero surreale, con tutte le locomotive abbandonate e ci divertiamo a fare diverse foto in questo luogo così strano! Entriamo così in Uyuni e posiamo i bagagli all’ostello Avenida, dove abbiamo la nostra camera con bagno privato, ma non ci sono né elettricità, né acqua calda… bisogna aspettare le 7 di sera e la pulizia lascia molto a desiderare… Sappiamo che le sistemazioni per questo giro avrebbero potuto essere anche peggio e quindi va bene così… Decidiamo solo di dormire vestiti e di mettere le giacche sui cuscini per appoggiare le nostre facce sul loro morbido interno in pile! Facciamo un piccolo giro per il mercato di Uyuni e ci diamo allo shopping, visto i prezzi davvero irrisori! Roby, tornati ostello, osa farsi una doccia gelata, io non ce la faccio proprio…uso le salviette! Alle 8 andiamo a mangiare con Angela e William in una pizzeria italiana, dove la pizza non è niente male e passiamo una piacevolissima serata in loro compagnia. Visto che siamo a 3600mt ed il mal di testa va e viene, prendiamo un bel mate di coca, che fa passare tutto e sarà la nostra colazione, caffè e merenda per tutti i prossimi giorni in altura. Alle 21.30 siamo già a nanna: la stanza è gelida, visto che il riscaldamento non esiste, ma vestiti e con 4 coperte, si resiste!
Lunedì 20/09/2010
La notte è passata senza problemi e siamo riusciti a dormire per circa 9 ore! Siamo emozionatissimi: sta per iniziare una delle giornate più belle del viaggio e cioè quella che ci porterà alla scoperta del Salar de Uyuni: non vediamo l’ora! Alle 8 ci vediamo con Angela e William che ci portano a fare colazione in un mercato locale: assaggiamo delle frittelle del posto, accompagnate dal solito mate de coca, il tutto preparato da una tipica signora boliviana con bombetta, trecce e gonna larga e colorata. Torniamo in ostello, carichiamo le valigie sul tetto della jeep e facciamo conoscenza con Pascal, una francese di 57 anni, che sarà la nostra compagna per i prossimi giorni. Iniziamo così il percorso verso il Salar: la prima tappa è Colchani per visitare un’industria familiare di lavorazione del sale con tanto di spiegazione di tutti i processi di essiccazione, triturazione ed impacchettamento.
La prossima fermata è un hotel di sale, dove avremmo potuto passare la notte scorsa, ma, visti i servizi davvero basici (bagno all’esterno, costituito da un semplice buco nel pavimento, assenza di doccia, riscaldamento ed elettricità), Angela e William ci avevano consigliato di pernottare ad Uyuni e, una volta visto il luogo, non possiamo che ringraziarli!! Qui, comunque, facciamo qualche acquisto a prezzi ancora più bassi di quelli di Uyuni. Ci spostiamo anche a visitare un piccolo museo, dove William ci spiega le differenze tra guanachi, lama, alpaca e vigogne e finalmente il pezzo forte: l’ingresso nel salar!!! Che meraviglia!!! Un’infinita distesa di un bianco accecante in ogni direzione: davvero strabiliante! Solo vedendolo si può capire quello che si prova in questo luogo, nessuna parola od aggettivo gli farà mai giustizia! Dividiamo la visita del salar in 3 momenti principali: il primo è costituito da una sosta nella zona di estrazione del sale, dove possiamo aggirarci tra le varie montagnette e relative pozze d’acqua ed incontrare alcuni lavoratori. Ci spostiamo poi in “the Salt Eyes” o “Ojos del salar”, una fonte d’acqua salata che emerge dal sale e si crede abbia proprietà curative. Infine, visitiamo il primo albergo di sale qui costruito, che oggi è stato chiuso, perché inquinante e usato solo come museo: il posto è veramente carino e ci divertiamo a scattare varie fotografie.
Il secondo momento importante è caratterizzato dal pranzo: entriamo nella zona dove è proibito estrarre il sale e ci fermiamo in mezzo al nulla, completamente soli! Mentre Angela allestisce, William ci fa divertire tantissimo, facendoci mettere in posa per scattare un po’ di “fotos locos”: bellissime!!! Nel frattempo, il pranzo è pronto e consiste in sandwich con salsine varie, pomodori, cetrioli, tonno e frutta: nonostante l’altura (3600mt), si mangia e pure bene!!!J La scelta di mangiare soli in mezzo al nulla si è rivelata davvero ottima perché, terminata la pausa e giunti all’Isla Inchahuasi, l’unica isola visitabile del salar e terzo momento clou della giornata, abbiamo trovato tantissime jeep in “assetto da pranzo”… noi abbiamo avuto, invece, l’opportunità di goderci il salar in solitudine: complimenti ad Angela e William per la scelta!
