Finalmente mi sono decisa a condividere la nostra meravigliosa esperienza a Dubai e negli Emirati. Periodo: 06/01/2009 – 19/01/2009 2 notti Dubai + crociera negli Emirati. Eravamo 3 coppie. Voli British con scalo a Londra, in andata abbiamo avuto una giornata di tempo per vedere questa affascinante città, ma il freddo era veramente insopportabile; voli in orario, bagaglio perso al rientro perché il tempo dello scalo era troppo poco, ce l’hanno subito individuato e abbiamo aspettato l’arrivo col volo successivo. Unico problema: odore di frittata alle 5 di mattina in cabina, un incubo che ha portato conseguenze non (de)scrivibili! DUBAI per me era un sogno, appena ho avuto in mano le guide da poter studiare è stato come aver trovato un tesoro; ed in effetti è stato così! Hotel a Dubai: Arabian Courtyard, camere molto belle, posizione insuperabile, staff così così, ottima colazione (vale l’eventuale supplemento); avevo letto una recensione in cui si definiva la sua piscina ‘piccola e triste’. E’ vero, è piccola, ma di certo tuffarsi il 9 gennaio non è per niente triste! L’hotel comunque è indicato a chi, come noi, voleva fare il turista scopritore e non la lucertola da spiaggia; di certo un ottimo rapporto qualità-prezzo. Ah, non fatevi dare l’ultimo piano, oppure restate in ascolto se siete sotto i condizionatori, se è così fatevi cambiare stanza. L’hotel è situato proprio di fronte al Dubai Museum, vale la pena visitarlo, anche solo per un’ora, ci sono magnifici diorami sulla vita passata a Dubai; per chi avesse tempo ci sono interessanti letture, in inglese. Alcune cose da sapere su Dubai: – i taxi costano molto meno che da noi, i tassisti sono precisi e farsi chiamare un taxi dall’hotel non costa niente; se siete solo donne, fate chiamare il ladies’ taxi, un taxi apposta per sole signore o famiglie. Non che ci siano problemi, ma ho notato che alcuni tassisti sono a disagio ad avere solo donne in auto e tendono ad essere maleducati. – sono dell’idea che andare in un posto e non mangiare nei ristoranti locali sia da stupidi, per questo abbiamo mangiato in alcuni ristoranti in centro dove si mangia davvero bene, si spende poco, ma dove non vengono serviti alcolici. Se proprio non potete fare a meno di un bicchiere di vino/birra, dovrete chiudervi negli hotel. L’alternativa è un meraviglioso succo di frutta, credetemi un’esperienza sublime, sembra polpa di frutta, servito anche in più gusti, un’estasi dei sensi. Un nostro amico ha fatto notare che mangiare un piatto di carne col succo di mango non è proprio indicato. Vero. Ma non rinunciateci! – contrattazione: Dubai non è come l’Egitto, i commercianti sono quasi tutti indiani e per niente insistenti come gli arabi; magari ti chiamano dentro per vedere la loro roba, ma senza darti fastidio. L’arte della contrattazione è fondamentale, considerate almeno un 40-50% in meno di base, poi se siete bravi si può ancora calare. Nessuno di noi era molto bravo nel contrattare, anche perché i prezzi erano già molto buoni, ma ci abbiamo provato con successo. Ovviamente si può contrattare solo nei souq, nei negozi dei centri commerciali no. – da comprare: signore, lasciate un posto in valigia per le pashmine, elegantissime e colorate, costo 5-6 euro l’una le più belle; spezie, nel souk delle spezie, e pistacchi salati, un’altra meraviglia; oro e pietre, se ve ne intendete, noi non ci siamo avvicinati. Elettronica, prezzi molto buoni anche se magari non trovate sempre l’ultimo modello – sicurezza: e chi vi tocca??? Voi sarete di certo i più poveri nell’arco di diversi km, perciò potete pure vestirvi d’oro e versace! Abbiamo visto una sola macchina della polizia, ma per strada non noti una faccia sospetta ne’ alcuna situazione poco chiara; scordatevi i capannelli di arabi che si vedono qui in Italia, e andate in giro tranquilli. Sia donne che uomini. Un paradiso per noi italiani, che teniamo sempre un occhio davanti e cinque