“Hakuna Matata Kenya”
Indice dei contenuti
ACQUISTO DEL VIAGGIO
E’ da un paio di anni che abbiamo deciso di affidarci, per l’acquisto dei nostri viaggi, al sistema autonomo di Internet che ci consente di risparmiare molte centinaia di euro e che in alcuni casi consente anche di riuscire nell’intento di abbattere del 50% l’importo previsto per l’intero viaggio. In questa occasione abbiamo notato che per il Kenya non è conveniente abbinare ad un volo una struttura alberghiera, visto che per il solo volo si arriva a spendere una cifra già considerevole (circa 550 euro), ma bensì acquistare direttamente un pacchetto volo e albergo. Così, spulciando su vari siti specializzati (tipo Phonendgo, TUI, Edreams, Expedia) abbiamo scovato un’imperdibile occasione del tipo “Paghi 1 prendi 2” su Vacanzarei, che offriva volo più soggiorno di 9 notti in hotel 4 stelle con formula di all inclusive al costo di 1404 euro per due persone, tutto compreso.
LUOGHI DA SCEGLIERE PER IL SOGGIORNO
Le mete più gettonate del Kenya sono sicuramente le località costiere che si affacciano sull’oceano indiano che consentono di abbinare alla classica vacanza sole-mare anche un’esperienza quale quella dei safari nei vari parchi che si trovano nell’entroterra del paese. Il nostro consiglio è di cercare una sistemazione a Malindi che rappresenta la scelta perfetta per chi cerca divertimenti a portata di mano (casinò, discoteche, locali e negozi per souvenir) senza tralasciare le spiagge sul posto (National Park e Spiaggia d’orata); altre località molto gettonate sono le quelle di Watamu (Blu Bay e Jacaranda), anche se isolata e distante circa 35 minuti di minibus da Malindi, e Diani caratterizzata da lunghe spiagge bianche ma ancor più distante sia Malindi che da Mombasa. VACCINAZIONI E MEDICINALI Una delle primissime questioni che abbiano affrontato prima della partenza per il Kenya è stata quella relativa all’opportunità o meno di sottoporci al vaccino antimalarico; infatti uno dei maggiori timori per questi tipi di viaggio è il rischio di contrarre alcune malattie, come la malaria, dal semplice morso di qualche zanzara tigre. Nello specifico, bisogna considerare che la vaccinazione non è obbligatoria ma bensì consigliata e che per evitare di contrarre qualche infezione basta seguire semplici accorgimenti: acquistare un potente repellente tipo “Autan Plus” oppure “Off” efficace anche contro le zanzare tigri; utilizzare tali prodotti in maniera abbondante sulle parti del corpo scoperte; dal tardo pomeriggio in poi, essendo queste le ore più a rischio per la presenza di zanzare, è preferibile indossare magliette a maniche lunghe e pantaloni lunghi; infine, come in ogni viaggio del genere, portare al seguito farmaci anti dissenteria. SAFARI Sicuramente chi organizza un viaggio in Kenya non può pensare di ritornare in Italia senza aver fatto almeno qualche giorno di Safari visto che in questo paese sono presenti i parchi più famoso per questo genere di escursioni naturalistiche. Soggiornando nei pressi di Malindi le opportunità sono veramente innumerevoli ma molto dipende dal budget a disposizione; infatti potete scegliere di optare per il Safari 2 giorni-1 notte per la visita del vicino “Tsavo Est” oppure aggiungendo un’altra notte potete visitare anche il parco “Amboseli” che si trova al confine con la Tanzania e proprio sotto il magnifico monte “Kilimangiaro” la cui vista già ripaga le fatiche del viaggio. Noi abbiamo optato per questa seconda opzione e possiamo dirvi che ne è valsa veramente la pena anche perché 3 giorni sono il giusto compromesso di tempo altrimenti si rischia il pericolo di non vedere nulla visto che per gli spostamenti si impiegano 2-5 ore per tratta. Attrezzatevi di torcia elettrica, molto utile nel corso della notte. ESCURSIONI VARIE Prescindendo dal Safari ci sono alcune escursioni che meritano veramente di essere fatte e tra queste sicuramente: SAFARI BLU (Snorkeling in barca al Malindi National Park, Sardegna Due e isola dell’Amore); MARAFA D’ORO (In barca all’Isola di Robinson e spiaggia d’orata, tramonto a Canyon di Marafa) ed infine LAGUNA BLU (Visita in barca del Watamu National Park, isola di Sudi e canale delle mangrovie). Prescindendo dal costo di queste escursioni, il nostro suggerimento è quello di non perdervi assolutamente il Canyon di Marafa detto anche la “Cucina del Diavolo” perché ne vale veramente la pena anche per il contesto sociale lungo il tragitto e l’isola di Sardegna Due; pensate che noi abbiamo fatto queste ultime escursioni in autonomia utilizzando tutti i mezzi possibili (tuk tuk, minibus locali e moto) e gustando in pieno il fascino della vera Africa. DONI VARI DA DIVIDERE Se avete intenzione di portare qualche cosa da donare ai numerosi bambini che incontrerete lungo la strada, il nostro consiglio e’ quello di partire attrezzati dall’Italia con numerose penne, pennarelli, quaderni e quant’altro utile per la scuola. Diversamente, se volete portare qualche cosa da mangiare, il nostro consiglio e’ di non portare troppe caramelle perche’ fanno male ai denti ma nemmeno del cioccolato perche’ si puo’ sciogliere, ma piuttosto optate per wafer e biscotti ai cereali che sono molto piu’ facili da dividere e piu’ genuini. Per i grandi non lesinate nel portare scarpe usate e abbigliamento di vario genere che sara’ parecchio gradito dalla gente del posto. COSTO DEI SAFARI E DELLE ESCURSIONI Per quanto riguarda i prezzi dei Safari leggendo su internet avevamo letto che sono molto costosi (circa € 250 “Tsavo Est” 2 giorni – 1 notte oppure € 350 con l’aggiunta di una notte all’”Amboseli”) anche se molto dipende dal tipo di alloggio scelto (campo tendato e lodge), dalla posizione di quest’ultimo (all’interno o fuori dal parco) e dal mezzo scelto (Jeep o pulmino). Il nostro suggerimento consiglio è quello di contattare tramite e-mail qualche guida locale e tirare sul prezzo, visto che possono variare anche di molto, cercando anche di accorpare al Safari qualche escursione; pensate che nel nostro gruppo di 6 persone noi avevamo speso per il Safari di 3 giorni (Tsavo Est + Amboseli) con inclusa l’escursione Laguna Blu, a persona € 250 mentre gli altri 4 avevano speso € 400….senza parole! Per gli indirizzi basta navigare su internet e inserire la parola beach boys Kenya o Safari Kenya. STRADE E MEZZI DI TRASPORTO Nell’organizzazione del vostro viaggio in Kenya tenete in considerazione che le strade asfaltate sono per questo paese un vero e proprio lusso e dunque la stragrande maggioranza delle vie è in terra battuta o addirittura sterrato con immense buche; naturalmente le principali vie di comunicazione sono asfaltate ma si tratta di stradine a doppio senso di circolazione, fatta eccezione per la nuova strada costruita dalla UE che collega Mombasa a Nairobi. Pensate che dall’aeroporto a Malindi abbiamo impiegato 2 ore e mezza per fare poco più di 100 Km. Non perdetevi comunque