L’Isla Inchahuasi è in ogni caso stupenda: rimane praticamente al centro del salar ed è punteggiata di una miriade di cactus! Meraviglioso! Tutti questi cactus che si stagliano nel cielo azzurrissimo con sullo sfondo il salar sono fantastici! Io e Roby facciamo il percorso in salita fino alla cima dell’isola e ci sediamo sul punto più alto in contemplazione del salar! Queste sono le sensazioni che ti entrano dentro e ti fanno venire i brividi a pensare e ricordare i luoghi visti anche a distanza di tempo! Terminata quest’ultima parte della visita del salar, cominciamo a dirigerci verso l’uscita e il nostro cuore piange già un po’… ci fermiamo ancora a vedere come vengono estratti i blocchi di sale (ne prendiamo pure un pezzetto…) e raggiungiamo un piccolissimo pueblo, dove si trova l’hotel di sale in cui soggiorneremo stanotte. E’ veramente carinissimo! Tutto è di sale, pure il letto e abbiamo persino la doccia con l’acqua calda! Dopo un breve giro per il paesino e un bel mate coi biscotti che Angela ci ha gentilmente preparato, approfittiamo della doccia e dell’elettricità, che ci sarà solo dalle 7 alle 11 di sera! La cena è subito pronta ed è costituita da una zuppa di verdure e da spaghetti con sugo ai wurstel… un abbinamento un po’ strano, ma il sapore è buono e rimaniamo soddisfatti! Angela temeva il nostro giudizio sugli spaghetti, ma ha passato l’esame brillantemente! Questa giornata ci ha regalato delle splendide emozioni, ma domani ce ne aspettano di altre e la sveglia squilla è alle 5, quindi si va a nanna presto e di corsa!!
Martedì 21/09/2010
Sveglia puntualissima alle 5: l’hotel è completamente avvolto dall’oscurità e facciamo colazione, a base di mate de coca, biscotti e delle frittelle calde preparate da Angela, alla luce della pila. Fa un freddo bestiale, ma carichiamo i bagagli sulla jeep di fronte ad un’alba spettacolare, che ci riscalda il cuore! Alle 5.30 siamo pronti: la jeep è gelida e abbiamo indosso guanti e berretto, oltre a 2 pile e giacca a vento; per fortuna, possiamo anche avvolgerci in una copertina per aumentare un poco la temperatura corporea. Sorto il sole, il clima si fa più sopportabile ed attraversiamo il bellissimo Salar de Chiguana, un’altra distesa di sale e boro, contornata da vulcani attivi e spenti…sembra di essere sulla Luna o su Marte! Ci fermiamo ad ammirare il vulcano Ollague, dalla cui cima esce del fumo, segno della sua attività. Ma il meglio deve ancora arrivare: comincia, infatti, la zona delle lagune altipianiche, uno dei posti più belli che abbiamo mai visto nella nostra vita! Cominciamo con la Laguna Canapa, che, essendo la prima, ha un fortissimo impatto su di noi: è di un azzurro intenso ed è popolata da centinaia di fenicotteri. Ci avviciniamo all’acqua e abbiamo pure la fortuna di incontrare una volpe!
