Bosnia e Croazia in moto 2010

Piega dopo piega, due amici in giro per l'ex Yugoslavia
Scritto da: minuand
bosnia e croazia in moto 2010
Partenza il: 25/05/2010
Ritorno il: 30/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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BOSNIA E CROAZIA 25/05/2010 – 30/05/2010

Marco: Suzuki 400 Supermotard

Andrea: Yamaha FZ1 Fazer

L’inverno è la stagione che soffro di più. Giornate brevi, freddo, pioggia e…la moto ferma e coperta nel posto auto, se non per qualche sporadica gita di qualche ora nel week end!!!

Allora non resta che viaggiare con la mente e programmare le gite che si sogna di fare non appena la stagione volge al meglio.

Così nascono i miei viaggi in moto, e così è nato il progetto di visitare Sarajevo e la Dalmazia.

A dire il vero, tutto parte dal desiderio, ormai radicato da qualche tempo, di percorrere la costa dalmata in tutto il suo sviluppo. Tutti coloro che l’hanno fatto, l’hanno descritta come un percorso ideale da coprire in moto, con strade panoramiche, curve divertenti e ritmate e mare splendido.

E da qui nasce il mio viaggio: voglio arrivare a Dubrovnik viaggiando lungo la statale croata che costeggia la costa.

Comincio a studiare la carta stradale e il progetto comincia ad essere abbozzato. La strada, sulla carta, sembra perfetta per una gita di 4-5 giorni, ma non mi piace l’idea di un itinerario che si ripete in andata e in ritorno……allargo la visuale sulla carta……ed ecco l’illuminazione: vado giù per la Bosnia!!!!

Cerco su internet informazioni sulla Bosnia, leggo diari di viaggio e guardo fotografie di viaggiatori che l’hanno visitata, scopro il fascino che ha trasmesso loro Sarajevo, mi dico che non posso non vedere Mostar, il tragitto prende sempre più corpo e il mio entusiasmo si accende!!!

Leggo della storia della guerra degli anni 90, dell’assedio di Sarajevo, ritrovo sul mio tragitto nomi come Bihac che evocano telecronache belliche ancora fresche nella memoria.

Ma trovo anche testimonianze di viaggiatori che esaltano la determinazione di rinascita delle città bosniache, la voglia di un ritorno alla vita ed alla normalità per troppo tempo negate dalla crudeltà del conflitto.

Decido il percorso, lo illustro a mia moglie che, incinta della nostra seconda bimba (che spettacolo!!!), è inevitabilmente destinata a non partecipare e, con la sua approvazione (lo so, mia moglie è unica!!!), programmo il mio viaggio in solitaria.

Almeno così era all’epoca. Un mese circa prima della partenza, programmata a fine maggio, invece, decide di unirsi al viaggio uno dei miei più vecchi amici. E così sia !!! Due è meglio che one !!!

25/05/2010:

La moto è pronta, il bagaglio è caricato, il serbatoio è pieno, i documenti sono a posto.

Dopo lunghi mesi di studio, e dopo averlo sognato tante sere prima di addormentarmi, domani parto.

La notte prima di una partenza ha sempre un sapore particolare per me, è un misto di emozione e di timore, di impazienza e di tensione.

Rivedo nella mente i preparativi ed il percorso che mi aspetta.

Bacio la mia piccola Giada prima di metterla nel suo lettino, ma il bacio di stasera è più intenso ed emozionante di quelli dati tutte le sere precedenti. Mi mancherà. Anzi, già mi manca.

Daniela, mia moglie, la saluterò domani mattina prima di uscire, quando mi impartirà le raccomandazioni di rito. Mancherà anche lei a questo randagio.

26/05/2010:

Sveglio.

Sono le 06.30, tra un’ora parto con Marco.

Faccio colazione, e mi preparo, saluto Daniela e scendo.

Marco arriva puntuale, carico la sua borsa dentro uno dei miei bauletti laterali e siamo pronti. “Non ti vedo tanto entusiasta” mi dice. Non è l’entusiasmo che mi manca, ma soffro sempre la tensione alla partenza di un viaggio.

Si va !!!

Autostrada Udine – Trieste e via giù al confine di Pese, questo sarà l’unico tratto autostradale di questa 5 giorni, per fortuna!!!

Attraversiamo una parte di Slovenia, entriamo in Croazia, superiamo Fiume e alle 10.30 siamo a Senj, sulla costa.

Sosta caffè, la tensione si è sciolta in questi 150 km di trasferimento e adesso sono pronto a godermi il viaggio!

