“Somewhere over the rainbow there’s a land that I heard of once in a lullaby…”AUSTRALIA!
Partiamo alla volta dell’Outback; la vera Australia è rappresentata dal Red Centre, centinaia e centinaia di km in questo deserto rosso che ospita un’ altra icona fondamentale del Down Under: Uluru o meglio… Ayers Rock. Arriviamo con un volo Qantas da Sydney (ma da ora c’è la low cost Virgin Blue che opera questa tratta… Sicuramente conviene per risparmiare un po’!) e già mentre sorvoliamo questa zona d’ Australia, piano piano ci rendiamo conto di come cambia il paesaggio… Dalla verdeggiante Sydney al deserto rosso dove sorge all’improvviso questo imponente monolite, la cui vista lascia senza parole. A Yulara ci sono solo 5 resort dove si può alloggiare. Questa è sicuramente la parte più costosa del viaggio, scegliamo di alloggiare all’hotel “Outback Pioneer”, il più economico tra tutti e a mio avviso anche il più bello: le camere sono perfette e inoltre è la struttura dove vanno la sera tutti gli ospiti degli altri resort perchè c’è sempre un gruppo “stile country” che suona dal vivo, si canta, si balla e si può scegliere il tipo di carne da mangiare tra canguri, coccodrilli, emu e cucinarla da soli sul barbecue… Molto Aussie Style! C’è un’atmosfera molto friendly lì, si conosce tantissima gente e da lì abbiamo avuto una prima idea della disponibilità e dell’allegria che questo popolo offre a tutti… Questo è il vero segreto degli australiani! Piccolo consiglio per chi decide di andare ad Ayers Rock: di giorno solitamente fa molto caldo ma la sera, anche se si è in piena estate, c’è una fortissima escursione termica e la temperatura scende in picchiata… Sapevamo di questa particolarità ma quando abbiamo trovato le coperte di lana ai piedi del letto ci sembrava esagerato… Invece vi posso assicurare che sono utilissime! Questo è un consiglio che dò soprattutto a chi decide di campeggiare!
Piccola nota per chi visiterà Uluru: quando arriverete sotto al gigantesco monolite, incontrerete qualcuno che vi dirà di provare “l’ebbrezza” di scalare Ayers Rock… Ricordate che Uluru è una montagna sacra per gli aborigeni che sono i “padroni” di quei territori. Violare Uluru è una mancanza di rispetto verso le credenze degli aborigeni. Vi assicuro che non c’è bisogno di scalare Uluru per rimanere affascinati dal meraviglioso spettacolo che vi aspetta! Finalmente arriva il momento tanto atteso… Prenotiamo l’escursione “Uluru express”, la più economica ma anche la migliore in quanto è essenzialmente un transfer: la guida ci porta a vedere il panorama dei Monti Olgas che fanno parte del parco nazionale che comprende anche Uluru, nome aborigeno di Ayers Rock, per poi portarci a fare una passeggiata tra questi canyon completamente rossi con dei paesaggi mozzafiato… dopo questo ci porta finalmente a Uluru, facciamo un giro in pullman intorno al monolite e poi andiamo in un punto in cui si può ammirare uno dei tramonti più belli in assoluto… sono tutti lì a vedere se al calar del sole la roccia cambia colore come si dice… beh è veramente cosi… si passa da un arancione brillante ad un rosso fuoco intensissimo per poi sfumare pian piano al tramonto del sole…
Il giorno dopo si parte in aereo per Alice Springs, è solo una tappa perchè abbiamo scelto di attraversare l’Outback in un modo decisamente particolare… su uno dei treni più antichi e famosi,”The Ghan”, che attraversa ormai da un secolo tutta la parte centrale del continente, da Darwin ad Adelaide.. In aeroporto incontriamo un vecchietto che guidava un pullman che per pochi dollari ti porta in centro città… e se devi prendere il treno, come noi, ti permette di lasciare i bagagli nel suo ufficio e ti viene a riprendere per portarti alla stazione… tutto senza sovrapprezzo! Alice Springs è sicuramente il posto più strano che ho visto nella mia vita: una cittadina “in the middle of nowhere”, antica stazione del telegrafo che collegava Darwin ad Adelaide, raggiungibile da una strada asfaltata solo da poco più di 20 anni, oggi centro nevralgico e importantissimo del Red Centre. Sembra di stare in un mondo parallelo mentre si cammina per la via centrale, Todd Street… un paio di negozi, un bar, un ristorante, un’agenzia di viaggi, una galleria d’arte aborigena dove si possono acquistare i veri didgeridoo, un supermercato… tutto questo in un silenzio e in una quiete quasi surreale..
