Buenos Aires in pillole
IL PARCO PALERMO
Atterriamo all’Aeroparque Jorge Newbery di Buenos Aires il 2 febbraio 2010 alle 3 del pomeriggio. Ci accolgono un’atmosfera calda e umida e un cielo gonfio di pioggia, qui non avremo sicuramente bisogno delle giacche a vento che erano indispensabili a El Calafate, dove abbiamo visitato il bellissimo Perito Moreno. La nostra guida, una signora simpatica e molto professionale, ci propone un giro orientativo della capitale partendo dal Parque “3 de Febrero”, situato nel barrio Palermo, noi accettiamo. Notiamo subito il Rio de la Plata, una distesa di acqua color thé scuro che scorre impetuosa e piena di gorghi, sembra di trovarsi di fronte al mare o ad un fiume amazzonico, mentre alle nostre spalle svettano i grattacieli.
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Il Parco Palermo, progettato all’inizio del secolo scorso dall’architetto paesaggista Charles Thays, ricorda Hyde Park o il Bois de Boulogne, è il parco più vasto e frequentato della città e comprende anche un lago navigabile piuttosto esteso. Noi, per motivi di tempo, visitiamo solo il Jardin de Rosas, un po’ fradicio per il recente temporale ma ricco di molte varietà di rose disposte ai lati di vialetti in terra rossa o arrampicate su spalliere in ferro battuto bianco, un ponte, anch’esso bianco, permette di avere dall’alto una visione d’insieme. La guida ci mostra anche il ceybo, che è il fiore nazionale argentino. E’ rosso e carnoso, alcuni alberelli ne sono interamente coperti, è la prima volta che lo vediamo.
IN MACCHINA PER LA CITTA’
Buenos Aires è una città che va vista dalla macchina: si rimane incantati di fronte all’eleganza dei suoi edifici in stile liberty, si apprezzano i grandi viali alberati ed i caffè all’aperto, sorvolando sul degrado che avanza inesorabile…in 4 ore abbiamo potuto visitare alcuni punti chiave facendo brevi soste. E’ una città bellissima, grandiosa, vivace e nell’architettura ricorda molto l’Europa ed in particolare Parigi. E’ caratteristica la Boca, antico porto e successivamente quartiere degli immigrati, con i suoi colori sgargianti, i moltissimi locali sul famoso Caminito e le opere d’arte disseminate in po’ ovunque, che la rendono un museo a cielo aperto. Poco distante c’è lo stadio del Boca Junior tutto dipinto di giallo e azzurro, i colori della bandiera svedese, ispirati alla prima nave che entrò in porto quando nacque la federazione calcistica. Passiamo da Plaza de Mayo e vediamo la Casa Rosada, sede del governo, il cui nome deriva della tinta (un misto di calce e sangue di bue) che veniva utilizzata per dipingere le Estancias, le famose fattorie argentine. Proseguiamo per Calle Florida e le vie centrali e vediamo le Galerias Pacifico, tempio dello shopping cittadino, quindi ci dirigiamo verso la Recoleta, il cimitero monumentale, poi percorriamo la smisurata Avedida 9 de Julio con il suo obelisco, che è un po’ il simbolo della città ed alla fine, passando davanti al maestoso edificio del Congresso, arriviamo al nostro albergo, il Savoy (www.savoyhotel.com/ar), che ci sorprende piacevolmente con il suo aspetto art-deco. La nostra guida a questo punto ci lascia, dopo averci consegnato una piantina su cui ha segnato alcuni itinerari percorribili a piedi o in taxi, che pare qui costi abbastanza poco.
