Gujarat, la vera India
30 Settembre 2010
Volo con la Turkish Airlines in orario, arrivo a Mumbai alle 3.35 del 1 ottobre, solite code per i vari controlli, unico problema, nel foglio che consegnano in aereo, bisogna inserire tutti i dati, compreso anche il nome del primo hotel, se ancora non conoscete il nome, mettetene uno ipotetico altrimenti al controllo passaporti vi possono fare dei problemi.
1 ottobre 2010
Partenza ore 7.30 da Mumbai per Ahmedabad, Stato del Gujarat, con la compagnia GoAir, in perfetto orario.
Il terminal 1B si trova nello stesso stabile dell’aeroporto internazionale anche se dovete calcolare circa ¾ d’ora di strada, usciti dal controllo passaporto dovete proseguire verso destra in direzione “domestic flight”, ci sono degli autobus GRATIS che vi portano nei vari terminal tramite una strada interna; è comunque tutto segnalato e ci sono degli addetti che vi scortano e aiutano.
Arrivo ad Ahmedabad alle 8.30 del mattino, dove mi aspetta il Driver dal nome impronunciabile che chiamerò Abra (che significa confuso in indiano; la comunicazione è stata minima per il suo inglese molto confuso e dalla pronuncia difficile da capire, poi scoprirò, come in tutto il Gujarat) che mi accompagnerà e aiuterà per tutto il viaggio.
Alloggio all’Hotel Food Inn (1.000 rs doppia, A/C con tasse comprese), visito la “Sidi Saiyda’s Mosque” (di fronte all’hotel); c’è scritto che le donne non possono entrare ma,con un’offerta, acconsentono, la rivedo alla sera colma di fedeli e ne rimango colpita.
Visito il Bhadra Fort (gratis,chiedere la chiave per salire nel tetto) e lì vicino si trova un piccolo mercato dove contratto una collana, prima di pranzo visito anche la Jama Masjid (la Moschea).
Consigliata da alcuni ragazzi universitari che mi vedono incerta nel scegliere il ristorante,vado in un locale frequentato da indiani,ma non azzecco nulla di buono purtroppo; questi gentili ragazzi mi faranno da cicerone per tutto il resto della giornata. Mi scortano alla Sabarnati Ashram ma che sembra essere chiusa e ripasseremo più tardi, decidiamo quindi di noleggiare una Jeep (850 Rs /9 persone) ed in circa 1 ora di strada arriviamo a Gandhinagar per vedere il bellissimo Akshardham Temple (gratis ma non è possibile portare dentro nulla,neanche il cellulare e macchina fotografica,inoltre lo sgabuzzino per tenere gli effetti personali non è custodito,quindi,uno dei miei nuovi amici rimane fuori a tenermi la borsa….rimango senza parole per la gentilezza). L’interno del templio è spettacolare, interamente fatto in oro con un museo sotterraneo dedicato alla vita di Krishna: memorabile.
Ritorniamo ad Ahmedabad, saluto i miei amici e per caso passo davanti a “Mansuri Halwa”,un negozietto di dolci vicino al Bhadra Fort assolutamente da non perdere !!
2 ottobre 2010
Oggi in direzione Patan con sosta a Modhera per ammirare il Sun temple (100 Rs), che è stato a mio parere uno dei templi meglio tenuti del Gujarat, veramente molto bello.
A Patan pernotto all’ Hotel Supreem Palace (doppia A/C 676 Rs con tasse, il Neerav Hotel ,menzionato nella LP,non esiste più), anche il ristorante annesso è molto valido.
Visito il Rani-Ki-Vav (100Rs) molto ben tenuto, il templio Panchasara Parasvanath (chiedete alla biglietteria del Rani dove si trova perchè pare che nessuno ne abbia mai sentito parlare ed i templi sono molti nel paese). Ho cercato per tutto il pomeriggio il centro tessile “Patan Patola” senza risultato,è stato comunque bello girovagare per le vie del centro,la gente è molto cordiale con i turisti e sono molto curiosi, e si fanno ottimi affari.
3 ottobre 2010
Oggi due ore di macchina per arrivare a Zainabad, nel deserto, al resort “Desert Courses”,che consiglio a tutti.
