Paesi Baschi e Cantabria 2
Valenza – Carcassonne 726 km
Partenza alle 5 “la strada è lunga, ma ne vedo la fine”, Liguria e Costa Azzurra, con l’unico inconveniente delle numerose barriere dell’autostrada francese a spezzare il ritmo in un traffico, ma si, scorrevole. Arriviamo a Carcassonne alle 2 del pomeriggio, l’hotel Premiere Classe, prenotato da casa è subito all’uscita dell’autostrada, la stanza è un loculo ma confortevole, pulita ed economica (49€ la doppia), parcheggio interno, unico inconveniente: la reception automatica è rotta, e quella umana apre alle 5…cambio di programma, tour della città, carina e vivace, temperatura piacevole, con venticello costante. Dal centro, con una passeggiata di 20 minuti, si raggiunge la città vecchia (la Citè) un borgo medievale, completamente ma fedelmente…ricostruito, una specie di parco giochi zeppa di negozietti di souvenir, il colpo d’occhio dall’autostrada e prima di raggiungerla è bellissimo e sufficiente. Dopo una puntata in albergo ritorniamo in centro per la cena in uno dei tanti locali della piazza centrale, ci soddisfiamo con un pentolone di cozze e patatine (mules frites 20€ in due).
On air : “Life on Mars” David Bowie.
2° giorno 5 agosto Carcassonne – Biarritz – Zegama 499 Km
Alle 8 del mattino torniamo in centro a fare colazione in uno dei baretti della città nuova, dove ovviamente il caffè lascia a desiderare, ma i croissant sono una garanzia. Dopo 400 km circa raggiungiamo la nostra meta, il paese Basco. Biarritz è molto bella una piccola Monte Carlo, dall’uscita dell’autostrada scendiamo, fino ad arrivare nella città, tutta arroccata attorno alla spiaggia principale, una conca zeppa di surfisti e locali appena sopra, le scale saranno il tema portante della vacanza, troviamo la città vecchia, per così dire, con negozietti carini alternati a boutique, giriamo in lungo e in largo, il centro è piccolino, e ci godiamo un po’ di aria di mare, la visita merita, è un gioiellino.Riprendiamo la macchina alla volta della Spagna, la sosta al primo distributore è d’obbligo, vista la differenza di prezzo della benzina. Il nostro navigatore scarcassone impazzisce all’imbocco di una nuovissima autostrada, ma si ripiglia quasi subito, è l’unico problema che ci darà nel viaggio. Un centinaio di Km dopo eccoci a Zegama, un paesino di montagna di poche anime (che in qualche giorno conosceremo tutte “2050…nonno raccontaci di quella volta che due italiani sono venuti a Zegama…”) famoso per una maratona in altura, famosissima… che si corre una volta l’anno, abbiamo prenotato qua dall’Italia per 3 notti per la tatticità del luogo così com’è posto in mezzo ad un triangolo virtuale con vertici San Sebastian, Pamplona e Vitoria. L’albergo è nello stesso stabile del municipio e nonostante il prezzo (40€ a notte la doppia) è molto bello e nuovo, quasi lussuoso aperitivo a base di cana (birrette alla spina con prezzi attorno all’euro e mezzo) io e gin-tonic la B rigorosamente a stomaco vuoto, poi cena nel ristorante dell’albergo con fritto e zuppa di pesce, tutto buonissimo e abbondante (aperitivo e cena 18 € in 2).
