In lungo e in largo per l’Islanda

Islanda un sogno diventato realtà! “L’isola che si specchia nel ghiaccio vicino al Polo, come una sorta di terra sacra, una landa piena di fiordi e steppe, elfi e pietre runiche, villaggi in cui risuonavano antiche saghe. La terra in cui uomo e natura si fronteggiano senza vie di mezzo, con assoluta sincerità.” tratto dal libro “ Siamo...
Scritto da: elenabiotec
in lungo e in largo per l’islanda
Partenza il: 24/07/2010
Ritorno il: 14/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Prima di raccontare giorno per giorno il nostro viaggio, inizio questo mio resoconto descrivendo alcune tappe iniziali necessarie per organizzare un viaggio fai da te.

I – Il volo

Ci sono varie combinazioni, tutto dipende da quanto si vuole spendere e soprattutto da quanto tempo prima si incomincia a cercare e prenotare il volo. Sono 2 le compagine aeree islandesi con voli diretti dall’Italia durante l’estate: Icelandair, (www.icelandair.it) compagnia ufficiale con partenza da Malpensa, e l’Iceland express, (www.icelandexpress.com) compagnia low-cost con partenza da Bergamo. Noi abbiamo scelto la seconda opzione, l’Iceland express, per risparmiare ma attenzione è una compagnia sempre in cronico ritardo e un po’ disorganizzata. Partenza da Bergamo sabato 24 Luglio ore 22.45 con arrivo a Reykjavik ore 00.55 – Ritorno da Reykjavik sabato 14 Agosto ore 15.50 con arrivo a Bergamo ore 21.55, costo: € 382,00 (+ assicurazione cancellazione) a testa.

II – L’Auto

Questo in realtà è il punto più importante da definire molto bene perché incide molto sul budget, soprattutto se il viaggio lo si organizza in due. Il problema principale è che in Islanda, se si vuole visitare anche l’interno o i Fiordi Occidentali, è necessario affittare un fuoristrada che ovviamente costa molto di più. Per prima cosa bisogna quindi decidere se si vuole solo restare intorno alla Ring Road, la strada principale asfaltata che circonda tutta l’isola o visitare anche le zone meno turistiche attraverso strade sterrate a volte anche molto impervie e con guadi. Secondo, definire il numero di giorni di affitto dell’auto e quindi quanti giorni dedicare al viaggio. Noi unendo tutti i giorni di ferie disponibili abbiamo deciso di far durare il nostro tour 3 settimane così i giorni in affitto dell’auto saranno 19. All’inizio in internet abbiamo visitato i siti più noti di autonoleggio ma, per un fuoristrada anche piccolo, i preventivi online erano sempre troppo cari per noi, poi leggendo vari blog abbiamo scoperto che per risparmiare conviene affittare tramite agenzie locali le quali per fare concorrenza mantengono i prezzi più bassi. Il problema è che l’elenco di queste agenzie si trova solo sul sito ufficiale islandese del turismo ), infatti, se si fa una normale ricerca su Google non compaiono mai (almeno fino alle prime 10 pagine). Così preso le e-mail di tutte le agenzie di autonoleggio islandesi, le ho contattate una per una chiedendo un preventivo ed ecco che finalmente ne abbiamo trovata una al caso nostro. Si chiama Ak Rental ed è gestita dalla Guesthouse B44, che oltretutto ci offre uno sconto del 15% se insieme all’auto prenotiamo da loro almeno una notte. Decidiamo di affittare per 19gg una Kia Sportage 4X4 con chilometraggio illimitato, SCDW, tasse locali comprese e prenotare da loro le prime 2 notti e l’ultima (totale: 402.940 ISK).

III – Pernottamenti

L’idea principale è stata quella di decidere giorno per giorno le mete principali per poi scegliere dove pernottare. In Islanda ci sono diverse opzioni su come alloggiare, si può scegliere tra hotel, guesthouse, agriturismi, ostelli, campeggi. Noi abbiamo scelto, quando possibile, di alloggiare soprattutto in ostelli con formula sleeping bag (sacco a pelo) e bagno in comune per risparmiare. Gli ostelli in Islanda sono comodi, puliti e alcuni anche molto carini e caratteristici, e l’ambiente è sempre informale e giovanile. Inoltre in tutti i nostri alloggiamenti abbiamo sempre scelto la formula B&B con disponibilità della cucina in comune, quest’ultima molto utile per cucinare la cena. Nelle zone più turistiche vicino alla Ring Road vi consiglio di prenotare con molto anticipo, in particolare la zona del lago Myvatn (che è anche una delle più care) e il sud dell’isola (soprattutto vicino al parco nazionale di Skaftafell).