l’esperienza di viaggiare con il Tuk Tuk, una sorta di taxi locale simile ad una motoape cabinata alla meno peggio. CARTE TELEFONICH E INTERNAZIONALI Telefonare dal Kenya in Italia, o viceversa, ha un costo spropositato secondo qualsiasi piano tariffario dei nostri operatori (circa 6 euro al minuto per chiamate effettuate e circa 3 euro al minuto per quelle ricevute) e persino per ricevere od inviare un semplice SMS si spendono circa 1 euro. Attrezzatevi appena giungete sul posto acquistando, al costo di 1500 scellini (circa 13 euro), una scheda internazionale con inclusi 1000 scellini da spendere in chiamate che corrispondono a circa 30 minuti di telefonate verso l’Italia. Esistono vari operatori locali ma il più diffuso è “Safaricom” mentre come operatori internazionali è presente “Orange” anche se con tariffe leggermente convenienti. CLIMA E VESTITI Per quanto concerne il clima, bisogna considerare che il periodo consigliato per visitare il Kenya è quello compreso tra Novembre e Aprile, visto che l’altro periodo è caratterizzato dalle grandi piogge tipiche dei paesi tropicali. Le temperature variano dai 28 gradi di Ottobre-Novembre ai 35 ed oltre durante i mesi di alta stagione che coincidono con i mesi di Febbraio e Marzo, ma generalmente si tratta di una destinazione dove durante il giorno si rischia di soffrire l’eccesivo caldo; una scelta azzeccata sarebbe quella di scegliere, come abbiamo fatto noi, di partire a metà Novembre evitando così di soffrire il caldo eccessivo e le folle di turisti, godendosi così nel migliore dei modi l’intera vacanza. Il consiglio è quello di attrezzarsi con un abbigliamento estivo durante il giorno, senza tralasciare di portare qualche pantalone di lino e magliette a maniche lunghe durante la sera per la presenza costante di zanzare. BEVANDE Una stranezza che abbiamo potuto constatare con i nostri occhi riguarda l’eccessiva convenienza che si ha nell’acquistare una “Coca Cola” rispetto ad una normale bottiglietta d’acqua. Infatti il prezzo di una bottiglietta d’acqua e di circa 120 scellini kenyoti che equivalgono a circa 1 euro mentre per una bottiglietta di Coca Cola si può arrivare a spendere anche solo 50 scellini, circa 35 centesimi. Da notare che in Kenya si vendono per la Coca Cola, come d’altronde per le altre bevande gassose, ancora le famose bottigliette in vetro che da noi sono ormai introvabili visto che sono state sostituite dalle lattine che praticamente non abbiamo mai visto in giro. CIBO E’ risaputo che l’alimentazione dei kenyoti, e più in generale degli africani, non sia caratterizzata da pietanze molto ricercate o meritevoli di nota visto che il piatto principale della popolazione locale è una sorta di polenta, la cui caratteristica è quella di mangiarla esclusivamente con le mani, nello specifico solo quella destra, inzuppandola in un sugo di carne. Molto diffuso è anche il riso che generalmente viene servito al latte di cocco ed accompagnato con un sugo di pesce; quest’ultimo alimento è molto diffuso e viene servito alternandolo al pollo e alla carne, quest’ultima però non proprio molto tenera….ve ne accorgerete se decideste di assaggiarla in qualche ristorante del posto, al di fuori dei classici resort turistici. Molto diffusa e veramente ottima è la verdura, oltre agli eccezionali frutti esotici quali mango, papaia, frutto dell’amore, ananas e banane mignon dal gusto eccezionale. I NOSTRI SOGGIORNI “DOUBLE HEARTS RESORT – Lamu Road, Malindi 1270-80200 Kenya”. La categoria di questo hotel è un 4 stelle ed è gestito da una coppia di italiani di Benevento e questo certamente influisce molto per quel che concerne la cucina visto che molti dei piatti proposti sono perlopiù italiani o risentono molto tale influenza. La struttura è molto recente visto che è stata costruita da circa 1 anno ma se cercate animazione e svago questo non è il posto che fa per voi visto che si tratta di un hotel veramente piccolo non degno delle stelle ufficiali che, oltre ad una piscina, dispone di poche camere (8 suite e 6 camere), una sala ristorante, una saletta per la colazione ed un bar. Anche le camere non corrispondono agli standard di un 4 stelle visto che sono molto piccole e con un bagno minuscolo provvisto solo di un attacco doccia senza relativo piatto che fa sì che si allaghi l’intero bagno rendendolo impraticabile per lungo tempo. Scarsi i servizi offerti ad eccezione di un servizio tramite tuk tuk per raggiungere uno stabilimento balneare convenzionato con l’hotel nel parco marino di Malindi. Punto a favore dell’hotel è la posizione visto che si trova a poche centinaia di metri dal Casinò di Malindi e da altre strutture quali discoteche, locali notturni, negozi vari e un ufficio postale. “NDOLOLO CAMP – Parco Tsavo Est, 7km dal Voi gate”. Questo campo tendato rappresenta una sistemazione economica che grazie alla posizione all’interno del parco Tsavo Est, nel bel mezzo di una zona popolata da numerosi babbuini, permette di ascoltare durante la notte i rumori della safana con i suoni dei vari animali, a differenza di altre sistemazioni che invece si trovano fuori dai cancelli e non consentono di vivere questa esperienza veramente coinvolgente. Certamente non si trovano le comodita’ di un Lodge ma l’esperienza di dormire in una tenda tra la savana ci fa assaporare ancor di piu’ lo spirito autentico del Safari africano. Il campo è interamente costruito in legno, pulito, spazioso ma anche molto molto semplice con una serie di tende oltre che 2 postazioni all’aperto adibite a zona accoglienza e ristorante. Le tende sono molto spaziose con all’interno 2 letti matrimoniali e comprensivi di zanzariere, lenzuole, coperte, asciugamani ed all’interno anche un’altra zona con wc, doccia, lavandino e specchiera. Il consiglio e’ quello di attrezzarsi di una piccola torcia visto che dalle 23 alle 5 del mattino non vi e’ luce. “KIBO SAFARI CAMP – Parco Amboseli“. Abbiamo alloggiato in questo campo durante la nostra seconda notte di safari al Parco Amboseli e possiamo dire che siamo rimasti veramente contenti sia della tenda ma più in generale dell’intero contesto; infatti anche se il campo si trova a poche centinaia di metri dall’ingresso del parco possiamo dire che si tratta di un vero e proprio campeggio di lusso con tende molto pulite, spaziose e ben attrezzate, sala ristorante, bar, reception, negozi per lo shopping tutti in perfetto stile africano e curati in ogni minimo dettaglio e soprattutto una meravigliosa piscina con un’incredibile vista sul Kilimangiaro. Infatti il vero punto di forza di questo campo è la straordinaria e spettacolare vista del Kilimanjaro che si erge proprio davanti al campo. INCREDIBILE!!! Per il resto non abbiamo avuto alcun problema e penso che chiunque voglia alloggiare qui non avrà nulla da lamentarsi; altra nota lieta l’estrema simpatia e gioia di vivere di Gona, il nostro cameriere durante i pasti…MITICO.
