Compleanno in Terra Santa
QUARTO GIORNO 02/01/2010 SANTO SEPOLCRO Alzati di buon mattino, la nostra meta era la basilica del Santo Sepolcro. Questo luogo ha attraversato i secoli fino a noi come triste testimonianza delle ultime ore di Gesù. La basilica è considerata dai cristiani il luogo del Golgota o Calvario,dove si dice che Gesù sia stato crocifisso, sia morto e risorto. La chiesa fu fatta costruire da Elena, madre dell’imperatore Costantino trecento anni dopo la morte di Cristo. Fu distrutta e ricostruita più volte. Ora la basilica si trova nel cuore della città,tuttavia bisogna considerare che 2000 anni fa questo luogo era una cava di pietre. Ripercorriamo queste stradine zeppe di negozietti e venditori di tutti i generi, donne che vendono verdure, bambini in vacanza che aiutano a sistemare souvenir e che in caso di difficoltà si offrono di accompagnarti al posto in cui sei diretto. MURO DEL PIANTO Arriviamo al Muro del Pianto. Ciò che maggiormente mi impressiona è l’altezza di questo muro. Fu costruito circa 2000 anni fa come muro di sostegno al tempio sovrastante. Durante i 400 anni di dominio Ottomano, durato fino al 1917, gli ebrei non potendo frequentare il tempio, si raccoglievano alla base di questo muro a pregare e piangere la perdita del loro luogo più sacro. Nel 1948 la città vecchia passò sotto il dominio giordano e con la guerra dei sei giorni (1967), gli ebrei riconquistarono la zona e per prima cosa rasero al suolo il quartiere arabo addossato al muro creando la piazza attuale. L’area prospiciente al muro funge da grande sinagoga all’aperto ed è divisa in due zone, una più piccola riservata alle donne ed una più grande per gli uomini. Ora questo posto è diventato il più importante santuario religioso del popolo ebraico. Oscillando sui talloni e muovendo il capo pregano ad alta voce con una serie di lamenti che ogni tanto interrompono per andare a baciare le pietre del muro. Proseguiamo per Il Monte Sion. IL CENACOLO Abbiamo provato un brivido a trovarci nel luogo in cui Gesù consumò l’ultima cena insieme ai dodici apostoli. In questa stanza Gesù istituì l’Eucarestia il giovedì santo e i discepoli ricevettero lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste e iniziarono a parlare in altre lingue. Siamo scesi la scaletta e ci siamo trovati nella piccola stanza con la tomba di Re David. TOMBA RE DAVID Costruita dai Crociati 2000 anni dopo la morte di Re David , è il luogo sacro più venerato dagli ebrei, dopo il Muro del Pianto. La stanza è cupa ed è suddivisa in aree destinate alle donne ed agli uomini. CHIESA DI MARIA o DELLA DORMIZIONE Sorge nel sito dove Maria Vergine morì o cadde nel sonno eterno. La parte superiore dell’abside è decorata con un mosaico dorato che raffigura Maria col Bambino. La cripta contiene una statua in pietra di Maria addormentata sul letto di morte. MONTE DEGLI ULIVI E CUPOLA DELL’ASCENSIONE Usciamo e prendiamo la via per il Monte degli Ulivi. Il sole è splendido, costeggiamo il cimitero ebraico e saliamo ad una zona molto vasta con la Cupola dell’Ascensione. Secondo l’Islam, sul pavimento compare l’ultima impronta di Gesù sulla terra, mentre i cristiani ritengono che racchiuda la pietra dalla quale Gesù sarebbe asceso al cielo. BASILICA DELL’AGONIA E ORTO DI GETSEMANI Questa chiesa di moderna fattura, presenta una facciata decorata da scintillanti mosaici dorati che raffigurano Gesù che assume su di sé le sofferenze del mondo. In precedenza su questo sito sorgeva una chiesa antica con all’interno nell’abside una pietra, tutt’ora esistente, dove si pensa che Gesù avesse pregato tutta la notte e sudato sangue. Intorno alla chiesa si estende l’Orto di Getsemani, dove si crede che Gesù sia stato arrestato. In questo orto si trovano alcuni degli ulivi più antichi del mondo. E’ stato accertato che tre di questi alberi risalgono a oltre duemila anni fa. Lì vicino sorge la chiesa greco-ortodossa di Santo Stefano TOMBA DELLA VERGINE Dopo la sua morte avvenuta verso la metà del primo secolo, si dice che Maria fosse stata sepolta in questo luogo dai discepoli. La cripta è illuminata da antiche lampade di ottone ed è pervasa da un’atmosfera satura di antichità millenaria. Ripresa la nostra auto ci