1° Giorno – Domenica 25 Luglio

L’arrivo previsto era per le 00:55 all’aeroporto di Keflavik ma purtroppo siamo invece atterrati alle 2.15, per fortuna noi avevamo prenotato prima di partire il servizio pick-up offerto dalla nostra guesthouse (anche più conveniente del servizio navetta della Flybus). Dopo una quarantina di minuti siamo arrivati e ci siamo sistemati nella nostra stanza, non tanto grande ma comoda e con i servizi privati. In teoria per questa “prima notte” avevamo prenotato la formula sleeping bag e solo la notte successiva la doppia con bagno ma abbiamo scoperto che la stanza doppia essendo libera, ce l’hanno già consegnata senza modificare il prezzo (davvero gentili). Dopo aver dormito solo 4 ore ci siamo svegliati verso le 8.00 per dedicare tutta la giornata alla visita della capitale. Unico tasto dolente della nostra guesthouse è che si trova nella periferia di Kopavogur così per raggiungere il centro è necessario prendere il bus (linea 1). Inoltre, abbiamo scoperto che la domenica tutto è fermo fino alle 10, compreso i pullman, così la proprietaria ci ha spiegato una strada un po’ lunga ma molto paesaggistica per arrivare in centro a piedi. Costeggiando l’insenatura Fossvogur arriviamo nei pressi della chiesa Hallgrimskirkja, passeggiando per la centralissima via Skolavördustigur ci siamo fermati in una libreria per fare il nostro primo acquisto: una cartina stradale dettagliata; noi ne abbiamo scelta una formato libro (molto più pratica da sfogliare in viaggio). Arrivati in centro ci siamo subito diretti all’ufficio del turismo (www.visitreykjavik.is) per avere maggiori info sulla città e sull’isola in generale. Abbiamo poi raggiunto il porto da dove si può godere di un bel panorama, intravedendo il Monte Esja, e si possono vedere le vecchie baleniere. Per pranzo è consigliato assaggiare i famosi hot dog islandesi nel più noto chioschetto della capitale, Baejarinsbeztu. All’una abbiamo fatto un free tour della città con una simpatica guida, organizzato dall’agenzia MyReykjavik. Il tour dura circa 2 ore e permette di conoscere meglio la città. In centro vale la pena andare nella piazza Ingolfstorg circondata da alcune delle case più antiche della città (tra cui Falkahus) proseguendo fino al parlamento Alpingi, il municipio Radhus e la chiesa Domkirkja. Una deviazione fuori dai normali percorsi può essere quella di fare un giro al mercatino delle pulci vicino al porto per cercare qualche ricordo originale. Reykjavik è una bella cittadina moderna con poche abitazioni antiche, ma molto pulita e tranquilla. Così sicura che non c’è bisogno di poliziotti intorno alla sede del parlamento, che abbiamo scoperto ha origini molto antiche. Anche se durante la visita guidata, la guida, molto preparata, ci ha spesso detto che sono stati fortemente colpiti da quest’ultima crisi finanziaria, noi non abbiamo notato né decadenza né disordine. Gli islandesi sono un popolo molto fiero, orgoglioso delle loro origini vichinghe, assolutamente intenzionato a riprendersi il prima possibile. Verso le 4 del pomeriggio stanchi torniamo alla nostra guesthouse e decidiamo di testare la jacuzzi in giardino con acqua calda prelevata dalle sorgenti sulfuree, davvero rigenerante (PS: all’odore di uovo marcio bisogna purtroppo abituarsi perché gli islandesi usano come acqua calda solo quella sulfurea, e mi raccomando fate molto attenzione perché esce bollente). Dopo una frugale cena a base di risotto liofilizzato andiamo a dormire. Noi molto spesso utilizzeremo cibo liofilizzato portato dall’Italia per prepararci cena, è pratico e soprattutto aiuta a non incidere troppo sul bilancio.

Pernottamento: Gistiheimilid B44, Borgarholtsbraut 44, 200 Kópavogur (www.bb44.is/english)

2° Giorno – Lunedì 26 Luglio

Fatto colazione, check-out e preso la nostra auto, ci dirigiamo subito verso le prime attrazioni naturalistiche dell’Islanda e sicuramente le più conosciute: Thingevellir, Geyser e Gullfoss (il Circolo d’Oro). Usciti dalla capitale e preso la STRADA 36 verso Laugarvatn passiamo all’ostello per il check-in e poi proseguiamo per la STRADA 365 fino al Thingvellir National Park. Per fortuna al mattino il tempo ha retto e siamo riusciti a fare una lunga passeggiata lungo le fenditure di Almannagja. Passandoci in mezzo, è buffo pensare che ci si trovi tra le due placche, americana ed europea. Purtroppo dopo pranzo ha incominciato a piovere e non ha smesso più fino a sera. Arrivati al famoso sito dei Geyser, siamo riusciti comunque a vedere questo particolare fenomeno più volte, davvero spumeggiante. Ma l’ultima tappa è sicuramente quella che ci ha impressionato di più: la cascata Gullfoss. Non a caso è considerata la più famosa d’Islanda, davvero impressionante la sua potenza. Ora capisco perché gli islandesi sono così serafici, di fronte ad una natura così possente non si può fare altro che lasciarsi assoggettare dalla sua forza e vivere con serenità ogni istante della propria esistenza (forse è questa la vera essenza della vita). Siamo qua solo da due giorni ma è già chiaro che l’unica vera e indiscussa padrona di queste terre è la NATURA, essa mostra tutta la sua forza e noi oggi abbiamo avuto solo una piccola dimostrazione.

Pernottamento: Laugarvatn Hostel, Dalsel, 840 Laugarvatn (www.hostel.is), camera doppia sleeping bag senza bagno 7300 ISK.

Da adesso in poi aggiungerò anche qualche itinerario a piedi che abbiamo fatto e che vi consigliamo vivamente.

Itinerario Þingvellir National Park (dislivello: 30 m, durata: 2 ore): un facile tour al luogo più sacro d’Islanda. Un sentiero sulla destra, vicino all’Hótel Valhöll, conduce alla gola Almannagjá. Questa è geologicamente interessante, e storicamente fu il primo luogo d’incontro del Parlamento d’Islanda. Si cammina lungo un ampio sentiero oltre il Lögberg, dove è issata una bandiera. Qui anticamente si leggevano le leggi. Attraverso un ponte oltre il parcheggio si arriva alla cascata Öxarárfoss. La cascata si vede bene dal sentiero. Dopo 200 m. C’è una torre di roccia da cui si ha una bella vista della gola. Dopo 20 m. Il sentiero si dirama a destra. Dopo aver attraversato due strade, questo sentiero (ciclabile) passa attraverso un bosco di betulle e, oltre imponenti fratture coperte di muschio, conduce alla fattoria Skógarkot, abbandonata nel 1936. Qui, da una piccola collina, si ha una bella vista su Þingvallavatn.

3° Giorno – Martedì 27 Luglio

Oggi è stata la prima volta per tante cose:

1- è stata la prima volta che ci siamo immersi in una pozza geotermale in mezzo al nulla. L’acqua era davvero calda ma piacevole visto che faceva freddo e non c’era il sole.

2- è stata la prima volta che abbiamo dovuto per ben due volte guadare un fiume.

3- Per la prima volta abbiamo attraversato lande desolate plasmate da eruzioni, ghiaccio, acqua e vento che sono anche i quattro elementi che descrivono perfettamente quest’isola.

Abbiamo, infatti, viaggiato tutto il giorno su strade solitarie in mezzo alla natura incontaminata. La nostra unica meta è stata Hveravellir, un’affascinante area geotermale con fumarole e vasche termali, dove abbiamo fatto il bagno in una vasca sulfurea. Per raggiungere quest’area interna bisogna percorrere un bel tratto della Strada 35, sterrata ma in ottime condizioni. Un po’ di paura mi è venuta invece percorrendo la F338, scelta da noi come scorciatoia per raggiungere Borgarnes (dove abbiamo pernottato), sopratutto quando mi sono resa conto che eravamo soli in mezzo al nulla o meglio in mezzo alla natura senza un essere umano intorno a noi. Per fortuna è andato tutto bene.

Pernottamento: Borgarnes Hostel, Borgarbraut 9-13, 310 Borgarnes, camera doppia sleeping bag senza bagno 7100 ISK.