Il proprietario, il Signor Dhnaraj, nipote del fondatore di Zainabad, una persona molto colta e gentile, ospitale all’inverosimile e dall’inglese perfetto. Mi ha fatto sentire non una turista ma un ospite molto speciale (ero l’unica ad alloggiare): con 40 Euro prenotando dall’Italia per mail, viene offerta una casetta arredata con gusto, la colazione, il pranzo, il thè pomeridiano con biscotti, la cena, la visita dei villaggi rabari (la cui particolarità è l’abito bianco col turbante per gli uomini e le donne tatuate), la visita di un orfanotrofio e l’escursione dalle 16.30 alle 19.30 nel Little Rann Sanctuary per ammirare gli unici asini asiatici rimasti (e state sicuri che li vedrete a costo di girare tutta la penisola)…. Naturalmente non mancava l’avventura con la jeep senza il vetro davanti a fari spenti nella notte; i racconti dei serpenti velenosi di Zainabad con un black-out in atto…ma la visione del cielo non ha aveva paragoni !
Dimenticavo: Desert Courses è un eco-villaggio: è costruito con la cacca di mucca e potrete ammirare le donne intente ad abbellirlo con lustrini e foglie verdi…. Che profumino !!!
4 ottobre 2010
Grazie all’aiuto del Signor Dhnaraj, la strada per arrivare a Bhuj non risulta essere poi così difficile: ci consiglia di risalire verso Patan e prendere la nuova autostrada (più veloce e sicura) diretta per Bhuj, in 7 ore arriviamo a destino.
L’alloggio è all’Hotel Gangaraam, 500 RS N/C doppia senza tasse, con internet gratis.
L’ufficio della polizia per richiedere il permesso per visitare i villaggi tribali chiude alle 14:00 e riapre alle 16:00; arriviamo alle 13.45 ma ci dicono di ritornare, quindi alle 15.50 siamo nel loro ufficio e dopo un’ora abbiamo il permesso gratuito in mano, che anche Abra deve avere (serve una copia del passaporto e una del visto).
Bhuj sicuramente merita una visita; nel lago si possono vedere le donne fare il bucato ed i fedeli pregare, mentre il Prag Mahal e l’Aina Mahal (10Rs) sono abbastanza decadenti a causa del terremoto del 2001, ma la collezione di lampadari all’interno dell’Aina Mahal è da vedere. La cena al Noorani Mahal supera ogni aspettativa: ci tornerò anche il giorno dopo insieme ad Abra.
5 ottobre 2010
Oggi visita dei villaggi al confine con il Pakistan. Sicuramente partire di mattina è stato sbagliato, i villaggi da visitare sono 5-6 (i permessi vanno richiesti solo per Khadva, Ludia, Dhrobana-Kalo Dungar, Dhordo), in 3-4 ore si visitano, quindi consiglio di partire dopo pranzo in modo da lasciare per ultimo Kalo Dungar per vedere il tramonto.
I villaggi si possono visitare solo se il capo tribù si trova in quel momento sul posto e ti scorta fino alle loro case, altrimenti non si ha accesso.
Sostanzialmente la visita consiste nel vedere le loro poche case, fare foto ma soprattutto comprare: cornici, vestiti, bambole, collane, copriletti, borse…. Un po’ di tutto…. Naturalmente fatte da loro !
Vi consiglio di portare qualche penna, sapone o frutta, i bambini ve li chiederanno, e trattate…tanto!
Io in tutti i villaggi che ho visitato ho comprato qualcosa, anche solo una bambolina, ma mi sembrava un bel gesto; lavorano solo nei mesi invernali con il poco turismo, certo, hanno belle case e molto curate, ma essendo in mezzo al deserto i frutti della terra sono pochi e quindi hanno poche risorse con cui vivere.
Naturalmente tappa finale a Kalo Dungar che è l’ultimo villaggio prima del confine con il Pakistan per ammirare il tramonto, sono anche stata invitata a partecipare ad una puja, la loro preghiera, è forse il ricordo più sereno che ho di questo viaggio: è stata una cosa molto particolare.
6 ottobre 2010
Oggi 6 ore e ½ di macchina per arrivare a Jamnagar, Alloggio all’Hotel Ashiana, 450 Rs camera doppia no A/C, (anche se nella stanza no A/C c’è sempre il ventilatore al soffitto), ad ottobre fa ancora molto caldo, ci sono 40 gradi stabili, inoltre è molto umido: lavavo i vestiti in camera ma non si asciugavano !
In questa cittadina ho visitato il “Shantinath Mandir”, un bellissimo templio gianista tutto colorato dove sono riuscita a “corrompere” il custode ed entrare nel primo pomeriggio, invece nel “Adinath Temple” ho dovuto attendere l’apertura delle 5 del pomeriggio, naturalmente in tutti i templi giainisti, si entra scalzi ed è vietato fare foto ed introdurre cibo ed acqua.
