Divulgazioni Thai
Mai in nessun momento in Thailandia ci siamo sentiti spersi o minacciati, tutte le persone incontrate sono stati di una cortesia impressionante e se potevano ci aiutavano (anche i non thai, molto probabilmente influenzati da questa meravigliosa cultura). Chiaramente non si deve pensare che anche qui non cerchino di approfittare, se è possibile, un po’ del portafoglio dei turisti (in quale posto non succede) per cui attenti soprattutto ai prezzi che vi chiedono, ma entrerò meglio dopo nel dettaglio.
Arrivati in aeroporto abbiamo trovato la nostra splendida guida a prenderci, un simpatico signore thai che ci ha accompagnato per tutta la prima parte della vacanza, fino alla partenza per Ko Samui e che ricorderò sempre con affetto. Di solito noi abbiamo sempre preferito la modalità viaggio indipendente per le nostre ferie per meglio poter gestire in autonomia il tempo e le possibilità, ma avere una guida del posto ha davvero un aspetto impagabile: ti puoi tuffare attraverso i suoi racconti e le sue spiegazioni dentro una cultura e un mondo che altrimenti non avresti modo di conoscere (almeno non in viaggi di così breve durata come il nostro).
All’aeroporto per prima cosa abbiamo prelevato ad uno dei mille bancomat presenti in tutta la città, perchè avevamo deciso di portare con noi una carta di credito ricaricabile da cui prendere i Bath (moneta locale) invece di portare molti contanti e cambiarli lì. State attenti però che la vostra banca non vi chieda una commissione esosa per il prelevamento all’estero, di solito con l’opzione carta ricaricabile i costi sono più contenuti.
Noi il tragitto fino all’hotel lo abbiamo fatto con il pulmino della compagnia, guidato da un’autista che è sempre rimasto a nostra disposizione per tutta la durata del tour e che si prendeva in carico sempre le nostre valigie (povero). Però in ogni caso mi sento di dare i soliti consigli per arrivare in centro.. i taxi sono veramente poco costosi, l’importante è ricordare all’autista di attivare il tassametro (the meter please) perchè se no a fine corsa vi chiederanno una cifra improbabile e se proprio dovessero fare storie ad accederlo (a noi è capitato un pomeriggio nell’ora di punta) contrattate fino a che vi sembrerà un prezzo accettabile (purtroppo non vi so dire una cifra indicativa dall’aeroporto al centro città). Per quanto riguarda i tuk tuk, tipici mezzi per lo spostamento urbano, se proprio volete provarne l’ebrezza, fatelo la sera dopo cena, quando il traffico è più tranquillo e in aria c’è meno smog se no rischiate di rimanere fermi anche diversi minuti a respirare di tutto.
L’aria effettivamente è umida e ricca di odori ma non ho avuto un impatto così shockante come ho letto in altri diari, forse il periodo dell’anno ci è stato d’aiuto. Siamo arrivati all’hotel di destinazione, l’hotel Millennium Hilton, e per questa struttura non posso che spendere ottime valutazioni, bellissima, solo la vetrata che da camera nostra al 21esimo piano mostrava tutta Bangkok lungo il fiume è valsa il costo del pernottamento! Arrivati alle 17 ci siamo ripresi un attimo dal viaggio nella splendida camera e alle 19 siamo scesi per andare con la guida alla cena al Silom Village che prevedeva anche uno spettacolo di balli tipici. I balletti di per sé sono stati molto belli, le ballerine così aggraziate e le vesti curatissime e preziose, ma non sarebbe stata la stessa cosa se il nostro nuovo amico prima non ci avesse spiegato la tradizione e lo svolgimento di ogni balletto che ci veniva mostrato. La cultura thai ha assorbito tradizioni di diverse popolazioni, soprattutto influenze dall’India e dalla Cina, vista la percentuale molto alta di cittadini cinesi presenti, e sentire come si sono fuse le culture è stato davvero interessante.