4° Giorno – Mercoledì 28 Luglio

Mattino sveglia presto e via verso la penisola di Snaefellsnes, famosa per il “Viaggio al centro della terra” di Giulio Verne, dove ci sono parecchi sentieri che vale la pena percorrere. Da Borgarnes abbiamo preso la Strada 54, lungo il tragitto abbiamo costeggiato Eldborg, uno dei tanti vulcani di quest’isola, ma il nostro primo obiettivo è stato quello di andare alla ricerca delle foche. Da una piantina gratuita dell’ostello abbiamo scoperto che proprio lungo la strada si trova un punto di osservazione a Ytritunga, una baietta rocciosa prima della famosa spiaggia di Budavik. Per fortuna passeggiando lungo questa spiaggia siamo proprio riusciti ad avvistarle tutte belle tranquille, paciose e cicciose sopra gli scogli. Il tempo per fortuna ci ha assistito così abbiamo potuto fare una passeggiata lungo le scogliere tra Arnarstapi ed Hellnar, due piccoli agglomerati di pescatori, e in mezzo a campi di lava secolari. Proprio ai piedi del ghiacciaio Snaefell siamo entrati dentro la grotta di Songhellir, famosa per essere piena di graffiti antichi alcuni anche del 1700. Dalla Strada 574 scende uno sterrato verso la selvaggia spiaggia di sabbia nera di Djupalonssandur, un posto magnifico per fare una passeggiata e per raggiungere l’altra spiaggia nera, Dritvik. Abbiamo poi raggiunto Ondverdarnes, la punta più estrema della penisola, per raggiungerla è necessario prendere sulla sinistra una strada un po’ dissestata, lungo il percorso si costeggia la spiaggia Skardsvik. Dal parcheggio un sentiero segnato porta al cratere vulcanico di Vatnsborg che ovviamente abbiamo percorso fino in cima curiosi di dare una sbirciatina dentro (ovviamente è inattivo), dove si può scorgere una florida vegetazione di felci. Proseguendo per la 574 abbiamo ripreso la Strada 54 per arrivare a Stykkisholmur, dove abbiamo fatto la prima cena in un ristorante islandese (Narfeyrarstofa) e poi un giro lungo il suo porto naturale da cui si può arrivare a piedi all’isola di basalto di Sugandisey, per osservare un tramonto “infinito”. Da questa cittadina abbiamo poi preso il giorno successivo il traghetto Baldur per raggiungere i Fiordi Occidentali.

Pernottamento: Stykkishòlmur Hostel, Höfðagata 1, 340 Stykkishólmur, camera doppia sleeping bag senza bagno 6900 ISK.

Itinerario Costa di basalto di Arnarstapi (dislivello: 35m; durata: 2.40 ore). La prima tappa della passeggiata è l’arco roccioso di Gatklettur (segnalato). Dal parcheggio (dove si trova un troll di pietra) bisogna dirigersi dritti verso la ripida linea costiera. Da qui vale la pena continuare verso nord-est lungo la costa. Si passa vicino ad un piccolo laghetto dove ci sono spesso uccelli marini. Molto impressionanti sono comunque le rocce verticalmente ricadenti bucate che in questi punti sono connesse al mare e offrono posti per la nidificazione per stridenti colonie di gabbiani. Ci sono segnaletiche per le varie aperture nelle rocce ma se si vuole godere di una particolare veduta è consigliata l’apertura naturale di Miđgja. Dopo mezz’ora si arriva al piccolo caratteristico porto naturale. È meglio tornare indietro dallo stesso sentiero, passare nuovamente l’arco e continuare verso sud-ovest sul sentiero lungo la costa. Si avrà l’occasione di ammirare diverse formazioni rocciose di basalto che rendono la passeggiata davvero interessante. Oltrepassati un piccolo ponte e un arco, il sentiero si addentra in un prato e si aggira per aspri campi di lava che sono comunque ricoperti di soffice muschio. Il sentiero è chiaramente visibile e segnato con pali rossi. La destinazione finale è il piccolo villaggio di Hellnar che si raggiunge dopo 40 minuti (dal parcheggio). Hellnar ha solo 9 abitanti ma è speciale; qua vale la pena assaggiare le torte del Cafè Fjöruhusiđ, ammirando la vista della scogliera, e poi si ritorna al parcheggio di Arnarstapi dallo stesso sentiero.

5° Giorno – Giovedì 29 Luglio

Al mattino abbiamo preso il traghetto Baldur (www.seatours.is/Frontpage/FerryBaldur prenotato dall’Italia precedentemente) con partenza alle ore 9.00, arrivo a Brjanslaekur 11.30. Abbiamo scelto questa opzione per non perdere troppo tempo nel raggiungere i Fiordi Occidentali. Per fare provviste vi consigliamo di comprare a Stykkisholmur perché per un bel po’ di chilometri non ci saranno neanche stazioni di servizio. Sbarcati dal battello siamo subito andati a visitare la penisola di Latrabjarg. Preso la Strada 62 e girato a sinistra sulla Strada 612 fino a Hnjotur, abbiamo proseguito fino al faro Bjargtangar, il punto più occidentale d’Europa. Lungo la strada ci siamo fermati diverse volte per ammirare i paesaggi. Ogni fiordo era sempre una nuova scoperta che ci lasciava stupiti. Lungo il tragitto si costeggiano la spiaggia deserta di Breidavik e le scogliere di Latrabjarg dove abbiamo potuto vedere da molto vicino tantissimi pulcinella di mare, simpatici e buffi uccelli mascotte dell’Islanda. Tornando indietro prima di rientrare sulla 62 si può girare a destra nella Strada 614, che si trova subito dopo la pista di atterraggio, e seguire il sentiero dissestato per circa 10km per arrivare alla spiaggia di Raudisandur. Raggiunto Bilduladur per fare il check-in nel nostro ostello, abbiamo poi continuato fino a Selardalur percorrendo la Strada 619 (Attenzione: può essere parecchio dissestata) per arrivare fino al faro Kopur.

Pernottamento: Bildudalur Hostel, Hafnarbraut 2, 465 Bíldudalur, camera doppia sleeping bag senza bagno 6900 ISK.

Itinerario Latrabjarg (dislivello: 330 m; durata 2 ore). Il sentiero incomincia dal parcheggio del faro. I pulcinella di mare si siedono sull’orlo delle scogliere accanto al faro e non sono per nulla disturbati dai turisti. Per pochi chilometri, seguire un sentiero ben battuto che poi conduce alle scogliere da dove si ha la possibilità di ammirare gli uccelli e diverse scogliere ripide.