Sono stata al “Bala Hanuman Temple”, famoso per essere entrato nel Guiness del primati: recitano sempre la stessa canzone, tutto il giorno, tutti i giorni da anni e anni.
Il Ranaml Lake ed il Lakhota Palace non li ho trovati nulla di che, oltre alla sporcizia e alla puzza, il palazzo si presenta molto malmesso ed in fase di ristrutturazione.
Durante la passeggiata ho incrociato una parata religiosa dove il santone, che sedeva in un carro e tutta la gente gli portava degli omaggi, parlava al cellulare.
…..Si, sono strani questi indiani.
7 ottobre 2010
Dwarka è una cittadina piccola ma splendida, piena di pellegrini e santoni, ho alloggiato all’ Hotel Meera, 500 Rs camera doppia no A/C, ho visitato il Dwarkanath Temple, un bellissimo templio dedicato a Krishna che si affaccia nei ghat fino ad arrivare al faro.
Nel pomeriggio vedo il Rukmini Temple, templio dedicato alla moglie di Krishna e il Nageshwar Mandir, un templio con una imponente statua di Shiva alta circa 20 metri.
Abra mi porta ad Okha, a 30 km da Dwarka per prendere il traghetto per andare nell’isola di Bet, dove ci sono dei templi dedicati a Visnu e krishna, l’isola non è nulla di particolare ma l’esperienza nel traghetto è stata inverosimile.
Alla sera mangio divinamente al Sharanam.
In questa cittadina, per la prima e unica volta nel Gujarat, sarà forse per i molti pellegrini che vi si trovano qui, sono stata un po’ oppressa dalle richieste di elemosina.
8 Ottobre 2010
Partenza presto per un’escursione a Portbandar per vedere la casa di Gandhi, l’entrata è gratuita ma anche qui niente foto, la casa è a 3 piani ed è spoglia: c’è solo una svatisca nel punto dove la madre ha partorito il Mahatma.
Quindi pernotto a Junagadh al Relief Hotel, 500 Rs doppia no A/C, dove un gentilissimo proprietario mi consiglia il Santoor Restaurant. Nel tardo pomeriggio visito l’Uperkot Fort, ed essendo venerdì entro gratis, vedo la Jama Masijd e la tomba di Nuri Shah; tralascio le grotte buddiste perchè non mi sembrano interessanti. Intanto faccio qualche foto alla montagna (Girnar Hill) che il giorno dopo decido di scalare.
9 Ottobre 2010
Sveglia alle 6:15, arrivo ai piedi di Girnar Hill alle 7:00, davanti a me 10.000 scalini, prima tappa a 4.000 scalini con il primo agglomerato di templi scavati nella roccia.
L’afa è incredibile, man mano che si sale la veduta è sempre più spettacolare; è pieno di pellegrini, e per i turisti stranieri ci sono poche bancarelle per poter acquistare anche solo una bottiglia d’acqua. Arrivo ai 4.000 scalini sfinita e decido di fermarmi dopo aver ammirato i bellissimi templi.
Volendo ci sono anche i dholi, delle sedie sorrette da uomini che per circa 20-25 Euro ti portano fino in cima e volendo ti riportano anche giù.
Nel pomeriggio riparto con destinazione Diu, Abra fa una piccola deviazione verso Somnath, per farmi vedere il bellissimo templio che sicuramente merita una visita, attenzione, all’interno non si può portare nulla.
10 Ottobre 2010
La notte trascorsa a Diu è stata travagliata: il sole, l’afa, la sfaticata di Girnar Hill, la stanchezza del viaggio si fanno sentire e sto male. Avrei dovuto fare tutto con più calma, ma il tempo stringe e ho una tabella di marcia da rispettare, decido però di prendermi due giorni di riposo.
Cerchiamo senza risultato il residence “Heranca Goesa”, quindi per 900 Rs no A/C alloggio all’ Hotel Gangasagar, finalmente un hotel pulito e con una bellissima vista su “Nagoa Beach”, la spiaggia per eccellenza di Diu.
Dell’hotel però non mi è piaciuto il fatto che ho dovuto pagare le due notti in anticipo; ho chiesto il perchè e mi hanno detto: camera vista, camera piaciuta ! Ma se qualcosa non andasse bene o semplicemente volessi andarmene prima ? Hanno detto che anche i francesi che avevano la camera vicino alla mia avevano pagato la settimana tutta in anticipo.
Ad ogni modo lo sconsiglierei alle donne che viaggiano sole, era pieno di indiani ubriachi che non sanno bere. Ovunque mi trovassi, anche in terrazza, mi sentivo gli occhi addosso di questi personaggi che erano nel ristorante al piano di sotto.
