Racconto di viaggio dalle Hawaii

Più lontano è difficile andare!
Scritto da: barrosismo
racconto di viaggio dalle hawaii
Partenza il: 01/08/2009
Ritorno il: 22/08/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Le Hawaii sono una meta non convenzionale per il turista italiano ed europeo in generale.

Sarà difficile trovare altri connazionali mentre scorrazzate per le strade o sguazzate tra i flutti hawaiani.

Dopo 5 giorni a New York arriviamo ad Honolulu il 6 agosto via Seattle con Alaska Airlines.

OAHU: le contraddizioni della bellezza. 6-11 agosto

Presa una grigia Yaris Berlina (?!) alla Hertz di Honolulu Airport, imbocchiamo l’autostrada H1 e arriviamo a Kailua alle 21.30, peccato che per l’assenza del numero civico sull’indirizzo dello Studio prenotato giriamo fino a mezzanotte..

L’isola di Oahu merita sicuramente una visita approfondita e forse i 4 giorni da noi dedicati sono stati pochi.

Cosa vedere? Sappiate che dedicare più di un paio d’ore a Waikiki e ai suoi negozi sarà, a mio modo di vedere, tempo sprecato.

La rena di Waikiki non è brutta, anche se finta… Nel senso che è stata “costruita”, utilizzando la sabbia di una spiaggia di Kauai, il tutto per renderla a misura d’uomo 12 mesi l’anno.

Quello che mi ha urtato è la ressa e la presenza di innumerevoli negozi più o meno alla moda che riempiono le vie di Waikiki.

Honolulu città non è niente di che e la salita al Diamond Head non è memorabile visto quello che vedrete e farete nelle altre isole. Il Bishop Museum merita una visita, ripercorre la storia del popolo Hawaiano e dei Polinesiani in generale, è ben curato ed appena rinnovato. Non abbiamo visitato Pearl Harbor quindi non so. Verso Nord, leggendaria North Shore, siamo fuori stagione e quindi niente big waves !

Il centro culturale polinesiano, visibile dalla Kamehameha Highway è straordinario ma i 45 dollari per l’entrata ci bloccano alla porta di ingresso…

Sunset Beach è una delle cartoline migliori, ci siamo gustati un tramonto leggendario su di una lunga lingua di sabbia gialla e acqua trasparentissima… Haleiwa è la cittadina capitale mondiale del surf (non era il periodo migliore, ma è gradevole comunque). Waimea Bay, è incantevole e calma come un lago. Segnalo che nuotando per circa 100-150 m dalla riva stando vicini agli scogli sulla destra ho fatto una buona sessione di snorkelling. Sharks Cove è un ottimo luogo per lo snorkelling raggiungibile a piedi dal parcheggio di Waimea verso sud, vicino alla Fire Station, arrivate all’alba, ne vedrete di tutti i colori !

Turtle Bay è bella, non lascia stupefatti ma merita una visita. La strada costiera da Kailua ad Haleiwa che si percorre sul lato Est dell’isola offre svariate possibilità di fermarsi a fare un bagno nelle innumerevoli spiagge a pochi metri dalla statale, tutte di sabbia bianca. Troverete per la strada il tempio Buddista Byodo In, il cimitero dei veterani e molte bancarelle che vendono frutta fresca o gamberetti e scampi cucinati al momento.

Verso Est:

Kailua è una tranquilla cittadina di casette di legno e qualche centro commerciale frequentato prevalentemente da locals. E’ labirintica ma vale la pena soggiornarci per la calma che la pervade e per la incantevole spiaggia omonima. Piuttosto che il caos di Waikiki trovatevi un B&B a Kailua, ringrazieranno i vostri nervi visto il traffico di Waikiki/Honolulu. Nel “Foodland” del paese facciamo la spesa e con non poche difficoltà riusciamo per pochi dollars ad organizzare un pranzo al sacco, panini con affettati e formaggi locali e in generale ad acquistare le vivande che permettano la sopravvivenza anche nei posti più sperduti. Ci siamo portati siberi e borsa termica così da non dover mangiare nei locali in giro per le isole. Non è facile accaparrarsi il cibo in supermarket in cui circa il 50% della struttura è dedicato ai surgelati

