Massimo e Florence in India e Nepal

Dopo una lunga preparazione durante i mesi invernali, con numerosi preventivi ricevuti per mail da agenzie locali indiane, decidiamo di partire con un viaggio organizzato...
Scritto da: drmassigreco
massimo e florence in india e nepal
Partenza il: 02/08/2010
Ritorno il: 18/02/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Dopo una lunga preparazione durante i mesi invernali, con numerosi preventivi ricevuti per mail da agenzie locali indiane, decidiamo di partire con un viaggio organizzato. Scegliamo di partire con il leader dei viaggi in India: I Viaggi dell’Elefante. Scelta notevole per un convinto organizzatore di viaggi in fai da te come me. A posteriori questa scelta si è rilevata giusta, sia per le condizioni igieniche che per la scarsa affidabilità dei mezzi di trasporto locali. Sicuramente, chi ha tanto tempo a disposizione può farlo e accettare ritardi inconcepibili per chi ha un limitato periodo di ferie. I preventivi delle agenzie indiane non mi hanno convinto e la loro affidabilità nei vari pareri riscontrati nel web non è assoluta. A fare pendere l’ago della bilancia è stata infine l’offerta dell’Agenzia Variant Viaggi di Catania diretta dal bravo Mario Carcò, che è riuscito a venirmi incontro veramente bene.

07/08/10 New Delihi Arrivo a Delihi con volo della Lufthanza in perfetto orario come da precisione teutonica. Siamo abbastanza stanchi e sprofondiamo nel letto del nostro bellissimo hotel il Taj Palace. Prima sorpresa, per entrare passiamo al sotto il metal detector e l’autobus viene controllato con gli specchi inferiormente. Il fuso orario non è eccessivo quindi riposiamo profondamente.

08/08/10 New Delihi Iniziamo la nostra avventura in India. Il caldo, associato a un fortissimo tasso di umidità, è soffocante e si suda copiosamente. L’autista del pulman è un sik con il caratteristico turbante blu. E’ prevista la visita al Forte Rosso che purtroppo è chiuso per dieci giorni a causa della Festa Nazionale. Ci accontentiamo di vedere dall’esterno le sue possenti mura in arenaria rossa. Come pure dall’esterno vediamo l’enorme Palazzo Presidenziale e l’Indian Gate, monumento di commemorazione dei caduti della I guerra mondiale. Adiamo quindi alla Moschea del Venerdì. Si entra come d’abitudine senza scarpe. E’ tutta in arenaria rossa con cupole in marmo bianco. Il cortile è enorme e il pavimento bollente ci si brucia i piedi. E’ tutta stile Moghul non ci sono parti coperte, ma un’ampia tettoia con tre nicchie di preghiera rivolte alla Mecca. All’uscita siamo assediati da una folla di venditori e mendicanti. La seconda età è il Tempio Sik. Per raggiungerlo attraversiamo il Quartiere Arabo in cui c’è il mercato. Quello che che mi impressiona profondamente sono le condizioni in cui è venduta la carne. Con il caldo afoso che c’è i tagli di carne sono a terra su dei teli di plastica e letteralmente coperti di mosche. Anche dall’autobus filtra un cattivo odore fortissimo. Mai viste tante mosche, che una nube nera che permea tutto il mercato, uomini cose ne sono letteralmente ricoperti. Arriviamo al tempio, come al solito si entra scalzi e a testa coperta. Esso è in marmo bianco con annessa la grande vasca per le abluzioni. I fedeli sono in preghiera attorno al libro sacro. Vediamo anche una folla riunita davanti alla sala dove si mangia. Nei tempio Sikh chiunque infatti può mangiare dalle dieci del mattino alle dieci di sera. Dopo il pranzo in albergo ci rechiamo al Parco Archeologico di Qutab Minar. E’ costituito dalle rovine di una enorme moschea dei tempi Moghul. Resta in piedi l’enorme portale d’accesso e un colonnato caratteristico costruito con colonne frutto del saccheggio di templi Indù. Alle colonne, poiché nell’Islam non si può rappresentare la figura umana, sono state asportate parzialmente le figure umane. Poi l’enorme minareto che è chiamato Torre della Vittoria. Anche qui all’uscita siamo assaltati dai soliti venditori. Mentre all’interno due esili donne in sari lavorano come manovali trasportando sulla testa grosse ceste cariche di pietre. Ultima tappa della giornata è il Mausoleo di Humayun. Tutto in arenaria rossa e marmo bianco assomiglia molto al Taj Mahal. Infatti gli artisti ne hanno preso spunto poiché la sua costruzione è anteriore a quella del Taj Mahal. Accanto all’edificio principale c’e il Padiglione per la sepoltura del Barbiere dell’imperatore. Poco più distante c’è il Mausoleo del Generale dell’Esercito dell’Imperatore. L’albergo è abbastanza distante dal centro e poiché è Domenica ed è tutto chiuso rientriamo. Intanto il gruppo si è cominciato ad affiatare. La compagnia è stata piacevolissima e ha contribuito senza dubbio a rendere più godibile il viaggio. Siamo in tutto diciassette compresa Bianca, la nostra accompagnatrice. Oltre a me e Florence ci sono: Pier Carlo e Clemi, Paolo il nostro fotografo ufficiale e la sua simpaticissima moglie Matilda, la coppia dei golfisti torinesi Pierangelo e Livia, i romani Giuseppe ed Alessandra, da Lodi Guido ed Cristina con il loro arzillo papà Antonio (che ha sopportato in maniera egregia le fatiche del viaggio), Paolo e Alberta in testa a tutti per gli acquisti e infine da Genova Antonio e Mirna. C’è stato un buon feeling e devo dire che mi sono trovato veramente bene con tutti.

