Marocco in moto 2
Prologo:
Questo viaggio è stato concepito diversi mesi prima, un po’ per caso. Si cercava una meta che fosse interessante dal punto di vista motociclistico ma anche turistico, non troppo lontana da essere irraggiungibile in circa due settimane ma nemmeno troppo a portata di mano…Dopo aver studiato alcune alternative, il Marocco continuava a essere la destinazione più intrigante, vuoi per il fatto di essere in un altro continente, vuoi che rappresentava quanto di più “esotico” potessimo architettare. L’idea, poi, di poterlo raggiungere e girare con la nostra boxerina, una BMW R1100S senza alcuna propensione al fuoristrada, creava un certo alone di sfida intorno al nostro progetto.
Domenica 31 luglio: da Tornavento (Va) a Roses (E) – km 865
Ore 06:10 partenza. Come previsto l’Italia se ne va in circa tre ore di autostrada e verso le 09:30 entriamo in territorio francese. I km che seguono sembrano interminabili su un’autoroute monotona e continuamente interrotta da pedaggi piuttosto costosi. Il ritmo delle soste è dettato dalla necessità di fare rifornimento ogni 200 km circa. Ci siamo imposti come primo traguardo di arrivare almeno in Spagna e nel tardo pomeriggio ci riusciamo.
Lunedì 01 agosto: da Roses a Granada – km 1032
Imboccata di buon’ora l’autopista, viaggiamo spediti verso sud rallentati solo dai rifornimenti, dai continui pedaggi e da un violento temporale. Alle 15:00 ci fermiamo in un’area di servizio per riposare e per dar fiato alla boxerina. Incontriamo Davide e Monica di Castelsangiovanni (Pc), anch’essi solitari e diretti verso il Marocco con una BMW R1100GS. Mettiamo sul tavolo, con uno spontaneo ed inaspettato feeling, i nostri programmi e trovandoli molto simili decidiamo di proseguire insieme il viaggio. A sera ormai inoltrata arriviamo cotti a Granada.
Martedì 02 agosto: da Granada a Melilla via Malaga – km 141
E’ ancora buio quando percorriamo le vie del centro di Granada diretti al porto di Malaga. Usciti dalla città, la strada diventa bella e panoramica, con aria fresca e frizzante. Copriamo i 120 km in circa un’ora e mezza. Abbiamo scelto di utilizzare il traghetto tra Malaga e Melilla nonostante sia la tratta più lunga per raggiungere Africa in quanto, sbarcando sulla costa mediterranea del Marocco, ci darà la possibilità di vedere una parte del paese che altrimenti non potremmo visitare se usassimo Tangeri come porto di andata e ritorno. Ci imbarchiamo poco dopo le 14:00 su un grosso ferry della linea spagnola Transmediterranea, unici turisti di tutta la nave. Dopo circa 7 ore sbarchiamo a Melilla, enclave spagnola in terra d’Africa. Sono le 21:40. Passeremo la notte in città. Fatto rifornimento troviamo due camere. Si fa fatica a credere di essere con la nostra boxerina in Africa ma la soddisfazione è grande…
Mercoledì 03 agosto: da Melilla a Fes – km 457
Alle 07:30 raggiungiamo il posto di frontiera di Beni Enzar alla periferia della città, avvolti da una folla strana ed incredibile che si accalca per entrare in Marocco. La stessa scena si presenta anche nella direzione opposta, dove povera gente vaga rovistando tra i rifiuti in cerca di cibo. Non c’è l’ombra di un europeo e abbiamo la sensazione che la presenza nostra e delle nostre moto fiammanti sia fuori luogo lì in mezzo… Dopo circa 40 minuti, varchiamo il confine. Ci dirigiamo subito verso sud in direzione Nador per poi piegare ad ovest verso Al Hoceima. Si viaggia bene, nonostante l’asfalto sembri vetro. Oltre Selouane scendiamo nuovamente verso sud lungo una bellissima strada piena di curve e saliscendi circondati da un’infinita pianura. A Guercif imbocchiamo la P1 verso Taza e quindi verso Fez. La temperatura sale rapidamente e, avvicinandoci a Fez, diventa torrida. Arriviamo verso le 14:00 trovando alloggio e ricoverando le moto così roventi da far fatica a toccare freno e frizione. Verso le 16:30 prendiamo il primo contatto con una delle medine più belle e caratteristiche di tutto il Marocco. Oltrepassando una delle tante porte di accesso si entra in uno straordinario labirinto di vicoli confusi da mille colori ed odori. Il quartiere dei conciatori è un affascinante squarcio su un artigianato di rara bellezza. Non potevamo attenderci un benvenuto migliore dalla nostra prima città imperiale.
