Il fascino delle Città Imperiali
Siamo partiti con un volo della Royal Air Maroc il 22 Agosto … direzione Marrakech. La nostra prima volta in Africa, che emozione! Immaginavamo sarebbe stato un viaggio diverso dagli altri ed ora che siamo tornati ne abbiamo la consapevolezza, la certezza di aver fatto un viaggio suggestivo ed incantato e che ci ha offerto una possibilità difficile da trovare altrove: quella di sognare. Arrivati in tarda sera a Marrakech abbiamo capito perché questa città viene anche chiamata “La Porta del Deserto”…la temperatura è sconvolgente!!! Distrutti dal viaggio ci siamo subito diretti all’Hotel Myriem in modo tale da recuperare le energie per affrontare al meglio il nostro tour! Il primo giorno lo abbiamo interamente dedicato alla visita di Marrakech, la Città Rossa. I suoi colori sono infatti inconfondibili: case e terra rosse, palme altissime e di un colore verde brillante che spuntano ovunque, in qualche angolo polveroso cammelli e dromedari a riposo e sullo sfondo del cielo blu la catena del Medio e dell’Alto Atlante. Abbiamo dapprima visitato la parte storica della città: l’esterno dell’antica moschea, la scuola coranica caratterizzata da mosaici e da un’architettura moresco-andalusa che lascia praticamente a bocca aperta. La stessa cosa per la visita delle Tombe Saadiane, un bellissimo sito storico. Ci siamo quindi diretti al Palais el Badii dove oltre a godere di una vista stupefacente e degli antichi resti del palazzo, ci sono una moltitudine di cicogne con i loro ingombranti nidi che si sono oramai stabilite in questo sito storico facendone la loro casa. Dopo un pranzo veloce e un pò di riposo per riprenderci dallo scirocco, che soffia un vento bollente, siamo partiti alla volta dell’attesissimo souk. Stradine che si incrociano colme di oggetti, spezie, babbucce, vestiti di ogni tipo. Gli odori sono forti ma posso dire che in confronto alla Medina di Fes questo è praticamente niente…! Ogni tanto si incontrano stanze piene di bambini che recitano il corano a memoria ed è tutto così strano e particolare che ci vuole un pò per abituarsi a tutto questo! Nella frenesia di gente che grida, di asini e cavalli che ti chiudono il passaggio, non si può non comperare qualche cosa, io ho subito iniziato dalle spezie: peperoncino “dinamite” e un mix di 35 odori che utilizzano per cucinare la carne alla brace. Ovviamente non si può far a meno di non comprare il mitico tè alla menta, davvero ottimo! Quindi finalmente, ci si trova nella maestosa piazza Jemaa El Fna dominata dalla moschea e dal suo minareto alto più di 70 metri. Da qui e in tutte le altre moschee, per cinque volte al giorno, viene diramato l’invito alla preghiera…mamma mia che impressione! Siamo arrivati in piazza alle 18 circa e già a quest’ora c’è un brulichio di visitatori e gente del posto che si prepara per la sera. Ci sono gli incantatori di serpenti, gruppi di persone che ballano e suonano, i dentisti ambulanti, le povere scimmiette tenute alla catena, i venditori d’acqua, donne che ricamano le tue mani con la tecnica dell’henné in 2 minuti e chi più ne ha più ne metta! Con il tramontare del sole tutto questo si amplifica all’ennesima potenza e si viene avvolti da fumi e odori di ogni tipo che provengono dalle innumerevoli baracche dove si cucina carne, taijine, verdura, riso, ecc. Inoltre siamo capitati proprio nel bel mezzo del Ramadan quindi la sera qui è davvero una grande festa…almeno per qualche ora tutti possono tornare alla vita normale, mangiando e bevendo… La sera abbiamo cenato in un ristorante chiamato “Chez Alì”, davvero molto bello e abbiamo finalmente assaggiato il cous-cous; ovviamente non potevano mancare taijine, verdura ed arance che hanno praticamente per tutto l’anno. Stravolti da tutti questi suoni, odori, colori siamo tornati in hotel!