6° Giorno – Venerdì 30 Luglio

Dalla Strada 60 si arriva nella zona Dynjandi dove lasciando l’auto ad un parcheggio e percorrendo un sentiero si arriva alla cascata più nota dei fiordi occidentali, Fjallfoss, davvero suggestiva. Percorrendo la 60 verso nord si arriva a Thingeyri, un piccolo villaggio dove ci si può sostare per il pranzo. Dalla 60 abbiamo deviato a sinistra per Myrar, alla ricerca del più antico giardino botanico islandese, Skrudur, piccolino ma davvero carino soprattutto perché pieno di fiori, dando l’idea di essere un piccolo angolo di paradiso. Forse era proprio questo l’intento del pastore protestante che nel 1909 creò questo giardino. Abbiamo poi proseguito fino a Isafjordur, passando per uno spettacolare tunnel scavato nella lava, sbrigato velocemente il check-in nella nostra guesthouse dove abbiamo pernottato 2 notti, siamo subito andati all’ufficio turistico e all’agenzia WestTour (www.vesturferdir.is) per avere info sulle gite a Hornstandir, la zona più remota dei fiordi. Per fortuna c’era ancora posto per un trekking con guida da Hestery ad Adalvik (costo: 15.300 ISK a testa) che ovviamente abbiamo subito prenotato per il giorno dopo. Prima di cenare siamo andati a visitare il piccolo centro abitato Sudureyri, arroccato sulla punta del Sugandafjördur, qua vale la pena fermarsi per assaporare la vita dei pescatori e acquistare qualche prodotto di artigianato locale, come i famosi maglioni di lana, a prezzi davvero convenienti. Ad Isafjordur abbiamo scoperto che sul porto vicino al Museo del Folclore si può cenare in un caratteristico locale aperto solo d’estate. Abbiamo gustato numerosi piatti di pesce tra cui il merluzzo, la coda di lupo, Habut e tanti altri a noi sconosciuti ma tutti veramente ottimi, il tutto in compagnia di una simpatica famiglia islandese con cui dividevamo un tavolo all’aperto. Durante la cena abbiamo anche dovuto più volte rincorrere il tavolo nel vero senso della parola visto che la famiglia continuava a spostarlo alla ricerca degli ultimi raggi di sole. Buffo da noi in estate facciamo esattamente l’opposto, cercando sempre un tavolo all’ombra e più fresco, ma è comprensibile visto i pochi giorni di pieno sole che loro hanno rispetto a noi.

Pernottamento: Gamla Guesthouse, Mánagötu 5, 400 Isafjordur, camera doppia sleeping bag senza bagno 9400 ISK, prenotata per 2 notti.

7° Giorno – Sabato 31 Luglio

Trekking da Hesteyri a Látrar. Partenza in barca alle 9.30 per addentrarci nella zona più selvaggia e remota dell’Islanda. La prima tappa è il villaggio abbandonato di Hestery. L’area è disabitata dal 1953 e dal 1974 la flora e la fauna sono protette, adesso volpi artiche, tantissime specie di uccelli e foche vivono indisturbati. Da Hestery abbiamo poi proseguito a piedi per un trekking che è durato tutta la giornata salendo su un crinale di un fiordo per ridiscendere dall’altra parte nella baia di Adalvik. Lungo il tragitto abbiamo costeggiato piccole cascate, mangiato tantissimi mirtilli (l’Islanda ne è piena). Abbiamo anche dovuto guadare un fiume, da lì a piedi nudi abbiamo passeggiato su una solitaria spiaggia, ammirando meravigliosi paesaggi. Un sorprendente contrasto tra mare e montagne innevate. La giornata è stata stupenda complice un sole pieno e caldo che ci ha accompagnato per tutto il giorno.

Pernottamento: Gamla Guesthouse.

8° Giorno – Domenica 1 Agosto

Oggi doveva essere soltanto una giornata di trasferta senza nulla di preciso da visitare eppure anche questa volta questa terra ci ha voluto stupire. Lungo la strada per Reykjanes a metà del lato destro del fiordo Mjoifjordur siamo riusciti a vedere un’altra colonia di foche questa volta a soli 3 metri di distanza e subito dopo una coppia di aquile. Inoltre lungo i diversi fiordi che la Strada 61 costeggia si vedono numerose colonie di cigni. Siamo poi arrivati a Holmavik dove abbiamo pernottato in una guesthouse originale e antica.

Pernottamento: Steinhúsið Guesthouse, Höfðagata 1, Hólmavík, Strandabyggð, camera doppia senza bagno 9000 ISK.

9° Giorno – Lunedì 2 Agosto

Percorrendo la Strada 68 (ex 61) verso sud, siamo arrivati fino alla Ring Road 1, ma all’incrocio con Laugarbakki abbiamo poi subito deviato a sinistra per la Strada 711 per arrivare fino a Hindisvik, per vedere di nuovo le foche. Ritornati sulla Ring Road non abbiamo fatto soste fino a Varmahlid da dove prendendo la Strada 75 siamo arrivati a Glaumbaer dove abbiamo visitato una fattoria con il tetto di torba (ora Museo), una chiesa e ci siamo rigenerati un po’ nel caffè Askaffi gustando una buona torta al rabarbaro. Visto i diversi chilometri fatti, l’ultima tappa di oggi è stata Holar che si raggiunge dalla Strada 76, dove abbiamo pernottato in uno degli appartamenti per gli studenti. Vi consigliamo questo tipo di sistemazione a metà viaggio perché ogni abitazione ha la lavatrice e tutto il necessario per fare il bucato.

Pernottamento: University Collage Hólar in Hjaltadal camera doppia sleeping bag senza bagno 7400 ISK.

10° Giorno – Martedì 3 Agosto

Dopo un giro per il piccolo insediamento universitario di Holar, siamo arrivati ad Akureyri, la seconda città più grande dell’Islanda. Abbiamo poi continuato fino alla cascata Godafoss, che è considerata una delle più belle cascate dell’isola (e che noi condividiamo). Tornando indietro per un breve tratto abbiamo girato a destra sulla Strada 85 per arrivare a Husavik dove il giorno dopo avremo la gita in barca “Whale Watching” (prenotata in Italia on-line, www.northsailing.is). Oggi abbiamo spesso tagliato per le vie interne invece che seguire la Ring Road, alla ricerca di paesaggi più selvaggi e meno battuti.

Pernottamento: Gistiheimilið Sigtún, Túngata 13, 640 Húsavík, camera doppia senza bagno 13500 ISK).