avviamo verso Betlemme. BEETLEMME Il primo impatto nell’entrare in Betlemme è di tristezza. Un mostruoso muro divide gli israeliani dai palestinesi i quali, a nostro avviso, ci son sembrati molto gentili e non abbiamo avuto difficoltà ad entrare nel loro territorio. A prima vista sembra di entrare in un presepe, in quanto la struttura delle case, tutte squadrate e bianche danno questa impressione. BASILICA DELLA NATIVITA’ LA Basilica della Natività rappresenta un simbolo molto evocativo del luogo dove Gesù emise i suoi primi vagiti. Questa chiesa fu voluta dall’imperatore Costantino nel 326. I numerosi lavori di restauro nel corso dei secoli, hanno comportato la posa di un nuovo pavimento su quello a mosaico antico. Una parte di questo mosaico può essere intravista passando attraverso la porta dell’Umiltà, una porta molto bassa per impedire ai soldati di entrare in chiesa a cavallo. GROTTA DELLA NATIVITA’ Dalla Basilica scendiamo la scaletta che porta alla Grotta della Natività. La stella a quattordici punte segnala il punto preciso in cui si ritiene che sia nato Gesù. In un angolo della grotta si trova la Cappella della Mangiatoia che rappresenta la scena della Natività. Siamo rimasti per un po’ in solenne raccoglimento. Questo luogo non ci ha lasciati indifferenti. CAPPELLA DELLA GROTTA DEL LATTE Secondo un’antica tradizione la roccia bianca nella quale è scavata questa cappella aiuterebbe le donne nell’allattamento. La leggenda narra che durante la fuga in Egitto, Maria e Giuseppe si rifugiarono in questa grotta con Gesù Bambino e mentre lo stava allattando una goccia di latte cadde sul pavimento di roccia rossa di cui era costituito, facendolo diventare bianco come il latte. QUINTO GIORNO 03/01/2010 CUPOLA DELLA ROCCIA Alzati di buon mattino, la nostra meta è la cupola della Roccia, la moschea con la cupola d’oro. L’edificio che domina una grande spianata è di forma ottagonale con quattro porte che si aprono verso i punti cardinali. I muri esterni sono rivestiti da maioliche e scritte coraniche. La cupola sorge su una lastra di pietra e fu in questo punto che Abramo stava per sacrificare il proprio figlio. CITTADELLA DI DAVID Entrati dalla Porta di Giaffa ci si trova nella cittadella con la Torre di Re David e i resti di case dell’epoca. Sorta nel 1° secolo è stata riportata alla luce dopo numerosi scavi. Interessante il museo che ripercorre la storia di Gerusalemme.Lasciamo Gerusalemme, una città che non si può dimenticare. Siamo contenti. Sono stati giorni pieni di emozioni . MAR MORTO Percorriamo il deserto del Negev e tra spettacolari paesaggi troviamo ogni tanto piantagioni di palme, cammelli e beduini. Il Mar morto rappresenta il punto abitabile più basso della terra, trovandosi a più di 400 metri sotto il livello del mare. E’ alimentato prevalentemente dal fiume Giordano, ma non avendo emissari, l’afflusso di acqua è bilanciato dal notevole tasso di evaporazione, legato alla temperatura elevata. In questo modo si ha una concentrazione di sali di cloruro, potassio, magnesio e calcio da renderlo dieci volte più salato dell’oceano. Una volta era considerato il mare del diavolo, un luogo da evitare, dove anche gli uccelli non potevano vivere, ma ora è in grado di attirare frotte di turisti grazie alle sue proprietà curative. Ci siamo messi in costume ed abbiamo galleggiato per un po’ su queste acque a crogiolarsi al sole. E’ stata una esperienza unica e indimenticabile. MASADA: Arroccata su una montagna desertica che domina il Mar Morto, la fortezza di Masada, fatta costruire da Erode il Grande era una roccaforte di difesa. La storia dell’assedio che si svolse in questo luogo all’epoca del dominio romano è divenuta un simbolo dell’odierno stato di Israele. Collocata in uno scenario spettacolare, su un altopiano roccioso con pareti a strapiombo, vi si può arrivare a piedi attraverso il ripido e tortuoso Sentiero del Serpente, o come abbiamo fatto noi, mediante una comoda e moderna funivia. Arriviamo in serata ad Arad, piccola cittadina nel cuore del deserto con numerosi alberghi, ben tenuta e curata con aiole fiorite, dove abbiamo pernottato presso l’Inbar hotel. SESTO GIORNO 04/01/2010 MITZPE RAMON Il nostro viaggio riprende attraverso il