On Air : “Il paradiso dei calzini” Vinicio Capossela
3°giorno 6 agosto Zegama – Pamplona – Vitoria – Zegama 235 Km
Partenza verso le 9 desiderosi di un autogrill per fare colazione (in albergo il bar apre alle 9:30…), destinazione Pamplona-Iruna. Scopriamo che il cartello “Via de servizio” è solo l’indicazione che a quell’uscita della superstrada puoi trovare un bar ecc, gli autogrill si chiamano area de servizio, come in Italia. Arriviamo a Pamplona in un’ oretta, lauta colazione compresa. Posiamo la Troviamo un parcheggio sotterraneo sotto la plaza del Castillo, in pieno centro, mentre entriamo ci stanno in pratica facendo l’asfalto davanti…questi baschi sono fichissimi. Un ragazzo molto gentile alla cassa del parking ci fornisce una mappa e tutte le indicazioni possibili. Pamplona (Iruna in basco) è bellissima,I turisti sono contenuti e si respira un atmosfera molto piacevole, certo, durante la festa di san Firmino dev’essereun delirio. Dopo un tour del centro e del tragitto dell’Encierro, la famosa corsa dei Tori, andiamo al mercato coperto dove compriamo l’occorrente per farci un pranzetto a base di prodotti tipici locali, che consumiamo lungo le mura della città in un posto molto carino. Pamplona è splendida, pare che sia la città spagnola con la più alta qualità della vita, e non mi stupisce. Alle 2 del pomeriggio, ci rimettiamo in macchina e via verso Vitoria-Gasteiz, dopo 100 km circa arriviamo nella capitale di Euskadi, la città è bella e ordinata, il centro è bellissimo, in questi giorni c’è la festa della Virgen Blanca, una settimana di festeggiamenti selvaggi in cui la baldoria la fa da padrona, tutti ubriachi, vecchi e bambini, orde di gente in pieno dopo sbronza che ciondola per le vie del centro aspettando le 5 de la tarde, ora in cui parte il corteo che conduce una selva urlante verso la plaza de toros e dà via ai festeggiamenti della sera, sono le 4 del pomeriggio e in giro per la città vediamo diversi palchi allestiti per concerti, centinaia di uomini e donne nei loro vestiti tipici in fibrillazione per prendersela grossa, ci rilassiamo in uno dei bar della bellissima piazza della vergine bianca, osservando da lontano i preparativi, ed ecco che alle 5 parte il corteo e il casino con bande suonanti trattori rombanti truzzati per l’occasione e le immancabili orde di avvinazzati vocianti, è ora di andare, 45 minuti ci separano dalla nostra rilassante Zegama. La cena consumata nel solito, validissimo e unico ristorante dell’albergo è tipicamente basca, una specie di frittata con fagiolini e gamberetti, seguita da uno dei piatti più tipici della zona chipirones en su tinta , delle seppie al nero superiori, pesantucce ma eccezionali, un buon fritto non può mancare, tutto accompagnato da un buon vino tinto della zona molto corposo, che ricorda un buon barbera superiore delle nostre parti, per qualche ragione servito però ghiacciato. Abbiamo saputo da un ragazzo del luogo conosciuto la sera prima che anche qui stasera essendo venerdì c’è un po’ di fiesta, infatti notiamo con stupore che la gente in giro rasenta la trentina di unità, dopo aver festeggiato a dovere per 12 o 13 minuti ci ritiriamo in buon ordine.
On Air: ”Homesick” Kings of Covenience
4°giorno 7 agosto Zegama – Lojola – Zumaja – Zarautz – San Sebastian – Zegama 147 Km Decidiamo di passare la mattinata al mare in uno dei tanti posti sulla costa, tutti a 3 quarti d’ora di strada circa, viene sorteggiato Zumaja, impostato il navigatore eccoci in strada, lungo il cammino ci imbattiamo quasi per caso nel gigantesco santuario di sant’ Ignazio di Lojola, fondatore dei Gesuiti, imponente cattedrale evidentemente studiata apposta per accogliere miriadi di pellegrini, al nostro arrivo però c’era pochissima gente.