Per quanto riguarda il cibo thai, non potrò essere molto di aiuto perchè noi siamo vegetariani e abbiamo potuto gustare solo una parte dell’offerta della tradizione locale, ma devo dire che il cibo è molto buono, speziato ma non al livello indiano (però la guida mi ha detto che di solito il cibo preparato per gli stranieri tendono a farlo meno saporito) anche se dopo 5 gg di cucina thai una pizza a Ko Samui ce la siamo concessa…. I thai mangiano con il cucchiaio, la forchetta serve solo per aiutarsi a raccogliere il cibo e portarla alla bocca è segno di maleducazione, il coltello non viene mai usato perchè le porzioni vengono già preparate a piccoli pezzi. Diciamo che in genere si può mangiare a tutti i prezzi, ci sono ristoranti di super lusso, ci sono ristorantini locali e ci sono anche le bancarelle per la strada, dipende molto da quello che uno cerca: per avere un’idea vi dico che a Ko Samui abbiamo cenato in media con 600 Bath in due (ad oggi 14 euro più o meno). Nota dolente per quanto riguarda il livello di pulizia dei locali, noi siamo stati in localini non troppo turistici e devo dire che i nostri standard sono molto più alti, ma alla fine se non hai un po’ di pelo sullo stomaco non decidi di fare questi tipi di viaggi per cui bisogna sorvolare e via (comunque noi avevamo fatto in via preventiva i vaccini per il Tifo, l’epatite A e B e il richiamo dell’antitetanica, la nostra era scaduta da un pezzo, basta rivolgersi all’ufficio della medicina viaggi della Asl e vi danno le indicazioni per come fare e i costi).
Rientrati dalla cena ci ha sorpresi un’acquazzone incredibile (acqua santa la chiamava la guida) per cui abbiamo rimandato il giro per acquisti alla sera successiva e l’autista ci ha portato direttamente in albergo dove abbiamo approfittato del bar panoramico al 32esimo piano per bere qualcosa e goderci la vista notturna della città mentre una signora molto brava cantava dal vivo, ad un prezzo ragionevole (per gli standard italiani), 600 bath in due (i soliti 14 euro). Per quanto riguarda le piogge, il periodo in cui siamo andati noi è bassa stagione, ma siamo capitati in un anno di strana siccità, per cui i k-wai portati non sono mai serviti, e in linea di massima ho capito che i rovesci durano davvero pochi minuti per cui l’importante è fermarsi un attimo e aspettare con pazienza che la nuvola in questione si scarichi o che passi altrove!
La mattina successiva, dopo una lauta colazione, parte il nostro tour (de force) a giro per la città per poter vedere tutto il possibile in questo unico giorno a disposizione. Alle otto ecco il nostro amico puntuale che ci aspetta e che ci fa fare per prima cosa un giro lungo i canali della città antica, impressionante salire sulle Long Tail Boat per attraversare il fiume ed entrare nei canali interni per scoprire che Bangkok fino a pochi anni fa era una città con case palafitta poste sui canali (non i grattacieli che ora spuntano come funghi) e che la richezza maggiore era il fiume. Sempre attraverso i canali raggiungiamo il museo delle barche reali che servirono e servono ancora, in alcuni casi, alla famiglia reale per manifestazioni in cui il Re si trova a passare in corteo su troni costruiti al centro di queste imbarcazioni così fastose e piene di decorazioni e figure mitologiche. Velocemente rimontiamo sulla nostra boat per giungere fino al Wat Arun, il tempio dell’aurora, con scale ripide da salire (il tempio è una riproduzione del mondo al cui centro si trova l’Himalaya) per ammirare la città e dove un tempo era custodito il Buddha di smeraldo, oggi spostato al palazzo reale. Da lì abbiamo preso una chiatta locale, insieme a pochi altri turisti, monaci e studenti in divisa, per attraversare il fiume e andare a vedere il famoso Buddha sdraiato. Il nostro amico thai ci ha spiegato un sacco di cose interessanti, sulla statua e sulla filosofia buddista in genere che cerco velocemente di riassumere. La raffigurazione del Buddha sdraiato indica il momento in cui il Buddha ha l’illuminazione, ed è sdraiato in segno di abbandono da tutte le cose materiali; altro simbolo dell’illuminazione è la posizione dei piedi che quando è parallela indica che il Buddha a raggiunto l’illuminazione, quando i piedi invece sono disgiunti rappresenta invece solo il Buddha che riposa. I riccioli presenti sulla testa rappresentano le tribolazioni della vita terrena, le orecchie molto lunghe la grande capacità di ascolto, le incisioni sotto i piedi rappresentano i mondi che vengono dominati dal Buddha stesso. La statua non ha la forma del fondoschiena perchè troppo difficile da modellare. La guida ci spiegava che tutti i riti che circondano la vita religiosa del buddismo Thailandese non sono altro che superstizione in quanto il buddismo riversa nella volontà di ognuno la forza per fare di sé un illuminato. Quindi le preghiere, le offerte, gli amuleti sono solo degli aiuti per chi ancora non è in grado di capire che la forza di ognuno deve essere trovata in sé stesso. Per cui (un po’ a malincuore) dopo questa spiegazione così interessante e profonda non ce la siamo sentita di mettere le monetine nelle ciotoline ai piedi del Buddha, che dice permetta di ottenere la risoluzione dei propri problemi, se mentre getti la monetina pensi ad ogni problema che ti affligge.
