In the mood for Lyon. Un viaggio nel viaggio
Guida alla lettura
Il racconto è ricco di contaminazioni di termini provenienti dalla cucina ed è strutturato sullo sviluppo dei cinque sensi e sul loro effetto. L’idea è di far sì che ci sia un’immersione totale da parte del lettore, tanto d’avere l’illusione, attraverso la lettura, di vivere il viaggio in anteprima, con la mente e con il cuore. Per questo nel racconto c’é una bilancia invisibile, in cui, ho cercato, di pesare le parole e di utilizzare un lessico che potesse quanto più possibile avvicinarsi alla terminologia che si usa in cucina. Sorpresa, coinvolgimento, entusiasmo, scoperta, sono i temi salienti e s’intrecciano ad alcuni verbi che sono stati accuratamente scelti per meglio richiamare: gusto, vista, olfatto, tatto, udito, e per fare della tappa a Lyon un’esperienza totalizzante e viva.
Un viaggio nel viaggio! E’ proprio quello che ho iniziato a fare in questo momento, nel posto in cui mi trovo. Immagino già di rimanere incantato alla vista di quei dolci panorami francesi che sembrano cartoline, di perdermi tra le stradine strette, le cosiddette “petites rues” e di finire per caso in vicoletti sconosciuti per cogliere l’essenza di chi vive proprio lì in quelle vie Lionesi.
… Immagino e desidero respirare i profumi che come note musicali si diffondono tra le stradine del quartiere Vieux Lyon quando gli chef Lyonnaises si mettono ai fornelli.
… Vorrei, sentire dolcezza nel cuore cosi come quei sinuosi lettering sulle insegne dei Bouchons stimolano la fantasia ed echeggiano attraverso i loro nomi evocativi, deliziosi mondi culinari.
… Vorrei, gustare attraverso questo viaggio il dono del Creato, sentirmi parte di Esso, come creatura in grado di partecipare a questa gioia attraverso i sensi.
… Vorrei, vedere il colore caldo della luce sui muri di pietra, respirare l’odore della campagna, sentire sul palato il gusto del Beaujolais, sentire nel cuore la gioia per la scoperta di un posto così decantato come Lyon; una parola con un suono cosi dolce persino all’udito. Oh Lyon! Detto alla francese suona ancora più poetico, evocativo e appetitoso.
Ho letto che ci sono muri colorati che decorano la città, e che i piatti tipici sono un mix di tradizione, cucina e storia, dove si mescolano passato e presente, in piatti da gourmet tutti alla francese.
Un misto tra visual urbani e visual culinari per una cucina che ha ricevuto un dieci e lode e per una città che vanta di essere nelle liste dell’Unesco.
Un viaggio che s’intreccia con il sogno di vivere, di trovarsi in quei posti, di assaporare, di gustare un’esperienza culinaria-culturale totalizzante a trecentosessanta gradi, di sentirsi per un weekend francese e fare tesoro di quest’esperienza.
Un viaggio che si snoda in tre fasi, di cui la prima, inizia adesso, mentre penso a questi luoghi incantati, la seconda fase sarà lì in Francia, e la terza ed ultima fase sarà un viaggio che continuerà anche dopo il mio rientro, attraverso un film di ricordi fatti di foto, pensieri, sensazioni, emozioni e scatolette di foie-gras. Lo faccio sempre, mi diverte fermarmi in quei tipici negozietti per gourmet, cosi unici nel loro stile e portare con me un pezzetto di quella terra. Aprire la scatoletta di paté in un’occasione speciale con gli amici di sempre, illustrandone la provenienza mi fa rivivere quel meraviglioso viaggio. E grazie a quel pezzetto di foie-gras, proprio come le Madeleine e Proust, anche i miei ospiti assaporano la cultura e la cucina di un popolo pacifista, cosi com’è definito dall’africanista Wilhelm von Humboldt che descrive i francesi come popolo romantico dove la lingua è espressione culturale di un popolo; ed io aggiungerei che lo è anche la cucina, con i suoi sapori agro-dolci ed accostamenti perfetti di formaggi, miele e marmellate agli agrumi…
Oh Lyon! Che magia, che poesia, rapiscimi e portami via.
Fine.