Kailua beach è una lingua di 5-6 metri di profondità per più di un miglio di lunghezza, contando la contigua Lanikai Beach. I colori sono fantastici, l’oceano è di un azzurro unico e la sabbia bianca è leggerissima, tipo farina, la grana più fine che io abbia mai calpestato. Potete noleggiare e prendere lezioni di: windsurf, kitesurf, kayak, barche a vela.

Proseguendo attraverso un insolito paesaggio arido verso SE da Kailua arriviamo a Sandy Beach. E’ pericolosa tanto quanto è bella, se non siete buoni nuotatori sconsiglio vivamente di gettarsi in acqua, il modo in cui le onde rompono rende la balneazione divertente ma stateci attenti. I surfisti cavalcano al largo, i body e boogie boarders si fanno frullare dai cavalloni a poca distanza da riva. Questa è una zona delle più selvagge zone di Oahu.

Poche miglia dopo Sandy Beach arriviamo ad Hanauma Bay. La baia è una delle cartoline obbligate di Oahu, l’Oceano è sempre calmo vista la presenza della barriera corallina. Si pagano parcheggio e ingresso. Per poter accedere alla spiaggia dovete vedere un video sulla storia e sui modi di conservare questo angolo di paradiso. Vi consigliamo di arrivare il più presto possibile per evitare la ressa, troppa gente in acqua uguale meno pesci e zero tartarug e. Nuotate attraverso due boe in mezzo alla baia, oltrepassate quel punto in corrente (OCCHIO !!!) e arriverete verso l’esterno della barriera, meraviglioso. Attenti a non toccare MAI il corallo e non andateci di Martedì, il parco è chiuso !

L’imminente arrivo di Felicia regala un tramonto ventoso e spettacolare, la Signora Felicia annunciata come uragano è stata declassata a tempesta tropicale per poi essere in realtà poco più che una normale perturbazione.

HAWAII – BIG ISLAND: Un luogo magico. 11-17 agosto

L’aeroporto di Big Island, tutto all’aperto in mezzo alle palme, è a sole 7 miglia da Kailua-Kona. Sbrigate le pratiche di autonoleggio alle 11 siamo già al check-in in hotel. Felicia non farà comparsa a Big Island, tutto quello che è successo è un aumento delle piogge ad Oahu e qualche piccola frana a Maui dovuta alla troppa acqua caduta, niente di quello che si temeva, per fortuna !

L’isola di Hawaii è letteralmente divisa in due dai 4000 e passa metri del Mauna Loa e Mauna Kea, la parte Ovest ha un clima più secco e più “turistico”. Hilo, il capoluogo dell’isola è situata ad Est ed ha un clima quasi pluviale.

Abbiamo scelto come base Kailua in quanto la maggior parte delle attrazioni sono raggiungibili in un chilometraggio ragionevole. Rotolando verso sud si aprono scenari grandiosi. Dalla Hwy n°11 che corre in alto elevata sull’Oceano a circa un miglio di distanza e a 3-400 m di altitudine, si ha facilmente accesso alle Coffee Farms che propongono tour guidati gratuiti e degustazioni. Noi abbiamo visitato la Greenwell Farm, ottima scelta di caffé e prezzi abbordabili, la visita non sarà memorabile ma di certo è interessante, sempre che vi piaccia il caffè all’americana…Passeggiamo con la guida tra le piantagioni di caffè e sbirciamo le varie fasi di lavorazione dei chicchi di caffè.