11° Giorno – Mercoledì 4 Agosto

I Tappa: ore 9, Whale watching con la North Sailing; la gita è durata 3 ore e siamo riusciti a vedere 5 balenottere comuni abbastanza da vicino ed una focene, che ha nuotato per un po’ di fianco la nostra barca (evento rarissimo). II Tappa: Il Parco Nazionale Jokulsargljufur che si raggiunge da Husavik dalla Strada 85 per arrivare ad Asbyrgi dove si trova anche il centro per i visitatori del parco, passaggio obbligato per prendere le relative informazioni sul parco, in particolare le cartine dei sentieri. Da qua, infatti, partono diversi sentieri che costeggiano il canyon a forma di zoccolo. Se si prosegue verso sud con la Strada 862 si arriva alla tappa successiva Hljodaklettar, parcheggiando vicino al campeggio si può percorrere a piedi un sentiero circolare in meno di un’ora. Le formazioni più belle sono quelle a nord-est del parcheggio tra cui Trollid (il troll), la Kirkjan (la chiesa) una grotta naturale e Kastali (il castello) un vasto affioramento lavico. Tappa successiva è stata la cascata Dettifoss, la più impressionante d’Islanda. Dal parcheggio la cascata si trova a 5’a piedi e da qui proseguendo si può arrivare anche alla seconda cascata Selfoss. Ripresa la Ring Road siamo arrivati al Lago Myvatn dove abbiamo trascorso 3gg. All’ufficio turistico di Reykjahlid abbiamo preso le relative info sulla zona e sui vari tour per l’Askja. Noi abbiamo scelto un tour in jeep piuttosto che in pullman perché anche se un po’ più costoso permette di esseri più liberi a fermarsi per ammirare i diversi paesaggi lungo la strada (costo: € 158 a testa). Alla sera, per cena abbiamo assaggiato il salmerino artico affumicato, il piatto tipico di questa zona, nel pub-caffè Gamli Baerinn.

Pernottamento: Elda Ehf, Jon Illugason, Helluhraun 15, 660 Mývatn, camera doppia senza bagno 16900 ISK, prenotata per 3 notti).

12° Giorno – Giovedì 5 Agosto

Oggi tour guidato ad Askja, con un’enorme jeep ed un simpatico autista-guida islandese che ci ha portato in lungo e in largo percorrendo la Strada F88. Prima tappa, dopo 3 guadi belli grossi, uno dei tanti rifugi del famoso e leggendario bandito islandese Fjalla Eyvidur, dove a suo dire passò uno degli inverni più rigidi della sua vita. Lungo la strada abbiamo quasi sempre costeggiato la montagna più importante dell’Islanda, denominata la “Regina del deserto” (alta 1682m). Seconda tappa, la gola Drekagil da dove incomincia un canyon che dopo una breve passeggiata porta fino ad una cascata che sgorga da un cumulo di lava. Meta finale, la famosa caldera di Askja originatasi dall’eruzione del 1875 che si teorizza essere stata la causa di tutti gli sconvolgimenti politici di quell’epoca. La depressione che si creò si riempì d’acqua diventando il bellissimo lago di colore blu-zaffiro di Oskjavatn che però ribolle ancora. Di fianco si trova ancora un cratere di tefrite, Viti, che ospita un lago di acqua calda balneabile. Ritornati a Myvatn per riprenderci abbiamo passato qualche ora ai bagni termali di Myvatn, l’alternativa alla nota Laguna Blu.

Pernottamento: Elda Ehf.

13° Giorno – Venerdì 6 Agosto

Oggi abbiamo dedicato tutta la giornata ai due protagonisti indiscussi dell’Islanda Nord Orientale: Myvatn e Krafla. Al mattino visitiamo la zona vulcanica di Dimmuborgir dove, visto il bel tempo, decidiamo di fare il percorso più lungo che include anche la cima del vulcano Hverfell. Il sentiero è ben segnato e piacevole fino ai piedi del cratere dove invece c’è un ripido e sabbioso sentiero che porta in cima dove si gode un meraviglioso panorama del lago e dei suoi numerosi pseudocrateri. Terminato il giro, purtroppo il tempo peggiora e così decidiamo di pranzare nella famosa fattoria di Vogar, un po’ cara ma dove comunque vale la pena assaggiare il loro prosciutto di agnello affumicato e filetti di trota affumicata. Anche se nuvoloso, nel pomeriggio abbiamo fatto una passeggiata tra gli pseudocrateri di Skutustadagigar che circondano delle paludi acquitrinose affollate di diverse specie di uccelli. Il resto del pomeriggio lo abbiamo dedicato alla visita delle zone vulcaniche vicino al lago. Prima ci siamo diretti a Krafla, una regione vulcanica molto attiva che si raggiunge oltrepassando la centrale geotermica di Kroflustad. Dal parcheggio parte un sentiero che si addentra proprio nel cuore pulsante e fumante della caldera che circonda il cratere di Leirhujukur. Qua la crosta che separa il magma dai nostri piedi è cosi sottile che in certi punti il suolo si sente davvero caldo. Dalla parte opposta si trova il cratere di Stora-Viti che contiene al suo interno un lago dal colore turchese, ai suoi piedi si nota anche un piccolo vulcano, denominato Sjalfskapar Viti, originatosi recentemente dai lavori di scavo dei pozzi di trivellazione, infatti, qua si trova anche una delle principali centrali geotermali. Siamo poi andati a fare un giro per Hverir, un campo geotermale costellato di pozze di fango ribollente, soffioni e depositi sulfurei.

Pernottamento: Elda Ehf.

Intinerario Hverfjall (dislivello: 150 m, durata: 2 ore): un sentiero ben marcato comincia dal parcheggio di Dimmuborgir. Seguendo i segni rossi per Hverfjall, dopo una mezz’oretta tra lava e betulle, si arriva ai piedi dello Hverfjall, grande cratere che caratterizza il panorama del Myvatn. La salita dura mezz’ora, ma ne vale la pena. La cresta del cratere Hverfjall si può percorrere e offre scorci sugli pseudocrateri del Lago Myvatn. Nonostante il vulcano sia totalmente grigio, l’enorme cratere è spettacolare, e la vista sul lago e sulla faglia retrostante veramente notevole. La discesa, fatta di corsa zigzagando lungo il sentiero di lava morbida, è divertentissima, a parte la polvere lavica tra i denti.