DIARIO DI VIAGGIO
1^ Giorno Il nostro viaggio ha inizio intorno alle ore 21 dall’aeroporto Fiumicino di Roma dove ci imbarchiamo alla volta di Mombasa in Kenya su un aereo della compagnia “Meridiana Fly” non prima però di esserci rifocillati con un’ultima pizza “Made in Italy” e di aver ricaricato il nostro inseparabile netbook. Partiamo in perfetto orario e come da programma, dopo circa 1 ora e mezza di volo, atterriamo a Milano Malpensa per caricare i restanti compagni di viaggio e qui, unica nota dolente di un volo veramente ottimo, siamo costretti a scendere dall’aereo per risalire poco dopo. Riprendiamo così il nostro volo per il Kenya e qui con nostro piacere apprendiamo che ci sarà servita la cena che gustiamo con piacere guardando nel frattempo un ottimo film trasmesso sull’aereo. Le ore di volo che ci separano dalla meta sono però ancora molte e così approfittiamo dell’occasione per schiacciare un pisolino e ricaricare così le batterie in vista delle prossime giornate. 2^ Giorno Quando ci svegliamo ci troviamo ancora a bordo del nostro aereo ma ormai, dopo circa 8 ore di volo, siamo praticamente giunti a destinazione ed infatti affacciandoci dal finestrino possiamo già iniziare a prendere confidenza con i paesaggi e colori dell’Africa. Atterriamo così a Mombasa alle ore 09.45 locali ( 2 ore in più rispetto all’Italia) e appena scesi dall’aereo veniamo investiti da un’ondata di aria calda che ci fa subito venire voglia di spogliarci dei nostri abiti non propriamente estivi. Aspettiamo 1 ora abbondante per il controllo passaporti e per il ritiro dei bagagli cercando un po’ di refrigerio sotto una delle rare pale elettriche. Appena usciamo dall’aeroporto saliamo su un pulmino diretti verso Malindi che dista circa 120 Km da Mombasa ed è collegata da un’unica strada a doppio senso di circolazione che per fortuna è una delle poche asfaltate del paese. Il tragitto dura ben 2 ore e mezza e potete ben capire che dopo 9 ore di volo e una nottata passata quasi in bianco non è proprio l’ideale ma ciò ci consente di avere il primo contatto reale con la vera vita dell’Africa; infatti sui bordi della strada si susseguono baracche fatte di legno e fango, ma ciò che ci colpisce di più è la presenza di numerosi bambini di età compresa tra i 2 e 5 anni che giocano tra di loro e che non appena ci vedono passare iniziano a sorriderti e salutare con la mano….senza parole!!! Dopo il lungo tragitto finalmente giungiamo di fronte al nostro hotel, “DOUBLE HEARTS RESORT”, dove siamo accolti dal personale con canti balli e coroncine di fiori veri; ci sistemiamo nelle nostre camere e subito dopo andiamo a pranzare. Nel pomeriggio decidiamo di concederci il nostro primo momento di vero relax e così indossiamo i nostri costumi e ci dirigiamo verso la piscina del resort dove, tra un bagno rigenerante e una seduta abbronzante sulle sdraio, trascorriamo buona parte della giornata. Nel frattempo riceviamo la telefonata di Giovedì, il ragazzo kenyota che abbiamo contattato dall’Italia per il Safari e le altre escursioni, e ci diamo appuntamento proprio in hotel per conoscerci e parlare di presenza; con lui pianifichiamo le attività per l’intera settimana iniziando proprio dal giorno successivo…d’altronde siamo in vacanza, no? Verso le 17 ci viene servito il thè con i biscotti e approfittiamo dell’occasione per scambiare qualche parola con l’animatore presente in hotel; subito dopo decidiamo di uscire a piedi verso il centro di Malindi per dare un’occhiata al paese e acquistare così le carte telefoniche internazionali. Passeggiamo con molta tranquillità e subito siamo attratti da una bancarella che esponeva un’infinità di frutta esotica dalle forme e dai colori più bizzarri; nei pressi del casino’ facciamo la conoscenza con alcuni ragazzi del posto, che ci forniscono le schede telefoniche con le relative ricariche, ed in particolare con uno di loro che ci ha accompagnati in un negozio dove poter comprare delle cartoline ed a cui gli abbiamo acquistato farina e fagioli. Rientriamo in hotel grazie al TUK TUK, una sorta di riscio’ a motore al prezzo di 50 scellini kenioti( circa 0,30 cent. Di euro). Per la serata ceniamo a bordo piscina e qui facciamo meglio conoscenza con i nostri compagni di avventura, altre 3 coppie di italiani che come noi resteranno in Kenya per 8 giorni; con loro e con l’animatore del resort decidiamo di farci un giro a Malindi non prima però di una sosta al vicino casinò dove tentiamo, senza purtroppo buon esiti, la fortuna alla roulette. Il resto della serata lo trascorriamo in un locale chiamato “FERMENTO” frequentato sia da turisti che da gente del posto; qui ci rendiamo conto che i turisti italiani sono molti diffusi ma ciò che ci colpisce di più sono numerose coppie di italiani molto anziani accompagnati da ragazze keniote parecchio giovani. Verso le 2 di notte, in vista delle fatiche dei giorni successivi, decidiamo di far rientro in hotel con l’immancabile TUK TUK. 3^ Giorno La mattina successiva puntiamo la sveglia alle 7 e dopo una, per noi inusuale, colazione a base di frutta esotica, partiamo insieme alla nostra guida Giovedì alla volta della nostra prima escursione: LAGUNA BLU che comprende la visita in barca del Parco Marino di Watamu, l’isola di Sudi e il canale delle mangrovie. Lasciamo così il nostro hotel e insieme a Giovedì ci dirigiamo verso la località di Watamu che dista circa 35 minuti da Malindi per raggiungere la spiaggia antistante il villaggio turistico “Blue Bay” punto di partenza dell’escursione. Nell’attesa di salire sulla nostra barca approfittiamo del tempo a disposizione per scattare qualche foto dell’ampia spiaggia venutasi a creare dalla bassa marea, evento questo che si ripete quasi quotidianamente nelle prime ore del mattino; nel frattempo facciamo la nostra