Con una deviazione dalla HWY 11 arriviamo a Ho’okena Beach, sabbia grigio-nera infuocata sotto il sole, con i resti di un vecchio porticciolo. Il paesaggio è rilassante, potete usufruire dell’ombra sotto le strutture in muratura e osservare gli enormi granchi neri sugli scogli di lava altrettanto nera che bordano l’ingresso in acqua. Lo snorkelling qui è eccellente, allontanatevi 50 m dalla riva e dirigetevi verso destra. Vedrete enormi banchi di corallo con tutto il corollario di pesci di barriera e qualche bella tartaruga. Essendo un posto poco frequentato le bellezze sottomarine sono quasi intatte.

Non perdetevi il Pu’uhonua O’Honaunau, detto City of Refuge. E’ un complesso di antichi templi e siti funerari, in gran parte è ricostruito ma l’atmosfera è magica. Noi ci siamo andati nel pomeriggio, che come consuetudine è nuvoloso, questa atmosfera lattiginosa lo ha reso ancora più affascinante. Fate tutto il giro del sito, dalla spiaggetta vedrete di sicuro le tartarughe sguazzare. Le antiche mura e i templi (ricostruiti) completano il paesaggio.

L’ingresso è valido per una settimana, parcheggiate liberamente qui per raggiungere a 200 m il miglior luogo di Hawaii per lo snorkelling. Una distesa di appuntiti scogli di lava nera/marroncina si protende nella baia. Trovatevi un punto di facile ingresso (e uscita) e se sarete fortunati come noi starete per ore ad osservare un gruppo di 80-100 Spinner Dolphins, che emozione ! Anche un barracuda di almeno 1 metro e mezzo…

Arrivate il prima possibile la mattina, il pomeriggio è nuvoloso sicuro !

Kiholo Bay, è un altro luogo dall’atmosfera unica. Una laguna azzurra, inserita in un paesaggio di scabra lava color carbone e tagliente come vetro. Verso sera, col cielo plumbeo, arrivano decine di turtles che si spiaggiano per riposarsi dopo una giornata nell’Oceano. Vietatissimo toccarle e avvicinarsi troppo ! La laguna è un ottimo luogo per fare un bagno riposante, l’Oceano qui è come un lago tutto l’anno.

Kealakekua Bay e il monumento al Capitano Cook è raggiungibile solo con il kayak, al costo di 25 dollari per 4 ore, o con un’escursione a piedi molto impegnativa, noi desistiamo.

La strada maestra corre lontano dall’Oceano in questa zona; ai lati della strada, sia verso monte che verso valle potete osservare una bellissima vegetazione tropicale, banani, felci e tutto il resto. E’ proprio la vegetazione unica e mai vista prima una delle cose più indimenticabili del viaggio.

Da Kailua verso nord arriviamo in poche miglia alla Kohala Coast. Una serie di resort di lusso si susseguono, la spiaggia migliore è quella del Mauna Kea Resort. Arrivate presto la mattina così non avrete problemi per un posto auto e godrete del clima migliore. La spiaggia bianca, le palme di contorno, le onde docili e tutte le comodità come docce e bagni ne fanno un luogo ideale per una riposante giornata di mare. Fate snorkelling sul lato destro della baia, più vi allontanate dalla riva meglio sarà il corallo e più tartarughe, murene, pesci balestra etc etc vedrete.

Non lontano da Mauna Kea Beach potete accedere ad Hapuna Beach, molto ma molto simile all’altra.

Ci siamo diretti verso Waipi’o Valley passando per Waimea, qui i pascoli verdi e la frizzante aria di montagna fanno pensare alla Scozia o all’Irlanda piuttosto che ad un’isola tropicale…

La strada è un susseguirsi di scenari montani fotogenici fino a Waipi’o.

Questa valle sacra è accessibile solo con un 4×4 o con un’escursione organizzata. Noi a piedi ce la facciamo giù a picco per 1 miglio. La sfacchinata ci apre le porte dell’ennesimo luogo sospeso, il tempo qui si è fermato, la maggior parte delle poche case qui presenti non ha ancora l’energia elettrica !