dietro! – temperatura: gradevole, la mattina un po’ di foschia, ma dalle 10 fino alle 15 si può prendere tranquillamente il sole, che poi verso le 16 cala; la sera una giacchetta per i freddolosi ci sta, i nostri uomini duri però sono sempre andati in giro in magliettina e infradito – traffico: la sera dalle 18.30 in poi in effetti Dubai si trasforma in una Milano da bere, cioè da evitare, ma durante la giornata non abbiamo notato un traffico sostenuto. Scordatevi di noleggiare la moto, non ne abbiamo vista mezza girare; tutte le macchine ovviamente sono a benzina, in media sui 4000 di cilindrata, le macchine più piccole che abbiamo visto sono tipo Passat, ma davanti al Mall of the Emirates potrete notare auto che sono probabilmente pezzi unici, tipo un Mercedes SL nero MAT! Da fare/vedere senza dubbio: il souq dell’oro, attaccato a quello delle spezie e dell’elettronica, non è caratteristico ma di certo non si vedono tutti i giorni cascate d’oro alla portata di tutti! Quello delle spezie invece è un po’ più folcloristico; quello dell’elettronica è una specie di bazar, ma se volete comprare qualcosa questi sono gli unici posti in cui venire, dimenticatevi i centri commerciali (vedi dopo) Ci siamo permessi un giro in elicottero, davvero un’esperienza magnifica, ci è costato circa 200 euro a persona , in 5, organizzato tramite la Arabian Horizons, che ha una sede a Roma perciò fate tutto in lingua italiana, pagando con bonifico bancario, sono stati molto precisi e cortesi. Il costo vale davvero la vista di The World, dell’Atlantis dall’alto, di The Palm e del Burj (che non può essere sorvolato ma ci si arriva molto vicino); un’esperienza da fare! Non vi spaventate della mezz’oretta di ‘preparazione’, nella quale vi indicano cosa fare in caso di caduta, ci ha un po’ scossi. Ah, cosa divertente: una dei due piloti è una donna, entrambi occidentali. Sempre con la Arabian Horizons abbiamo prenotato il safari nel deserto, spendendo intorno ai 45 euro a persona; in effetti credo che la soluzione migliore sarebbe stata con la Arabian Adventures, che costava circa 20 euro in più, ma ha un campo privato nel deserto. Il safari è stato molto bello, niente di pericoloso, il nostro autista andava davvero piano, perciò tutti possono farlo. Se davvero temete la macchina, non mettetevi in fondo alla jeep! Eravamo però in tantissimi, anche al campo finale dove ti fanno mangiare e dove non ho molto apprezzato che contassero, ad es., i dolci che ti davano. Forse la Arabian Adventures meritava la spesa in più! In ogni caso un’altra esperienza da fare, il deserto è sempre affascinante, e questo ha una sabbia rossa come l’argilla che non si vede spesso Un posto stupendo è il Souq Madinat Jumeirah, un souq vecchio stile ma completamente nuovo, con numerosi negozi, la maggior parte dei quali all’occidentale; non risparmierete niente acquistando qui, però il complesso è splendido, la vista che avrete sul Burj al Arab è strepitosa, così come la possibilità di fare un giro sulle barchette che solcano i corsi d’acqua; dello stesso complesso fanno parte anche alcuni alberghi da mille e una notte, noi li abbiamo visti solo da fuori ma credo che valgano una visita. Un sogno, NON PERDETELO! Mall of the Emirates: lasciate ogni speranza o voi che entrate! Ovvero: i negozi non sono niente di speciale, quelli di marca sono uguali ovunque, pure nei prezzi, quelli delle marche locali sono inavvicinabili per la bruttezza del venduto (siano scarpe, vestiario od oggettistica); scordatevi ‘la capitale dello shopping’. Come ho detto prima, chi si intende di oro, gioielli ed elettronica può comprare nei souq in centro, ma nei centri commerciali no. Abbiamo visto da fuori lo skidubai, in effetti quelli chiusi nel bozzo mi hanno fatto un po’ pena, pensavo alle nostre Dolomiti…. Quartiere di Bastakyia: molto bello, finto ma molto bello; sfortunatamente l’abbiamo visitato solo di sera, ma credo che di giorno sia