Da Marrakech a Casablanca
Passando per il deserto
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L’8 agosto alle 2 del mattino siamo partiti da Parma, direzione Malpensa, da dove siamo partiti con un volo della EasyJet destinazione Marrakech. Il volo era stato prenotato a gennaio riuscendo a prendere andata su Marrakech e ritorno da Casablanca a 200 euro tasse, bagaglio e assicurazioni incluse. All’uscita dall’aeroporto di Marrakech ci investe una folata di vento bollente: sembrava di essere entrati in un fon gigante!! la temperatura è di 44 gardi e sono appena le 9 del mattino, ora locale. Troviamo ad attenderci un ragazzo dell’agenzia presso cui abbiamo prenotato la macchina, che ci accompagna fino alla sede dell’agenzia, in centro, regolarizziamo il pagamento dell’auto (un vecchio Land Cruiser per il quale abbiamo pagato 1450 euro per 15 giorni) e andiamo a fare subito un giro in centro. La piazza Jama’a el-Fna ci accoglie subito con i suoi rumori e i suoi odori, non sempre, anzi direi quasi mai, gradevoli. Rimaniamo un po’ stupiti dalla quantità di carretti trainati da asini e muli e dal fatto che tutti gli edifici sono dello stesso colore rosa che contrasta con il verde brillante delle palme. Pranziamo in un bar della piazza e poi partiamo alla ricerca di un albergo. Tutti sono disposti a dare informazioni, ma tutti vogliono essere pagati e per qualsiasi cosa. Finalmente arriviamo in albergo, affittiamo un appartamento per 6 persone a 130 euro a notte in un residence con piscina, molto bello e accogliente…peccato che il fantastico soffitto di legno di cedro intagliato nascondesse un’allegra famiglia di topolini che durante la notte faceva scorribande, spingendosi fin sui divani e sui mobili. Abbiam fatto presente la cosa ma pare che sia normale:ci hanno ringraziato per la segnalazione e ci hanno detto che avrebbero provveduto a mettere il veleno…La sera siamo tornati nella piazza a mangiare i famosi spiedini (brochette) di carne accompagnati dall’insalata marocchina. Ci siamo fermati al baracchino nr3, dove due simpatici ragazzi ci hanno “invitato” in modo abbastanza insistente a sederci, abbiamo ordinato, abbiamo fatto le foto con loro e dietro al loro bancone pieno di ogni ben di Dio (o di Allah che dir si voglia)…peccato che al momento di pagare ci abbiano chiesto una cifra spropositata (circa 90 euro per 5 persone) e alle nostre proteste ci hanno fatto vedere il menù che però aveva prezzi diversi da quelli indicati sul menù che ci era stato dato per ordinare: quindi fate molta molta attenzione perchè in Marocco, in tutto il Marocco, l’imperativo è fregare il prossimo, soprattutto se turista. Abbiamo avuto mille esperienze simili, per fortuna dopo i primi 3 – 4 giorni abbiamo imparato ad essere fermi nei nostri propositi. La piazza di sera è popolata da migliaia di persone e in tutti gli angoli ci sono cantastorie, incantatori di serpenti, ballerini, donne che fanno i tatuaggi all’hennè, cartomanti, carrozzelle che vi porteranno a fare il giro della città per 15 euro…il tutto avvolto dal fumo della carne che cuoce sui barbecue…veramente affascinante, come affascinanti e forse i più belli del Marocco, sono i souk di Marrakesh. Anche qui gli odori non sono proprio gradevoli, però i colori sono talmente intensi che catturano l’attenzione. Si può comprare qualsiasi cosa. La regola è contrattare fino a raggiungere almeno la metà del prezzo iniziale e se non vogliono cedere lasciategli la merce e andate via: vi inseguiranno e cederanno alle vostre richieste. All’interno del souk, di fronte alla Moschea c’è un ristorantino dove con 4 – 5 euro a persona si mangia dell’ottimo tajine oltre che le solite brochette. Se chiedete indicazioni, sappiate che a loro basta fare un pezzettino di strada con voi per sentirsi autorizzati a chiedervi dei soldi: quindi se volete essere accompagnati concordate prima il prezzo per tutta la giornata e sappiate che vi porteranno solo nei negozi dove prendono la percentuale su ciò che acquisterete, negando che esista altro (una guida a Fes ci ha detto che non esistevano i souk, ma solo le cooperative in cui ci ha portato). La maggior parte dei monumenti non può essere visitata dai non musulmani, quindi dal punto di vista delle visite, dopo le tombe saudite e la medersa non c’è molto da vedere. Una tappa da non perdere è la cena nel ristorante Chez Ali, dove troverete un ambiente molto suggestivo e dopo cena c’è uno spettacolo equestre con la famosa carica a cavallo che vedrete riportata in molte tele. Basta chiedere in un albergo per prenotare e verranno a prendervi direttamente lì. Il costo è di circa 40 euro a persona. Dopo tre giorni siamo partiti alla volta di Ouarzazate, facendo la strada panoramica che attraversa il passo Tizi’nTicki, lungo la quale troverete anche delle cooperative femminili che producono il famoso olio di argan. A Ouarzazate ci sono gli studi cinematografici con dei set da visitare e la Kasbah Taorirt. Anche