L’Oceano è troppo pericoloso per la balneazione, il paesaggio, le cascate, la vegetazione tropicale e i fiori ripagano dalla fatica, se riuscite scroccate un passaggio ai locals sia per scendere che per risalire, non rifiureranno di aiutarvi !

La strada da Hawi verso la costa Kohala permette di osservare in poche miglia il passaggio dal clima sottovento a quello sopravento di Hawaii, dalle felci e alla pioggia pressoché costante ai cactus e aridità in pochi minuti, incredibile.

Consiglio di visitare il Volcanoes National Park partendo da Hilo e non da Kailua per noi è stata una fatica assurda. Sveglia alle 4.30 per essere alle 8.00 al parco, con sosta a Black Sand Beach a riprendere fiato guardando l’Oceano arrabbiato. La Focus berlina cannadi fucile ringrazia.

Non c’è moltissimo da vedere da Kailua a Volcano, eccezion fatta per la suddetta spiaggia.

Una delle migliori spiagge in assoluto delle Hawaii, la sabbia è nera come la pece, di granelli fini formatisi con l’esplosione della lava a contatto con l’acqua dell’oceano.

Le onde sono un po’ grandi ma stando ben attenti il bagno è fattibile.

Il parco dei Volcanoes è enorme ma in pochi minuti di macchina raggiungerete i vari punti di interesse.

A piedi in 1 miglio circa passate dagli Steam Vents ai Sulphur Banks, con un sentiero immerso nella vegetazione. La vista della caldera fumante del Kilauea toglie il fiato, si fa fatica a concepire le dimensioni del vulcano, un paesaggio davvero unico.

La solita vegetazione si alterna a strati di terreno bruciato dal fuoco dei vulcani, l’aria rarefatta per l’altitudine e l’odore di zolfo completano un’atmosfera indescrivibile.

Con una facile escursione di 2 ore circa siamo scesi dalla strada maestra a piedi dentro la caldera del Kilauea Iki Crater, consigliatissima. L’anfiteatro naturale della caldera alterna strati di polvere vulcanica a lava ormai solidificata a sassi enormi trascinati in giro da qualche vecchia colata. Visitiamo il museo posto proprio sopra la caldera principale e il Thurston Lava Tube, niente di che. Impossibile andare alle Hawaii e non visitare il Volcanoes National Park !

La vicina capitale Hilo è bruttina ma davvero ci rendiamo conto di essere in un altro mondo.

Case in legno su palafitte per la frequenza degli tsunami, verde ovunque, un po’ di degrado diffuso. Capitiamo in un mercato della frutta gestito da orientali e poco lontano in un piccolo anfiteatro si esibisce un gruppo di musica tradizionale hawaiana, niente ballerine, purtroppo.

Ci fermiamo sulla strada a bere un caffé Kona per arrivare freschi dove la colata si butta nell’Oceano. All’imbrunire il rosso della lava si vede bene, ma è tutto troppo lontano per poter essere ammirato decentemente. Per garantire la sicurezza dei turisti la zona più vicina alla lava fusa è chiusa, c’è pericolo di crolli e di respirare fumi dannosi per la salute. Comunque si tratta di una cosa unica al mondo, andateci. Dopo un giorno di mare sulla Kohala coast partenza per Maui.

MAUI 17-21 AGOSTO

L’isola più bella ? Mah se lo dite voi…

Premesso che si tratta comunque di un paradiso, questa è stata senza dubbio la meno bella delle 4 isole dell’arcipelago che abbiamo visitato.

Soggiorniamo a Kihei, che situata nella zona centrale, quella dell’istmo, è equidistante dai principali siti da visitare.

La cittadina di Kihei è un susseguirsi di palazzi e alberghi di medio valore lungo l’Oceano.

Centri commerciali, negozi, luna park e mercatini si concentrano lungo la strada principale che costeggia l’Oceano.

Le spiagge della città sono lunghe ma poco profonde, conviene prendere la macchina e fare qualche chilometro verso Sud, il paesaggio migliora decisamente. Numerose scuole di surf offrono lezioni direttamente dalla città alla spiaggia.