conoscenza con i famigerati “beach boys” che non sono altro che ragazzi del posto che cercano di tirare a campare cercando di vendere qualche escursione o accompagnandoti nella speranza di ottenere qualche cosa in cambio. Sulla spiaggia notiamo inoltre la presenza di un italiano anziano attorniato da diversi beach boys e avvicinandoci ci spiega che è da 27 anni che fa la spola tra l’Italia ed il Kenya per cercare di aiutare il più possibile la gente del posto e a tal proposito ci fa vedere le fotografie dell’asilo che sta facendo costruire in un vicino villaggio per la modica cifra di 10 mila euro…veramente encomiabile anche ripensando alle sue critiche per quegli italiani che pur presentandosi vestiti tutti griffati si rifiutano di donargli qualche centinaio di euro. Poco dopo saliamo in barca e iniziamo la nostra gita in barca costeggiando una splendida spiaggia dove si susseguono alcuni dei resort più rinomati del paese; ci dirigiamo così alla volta del “Watamu National Park” dove all’altezza di un curioso scoglio a forma di tartaruga, effettuiamo una sosta per ammirare, muniti di pinne e maschere, diverse varietà di pesci colorati che popolano questa riserva marina protetta anche per la presenza di una estesa barriera corallina. Risaliti a bordo della barca ci sistemiamo nella parte superiore per cercare di porre rimedio al nostro colorito definito dai beach boys, da mozzarella; dopo circa 30 minuti di navigazione facciamo rotta verso un’insenatura naturale creata da un fiume che sfociando nell’oceano crea una vera e propria laguna che è caratterizzata da un’acqua dal colore cristallino e che per questo prende il nome di Laguna Blu. Ci dirigiamo verso l’interno e notiamo che la costa è disseminata di migliaia di mangrovie che rispecchiandosi in acqua creano spettacolari giochi di collori; in alcuni punti il livello dell’acqua è molto bassa e le forti correnti rendono quest’acqua molto calda…come lasciarsi scappare l’opportunità di un bel bagno con immancabile foto ricordo!!! L’escursione prosegue lungo l’interno verso la nostra prossima tappa, e cioè l’isola di Sudi dove è previsto un succulento pranzo a base di pesce; infatti appena scesi ci accomodiamo sotto una caratteristica capanna in classico stile keniota dove gustiamo un’eccezionale pranzo: riso al latte di cocco con sugo di pesce, grigliata di gamberoni, aragoste e tonno alla griglia, per concludere dell’ottima frutta fresca locale (naturalmente per ogni portata abbiamo fatto il bis!!!). Dopo pranzo decidiamo di acquistare al prezzo di 5 euro a persona un giro a bordo di una piccola canoa artigianale tra i canali di mangrovie dell’isola; il giro dura circa mezz’oretta e ci consente di vedere granchi, pesci rana, uova di pesci oltre ad una stupenda ed enorme stella di mare. Dopo aver acquistato qualche ricordino tra gli oggetti degli ragazzi dell’isola risaliamo sulla nostra barca e facciamo ritorno verso la costa; durante il tragitto facciamo amicizia con una coppia di ragazzi che lavorano a Lampedusa dove siamo stati questa estate, lei al bar dell’amicizia e lui su una barca. La nostra prima escursione finisce così verso le 17 quando raggiungiamo il nostro hotel che però lasciamo ben presto per andare ad acquistare cartoline e qualcosa da bere. La serata trascorre tranquillamente visto che dopo la cena in hotel decidiamo di sistemare in un borsone le cose da portare in vista della partenza del safari il giorno successivo. 4^ Giorno Svegliarsi alle 5 di mattina non è proprio l’ideale quando si è in vacanza ma il solo pensiero di iniziare il nostro Safari in Kenya ci fa sentire meno le fatiche della giornata; così dopo una veloce doccia rigenerante lasciamo la nostra stanza non prima di aver preso zainetto a spalla e borsone dove, oltre agli indumenti e i cambi necessari per i 3 giorni di escursione nella savana, abbiamo sistemato wafer, cioccolato oltre a quaderni e penne da distribuire lungo la strada. Dopo una breve attesa saliamo su un pulmino che ci porta in un piccolo bar nei pressi di Watamu dove facciamo colazione e abbiamo il nostro primo battibecco con la nostra guida Giovedì per quel che riguarda il pagamento anticipato del safari. Dopo una serie di discussioni, telefoniche e non, decidiamo di pagare ma trattenendoci una certa somma a titolo di garanzia…fidarsi e bene ma non fidarsi e’ meglio visto anche la non presenza della nostra guida durante il safari, a differenza di quanto stabilito in precedenza. Saliamo così nuovamente sul nostro pulmino insieme ad altre 2 coppie di italiani che saranno i nostri compagni d’avventura nei 3 giorni di safari’; prima di prendere la strada per il nostro primo parco ci fermiamo nuovamente per fare rifornimento e per acquistare un pacco di 25 kg di farina da distribuire lungo il tragitto che ci separa dal parco Tsavo Est. Il percorso certamente non e’ agevole visto che per 2 ore percorriamo una strada in terra battuta che definire dissestata e poca cosa ma tutto passa in secondo piano rispetto al paesaggio circostante fatto di estrema povertà ma anche di semplici gesti quali possono essere un sincero sorriso di un bambino. La scena si ripete migliaia di volte man mano che ci addentriamo sempre più verso l’entroterra e qui iniziamo a distribuire dal finestrino del nostro pulmino, sacchetti di farina da 1 kg ai tanti bambini che si avvicinano…vedere la loro gioia negli occhi è il miglior ringraziamento possibile. Proseguiamo il nostro viaggio e dopo una sosta in uno dei tanti punti panoramici che incontriamo lungo la strada, ci fermiamo da una famigliola composta da padre, madre e 5 figlioletti di cui 2 gemelli, che a sentire la nostra guida non verserebbe in ottimo stato; la realtà forse è ancora peggiore e ce ne accorgiamo vedendo con i nostri occhi le loro condizioni fisiche (in