Ricordo che per entrare nei luoghi di culto, nei musei e nei negozi più tradizionalisti è necessario togliersi le scarpe ma è possibile tenere ai piedi i calzini per cui da questo regolate la vostra scelta di calzature al momento di partire la mattina. Inoltre, nei templi, non è possibile entrare con pantaloncini corti e magliette senza maniche per cui consiglio di portare pantaloni lunghi molto leggeri e magliette a mezze maniche, ma comunque, se siete sprovvisti del giusto abbigliamento, all’ingresso vi forniranno di alcuni teli per coprirvi (igienicamente non so come siano messi).
Al Tempio del Buddha sdraiato il nostro pulmino era ad aspettarci fuori per portarci al Palazzo Reale, che in verità è un aggregato di luoghi di culto e dimore del Re, con sale importanti, tipo la sala dell’incoronazione, che ancora oggi vengono usate in momenti particolari dell’anno. Attrazione principale del complesso è il piccolo Buddha di smeraldo (fatto in giada per la verità) che dopo diverse peripezie è arrivato a Bangkok. E’ una delle statue più venerate della città ed in effetti c’è molta gente ferma a pregare davanti a lei. La statua purtroppo non si vede bene perchè è posta molto in alto sopra ad un altare molto scenografico… La particolarità del Buddha di smeraldo è che viene cambiato d’abito dal principe tre volte l’anno a seconda della stagione in corso, sono tutti vestiti fatti d’oro. Anche fuori da questo tempio troviamo un altro esempio di superstizione, come lo chiama il nostro accompagnatore, le persone possono bagnarsi di acqua benedetta dai monaci durate le loro preghiere, non vi sto a dire che noi abbiamo solo guardato da lontano la scena. Breve sosta per il pranzo e poi di nuovo sul pulmino per andare a vedere la precedente residenza reale, che devo dire non essere presente nelle guide italiane che avevo consultato, ma invece decisamente interessante, non solo per la costruzione, tutta fatta di teak, senza l’uso di un solo chiodo – ma tutto in un gioco di incastri – ma anche per l’esposizione di tutta una serie di mobilia e di doni che nel tempo la famiglia reale ha ricevuto come regalo (non vi dico la quantità di zanne di elefante e pelle di coccodrillo presente in quelle stanze). Abbiamo trovato anche un servito di porcellana di Faenza e dei manufatti in vetro di murano.
A quel punto, sfiniti ma decisi di sfruttare tutto il tempo a disposizione, abbiamo chiesto alla nostra guida di portarci in un centro massaggi per farci fare un tradizionale massaggio thai e così ci ha lasciato in un posticino tranquillo con delle persone davvero gentili e per 600 bath a testa abbiamo potuto rilassarci per due ore, distesi in due tappetini di fianco nella stessa stanza, sotto le mani, delicate ma decise, delle signore del centro. Il massaggio mi è sembrato molto simile nello svolgimento a un massaggio shiatsu, con pressioni lungo i meridiani e con l’uso di avambracci e ginocchia.
Dopo il massaggio la gentilissima responsabile del centro ci ha aiutato a trovare un taxi, è stato in questo momento che tutti i tassisti fermati si rifiutavano di accendere il tassametro e così abbiamo pattuito il costo della corsa a 100 bath (poco più di due euro) per più di venti minuti di macchina, non tanto per la distanza chilometrica ma quanto per il traffico del momento di punta, erano ormai le 6 di sera. Rinfrescatina veloce in camera e poi decidiamo di mangiare al buffet dell’hotel per fare più veloce e poi dedicarci agli acquisti serali. Ci perdiamo un po’ dietro alla cena (in assoluto la più cara di tutto il nostro viaggio) perchè il ristorante, l’atmosfera e l’ottimo cibo preparato non permettevano troppa fretta!