09/08/10 Kathmandu Mattinata dedicata al trasferimento aereo in Nepal. Arrivati a Kathmandu dopo le lunghe formalità di sbarco ci rechiamo in Hotel. E’ già tardi e dopo la cena decidiamo di fare un giro al centro. Con grande sorpresa vediamo che manca completamente l’illuminazione pubblica nelle strade. L’unica luce è quella che proviene dai negozi e dai fari delle macchine e motorini. A terra è un misto di fango e immondizia. La confusione e il rumore dei clakson è assordante. Le moto ci sfrecciano pericolosamente vicino. Decidiamo quindi prudentemente di rientrare.

10/08/10 Kathmandu Patan Nella mattinata saliamo sulla collina per visitare il Monastero di Swayanbunath. Il monastero è molto grande. E’ detto anche Tempio delle Scimmie. La struttura è caratteristica: sopra la grande cupola bianca c’è lo stupa con gli occhi azzurri di Buddha. Ritorniamo nel centro storico di Kathmandu e ci immergiamo in questo mare di rumore e gente che è il centro della città. La confusione e il frastuono sono indescrivibili. Gli odori sono forti un misto di immondizia e incensi. Ma accanto a ciò l’insieme dei templi e delle case in legno sono di una bellezza unica. Per primo visitiamo il tempio dedicato a Shiva, tutto in legno. La storia narra che esso assieme alle case che lo circondano sia stato costruito con il legno proveniente da un solo albero. All’interno non si praticano più i riti sacri, è quindi divenuto un punto di ritrovo cittadino. Accanto ad esso un piccolo tempio dedicato sempre a Shiva con le pareti esterne tutte ricoperte in bronzo dorato. Vi è una quantità incredibile di piccioni, che vengono regolarmente nutriti dai fedeli che si prendono cura del tempio. Arriviamo poi alla piazza principale della città, la Piazza delle Udienze. E’ tutta circondata da templi in legno e vi si affaccia il vecchio Palazzo reale ormai non più residenza del re. Di guardia c’è un Gurka con la caratteristica uniforme dell’ottocento. Infine visitiamo il Palazzo della Kumary, la Dea vivente. Si tratta, in base alla religione Indù, dell’incarnazione vivente della Dea Taleju, protettrice della città. Si tratta di una bambina con tutti i requisiti fisici richiesti e scelta in base agli oroscopi tra numerose candidate possibili. Alla comparsa delle prime mestruazioni essa cessa il suo ruolo. Durante questo periodo è venerata dai fedeli come una vera e propria divinità. Il cortile del palazzo è tutto decorato con finestre scolpite in legno. La Kumary decide graziosamente di affacciarsi. E’ una bambina dall’aspetto triste di non più di quattro anni truccatissima. Dopo la solita pausa pranzo in albergo visita alla città di Patan un tempo separata da Kathmandu ma adesso unita ad essa. C’è sempre la solita confusione del traffico caotico. La Piazza delle udienze è spettacolare con i suoi templi e palazzi in legno. Visitiamo tre palazzi: il primo il più antico è chiuso per restauro, nel secondo all’interno decorazioni in legno con scene del Kamasutra. Il terzo invece è in ottimo stato in quanto restaurato dal governo austriaco. All’interno c’è un museo con numerose statue della divinità indù tra cui il trono decorato con il serpente a sette teste. Infine il Tempio d’oro dove è in corso una funzione religiosa.