Giovedì 04 agosto: da Fes a Er Rachidia – km 442
Dopo un’abbondante colazione lasciamo la città diretti verso Meknes, la seconda città imperiale del nostro viaggio. Anziché la via più diretta (e facile) preferiamo seguirne una più panoramica (e difficile) con l’intento di arrivare a destinazione attraverso Moulay Idriss e le rovine romane di Volubilis. La strada è bellissima, tortuosa e tra panorami mozzafiato con alcuni km di sterrato. Dopo una sosta tra i resti dell’antica città romana, oppressi da un’afa soffocante, ci dirigiamo a Meknes. Qui siamo costretti, per questioni di tempo, ad un fugace passaggio tra le mura fortificate e ad una brevissima occhiata alla piazza El Hedine antistante la porta El Mansour, una delle più belle del Marocco. Proseguiamo quindi per El Haieb e successivamente per Azrou. La strada è sempre bellissima ed i paesaggi mutano in continuazione. Attraversiamo l’ombrosa e verdissima foresta di cedri di Ifrane, abitata da curiosi macachi, incantevole intermezzo tra valli brulle ed assolate. Continuiamo poi verso Midelt, dove ci concediamo una breve sosta, per poi giungere in serata ad Er Rachidia tra pianure, oasi e canyon della spettacolare valle dello Ziz.
Venerdi 05 agosto: da Er Rachidia a Merzouga – km 170
Ci dirigiamo verso sud-est in direzione del confine con l’Algeria. Meritano una deviazione le sorgenti blu di Meski, dove lo Ziz emerge dal sottosuolo in una bellissima oasi. Ci fermiamo ad Erfoud per riprenderci, mangiare ma soprattutto bere qualcosa. Il caldo è terribile. Arriviamo a Rissani accolti da una magnifica porta all’ingresso della città e scorgiamo all’orizzonte le prime dune rosa dell’Erg Chebbi sahariano. Siamo a Merzouga nel tardo pomeriggio, letteralmente cotti. Il deserto è magnetico e ne siamo immediatamente attratti. Lasciati i bagagli nelle camere del Tombouctou, ci avviamo a piedi percorrendo le poche decine di metri che ci dividono dalle dune. Camminiamo scalzi appena la sabbia finissima inizia a scorrere sotto di noi. La sensazione è straordinaria e sentiamo che, se anche il nostro viaggio finisse ora, sarebbe comunque valsa la pena aver percorso tutta la strada fatta per arrivare fin qui. L’atmosfera è magica e capiamo già che sarà difficile affrontare il momento di ripartire …
Sabato 06 agosto: Merzouga
Ci alziamo alle 04:45 e ci avviamo a piedi incontro al deserto per gustarci lo spettacolo dell’alba. Più tardi noleggiamo un fuoristrada e vaghiamo su piste appena accennate tra villaggi abitati da etnie particolari, spettrali costruzioni risalenti ai tempi della leggendaria Legione Straniera, piccoli agglomerati di case ed improvvise oasi rese fertili da sorgenti cristalline. Stupendi ovunque i contrasti di colore che spaziano dal nero della superficie vulcanica di alcune parti dell’Erg alle mille sfumature pastello delle dune, al cielo azzurrissimo, al verde delle oasi. Il deserto ci regala anche lo spettacolo di una tempesta di sabbia che si leva a rendere magico il paesaggio, coprendo ogni cosa con una nebbia ed una polvere rosa trasportate da un impetuoso vento caldo (comprese le nostre moto…).
Domenica 07 agosto: da Merzouga a Ouarzazate – km 462
E’ triste lasciarsi alle spalle il Tombouctou con le sue rosse dune. Ritornati ad Erfoud prendiamo verso Tinejdat, attraversando la vasta zona occupata dal grande palmeto di Tafilalt. L’asfalto è spesso invaso dalla sabbia del deserto e si incontrano bizzarre formazioni rocciose biancastre, forse saline. Viaggiamo spediti fino a Tinehrir, da dove si sale alle gole del Todra lungo una strada cieca di circa 20 km. Raggiunta di nuovo Tinehrir, riprendiamo la via verso Boulmalne e da lì alle gole del Dades. La strada sale per oltre 30 km tra oasi verdissime e strane rocce che sembrano mani umane. Ritornati a Boulmalne prendiamo la irezione di Ouarzazate decisi a raggiungerla entro sera. La strada sembra infinita ed il sole sta tramontando. Troviamo una camera e ceniamo in un ristorantino romantico proprio di fronte alla casbah Taourirt tutta vestita di luci ed ombre.