CENA A LAS CABANAS LAS LILAS
(www.laslilas.com.ar)
Dopo una doccia nella confortevole camera del Savoy (buona la posizione, a due isolati dal Congresso ed il rapporto qualità/prezzo: 120 dollari per la doppia a notte), ci dirigiamo verso la Cabanas de las Lilas. E’ fra i ristoranti più famosi di B.A. E si trova in uno dei docks di Puerto Madero, altra zona portuale dismessa sul Rio de la Plata ed ora restaurata e riconvertita in luogo di passeggio, ritrovo e uffici. Il percorso non è molto lungo, circa mezz’ora a piedi, e la città sembra tranquilla. Il locale, fortunatamente, è accessibile finanziariamente (70 Euro in due) ed all’altezza della sua fama dal punto di vista gastronomico. Non avendo riservato, non abbiamo potuto godere del tavolo all’esterno con vista sul fiume, ma anche l’interno è molto confortevole e il personale, veramente sollecito, è molto numeroso. Per iniziare viene servito, senza che lo si richieda, un grande piatto di antipastini caldi e freddi, scopriamo poi che è compreso nel prezzo. La portata principale è a base di carne, che è veramente squisita (noi abbiamo provato il cuore di filetto), conviene però informarsi sul suo peso in grammi perchè le porzioni sono di solito molto abbondati ed a volte una può essere sufficiente per due persone. I dolci sono sensazionali e lo stesso dicasi del vino argentino (ho provato il Medoc), che si può prendere anche a calice. All’uscita abbiamo passeggiato lungo il Rio de la Plata tra ristoranti e caffè all’aperto, fino a raggiungere il Ponte de la Mujer, opera di Santiago Calatrava, che con il suo candore esaltato dalle luci, spicca sul cotto dei vecchi Docks. Le antiche gru, che servivano per lo scarico delle merci, sono state dipinte di giallo e la sera, quando sono illuminate, sembrano gigantesche sculture. Se si osserva con attenzione si riconosce ancora il marchio del costruttore: Ansaldo, Genova. Al di là del fiume brillano le luci dei grattacieli di un nuovo quartiere residenziale…
FLORALIS GENERICA
La sua foto mi aveva particolarmente intrigato, così il primo giorno ci siamo fatti portare in taxi (tariffe quasi sempre inferiori ai 5 euro) a vedere questa strana scultura di Edoardo Catalano: si trova in Plaza de las Naciones Unidas al centro di uno specchio d’acqua che ne esalta la lucentezza. E’ un enorme fiore d’acciaio e ci si può specchiare nei suoi petali che “sbocciano” tutte le mattine e si chiudono alla sera al calar del sole, grazie ad un meccanismo idraulico, al centro spuntano sottili pistilli metallici che lo rendono ancora più realistico. Ho letto che i petali sono alti 23 metri, e la corolla aperta raggiunge un diametro di 36 metri, purtroppo non ho potuto vedere la versione notturna: pare che dall’interno si sprigioni una luce rossa. In alcune giornate dell’anno: Natale, Capodanno e il giorno dell’indipendenza, il mega fiore rimane aperto tutte le 24 ore. E’ stato sorprendente vederlo spuntare all’improvviso lungo il percorso. Bellissimo!
IL MALBA
Museo di Arte Latino-americana di Buenos Aires (www.malba.org.ar/web/home.php)
Dopo circa un’ora di coda riusciamo ad entrare in questo museo che raccoglie le opere dei principali artisti sudamericani dall’inizio del secolo scorso ad oggi, si trova poco distante da Floralis Generica. E’ una meta che vale sicuramente la visita, sia per l’edificio ultramoderno, con grandi vetrate ed un’ampia hall dotata di scala mobile che ne consente una visuale panoramica, sia per l’originalità delle opere provenienti per la maggior parte da artisti latini poco noti e addirittura sconosciuti in Europa. Un quadro di Frida Calho lo rende indimenticabile.