Messaggino alla famiglia per dare la mia posizione, poi si riparte in direzione nord, verso la dogana bosniaca e Bihac.

La strada comincia a salire, le curve si susseguono, la giornata è ideale per viaggiare, c’è un bel sole ma non fa troppo caldo.

A ora di pranzo siamo in Bosnia, a Bihac, abbiamo bisogno di fare rifornimento e ci fermiamo ad un distributore. Purtroppo hanno problemi alle pompe e ci chiedono di pazientare una decina di minuti.

La temperatura è un po’ salita, così prendiamo una Coca Cola dal frigo che c’è all’ingresso, si avvicina la ragazza del distributore e cominciamo a scambiare qualche chiacchiera. Arriva anche il suo collega, ed entrambi sono molto cortesi e cordiali.

Aspettiamo una ventina di minuti, poi decidiamo di andare a pranzo e di tornare più tardi per il pieno.

Marco mi ricorda che non abbiamo pagato la Coca, così entro per saldare il conto, e qui cominciano le sorprese della gente di Bosnia: “E’ offerta, è un mio onore” dice la ragazza. E pensare che alla partenza quello che mi destava maggiori perplessità era il timore della gente che avrei trovato qui!

Dopo pranzo ripartiamo alla volta di Sarajevo.

La strada è bella, corre in mezzo a colline e vallate verdi che si rincorrono in una danza di curve disegnate su un fondo più che buono.

Arriviamo a Jajce, che la guida descriveva come una cittadina piacevole.

Sarà che cominciamo a sentire la stanchezza, sarà che ormai sono già le 16.00 e che ci mancano ancora circa 150 km per arrivare a Sarajevo, ma non riusciamo ad apprezzare il posto, ci sembra vecchio, mal tenuto, e anche un po’ tetro. Beviamo un bicchiere di acqua e ripartiamo. Non prima di aver apprezzato per la seconda volta la disponibilità della gente: un ragazzo seduto al bar dove ci siamo fermati, ci mette in guardia sul parcheggio a rischio multa che abbiamo fatto.

Gli ultimi chilometri sono sempre i più faticosi, ma in fin dei conti non avrei giurato di arrivare a Sarajevo oggi !!! Ho tralasciato di dire che mentre io viaggio su una Yamaha Fazer 1000, Marco cavalca una Suzuki 400 supermotard!!! Eroico a spingersi fin qui in giornata!!!

Alle 18.30 circa guidiamo attraverso un lungo vialone diviso da uno spartitraffico centrale che ci porterà nel centro di Sarajevo: stiamo percorrendo il famoso Viale dei Cecchini.

Ai lati della strada, grandi palazzoni tipici delle periferie dei paesi ex-comunisti si stagliano verso l’alto, tutti grigi e tutti monotonamente uguali.

Li differenziano l’uno dall’altro solo i fori, ancora ben visibili, lasciati dai proiettili di diverso calibro sulle loro facciate.

Troviamo un albergo con adeguato ricovero per le moto vicino al centro della città, grazie alla disponibilità di un ragazzo del posto che risponde alla nostra richiesta di informazioni accompagnandoci di persona (e qui si esauriscono tutte le mie paure relative ai bosniaci).

Doccia veloce, cambio di vestiti e siamo in centro.

E’ un mercoledì, sono circa le 19.30 e ci sorprende una città molto viva e frequentata.

Percorriamo Ferhadija, via pedonale sulla quale si affacciano i tavolini dei caffè e che conduce all’antico quartiere turco Bascarsija.

Giunti a Bascarsija ci immergiamo in un’atmosfera particolare, un intreccio di viuzze dalla pavimentazione di pietra sulle quali si affacciano mille negozietti ricavati dentro a costruzioni di legno che si susseguono ininterrottamente.

Troviamo sulla nostra strada la splendida Moschea di Bascarsija, è il momento della preghiera all’interno, e fuori dall’ingresso principale sono depositate decine di paia di scarpe!

Arriviamo alla Piazza dei Piccioni dove vediamo la famosa fontana: il Sebilj.

Decidiamo di fermarci per cena in un locale nei pressi della moschea dove mangiamo i burek, che non sono poi questo granchè.

La giornata si conclude con un bel sonno ristoratore.

27/05/2010:

L’emozione e la stanchezza, ieri sera, mi hanno fatto dimenticare la macchina fotografica in albergo, quindi dedichiamo un paio d’ore della mattinata ad un ulteriore rapido giro della città vecchia, per gli scatti di rito.

Ripartiamo con destinazione Mostar e Medjugorie, ma prima abbiamo in programma una visita al Tunelj Museum (il museo del tunnel) nei pressi dell’aeroporto di Sarajevo.