particolare quella dei bambini che non sembrano stare bene di salute) e la loro capanna. Qui ci fermiamo per qualche decina di minuti lasciamo ai genitori un’abbondante parte della farina acquistata mentre ai bambini doniamo quello che avevamo portato, sia il mangiare che il resto…e’ veramente difficile spiegare a parole cosa si prova nel vedere la gioia negli occhi di questi bambini….SENZA PAROLE. Risaliamo sul nostro pulmino e dopo 30 minuti finalmente raggiungiamo l’ingresso del parco Tsavo Est; prima di entrare nel parco scendiamo e a piedi ci dirigiamo verso il vicino fiume dove notiamo a pochi metri di distanza da noi, numerosi coccodrilli, i nostri primi animali della savana africana. Inizia così il nostro primo giorno di “Autentico Safari” che ci consente di avvistare, man mano che avanziamo all’interno del parco con il nostro pulmino opportunamente scoperto per l’occasione, gazzelle, zebre, giraffe, elefanti rossi, bufali e un’infinita di altri animali. Il parco Tsavo Est e’ molto vasto e per avvistare le varie specie di animali bisogna girare molto anche se spesso e volentieri vedi animali che ti attraversano la strada proprio davanti al nostro pulmino. Giriamo per tutta la mattinata e verso l’ora di pranzo raggiungiamo il nostro campo tendato, che si trova praticamente all’interno del Parco e dunque nel bel mezzo della Savana. Dopo aver preso possesso della nostra tenda decidiamo di darci una rapida ripulita per poi raggiungere subito dopo la zona ristorante. Concluso il nostro primo pranzo in Savana decidiamo di sfruttare le 2 ore a nostra disposizione per riposarci un po’ in vista della nuova uscita pomeridiana per l’avvistamento di altri animali ma il nostro riposino è disturbato dalla presenza di 3 animali veramente pericolosi della Savana, 2 geki che si aggiravano sopra le nostre teste….ecco i veri PERICOLI della Savana. Così grazie all’intervento di un masai accorso dopo le nostre urla, riusciamo a liberarci, per il momento dai pericolosissimi animali e riusciamo a schiacciare un riposino. Nel pomeriggio verso le 4 ripartiamo per una nuova escursione all’interno del Parco e avvistiamo una graziosissima famigliola di Fagoceri, una sorta di cinghiali del posto, struzzi, due leopardi in cerca di nuove prede e soprattutto un branco di leoni intenti a riposarsi dopo un lauto pasto. Successivamente facciamo ritorno al Campo dove approfittiamo di un po’ di luce per fare un giro, insieme ad un addetto del campo, nella zona dei babbuini per scattare qualche foto ricordo. Dopo la cena, insieme a tutti gli ospiti del campo, trascorriamo circa un’oretta ad ascoltare qualche simpatia storia della savana attorno ad un fuoco accesso da un masai. Successivamente andiamo a dormire e come una sorta di melodia fatta per allietare il nostro sonno sentiamo i rumori e i versi degli animali della Savana…esperienza unica. 5^ Giorno La mattina seguente ci svegliamo con qualche rumore strano ed infatti prontamente ci rendiamo conto della presenza sulla nostra tenda di un babbuino che scorrazza tranquillamente sopra le nostre teste; così in compagnia dei babbuino e dell’immancabile geko in bagno, inizia il nostro secondo giorno di Safari. Dopo una veloce doccia iniziamo a sistemare il borsone visto che dopo la colazione al campo è prevista la partenza verso il Parco Amboseli; appena usciamo dalla tenda ci dirigiamo verso la zona adibita a ristorante all’aperto e lungo il percorso notiamo parecchi babbuini presenti sia sugli alberi che nei pressi delle varie tende ma la loro presenza si nota anche mentre si fa colazione visto che alcuni di loro si avvicinano ai tavoli per avere qualche cosa da mangiare….e dove potevano andare se non nel tavolo dove eravamo seduti noi? Infatti un babbuino non ha trovato niente di meglio che mangiare dal piatto di Alessandra mentro io ero intento a scattare una foto ricordo. Lasciamo il campo tendato verso le 7,30 circa e partiamo alla volta del parco Amboseli che raggiungiamo dopo circa 3 ore di tragitto percorrendo la strada principale del paese, costruita e finanziata dalla UE, che unisce le principali città del paese e cioè Nairobi e Mombasa. Appena giungiamo ad uno dei varchi d’ingresso del Parco la prima cosa che ci colpisce è la netta differenza di vegetazione tra questo parco e lo Tsavo Est; infatti qui sono presenti meno arbusti e il colore dominante non è più il rosso della terra ma bensì il verde dell’erba ma sicuramente quello che colpisce di più è la presenza costante ed imponente del famosissimo monte Kilimangiaro che svetta dall’alto della sua cima quasi perennemente oscurata dall’immancabile nebbia. Iniziamo così il nostro tour nel parco con la vista degli elefanti qui non più caratterizzati dal colore rosso della terra ma che si avvicinano a noi quasi per salutarci; continuiamo il nostro giro avvistando un branco numerosissimo di bufali, faraone dai colori meravigliosi, numerosissimi uccelli rapaci, gazzelle ma la cosa che più ci colpisce durante la mattinata è l’aver visto e fotografato l’abbraccio di 2 zebre…FANTASTICO. Decidiamo di far rotta, visto anche l’orario di pranzo, verso il nostro campo tendato e qui abbiamo un’altra piacevole sorpresa nell’apprezzare il KIBO Safari Camp, un vero e proprio campeggio di lusso curatissimo in ogni particolare con tende molto pulite e spaziose, con strutture in stile africano e soprattutto una meravigliosa piscina con un’incredibile vista sul Kilimangiaro che si erge proprio davanti al campo. INCREDIBILE!!! Durante il pasto facciamo la conoscenza con il nostro cameriere, il simpaticissimo GONA e con lui ci facciamo un sacco di risate all’insegna del divertimento e dell’allegria durante l’intero soggiorno al Kibo Camp. Nel pomeriggio, dopo un riposino a bordo piscina, il programma prevede la visita ad un vicino