LA RECOLETA
(www.larecoleta.com.ar)
E’ un complesso monastico composto di chiesa, convento e annesso cimitero. Originariamente sorgeva alla periferia della città, ora è in posizione centrale ed è circondato di edifici residenziali il cui valore è determinato dalla migliore vista panoramica sul cimitero monumentale, che ospita molte famose personalità argentine. All’ingresso una volontaria ci offre la piantina che suggerisce alcuni possibili itinerari, scambiamo due chiacchiere con lei e scopriamo che ha visitato Torino (la nostra città) e ricorda le chiese gemelle di Piazza San Carlo. La principale attrattiva del cimitero è la tomba di Evita Peron, il cui corpo, dopo una serie di rocambolesche traversie, ora riposa qui nella cappella di famiglia, piuttosto sobria rispetto alla profusione sfarzosa di statue e di templi funerari che caratterizzano il luogo. Il sito ospita anche una nutrita colonia di gatti che vivono fra le lapidi e vengono regolarmente rifocillati dai custodi. Una nota merita la toilette femminile che è all’interno di un edificio funebre e quando vi si accede, ci si tira dietro una pesante porta in ferro munita di chiavistello, il luogo è poco illuminato e piuttosto lugubre e se ne esce con un certo sollievo! Dopo il cimitero visitiamo la piccola chiesa del Pilar, tutta bianca di calce e impreziosita da un bellissimo retablo dorato in stile barocco churrigaresco, consigliamo anche la visita all’antico convento ora trasformato in museo d’arte sacra e ricco di statue di santi abbigliate sontuosamente e acconciate con capelli veri, notiamo, prima di andarcene, che tutte le porte hanno un “gateo”: un foro rotondo situato ad altezza felina che permetteva agli amati gatti di poter circolare liberamente.
EVITA, SEMPRE NEL CUORE DEGLI ARGENTINI
(www.evitaperon.org.ar)
In Avenida Libertador y Austria si può ammirare una statua di Evita Peron, molto suggestiva, lei è rappresentata come una ninfa, una creatura eterea che sembra volare, ammantata da un peplo leggero. In effetti in tutta l’Argentina si trovano statue a lei dedicate (noi ne abbiamo vista una anche ad Ushuaia) e il suo ricordo, nel bene e nel male, è sempre molto vivo nella popolazione. A Buenos Aires esistono anche un museo ed un’associazione a Lei dedicati.
LIBRERIA EL ATENEO
A volte ripenso ancora con nostalgia alla Libreria El Ateneo… Situata in Avenida Santa Fè,raggiungibile a piedi dalla Recoleta, è stata per noi un riparo dall’acquazzone che imperversava sulla città, portando un piacevole senso di refrigerio all’afa di inizio febbraio. Sapevamo che si trattava di un teatro trasformato in libreria nel 2000, ma non immaginavamo la bellezza e l’originalità del luogo. Il Teatro Gran Spendid costruito negli anni 20, in stile Art Nouveau, ospita ora una delle più strane librerie che io abbia mai visto. Passando dal foyer, occupato dalla cassa e da una vasta scelta di oggettistica, si entra nella platea dove innumerevoli scaffali carichi di libri, hanno preso il posto delle 500 poltroncine originarie. Sul palco c’è un caffè molto animato, dove i visitatori si intrattengono tra chiacchiere e consultazione dei testi. I tre ordini di palchi, ricchi di dorature e stucchi, forniscono una vasta offerta di dvd, cd e libri a tematiche particolari, qualche poltrona qua e là invita alla lettura o all’ascolto, il sottopiano è dedicato alla letteratura per bambini. Ci siamo divertiti a girare per osservare e fotografare da diverse angolature questo posto incredibile poi siamo saliti fino all’ultimo piano per ammirare più da vicino il soffitto affrescato, illuminato in modo suggestivo. All’uscita abbiamo acquistato un libro: era impossibile resistere!
I CAFFE’
Tanti sono i caffè storici di B.A., il più famoso è senz’altro il CAFFE’ TORTONI, Avenida de Mayo, 829 (www.cafetortoni.com.ar). Nato nel 1858, è diventato luogo di ritrovo dell’intellighenzia argentina e, nel corso degli anni, è stato frequentato da illustri personalità la cui visita è documentata da foto e dediche autografe. Il locale, con arredamento d’epoca (belli i lampadari di opaline e le vetrate multicolori), è molto accogliente ed intimo, è dotato di barberia e di un piccolo teatro per le esibizioni di tango accanto al quale si trovano le statue a grandezza naturale di Jorge Luis Borges, Carlos Gardel e della poetessa Alfonsina Storni, abituali frequentatori del posto, che ospita anche una galleria d’arte permanente. Ci si può fermare per un caffè (che è di ottima qualità) o, se si preferisce , per gustare un piatto veloce, la visita di questo luogo è d’obbligo venendo a Buenos Aires.