bello proprio entrare nelle case, alcune adibite a mostra dei tempi che furono. Un posto paradisiaco è il Basta Art Cafè, all’ingresso del quartiere, dove ci siamo deliziate con un meraviglioso succo tri-gusti in un cortile pieno di stranieri, soprattutto anglofoni, e di alcuni bei mici. Crociera in abra lungo il creek: ci siamo arrivati all’ora del tramonto, che avevo letto essere l’ora migliore. Il traghettatore voleva estorcermi 200 dirham, ma io già sapevo che il giusto prezzo era 100 e non gliene ho dato uno in più; un consiglio: scegliete di fare un giro breve, che arrivi al max al Dubai National Bank Building, non andate oltre perché da vedere non c’è molto; interessanti sono i dhow in legno, le barche che partono alla volta dell’Iran, e le operazioni di carico-scarico delle merci, forse una delle poche vestigia dei tempi passati. La ciliegina sulla torta: cena al Burj al Arab, il mio sogno da tanti anni. Qui davvero non si entra se non hai qualcosa di prenotato, noi abbiamo optato per la cena, costo del menù degustazione circa 200,00 euro più bevande, ovviamente una bottiglia di vino in 6 ci è bastata!!! Si poteva però prenotare anche un drink allo skybar, costo mi sembra dai 60 agli 80 euro, se torniamo faremo così. Che dire? E’ come conoscere la regina Elisabetta: un’ icona. Io l’ho adorato, un’architettura spettacolare, un’emozione unica, ma a tutti gli altri è piaciuto di più l’Emirates ad Abu Dhabi. Però la soddisfazione di camminare su quella stradina che dalla terra ferma porta all’isolotto… la struttura è davvero spettacolare, da dovunque la si veda, stonano molto le scale mobili all’ingresso, un tocco davvero fuori posto; sono rimasta un po’ delusa perché avevo letto che l’accesso al ristorante è preceduto da una simulazione di sottomarino, che invece era rotto/spento/inesistente, non ho capito bene. Ogni tanto fa bene andare dove vanno i ricchi, perché ci si rende conto che, nonostante davvero il posto fosse bellissimo, alla fine è ‘un posto’! Un sogno diventato realtà, un’esperienza da raccontare. Andateci, anche il burj vale la spesa. Siamo andati anche al tanto famoso Atlantis the Palm per visitare l’acquario; posso dire niente di che, abituati ormai ad altre meraviglie, questo hotel sembra piuttosto banale. L’acquario non è niente di speciale, ambienti molto stretti e bui, a parte una bellissima ed enorme vasca, forse non vale i 20 euro spesi. Se avete tempo andate, altrimenti optate per altro. In ultimo, le spiagge: siamo stati a Park Jumeirah, spiaggia a pagamento (pochissimi dirham), con un bel parco, una spiaggia bianca stile Caraibi ma ahimè l’acqua in gennaio è proprio fredda; comunque Dubai può essere considerata una meta balneare. ABU DHABI: la compagnia di crociere vuole vendere l’escursione all’Emirates Palace ad un prezzo folle, oltre 110,00 euro, con la scusa che senza la prenotazione di qualcosa non si entra; in effetti avevo provato a prenotare un thè dall’Italia direttamente in hotel, ma mi avevano risposto picche. Però potevamo prenotare un pasto; io non l’ho fatto per paura di spendere molto, invece… siamo arrivati all’ingresso con tanto di guardie alte e grosse, che quando ci hanno viste hanno esclamato ‘senoritas italianas…’ e ci hanno fatto passare senza problema, e i nostri mariti lo stesso! Morale: non perdetevi l’Emirates, se proprio volete essere sicuri di entrare, prenotate un pranzo, i prezzi che abbiamo visto esposti nei vari ristoranti sono equi, e se anche spenderete 30-40 euro, credetemi li vale tutti e anche di più! Il palazzo è faraonico e gli interni altrettanto, si respira ricchezza ma sobrietà, è vero lo stile è arabo ma non di cattivo gusto, anzi. Carino anche il centro culturale di Abu Dhabi; i tassisti invece sono maleducati ed è difficile trattare, occhio perché dal porto arrivare in centro a piedi è davvero lunga, dovrete accettare i loro prezzi, trattate un po’ ma sono pronti a lasciarvi dove siete!
