A spasso per la Francia del nord: Normandia, Bretagna e Loira
1° GIORNO 26 agosto 2010 ore 13.00 partenza da Milano Linate per Parigi Orly con arrivo alle ore 14.30. Qualche minuto di attesa per le pratiche di consegna vettura e prendiamo il pulmino 9 posti che abbiamo prenotato dall’Italia all’autonoleggio Avis. Siamo 5 passeggeri e si sta molto comodi con le nostre 6 valigie. Ci dirigiamo verso l’albergo vicino a Rouen. Lungo la strada ci fermiamo a Vernon a visitare la chiesa e poi a Les Andelys. Inizia purtroppo a piovere. Decidiamo di raggiungere l’albergo: abbiamo prenotato dall’Italia un maniero, il “Manoir de Captot” a Canteleu, nei pressi di Rouen. Splendido. La sera andiamo a cena a Rouen che dista solo 3 km in un’ottima bracerie vicino la cattedrale: “bracerie Paul”: il locale è accogliente e si mangia bene. Siamo tutti eccitati da questa avventura ed assaporiamo ogni cibo con estremo gusto.
2° GIORNO Dopo una notte perfetta ed una colazione reale, la proprietaria del maniero ci prenota una fattoria nei pressi di Lisieux, a St. Symphorian, un villaggio in mezzo alla campagna. Piove anche oggi. Ci rechiamo a Rouen per una visita alla magnifica cattedrale. Dall’esterno visitiamo anche la chiesa di St. Ouen e il palazzo di giustizia. Dopo un pranzo veloce in una brasserie del centro, riprendiamo l’auto e ci indirizziamo verso la strada delle abbazie: visitiamo quella di Saint Martin de Boscherville, passiamo per Duclair fino all’abbazia di St. Wandrille. Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo verso Pont Audemer e, cosa inaspettata ma bellissima, attraversiamo la Senna a bordo di una imbarcazione. Abbiamo qualche difficoltà a trovare il villaggio in cui si trova la fattoria che ci deve ospitare. Fortuna che i tutti i francesi che incontriamo sulla nostra strada sono simpatici e cordiali: uno addirittura ci scorta fino alla fattoria! Qui veniamo splendidamente accolti dai proprietari, dal gatto, dal cane, dai pony e da un gigantesco tacchino; le camere sono ben pulite ed accoglienti. La sera ci consigliano di cenare in un ristorante (l’unico!) molto chic in un villaggio lì vicino: Epaignes. E’ stata un’impresa divertentissima riuscire ad ordinare (non ho detto che nessuno di noi parla francese e solo io e la mia compagna mastichiamo un pò d’inglese); ovviamente la proprietaria del ristorante non parlava inglese, il menù descriveva i piatti in maniera leziosa pertanto impossibile da tradurre con il dizionario portatile e per concludere due dei nostri commensali, affetti da varie intolleranze alimentari, tentavano di chiedere improbabili vivande con termini inesistenti: insomma un disastro! Alla fine però siamo riusciti ugualmente ad ordinare ed abbiamo mangiato davvero benissimo spendendo relativamente poco. Stanchi, sazi e divertiti siamo andati a dormire.
3° GIORNO Ci attende una fantastica colazione ricca di marmellate, ottimo burro, pane caldo, caffè, latte (buonissimo) uova, formaggi, prosciutto e yogurt fatto in casa. Siamo così estasiati che chiediamo di poter rimanere una notte in più ma, ahimè, è tutto esaurito. Sono comunque così carini che ci prenotano due stanze in una fattoria di charme a Foulbec vicino Honfleur. Lungo la strada ci fermiamo per una minitappa a Pont Audemer, piccolo centro molto curato con una bellissima cattedrale da visitare. Lasciamo il paesino e ci dirigiamo verso la fattoria di lusso: e che lusso!!! La proprietaria, una simpatica madame sui 65 anni, ci mostra le stanze (molto gradevoli), la sala biliardo, la piscina coperta con idromassaggio, il laghetto con i cigni ed uno stagno con le cascatine, le ninfee e i pesci rossi. Lei ed il marito gestiscono tutto da soli!!! Grazie al cielo non piove quindi ci dirigiamo spediti a Honfleur. Qui siamo tutti estasiati dalle case, le imbarcazioni sul porto, le bancarelle e le vetrine dei negozi di antichità, gallerie d’arte, gioielli, dolciumi ed abbigliamento. Visitiamo la splendida chiesa di Sta. Catherine, il musee Eugene Boudin e ci perdiamo per i bellissimi vicoli della città. Nel tardo pomeriggio decidiamo di tornare in albergo per coccolarci un pò nell’idromassaggio della piscina. Madame ci offre delle coppe di vino di mele che sorseggiamo immersi nell’acqua: che spettacolo! La sera decidiamo di mangiare stile pic nic quindi compriamo salumi, formaggi, baguettes, frutta e bevande. Dopo cena ci avventuriamo in una divertente partita a biliardo a squadre.