Si tratta di un tunnel scavato dai bosniaci durante l’assedio della città, che serviva a mettere in comunicazione Sarajevo con il mondo, passando sotto le linee nemiche serbe. Attraverso questo scavo venivano trasferiti all’interno della città armi, medicinali e viveri, mentre in senso opposto venivano evacuati i feriti. Una tappa doverosa per rendersi conto ancora meglio di quello che è stato quel periodo buio di sofferenza per una città e un popolo che sono rimasti aggrappati alla vita con le unghie e con i denti.

Con un caldo che comincia a farsi sentire, verso mezzogiorno ripartiamo in direzione sud, prossima tappa Mostar, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

La strada si snoda lungo le montagne che racchiudono Sarajevo, fino ad affiancarsi al fiume Neretva che ci accompagnerà fino a Mostar, disegnando curve e paesaggi che in moto sono una vera goduria !!!

Sosta pranzo lungo la strada, e poi via !!!

L’arrivo a Mostar ci riserva un’accoglienza ancora una volta molto cordiale: parcheggiamo le moto fuori da un bar all’aperto, su invito dei ragazzi titolari del locale, i quali ci assicurano che le sorveglieranno loro. In segno di riconoscenza, consumiamo due birre e offriamo un giro agli ospiti. I quali si offrono di farci da “guardaroba” anche per giacche e caschi. Grazie mille !!! E via verso la città vecchia.

Mostar è una perla. Le due sponde del fiume, collegate dal celeberrimo Ponte, accolgono viuzze acciottolate e chiostri nascosti, negozietti e botteghe, e sono affollate di turisti di tutte le lingue e nazionalità.

Il Ponte è stato fedelmente ricostruito e offre viste e scorci deliziosi sulle due parti della città e sullo scorrere inesorabile della Neretva.

Appena oltre le stradine più caratteristiche, si scorgono gli scheletri dei vecchi palazzi, sulle cui pareti ancora sono evidenti le ferite della guerra che anche qui è stata particolarmente feroce.

Salutiamo dopo qualche altra chiacchiera i ragazzi del bar, e ripartiamo verso Medjugorie, dove arriviamo a metà pomeriggio.

Troviamo sistemazione in una casa privata (ce n’è in abbondanza) ad un prezzo più che vantaggioso (circa 20 euro a testa), e ci incamminiamo verso l’Abbazia.

Devo dire che sono poco “portato” per questi luoghi di pellegrinaggio, ma riconosco che l’atmosfera che si respira è molto particolare. Non so perché, sarà la presenza di tanta gente riunita in preghiera, ma l’aria è permeata di un gran senso di pace.

L’anfiteatro è enorme, l’altare è sistemato all’aperto, riparato da un enorme tendone bianco, tutt’intorno gente in silenzio…

Nel parco circostante le varie raffigurazioni delle tappe della via crucis, e uno spiazzo con un Cristo in bronzo che si è alzato dalla croce…e tanti fedeli che vanno a raccogliere dalla statua uno strano liquido che questa trasuda…

28/05/2010:

Immancabile caffè prima della partenza e poi via, verso Dubrovnik.

Le moto fin qui sono state impeccabili, le strade molto piacevoli e divertenti, e adesso facciamo rotta verso quello che era in origine il primo obbiettivo di questo viaggio: la costa croata !

Il confine di Metkovic arriva velocemente, tra una piega e l’altra, ed entriamo in Croazia.

Arriviamo sulla costa e siamo già di nuovo a dover varcare il confine bosniaco a Neum per attraversare quello stretto corridoio che gli accordi internazionali hanno concesso alla Bosnia Hercegovina quale unico sbocco sul mare.

Curva dopo curva, piega dopo piega, sorriso dopo sorriso di soddisfazione e goduria per il piacere della guida, arriviamo sul grande ponte che ci introduce a Dubrovnik.

Immancabile la sosta per le foto, veniamo avvicinati da un anziano croato che ci offre una sistemazione per la notte ad un prezzo conveniente. Quattro chiacchiere, due risate, ci lascia una cartina per raggiungere casa sua e proseguiamo verso la città vecchia.

Dubrovnik è un vero gioiellino sull’Adriatico.

La via principale con la sua pavimentazione di marmo bianco, i palazzi di chiara matrice veneziana, le viuzze che si irradiano lateralmente inerpicandosi in salita, i locali e i ristorantini con i loro tavolini sulle vie, le mura che abbracciano la cittadina e che la sorvegliano dall’alto con i loro bastioni ed i loro camminamenti, ti danno l’impressione di vivere in un’altra epoca.