Intinerario Krafla (dislivello: 50 m, durata: 2 ore): un giro spettacolare attraverso uno dei campi di lava più recenti d’Islanda. Il Krafla è un vulcano di 20 Km di diametro. La lava esce in superficie da fori causati dalla deriva dei continenti. L’ultima eruzione risale al 1984. Fresca lava nera, buchi fumanti e solfatare creano la sensazione di essere all’inizio della creazione. Dal parcheggio il sentiero conduce alle solfatare sulle pendici del Leirhnjukur. Dopo una seconda solfatara, si va a destra attraverso la lava fresca dell’ultima eruzione. Il sentiero conduce al piccolo cratere Hófur (e al suo interno). Dall’alto, bella vista delle zone vulcaniche nere e marroni, giovani e più vecchie. Prima del cratere il sentiero curva verso un buco fumante. Con una curva a sinistra si ritorna al parcheggio, non prima di aver visitato il vicino cratere Viti sulla sinistra.

14° Giorno – Sabato 7 Agosto

Al mattino ci svegliamo presto ed incominciamo subito la nostra discesa verso i Fiordi Orientali dove però non ci siamo soffermati molto perché vogliamo dedicare l’ultima settimana al sud dell’Islanda. Lasciando indietro il lago, la Ring Road attraversa una zona davvero desolata priva di vegetazione dove battono venti gelidi tutto l’anno. Proseguiamo senza soste fino a Egilsstadir, una città industriale dove giriamo a destra sulla 931 per fare un giro lungo il lago Lagarfljot. Al fondo del lago si trova la cascata più alta d’Islanda, Hengifoss, che si raggiunge attraverso un sentiero che costeggia a sinistra un fiume. A metà del percorso si vede una prima cascata, Litlanesfoss, che è circondata da colonne di basalto nero e marrone-grigio; proseguendo si arriva a Hengifoss. In cima si ha una bella vista del lago più lungo d’Islanda. Dalla Strada 93 siamo arrivati a Seydisfjördur, dove vale la pena fare un giro. Questo villaggio è considerato il più pittoresco dell’Islanda. Purtroppo lungo la strada ci siamo imbattuti in un banco di nuvole bassissime che hanno ridotto di tanto la visibilità lungo la strada. Il paese è davvero carino, con diverse case di legno, antiche e coloratissime. Nel centro si trova anche un negozietto di prodotti locali a prezzi decisamente più convenienti di altre mete più turistiche. Meta finale è stata Djupigovur, dove abbiamo pernottato in un bell’albergo (l’unico inserito nel nostro tour) e ci siamo regalati una romantica cena a base di aragoste nel suo ristorante.

Pernottamento: Hótel Framtíð, Vogalandi 4, 765 Djúpivogur, camera doppia con bagno in una delle summerhouse 19800 ISK.

Itinerario Hengifoss (dislivello: 270 m, durata: 2 ore): Hengifoss, alta 118 m, è la terza cascata più grande d’Islanda. Dal parcheggio bisogna attraversare la strada, salire i gradini e seguire il sentiero lungo la riva sinistra del fiume. A un certo punto si deve attraversare un ruscello basso. A circa metà salita si ha una bella vista della gola e si può vedere il Lítlanesfoss, che è circondata da colonne di basalto nero e marrone-grigio. Le colonne poligonali, messe in rilievo dall’acqua, ebbero origine durante le fasi di raffreddamento della lava. Dopo un’ora ci si troverà di fronte ad Hengifoss detta “sospesa” dato che non si vede da dove cade l’acqua. La cascata che dal bordo del plateau si getta, attraverso le rocce coperte di un sedimento rosso brillante, nel bacino sottostante è un gran bello spettacolo, soprattutto quando esce il sole che colora il paesaggio. Nella discesa lungo il medesimo sentiero si ha una bella vista del lungo lago. Esso è lungo 30 Km e profondo 112 m, il fondo è 92 m sotto il livello del mare. Si dice che nel lago viva un mostro marino.

15° Giorno – Domenica 8 Agosto

Purtroppo al mattino capiamo subito che il tempo è notevolmente peggiorato; lungo la strada molto spesso eravamo completamente circondati dalle nuvole, con pioggia anche molto insistente e temperatura decisamente più fredda. Arrivati alla laguna Lonsvik siamo comunque riusciti a vedere la colonia di cigni più numerosa d’Islanda, anche da molto vicino perché essendoci il mare mosso stavano vicino alla costa. Arrivati a Hofn, il tempo è peggiorato ancora di più con pioggia intensa e vento forte e gelido. Così decidiamo di rinunciare alla passeggiata lungo i sentieri sul mare e preferiamo andare a visitare il Museo sui ghiacciai vicino al centro informazione; si rivelerà molto interessante con anche dei bei filmati.

Pernottamento: Höfn ostello, Hafnarbraut 8, 780 Höfn, camera doppia sleeping bag senza bagno 9200 ISK.

16° Giorno – Lunedì 9 Agosto

Per fortuna il tempo migliora e così ci dirigiamo subito verso le lingue del ghiacciaio più grande d’Europa, Vatnajökull. Per prima cosa deviamo per la strada sterrata F985 che porta al rifugio Joklasel. La strada è parecchio ripida ma grazie alla nostra jeep riusciamo ad arrivare in cima e a toccare il ghiaccio Lì vicino c’erano parcheggiate delle motoslitte e così non resistiamo alla tentazione di fare due foto sopra di esse. La vista sia lungo la strada che in cima è mozzafiato, sembra di stare sul “tetto del mondo”. Purtroppo al ritorno le nuvole incominciano ad avvicinarsi e così dopo pochi minuti ci troviamo per la seconda volta completamente avvolti dalle nuvole scendendo per una strada difficile con scarsissima visibilità. Per fortuna in Islanda il tempo cambia repentinamente e così lungo la strada ritorna un po’ di sole. Arriviamo alla Laguna di Jokulsarlon che ci regala un meraviglioso ed immenso scenario. Immensi iceberg si staccano dal ghiacciaio e galleggiando sull’acqua lentamente arrivano in mare. Passeggiamo un po’ lungo la laguna e sulla spiaggia dove ci sono numerosi e immensi blocchi di ghiaccio dalle svariate forme. Ci affrettiamo poi a raggiungere la nostra successiva tappa, la gita col trattore nel sandur. Ogni giorno (eccetto la domenica) alle ore 12:00 parte un tour (costo € 25) che dal parcheggio di Hofsnes porta, con un trattore, al promontorio di Ingolfshofdi dove abbiamo diversi “incontri” molto ravvicinati con gli enormi stercorari maggiori, si intravedono ma da molto lontano anche dei pulcinella di mare (per fortuna noi li abbiamo visti molto bene nei Fiordi Occidentali). La passeggiata è carina ed il fattore lungo la strada ci ha raccontato un po’ la storia della zona facendoci notare i devastanti effetti della famosa eruzione di Grimstov del 1996. Anche se la gita è durata 2 ore e mezza abbiamo avuto ancora tempo per visitare un po’ il Parco Nazionale di Skaftafell, il più grande d’Europa. Arrivati scegliamo di fare il percorso più turistico e più trafficato che porta alla famosa cascata Svartifoss, incorniciata da colonne di basalto nero. Proseguiamo poi fino al punto panoramico di Sjonarsker. Tornati al parcheggio raggiungiamo la lingua del ghiacciaio Svinafellsjokull dove possiamo ammirare da molto vicino le seraccate del ghiacciaio sentendo i tipici rumori e crepitii del ghiaccio che lentamente si muove sciogliendosi.