4° GIORNO Sveglia presto, abbondante colazione vista laghetto, saluto a madame e via verso Bayeux. Oggi è domenica, nella cattedrale (superba) stanno celebrando la messa. La osserviamo in religioso silenzio e poi ci spostiamo verso il palazzo che espone lo splendido arazzo di Bayeux, lungo 70 metri, che narra attraverso i suoi ricami del 1077 gli avvenimenti che portarono il duca di Normandia alla conquista dell’Inghilterra. La visita della Normandia non può non comprendere i luoghi dello sbarco e così ci spostiamo ad Arromanches per ricostruire, attraverso i luoghi e le immagini, il fatidico D-Day. Subito dopo pranzo lasciamo queste spiagge per dirigerci verso Mont St. Michel. Lo spettacolo che si apre d’avanti ai nostri occhi è incredibile: giustamente chiamato “la meraviglia d’occidente”, vero patrimonio dell’umanità come decretato dall’Unesco, è uno spettacolo della natura e del lavoro dell’uomo. La sera alloggiamo a Pontorson, piccola località a pochi km da Mont St. Michel in un hotel della catena Best Western, bello ma decisamente più costoso dello standard finora incontrato.
5° GIORNO Oggi lasciamo la Normandia per scoprire una piccola parte della Bretagna. Il primo luogo in cui ci rechiamo è Dinan: sembra davvero di fare un tuffo nel medioevo! Prendiamo un trenino per visitare la città ed il suo porto fluviale, quindi passeggiamo per i vicoli con le deliziose case a graticcio. La giornata è davvero splendida, così decidiamo, dato che si avvicina l’ora di pranzo, di visitare la patria delle ostriche: Cancale. Non possiamo credere ai nostri occhi: bancarelle sul molo vendono ostriche magnifiche a prezzi bassissimi. Ne compriamo subito due dozzine (€ 10,00 in totale!!!) e le mangiamo sula spiaggia sorseggiando del buon vino bianco: che delizia per occhi e palato! Proseguiamo il viaggio alla volta di St. Malò: qui, però, rimaniamo delusi dalla troppa confusione che regna ovunque ed inoltre la città non offre quegli scorci architettonici a cui siamo stati abituati finora; del resto oltre il 70% della città è stato ricostruito in seguito alla grande guerra. Riprendiamo l’auto e ci spostiamo alla vota di Cap Frehel: qui sì che lo spettacolo è davvero unico! Veniamo avvolti dallo spazio, dal silenzio, dalla luce e dal vento. Peccato che non riusciamo a salire sul faro per godere di tutto questo anche dall’alto: ha chiuso da pochi minuti. Non ci resta che procedere il nostro cammino. Non abbiamo un albergo per la notte e sono già le 19,00. Decidiamo di spostarci verso il sud della Bretagna e puntiamo su Lamballe. Che strana sensazione: tutti i paesi che incontriamo sembrano abbandonati, non si vede anima viva per km e km. Nella desolazione più assoluta giungiamo a Lamballe. In città, famosa per le gare equestri (l’odore di cavalli si sente dappertutto!), troviamo solo un Logis ma è triste e preferiamo non fermarci. Così proseguiamo verso Josselin dove pare ci sia un castello molto bello da visitare e, tramite una delle nostre tante guide, troviamo un Logis che ci riserva le camere. Per la cena, data l’ora, dobbiamo accontentarci di gallettes ma sono davvero squisite e, accompagnate da dell’ottima birra bretone, fanno la loro bella figura. Stanchi ma sazi ci ritiriamo nelle nostre camere.