Siamo completamente soli, immersi in uno spettacolo naturale che toglie il fiato, sia perché siamo sopra i 4000mt, sia perché è davvero meraviglioso: non si sente alcun rumore, se non il vento e i versi degli uccelli che si tuffano nell’acqua! Proseguiamo, poi, con la Laguna Hedionda, dove abbiamo diverso tempo per passeggiare lungo le sue sponde e fotografare da vicino i fenicotteri! Che posto!! Che meraviglia: sullo sfondo un vulcano spento, l’azzurro dell’acqua e del cielo, il bianco del boro ed il rosa delle centinaia di fenicotteri, che immergono, con grande eleganza, il loro becco nell’acqua e volano in formazione! Questo luogo così magico viene anche scelto per consumare il nostro pranzo. A bordo della laguna esiste un eco-lodge, dove è possibile pernottare, intorno al quale sono posizionati vari tavoli all’aperto. A causa del forte vento, Angela ne sceglie uno al riparo del rifugio e ci fa trovare pollo fritto con erbette, insalata di verdure bollite e uovo sodo: buonissimo! Peccato che siamo a 4100 e, visti i problemi di digestione che si hanno con l’altura, non possiamo abbuffarci, perché ne varrebbe davvero la pena!! Dopo la pausa, proseguiamo alla volta delle bellissima Laguna Honda, della quale scattiamo delle foto dall’alto. Entriamo, così, nel Deserto di Siloli e ci troviamo di fronte ad un paesaggio lunare strepitoso: a 4500mt, una grande distesa di sabbia e nel bel mezzo del nulla un insieme di rocce erose dal vento dalle forme bizzarre: che meraviglia! Vediamo finalmente il famoso Arbor de Piedra, che mi aveva colpito nelle tante foto viste inerenti a questi luoghi! Dal vivo, logicamente è ancora meglio! Ci aggiriamo tra le formazioni, accompagnati da un freddo pungente e da un forte vento, ma siamo felici e radiosi: questi luoghi entreranno per sempre nei nostri cuori! Arriviamo, così, al top della giornata: la Laguna Colorada, un’enorme distesa di acqua rossa, che prende questo colore grazie ai micro-organismi che la popolano, piena di fenicotteri delle 3 specie esistenti (andino, cileno e di James). William ha fatto in modo di portarci qui per le 14, perché è il momento in cui la laguna è più rossa! Ancora una volta, complimenti per l’organizzazione! Siamo, quindi, ora, all’interno della Riserva Naturale di Edoardo Avaroa e proseguiamo fermandoci presso gli altri mirador della laguna colorada: uno più bello dell’altro! Arriviamo, così, nell’ostello/rifugio gelido, dove passeremo la notte a 4300mt. Abbiamo la possibilità di farci una bella doccia calda, dato che siamo pieni di sabbia, e di goderci il nostro buon mate di coca, accompagnato da biscotti, nei locali comuni che sono ancora riscaldati dal sole. Aspettiamo che arrivi l’ora di cena (e il freddo), chiacchierando delle nostre vite e dei nostri viaggi con Pascal, la nostra compagna di viaggio. Verso le 18.30 arriva Angela con la cena! Ancora una volta ci ha davvero stupito con una bella zuppa calda e dello spezzatino di carne con verdure, accompagnato da purè! William, trattandosi dell’ultima cena che faremo insieme, vuole aprire una bottiglia di vino, per brindare al nostro bel gruppo! Siamo già tristi all’idea che domani sia l’ultimo giorno in Bolivia e che questa avventura stia per finire… Alle 20 siamo in camera, pronti per la nanna: la stanza è molto fredda e dormiamo nuovamente vestiti…stavolta non per la pulizia, che è impeccabile, quanto per avere più cose addosso!!! Notte!
Mercoledì 22/09/2010
Alle 5 del mattino inizia il nostro ultimo giorno in Bolivia…L colazione a base di mate de coca e pancake, accompagnati dal solito gelo e dal buio e poi pronti sulla jeep… come potrete immaginare, si gela! Dopo 1 ora di viaggio, arriviamo a 4900mt al Geyser Sol de Manana, una zona piena di fumarole, geyser e soffioni, pozze di acqua che ribolle, che, con il sorgere del sole, creano dei giochi di luce, che sembrano portarci alle bocche degli Inferi! Spettacolare! Rimaniamo molto affascinati dal luogo, nonostante il terribile freddo! Proseguiamo, poi, fino ad una zona, dove è possibile, vista la presenza