campo Masai e così, dopo aver contrattato il prezzo scendendo a 10 dai 20 euro richiesti, veniamo accolti da un simpatico balletto e ci viene spiegato che ha un significato di corteggiamento alle donne del villaggio da parte degli uomini. Appena entriamo nel villaggio veniamo colpiti dall’estrema povertà di questa gente, sia per le capanne fatte di sterco e sia per la condizione dei molti bambini presenti; assistiamo all’accensione del fuoco solo con lo sfregamento di 2 bastoni e iniziamo a gironzolare all’interno del villaggio. Scattiamo tantissime foto con i tanti bambini ma tra tutti ci colpisce un neonato nascosto sotto un lenzuolo e attaccato dietro le spalle di un altro bambino. Dopo aver acquistato qualche souvenir fatto dagli stessi Masai proseguiamo il nostro Safari e ci inoltriamo all’interno del parco Amboseli e iniziamo a costeggiare la base del Kilimangiaro per ammirare altri animali quali ippopotami, fenicotteri rosa, gnu e aquile. Ci fermiamo proprio nei pressi di un lago e da qui scendiamo, per la prima volta, dal nostro pulmino e saliamo a piedi verso un punto panoramico per ammirare sia il monte che il paesaggio circostante, ottimo sfondo per meravigliose foto ricordo. Ritorniamo sul nostro mezzo e ripartiamo così alla caccia dell’ultimo animali che ancora non abbiamo visto e cioè della Iena Ridens ma quando giungiamo nei pressi della loro tana di Iene neanche l’ombra; ripartiamo alla caccia ma ormai il tempo sta quasi per scadere e dobbiamo far ritorno al campo. Lungo il percorso facciamo una sosta per ammirare uno splendido tramonto nella Savana e poco prima di lasciare il Parco scorgiamo finalmente lei, la nostra Iena con il muso sporco di sangue e dunque intenta a consumare la propria cena…PERFETTO, cosa volere di più? Rientriamo al campo e dopo aver cenato trascorriamo la sera davanti al fuoco prima assistendo ad un ballo Masai e successivamente chiacchierando con alcuni ragazzi italiani. 6^ Giorno Il nostro ultimo giorno di Safari inizia con un’ottima colazione, naturalmente allietata dalla presenza del mitico GONA, e approfittiamo del tempo a disposizione per preparare i bagagli in vista della partenza e soprattutto per scattare qualche foto ricordo. Risaliamo così sul nostro mezzo per l’ultimo giro Safari all’interno del Parco Amboseli consapevoli che per noi sarà l’ultima volta che vedremo il monte Kilimangiaro; attraversando il parco incontriamo nuovamente tutti gli animali dei giorni passati e così dopo circa 2 orette ci dirigiamo verso l’uscita ma qui siamo piacevolmente costretti ad una sosta forzata visto che davanti a noi notiamo una famigliola di giraffe al completo nel tentativo di attraversare la strada….come perdere quest’ultima occasione per ammirare queste meravigliose e strane creature della natura? Riprendiamo il nostro cammino verso la città di Mombasa non prima però di una sosta per il rifornimento e per usufruire di un WC magnificamente affrescato anche con la scritta URINAL. Il tragitto dal parco Amboseli a Malindi è molto lungo, circa 6 ore di pulmino, ma allo stesso tempo affascinante visto che permette di vedere molti villaggi dell’entroterra e soprattutto ammirare tantissimi bambini che si recano a scuola e che ci salutano calorosamente; noi approfittiamo dell’occasione per distribuire un po’ della cioccolata rimasta e fa un certo effetto vedere gli sguardi felici di tanti bambini accalcati sotto il nostro finestrino. Interrompiamo il viaggio verso Malindi per mangiare qualcosa al Leopard Lodge, niente di eccezionale ma utile per spezzare il lungo viaggio. Giungiamo finalmente a Malindi nel tardo pomeriggio, verso le 17:30 circa, giusto in tempo per il the pomeridiano nel nostro hotel dove rivediamo i nostri compagni italiani, rimasti in hotel senza aver visto le bellezze di questo nostro splendido Safari. Dopo esserci rilassati un po’ in camera la sera scendiamo a bordo piscina dove consumiamo la nostra cena per poi assistere ad uno spettacolo da parte di gente locale del posto. Per la serata, per nulla stanchi dalle fatiche di 3 giorni di Safari, decidiamo di uscire a Malindi ma, diversamente dagli altri ragazzi non decidiamo di rinchiuderci al Casinò ma bensì optiamo per andare a bare qualche cosa in un locale frequentato quasi esclusivamente da africani per vivere al meglio le sensazioni della vera Africa. Prendiamo così un tuk tuk e in compagnia di Paolo, la guida del nostro resort, andiamo in un caratteristico locale per ascoltare un po’di musica e bere qualche cosa…purtroppo mi affido al consiglio di Paolo e prendo una birra che i locali soprannominano “Veleno” e che dicono sia un vero e proprio viagra naturale…sarà anche vero ma solo dopo averla bevuta ho capito il perché la chiamano VELENO. Trascorriamo così una piacevole serata ascoltando buona musica, giocando a biliardo e soprattutto ballando all’insegna del divertimento, in particolare Alessandra insieme ad una simpatica ma allo stesso bizzarra ragazza. Verso le 2 di notte decidiamo di rientrare in hotel e lo facciamo sempre con l’inseparabile mezzo pubblico più diffuso del posto, il tuk tuk. 7^ Giorno Ci svegliamo di buon mattino e dopo aver fatto colazione in hotel decidiamo di usufruire del servizio navetta dell’hotel e di trascorre una giornata intera all’insegna del mare, sole e del dolce far niente…in fin dei conti anche questa è vacanza; saliamo così su un tuk tuk pagato dall’hotel e ci dirigiamo al Parco Marino di Malindi dove si trova uno stabilimento balneare convenzionato con il nostro resort. Appena arriviamo in spiaggia intorno alle 9:30 circa notiamo immediatamente che la marea è molto bassa e che ci sono lunghe strisce di sabbia e molte barche in partenza per Sardegna 2; infatti da questa spiaggia partono le varie escursioni per la visita di questa località che