11/08/10 Kathmandu Himalaya Bathakpur Siamo abbastanza emozionati perché oggi sorvoleremo l’Himalaya. Sveglia all’alba per andare all’aeroporto. Ci imbarchiamo su un piccolo aereo della Buddha Airlines e partiamo alla volta delle montagne. Siamo un po’ preoccupati perché il cielo è plumbeo, ma al di sopra delle nuvole il cielo è di un azzurro intenso. Il panorama è veramente emozionante. Culmine del giro è il sorvolo dell’Everest. Nel pomeriggio visita alla città di Bhaktapur, patrimonio dell’UNESCO. La città è semplicemente splendida. Inoltre non c’è quel fastidioso e caotico traffico veicolare. La visita quindi si può gustare a pieno senza paura di essere travolto dai motorini. E’ tutto un susseguirsi di templi in legno e in pietra splendidamente decorati. Caratteristiche sono le superbe finestre in legno scolpite tra cui quella del Pavone. Il Tempio nella prima piazza con scale molto ripide ai bordi del quale figure mitologiche in pietra e leoni. Infine la celeberrima Dubar Square. Mi aggiro estasiato in questa magnifica piazza con i suoi palazzi decorati. Da ricordare la famosa Porta in Bronzo del Palazzo Reale e il tempio in legno scolpito con scene del kamasutra. Sulla strada del ritorno inizia di nuovo a piovere. Visitiamo il grande santuario Buddhista con il suo enorme Stupa e gli occhi di Buddha. All’interno la scuola di pittura in cui gli artisti dipingono preziose miniature. In quelle rotonde c’è la rappresentazione cosmogonica Buddhista. Essi sono fatti a partire da disegni del Dalai Lama.

12/08/10 Kathmandu Varanasi Prima di andare all’aeroporto gita fuori programma in due centri rurali vicini a Kathmandu. Niente di particolare. Ci fermiamo a guardare la distesa delle risaie, poi ci fermiamo in una scuola a parlare con i bambini. Infine il frantoio, in cui si produce l’olio di senape. Arrivati a Varanasi visitiamo il Parco Archeologico di Sarnath e il Museo Archeologico. Si tratta del sito archeologico dove per la prima volta Buddha dopo la meditazione pronunciò il suo primo sermone. Esso è meta di pellegrinaggio da parte dei buddhisti. Nel vasto parco archeologico c’è un grande Stupa e le rovine di colonne, il cui capitello, che rappresenta quattro, leoni è custodito nel salone di entrata del Museo Archeologico. Inoltre è divenuto il simbolo dell’India ed è rappresentata su tutte le banconote. Nel Museo di rilievo c’è anche un enorme ombrello in pietra arenaria oltre alle più vecchie statue del Buddha esistenti (500 a.c.). La spiegazione della nostra guida sul significato delle cinque posizioni delle braccia del Buddha (benedizione, protezione, adorazione, donazione alla terra) è molto istruttiva. Lungo tutta la visita i venditori sono particolarmente insistenti e fastidiosi.

