Madrid e Lisbona…con sorpresa finale
Siamo partiti da Fiumicino il giorno 16 agosto con volo Easy Jet (a/r 160 euro, prenotato un pò in ritardo) giungendo a Madrid Barajas con circa 30 minuti di ritardo. Acquistiamo un abbonamento per tre giorni valido per metro e bus al costo di circa 10,50 euro (conviene anche perchè dall’aeroporto al centrocittà il biglietto costerebbe due euro invece che uno) ritirando un’utilissima cartina della metro nel vicino centro di assistenza ai turisti. Giunti in centro in circa 20 minuti scopriamo che la linea rossa della metro è fuori uso e quindi ci tocca prendere un bus per raggiungere il nostro alloggio. Siamo di stanza all’Hostal Oriente, in Calle de l’Arenal, 3 minuti a piedi da Puerta del Sol. Costo 25 euro a notte a testa per una tripla, camere carine e molto pulite, unico inconveniente i lavori in strada che iniziano alle 8 del mattino e le urla del venditore di lotterie che ogni mattina opera all’angolo della piazzetta antistante! Dopo un pranzo sulla Calle de San Jeronimo (ristorante la Taurina, menù fisso 10 euro a testa) in cui degustiamo pimientos rellenos (ottimi peperoni ripieni con merluzzo e bechamel) e carne con patatine (scadente) decidiamo di dirigerci verso la bruttina Plaza de Espana e, in seguito, verso il Palazzo Reale. Essendosi fatte le 18.30 proviamo ad affacciarci a Plaza De Toros sperando di imbatterci nella folla diretta alla corrida, ma scopriamo che gli spettacoli avranno luogo solo nel weekend e, essendo lunedì, ci accontentiamo di qualche foto all’esterno dell’arena. Di ritorno diamo un’occhiata alla bellissima Plaza Mayor e ciimmergiamo nella movida di Puerta del Sol dove ci siam dati appuntamento con alcuni amici napoletani. La serata si chiude con un bocadillo de calamares e una sangria (circa 5 euro a testa) consumati in zona. Madrid ci sta già conquistando…
2 giorno
Svegli di buon mattino a causa del suddetto “ruido” causato dai trapani pneumatici dediti ai lavori stradali, dopo una colazione a base di churros e cioccolata calda consumata alla Chocolateria de San Gines, sita tra Puerta de Sol e Plaza Mayor, ci rechiamo verso il mitico stadio Santiago Bernabeu. Paghiamo 16 euro a testa, la visita è mozzafiato e merita i soldi spesi. Unico neo: la coppa campioni è l’unico trofeo custodito in teche che, se fotografate, riflettono il flash. Il motivo lo scopriamo più avanti: fotografi ufficiali scattano foto con un esmeplare della coppa offrendo la possibilità di acquistarle al costo di 12 euro. Facciamo la foto tanto per farla, ma appena le vediamo ce ne innamoriamo e decidiamo di sopportare il salasso! Di ritorno verso casa incontriamo dei ragazzi napoletani anch’essi reduci dallo stadio che ci consigliano un ristorante in calle Tetuan (20 metri da Puerta del Sol), gestito da un certo Carlitos. Ci rechiamo sul posto e constatiamo subito la bontà dell’opzione. menù fisso a 11.50 euro con paella valenciana (niente di straordinario, del resto mangiare la paella a Madrid è come mangiare una pizza a Roma) e asado argentino con patatine (squisito) oltre a dolce e bevanda. Carlitos è davvero simpatico ed il servizio è eccellente (in particolare grazie ad un gentile cameriere dai tratti orientali). Pomeriggio dedicato alla visita al Prado, 8 euro ben spesi, ed ad un’affacciata a Plaza de Colon (deludente, incanta solo il bandierone spagnolo che sventola nel mezzo della stessa) e Plaza de Cibeles, bella, ma deturpata dalle impalcature che coprono lo storico palazzo omonimo. In serata giretto a Plaza Santa Ana, davvero molto carina, e pasto alla Cervezeria 100 Montaditos (1 euro per una jarra di birra alla spina e poi scelta di minibocadillos tra i 100 diversi tipi disponibili il cui costo oscilla tra 1 e 2 euro).