tutti dicono essere molto bella e particolare grazie al gioco delle maree che crea dei veri e propri isolotti in pieno oceano. Nel frattempo noi ci sistemiamo sulle nostre sdraio e dopo esserci preparati con le dovute precauzioni per non scottarci sotto il sole cocente dell’Africa, decidiamo di goderci il meritato riposo dopo giorni di intenso girovagare. Ci sistemiamo praticamente nel bel mezzo del parco rinfrescati dalla florida vegetazione che ci consente di non soffrire troppo per il caldo eccessivo. Nel corso della mattinata decidiamo di farci una passeggiata lungo la spiaggia di sabbia sottile che si estende per parecchi chilometri; naturalmente, appena mettiamo i piedi a terra, veniamo accerchiati da diversi beach boys che ci iniziano ad offrire escursioni varie ed oggetti locali, ma a dir la verità non sono troppo fastidiosi e decidiamo di farci accompagnare da due di loro durante la nostra passeggiata per avere qualche informazione in più sul posto. Passeggiando sulla spiaggia passiamo davanti a meravigliose ville affacciate direttamente sul mare e i nostri beach boys ci spiegano che una di loro e’ stata la residenza del defunto figlio di Giani Agnelli mentre in altre, come la meravigliosa White Elefant chiamata così per la statua in pietra bianca che riproduce un elefante, vengono organizzate diverse serate danzanti. Proseguiamo la nostra passeggiata ed a un certo punto passiamo proprio davanti ad uno stabilimento balneare molto elegante, chiamato “Leon on the Sun“, che ci dicono essere di proprietà di Flavio Briatore che in diversi periodo dell’anno trascorre qui le proprie vacanze. Naturalmente il prezzo per il noleggio delle attrezzature non e’ alla portata di tutti ed infatti e’ praticamente vuoto ma gli stessi beach boys ci dicono che e’ per il periodo visto che in alta stagione e’ sempre pieno zeppo di italiani in vacanza. Ritorniamo così al nostro stabilimento e dopo esserci rinfrescati nelle acque del mar indiano sentiamo un leggero appetito e così ordiniamo qualche cosa da mangiare insieme a della buonissima frutta fresca…il tutto per una cifra veramente ridicola di 1,5 euro con bevanda inclusa…PAZZESCO. Facciamo la conoscenza con un ragazza italiana, incontrata il giorno precedente nel pub di sera, che ha deciso di trascorrere 3 mesi in vacanza proprio a Malindi e di un italiano che ha deciso di trasferirsi qui definitivamente dopo essere andato in pensione e ripensando al costo della vita capiamo anche il perchè. Trascorriamo così l’intera giornata fino alle tarde ore del pomeriggio quando decidiamo di spostarci e visitare il famoso “Turist Market“ vera e propria trappola per turisti costituita da un groviglio di stradine piene zeppe di negozietti dove e’ possibile acquistare oggetti del posto e ricordini vari; girovaghiamo così nelle viuzze di questo caratteristico mercato e dopo estenuanti trattative sul prezzo riusciamo ad acquistare qualche grazioso souvenir. Dopo aver immortalato un fantastico bambino africano, decidiamo di far ritorno al nostro hotel, non prima però di una capatina in un convenientissimo negozio del centro consigliatoci dalla ragazza conosciuta in spiaggia per completare i nostri acquisti. Dopo aver cenato in hotel, trascorriamo il resto della serata in un locale nelle vicinanze del Casinò di Malindi, bevendo qualcosa in compagnia di Paolo e degli altri ragazzi italiani del resort. 8^ Giorno Per l’ultimo nostro giorno di permanenza in Kenya decidiamo di dedicare la nostra giornata alla visita di alcune località molto rinomate e di cui avevamo letto considerazioni ottime sia sulla nostra guida che su altri diari di viaggio. Per l’occasione decidiamo di non affidarci a qualche guida ma di far da noi, come del resto amiamo fare durante i nostri viaggi, il tutto all’insegna dell’avventura e dello spirito di adattamento alle culture del luogo. Cosi, dopo aver fatto colazione in hotel, ci rechiamo grazie ad un tuk tuk presso la stazione dei pulmini e saliamo a bordo di uno per raggiungere la località di Watamu. Arrivati a destinazione prendiamo nuovamente un tuk tuk e ci facciamo lasciare in una spiaggia detta “L’Isola dell’Amore“ chiamata così per la presenza di un isolotto a forma di cuore nelle cui vicinanze, grazie al gioco delle maree e del livello dell’acqua, si vengono a creare delle strisce di sabbia nel bel mezzo del mare. Appena giungiamo sul posto chiediamo informazioni su “Sardegna 2“ ma ci viene detto che per raggiungere questa località bisogna percorrere ancora qualche kilometro lungo una strada sterrata e così noi, senza perderci d’animo, ci appostiamo lungo la strada e fermiamo un ragazzo a bordo di una motocicletta che si offre, dietro un piccolo compenso di pochi euro, di accompagnarci nei pressi della famosa località dove giungiamo dopo pochi minuti. Appena giungiamo in spiaggia ci troviamo di fronte a noi, al posto delle acque dell’oceano, un’estesa laguna e strisce di sabbia mentre in lontananza notiamo numerosi atolli di sabbia che affiorano dalle acque dell’oceano. Così incuriositi da questo strano fenomeno, che ci dicono si ripete quasi con cedenza giornaliera in questi posti durante l’arco delle prime ore del mattino, decidiamo di percorrere queste lunghe striscie di sabbia fino a raggiungere delle vere e proprie pozze di acqua calda…approfittiamo così dell’occasione per un bel bagno rilassante. Ci spostiamo tra i vari atolli e avvistiamo anche le varie imbarcazioni che approdano su questi isolotti circondati da acqua che definire cristallina e poco, da qui la definizione di “Sardegna 2“, per consumare un pranzo a base di pesce arrostito su griglie posate direttamente su questi atolli naturali ma temporanei. Infatti, dopo circa 2 ore e mezza di bagni, passeggiate e immensi ricci di mare, siamo costretti a rientrare verso la