13/08/10 Varanasi Khajuraho Sveglia all’alba per la navigazione sul Gange. Lungo tutta la strada c’è una folla enorme di pellegrini vestiti in arancione. Essi si recano verso i vari gath (gradini degradanti sul fiume). Portano in spalla dei bastoni decorati con fiori variopinti a cui sono appesi dei recipienti che servono a riportare a casa le acque del fiume sacro. Qui i cattivi odori sono veramente forti e la sporcizia indescrivibile. C’è una folla di mendicanti fra cui lebbrosi, storpi e donne con bambini. Nonostante ciò l’atmosfera è permeata da un’intensa spiritualità. La barca avanza a fatica controcorrente nella penombra del mattino. L’acqua è una specie di fanchiglia grigio-marroncino. Per noi è carica di germi e sporca e quindi velenosa. Per gli Indù è fonte di vita e di resurrezione. Assistiamo ai riti di abluzione, lavaggio e immersione nelle acque del fiume sacro. Arriviamo al gath in cui si effettua la cremazione dei cadaveri. In lontananza vediamo una pira che consuma lentamente il corpo di un fedele. Gli addetti raccolgono le ceneri e parti incombuste del cadavere gettandole nel fiume. A pochi metri, alcuni lavandai di professione passano la giornata a lavare i panni. Galleggiano i resti della cremazione. Un contrasto che si può vedere solo in India… Partiamo in aereo per arrivare a Khajuraho. Visitiamo gli spettacolari templi su cui sono scolpite le celeberrime figure erotiche del kamasutra. Essi sono immersi nel verde e furono fatti costruire dalla dinastia dei Chandela. La sera assistiamo al deludente spettacolo di suoni e luci. Stramazziamo sfiniti nei nostri letti.

14/08/10 Khajuraho Orcha Agra Partenza in pulman per Orcha. Il viaggio in pulman è eccezionale. Assistiamo dall’alto dei nostri sedili allo stile di guida indiano. Innanzitutto si tratta di una sorta di ginkana tra le mucche sacre che fanno da spartitraffico nella strada (pare che si posizionino al centro delle strade per fruire della ventilazione fornita dai veicoli che le passano da vicino). I veicoli si affrontano faccia a faccia al centro della carreggiata (come due pistoleri in duello) per sfiorarsi all’ultimo secondo evitando la collisione. Il tutto condito dal continuo strombazzamento dei clakson. Arrivati ad Orcha visitiamo i due palazzi fatti costruire dal Raja Boundela uno per l’imperatore Moghul, l’altro come palazzo reale. Sono molto belli, ma sono in totale abbandono. Prendiamo quindi il treno per Agra per arrivare in serata.

15/08/10 Agra Oggi è festa nazionale come anniversario dell’Indipendenza. Ovunque vengono distribuite coccarde commemorative. Per prima andiamo a visitare il Taj-Mahal. Ci trasportano dentro con automobili elettriche. Le misure di sicurezza sono strettissime e ci sono tanti soldati armati per paura di attentati. Su questo monumento si sono versati fiumi di inchiostro, per descriverne la bellezza. Famosissima la definizione di Kipling : “l’incarnazione di tutte le cose pure”. Ebbene è tutto vero. Anche se sei preparato a vedere una tale bellezza, rimani comunque estasiato. Sicuramente è un’espressione del genio artistico e creativo umano che ha avuto una riuscita perfetta. Con gli occhi pieni di tale meraviglia visitiamo il vicino Forte Rosso. La cinta muraria in arenaria rossa è possente e i palazzi in marmo bianco all’interno bellissimi. Nel pomeriggio andiamo al Mausoleo di Akabar il Grande. Il monsone è in agguato e incomincia a piovere a dirotto. Decido di togliere le scarpe. Passeggiare sotto la pioggia scrosciante protetto dal mio imperniabile, a piedi nudi sull’arenaria ancora calda mi da una piacevolissima sensazione. Infine visitiamo il Itimad-Ud detto anche baby Taj-Mahal. E’ il mausoleo del Visir dell’imperatore. Si tratta di un capolavoro assoluto. Tutto in marmo bianco intarsiato è veramente magnifico. Al ritorno passeggiata nel Bazar della città vecchia. La solita cacofonia di rumori e colori. Purtroppo come al solito la sporcizia per le strade è terribile con fogne e discariche a cielo aperto. Il tutto si acuisce in corrispondenza di una baraccopoli in cui il degrado e la bruttezza è estrema. Siamo inseguiti dai soliti bambini che chiedono l’elemosina. Ci toccano dappertutto e sono particolarmente insistenti.