3 giorno
Abbiamo solo mezza giornata a disposizione perchè nel pomeriggio ci attende il volo che ci porterà a Lisbona (torneremo a Madrid di lì a 3 giorni). In mattinata ci concediamo un giro per le strade madrilene e un’oretta di riposo al Parco del Buen Retiro, davvero bello e ben curato. Giungendo in loco, nei pressi del Paseo del Prado, incontriamo nientepopodimeno che il Dream Team americano di basket, alloggiante in un hotel sito in zona. Gay, Durrant, Rondo, Billups e co transitano sotto i nostri occhi; peccato solo che rifiutino di scattare foto coi presenti… Di ritorno dal Buen Retiro ci fermiamo al Museo del Jamon (ne trovate diversi sparsi qua e là per la città) per un panino al prosciutto e qualche affettato per poi dirigerci verso l’aeroporto per il trasbordo verso Lisbona (volo Easy Jet a/r pagato 60 euro) Volo puntuale, l’aerobus (3.50 euro) ci conduce verso il centro città in circa 20 minuti. Alloggiamo all’hotel Borges, sito in Rua Garrett, nel bel mezzo del Largo del Chiado e sopra la pasteleria “A Brasileira”, celebre, oltre che per le sue gustosissime “pasteis de nata”, per avere al suo esterno un tavolino a cui “siede” una statua di Pessoa. La prenotazione per l’hotel fu fatta tramite lastminute.com – con promozione ci regalano una notte e paghiamo 65 euro a testa per tre notti (costerebbe quindi 32 euro circa a notte). Dopo una doccia rigenerante ci incamminiamo per le strade lisbonesi, davvero pittoresche ed aventi una peculiarità: di tratti pianeggianti ne vedete davvero pochi perchè Lisbona somiglia al tragitto delle montagne russe. In primis saliamo sull’Elevador de Santa Justa, l’ascensore progettato, pare, da Eiffel (si paga, ma se avete un abbonamento per i mezzi pubblici “metro e carris”, che noi abbiamo fatto per due giorni pagando circa 6 euro, ci salite gratis) dal quale ammiriamo un panorama mozzafiato sui tetti, le piazze e i colli lisbonesi dominato dal celebre castello di Sao Jorge. Facciamo quindi un giretto nella bella Piazza Dom Pedro IV sorseggiando una ginjinha, tipico liquore fatto con le amarene dal sapore simile al nostro Marsala (francamente mi aspettavo di meglio) per poi dirigerci sulla bella Rua Augusta e a Praca do Commercio, luoghi dove constatiamo con sorpresa una folta presenza di italiani. Al ritorno ceniamo al Ristorante “A Covalense”, zona Rossio-Baixa, sito in Rua de Correiros. Servizio ottimo, costo 17 euro a testa per un abbondante arroz de mariscos (riso alla pescatora), una porzione di bacalhao con patate (mentre i miei amici prendono il salmone alla griglia, davvero squisito) e due bottigline d’acqua. Il conto sarebbe anche inferiore se non fosse per un misunderstanding: a inizio pasto ci ritroviamo in tavola del formaggio e del pane che consumiamo credendoli gratuiti. Quando, a fine pasto,ce li ritroviamo nel conto ci accorgiamo del trucchetto regolandoci di conseguenza per i giorni frequenti (ci siederemo ai tavoli esordendo con l’esclamazione “no queso!”) Essendo le ore 22 circa giriamo ancora un pò per la Baixa, ma ci accorgiamo ben presto della pericolosità della zona quando due maghrebini iniziano a pedinarci. Da buoni napoletani riusciamo ad evitare la brutta avventura rifugiandoci in un bar (i tizi entrano con noi nel locale per poi allontanarsi dopo essersi guardati attorno); dal giorno seguente cercheremo di dare meno nell’occhio nascondendo guide, borselli e tutto ciò che fa “made in Italy” e, per la sera, ci limiteremo alle zone meno pericolose come quella adiacente al nostro hotel e l’affollatissimo Barrio Alto.