Zumaja è a 15 minuti di macchina, fino ad un paio di km dall’arrivo siamo in mezzo alle montagne, la strada scende e siamo arrivati, purtroppo un po’ in ritardo rispetto al programma così siamo in pieno caos da domenica mattina a Pietra Ligure e non troviamo posto per la macchina, Zumaja è carina, ma Zumaja non ci vuole. Ci dirigiamo ad est su una strada costiera a strapiombo sull’oceano di una bellezza che toglie il fiato, pochi km e siamo a Zarautz, una cittadina più grande di mare e più tradizionale, con solo qualche piccola difficoltà troviamo l’aparcamiento e andiamo in spiaggia, una lunghissima distesa di sabbia paradiso per i surfisti, piena di gente, che dopo poco però ha cominciato a scemare. La B ha il suo battesimo dell’oceano e delle sue onde, con tanto di cazziatone del bagnino, ci rosoliamo un po’ al sole e dopo qualche mezz’ora e qualche bagnetto, rieccoci nella carretera. Arriviamo a San Sebastian-Donostia, dopo 15 minuti di macchina, parcheggiamo in uno dei vialoni del centro di una città bella ricca e prosperosa, vicino alla cattedrale di San Sebastiano. Passiamo a fianco alla spiaggia della Concha, mare più calmo per bagnanti a differenza dell’altra presa d’assedio dai surfisti, e siamo nella città vecchia, un dedalo di viette zeppe di localini, siamo in piena ora aperitivo, la ricerca di un bagno (Komunak in basco) ci porta vedere alcuni dei baretti tutti molto belli coi banconi pieni di Pintxos, una sorta di tartine bellissime e altrettanto buone che compri per mangiare assieme al drink, piuttosto care se paragonate a un aperitivo italiano (una birra da 1,60€ una bottiglietta d’acqua e 3, dico 3 pintxos 13,60€!)ma considerato che possono essere un succedaneo della cena visti anche gli orari spagnoli, non male, certo se eviti i posti più in voga si può risparmiare…Donostia è una città molto bella, ideale a nostro modo di vedere un periodo di vacanza tra mare e un po’ di vita serale. Facciamo ritorno per l’ultima notte alla nostra “casa” basca, ormai la gente ci saluta per strada, aperitivo e cena canonici, la B un po’ stufa si rifugia in un’insalata non proprio all’italiana mentre io mi faccio consigliare da Mari Carmen la simpatica signora tuttofare dell’albergo, che mi propina una tipica pietanza della zona con un “es un plato mui rico a mi me gusta mucho!” merluza rellena de pescado insomma due fettazze di merluzzo ripiene di pesce…squisito! A letto per l’ultima notte a Zegama.
On Air: ”Bye Bye Bombay” Afterhours
5°giorno 8 agosto Zegama-Bermeo-Guernika-Bermeo 149 km
Risveglio e colazione nel nostro baretto; alcune peculiarità della zona :nei locali si può fumare per cui l’odore caratteristico è quello dei bar di paese anni ’80 nazionali senza filtro a manetta, gettate poi rigorosamente per terra sul pavimento assieme a qualsiasi altra cosa si possa gettare, fazzoletti stecchi ecc, bar tutti però incredibilmente belli e puliti (tutto sommato…). Altra particolarità, se prendi un caffè al bar, è consuetudine mangiare assieme cose che compri altrove o che ti porti da casa, biscotti brioche ecc. Lo stesso vale per gli aperitivi, oltre ai pintxos, venduti nel locale nulla vieta di andare al supermercato, o nei negozi dalla B denominati patatinerie in cui vendono patatine e frutti secchi d’ogni tipo…e mangiarteli mentre bevi. Decidiamo di proseguire il nostro viaggio a Bermeo, un piccolo borgo di pescatori non lontano da Bilbao, sulla costa della Biscaglia arroccato su un porto, molto carino, con un’atmosfera vagamente greca, all’officina del turismo ci spaventano un po’ affermandoci che è tutto pieno, ma noi armati della lista di alberghi li fornitaci facciamo centro al primo colpo, troviamo una pensione in pieno centro dopo una salita da fare paura al povero Pantani e due rampe di scale a chiocciola spaventose, ci sistemiamo da Imma una donna di mezz’età scafatissima che ci accoglie assieme al marito e ci offre una stanza minuscola con un letto a una piazza e mezzo carina e pulitissima (2 notti 96€) unico inconveniente : fare i turni per muoversi onde evitare lo sviluppo inesorabile di tic nervosi tipo Lino Banfi in “Vieni avanti cretino”. Sistemati e intenzionati a partire per Bilbao, il nostro programma cambia,l’incontro con amici “I frassi” in vacanza nella stessa zona ci fa decidere di spostarci a Gernika-Lumo, visita comunque prevista per il giorno successivo. Gernika –Lumo, cittadina famosa per il quadro di Picasso ispirato dal bombardamento dei Nazisti di Francisco Franco nel 1937, è la città simbolo dei baschi; al centro di un parco vi è la quercia fossile sotto la quale nell’antichità I capi tribù della zona si riunivano per legiferare. Questo albero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte del popolo basco. Detto questo, complice anche il tempo brumoso e il giorno della settimana(domenica è quasi tutto chiuso compreso l’ufficio del turismo) in cui arriviamo, e nonostante il piacevole incontro col caro Gilbert e compagnia, Gernika-Lumo è un posto perdibilissimo. Salutiamo gli amici torniamo a Bermeo lì vicino si trova l’abbazia di San Juan de Gaztelugatxe, posto incantevole che ricorda molto la nostra amata Cornovaglia il numero immenso di gradini per arrivarci e la stanchezza accumulata in questi giorni di viaggio ci fa desistere dalla visita, ma anche solo la vista da lontano è appagante. La sera beviamo qualcosa in uno dei circa 50 bar del paese, nella speranza che ad un numero così elevato di bar faccia da contr’altare un adeguato numero di ristorantini che possano accoglierci. Purtroppo il numero di ristoranti è insoddisfacente al punto che ci accontentiamo di una cenetta per nulla appagante in un locale tra I tanti…ci rifaremo.