Ci alziamo a malincuore e saliamo sul primo taxi che incontriamo, destinazione Patpong! La guida ci ha detto di stare attenti ai borseggiatori e alle persone che insisteranno per farci entrare in uno degli squallidi locali presenti lungo la strada, ma forse non ha presente in altre parti del mondo cosa vuol dire insistenza…. Il tipo con il listino prezzi si avvicinava dicendo pingpong show ma se te dicevi di no e andavi oltre lui pensava a proporlo ad altri… Non è stato poi così fastidioso. Parliamo invece del mercatino perchè devo dire di essere rimasta molto delusa… In generale non ho visto roba molto ben fatta, e anche quella che ho preso si è già rotta dopo 5 giorni di utilizzo, per cui direi che tutta questa fama acquisita dal mercatino non è poi così giustificata.
Il giorno dopo partiamo alla volta del Phra Pathon Chedi, il luogo di culto buddista più antico della Thailandia. Purtroppo in questo periodo è in ristrutturazione per cui delle impalcature coprono quasi completamente l’alta cupola. Devo dire che qui hanno un diverso modo di concepire la ristrutturazione. Da noi l’importante è conservare le antichità, qui il motto sembra essere…. È sciupato dal tempo? Lo levo e lo sostituisco con pezzi nuovi. Praticamente stavano ripiastrellando la cupola, togliendo le piastrelle vecchie e rimettendone di nuove… Non è certo conservazione artistica! Questo è veramente un luogo di culto in cui la superstizione la fa da padrona, in ogni angolo c’è la possibilità di fare offerte, praticare rituali, addirittura si trova una riproduzione del Buddha sdraiato e anche qui non mancano le famose ciotole con le monetine. La nostra guida guarda a tutto questo con un leggero fastidio anche verso i monaci che si approfittano della cosa per raccogliere denaro, mentre dovrebbero trasmettere un messaggio diverso.
Dopo la visita al tempio la guida ci fa un regalo(?!?) inaspettato e ci chiede se vogliamo seguirlo in un mercatino locale per vedere come e dove acquistano i thailandesi. Meta non turistica che noi accettiamo di vedere con gioia, e partiamo dietro di lui (scopriamo poi che doveva comprarsi la cena della sera) verso i corridoi di un mercato coperto, dagli odori e dalla mercanzia poco suggestivi. L’odore è davvero acre, un mix di spezie, carne e pesce non refrigerati e mentre passiamo tutti ci guardano con aria stralunata… Siamo davvero gli intrusi in questa scena!
La destinazione successiva è il mercato galleggiante Damnoen-Saduak e devo dire che a me è piaciuto davvero poco. Del mercato originale così caratteristico non credo sia rimaasto molto, tutti i canali sono contornati da negozi che vendono prodotti turistici e le barche espongono la mercanzia ai lati delle banchine, neppure molto spazio per camminare e in generale poco da vedere,tanta confusione creata da altri turisti. Sinceramente non lo consiglio. Prima viene fatto un inutile giro lungo i canali attorno al mercato, forse non ci è piaciuto perchè avevamo già fatto qualcosa di simile a Bangkok per poi essere scaricati all’inizio di una banchina per andare a piedi nella folla del mercato.
Velocemente, dopo il pranzo in un posto invece molto carino (prima del pranzo sosta in un centro di scultori del legno, mi sembrava di tornare indietro con la memoria, in Tunisia, quando ci portarono a vedere come si facevano i tappeti per poi venderceli) partiamo per la visita al ponte sul fiume Kwai. Apparte l’orario infame, con il sole a picco, la visita è stata molto interessante, l’ambientazione è unica e salire sul ponte è emozionante, e devo dire anche un tantino pericoloso perchè se inciampi voli in acqua e non è certo un voletto simpatico. Un violinista suona il famoso motivetto del film, e un trenino che va a passo d’uomo (perchè se no schiaccerebbe a ogni passaggio manciate di turisti) fa un breve tratto avanti e indietro sul ponte. Facciamo le foto di rito, anche alle bombe che dicono essere quelle originali ( a me sembrano un po’ troppo ben conservate) e poi ripartiamo verso un po’ di meritato riposo. Il resort è qualcosa di unico, raggiungibile dopo una breve navigazione lungo il fiume Kwai, ti ritrovi in mezzo alla jungla, immerso in una vegetazione ricca e verdissima. Poco dopo il nostro arrivo