6° GIORNO Sono le ore 9,00 e siamo pronti per affrontare una nuova giornata partendo con la visita del castello di Josselin ma … Incredibile, hanno esposto un cartello che dice che oggi apre alle ore 14,00!!! Niente da fare, non posiamo aspettare così a lungo. Ci accontentiamo di visitiamo la chiesa di Notre Dame du Roncier e partiamo verso Carnac per visitare gli affascinanti monumenti megalitici: un vero tuffo nella preistoria! Da qui, dopo aver visto i vari siti, ci indirizziamo a Locmariaquer, centro specializzato (guarda caso) nell’allevamento delle ostriche. E’ pertanto obbligatorio fermarsi ad assaporarne un plateau in riva al mare riscaldati da un bel sole di fine Agosto. Che sensazione di benessere, purtroppo però il tempo stringe e dobbiamo ripartire: ci aspetta il Pays de la Loire. Lungo la strada, comunque, decidiamo di fermarci qualche minuto ad ammirare uno dei più bei mercati coperti della Francia a Questembert: è del XVI secolo, interamente in legno e perfettamente conservato. Ci attende però molta strada da fare quindi si riparte con destinazione Angers. Prenotiamo un albergo a 10 km dalla città in quel che sembra un antico mulino: in realtà è un Logis che cerca di darsi un tono senza riuscirci. Le camere dai colori sgargianti non riescono a dare un senso di pulizia e tranquillità. Ha una bracerie ed un ristorante collegato: optiamo per la prima ma, ahimè, anche questa non è all’altezza di quelle provate fino ad ora. Pazienza! Meglio andare a dormire, domani ci aspetta una giornata faticosa.
7° GIORNO Sveglia presto, una colazione degna dell’albergo (e ho detto tutto!!!), una spesa di € 243,00 (rasenta la rapina!) e via verso lo Chateau di Angers. La città dice poco, sembra molto moderna: speriamo nel castello. Questo si presenta in tutta la sua possenza; iniziamo la visita ed arriviamo nella sala che ospita l’arazzo dell’Apocalisse: che meraviglia, oltre 100 metri di tessuto ricamato con scene tratte dal Vangelo secondo Giovanni. L’audioguida ci illustra ogni particolare. Siamo estasiati di fronte a questo titanico lavoro che pare essere stato realizzato in pochissimo tempo. Ma, a proposito di tempo, continua a scorrere velocemente quindi lasciamo Angers per puntare dritti verso lo Chateau di Villandry. Qui, una volta giunti, complice una bellissima giornata, veniamo rapiti dalla perfezione dei giardini realizzati con meticolosa e doviziosa cura dei particolari. Gli orti sono un incanto, così come le terrazze fiorite ed il giardino d’acqua. Ma neanche gli interni sono da meno: è buffo quanto poetico vedere le foto della famiglia degli attuali proprietari del castello sparse sui mobili d’epoca insieme a quelle degli antenati. Da questo chateau passiamo a quello di Azay le Rideau. Il paesino che lo circonda è incantevole; la parte visitabile dello Chateau non è enorme quindi il giro è abbastanza veloce sia all’interno che nei giardini all’inglese. Non ci soffermiamo più di tanto nel parco poichè la stanchezza inizia a farsi sentire; inoltre siamo eccitati dall’idea di vedere l’albergo che abbiamo prenotato per 2 notti: un vero castello, lo chateau de Razay in località Cerè la Ronde. I commenti che abbiamo trovato sui vari siti sono ottimi quindi siamo abbastanza fiduciosi! E ciò che troviamo non delude affatto le nostre aspettative: un parco immenso pieno di animali tra cui cavalli, lama, asini, capre, maialini oltre a due labrador, un micetto e…un maiale domestico! Si’ proprio domestico come i labrador ed il gatto! Ci ha accolto scodinzolando e voleva le carezze esattamente come i cani! La proprietaria ci spiega (in francese ovviamente!) che lo possiede sin da cucciolo ed è sempre stato abituato a stare tra le persone! Ci illustra poi il castello e ci mostra le nostre camere, ognuna con il nome di uno chateau. Sono bellissime, elegantemente arredate e dotate ognuna di un bel bagno grande. Ci concediamo una passeggiata nel parco: ci sono delle depandance meravigliose immerse tra e sugli alberi. Che strano: sono modernissime eppure riescono perfettamente ad integrarsi con il contesto. Il parco è molto curato e lascia un pò perplessi essere seguiti dal maiale per i vari sentieri. La sera madame ci prenota un tavolo in un ristorantino a conduzione familiare distante poche centinaia di metri. E’ ai piedi di un altro chateau imponente che però, data l’ora, non possiamo visitare. Il ristorante è davvero alla mano, la moglie serve ai tavoli ed il marito è in cucina. Chiediamo se, per l’indomani, è possibile avere una soupe d’oignon: dicono di sì mentre assaporiamo un’ iles flottantes, una meringa galleggiante in un mare di crema pasticciera. Concludiamo la cena sorseggiando dell’ottimo calvados.