Lunedì 08 agosto: da Ouarzazate a Marrakech – km 228
Usciamo da Ouarzazate verso nord-ovest. Prima tappa la casbah Tiffoltoute e successivamente, proseguendo verso Marrakech, la spettacolare casbah di Ait-Ben-Haddou che merita una visita. Mancano ancora 180 km a Marrakech, la maggior parte dei quali tra villaggi e passi di montagna che rallentano di molto l’andatura. Dopo essere stati colti da un temporale, valichiamo il passo Tiz-n-Tichka a 2.260 m/slm. Mentre riguadagnamo la pianura, temperatura ed umidità salgono rapidamente. Sembra di essere tornati nel deserto dopo il fresco delle montagne. Arriviamo a Marrakech e ci sistemiamo poco lontani dal centro. Il tempo di una doccia e si esce alla scoperta della città. E’ quasi il tramonto. La nostra meta è la piazza Jema-el-Fnaa, il luogo più suggestivo e caratteristico di tutta Marrakech. E’ il momento migliore per vivere la grande piazza, animata da gente, colori, suoni, luci ed odori di ogni genere provenienti da mille attività. E’ infatti possibile acquistare qualsiasi articolo sia di artigianato che altro, gustare infusi o succose spremute di arancia, mangiare specialità locali cotte al momento o, per chi conosce la lingua, ascoltare i racconti in bilico tra fantasia e realtà dei vari cantastorie. Ceniamo nella terrazza di un ristorante affacciato sulla piazza, godendoci prima lo spettacolo dall’alto per poi tuffarci nel casino e vagare senza una vera e propria meta facendoci assorbire dal fascino della notte. Vorremmo non doverci allontanare mai…
Martedì 09 agosto: da Marrakech a Essaouira – km 174
Dedichiamo la mattinata alla visita dei souk. La piazza Jema-el-Fnaa è semivuota, abitata solo da pochi turisti, da carretti stracarichi trainati da cavallini o asinelli e da qualche personaggio che intrattiene i curiosi manipolando serpenti vari. E’ circa mezzogiorno quando partiamo in direzione della costa atlantica. La strada, che passa da Chichaoua, è decisamente più scorrevole di quella di ieri e ritroviamo i lunghi rettilinei che attraversano sconfinate pianure. Raggiungiamo Essaouira, bella città turistica e vivace con la sua spiaggia sconfinata, le antiche torri di guardia, il porto e i numerosi alberghi affacciati su una baia stupenda dominata da due isole. La gente qui è decisamente più insistente che nelle altre parti del paese, forse perché abituati alla presenza piuttosto massiccia dei turisti. Ci vengono immediatamente proposte da più parti economiche sistemazioni alternative agli hotel in appartamenti privati con anche box per le moto, ma ci ispirano poco… Troviamo infine alloggio in una fastosa ex-residenza privata trasformata in hotel. L’ambiente interno è stupefacente e riccamente arredato. Le stanze sono ampie, pulite ed accoglienti. Il pomeriggio ci permette qualche ora di relax sulla spiaggia. La temperatura è ottima, con un fresco venticello, e l’acqua dell’oceano è accettabile anche se non proprio caldissima. La parte vecchia della città offre vicoletti microscopici, negozi di ogni genere e piccoli ristoranti caratteristici. Di sera il porto e la grande spiaggia illuminata a giorno sono teatro di svariate attività.
Mercoledì 10 agosto: Essaouira
Giornata di relax in spiaggia sonnecchiando sdraiati al sole cocente, rinfrescati dall’onnipresente venticello. Ci voleva un po’ di riposo, senza pensieri, strada da percorrere, luoghi da visitare. La boxerina ci manca, ma anche lei si merita una pausa. La compagnia di Monica e Davide è veramente piacevole ma purtroppo oggi sarà l’ultimo giorno insieme, almeno qui in Marocco. Domattina noi partiremo verso nord lungo la costa avvicinandoci a Tangeri mentre loro resteranno qui ancora per qualche giorno a gustarsi il mare.
Giovedì 11 agosto: da Essaouira a Casablanca – km 349
Salutati i nostri compagni di viaggio, scegliamo di proseguire per Casablanca lungo l’itinerario interno sulla P8 più scorrevole e diretta rispetto alla strada costiera forse più bella e corta ma certamente più impegnativa. Il paesaggio è monotono, costituito in prevalenza da pianure coltivate, interrotto da paesini caratteristici dove in ognuno sembra essere giorno di mercato. Circa 20 km prima dello svincolo per Safi, ci imbattiamo in un’enorme fiera di bestiame affollata da tende, bancarelle e migliaia di persone intente alla compravendita di cavalli ed asini. La strada diventa ancora più noiosa. Arriviamo ad El-Jadida verso mezzogiorno. Lasciamo la moto in un parcheggio custodito e ci inoltriamo all’interno delle mura della bella fortezza portoghese affacciate sulla baia ed il porto. Dopo la tappa obbligata alla cisterna sotterranea ed uno spuntino, riprendiamo la via verso Casablanca. Altri 100 km tediosissimi e finalmente, alle 16:00, raggiungiamo la nostra meta. Troviamo una camera in un albergo semplice ed un po’ retro’ a due passi dalla città vecchia e dal porto. Lasciati i bagagli, ci avviamo a piedi alla vicina medina, affollata più che mai ma certo la meno caratteristica di tutte quelle già visitate. Nei micro-vicoli spiccano un po’ troppo evidenti i venditori di falsi articoli griffati, insistenti nei loro patetici tentativi di rifilarti maglie Lacoste, scarpe Nike o borse Prada. Quando sbuchiamo nella piazza delle Nazioni Unite è ormai il tramonto. Ceniamo in un fast food proprio nel centro città, dato che non si trova un locale tipico nemmeno a pagarlo.