comincia a piovere e ne approfittiamo per fare un breve riposino prima della cena. Dopo cena andiamo a vedere uno spettacolo di danze tipiche di una popolazione locale, i mon, carini, organizzazione un po’ fai da te ma molto genuini. Il giorno seguente rimontiamo sempre in sella alla nostra barchetta per fare un’ora di navigazione e risalire il fiume per andare a visitare il parco Nazionale Sai Yok, con gita sulla chiatta per la doccia sotto la cascata e pranzo in riva al fiume. Il pomeriggio è dedicato alla visita del Passo Hellfire, con annesso museo della memoria, per non dimenticare le bassezze e le barbarie che l’uomo può commettere contro altri uomini (i prigionieri alleati furono costretti a tagliare la cima della montagna per costruire, per i giapponesi, una ferrovia che collegasse la Thailandia con la Birmania. Successivamente abbiamo raggiunto in pulmino la stazione ferroviaria di Tham Krasae, per percorrere il pezzo di ferrovia che ancora è in uso per la popolazione locale. Chiaramente la stazione è diventata un mercatino del souvenir, e non manca una statua del Buddha dentro una caverna lì vicino, a cui si arriva solo passeggiando per un piccolo tratto lungo i binari della ferrovia, ma l’ambientazione è molto suggestiva e il treno, davvero molto vecchio, passa su alcuni viadotti ferroviari a picco sul fiume davvero impressionanti!! Il giorno successivo ci aspettano le cascate Erawan, ma prima ci fermiamo per un giro sull’elefante, devo dire non entusiasmante. Sarà stato il fatto che eravamo i primi turisti ad arrivare e la zona della passeggiata era deserta, un po’ sarà stata l’idea che quei poveri animali sono lì tutto il giorno con il solo scopo di fare sempre il solito giro, ma in generale potessi tornare indietro eviterei l’esperienza, neppure per poter dire di aver cavalcato un elefante (alla fine eravamo su una panchina sopra l’elefante…). Le cascate invece qualcosa di meraviglioso. Peccato per il periodo strano di siccità, vista la stagione delle pioggie, ma ogni livello che raggiungevamo, sono sette livelli, era uno spettacolo meraviglioso e mai simile per conformazione a quello precedente. Tutte le piscine che si formano sotto le cascate sono balneabili e la zona è molto famosa tra i thai, molti erano i turisti nazionali e pochi gli stranieri (la guida ci ha spiegato che è molto più richiesto il tour del nord rispetto a quello che abbiamo fatto noi). Il percorso fino al settimo livello non è una passeggiata da poco, sono 2,4 km di salita, a volte non troppo in sicurezza, (terreno scivoloso e pieno di sassi) ma vale ogni fatica arrivare fino in cima, quando mai potrà ricapitare!! Consiglio quindi le scarpe da ginnastica ben chiuse. La sera rientriamo distrutti e felici per andare all’aeroporto di Bangkok, nuova destinazione Ko Samui per gli ultimi 5 gg di mare e relax (sono passati troppo in fretta!!). Salutiamo con dispiacere e affetto la nostra amata guida che ci aiuta anche durante le pratiche del check-in e ci dirigiamo verso la nuova destinazione. Il volo con la Bangkok Air è stato meraviglioso, hanno all’aeroporto una saletta privata per aspettare l’orario di imbarco dove viene offerto da bere e qualche stuzzichino. A bordo, avendo segnalato il fatto di essere vegetariani, ci hanno fatto avere un panino di verdure (cosa che non è stata minimamente presa in considerazione sul volo bluepanorama), e l’areo, all’andata un ATR ad elica ( al ritorno invece avevamo un AirBus), era curatissimo, nuovo e molto comodo. La sorpresa più grande è stata però il Resotel Ko Samui a Chaweng beach, che mi sento davvero di consigliare per la bellezza e l’ambientazione del posto. Quando sono entrata in camera sono rimasta impressionata dalla cura dell’arredamento, moderno e funzionale e dalle dotazioni: vasca idromassaggio per due persone, ingresso diretto dalla camera alla piscina, un enorme schermo piatto con lettore Dvd. Io sono la prima a dire che queste cose quando sei in ferie non servono molto quando hai uno splendido mare a pochi metri dalla camera, però lì per lì quando apri la porta e scopri tutte queste meraviglie ne rimani sicuramente colpito!! La colazione era meravigliosa, e alla spiaggia avevi ombrelloni e sdraio a disposizione. Per