4 giorno
La mattinata è dedicata alla visita dell’Oceanario (8 euro, ma dicendo che siamo studenti ne paghiamo 7, e pazienza se sono laureato da tre anni eheheh). Per il pomeriggio c’è ancora una zona malfamata che ci tocca vedere, l’Alfama, il pittoresco quartiere sopravvissuto al disastroso terremoto che nel 1755 distrusse la città. La zona è carina, ma francamente trovo che non costituisca nulla di eccezionale. Pranziamo quindi in un ristorante con buffet libero, Leao Douro, a pochi passi dalla stazione Rossio che diventerà nostra meta abituale per “almorzare” (salendo Rua 1 de dezembro – 6 euro a persona che diventano 7.80 nel weekend e mangiate fino a scoppiare). Il tardo pomeriggio è dedicato alla visita al castello di San Giorgio (non entriamo, ma percorriamo le belle stradine antistanti ad esso); alle ore 19.30 locali rientriamo in hotel per guardare su internet il preliminare di Europa League in cui è impegnato il Napoli, occasione che ci consente di socializzare con un altro partenopeo presente in albergo. A fine partita due passi nel Barrio Alto, zona caotica e ad alto tasso alcolico e rientro in hotel: per l’indomani ci attende l’Oceano….
5 giorno
Sveglia di buon mattino e corsa in metro per dirigerci verso Cais do Sodrè, stazione da cui partono i treni per Cascais, località balneare sull’Oceano Atlantico. Il biglietto ci costa circa 5 euro a/r e in 50 minuti giungiamo a destinazione. Il centro di Cascais, fatto di stradine e casette colorate si gira in pochi minuti. Scegliamo quindi una delle spiaggette disponibili (tutte libere, con docce, fontanella e servizio pulisci-spiaggia operativo anche in pieno giorno) per fare il primo tuffo nell’Atlantico. L’acqua è gelida e inizialmente un pò torbida, ma col trascorrere delle ore riacquista limpidezza e, di conseguenza, un discreto appeal. Verso le 16 risaliamo verso il centro intenzionati a recarci a Cabo Da Roca, lo splendido scorcio sull’oceano che costituisce il punto più occidentale d’Europa, ma constatiamo amaramente che di autobus diretti lì ce ne sono ben pochi (uno ogni 90 minuti) ed il prossimo sarebbe partito alle 18, troppo tardi per noi. Saltati i nostri progetti ritorniamo mestamente a Lisbona e decidiamo di impegnare le restanti due orette di luce concendoci un giro sul mitico tram 28 che percorre gran parte della città inerpicandosi per le pittoresche stradine della capitale. A fine corsa ceniamo in un ristorante sulla Rua de Correiros (strada dove i ristoratori vi tartasseranno cercando di convincervi a sedervi al loro tavolo, tenete duro!) dove con 15 euro a persona consumiamo una porzione di salmone alla griglia con insalata, un fritto di pesce e bevanda; stavolta il pericoloso “queso” viene dribblato a dovere!