Pernottamento: Litla Hof Guesthouse, Litla Hof – 785 Öræfi, camera doppia sleeping bag senza bagno 9200 ISK.

17° Giorno – Martedì 10 Agosto

Grazie al tempo favorevole ritorniamo al parco per fare una passeggiata verso un’altra lingua del ghiacciaio, sempre spettacolare; lungo il sentiero abbiamo incontrato numerose pernici con i piccoli. Ritornati al parcheggio purtroppo ci accorgiamo che il tempo sta di nuovo per peggiorare. Dal mare anche se stanno arrivando nuvoloni grigi proseguiamo lo stesso verso Vik ma ahimè le nuvole sono state più veloci di noi, infatti, quando arriviamo a destinazione ormai è tutto avvolto da una fitta nebbia. Così sconsolati torniamo a Kirkjubaejarklaustur (per gli amici Klaustur) dove, anche se nuvoloso riusciamo a fare una passeggiata fuori dalla città. Dal fondo del paese parte un sentiero che sale ripido all’interno di un boschetto che costeggia una cascata, Systrafoss. In cima si arriva a un prato erboso con al centro un bel lago (Systravatn); in una bella giornata da qua si può vedere fino al ghiacciaio Vatnajokull ma ahimè questa volta noi vediamo a mala pena il sandur sotto. Il sentiero continua fino ad una ripida discesa contornata da belle formazioni di basalto. In basso girando a destra si possono vedere le famose colonne di basalto del Kirkjugolf, formazioni laviche piatte che sembrano formare un meraviglioso pavimento di mattonelle esagonali. Arrivati alla nostra Guesthouse, ci viene consigliato dal ragazzo della reception di proseguire lungo la strada per arrivare al canyon Fjadrargljufur formatosi 2 miolioni di anni fa.

Pernottamento: Ferðaþjónustan hunkubökkum, 880 Kirkjubæjarklaustri, camera doppia con bagno 16100 ISK.

Itinerario Kirkjugolf (dislivello: 140 m, durata: 2 ore): alla fine di Kirkjubæjarklaustur in direzione ovest, alla destra della macelleria con possibilità di parcheggio, si attraversa un cancello e si trova un sentiero ben costruito e segnato con pali rossi. All’inizio il sentiero sale ripidamente attraverso un bosco e costeggia una cascata sulla sinistra. Dopo un’ascesa di 130 m si raggiunge un prato erboso con il lago Systravatn. Il sentiero quindi porta, in direzione nord per circa 1,5 km, fino ad una ripida discesa che inizia da una parete con belle formazioni di basalto. Esso segue giù per gradini fino a raggiungere in fondo sulla sinistra una casa privata. Si prende la strada verso destra fino a raggiungere un parcheggio da dove, dopo un cancello, inizia il breve sentiero che porta alle famose Kirkjugólf. Da qui, invece di tornare indietro sulla strada, si può continuare per un prato fino ad un recinto di legno che si dovrà scavalcare e così ci si ritrova sulla strada dove si è parcheggiato.

18° Giorno – Mercoledì 11 Agosto

I giorni di vacanza si stanno riducendo come le ore del giorno, infatti, rispetto ai primi giorni ormai le giornate incominciano ad accorciarsi. Oggi ci siamo dedicati a visitare le zone tra Vik e il porto in particolare quelle consigliate proprio dall’ufficio turistico di Vik (www.vik.is). Per prima cosa facciamo una passeggiata lungo la spiaggia di Vik e le sue scogliere. Questa volta, complice il bel tempo, ci siamo goduti il paesaggio dei Faraglioni di Reynisdrangus e salendo su Dyrholaey abbiamo ammirato la veduta dal faro con in lontananza il famoso arco di pietra. Abbiamo poi proseguito per la Ring Road deviando a destra per la Strada 221 che termina proprio ai piedi della lingua Soheimajokull, dove finalmente siamo riusciti a fare una breve passeggiata sul ghiaccio rischiando però ad ogni passo di scivolare. I due ghiacciai, Myrdalsjokull ed Eyjafjallajokull, sono ancora completamente coperti dalla cenere dell’eruzione di questa primavera; anche tutto il paesaggio circostante è cambiato completamente a causa degli immensi depositi di cenere. Arriviamo a Skogafoss per ammirare la cascata. Andiamo poi in una vallata completamente sepolta dalla cenere ma dove vale la pena arrivare se si vuole fare un bagno caldo in una pozza naturale. Subito dopo la cascata girando sulla Strada 242 si arriva fino ad un parcheggio dove termina la strada costeggiando un fiume e dove fino a marzo c’era un campeggio. La zona si chiama Seljovellir e si raggiunge camminando su un sentiero di cenere. Visto la bella e calda giornata, non abbiamo resistito e ci siamo tuffati nella pozza anche se il colore dell’acqua era nero pece. Per finire, alle ore 18.30 abbiamo preso il traghetto per l’isola Vestmannaeyjar (www.eimskip.com). Il viaggio dura solo mezz’ora e se si è fortunati durante la traversata si riescono a vedere le orche che popolano i mari intorno all’isola come ci è capitato a noi. Arrivati sull’isola, cerchiamo e troviamo il nostro ostello; ceniamo e poi andiamo a vedere al cinema del paese il “Vulcano Show” che c’è tutte le sere in estate. All’inizio c’è un breve e simpatico documentario sui pulcinella di mare, poi arriva il pezzo forte: l’eruzione del 1973, avvenuta su quest’isola. Le immagini dell’eruzione, anche se datate, sono comunque spettacolari, peccato che poi il filmato diventi un po’ noioso quando parla della vita dell’isola in quell’epoca. Vengono anche mostrate le recentissime immagini dell’eruzione di quest’anno.