Assaporiamo quest’aria particolare aggirandoci nelle viuzze, ammirando i palazzi impreziositi dai loro merletti e anche semplicemente accomodandoci in uno dei tanti locali all’aperto sul corso principale.

Percorriamo in tutto il loro sviluppo il percorso delle antiche mura, ammirando così “il gioiellino” dall’alto, poi ci perdiamo ancora tra i suoi vicoli prima di andare alla ricerca di quella camera che ci è stata offerta all’arrivo.

Dopo una bella doccia rinfrancante, torniamo nella città vecchia per farci una bella mangiata di pesce, berci un drink in riva al mare e fare un’ultima passeggiata prima di rientrare per il meritato riposo.

29/05/2010:

Il risveglio non ci riserva una bella sorpresa: piove a dirotto !!!

Facciamo colazione sulla terrazza coperta dei nostri ospiti e lo sguardo va alla strada che ci aspetta, e la situazione non è rassicurante. Non smette di piovere e in alcuni tratti l’asfalto è attraversati da rivoli di acqua che assomigliano a dei guadi…non certo l’ideale per viaggiare in moto…

Dopo circa un’ora sembra che il tempo si stia sistemando, così decidiamo di prepararci a partire. L’intenzione sarebbe quella di raggiungere Zara per l’ultimo pernottamento prima del rientro; carichiamo le moto, nel frattempo ha smesso di piovere e i pochi raggi di sole che bucano le nuvole stanno cominciando ad asciugare la strada.

Partiamo incrociando le dita.

Fortunatamente il tempo è clemente con noi, la strada si snoda lungo la costa in un continuo saliscendi, con curve piacevoli, asfalto buono, panorami incredibili !!!

Viaggiamo accompagnati da un mare di un blu intenso, tempestato di isole ed isolotti i cui colori variano dal verde rigoglioso al più brullo marrone.

Ci “beviamo” la strada tra una piega e l’altra (questo è il regno di Marco che con la sua supermotard se la gode alla grande), liberi dal traffico che d’estate tormenta queste strade, e dopo qualche sosta intermedia per rifornimenti e caffè arriviamo a Spalato, dove parcheggiamo proprio in centro (magia della moto !!!).

La città è molto bella, con un lungomare molto ampio dove si affacciano i tavolini dei locali della città vecchia, che è racchiusa dentro il famoso Palazzo di Diocleziano, antica residenza dell’imperatore romano.

Passeggiamo nel centro storico, ammirando i resti romani e concedendoci una pausa in uno dei tanti locali, per poi ripartire verso Zara.

La costa dalmata ci riserva ancora parecchio divertimento motociclistico, sarà così fino all’arrivo a Fiume domani, e lungo il tragitto ci fermiamo per una bevanda dissetante a Sebenico.

Nel tardo pomeriggio siamo a Zara, troviamo alloggio in una casa privata offertaci dal solito signore in attesa di turisti, e ci concediamo l’ultima cena del viaggio a base di pesce.

Concludiamo la serata con una passeggiata nel centro, dove troviamo un ambiente molto vivo e festaiolo, e festeggiamo con qualche birra (tanto stasera abbiamo lasciato le moto a riposare nel giardino della pensione) la buona riuscita del viaggio !

30/05/2010:

Siamo arrivati al termine.

Oggi giornata di puro trasferimento, da qui in poi solo il piacere di guidare lungo queste strade splendide per tornare a casa.

E così facciamo. Ci divertiamo per questi ultimi km fino a Fiume, da lì in poi ormai ci sentiamo quasi a casa. E per fortuna !!! A Fiume infatti, cominciamo a sentire le prime gocce sulla visiera del casco, le abbiamo temute per tutta la mattina scrutando quei nuvoloni neri all’orizzonte e sperando che si stessero allontanando, o almeno scaricando prima del nostro arrivo !!! Invece no, sembra quasi ci stessero aspettando…e così, su l’antipioggia e avanti, sotto un diluvio che dura solo una mezz’ora, ma che vale mezza giornata !!!

Vicino al confine tra Slovenia e Italia decidiamo di fermarci per pranzo in un posto che conosciamo, dove cucinano piatti di carne ottimi.

E con lo stomaco pieno, e le immagini di questo viaggio che si rincorrono nella mente, rientriamo a casa percorrendo gli ultimi chilometri in autostrada e ripensando a questi 5 favolosi giorni trascorsi in sella !!!

PS: alla fine del viaggio ho trasmesso a Marco la malattia: si è scoperto

appassionato mototurista !!!



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