La migliore rena di tutta l’isola è quella di Big Beach, davvero stupenda.

Big Beach è una mezzaluna di sabbia gialla, di grana grossa, chiusa da una promontorio roccioso verso Ovest.

L’Oceano qui può essere molto, ma molto pericoloso, ed è presente tutti i giorni il servizio di Lifeguard. Le onde spaccano all’ultimo, praticamente giusto un paio di metri prima del bagnasciuga, infatti è impossibile surfare. I locals si avventurano con i boogieboards, altri fanno bodyboard. Su un furgoncino nel parcheggio sono elencati gli infortuni delle ultime settimane accaduti in questa spiaggia, spalle rotte, ginocchia distorte e colpi di frusta sono i più frequenti…

E’ divertentissimo farsi “frullare” dai flutti ma state attenti, e se non siete buoni nuotatori desistete !

Con un’agile arrampicata sulle rocce, sbuchiamo a Little Beach: incantevole e paradiso dei nudisti. Qui l’onda è più lunga e surfisti e bodyboarders si scatenano..

I resort e golf clubs della costa di questa zona monopolizzano il paesaggio. Dovete impegnarvi per trovare un pertugio e poter parcheggiare ed arrivare all’Oceano.

Polo Beach Park e le altre piccole baie nella zona di Makena sono da cartolina, un Oceano relativamente calmo e sabbia bianca incontaminata, con poca gente, completano il quadro.

Sulla strada per Hana: purtroppo le frane cadute per causa di Felicia rallentano terribilmente il passo. La foresta è incantevole e ci sono centinaia di punti in cui fermarsi ad ammirare la rigogliosa e pazzesca vegetazione; sembra si voglia mangiare la strada da un momento all’altro. Con una breve escursione a piedi dalla HWY 360 ci intrufoliamo nel folto di fronde ed arriviamo ad una radura di bambù giganti. Ammiriamo: alberi secolari, fiori coloratissimi e sconosciuti, felci enormi, e tutta una serie di vegetali che farebbero la gioia di ogni botanico.

Un entomologo sarebbe alquanto sorpreso dall’assenza pressoché totale di insetti, a parte qualche mosca e di alcune solitarie zanzare.

La cittadina di Hana non ci dice niente di che, la baia non invoglia a fare un bagno e noi arriviamo troppo tardi per poter fare un giro nel parco nazionale e fare un’escursione intorno alle cataratte. Sulla via del ritorno, non manchiamo di andare a vedere da vicino una delle tante piccole cascate che in pochi passi raggiungiamo dalla strada.

Verso sera ci fermiamo a Hookipa per assistere alle evoluzioni dei surfisti di fronte ad uno dei più bei tramonti della nostra vita !

Purtroppo la strada per arrivare alla baia di Jaws era troppo allagata per la nostra Impreza e rinunciamo.

Kaanapali Beach è incantevole, rovinata dai troppi resort e dalla pressione turistica nella zona. Il Whalers village poco distante offre un very expensive centro commerciale e un particolare museo, quello sulla storia dei balenieri che qui a Maui avevano uno dei principali punti di caccia di tutto il mondo. Potete ammirare l’equipaggiamento dei marinai, le armi per catturare i malcapitati cetacei, l’utilizzo di tutto quello che veniva “estratto” dalle balene e una sezione dedicata al perché oggi è giusto preservare la vita di questi mammiferi.

In nessuno delle notti abbiamo il coraggio di alzarci alle 4 per arrivare in tempo ad ammirare l’alba dalla cima dell’Haleakala e con un po’ di rammarico per questo ce ne andiamo a Kauai.

KAUAI: 21-25 agosto

Molto semplicemente: il posto più bello al mondo

Non abbiamo girato tutto il mondo, spero quindi un giorno di poter cambiare questo giudizio.

Col senno di poi avremmo fatto un giorno in meno per ogni isola per fare una settimana piena qui.