Il giorno dopo ci aspettava la traversata del Medio Atlante per arrivare fino alla città Medioevale di Fes. Lungo il tragitto la nostra guida, Kalehed, ci descrive un pò questo Paese così vario e pieno di contrasti. Ci dice che secondo lui il miglior modo per caratterizzare il Marocco è dire che questo Paese è circondato da quattro mari: Il Mare Mediterraneo, l’Oceano Atlantico, il Sahara: un mare di sabbia…e l’Algeria: un mare di guai!!! Ci parla della pace che c’è nonostante l’Algeria rappresenti appunto una minaccia, di come vive la gente del posto, del ramadan e del loro amato Re, Mohammed VI. Durante le 5 ore di viaggio i paesaggi si alternano e oltrepassiamo i villaggi berberi, costituiti ancora di case di terra e di persone che hanno una vita talmente semplice che non possiamo certamente capire. In ogni villaggio, anche nel più piccolo e sperduto, c’è comunque una moschea che è essenziale per scandire i ritmi religiosi. Lungo il tragitto abbiamo visitato il paese di Ifrane, la Svizzera del Marocco e centro sciistico di una certa importanza. Per il pranzo ci siamo invece fermati a Kenifra, dà l’idea di un paese abbandonato ma paradossalmente qui abbiamo fatto il miglior pranzo dei primi giorni! Siamo arrivati a Fes nel tardo pomeriggio e ci siamo subito diretti all’Hotel Mounia per una doccia rigenerante! Dopo la cena in Hotel siamo andati al Palais Medina di Fes per uno spettacolo di canti e balli popolari, bellissimo!! Ovviamente non poteva mancare la danza del ventre… Il 25 Agosto è il giorno dedicato a Fes, la regina delle città imperiali considerata la capitale culturale del Marocco. Per prima cosa abbiamo visitato il palazzo reale ovviamente soltanto l’esterno poiché l’ingresso è vietato. E’ una struttura maestosa e bellissima, ornato di variopinti mosaici sembra caratterizzato da innumerevoli merletti che lo rendono grandioso. A completare la sua bellezza delle porte dorate che ne sanciscono l’assoluta imponenza. Abbiamo fatto poi un giro per le innumerevoli viuzze affacciandoci anche al quartiere ebraico: la mellah. A differenza del quartiere musulmano ci sono case più signorili, con balconi in legno di cedro e finestre molto curate. Ma quando si dice Fes si dice automaticamente Medina quindi…detto e fatto, stavamo dirigendoci verso il più grande e antico quartiere musulmano oggi patrimonio mondiale dell’umanità. Siamo entrati nella Medina attraverso una viuzza chiamata via degli innamorati e appena si entra l’istinto è quello di voler tornare indietro perché è un passaggio talmente stretto che ci si entra a stenti e alzando gli occhi al cielo non si scorge nient’altro oltre che il bianco scolorito delle case. Da qualsiasi buco spuntano bambini che con una maestria insolita si arrampicano sui muri e chiedono qualche spicciolo per poter mangiare… certo tutto questo non ha niente a che vedere con la turistica Marrakech, qui si torna davvero ai tempi del Medioevo e questa è davvero la vita degli abitanti di Fes. L’atmosfera dei souk è più o meno la stessa ma qui è tutto più radicato, più vero. Camminiamo sempre sulla sinistra, come la guida ci aveva consigliato, per non ostacolare il passaggio agli asini carichi di ogni tipo di cianfrusaglia, o ai cavalli che trainano carretti sbilenchi carichi di verdure o non si sa di cos’altro. Tuttavia spesso non sappiamo proprio dove nasconderci al grido di “BALACK”…spostatevi!!! Siamo un po’ di intralcio a tutte queste persone che vendono, corrono, pregano, trasportano animali vivi sulle loro spalle…ma tutto questo è assolutamente affascinante. Gli odori sono forti e a tratti stomachevoli, forse a causa della carne appesa un po’ dappertutto o del pesce lasciato lì da ore senza neanche un po’ di ghiaccio. A differenza della Medina di Marrakech qui non ci viene proprio in mente di comprare qualcosa perché è tutto lasciato al caso…al loro caso e la pulizia, l’igiene, sono degli optional che nessuno considera. Di tanto in tanto si trovano dei banchi in cui si vende carne di dromedario, molto pregiata da queste parti poiché dicono sia particolarmente tenera…noi abbiamo preferito fidarci e non provare! Nel frattempo eravamo già arrivati al souk dei tintori e sulle pareti si ammirano innumerevoli tappeti sapientemente intrecciati a mano dalle donne berbere. Da qui l’odore inizia ad essere più intenso, la conceria era proprio dietro l’angolo! Un ragazzo prima di entrare distribuisce rametti di menta per nascondere un po’ l’odore ma anche se la visita è un po’ faticosa il panorama ripaga di tutto, da una terrazza si ammirano innumerevoli vasche dove le pelli vengono trattate e lavorate. Abbiamo continuato la visita della città incontrando diversi caravanserrai dove i giovani marocchini apprendono l’arte del fabbro, del ceramista ecc… Nel tardo pomeriggio siamo quindi tornati in hotel salutando l’incantata città di Fes con la consapevole nostalgia che uno spettacolo così non l’avremmo più visto.