di acque termali, fare il bagno, ma noi non ce la sentiamo proprio! L’idea di spogliarsi all’aperto e poi uscire bagnati ci fa venire i brividi! Invece, la nostra compagna di jeep, Pascal, non se lo fa dire due volte ed in pochi minuti, è pronta per stare ammollo… A questo punto, ne abbiamo avuto la conferma: il soprannome che le abbiamo dato, “cyborg”, è davvero azzeccato! Nonostante i suoi 57 anni, mai un lamento, sempre pronta a fare km a più di 4000mt per fotografare fenicotteri e lagune e ora pure resistente al freddo! Non è reale, è una donna-macchina!!! Giungiamo poi al Deserto di Dalì, cosiddetto per la presenza di formazioni rocciose, che ricordano i quadri del famoso pittore, che non si sa abbia visto davvero questi posti o li abbia semplicemente immaginati…
A questo punto, compare davanti ai nostri occhi la cima del vulcano Licancabur e poco dopo un’altra meraviglia: la Laguna Verde, che si estende dolcemente ai suoi piedi! Ha davvero qualcosa di magico e per impatto e bellezza se la gioca con la fantastica Laguna Colorada, vista ieri! Arriviamo, così, al confine con il Cile, una piccola baracca in mezzo al nulla e dobbiamo salutare i nostri amici Angela e William, che ci hanno accompagnati in questa avventura. La Bolivia è stata un’esperienza davvero intensa, che non dimenticheremo mai sia dal punto di vista paesaggistico, che da quello umano: condividere pranzi, cene, viaggi in macchina, freddo, caldo, foto, risate e paesaggi che riempiono il cuore rende il tutto davvero molto speciale! Grazie Bolivia!! Alla frontiera, un trasferimento in pulmino, sempre compreso nella nostra escursione, ci porta a San Pedro de Atacama: lungo la discesa, la strada diventa asfaltata e i cellulari, dopo 5 giorni di totale isolamento, riprendono a funzionare…si ritorna, con un po’ di rammarico, alla “civiltà”.. Prima di entrare in paese, dobbiamo sottostare a minuziosi controlli della polizia di frontiera, tutte le borse devono essere aperte ed ispezionate…un blocco di sale bianco del salar, avvolto nella carta igienica, desta il sospetto del poliziotto, che poi sorride, una volta capito di cosa si tratta! Ci sono delle regole strettissime riguardo ai prodotti alimentari: frutta, verdura, spezie, carne, non possono essere importate, se non dichiarate…quindi, decidiamo con rammarico di buttare il “pimiento” e “l’ajì” comprati in Argentina per evitare “rompimenti” vari… Dopo tutti i controlli, arriviamo nel nostro ostello, , prenotato su internet, che si rivela davvero molto carino e confortevole! Una volta sistemati i bagagli, usciamo subito per andare in un locutorio a telefonare ai nostri per dire loro che siamo vivi! Facciamo poi il primo giro per San Pedro, che appare un paesino molto turistico: ci sono agenzie turistiche ad ogni angolo, ristoranti e negozietti vari. Comincia la caccia all’agenzia migliore per organizzare le escursioni dei prossimi giorni, ma è davvero difficile e sembra che tutte in qualche modo siano pronte a fregarti… abbiamo anche la malsana idea di andare all’ufficio turistico e leggere le recensioni lasciate dai viaggiatori: tutte le agenzie ne hanno sia di positive, che di negative, quindi la scelta è davvero ardua! Pensiamo che in questo momento la cosa migliore per noi sia mangiare un hamburger, rilassarci un po’ nel bel giardino del nostro ostello e rimandare la decisione alla sera. Dopo una fantastica doccia e un po’ di navigazione su internet dal pc a disposizione degli avventori, usciamo mentalmente più lucidi alla ricerca dell’agenzia giusta. Piano piano le idee si fanno chiare e cominciamo ad escludere alcune proposte. Intanto andiamo a cena all’Estaka, dove prendiamo un buon lomo con patate: la casa ci offre anche un buon pisco sour, che mi ubriaca un po’, ma mi fa prendere al meglio la decisione sull’organizzazione dei prossimi giorni: scegliamo Atacama Connection e acquistiamo un pacchetto di 4 escursioni per 4 giorni, comprensivo di colazioni, pranzi e spuntini vari. Speriamo che l’esperienza sia positiva! Lo scopriremo domani! Ora nanna!!