Soggiorniamo a Lihue, capoluogo dell’isola, una cittadina gradevole che offre tutto il necessario ovvero markets, negozi e benzinai senza traffico né stress alcuno.

In poche miglia di strade che non conoscono semafori né traffico, si possono raggiungere le principali attrattive.

Kauai è la più piccola delle isole principali ma ha infiniti luoghi da non perdere.

Dalla statale la graziosa Kapaa, deviamo in direzione di Donkey Beach. La troviamo deserta e con un Oceano che fa paura, le onde non superano i 2 metri e mezzo ma le correnti sono mortali. Letti questi avvisi prudentemente non mi allontano di più di 5-6 metri dalla riva. I cartelli avvertono di non importunare le foche che spesso arrivano qui a riposare, purtroppo non ne avvistiamo nessuna.

Proseguiamo in direzione di Kilauea, deviamo e grazie alla guida troviamo il sentiero per Secret Beach. I superlativi li ho finiti, con una discesa tra i pini e i pandani della scogliera giungiamo ad una rena gialla. In realtà Secret Beach si divide in almeno 3 parti, degli scogli di lava nera ne segnano i confini. La scogliera a picco sull’Oceano ne impedisce la vista dalla strada, da qui il nome. Le onde arrivano ai 3 metri ma non c’è corrente di uscita per cui la balneazione è relativamente sicura e molto divertente.

Lontano si staglia il faro del Kilauea Lighthouse. Questo è diventato una riserva per gli uccelli marini, albatros, a’a, fregate, e le rarissime Nenè gooses. Queste razzolano intorno ai turisti e sono bellissime e rarissime (meno di 500 esemplari) in tutto il mondo le potete vedere solo qui.

Gli uccelli nidificano qui a pochi passi da dove potete camminare, noi avvistiamo qualche pulcino di albatro che aspetta mamma e papà col cibo, emozioni.

Sugli scogli in fondo alla scogliera è arrivata una foca nella notte. Questa riposa tutto il giorno al sole prima di ripartire per chissà quali mete oceaniche.

Da Kilauea in un attimo arriviamo al mega-resort di Princeville.

Purtroppo la politica di gestione del residence scoraggia il turista comune, non essendoci parcheggio pubblico diventa un problema accedere alla spiaggia che le guide dicono incantevole. Dopo più di un’ora alla ricerca di un parcheggio, arrabbiati e delusi ce ne andiamo ad Hanalei.

La baia di Hanalei è un semicerchio, a pochi passi dal centro della cittadina.

L’Oceano è calmissimo, con acqua trasparente e fondale sabbioso. Un buonissimo caffé preso in una splendida locanda in legno ci aiuta nella strada verso Lihue.

Da Lihue in poche miglia siamo a Poipu. Qui ammiriamo un giardino pubblico con ninfee, orchidee, uccelli del paradiso e la solita sequela di piante sconosciute.

La spiaggia del paesello è piccola ma perfetta, le onde sono piccoline, c’è del gran corallo dalla parte destra e più al largo i surfisti cavalcano tranquilli.

Non lontano c’è Shipwreck Beach, il relitto è stato inghiottito dalla sabbia anni fa ma un bagno tra le onde lunghe riempie la mattinata in compagnia dei bodyboarders esperti che si concedono una nuotata anche prima di andare a lavorare o in pausa pranzo, che invidia !

Il giorno dopo da Poipu seguiamo le indicazioni della guida e in dieci minuti di facile sterrato arriviamo alla zona di Mahapulepu. L’Oceano spazza violentemente la costa, la spiaggia incontaminata di Gillin’s Beach e la pace che regna in questi luoghi rende il tutto indimenticabile. Seguiamo la scogliera e camminando contro il forte vento da Sud ammiriamo il paesaggio che vide il naufragio della flotta di Re Kamehameha per una tempesta.