Venerdi 12 agosto: Casablanca
Dopo una notte tribolata dai rumori della strada sottostante e dai richiami provenienti dai minareti, facciamo quattro passi nei dintorni fino all’ora di pranzo, quando, raggiunti gli amici che vivono in Italia e coi quali avevamo appuntamento, gustiamo ottimo cous-cous fatto in casa. Nel pomeriggio visitiamo l’enorme moschea di Hassan II, edificio di proporzioni ciclopiche costruito a sbalzo sul mare e dominato da un altissimo minareto (quasi 200 mt). Continuiamo poi a girovagare come piace a noi nei vicoli, nei viali e nelle piazze tra bei palazzi in stile art-decò o liberty e negozi e locali di ogni genere che fanno di Casablanca una città molto vicina al modello europeo. Ceniamo con buone “chawarma” di pollo (tipo kebab) in una piccola tavola calda affacciata sulle luci del centro.
Sabato 13 agosto: da Casablanca a Tangeri – km 386
Lasciamo Casablanca di buon’ora, diretti a nord. Stavolta scegliamo la “route cotiere” per poterci godere gli ultimi paesaggi. Passiamo Mohammedia ed arriviamo a Rabat. L’oceano è agitato. Prima tappa alla casbah Oudaia ed i suoi bastioni costieri per poi proseguire nella vicina Rue des Consuls, bella e caratteristica zona coperta della medina. Ripresa la boxerina ci portiamo al mausoleo di Mohammad V col minareto incompiuto di Hassan, e poi alla necropoli merinide di Cellah con i vicini resti della città romana di Sala Colonia resi ancor più suggestivi dalla presenza di grossi nidi di cicogne. Usciamo da Rabat a malincuore, rammaricati dal poco tempo rimasto, e continuiamo sulla strada costiera. Le continue interruzioni ed i rallentamenti causati dal traffico e dai posti di blocco della polizia ci fanno deviare dal percorso intrapreso. Seguiamo così l’autostrada A1 fino a Larache, per poi imboccare la Route Nationale verso Assilah con l’intento di fare tappa presso le rovine fenicie-romane di Lixus e rimanendone piuttosto delusi dallo stato di abbandono in cui versano. Il vento è sempre più fastidioso e fa sbandare in continuazione. Giunti ad Assilah non riusciamo a trovare una camera libera. Non ci resta che proseguire per altri 30 km ed arrivare alle porte di Tangeri.
Domenica 14 agosto – Mercoledì 17 agosto (da Tangeri a Tornavento via Genova):
lasciato l’htl facciamo un giro in moto per la città, senza una meta precisa. Alle 11:15 arriviamo al porto. Con un cambio da rapina trasformiamo gli ultimi dirham in euro ed entriamo. Il cruscotto della boxerina ci dice che abbiamo percorso dalla partenza 4622 km, 2594 dei quali in terra marocchina. Sbrighiamo le solite formalità doganali, tutto sommato piuttosto in fretta. Poco dopo veniamo informati del pesante ritardo che ha il nostro ferry. L’attesa è imbarazzante, senza più soldi locali da spendere ed un posto dove sedersi se non la sella della boxerina. Tutto intorno centinaia di marocchini accampati ovunque in attesa di tornare in Europa. Sistemo finalmente la moto nella stiva del ferry alle 19:30, con Paola che, salita a bordo più di un’ora prima, ha dovuto lottare per ottenere la cabina prenotata e farla pulire prima di occuparla. Si salpa alle 21:18 con oltre 6 ore di ritardo sull’orario previsto. La navigazione scorre lentamente con un mare piuttosto tranquillo che solo durante il secondo giorno si ingrossa un pò. Arriviamo nel porto di Genova il mattino del 17 alle 04:30 ora locale ma non ci fanno sbarcare fino alle 07:15. Voliamo subito in autostrada e copriamo gli ultimi 184 km in un paio d’ore. Il contakm si ferma ad un totale di 4806 km.
Ora che tutto è finito non ci resta altro che un intensoe malinconico ricordo.
Game over
Paola & Marco