Pernottamento: Vestmannaeyjar sunnuhóll hostel, Vestmannabraut 28, 900 Vestmannaeyjum, camera doppia sleeping bag senza bagno 6900 ISK.

19° Giorno – Giovedì 12 Agosto

Sveglia presto per raggiunere, prima che il tempo peggiori, la punta sud dell’isola. Attraversando alcune strade dell’unica città dell’isola, Heimaey, notiamo che c’è un po’ di decadenza, infatti, alcune case hanno un aspetto diroccato e abbandonato. Facciamo qualche passeggiata lungo la spiaggia di Roenigjatangi e poi visto che incomincia a piovere decidiamo di prendere il sentiero che parte dalle spiagge Vikin e Klauf e affianca tutta la scogliera di Ofanleitishamarar. Lungo la scogliera abbiamo avvistato da molto lontano tantissimi pulcinella di mare adagiati sul mare. Abbiamo scoperto che una volta i piccoli hanno imparato a volare, tutta la colonia abbandona i nidi della scogliera per rimanere quasi sempre in mare a pescare finché non emigrano. Tornati in città ci avviciniamo alla zona dell’eruzione del 1973, dove si possono vedere i 2 vulcani dell’isola, Eldfell e Helgafell, quello antico e quello nato all’improvviso nella notte del 1973. Visitiamo ciò che resta delle case più antiche sopravvissute all’eruzione, tra cui una chiesetta medioevale di legno Stafkirkjan e i resti del forte Skansinn, del XV secolo. Seguendo il sentiero che porta ai 2 crateri dell’isola, si può vedere un moderno scavo archeologico della città sommersa dalla lava, definita ora la pompei del Nord. Ritornati al porto di partenza, siamo arrivati Grindavik dove abbiamo pernottato, non prima di rimanere bloccati lungo la strada a causa di una gara rally in corso che ci ha obbligati a deviare verso una zona geotermale lì vicino.

Pernottamento: Heimagisting Borg, Borgarhraun 2, 240 – Grindavík, camera doppia senza bagno 11000 ISK.

20° Giorno – Venerdì 13 Agosto

Oggi è il penultimo giorno del nostro tour e forse l’Islanda ha voluto mostrare il suo dispiacere per la nostra imminente partenza “piangendo a dirotto”. Abbiamo, infatti, avuto un assaggio del peggior tempo che si può avere su quest’isola. Da Grindavik con molta calma proseguiamo lungo la costa, fermandoci solo ad alcune tappe come: il ponte tra i due continenti e il promontorio di Gardskagi. Per fortuna il tempo migliora proprio quando arriviamo a Hafnarfjördur, la città nella lava. Qua abbiamo prenotato una visita guidata molto insolita e originale, dedicata al “Mondo Nascosto” (www.Alfar.is ogni venerdì alle ore 14.30) con una signora che ci ha portato in giro per la città, raccontandoci storie e leggende su elfi, gnomi, orchi e mostrandoci persino un gigantesco condominio di gnomi. La gita è stata divertente ed interessante, inoltre il centro storico di questa cittadina è davvero molto carino e ben tenuto. Alla fine della giornata ritorniamo dove tutto è cominciato, la nostra prima guesthouse della capitale. Scaricati i bagagli, corriamo subito a tuffarci nella Jacuzzi solforosa in giardino per un ultimo bagno caldo islandese. Per cena siamo poi andati in centro al famoso ristorante Vid Thornina (da prenotare con largo anticipo) dove abbiamo assaggiato deliziose portate a base di pesce e non solo, infatti, tra gli antipasti c’erano anche filetti di uria affumicati.

Pernottamento: Guesthouse BB44.

21° Giorno – Sabato 14 Agosto

L’ultimo giorno ci siamo svegliati con calma e abbiamo preparato le valigie. Dopo un’abbondante colazione, e consegnato le chiavi del fuoristrada, il nostro fedele compagno di viaggio, scopriamo dal sito dell’aeroporto che il nostro volo ha un ritardo di 2 ore così decidiamo di tornare in centro per fare un giro. La proprietaria del B&B ci ha prestato per mezza giornata un’auto senza costi aggiuntivi (accidenti che ospitalità), così in giro per Reykjavik abbiamo fatto le ultime spese al mercatino delle pulci.

Consigli da tenere a mente

Attrezzatura:

oltre al sacco a pelo (o sacco lenzuolo) se scegliete la formula sleeping-bag, portate con voi asciugamani ad asciugatura veloce, una pila, un coltello mille usi tipo svizzero e una borsetta del pronto soccorso. A chi piace il trekking suggeriamo di portare zaino, eventualmente bastoni da trekking, borraccia e binocolo.

Abbigliamento:

il clima islandese è caratterizzato da repentini cambiamenti di tempo per cui l’abbigliamento deve essere comodo e pratico. Sono obbligatori gli scarponcini da trekking e un paio di scarpe comode, ciabatte che vadano bene anche per la piscina, polo a manica lunga o camicia, maglione o pile, giacca a vento, cappello di lana o berretto, guanti a prova di vento. Pantaloni di tela o in polipropilene (evitare i jeans che diventano scomodi e ingombranti se si bagnano), K-way e sovra-pantaloni impermeabili. Non dimenticare il costume. La temperatura può oscillare fra 6 e 20 C° e il vento si infila ovunque. L’importante è vestirsi a strati (es: T-shirt – camicia – pile – giacca a vento), in modo tale da adattarsi velocemente alle variazioni repentine del tempo.

Strade:

le strade islandesi si possono raggruppare in tre principali categorie:

– Strade asfaltate: a tutt’oggi sono asfaltate le vie di comunicazione che collegano le principali città, il “circolo d’oro” (Thingvellir, Geysir e Gullfoss) e la strada che percorre il periplo dell’isola (Ring Road N°1) fra Reykjavik e il lago Myvatn e fra Reykjavik e Egilsstadir. La lunghezza totale della strada circolare N°1 è di circa 1.340km.

– Strade sterrate: tutte le restanti strade ad esclusione delle piste interne, sono sterrate e sono perfettamente percorribili da qualsiasi mezzo di trasporto. Spesso hanno una larghezza media di una corsia e mezzo per cui quando si incrocia un’auto bisogna rallentare e portarsi sul bordo destro della carreggiata. In molte zone sulla parte sommitale dei dossi, le corsie dei due sensi di marcia si allontanano reciprocamente per evitare il rischio di scontro frontale.

– Piste interne: sono percorribili esclusivamente da veicoli fuoristrada a quattro ruote motrici e sono aperte al traffico solamente durante il periodo estivo.



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