On Air:”Fake plastic tree” Radiohead
6°giorno 9 agosto Bermeo-Bilbao-Bermeo 77 km
Piove. Il nostro programma che prevedeva la mattinata nella suggestiva spiaggia di Mundaka qua vicino, deve cambiare. Decidiamo di andare subito a Bilbao, visita inizialmente programmata per il pomeriggio. Mezz’ora di strada ed eccoci in questa città in costante evoluzione, usciamo dall’autostrada e dopo un breve tunnel, attraversato il ponte sul fiume Nerviòn, ci troviamo davanti il Museo Guggenheim, il colpo d’occhio dell’opera di Gehry è eccezionale, la guida nel traffico non mi ha permesso di goderne appieno, ma la B.è rimasta folgorata. Certo una giornata di sole sarebbe stata il massimo per godere appieno della lucentezza delle lastre di titanio che ricoprono il museo, ma piove. Posiamo la macchina nel parcheggio sotterraneo lì vicino, e ci dirigiamo subito al museo. E’ piuttosto presto e non c’è coda all’ingresso, tuttavia la nostra visita, si limita all’esterno e all’interno ma senza entrare nel museo vero e proprio che ospita una collezione d’arte moderna, di sicuro interesse probabilmente, ma che noi per motivi principalmente di tempo preferiamo evitare, onde dedicarci alla visita della città, una ventina di minuti a piedi ci separa dal centro moderno e quindi dal casco viejo la zona antica della città. Bilbao è bella e ai nostri occhi la pioggia la rende ancora più affascinante. Le viette del casco viejo sono bagnate, ma suggestive, smette di piovere e comincia una piccola afa. Giriamo per i vicoli del centro, ricorda in qualche modo Genova. In mezzo a queste vie troviamo il mega store dell’Atletico Bilbao….un negozietto ridicolo.
Percorriamo il lungofiume, che a noi ricorda molto il lungo Tamigi del quartiere di South Bank a Londra, arriviamo allo Zubizuri il ponte di Calatrava uno dei simboli del rinnovamento della città da li abbiamo una vista preferenziale sulle torri Isozaki Atea di recentissima costruzione. Proseguiamo verso il Guggenheim, e dopo essercelo ancora goduto per un po’ prendiamo la macchina. Dopo la ricerca, peraltro fallita, del ponte di Vizcaya, ci dirigiamo verso la nostra casa momentanea a Bermeo, allungando un po’ il tragitto a zonzo per la Biscaglia. Abbandonato definitivamente il progetto di cenare in un ristorante, ci dedichiamo all’abitudine locale dei pintxos in un locale sul porto, “Ostatu”, consigliatoci nella pensione e consumiamo una cena bevendo e mangiando molto e molto bene, con una ventina di euro a testa, rimaniamo molto soddisfatti. Piccola disavventura in patatineria della B, sotto il nome improprio di frutos secos le hanno propinato del muso di maiale essiccato e disgustoso.