La pioggia che cade, sempre solo per pochi minuti si alterna al sole e crea le condizioni ideali per assistere a innumerevoli arcobaleni, non a caso simbolo dello Stato delle Hawaii.

Arriviamo a Waimea tralasciando le sue spiagge, da qui però ci tuffiamo in un lunghissimo rettilineo, manco fossimo nel Midwest, la strada finisce a Polihale State Park che confina con la famosa spiaggia di Barking Sands. Dopo quasi un’ora di sterrato, non dei più semplici per la presenza di molti sassi pericolosi, arriviamo alle dune e alla spiaggia.

Polihale è chiusa verso Nord-Est dalle scogliere di Na Pali e si stende per 20 miglia verso Sud-Ovest. Lo sguardo si perde all’orizzonte, in lontananza si staglia l’isola proibita di Niihau. La assoluta quiete che regna in questo luogo fuori dalla civiltà, contrasta con la base missilistica americana una decina di miglia più lontano. C’è anche un isolatissimo campeggio e dei locals che fanno windsurf nei pressi della scogliera, i pick-up passano sulla spiaggia, un posto che non dimenticheremo facilmente.

Torniamo sui nostri passi e da Waimea prendiamo la statale panoramica che si inerpica costeggiando il famoso Waimea Canyon.

I colori sono surreali, il verde delle piante e i fiori colorati si alternano con la terra rossa come un campo da tennis. Numerose cascate si stagliano in lontananza buttandosi nel canyon.

Questi è una profonda ferita creata nei millenni dal fiume che sgretola la terra e modella il territorio secondo le forze della natura. Uno spettacolo indimenticabile, saremmo restati ore a guardare nel vuoto dai vari punti panoramici lungo la strada. Le galline semi-selvatiche che girano per tutta l’isola fanno compagnia e si avvicinano cercando di scroccare del cibo, da noi si cuccano solo una buccia di banana.

Facciamo tutta la HWY del canyon fino ad arrivare alla palude di Koke’e, uno dei luoghi più piovosi della Terra, non poteva che accoglierci con una pioggerella leggera e una nebbia così fitta da non permettere di vedere il fondo della vallata. Non abbiamo abbastanza tempo per gettarci in un’escursione lungo i sentieri della palude, torniamo verso Sud aspettando il tramonto. L’isola di Niihau, il rosso della terra, il sole che cade in fretta nell’Oceano e il cielo infuocato danno sensazioni che non riesco a descrivere !!!

Purtroppo le gite in barca alla scoperta della Na Pali coast sono tutte prenotate, decidiamo di provare l’ebbrezza di un giro in elicottero. Da Princeville per 100 dollars a testa facciamo un giro di 1 ora sorvolando tutta l’isola, particolare attenzione è dedicata alla costiera summenzionata, quasi irraggiungibile via terra.

Vedere il canyon, le paludi, i fiordi ricoperti di verde dell’interno e soprattutto le spiagge di sublime bellezza contornate dalle “cattedrali” di roccia della Na Pali non ha prezzo.

L’ultimo tratto di costa che si può raggiungere in auto termina nella zona di Tunnels Beach.

Così denominata per la presenza di tunnels di vecchia lava all’interno della barriera corallina al largo della riva. Facendo snorkelling tra gli anfratti troverete tartarughe pacificamente al pascolo e la solita fauna tropicale multicolore. Il corallo qui è ben conservato, armatevi di pinne e via all’avventura.

Purtroppo il viaggio finisce e torniamo ad Oahu per un ultimo giorno di mare sulla North Shore, aspettando malinconicamente la sera e l’aereo per Los Angeles.

Nel complesso le Hawaii sono un sogno, saliamo sull’aereo con in testa la promessa di tornare almeno un’altra volta nella vita.

Ci aspetta un viaggio devastante: Honolulu-Los Angeles-Londra-Milano per un totale di 30 ore ! Ma quanto ne è valsa la pena !!!

Per chi volesse ulteriori info, nomi di Hotels etc. Sono a disposizione.



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