Il fascino della calda Spagna del Sud in poche parole.
Venerdì 20 agosto 2010: formazione due genitori sui 50 e due figlie (17-20); partiamo di sera, in auto, passando dal Monginevro e fermandoci in Francia per cena verso le 21, determinati ad arrivare in Spagna al mattino, con una sosta di poche ore per evitare i colpi di sonno.
Sabato 21: alle sette ci troviamo sulla spiaggia di Lloret de Mar, ancora piena di persone che terminano la loro notte con una colazione all’alba, pronti ad andare a dormire. Condividiamo la stessa colazione ma ci riposiamo in spiaggia per l’intera mattina, dormendo, nuotando un po’ (occhio alle meduse) e mangiando poi in uno dei locali. Nel primo pomeriggio, partiamo diretti a VALENCIA, assaggiando il primo caldo spagnolo, che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Arrivati alla città, non troviamo altro che un bungalow, presso il Park Camping, non top quality, ma assolutamente idoneo alla nostra situazione e, irrinunciabile, con una bella piscina, in cui ci tuffiamo immediatamente e restiamo a mollo per un lungo periodo.
Domenica 22: Valencia ci aspetta, iniziando dalla Piazza della Cattedrale e via per tutto il centro fino a trovarci alle 14 alla Ciudad de las artes y las ciencias, in particolare al Museo Oceanografico, che visitiamo. Non pensavamo che una struttura così moderna e contrastante potesse essere davvero interessante: non riusciamo a resistere dallo scattare una notevole quantità di foto, terminando con lo spettacolo dei delfini, all’ombra e al riparo dal caldo. Alla sera, visita al Soler, parte spesso scordata in Valencia, dove ci aspetta una famiglia di conoscenti, che ci accoglie con il calore umano tipico e ci anticipa notizie sul calore reale eccezionale che avremmo trovato in Andalusia: “Mucho calor” è rimasto lo slogan della nostra vacanza.
Lunedì 23: la partenza alle 9 ci evita una fetta di caldo, e alle 12 ci fermiamo ad ALMAGRO, tipico paesino dalla piazza caratteristica, l’ideale per fermarsi e gustare una birra fresca con tostados con jamon e anchoas. All’interno del locale, restiamo stupiti davanti a fotografie che rappresentano il paese totalmente innevato, quando noi immobili sentiamo le gocce di sudore scendere inesorabili. Affrontiamo un tratto deserto, e, oltrepassata Cordoba, stentiamo a credere che tra quelle “dune coltivate ” ci possa essere un campeggio: ci sembra di dover scorgere un’oasi. Invece, in località La Carlota davvero troverete questo camping Carlos III, fornito di piscina, ottimi servizi e una buona locazione con alberi “veri” sotto cui montare le tende. Decisamente stanchi, apprezziamo il fresco della sera; dopo aver mangiato al ristorante, ci addormentiamo in un secondo.
Martedì 24: Partenza per SIVIGLIA, distanza un’ora circa dal campeggio. Visitiamo subito l’Alcazar. (Attenzione: studenti e minori di 16 anni non pagano il biglietto d’entrata: munirsi di documento!). Per chi non aveva mai visto i ricami arabi prima di quel momento, la sorpresa è totale e rovina in parte ciò che poi si troverà all’Alhambra. Dopo aver finito la visita dei giardini, nel Barrio de Santa Cruz troviamo il Santa Teresa, locale altamente tipico con buone tapas. Proseguiamo con la cattedrale e la torre e ritorniamo al camping dopo una spesa in un iper. Relax obbligatorio in piscina, il caldo è davvero notevole. Nonostante questo, alla sera partiamo per CORDOBA: cena alla Botega Mezquita e visita della città notturna che ci conquista.
Mercoledì 25: infatti, al mattino, ripartiamo per Cordoba: questa è una città che ci piace molto, di primo impatto, è calda in tutti i sensi, meno grande delle altre e più abbordabile ed essenziale. Visitiamo la Mezquita, decisamente stupefacente, nonostante la sua divisione ambigua, e la Juderia, con la vecchia sinagoga. Al ritorno al camping, ci accorgiamo dei 39 gradi all’ombra: l’unica soluzione, oltre a quella di stare sdraiati immobile, è quella di immergerci in piscina e lì restare, alternando la sosta in acqua alle docce fresche. Tuttavia, il piano prevede la visita alla Siviglia notturna, e così è: sarà il calor, sarà la stanchezza, non rimaniamo entusiasti di questa città, che molti adorano. Ci rechiamo al Borgo Trania, specializzato in ceramiche, dove però i negozi sono chiusi. Mangiamo alla rinomata Casa Cuesta e ci affacciamo dal ponte del fiume, senza dar peso ai vari topi che gareggiano sui bordi delle rive. Sbagliando, decidiamo di spostare l’auto e affrontare il centro, faticando a trovare parcheggio. La nostra stanchezza raddoppia quando su un display luminoso leggiamo: 37 gradi, ore 23.45. Ci sediamo sulle panchine della Pza della Cattedrale, che si offre illuminata e bella, per consolarci, la prendiamo a ridere, vediamo qualche negozio, e ce ne torniamo a dormire. Siamo sicuri di una cosa: il caldo ci mette del suo, in questa vacanza.