il pranzo non c’era bisogno di ingegnarsi neppure troppo visto che in continuazione passavano venditori con gelati, spiedini di carne fritta, pannocchie di mais abbrustolite (buonissime) e frutta fresca tagliata lì per lì con una cura per l’igiene mai vista in tutto il viaggio. La giornata sulla spiaggia passava sonnecchiando e spalmando sul corpo la crema di protezione(a noi la protezione 30 non è bastata, la prima sera ci siamo ritrovati la schiena rossa rossa, per cui siamo corsi ai ripari con la 50),e, sebbene nella stagione delle pioggie, abbiamo visto piovere solo 2 volte per max 10 minuti di durata e anzi, festeggiamo l’arrivo di qualche nuvola per la tregua che ci concedeva dai raggi. La sera per raggiungere il centro della via principale di chaweng road, (noi ci trovavamo alla fine della strada lunga 4 km) prendevamo una specie di tuk tuk, ma di gruppo, che ci portava per un prezzo fisso che era di 50 bath a persona a corsa (poco più di un euro), in un qualsiasi punto della strada gli chiedessimo. La serata era tutta dedicata a curiosare tra i negozietti presenti sulla via principale e ai massaggi ai piedi nei centri massaggi che si trovano lungo la strada. Non c’è pericolo di sbagliare: si capisce molto bene la differenza tra i posti dedicati davvero ai massaggi e quelli invece dedicati ad altro tipo di attività. Abbiamo due posti da consigliare per cena: uno si chiama San Remo, dove abbiamo mangiato una pizza ottima (lo so ma dopo 5 gg di cibo thai, uno ha bisogno di riprendere un po’ fiato) e dove siamo tornati anche a mangiare thai (prezzo medio per cena 600 bath in due) ma che presto cambierà gestione per cui non possiamo garantire per il futuro. L’altro è un ristorante indiano Noori India, l’arredamento non è molto curato ma si mangia benissimo, tantissimo e si spende davvero poco (500bath in due). Comunque non manca certo la scelta per cenare, dai fast food americani ai posti tipici, alla cucina Fusion di classe (chiaramente il prezzo cambia molto)
Un giorno abbiamo fatto un’escursione e anche in questo caso la voglio consigliare non solo per i posti visitati ma anche per l’organizzazione di bordo. La gita aveva come destinazione l’isola di Ko Tao, partenza dalla spiaggia vicino al Big Buddha in motoscafi da 20 persone, per un’ora e mezza di navigazione. La prima sosta (un’ora) è stata una spiaggetta dove abbiamo fatto snorkeling. Le presenze sotto il livello del mare erano davvero molte, tutte coloratissime e divertenti da osservare, l’ora è passata velocissima. Partenza verso una nuova spiaggia dove ci attendeva il pranzo in un piccolo ristorante in cui era già tutto pronto per farci perdere meno tempo possibile. Poi, sempre molto efficientemente, ripartenza verso il posto più stupefacente che abbiamo potuto vedere in questo viaggio, a mio avviso: un piccolo gruppo di tre isolette piccolissime (Ko Nang Yuan), unite tra di loro da lingue di sabbia bianchissima. Davvero emozionante, le foto non smettevano di essere scattate, e anche qui tra snorkeling e passeggiate, le 2 ore e mezzo messe a nostra disposizione sono finite in un attimo. L’ultima sera è passata a raccogliere gli ultimi pensieri per amici e parenti, una cartolina da spedirci a casa come ricordo e a sospirare al pensiero di dover tornare alla routine. Un ultimo consiglio riguarda gli acquisti, posso confermare che dovete contrattare sul prezzo, tutti i venditori che ho incontrato erano muniti di calcolatrice sulla quale ti mostravano il prezzo a cui ti avrebbero venduto l’oggetto e su cui io mostravo loro quanto invece l’avrei voluto pagare…. Di solito scendevo sotto la metà della cifra che mi chiedevano per poi arrivare poco più della metà… Il gioco è più facile se devi acquistare più di un pezzo e lo sconto lo ottieni più facilmente.
L’aeroporto di Ko Samui è un piccolo gioiellino, sembra la hall di un hotel più che un aeroporto, e in questa magnifica ambientazione abbiamo salutato il caldo e la gioia del mondo thai con la speranza di tornare a respirare quest’atmosfera tra qualche viaggio! Grazie ancora di cuore a chi ha organizzato il viaggio con così gentile sollecitudine e chi ha sostenuto la nostra partenza nonostante i disordini dei mesi precedenti a Bangkok.