Dimenticavo: in tutto il Gujarat ci sono leggi proibizioniste a causa delle varie religioni che vi si trovano, infatti è divieto bere alcolici, solo a Diu è permesso.
Diu è una cittadina turistica e molto carina, c’è un minimo di comfort rispetto al resto delle cittadine che ho visitato.
11 Ottobre 2010
Dopo la sfaticata di Girnar Hill decido di saltare i 6.000 scalini di Palitana ma comunque di fare una tappa nella cittadina (sbagliato!). In questa piccolissima cittadina con c’è nulla: un solo hotel, il “Shravak” 300 Rs no A/C ed un unico ristorante, se così si può chiamare: il “Jagruti”,che vivamente sconsiglio: sporcizia a parte, dieci minuti dopo il cibo ha fatto un effetto strano, infatti sono corsa in bagno, chissà cosa ho mangiato. Alla sera opto per delle banane.
12 ottobre 2010
Decido quindi di ripartire subito per Bhavnagar dato che il giorno dopo devo prendere l’aereo con destinazione Andra Pradesh.
Nel paese in questi giorni si tiene un importante festival di danza e musica: il Navatri. Tutte le strade sono addobbate a festa, piene di luci e di colore e le donne sono vestite con degli abiti bellissimi e sfarzosi.
Visito il “Takhteshwar Temple”, e ne approfitto per riposarmi all’ombra delle sue colonne dato che la tosse non mi da tregua; mangio un buonissimo thali, forse il migliore che abbia mai mangiato, al Rasoi Restaurant e decido di provare l’esperienza di andare in una farmacia indiana: praticamente un baldacchino con dei probabili medici dall’altra parte che in base ai sintomi che gli si dice ti danno delle medicine, o meglio delle pastiglie senza scatola ed istruzioni…. Ero dubbiosa nel prenderle, ma non avevo alternativa: mi hanno fatto bene e dopo qualche giorno la tosse è sparita.
13 Ottobre 2010
Saluto e ringrazio infinitamente il mio driver.
Volo con la Kinghfisher da Bhavnagar per Hyderabad con scalo a Mumbai.
Oggi è stato uno dei giorni più incredibili ed angoscianti del mio viaggio: volo cancellato. E nessuno, sia dei passeggeri che della compagnia aerea sanno dell’esistenza della carta dei diritti dei passeggeri anzi, di 40 passeggeri rimaniano in cinque per chiedere spiegazioni e alla fine da brava rompiscatole riesco a farmi pernottare un hotel, pasti pagati e biglietto fino a Hyderabad, sembra assurdo ora, ma in quei momenti lo vedevo impossibile. Ora da casa ho chiesto delle spiegazioni alla compagnia e stranamente mi stanno rispondendo.
La prima parte del mio viaggio termina qui, ora mi immergerò nella cultura dell’Andra Pradesh, visiterò Hyderabad e alloggerò a Vijayawada per conoscere l’associazione Onlus della quale sono sponsor e conoscere la bambina che ho adottato a distanza.
Tra bene e male l’esperienza è stata molto positiva ma quanta fatica !
Il Gujarat è una regione molto bella, molto calda, molto umida, zero turisti, io stessa mi sentivo trattata da ospite, i procacciatori di clienti sono inesistenti, mendicanti se ne vedono ma non chiedono l’elemosina, credo di aver visto la vera India.
Vera perchè a differenza del Rajastan, visitato due anni prima, dove un minimo di comfort o comunque un minimo di accoglienza per il turista c’è, nel Gujarat non c’è, e a parte i comfort (per comfort intendo anche solo avere l’acqua nel bagno della propria stanza), non curano i luoghi per i turisti e non fanno nulla per accoglierlo e attirarlo, questo non è bene, ed in determinate situazioni ci si sente impotenti davanti a questa grande democrazia che è l’India ma anche a quanto è contraddittoria e a quanto sia difficile per un occidentale viverci.
E poi chi l’ha detto che in India bisogna dare la mancia ? Noi stiamo abituando troppo bene gli indiani e se ne approfittano troppo, a me non l’hanno mai chiesta.
Ringrazio Bikaner, la guida per caso che mi ha dato il contatto del driver e mi ha aiutato durante l’organizzazione, senza di lui avrei fatto molta fatica ad organizzare il tutto e ringrazio tutte le persone che ho conosciuto durante il viaggio, che mi hanno fatto compagnia e mi hanno aiutato a cambiare il mio itinerario e a migliorarlo, e grazie al mio simpaticissimo driver, anche se non ci capivamo!