Prendiamo il treno al tramonto e ora ci aspettano 24 ore di viaggio per raggiungere Darwin con uno stop a Katherine, dove arriviamo verso le 9 del mattino. Decidiamo di prenotare l’escursione in barca al Nitmiluk National Park, meglio conosciuto come Katherine Gorge. Posto bellissimo, composto da 13 gole scavate dal Katherine River, chiuse da pareti rocciose non molto alte ma separate tra loro da una serie di rapide a picco sull’acqua… Ripartiamo alla volta di Darwin, la città più importante dello Stato del Northern Territory. E’ una città molto vivace e frequentata da giovani, sulla via principale ci sono la maggior parte degli ostelli e dei locali più frequentati e si respira un’atmosfera molto cosmopolita. Il nostro ostello è l’Elkes Backpackers, completamente immerso nel verde, molto spartano ma particolare… prezzo medio di una doppia circa 40-50 euro a notte. Lo staff dell’ostello ci prenota le escursioni ai 2 parchi più importante d’Australia: il Kakadu National Park e il Litchfield National Park. La prima tappa è lo straordinario Kakadu, a circa 3 ore da Darwin, parco enorme, più grande di tutto il Piemonte! Una vera e propria distesa immensa di foreste, siti archeologici, billabong infestati di coccodrilli e cascate spettacolari… Prenotiamo con i ragazzi di “Kakadu dreams” specializzati in escursioni solo per ragazzi fino ai 35 anni, e la nostra 2 giorni nel parco prevede anche una notte in tenda, passata ad ammirare un cielo pieno di stelle che difficilmente si riesce a vedere nella vita… il secondo giorno lo trascorriamo alle cascate di Jim Jim Falls e Twin Falls che durante la stagione delle piogge sono impraticabili per i coccodrilli e le strade che si allagano… infatti solo con il 4×4 si può accedere e la scalata di 1 km arrampicandosi tra le rocce merita per vedere le favolose cascate di Jim Jim Falls…
La giornata a Litchfield è decisamente meno impegnativa e più rilassante grazie a dei magnifici bagni in mezzo alle cascate….la giornata inizia con un’ escursione in barca su un billabong per vedere i jumpin’ crocs… i coccodrilli che saltano dall’acqua per afferrare le bistecche che i ragazzi sulle barche attaccano alle canne da pesca per attirarli.. qui abbiamo la fortuna di vedere qualcosa di unico… un coccodrillo gigante chiamato “El Ginga”, nome derivante da una leggenda aborigena che vale la pena di leggere! Nell’antichità Ginga era un uomo. Un giorno, mentre era accampato lungo un billabong, gli prese fuoco la schiena e si gettò in acqua. Il fuoco e l’acqua hanno formato delle vesciche sul dorso e si trasformò in un coccodrillo gigante. Il suo largo muso è la caratteristica principale che distingue i coccodrilli marini da quelli di acqua dolce.
Finalmente un po’ di vero relax e si parte alla volta della più Grande Barriera Corallina del mondo. Arriviamo a Cairns con un volo Jetstar all’ alba così possiamo subito rilassarci al mare. Visitiamo prima il nostro ostello e sono convinta che sia stato il migliore tra tutti: Calypso Inn, economico, bellissimo, molto vivace, con un locale all’interno a bordo piscina dove ogni sera fanno musica dal vivo e con un servizio navetta che fino a notte porta i backpackers in centro città. Cairns è la classica cittadina di mare, con un lungomare molto ben curato ricco di palme e vegetazione, si possono fare lunghe camminate sulla Esplanade sbirciando tra i mille bar, locali e negozi che popolano questo viale. A Cairns non si può andare al mare a causa dei coccodrilli quindi se si vuole andare su una spiaggia meravigliosa, bisogna sicuramente prenotare un’ escursione alla vicina Green Island dove si può fare snorkeling insieme a moltissimi pesci diversi tra loro e si può stare al sole sdraiati su una spiaggia di sabbia bianca bellissima. Altra tappa da non perdere è al largo della Barriera Corallina, ci sono navi che portano i ragazzi al largo e si possono fare anche le immersioni, nuotare con le gigantesche tartarughe marine tra bellissimi e immensi coralli… basta entrare in uno dei tantissimi uffici turistici che si trovano sulla Esplanade di Cairns e trovare il programma più adatto ai propri gusti. Se si ha un po’ di tempo si può visitare la vicina spiaggia di Palm Cove, raggiungibile con gli autobus locali, oppure fare una gita nella foresta che domina la città alle spalle.