8° GIORNO Una bella dormita in un letto a baldacchino, una ricca colazione e via alla volta di Amboise. Un bellissimo sole ci accompagna per tutta la giornata. Lo chateau è elegante con una vista mozzafiato sulla valle della Loira. Visitiamo subito la cappella dove pare sia sepolti i resti del grande Leonardo da Vinci quindi ci addentriamo per le magnifiche sale parzialmente arredate. In paese, subito dopo, facciamo una sosta in una buonissima pasticceria dove consumiamo quiche e dolci. Rifocillati, partiamo per la seconda tappa della giornata: lo chateau di Chenonceaux. Questo richiede una visita molto più lunga ed approfondita dato le sue notevoli dimensioni. Gli interni sono strabilianti con quadri ed arredi di incredibile bellezza. Nota particolare meritano anche le cucine ancora interamente arredate e corredate. Da tutte le finestre, poi, la vista sul fiume Cher è bellissima. Anche i giardini meritano una visita accurata, tanto quello di Diana quanto quello di Caterina, per contrapporre la completa diversità dei due stili architettonici. Ma la giornata sta per volgere al termine. Torniamo nel nostro castello, quello di Razay, per goderci gli ultimi raggi del sole seduti nel parco a giocare una partita di burraco in attesa della cena.
9° GIORNO Doccia, colazione, valigie (di nuovo!) conto (ovviamente non a buon mercato ma neanche stratosferico) e partenza per lo chateau di Cheverny. Qui tutto è rimasto sospeso nel tempo: i proprietari sono gli stessi da 600 anni, ogni stanza ha gli arredi originali che continuano ad essere arricchiti di nuovi pezzi di gran valore. Il parco che lo circonda è di 100 ettari ricco di una vegetazione varia e lussureggiante. Facciamo anche un giro sul trenino elettrico e sul battello per visitare parte della tenuta. Ma questo parco è davvero nulla rispetto a quello che stiamo per visitare: 5440 ettari di parco circondano il maestoso chateau di Chambord interamente circondato da un muro di cinta di 32 km. All’interno si respira la storia del rinascimento: una monumentale scala, probabile opera di Leonardo, funge da perno alle quattro ali del castello nel corso dei secoli più volte rimaneggiato, abbandonato e ricostruito. I giganteschi appartamenti reali conservano parte degli arredi originali. La maestosità della struttura rende questo castello, il più grande di quelli sulla Loira, più freddo e meno accogliente di quelli finora visitati. Forse bisognerebbe dedicargli più tempo per una visita più accurata ma siamo davvero stanchi e dobbiamo percorrere 170 km per arrivare ad Orly dove abbiamo prenotato l’albergo per l’ultima notte di questo viaggio. L’albergo è ad 1,5 km dall’aeroporto e, come purtroppo ci aspettavamo, decisamente anonimo. Abbiamo però la fortuna di essere accanto ad un ristorante portoghese dove pare si mangi molto bene. Il locale è stracolmo di gente, servono prevalentemente pesce e devo ammettere che è all’altezza della sua fama: peccato per la confusione. Con la fine della cena finisce anche la nostra bellissima vacanza. Domani mattina un volo ci riporterà al nostro tran tran quotidiano. E’ stata però una bellissima vacanza vissuta davvero minuto per minuto. Ah dimenticavo: i nostri compagni di viaggio erano i miei genitori e la mamma della mia compagna. E’ bellissimo, ogni tanto, unire le due generazioni: fa bene al cuore.