qui, contrattando il prezzo, per pochi euro, si può “noleggiare” una guida che vi porterà a fare un giro anche nella parte vecchia della città che è piuttosto carina, con le sue costruzioni di terra rossa e paglia che incontrerete in tutto il sud del Marocco. Abbiamo proseguito verso la valle delle rose e lungo la strada, poco prima di Kelaa M’gouna ci siamo imbattuti in un albergo (Hotel Rosa Damaskina, si trova su Internet) con poche camere, una struttura degli anni 20 o 30 ormai in decadimento, dove si dorme con 7 – 8 euro a testa, il cui proprietario è di una gentilezza e di una cortesia che ci ha conquistati. Ripartiti al mettino, direzione Er Rachidia, ci siamo fermati a vedere le cascate del Dades (circa un’ora e mezza a piedi, volendo si può camminare anche in un canon, ma bisogna attraversare a piedi un fiume le cui acque non promettono niente di buono vista la quantità di rifiuti che vi ristagna) e le gole di Todra, poi abbiamo proseguito ininterrottamente fino a Merzouga, dove, dopo 14 km di sterrato, siamo arrivati alla kasbah Jasmine, un luogo incantevole, a due passi dalle dune dell’Erg Chebbi: un paesaggio da mozzare il fiato. Prezzo 35 euro a persona, compreso colazione e cena serviti da un tuareg di poche parole. Dopo una giornata in piscina per resistere ai 52 gradi, verso le sei siamo partiti verso le tende berbere con i dromedari e un tuareg che per due ore ha camminato sulle dune con una facilità impressionante, mentre noi seppur scomodi sul dromedario, non riuscivamo neanche a parlare da tanto che eravamo affascinati dal paesaggio e, soprattutto dal silenzio che è inimmaginabile. Abbiamo cenato e dormito nell’accampamento berbero; di notte le temperature sono comunque alte, quindi abbiam preferito restare fuori dalle tende. Dotetevi di una pila per poter andare a fare i vostri bisogni nei canneti intorno all’accampamento, perchè, sebbene dispongano di bagni, io non ve li consiglio. All’alba siamo ripartiti per tornare alla kasbah e anche qui lo spettacolo mozza il fiato…Da qui siamo ripartiti verso Fès che non ci è piaciuta tanto, mentre Meknès è stata forse la più bella città che abbiamo visto dal punto di vista dei monumenti. La porta Bab Mansour è forse la più bella del Marocco, sicuramente delle altre che abbiamo visto e la città è piuttosto accogliente. Da lì ci siamo spostati verso Volubilis e abbiamo pernottato al Volubilis Inn, un bell’albergo con vista panoramica sulle rovine (prezzo iniziale 1050 Dhm, prezzo finale ottenuto 500 Dhm a camera doppia…). La sera giro e cena a Moulay Idriss, dove abbiamo mangiato le brochette migliori spendendo circa 4 euro a testa, e al mattino visita a Volubilis, splendida città romana, pressocchè intatta (ci sono alcune ricostruzioni dopo i crolli del terremoto di Lisbona), con dei mosaici ancora ben conservati che però sono lasciati all’aria aperta, senza alcuna protezione e quindi si stanno rovinando in modo irreparabile. Anche qui potrete usufruire di una guida: per una visita di circa un’ora e mezza abbiamo pagato 120 Dhm. Attenzione ai fossili che troverete in tutta questa zona: la maggior parte sono evidentemente falsi!!! Ormai la vacanza volge al termine, per cui decidiamo di saltare Rabat e dirigerci direttamente verso Casablanca per poter riposare qualche giorno prima di rientrare. La moschea Hassan II, l’unica visitabile dai non musulmani, col suo tetto apribile, le sue dimensioni e il suo raggio laser lungo 25 km orientato verso la mecca, è impressionante, ma è anche l’unica cosa da vedere. Il lungomare alla sera si riempie di gente. Il mercato del pesce è un’altra cosa da vedere, ma bisogna essere piuttosto forti di stomaco, perchè gli odori sono piuttosto intensi. Al porto però. c’è un ristorante (Ostrea 2), dove si possono mangiare ottime ostriche di Oulaidia e pesce in genere di ottima qualità a un prezzo ragionevole (circa 33 euro compreso il vino). Vale la pena fare un giro a El Jadida per vedere la cisterna portoghese e i suoi bastioni. Vicino al porto ci sono delle botteghe che friggono il pesce e lo servono nei cartocci per pochi Dhm. Finalmente arriva il momento di tornare a casa. Forse 15 giorni sono un po’ troppi perchè la sensazione di sporco non ti abbandona mai, neanche dopo numerose docce. I posti sono belli, soprattutto al sud, ma noi non abbiamo trovato l’ospitalità tanto decantata, anzi…in più ci ha impressionati negativamente l’integralismo di cui sono capaci (era periodo di ramadan, quindi non si può mangiare, bere o fumare tra l’alba e il tramonto): ci riprendevano in modo piuttosto acceso se accendevamo una sigaretta, ci guardavano male se chiedevamo una birra, ecc. Dal punto di vista della sicurezza, invece, non abbiamo mai avuto la percezione di essere in pericolo e pagando 5 o 10 Dhm a parcheggiatori improvvisati ci siamo permessi di lasciare i bagagli in macchina tante volte senza nessuna conseguenza negativa. Voto complessivo: 6; un posto da vedere, ma una volta nella vita!!!