6 giorno
Ultimo giorno lisbonese dedicato a qualche acquisto ed alla visita alla Torre di Belem, raggiungibile con un tram che transita da Praca do Commercio. La Torre sorge a pochi passi dal Monastero de los Jeronimos, edificio maestoso che però non abbiamo visitato perchè in quei frangenti era in corso un matrimonio, e per giungervi abbiamo costeggiato il Tago accompagnati dalla visuale del Cristo Redentore e del Ponte 25 aprile. La visita alla torre costa 5 euro, cifra ben spesa considerando la bellezza dell’edificio e del panorama circostante. Dopo l’ultimo pranzo al buffet libero di Rua 1 de Dezembro rientriamo a Madrid con puntualità. L’alloggio per l’ultima noche madrilena è presso l’Hostal Valencia, sito sulla Gran Via (23 euro a testa per una tripla). Edificio non propriamente nuovissimo, ma stanze pulite e connessione internet gratuita. Unica pecca: non ci sono badges, quindi se siete in più persone vi toccherà palleggiarvi l’unica chiave disponibile! Mentre i miei amici se la spassano in disco io mi godo la città passeggiando nei dintorni di Puerta del Sol, mangiando un paio di bocadillos presso la già citata Cervezeria 100 montaditos e chiacchierando in calle Tetuan con un artista da strada brasiliano da cui acquisto una mattonella dipinta a mano (nel senso proprio del termine, lui dipingeva a tempera con le dita senza utilizzare pennelli) raffigurante il laghetto del Buen Retiro. L’ultima notte madrilena passa così!
7 giorno
Mattinata dedicata alla visita (solitaria) al Museo Thyssen Bornemisza (8 euro ben spesi, la collezione d’arte è ampia e molto varia) e al Tempio egizio di Debod, sito a 5 minuti da Plaza de Espana, complesso archeologico proveniente direttamente dalla terra dei faraoni dove fu scoperto da archeologi spagnoli. Dopo la due visite consumiamo un ultimo pasto presso il su citato Casa Cipri, il locale di Carlitos (ancora paella e churrasco argentino, 12 euro con bevanda e dolce) e ci rechiamo presso l’aeroporto per il ritorno in Italia. Finita qui???? Dopo un’oretta di fila al gate Easy Jet lo speaker ci annuncia la soppressione del volo per imprecisati problemi di scalo (apprenderemo poi in seguito che pare ci sia stato uno sciopero dei controllori di volo, ma le reali motivazioni resteranno un arcano). Dopo i momenti di panico iniziali (chiameremo, ovviamente invano, anche l’ambasciata per controbattere al gioco al rialzo delle compagnie interpellate per l’acquisto di biglietti sostituitivi), un addetto Easy Jet ci comunica che saremo ospitati gratuitamente presso l’Hotel a 4 stelle Melìa, zona Avenida de America (metro Suanzes) in attesa del nostro volo, fissato per il 26 agosto. In pratica faremo altri tre giorni di vacanza gratis, perdipiù ospitati e nutriti gratis. Una pacchia se non fosse che la mia ragazza mi attendeva in Italia per trascorrere con me una settimana di vacanze al mare… La serata la passiamo in hotel chiacchierando con i nostri compagni di sventura: tanti italiani (alcuni dei quali provenienti dalle Canarie), una coppia di iraniani, una famiglia argentina e una ragazza greca. Alcuni di questi (una coppia napoletana come noi ed un’altra aquilana) si uniranno a noi nei restanti giorni madrileni
8 giorno
Gita ad Alcalà de Henares con i nostri nuovi amici. Partiamo con un bus dallo stazionamento di Avenida America (raggiungibile in metro) al costo di 5.50 euro a/r. Questa località universitaria si raggiunge in una mezzoretta ed è davvero graziosa: sua grande peculiarità è la presenza di nidi di cicogne su ogni tetto coi “proprietari” che svolazzano allegramente nei cieli della cittadina. Capitiamo nel bel mezzo di una festa di paese con donne e uomini anche abbastanza anzianotti che ballano in strada bevendo sangria. Ben presto ne rimarremo coinvolti ritrovandoci a tarantellare con delle arzille sessantenni vestite di rosa! Dopo aver scattato una foto di gruppo fuori all’abitazione appartenuta a Cervantes, con le statue di Sancho Panza e Don Chisciotte a fare da comparsa, consumiamo delle tapas in un baretto nelle vicinanze gestito da un uomo di origine india spendendo veramente poco (4.50 euro per una birra con tapas varie e un piatto di chorizos). La serata la trascorriamo a Chueca, quartiere gay fortunatamente sgombro dato che è lunedì, presso il pub di un ragazzo marocchino amico dei nostri amici italiani conosciuti al gate; ne approfitto per fare un pò di “conversazione” in spagnolo con due ragazzi madrileni tifosissimi del Real, uno dei quali incredibilmente somigliante ad Andres Iniesta, l’hombre del mundial. Rientriamo con bus notturno, lo stazionamento è a Plaza de Cibeles con partenze all’incirca ogni ora.