Dopo 2 giorni di relax ci dirigiamo alla volta di Airlie Beach, cittadina sul mare da cui partono le escursioni per visitare le Withsundays Island, 74 isole paradisiache, tutte diverse tra loro, considerate dei veri e propri parchi nazionali. Arriviamo dopo 11 ore di pullman Greyhound e ci rilassiamo subito andando sulla laguna “artificiale” che hanno costruito perchè anche Airlie Beach non è balneabile ma l’attesa di una bella spiaggia e di un mare fantastico è ben ripagata: partiamo in catamarano alla volta di Blue Pearl, isola rocciosa piena di coralli, e per l’incantevole WhiteHaven Beach… il nome è tutto un programma! Sabbia bianchissima come farina, acqua di un azzurro intensissimo… un vero paradiso!!!! Ad Airlie Beach abbiamo dormito al “Koala Backpackers”, più che un ostello, un albergo immerso nel verde con tanto di piscina all’aperto!
Siamo alla tappa finale..dopo 3 giorni di mare, spiaggia e giri in catamarano, partiamo in volo con Virgin Blue alla volta di Melbourne… la prima impressione che ho della città è di sorpresa. Arriviamo di sera e rimango incantata e affascinata dalle mille luci di Federation Square, dalla bellezza vittoriana di Flinders Station, dalla vivacità di una città che non dorme mai, considerata da tutti la seconda bellezza d’Australia ma sicuramente la più cosmopolita. Scegliamo un ostello perfetto per i nostri ultimi giorni, “Greenhouse Backpackers”, centralissimo (di fronte a Flinders Station, centro nevralgico della città), molto ben strutturato e curato: qui organizzano tantissimi eventi e offrono molti servizi utili ai viaggiatori… primi tra tutti il wi-fi o la connessione ai loro pc gratuita! Qui modernità e stile ottocentesco convivono insieme creando dei contrasti che riescono a colpirmi più di quelli visti a Sydney. Da CBD, il Central Business District, cuore finanziario della città, dove i grattacieli si confondono al tramonto con l’architettura vittoriana dell’Arts Centre e di Flinders Station, ai tramonti mozzafiato sulla baia di St Kilda, dove puoi sederti sul molo a guardare l’oceano con accanto un pinguino che ti tiene compagnia, dall’elegante e incantevole Southbank alla scatenata vita notturna di Chapel Street, dall’effervescente Lygon Street, la Little Italy Melbourniana, alla caotica Chinatown… Se capitate da queste parti non mancate assolutamente un giro al Queen Victoria Market, perfetto per comprare qualche regalino o semplicemente per degustare prodotti tipici!
Non poteva mancare un giro sulla Great Ocean Road, la più bella strada costiera d’ Australia dove si possono ammirare paesaggi a picco sull’oceano unici al mondo, surfisti che alle prime luci dell’alba sfidano le onde del Pacifico e soprattutto, per me, una delle meraviglie del mondo: i 12 Apostoli! E vi assicuro che quando vi ritroverete davanti a questo spettacolo rimarrete senza parole! E per finire sfidate il freddo “glaciale” di Phillip Island dove potrete assistere alla parata dei pinguini che in silenzio al tramonto risalgono dall’oceano verso le colline….
Potrei continuare per ore e raccontare cosa mi ha fatto innamorare di questo paese e soprattutto della città, Melbourne, che mi ha lasciato molto più dell’emozione di un viaggio e che mi ha spinto ad abbandonare, ad un certo punto, “il certo per l’incerto”… Ma questa è un’altra storia…