Il caffe-ristorante LA BIELA, av. Quintana, 956, all’angolo con Plaza Francia, di fronte alla Recoleta (www.barriorecoleta.com.ar/labiela.html), è dotato di un ampio dehor ombreggiato da una gigantesca magnolia ultracentenaria, l’interno, vagamente coloniale, è arredato in stile anni 50 con mobili chiari, molte piante e diversi ventilatori a pale sul soffitto. Il locale era frequentato dai corridori automobilistici, il più famoso dei quali è Manuel Fangio. Quadri alle pareti e vetrine illuminate contengono ricordi del suo passato sportivo. Il locale è molto frequentato dagli abitanti della città
HARD ROCK CAFE’ Av. Pueyrredon y Libertador – Buenos Aires Design 1119, (www.designrecoleta.com.ar) è situato all’interno di un Mall dedicato all’arredamento di design, l’edificio è particolare e decorato con murales a tinte vivaci, i negozi sono di grande originalità e qualità.
Ci si può fermare ad acquistare una tipica maglietta HRC.
TANGO
Il modo migliore per apprezzare il tango è sedersi in uno dei tanti caffè della Boca o di S.Telmo ed assistere alle evoluzioni dei ballerini che si esibiscono spontaneamente per i turisti. E’ un ballo molto elegante e coinvolgente dal punto di vista emotivo, sia per il languore della musica che per la concentrazione e la passionalità dei danzatori. La guida ci ha consigliato la serata di tango in uno dei ristoranti con spettacolo più conosciuti dal punto di vista turistico: il Cafè de los Angelitos (www.losangelitos.com) e noi abbiamo aderito (il prezzo della serata, compreso trasporto andata e ritorno dall’albergo, cena e spettacolo è di 60 euro a persona). Che dire! lo spettacolo è di qualità e si svolge su un palco a due piani: sopra c’è l’orchestra tipica del tango, composta da 2 bandoneon (le caratteristiche fisarmoniche), due violini, una viola da gamba e un pianoforte, in basso si esibisce una coppia di ballerini a turno con un cantante. Di fronte al palco c’è una grande sala ristorante con lunghe tavolate dove viene servita la cena con una discreta scelta di primi, secondi e dolci. Lo spettacolo è molto professionale, la coppia di danzatori è bravissima e pare sia famosa in Argentina, ma l’insieme è forse troppo freddo e turisticizzato, meglio gli spettacoli più spontanei e forse meno blasonati, una nota positiva: abbiamo familiarizzato con il nostri vicini di tavolo: una giovane coppia brasiliana in viaggio di nozze, li ricordiamo ancora con simpatia.
PASSEGGIANDO PER SAN TELMO
San Telmo è famoso come il quartiere degli antiquari, vi si possono trovare negozi molto lussuosi, piccole botteghe e aree espositive ospitate da ex magazzini o garages, anche ’offerta è molto articolata e va dal mobile d’epoca più costoso, ai piccoli oggetti da collezionismo e di modernariato. Ogni domenica in Piazza S.Telmo (che in realtà non è un santo ma un Beato: Pedro Telmo, protettore dei naviganti) si svolge il famoso mercato molto frequentato dai turisti , ma che noi non abbiamo potuto vedere, dovendo partire. Ciò che mi è piaciuto di questo posto è l’atmosfera d’altri tempi che si respira vagano per le sue stradine pavimentate con ciottoli di fiume. Il barrio alla fine dell’800 era ancora abitato dall’aristocrazia cittadina, poi fu abbandonato a causa di un’epidemia di febbre gialla che indusse i residenti a trasferirsi in zone più salubri della città. Il quartiere conobbe un lungo periodo di degrado e le splendide dimore signorili, vennero invase da mendicanti ed immigrati. Da alcuni decenni il sito sta acquisendo una nuova identità, molti palazzi sono stati restaurati ed oltre alla vocazione per l’antiquariato, sta nascendo quella di luogo trendy, dove stilisti e creatori di moda, arredamento ed oggettistica trovano una loro collocazione. E’ senz’altro un luogo affascinante dove abbiamo assistito ad una spettacolare esibizione di tango da parte di due artisti di strada che danzavano nei caffè chiedendo solo un’offerta libera.