9 giorno
Gli amici aquilani vanno all’Escorial, noi tre e la coppia napoletana optiamo per Toledo. Partiamo dalla stazione Atocha, di cui ammiriamo anche lo stupendo giardino interno, con treno ad alta velocità al costo di 18 euro 1/r (ma con l’autobus, in partenza dalla stazione Alvaro Mendez, risparmiate la metà). Vi consiglio di anticiparvi di almeno un’ora rispetto alla partenza perchè la fila per i biglietti è lunga (va preso addirittura il numero) e la vendita si interrompe quando i posti sono esauriti! La stazione di Toledo è architettonicamente stupenda e costituisce un degno biglietto da visita della città, una vera bomboniera di foggia medievale. Per recarvi in centro potete prendere un bus o camminare per una ventina di minuti (impresa ardua se la giornata è caliente); Toledo è ricca di monumenti interessanti, dalla cattedrale al mausoleo che ospita la celebre opera di El Greco “Entierro del code de Orgaz”. Il problema è che si paga veramente tutto, in modo particolarmente salato rispetto a Madrid (7 euro per la cattedrale con annesso Museo, comunque interessante considerando la presenza di opere di El Greco e di un dipinto di Caravaggio, 3 euro per vedere il suddetto “Entierro” ed altri 2-3 Euro per la ex sinagoga ). Il pranzo, anche qui “affidato” ad un menù del giorno del costo di 12 euro, lo consumiamo presso il ristorante “Alcazar”, nei pressi dell’omonima fortezza. Il rientro a Madrid avviene alle ore 18.30.
10 e ultimo giorno
Giornata di ozio in attesa della partenza fissata per l’alba dell’indomani. Usciamo solo in serata per una visita al Museo Reina Sofia, gratuito dalle 19alle 21, “casa” della Guernica di Picasso e di alcune opere di Dalì. Se amate l’arte contemporanea andateci, altrimenti vi consigliamo di imitarci facendo una visita ultrarapida!! La nostra vacanza iberica si chiude giocando a fresbee nel piazzale del museo e sorseggiando un tinto de verano insieme ad una ragazza spagnola ed al suo fidanzato napoletano, anch’essi amici dei nostri nuovi compagni di viaggio partenopei. L’indomani non ci saranno sorprese ed alle 7 del mattino siamo in volo verso l’Italia.
Madrid non è incantevole come Praga, Londra o Parigi, ma brulica di vita e conquista il visitatore dopo un paio di giorni di ambientamento. Il cibo è discreto, i trasporti efficentissimi (metro fino alle 2 del mattino e sempre pulite e sicure) e la gente, dagli addetti alla metro ai semplici passanti, molto cortese. Per muovervi vi consiglio la piedicolare perchè, Bernabeu, Aeroporto e Plaza de Toros a parte, è tutto concentrato, quindi, se siete di buona gamba, potreste evitare di ricorrere agli abbonamenti acquistando solo biglietti per singole corse. Il consiglio non vale per Lisbona che, essendo piena di ripide salite, richiede polmoni da scalatore. Anche se un po’ pericolosetta la capitale portoghese presenta, come Madrid, un alto tasso di civismo: in una strada sita nei pressi del nostro hotel il manto stradale è stato fatto in una sola notte (cosa impensabile dalle mie parti) ed abbiamo anche assistito all’arresto in diretta di alcuni ladruncoli nel bel mezzo del Barrio Alto dieci minuti dopo la consumazione del reato (proprio come in Italia, vero???)
Che dire: a tutti coloro che seguiranno le nostre orme in terra iberica le deseo un buen viaje. Hasta luego Espana y Portugal!