Sud Africa – Safari in “rotelle”
Arrivo a Johannesburg in perfetto orario ed è subito Africa. Si passa immediatamente alla maglietta con la manica corta. I ragazzi dell’assistenza mostrano immediatamente i loro sorrisi “dorati”, in molti infatti hanno i denti dorati. All’arrivo mi aspetta Andy, mi viene da sorridere in quanto mi accoglie con un grosso cartello con scritto “Rotex” e non il mio nome, inizio a soffrire seriamente di crisi d’identità. Andy sarà la nostra guida che ci porterà al Kruger per il safari e per il giro in Mpumalanga, dall’aeroporto andiamo in un hotel vicino, in cui ci aspettano: Srion di Londra (un ragazzo che utilizza una carrozzina a motore) e Joseph il suo assistente che è cecoslovacco. Noi quattro staremo insieme per i prossimi 6 giorni. Il pulmino che utilizziamo è comodissimo, infatti ha una pedana elettrica per la salita/discesa delle carrozzine. Ora siamo pronti per partire… Un po’ frastornato dal volo e da tutte le novità che mi girano attorno, iniziamo il tour del Mpamulanga, regione a nord est del Sud Africa, al confine con il Mozambico e il Botswana. In questa prima giornata passeremo gran parte del nostro tempo sul pulmino ad ammirare i continui cambiamenti di paesaggio. Io mi posiziono bello comodo nel sedile anteriore del pullmino e osservo osservo… I paesaggi passano dal colore acre della terra bruciata, al verde dei prati. Si sale e si scende per montagne, in alcuni momenti mi pare di essere in Trentino Alto Adige, tanto è verde e pieno di abeti e conifere altissime. Poi si scorciano piantagioni di banane, per ricordarmi che sono in Africa, per poi riemergermi tra abeti, che vengono regolamenti piantati e poi tagliati per la produzione della carta. Arriviamo a Pellegrim Rest, una cittadina dell’epoca della corsa dell’oro, che era abitata dai minatori. Ora è rimasto solamente un luogo per turisti. Gli abitanti per ricreare l’atmosfera di un tempo si vestano con i costumi dell’epoca e le abitazioni sono state mantenute come allora, insomma il classico luogo ricreato per i turisti, che non sopporto, mi pare di essere a Gardaland. Mi mette tristezza vedere gli abitanti/lavoratori vestiti con i foularini di un tempo solo per fare le foto altrettanto tristi. Per fortuna ci facciamo un giretto veloce e ci dirigiamo subito verso la guest house in cui staremo per i prossimi due giorni. La guest house Bohm’s Zeederberg è un posto incantevole, in Italia sarebbe definito come un agriturismo di lusso. Un giardino che pare un piccolo Eden, dove svolazzano uccelli di ogni colore e vi sono fiori di ogni genere. Essendo posizionato in mezzo al nulla, il silenzio è totale. A parte le cicale e i grilli che fanno un gran chiasso. E’ arredato con gusto in perfetto stile africano, con tanti piccoli particolari che danno una sensazione di ospitalità, essendo tutto aperto è facile vedere nella sala da pranzo pipistrelli, gechi o altri animali, tutto questo ti fa sentire ancora di più in Africa… Le camere sono dei piccoli appartamenti, sistemati in varie zone del parco, tutto è abbastanza accessibile, anche se, come avrò modo di verificare in seguito, le pedane che vengono costruite appositamente per le carrozzine hanno sempre una pendenza tale da non poter essere praticabili da soli.
Mi chiedo sempre il motivo per cui, quando si effettuano delle modifiche, non si rifletta di più nel farle, in questo modo avrebbero un maggior senso nell’essere utili. Il bagno è molto grande, con una doccia immensa, ma anche qua non si comprende per quale ragione vi è un gradino per entrarvi, la seduta è fissa in sasso, distante a circa un metro dal gradino dove si ferma la carrozzina. Ora se una persona non può camminare, non lo fa nemmeno per un metro. Oh sbaglio? Va beh….come spesso accade, alla fine ci si arrangia, e si creano dei trucchetti per evitarli, come mettere una sedia che fa da ponte tra la seduta in sasso e la carrozzina. Si cena a lume di candela, peccato essere con Srion e Joseph… Il secondo giorno lo concentriamo alla visita del Blyde River Canyon, che è considerato il secondo Canyon più grande del mondo. Il panorama muta nuovamente, tutto diventa più arido, ci alziamo di quota, raggiungiamo i 1.500 metri di altitudine, ma lo spettacolo è incantevole. Unico neon non abbiamo a disposizione una nitida giornata, infatti il cielo è velato, rendendo così poco apprezzabile la vista del Canyon, prima da lontano e poi da vicino. A questa altitudine non me ne rendo conto, ma la mia zucca pelata brucia facilmente e come al solito ho dimenticato in albergo la crema protettiva … mannaggia a me…. I punti panoramici sono tutti facilmente raggiungibili con le carrozzine, infatti vi sono i sentieri asfaltatati in cui si può srotellare tranquillamente. In mezzo al canyon, percorrendo i ponti posizionati tra un canalone e l’altro, pare di essere trasportati in un’altra epoca e si immagina di vedere sboccare all’improvviso un dinosauro. Ci dirigiamo alla God’s Window, dove dovrebbe esserci un vista eccezionale del canyon, ma in realtà la nuvolosità non fa vedere molto della valleta, quindi ci dirigiamo verso le cascate. Vi sono diverse cascate nel canyon, chiamate come le capitali europee: Lisbona, Berlino, Amsterdam. Ad ogni punto panoramico vi sono dei mercatini di prodotti artigianali in legno (statue, maschere, monili vari) gira e rigira sempre i medesimi….