deserto fino al Mitzpe Ramon, piccola ma suggestiva località del deserto, abbarbicata sul bordo dell’imponente cratere Maktesh Ramon. Intorno a questa spettacolare torre di guardia si può ammirare un incredibile panorama sul vasto territorio di aspro paesaggio circostante. Il Marketsh ramon, profondo 300 metri e largo 8 km. Ricorda fedelmente l’aspetto della superficie lunare. EILAT: Proseguendo attraverso il deserto raggiungiamo Eilat sulla costa del Mar Rosso. Eilat è una località balneare caratterizzata dalla presenza di torreggianti alberghi di lusso allineati lungo una laguna di barche dal fondo trasparente che solcano le acque costiere. Raggiungiamo il parco marino la cui principale attrattiva è costituita dal magico osservatorio interamente immerso a sei metri di profondità, dal cui interno si può ammirare la vita marina del mar Rosso e una torre alta ventitre metri dalla quale si può vedere la costa giordana e l’Egitto. Un ponte in legno ci consente di raggiungere la spiaggia situata all’inizio della barriera corallina da dove partono diversi itinerari subacqui e visitare il grande acquario. Pernottamento presso l’Eilat Youth Hostel dotato di camere molto confortevoli e di balcone, dal quale si può ammirare un incantevole panorama sul golfo. SETTIMO GIORNO 05/01/2010 PETRA: Alle sei e trenta del mattino, orario di apertura, siamo tra i primi ad arrivare alla frontiera con la Giordania. Lasciamo la nostra auto in parcheggio e dopo un severo controllo facciamo a piedi un piccolo tratto di strada- terra di nessuno-. Un taxi ci porta a Petra, un percorso di due ore attraverso il deserto. Il paesaggio è suggestivo, ma sembra non finire mai. Siamo ansiosi di arrivare e…. Finalmente ecco Petra, la città rosa. I cavalli sono pronti per portarci all’ingresso della città. Petra fu costruita nel III° secolo dai Nabatei che scavarono i palazzi, i templi, le tombe, i magazzini e i ricoveri per gli animali nei fianchi delle falesie rocciose. Tra i monumenti di maggior interesse, il primo che si incontra è il Tesoro che si apre davanti a te dopo aver percorso la stretta gola lunga più di un chilometro, nota col nome di Siq. La sua facciata scolpita con alte colonne modellate nella roccia, rappresenta il simbolo di Petra. E’ un incredibile capolavoro di scultura e luogo utilizzato anche come sfondo in alcuni film di Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Sullo stesso stile del Tesoro è rappresentato il Monastero. Di proporzioni più monumentali, fu costruito per ospitare una tomba e venne in epoca bizantina utilizzato come chiesa. Al monastero ci si arriva a piedi tramite un sentiero di 800 scalini scavato nella roccia, oppure per gli sfaticati, a dorso di cavallini che a tutta velocità, rasentando i precipizi, ti portano in un baleno alla sommità. Da non perdere il grande anfiteatro che poteva ospitare fino a 8000 spettatori, la strada colonnata e il tempio dei Leoni Alati. E’ l’ora del tramonto, i colori sono stupendi al calar del sole. Abbiamo camminato tanto, ma non ci decidiamo ad uscire da questa città magica. Rientriamo nel nostro confortevole Al-Anbat Hotel stanchi e felici….e mangiamo come lupi. OTTAVO GIORNO 06/01/2010 TEL AVIV Ore sette e trenta il taxi è puntuale come d’accordo e ci riporta alla frontiera. Superiamo i controlli, arriviamo alla nostra auto e altra breve sosta a Eilat. Ritiriamo i nostri bagagli depositati in hotel e riprendiamo il viaggio di ritorno all’aeroporto di Tel Aviv. Detta anche “collina di primavera” è una città moderna costruita nell’arco di un ventennio, con un bellissimo lungomare. Dopo un percorso di 1700 chilometri con la nostra “Clio” che ci ha portato in lungo e largo attraverso i luoghi più caratteristici e sacri di Israele siamo di nuovo pronti ad imbarcarci per far ritorno a casa. E’ stata senz’altro una esperienza nuova, carica di interesse, di emozioni e di storia che non dimenticherò facilmente. A questo punto devo solo ringraziare i miei due accompagnatori Tiziana e Giovanni che per diversi giorni mi hanno fatto da guida dandomi modo di gustare, oltre che i cibi orientali, anche la semplicità e la cortesia di quella gente. CON QUESTO VIAGGIO HO FESTEGGIATO ALLA GRANDE I MIEI SESSANT’ANNI.