Giovedì 26: al mattino il campeggio è decisamente fresco ed è una bellezza goderselo .e il pensiero di lasciare questo ottimo camping, a tutti i livelli, ci preoccupa un po’. Comunque, sbaracchiamo e partiamo per GRANADA. Percorriamo la nazionale N432, ulivi che si perdono a vista, e niente più, tranne qualche castello in rovina. Per chi gradisce, è un paesaggio interessante…Arriviamo in Granada e grazie all’indicazione di una coppia gentile –come sempre- troviamo il Camping Sierra Nevada. Il caldo ci pare minore, il posto discreto. Mentre montiamo le tende, ci accorgiamo che un giardiniere sta allagando i canali che delimitano le piazzolle con acqua di pozzo: lui stesso ci invita a levarci le scarpe e immergere i piedi nel fresco assoluto dell’acqua. Obbediamo, e ci sembra il paradiso: trascorriamo diversi minuti a chiaccherare e considerare i giorni passati, con l’acqua sorgiva che ci accarezza le gambe. Poi, scopriamo che la piscina, molto bella, viene riempita con la stessa acqua e ogni bagno è un brivido piacevole , anche se l’ingresso è a pagamento (1,70 a persona, ma ne vale le pena).Verso le 19, ci accingiamo a recarci in auto nel centro città, parcheggiando accanto al El Cortès Ingles. Un tourist office nelle vicinanze ci fornisce di cartina e ci indica la strada per recarci a piedi all’Albaycin, costeggiando il Rio, le cui rive sono abitate da una quantità notevole di gatti, ben nutriti e accettati, e affrontando la salita. Al San Nicolas il panorama è notevole, sull’Alhambra. Nutriamo qualche perplessità sulla Nuova Moschea e scendiamo per vicoli bianchi, al tramonto, angoli arabi in un clima decisamente più mite. Ceniamo alla “Cueva”, con cus cus, paella e zuppa araba: al buon servizio, si unisce anche il sottofondo di musicisti improvvisati, di strada. A mezzanotte, arriviamo al Camping.
Venerdì 27: oggi è il giorno dell’Alhambra. Al mattino, ci imponiamo delle ore di relax, con una puntatina in piscina. Verso le 14 partiamo col bus 33 (7 corse, 5 euro) e scendiamo presso la Cattedrale. In una libreria del centro, scambiamo la prenotazione fatta da Torino su WEB (praticamente obbligatoria, informatevi) con i reali biglietti e nel frattempo compriamo anche i “Racconti dell’Alhambra” di Washington Irving. Questo assoluto amante della magia del luogo ha scritto nel passato questo volumetto, che è un peccato aver letto “dopo”la visita. Se si riuscisse a leggerlo prima, si gusterebbero maggiormente alcune stanze. Il percorso in salita che porta all’ingresso dell’Alhambra è fresco e ombreggiato: se pensiamo al caldo di Siviglia, godiamo maggiormente. Ci sono panchine ricavate dalla pietra: ci sediamo per mangiare qualcosa e poi entriamo. C’è un senso di fresco nonostante i 38 gradi, acqua e fontanelle ovunque (portatevi delle bottigliette da riempire, l’acqua è deliziosa), i giardini Generalife sono ordinati e piacevoli. Per entrare nel Palazzo Nazaries si deve affrontare una coda sotto il sole, ma la visita lascia a bocca aperta. Bisogna affrontare ogni stanza con la giusta calma, godere ogni attimo, e ammirare con stupore. Dopo una prolungata sosta, decidiamo di scendere per cenare da San Vito con un buon fritto misto. Ritorno con il bus –ottimo servizio- e ultima notte in camping.
Sabato 28: dopo aver gustato un caffè di fronte alla freschissima piscina e notato che ci sono birre di marca “L’Alhambra”, partiamo per BARCELLONA: faremo due soste sul mare, scegliendo due paesi a caso, per sgranchire le membra; arriviamo ad un Hotel Ibis fuori Barcellona, ma ottimo come prezzo e servizio, per una notte sola. La visita di Barcellona non era prevista, e per questo è improvvisata: comunque, in un giorno vediamo le cose essenziali, ci facciamo un’idea sulla città, decisi a tornarci con calma. Partiamo nel tardo pomeriggio, e attraversando tutta la Francia, arriviamo a Torino di notte.
Che dire? Userei tre aggettivi per riassumere: affascinante, costruttivo e caldo. Sicuramente la Spagna del Sud ammalia con un fascino notevole, tra ricami arabi e muraglie imponenti, deserti estesi e giardini mediterranei; decisamente l’Andalusia è costruttiva: non deve essere facile lavorare serenamente con 38 gradi costanti, sorridere nel caldo torrido e continuare a coltivare come se niente fosse; infine, calda. Noi abbiamo purtroppo incontrato un’ondata di caldo eccezionale, con la testimonianza degli stessi spagnoli: però, comunque, il fattore caldo deve essere preso in considerazione in qualsiasi ambito: visite, spostamenti, attese, sistemazioni, perché, seppur caratteristico della zona e della vacanza, è ben presente e incide non poco. Spagna del Nord o del Sud? Troppo diverse ma uguali come qualità e accoglienza, ottime. Ora manca il centro ….