Il giorno dopo si riparte di buon’ora, direzione la città romana di Volubilis. Si tratta di un sito archeologico molto interessante e ben conservato, certo il caldo si faceva sentire…e anche molto forte quindi dopo aver visto i bei mosaici, i resti della basilica e il loro Arco di Trionfo, siamo subito ripartiti alla volta di Meknes. I 54°C hanno reso la nostra passeggiata un po’ difficoltosa ma la porta di Bab El Mansur è talmente bella che ci si dimentica di tutto il resto! Anche qui abbiamo fatto il nostro giro nella Medina dove olive, frutta secca e dolci vari dominano senz’altro la scena.
Nel pomeriggio si riparte verso la capitale del Marocco: Rabat. Si tratta di una città sicuramente più moderna ed occidentale, caratterizzata da un bel corso pieno di palme ed è davvero molto piacevole fare una bella passeggiata per le sue vie. La mattina del 27 Agosto siamo subito andati alla residenza reale per la visita, equiparabile al nostro Vaticano. E’ tutto molto curato e bello, compresa la Moschea e la porta del trono. A Rabat non poteva certo mancare una visita alla Torre Hassan e al Mausoleo di Mohammed V, anche qui gli edifici sono talmente belli da rimanere senza parole. Inoltre abbiamo visitato tutto questo di venerdì, il giorno della lettura del corano per i musulmani, quindi la nostra visita è stata accompagnata da questa lettura che ha reso tutto più suggestivo. Dopodiché abbiamo fatto un giro alla Necropoli di Chellah, davvero molto interessante soprattutto per chi si interessa di botanica…ci sono delle piante davvero belle! All’interno di tale sito c’è anche una fontana dove sgusciano felici le anguille reali…dicono portino fortuna!!! Non potevamo farci scappare l’occasione quindi ci uniformiamo all’usanza di buttare una monetina come nella nostra Fontana di Trevi.
Non ancora contenti di quanto i nostri occhi avevano già visto, il penultimo giorno ci siamo recati a Casablanca per la visita della Moschea di Hassan II: la terza più grande al mondo (può ospitare 25.000 fedeli all’interno e 80.000 fedeli fuori) e con il minareto più alto del mondo, più di 200 metri. Se dall’esterno tale struttura è qualcosa di meraviglioso, all’interno non ci sono davvero parole per descrivere quanti particolari caratterizzano le mura, le porte, i soffitti e tutto il resto. Pagando il biglietto di 120 DH (12 euro) si può anche visitare la sala delle abluzioni caratterizzata da ben 41 fontane e l’hammam. Nel pomeriggio abbiamo ripreso la strada per Marrakech… torniamo alla Perla del Sud, da dove il nostro viaggio era iniziato, proprio per concluderlo. Il giorno dopo ci aspettava il nostro volo che ci portava via dalla bella terra marocchina. Sicuramente ci sarebbero tante altre cose da dire e da raccontare. Certo è che questo Paese fatto di terra rossa, sole, colori, odori e sapori ci ha letteralmente rapiti ed affascinati. Ed è proprio di fronte a questi scenari che diventa più importante la necessità di rimanere in silenzio e di dire grazie per tutto quello che ho visto e conosciuto. Choukrane Maa Salama, Alessandra.