On Air: “C’è tempo” Ivano Fossati
7°giorno 10 agosto
Bermeo-Comillas 178 km
Oggi il nostro programma prevede il trasferimento in Cantabria destinazione finale del nostro viaggio. Sconsigliati da più parti e da noi stessi…decidiamo di tralasciare Santander, tuttavia l’autostrada che collega Bilbao a quest’ultima (gratis!) offre dei panorami eccezionali, frutto anche della non abitudine degli spagnoli del nord a costruire gallerie. Impostiamo come destinazione Comillas, cittadina di mare che grazie all’intervento di un imprenditore molto in vista all’epoca, che convinse il re a trascorrervi le vacanze, attirò nobili ed esponenti dell’alta borghesia a popolare il paese. Siamo nella seconda metà dell’’800 e i maggiori architetti della corrente modernista catalana si sbizzarrirono a costruire palazzi e monumenti per i loro ansiosi committenti. Questo rende Comillas, già affascinante per il suo centro in perfetto stile cantabrico, un piccolo gioiello in cui la pietra più preziosa è il capriccio di Gaudì. Arriviamo oltre l’ora limite e troviamo un po’di traffico per entrare, la cittadina è molto piccola e zeppa di gente, grazie a un parcheggio in tipico stile italico riesco ad introdurmi nell’oficina del turismo e a carpire la mitica lista degli alojamentos, troviamo una pensione proprio sul mare, molto confortevole (60€ la doppia). Ci cambiamo velocemente e passiamo alcune ore in una spiaggia molto bella, dopo una breve sosta in albergo, già armati di cartina visitiamo la città che è sicuramente all’altezza delle attese. Dopo un aperitivo ceniamo in un ristorantino che ci offre oltre a un antipasto, una favolosa paella de mariscos ,calamari alla plancia, il tutto annaffiato da sangria e dolce,(23€ in 2!! Incredibile). Dopo una lunga passeggiata funzionale alla digestione, torniamo in albergo.
On Air “Te busco” Celia Cruz
8°giorno 11 agosto
Comillas – Santillana del mar – Cuevas de Altamira – Suances – Playa de Santa Justa – Comillas 100km
Dopo un breve tour per visitare gli ultimi monumenti di Comillas tra cui il cimitero con il temibile angelo sterminatore della morte assolutamente da vedere, c’incamminiamo sulla strada che ci porta a Santillana del Mar, che è 20 km nell’entroterra, quindi non ha il mare a scapito del nome. Santillana è una città come dicono le guide in tipico stile cantabrico, di epoca romanica perfettamente conservata, molto bella davvero, abbiamo avuto l’involotaria lungimiranza di arrivare molto presto (per la Spagna), verso le 9, e l’abbiamo trovata non deserta ma molto molto vivibile più tardi nella giornata diventa un covo di turisti assetati di souvenir! Molto bella. A 2 km dal paese si trovano le Cuevas de Altamira, le grotte con i famosi bisonti rossi paleolitici. Le grotte non sono visitabili se non con lunghissime prenotazioni, mentre le riproduzioni sono visibili a poco prezzo dopo però una lunga coda per i ticket. Ci siamo limitati a fare un giro nel parco godendo l’atmosfera da albori dell’umanità. Ci perdiamo in giro per la Cantabria cercando di assaporare veramente il territorio. Sulla strada verso Suances c’imbattiamo nella spiaggia di Santa Justa per una pausa, non fosse per il caldo penseremmo di essere in Cornovaglia! Dopo un breve tour nella perdibile cittadina di Suances, ritorniamo verso Comillas dove prima di trascorrervi l’ultima notte e intraprendere la lunga strada che ci riporterà verso l’Italia, tentiamo di ripetere la felice esperienza mangiativa della sera prima, cosa che però per circostanze varie non imputabili a noi non ci riesce…
On Air “Milady” e “Madame Guitar” Roberto Vecchioni
9°giorno 12 agosto
Comillas – Saragozza 447 Km
Inizialmente per il ritorno si pensava di ripercorrere la strada dell’andata, invece decidiamo di visitare Saragozza e attraversare i Pirenei all’altezza di Andorra. Ci mettiamo dunque in strada molto presto. Purtroppo all’altezza di Bilbao come sempre piove e ci sono incidenti, traffico e rallentamenti, nonostante questo e grazie all’autovia Vasco-Aragonesa 300 km 10 macchine, bellissima in mezzo a zone semidesertiche e accompagnata dai tipici tori spagnoli in cima alle colline che la costeggiano, arriviamo a destinazione prima delle 2 del pomeriggio. Saragozza è una città molto grande, la quarta della Spagna, ma in un attimo raggiungiamo il centro dove troviamo sistemazione per la notte in un albergo molto carino subito alle spalle della plaza del Pilar, molto bello con parcheggio adiacente (54€ la doppia + 13€per il parcheggio). Dopo un breve relax visitiamo la città; la plaza del Pilar è maestosa , bellissima e gigantesca, la basilica omonima e la Seo, la cattedrale sono bellissime. Ci spingiamo fino al favoloso Castillo dell’Aljafeira, patrimonio dell’unesco, distante una ventina di minuti a piedi dal centro. Non siamo più al fresco, la temperatura di agosto si comincia a sentire, fortunatamente, un aria incessante ci solleva un po’. Nonostante sia il posto dove ci siamo sentiti meno “tranquilli“del viaggio, Saragozza è bella e la piazza centrale con le 2 grandi chiese, installazioni e fontane è una visione eccezionale, che varrebbe la pena del viaggio da sola.