Il terzo giorno inizia il tanto atteso safari, mi sento già in versione Sandokan, non so per quale motivo ma quando si parla di safari mi viene in mente il principe di Mompracem e Marianna. Noi non faremo nessuna caccia alla tigre (meno male) e non saremo in groppa agli elefanti (peccato), continueremo ad usare il pulmino. La maggior parte delle strade del Kruger sono asfaltate e quelle sterrate non sono per nulla tortuose. Fare il safari è una delle attività migliori che può fare una persona che ha problemi di mobilità, infatti non deve far altro che restare in auto, guardare/fotografare dal finestrino, solitamente vengono utilizzate delle jeep, ma anche delle semplicissime automobili. Quindi è un esperienza più che consigliata ai rotellati, si potrebbe anche lasciare la carrozzina al campo… Andy ci spiega che vedremo molti animali, il Kruger è un immenso parco in cui si trovano con relativa facilità i “big five”, ovvero i 5 animali più grossi della savana : elefante, rinoceronte, leone, ghepardo e bufalo. Ci specifica inoltre che non sempre si vedono i leoni e ghepardi, sono quello che più difficilmente si avvistano e capita spesso che molti turisti tornino a casa senza aver visto nemmeno un leone. E’ un modo per prepararci a non restarci male se non vedremo alcun felino. Turista avvisato mezzo salvato. In realtà, sono più curioso di vedere gli elefanti… L’elefante è il mio animale preferito, mi piace per la sua potenza e per la sua pacatezza, sapendo benissimo che se gle le fai girare non vi è possibilità di scampo, nemmeno per il leone. E infatti, dopo appena un chilometro dall’entrata al parco, incontriamo una splendida famigliola di elefanti, due mamme con i loro baby, è stato emozionatissimo vedere la tenerezza con cui l’elefantessa si comporta con il proprio cucciolo, è disarmante. Certo, ci sono dei momenti in cui ti sembra di essere in un qualsiasi zoo safari, tanta è la facilità in cui si vedono gli animali e tanta è anche l’abitudine con cui gli animali si rapportano con l’uomo, ma dall’altra parte se l’uomo non è cattivo nei loro confronti loro lo sono ancora di meno. Incappiamo anche in un splendido ghepardo, poi giraffe, bufali, rinoceronti con i loro cuccioli. E’ tutto così emozionante… starei ore ad osservarli. Dopo qualche minuto dal momento in cui Andy ci diceva che non sempre si vedono leoni, ecco apparire quattro meravigliose leonesse e un giovane maschio. A vederli così sembrano degli innocui micioni che passeggiano e giocano per la savana, ti verrebbe voglia di scendere dall’auto e andare ad accarezzarli…. Ma non è proprio il caso. L’emozione che si ha vedendo questo meravigliosi animali è indescrivibile… La sera, si sta al campo, si guardano le stelle e la luna (tutto sembra spiccare più forte), in lontananza si sentono i rumori della savana e degli animali, in particolare i “grugniti” degli ippopotami che fanno il bagnetto nel fiume vicino. Si va a dormire presto, prima di partire ero preoccupato per la malaria, così ho acquistato un po’ di repellenti per le zanzare, ma di loro nessuna traccia. L’allarmismo per la malaria è sicuramente eccessivo. Alle 5 e mezza del mattino si inizia una nuova giornata di safari. Al mattino presto è più facile vedere gli animali, infatti è proprio a quell’ora che vanno ad abbeverarsi e a mangiare, intorno alle 11 si ritorna al campo (durante il giorno ci sono 43 gradi), per poi uscire nuovamente all’ora del tramonto, intorno alle 17:00. La savana è immensa ed ha quasi sempre lo stesso paesaggio, ma non ci si annoia mai… È talmente viva…
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