AL FUJAIRAH: ovvero gli Emirati come dovevano essere prima del petrolio; non siamo riusciti ad andare nel posto più bello, una spiaggia ad alcuni km dal porto, perché pioveva (si si, proprio così). Trovare qualcuno che parla inglese sarà difficile, ma vi capirete lo stesso
MUSCAT: ecco un posto dove spero di tornare e di stare due settimane: l’Oman. Siamo tutti restati colpiti dalla pulizia delle strade, dalle tante persone che parlano inglese benissimo, dalla gentilezza dei commercianti e dei tassisti; per quel poco che si può vedere in poche ore, Muscat è davvero affascinante, il souq, cuore pulsante della città, è raggiungibile a piedi dal porto, una breve passeggiata che vi consentirà di vedere un po’ di lungomare… si quei baldacchini da mille e una notte sono proprio le pensiline degli autobus! Il palazzo del Sultano, raggiungibile con una breve corsa in taxi, è stravagante ma da vedere, soprattutto per riflettere su quello che loro non hanno e hanno costruito, e quello che noi in Italia abbiamo e spesso lasciamo cadere in rovina: qui proprio non hanno niente, solo pietre su pietre, eppure in mezzo al nulla hanno costruito un palazzo dove potresti mangiare sui marciapiedi tanto sono lucidi (dubbio: quei bei marmi da dove verranno???), hanno creato aiuole che sono una gioia per gli occhi in mezzo al deserto, e ogni 20 gg cambiano i fiori perché non appassiscano. Il souq di Muscat è molto più bello di quelli di Dubai, più ‘vero’ e caratteristico; anche qui i commercianti – quasi tutti arabi – sono gentili e non insistenti. Ovviamente i prezzi per i turisti sono triplicati, ma qualcosa di carino, locale e a poco prezzo potete davvero trovarlo. Siamo capitati in un giorno di festa: bandiere ovunque, macchine interamente rivestite da adesivi con la bandiera locale, striscioni con bandiere che attraversavano le strade. Insomma abbiamo pensato ad una importantissima festa nazionale, ed invece??? La squadra di calcio dell’ Oman era arrivata alla finale del campionato mediorientale – cioè, non aveva vinto, ma era solo arrivata in finale. Abbiamo sorriso, ricordando all’ autista che i campioni del mondo siamo NOI, e quello ha alzato le spalle come se il nostro titolo non valesse niente. Per un istante ho avuto l’istinto di ucciderlo, poi ho ricordato che alla vigilia della finale del campionato del mondo ero a Roma, dove si vedeva una bandiera italiana ogni 100-150 finestre, e ho invidiato questo popolo, che pur avendo molto meno, apprezza ciò che ha! Trattate allo sfinimento coi tassisti, se uno abbandona la presa altri 10 sono pronti ad accontentarvi!
BAHARAIN: qui abbiamo fatto l’escursione della compagnia verso il circuito di Formula Uno, mio marito è grande patito ed il circuito è davvero bello, ma niente in confronto a quello che poi hanno aperto ad Abu Dhabi. Però ti portano in sala stampa e arrivi ad un passo dal podio, poi ti fanno fare un giro in Hummer, che male non fa. Essendo il circuito abbastanza lontano dal porto, si ha una panoramica della città, uno sviluppo ancora non esploso come Dubai o Abu Dhabi; si passa davanti ad un bell’ edificio che qualche settimana prima avevamo visto in un documentario sull’autosufficienza energetica: 3 pale ad energia eolica svettano in mezzo alle due torri, progettate dallo stesso architetto del Burj Al Arab. Al circuito si vedono anche alcuni progetti della Baharain che sarà, davvero futuristica; per ora non ci tornerei, forse tra 10-15 anni potrà essere una valida estensione da Dubai. Riassumendo… una meta di certo da visitare, soprattutto per chi è amante dell’architettura, del mondo arabo e/o del sole d’inverno. Il costo della vita in loco è davvero minimo; non fermatevi solo a Dubai, visitate anche Abu Dhabi a Sharjia, entrambe raggiungibili in macchina. 10-12 giorni penso sia un lasso di tempo adeguato. Io tornerei anche domani se potessi… e ho detto tutto!