Ceniamo in un posto con cucina tipica aragonese da Cedra vicino all’hotel, posto consigliatoci dalla receptionist, dove mangiamo le Huevos estrellados tipico piatto della zona a base d’uova e patate, seguito da un poco di pesce fritto delizioso, e abbiamo modo di assaggiare il famoso vino della zona, molto buono e corposo…e ad una temperatura giusta, una trentina di euro in due. Facciamo due passi per ammirare la meravigliosa piazza in notturna, e poi a dormire, domani è una giornata impegnativa!
On Air “I treni di Tozeur” Franco Battiato
10°giorno 13 agosto
Saragozza – Andorra – Toulouse 489 km
Quando ci svegliamo la città non è ancora andata a dormire dalla baldoria della notte precedente, albeggia. Riesco miracolosamente ad estrarre la macchina illesa dal terzo piano sotterraneo di un parcheggio/scatola di sardine nel quale chissà come sono riuscito ad infilarmi. Di bar aperti neanche il sospetto per cui ci avviamo in autostrada dove qualche autogrill provvederà. Andorra è a 300 km circa, ma molta della strada è statale e in mezzo ai monti, il traffico è comunque scorrevole e le strade sono meno peggio del previsto, un incidente tremendo in una gola dei Pirenei ci fa rimanere fermi in mezzo ai bricchi per un’ora e mezza, quindi arriviamo ad Andorra nel mezzogiorno.
La mia ignoranza me la faceva immaginare tipo una Monte Carlo montana…invece è una zozzeria, trafficata malandata e incasinata, un posto di banditi, decidiamo di non fermarci facciamo il pieno di articoli tax free… e ripartiamo verso Toulouse. Alla frontiera si presenta la scelta tra tunnel e passo, vivamente consigliati prendiamo per la modica cifra di 5 €, il tunnel. All’uscita, dopo pochi km ci troviamo in mezzo a una nebbia mai vista… nemmeno da noi, figli della pianura Padana una roba incredibile! Scolliniamo ed entriamo in Francia. Dopo una breve sosta caffè in mezzo alle montagne. Arriviamo a Toulouse, col solito metodo raggiungiamo il centro e cerchiamo un albergo accessibile in macchina, non senza attraversare probabilmente alcune zone pedonali. Troviamo l’hotel Royal Wilson in pieno centro molto carino, storico, pagamento anticipato (63€ la doppia +9€ il parcheggio) dopo una breve doccia giriamo, la città che è veramente incantevole, ci ammazziamo di crepes e ci viviamo un po’ il posto senza troppa attenzione per i vari monumenti o cose da vedere, non che ce ne siano in abbondanza, sono l’atmosfera e i colori che fanno la differenza di questo luogo secondo noi.
On Air “Desperado” Eagles e “Des rondes dans l’eau” Francoise Hardy
11°giorno 14 agosto Toulouse – Arles – Valenza 822 km
Partiamo non troppo presto, non prima però di esserci mangiati un lauto numero di croissant, al cafè Ciranò. Decidiamo di spezzare il viaggio con una sosta ad Arles, che è dopo 300 km circa e che troviamo sporca trafficata e contaminata da un numero di turisti veramente esagerato, la città è bella certo, però è una specie di Euro Disney, sarà anche la stanchezza dovuta al traffico di ferragosto francese che noi avevamo sottovalutato, ma questa visita non ci gasa molto. Dopo un pranzo ulteriormente insoddisfacente partiamo alla volta di casa, il traffico è sempre sostenuto, ma la meta piano piano si avvicina, i progetti dei nostri nuovi viaggi propedeutici ad affrontare un lungo inverno senza, non ci fanno sentire la noia e la stanchezza. Il nostro bellissimo viaggio è terminato, Valenza ci aspetta con la pioggia e una temperatura autunnale. Ormai è il 15, buon Ferragosto.
On Air “Our House” Graham Nash
Riepilogo
Circa 4000 km percorsi
Spesa:
Benzina 400€ circa
Autostrada 217,50€
Alberghi 524€
Spesa a persona 900€circa