spiaggia a causa del lento ma progressivo innalzamento del livello delle acque che poco ma poco sommergono i vari atolli fino a ricreare il normale paesaggio. Trascorriamo qualche ora a crogiolarci al sole direttamente in spiaggia e dopo aver bevuto qualcosa in compagnia di gente del posto, ricontattiamo telefonicamente il gentile ragazzo della moto per farci accompagnare a Malindi. Non appena saliamo tutti e tre sulla moto, ci rendiamo subito conto che il nostro amico non percorre le classiche strade normalmente battute dai tuk tuk ma bensì’ percorre altre strade più dissestate ma sicuramente molto piu’ affascinanti visto che attraversano i vari villaggi presenti sul posto e proprio in uno di questi ci fermiamo per regalare un po’ di cioccolato ai tanti bambini presenti. Dopo aver scattato una splendida foto ricordo con noi 2 attorniati da tanti bambini sorridenti, ripartiamo alla volta di Malindi ma prima di raggiungere la città chiediamo al nostro autista se fosse disposto ad accompagnarci ad un Canyon chiamato distante chiamato“Marafa Hells Kitchen“ che tradotto significa la Cucina del Diavolo. Dopo aver ricevuto risposta positiva partiamo immediatamente alla volta di questo canyon visto che dista circa 30 kilometri da Malindi e capite che fatto in moto e per di piu’ in tre su strade in terra battute non sia proprio il massimo della comodità ma avevamo letto che non visitare questa meraviglia della natura e’ come andare in America e non visitare il Grand Canyon. Cosi’ partiamo alla volta della nostra prossima meta e rimaniamo praticamente a bocca aperta nel vedere certi villaggi e paesaggi dell’entroterra, totalmente differenti dalla pur povera costa. Qui assistiamo alla vita quotidiana della popolazione locale con i loro villaggi e le scuole per i numerosissimi bambini che incontriamo durante il nostro percorso. Giungiamo cosi verso le 5 del pomeriggio al Canyon e dopo una trattativa per il prezzo da corrispondere per la guida in italiano durante la visita, entriamo alla scoperta di questa meraviglia della natura. Infatti si tratta di una vera e propria depressione naturale che ha causato un collassamento della terra con la creazione di un largo fossato caratterizzato però da pareti di terra con sfumature di colori che vanno dal rosso fuoco al giallo acceso…passeggiamo così’ nel bel mezzo di questa depressione, vagamente simile al Bryce Canyon piuttosto che al Grand Canyon, con le spiegazioni di un simpaticissimo ragazzo di Marafa. Impieghiamo circa 1 ora abbondante per completare l’intero percorso tra sali e scendi a volte faticosi ma allo stesso tempo appaganti per la splendida vista. Proprio in cima ad un promontorio notiamo la presenza, dietro di noi, di diversi bambini ansiosi di ricevere qualche cosa in dono e così decidiamo di dividere il resto della cioccolata; peccato che per il caldo eccessivo si sia sciolta ma questo non ha impedito ai ragazzi di mangiarla come una sorta di Nutella…pensate che alla fine uno di questi ragazzi si è avvicinato ad Alessandra per leccargli le mani e le dita ancora sporche di cioccolata. Conclusa la nostra visita risaliamo in moto con destinazione Malindi ma questa volta, durante il viaggio di ritorno convinciamo il nostro motociclista ad effettuare alcune fermate nei diversi villaggi per distribuire le restanti cose che avevamo portato dall’Italia quali accendini, penne, pennarelli, quaderni ma anche roba come teli da mare da utilizzare come coperte e abbigliamento vario. Raggiungiamo così il nostro albergo a serata inoltrata verso le 20 di sera, molto provati e stanchi per il lungo percorso in moto ma allo stesso tempo entusiasti per le splendidi esperienze provate in quest’ultima giornata. Salutiamo così il nostro amico motociclista non prima però di avergli donato scarpe usate, diverse magliette e pantaloni, anche per ringraziarlo dei bei momenti che ci ha fatto trascorrere e soprattutto dell’estrema gentilezza e disponibilità. L’ultima serata in Kenya decidiamo di trascorrerla in uno dei pub frequentati nei giorni precedenti in compagnia di uno dei camerieri dell’hotel il quale per andare ogni giorno a lavorare impiega 2 ore e mezza di tempo, a tratta, in quando guadagnando 80 euro al mese non può permettersi di comprare neanche una bici che qui costa “solo” 30 euro. Conclusa la serata salutiamo i nostri amici e prendiamo per l’ultima volta il tuk tuk per far ritorno in camera. 9^ Giorno Purtroppo, come in qualsiasi altro viaggio, arriva sempre il momento di ripartire alla volta dell’Italia e cosi’, dopo esserci svegliati di buon’ora, iniziamo a preparare i bagagli in vista della partenza per l’aeroporto di Mombasa facendo attenzione a sistemare la frutta esotica che abbiamo comprato con l’inutile speranza di mangiarla una volta giunti a casa. Facciamo colazione in hotel e approfittiamo di quest’ultima occasione per lasciare dei soldi di mancia e scattare qualche foto ricordo con i gentilissimi, ma soprattutto simpaticissimi, ragazzi dell’hotel che nel corso della nostra vacanza ci hanno serviti alla grande. Saliamo cosi’ sul bussino, direzione Mombasa, e ripercorriamo nuovamente la strada che collega le due citta’ principali della costa e riviviamo, anche se in maniera diversa, quelle sensazioni vissute il primissimo giorno nel vedere quei fantastici bambini giocare spensierati senza alcun pensiero e salutarci con sinceri e genuini sorrisi. Dopo circa 3 ore di tragitto giungiamo cosi’ in aeroporto dove, dopo aver sbrigato le normali procedure, ci imbarchiamo sul nostro aereo alla volta dell’Italia consapevoli della magnifica esperienza che abbiamo vissuto in questo meraviglioso paese e con l’immancabile mal d’Africa che ci portiamo tutti noi un po’ dentro quando riviviamo e ripensiamo a certe emozioni ma soprattutto a certi sguardi e sorrisi.