PLAZA DE MAYO E LE MADRES
(www.madres.org/navegar/web.php)
Mio marito era contrario, non se la sentiva di andare ad assistere al dolore degli altri come ad uno spettacolo, ma io ho insistito, così alle 15,30 dell’unico giovedì che avremmo passato a B.A., ci siamo recati in Plaza de Mayo per la manifestazione delle Madres dei desaparecidos. Questa piazza è forse la più importante della città, su di essa si affacciano: la Casa Rosada, sede della presidenza della repubblica (Evita Peron parlava al popolo dai suoi balconi), la Cattedrale metropolitana, dove è sepolto il Generale San Martin, padre della Patria e il Cabildo, sede della municipalità cittadina in epoca coloniale. Qui dal 1977 le sfortunate madri sfilano ogni giovedì per mezz’ora, chiedendo la restituzione dei corpi dei loro figli scomparsi negli anni bui del regime militare. Quando le abbiamo viste arrivare, tutte molto anziane ma sorridenti e abbracciarsi l’un l’altra dopo aver indossato il foulard bianco, simbolo dell’associazione, abbiamo provato un profondo sentimento di solidarietà e di ammirazione. Alla sfilata partecipano anche parecchi sostenitori e molti sono anche gli spettatori, alcuni dei quali non smettono di fotografare senza ritegno, ma le madri continuano a camminare sorridendo, senza curarsi di loro.
GALERIAS PACIFICO
(www.progaleriaspacifico.com.ar/)
Nate nella seconda metà dell’800 come Argentine Bon Marché, perché ispirate all’architettura dei Magazzini Le Bon Marché di Parigi, acquistano l’ attuale denominazione diventando, all’inizio del ‘900, sede degli uffici della compagnia ferroviaria inglese “Buenos Aires and Pacific” che progettava di congiungere la capitale argentina a Valparaiso sul Pacifico, ma l’opera non venne mai realizzata. Nel corso degli anni si arricchiscono di una cupola affrescata dai migliori artisti locali e tornano alla loro destinazione iniziale di centro commerciale. Noi vi abbiamo passato un intero pomeriggio perché le Galerias sono un luogo vivace, colorato, molto frequentato dai portegni (gli abitanti di B.A.) inoltre offrono spunti artistico-culturali e modaioli. Per avere un’idea generale delle Galerias dal punto di vista storico artistico è possibile partecipare alle visite guidate pomeridiane che partono ogni mezz’ora dal piano terra o visitare il Centro Culturale Louis Borges, situato al loro interno, che ha sempre in calendario mostre ed iniziative culturali. L’interno, articolato su tre piani, è monumentale e molto luminoso, grazie alle grandi vetrate dei soffitti che ricordano la Galleria Vittorio Emanuele di Milano, vi si trovano anche numerosi bar e ristoranti. L’offerta commerciale è molto ricca: sono presenti le migliori firme del lusso a livello mondiale oltre alle creazioni degli stilisti argentini ed a numerosi negozi di oggetti in cuoio e capi in pelle che sono il vanto nazionale, ma che ci hanno convinto poco per il loro aspetto un po’ superato. All’esterno, le Galarias si trovano in Calle Florida angolo avenida Cordoba, ferve il quartiere dei negozi e della moda animato da una gran folla che passeggia, acquista, si incontra e chiacchiera, ci si può mescolare a loro e partecipare in qualche modo alla vita della cittadina.
AEREOPORTO INTERNAZIONALE DI AZEIZA
E’ a circa mezz’ora di taxi dal centro della città, raggiungendolo abbiamo potuto farci un’idea dell’estensione di questa metropoli, che abbiamo lasciato con rammarico dopo un soggiorno troppo breve. L’aeroporto è ultramoderno ed all’altezza di quello di una qualsiasi capitale, c’è un duty free shop molto fornito dove si può acquistare anche la carne argentina opportunamente confezionata per il viaggio, purtroppo il ritardo cronico con cui volano le Aerolinas Argentinas è proverbiale ed è emblematico dei problemi che assillano questo paese così ricco un tempo, come testimonia l’elegante centro di Buenos Aires, e così decaduto.