Giovedì 23/09/2010
Oggi è il nostro quarto anniversario di matrimonio! Essere in viaggio insieme è il regalo più bello! Ci alziamo con calma e facciamo colazione nel giardino dell’ostello baciati dal sole, navighiamo su internet e poi andiamo in piazza ad affittare le mountain bike per ½ giornata. Ci vengono date le bici e una cartina (non molto chiara) con i possibili itinerari e ci viene consigliato di andare a vedere il forte di Pukarà. Ci mettiamo un po’ a trovare la strada giusta, ma poi ce la facciamo e pedaliamo immersi in un paesaggio desertico spettacolare! Arriviamo a Pukarà, visitiamo prima il sito costruito dalla civiltà atacamena e poi saliamo in ½ fino al Mirador sulla Cordillera del Sal: fantastico! Di fronte a questo super panorama, ci mangiamo un po’ di biscotti e poi scendiamo a riprendere le nostre bici e torniamo a San Pedro. Prima di riconsegnare le bike, passiamo in un piccolo supermercato a comprare acqua e un po’ di frutta, che consumiamo al sole nel giardino dell’ostello. Alle 14.45 prenotiamo il sand-board per la mattina del 25 e ci ritroviamo al punto di raccolta per l’inizio dell’escursione alla Valle della Luna. Saliamo su un pulmino insieme ad altri turisti, la guida ci sembra subito molto in gamba e preparata. La prima sosta è il Canyon del Sal: camminando su una grande duna, ci addentriamo in una stretta fessura tra le rocce di argilla con all’interno cristalli di sale, che scricchiolano al sole! Ancora una volta, mi sembra di essere in uno dei parchi del sud-ovest americano! Il percorso dura circa 40 minuti, terminati i quali risaliamo sul pullman e ci fermiamo a vedere la Valle della Luna vera e propria: saliamo sul fianco di una duna e la vediamo in tutto il suo splendore: sembra davvero di essere su un altro pianeta! Proseguiamo con un’altra sosta, per noi poco interessante, alle cosiddette “Tres Marias”: sono rocce, che, a causa dell’erosione, dovrebbero ricordare 3 donne che pregano, ma ci vuole molta fantasia! Meglio visibile una specie di pacman preistorico!
Arriviamo poi alla Valle della Morte, dove si ha una bellissima vista su un insieme di rocce in posizione verticale per i grandi sforzi di pressione della crosta terrestre e sul Vulcano Licancabur. Siamo così arrivati al momento del tramonto: ci fermiamo al Mirador del coyote e aspettiamo che scenda il sole, accendendo di rosso, arancio e rosa il paesaggio circostante e che salga la luna, che in questi giorni è piena! Una sfera argentata sia alza piano piano dietro il Vulcano Licancabur: davvero molto romantico per la serata del nostro anniversario! Una volta tornati a San Pedro, andiamo a mangiare all’Esquina, dove prendiamo il menù a prezzo fisso per 6000 pesos chilenos: zuppa di verdure e pollo con erbette e patate per me; maiale, patate e flan di quinoa e arancia per Roby, il tutto accompagnato da 2 cervezas cristal: buono! Siamo soddisfatti! Stanchi dalla giornata, torniamo di corsa in ostello: domani sveglia alle 4 per il Geyser El Tatio!!
Venerdì 24/09/2010
Come anticipato, sveglia alle 3.45 e alle 4 siamo fuori dall’ostello insieme ad altri ospiti ad aspettare i pulmini delle varie agenzie…Arriva anche il nostro, che è un po’ sgangherato…saliamo e ci mettiamo subito a dormire! Verso le 6 arriviamo al geyser El Tatio a 4800mt a –10 °C! Meno male che abbiamo i guanti da sci, calzamaglie e berretti perché si gela! Camminiamo all’alba tra geyser, soffioni e fumarole insieme alla guida che ci spiega le varie differenze! Davvero bello! Il complesso di geyser è molto più grande di quello del Sol de Manana, visto in Bolivia, comunque, il panorama è simile! Dopo mezz’ora di cammino e foto in questo scenario così suggestivo, ci viene offerta un’abbondante colazione a base di wafer, torta, biscotti, panino e scelta tra caffè, te e latte. Veniamo poi portati in una zona di acque termali, dove sarebbe nuovamente possibile immergersi.. Noi abbiamo il costume sotto, ma ancora una volta non ce la sentiamo! Il freddo è veramente pungente!
Sulla strada di ritorno verso San Pedro, ci fermiamo nel piccolo pueblo di Machuco, dove assaggiamo delle ottime empanadas ripiene di formaggio, fatte in casa al momento da una gentile signora tutta indaffarata! Ancora una sosta per apprezzare i famosi cactus cardones, che noi conosciamo bene, visto il nostro passaggio nel nord-ovest dell’Argentina, dove se ne trovano tantissimi esemplari! Alle 12.30 siamo di ritorno a San Pedro, mangiamo il panino della colazione in ostello e ci riposiamo un po’, vista la levataccia mattutina! Giriamo poi per il centro per comprare gli ultimi regalini e i francobolli per le cartoline! Per cena scegliamo “Todo Natural”, ma ci prendiamo una fregatura: né il lomo di Roby, né la torta di verdure e formaggio che scelgo io sono degni degli altri pranzi e cene del viaggio… Subito dopo cena, nanna!