16/08/10 Fathepur Sikri Japur Partenza in auto per Fathepur Sikri. Si tratta della città fantasma fatta costruire da Akabar il Brande e poi abbandonata per la scarsezza d’acqua. Il complesso monumentale è enorme e un cortile si apre in un altro come in un gioco di scatole cinesi. Tutto è in arenaria rossa, di particolare rilevo la stanza con una enorme colonna centrale. Infine entriamo nella Moschea. Come al solito togliamo le scarpe. Il cortile è di proporzioni gigantesche e all’interno la tomba in marmo bianco di Salim Chiti. Riprendiamo il bus e ci fermiamo a Akabaneri per visitare il particolarissimo Pozzo-Palazzo. Si tratta di un’offerta alla popolazione del Maharaja locale per soddisfare i fabbisogni idrici del popolo. Ci sono delle enormi scalinate che scendono a picco sul pelo dell’acqua. L’effetto prospettico è comunque notevole e gli conferisce sicuramente una certa grandiosità. In serata arriviamo a Japur.

17/08/10 Japur Nella mattinata altro punto saliente del nostro viaggio. In groppa all’elefante saliamo fino al celebre Forte Amber. Durante la fila per salire sull’elefante i venditori sono particolarmente fastidiosi. Il nostro conduttore spinge al massimo l’animale per arrivare per primo. Chissà per quale premio guadagnare? All’interno del forte di particolare rilievo ed eleganza è il Padiglione degli specchi con la sua finissima architettura e le decorazioni. La discesa la facciamo invece in fuoristrada per fermarci a visitare il tempio Indù di Sri Tagat Sirananiji. Nel pomeriggio invece andiamo a visitare il City Palace. Di notevole interesse la sala delle udienze e le due enormi anfore in argento che sono probabilmente i manufatti in argento più grandi del mondo. Esse servivano al Maharaja per trasportare in Inghilterra l’acqua del Gange. Entriamo poi nel Cortile delle Quattro Stagioni con i portali decorati. Con mia somma contentezza si prosegue in risciò fino al bazar dove copriamo le spezie. Infine ci fermiamo in un centro commerciale per gli acquisti. Infine ci rechiamo a vedere la bellissima facciata del Palazzo dei Quattro Venti. La sera il saluto con la metà dei nostri piacevolissimi compagni di viaggio che non proseguono.

18/08/10 Udaipur Ranakpur Giornata molto pesante partenza in autobus per Udaipur. Il pulmino è ampio, ma la combinazione delle strade sconnesse e le sospensioni ci fanno arrivare veramente provati. Ci fermiamo per la visita di Chittogart. Per completare l’ambito dei mezzi di trasporto indiani prendiamo il tuc-tuc. Visitiamo quindi il Forte che è veramente enorme. La visita comunque è molto piacevole in quanto non ci sono molti turisti e di conseguenza senza venditori. Ci sono scimmie dappertutto, esilarante è la scimmia che toglie le pulci ad un maialino. Da ricordare le due torri: la Torre della vittoria e una normale. Ultima tappa ma forse la più bella di tutto il viaggio Ranakpur con il suo splendido Tempio Gianista veramente spettacolare. Ci aggiriamo stupefatti tra le sue colonne in marmo bianco. La sera ritorniamo in aereo a Delhi per partire in nottata. Nonostante l’ampio margine rischiamo di perdere il volo internazionale a causa di un ritardo di otto ore del volo interno. Questo quadro idilliaco non può comunque prescindere da quelli che sono i problemi dell’India o per lo meno agli occhi del viaggiatore occidentale. Soprattutto le condizioni igieniche sono veramente estreme. Praticamente non esiste, tranne a Delhi un servizio pubblico per la raccolta dei rifiuti e l’immondizia è dappertutto. Gli indiani buttano normalmente tutto a terra e le strade sono sporchissime. Ciò è aggravato dagli animali che pascolano tranquillamente dappertutto, lasciando ovviamente i loro escrementi. Ciò apporta un enorme numero di mosche che sono presenti veramente dappertutto e non finiscono di tormentarti. Spesso le fogne sono a cielo aperto e i liquami scorrono ai bordi delle strade. Praticamente impossibile (al di fuori delle mete turistiche) trovare un bagno pubblico praticabile. E’ questo quindi a mio giudizio l’unico neo di un viaggio bellissimo, con colori e immagini che ti colpiscono dal profondo. Come del resto la grande spiritualità e gentilezza degli indiani. Inoltre siamo stati fortunati a trovare dei compagno di viaggio cosi piacevoli.



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