Sabato 25/09/2010
Sveglia alle 8, colazione in giardino, riorganizzazione delle valigie pro-partenza e poi alle 10, pronti per andare a provare il sand-board. Saliamo su un furgoncino molto “Aussie”, insieme a 2 coppie di ragazzi francesi e ci addentriamo nella Cordillera del Sal, fino a che non ci troviamo davanti ad alte dune. Si preparano le tavole, il cui fondo viene incerato con una candela e si comincia la scalata della duna: che fatica!!! Ci allacciamo la tavola e ora?? Che si fa? Ci viene più o meno spiegato come scendere e proviamo… i risultati sono piuttosto fallimentari, ma è molto divertente! Cadendo sulla sabbia, non ci si fa male, ma i granelli vanno ovunque! L’unica cosa terribile è dover poi risalire sulla duna per affrontare un’altra discesa…uno skilift no, eh?!?;-) Alle 12, siamo tutti cotti e rientriamo a San Pedro. Doccia per toglierci la sabbia, pranzo a base di crepes con formaggio e prosciutto in un baretto vicino al nostro ostello. Alle 15 siamo di fronte all’agenzia di Atacama Connection per l’escursione alla laguna Cejar. Abbiamo la stessa guida della valle della Luna, Daniel, bene! E’ preparato e simpatico! Ci addentriamo nel salar de Atacama e ci troviamo di fronte ad una laguna dall’acqua azzurrissima, dove, per l’enorme quantità di sale, si galleggia benissimo! Peccato che ci sia un vento pazzesco e l’acqua sembri ghiacciata! Forse era meglio fare il bagno al geyser…almeno là l’acqua era calda!! Roby decide di buttarsi subito, io aspetto, ma alla fine faccio un piccolo “puccio”, incoraggiata da una signora brasiliana, che nel suo portoghese, con un accento cantilenante così simile al nostro dialetto genovese, mi fa sorridere, dicendomi: “quando un brasiliano paga per fare qualcosa, la fa”…insomma, il concetto era questo e, da buona genovese, visto che anche io ho pagato per fare il bagno, mi butto!
Terminata la sosta, siamo pronti per vedere altre 2 piccole lagune in mezzo al salar, dove ci si potrebbe di nuovo bagnare, ma bisogna tuffarsi dall’alto ed il freddo è aumentato: non ce la sentiamo, come la maggior parte degli altri turisti! Proseguiamo alla volta di un’altra bella e grande laguna, in prossimità della quale ci fermiamo ad aspettare il tramonto, sorseggiando un buon pisco sour! Bello! Anche oggi la giornata è stata molto carina e, tornati a San Pedro, proviamo la pizzeria di fronte ad Atacama Connection, dove, a parte gli strani personaggi al suo interno, mangiamo una buona pizza margherita e un’empanada gigante con funghi e formaggio. Oggi è sabato e c’è musica in piazza, ma domani abbiamo la sveglia alle 5.30, quindi si va a nanna!!
Domenica 26/09/2010
Oggi ultima levataccia: alle 6 ci vengono a prendere per andare a vedere la Laguna Chaxa, che si trova nel bel mezzo del Salar de Atacama e che dovrebbe essere popolata dai fenicotteri. La maggior parte delle agenzie parte alle 8 e arriva alla laguna per le 8.30, quando il più degli uccelli si è già volatilizzata, invece, arrivando presto, nonostante il freddo, ne possiamo vedere ancora qualche esemplare. Sono pochissimi rispetto a quelli che abbiamo avuto la fortuna di vedere in Bolivia, ma sono comunque sempre molto eleganti ed affascinanti. Nei pressi della Laguna, ci viene offerta una buona e abbondante colazione, durante la quale la nostra guida, davvero molto preparata, ci spiega la formazione del Salar de Atacama e le abitudini dei fenicotteri. Ci spostiamo poi nel piccolo pueblo di Socaire per visitare la bella chiesa in adobe. Saliamo a quota 4200 attraverso una strada sterrata e arriviamo alle stupende lagune Miscanti e Minique! Siamo soli e possiamo goderci a pieno la meraviglia del luogo e pure il vento e il freddo! Ancora una volta ci colpiscono i colori: il blu dell’acqua, il giallo della tipica vegetazione a ciuffi della puna andina, il bianco, il rosso e il verde delle rocce vulcaniche che ci circondano! Fantastico! Terminata la visita, ritorniamo a Socaire, dove ci viene offerto il pranzo da una famiglia, che gestisce un piccolo ristorante, a base di riso, quinoa, carne, pane della casa e budino al cioccolato: tutto buonissimo! Sulla strada di ritorno a San Pedro, facciamo sosta nel paesino di Toconao, dove vediamo il più antico campanile del Cile e la chiesa.
La nostra guida ci racconta anche del Progetto ALMA, che porterà, nelle vicinanze di San Pedro de Atacama, all’installazione del più grande telescopio a radio frequenze al mondo, visto che la zona è particolarmente adatta all’osservazione del cielo, essendo le precipitazioni assenti per buona parte dell’anno e l’aria pulita. Tornati in ostello, facciamo doccia e diamo l’ultima sistemata alle valigie, compriamo un po’ di mate de coca da portare a casa e ceniamo alle 18.30 nel bar della piazza principale, a base di burrito ed enchillada! Ottimi! Mangiamo così presto perché alle 19.20 dobbiamo essere davanti all’agenzia Spaceobs http://www.spaceobs.com/ per concludere il nostro viaggio con il tour astronomico! Alan, un astronomo francese, trasferitosi in Cile, ci accoglie nella sua casa, in una stanza circolare con un buco sul soffitto: l’unica luce presente è rappresentata dalla fiamma di una candela. Dopo un’introduzione, ci porta all’aperto e con un laser ci indica Venere, Marte, Giove e molte delle più famose costellazioni! E’ simpaticissimo ed il cielo stellato fantastico! Ma deve ancora iniziare la parte più interessante: nel giardino della sua casa ci sono dei potenti telescopi, che ci permettono di osservare la luna, Giove, una nebulosa ed il resto di un’esplosione di una supernova…insomma, sono momenti magici, che rendono ancora più unico questo viaggio così speciale! Ci viene poi offerta una cioccolata calda nella stanza circolare, dove siamo stati accolti all’inizio e aspettiamo che arrivi un pulmino che ci riporti in paese. Il primo ha la batteria a terra e non parte, quindi, ne dobbiamo aspettare un altro, ma alle 23 siamo a nanna in ostello!
Lunedì 27/09/2010
Sveglia alle 6.30 e siamo presto fuori dalla porta dell’Hostal La Ruca per aspettare il transfert, che abbiamo prenotato su internet e riconfermato in loco, presso l’agenzia “Transfer Licancabur” transfer@sanpedroatacama.com , per raggiungere l’aeroporto di Calama, dove prendiamo il volo LAN per Santiago del Cile. Arrivati all’aeroporto internazionale, giriamo un po’, mangiamo un wrap da Dunkin Donut e attendiamo il volo AirFrance, che ci porterà prima a Parigi e poi nella nostra Genova… L’acqua, la terra ed il sale sono, quindi, stati gli elementi naturali che hanno caratterizzato questo viaggio, lasciandoci ricordi e sensazioni indelebili…ognuno di essi si esprime al meglio in uno dei tre stati visitati: l’acqua è la protagonista dell’Argentina di Iguazù, con l’imponenza e la maestosità delle sue cascate, il sale raggiunge il suo apice in Bolivia nel Salar de Uyuni, la più grande distesa di sale al mondo, mentre la terra rossa, arida, erosa e modellata dagli agenti atmosferici caratterizza il nord del Cile, con le sue cordigliere e le sue valli dai paesaggi lunari… Ciò non toglie che tutti e tre gli elementi siano presenti in ognuno dei tre paesi attraversati… Come dimenticare le quebrade rosse e punteggiate di cactus dell’Argentina del nord, o le lagune dai mille colori, popolate di fenicotteri a più di 4000 metri della Bolivia, o la crosta di sale del salar de Atacama in Cile? ….insomma, la natura regna sovrana ed un viaggio di questo tipo permette di sentirsene parte e di assaporarne la bellezza, ma permette anche di entrare in contatto con delle popolazioni forti e fiere delle proprie origini, che, purtroppo, devono lottare ogni giorno contro la grande povertà che le affligge… oggi i nostri occhi sono, quindi, pieni delle meraviglie viste e le nostre anime sono arricchite dalle esperienze vissute… Grazie!