Isole Cook: Kakite Aconei
“ Viaggiare è come sognare; la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria delle mete da cui è tornato.” – Edgar Allan Poe Provenienti da Los Angeles, dopo un lungo giro nel Sud/Ovest degli Stati Uniti, trascorreremo una settimana alla scoperta di questo angolo di Paradiso. Le Cook sono un insieme di 15 isole situate nel mezzo del triangolo polinesiano nell’Oceano Pacifico, tra Tahiti e Samoa e il cui nome deriva da James Cook che le scoprì nel 1777. Le Isole Cook presentano un clima prevalentemente tropicale, con precipitazioni abbondanti e molto frequenti; la temperatura media si aggira durante tutto l’anno intorno ai 25 gradi, mentre il periodo migliore per visitare l’arcipelago è quello tra i mesi di giugno e agosto, periodo in cui l’afa e l’umidità lasciano spazio al fresco. Le isole Cook sono un territorio in libera associazione con la Nuova Zelanda; i gruppi etnici presenti sul territorio nazionale sono: polinesiani, polinesiani europei, polinesiani non europei e europei. La lingua ufficiale è il Maori, anche se l’Inglese è molto parlato soprattutto per fini turistici; l’unità monetaria è il dollaro Neozelandese, mentre la religione maggiormente diffusa e molto praticata è quella cristiana.
AITUTAKI è la seconda isola della Cook, un isola piuttosto piatta, di origine vulcanica, che nasce su di una spettacolare laguna triangolare fatta di piccole deliziose isole (motu). L’isola fu anche sede di molti marae, i luoghi di raduno religioso prima dell’insediamento degli europei. La cittadina principale dell’isola è Arutanga, un piccolo villaggio con la più vecchia e più bella chiesa di tutte le Cook che risale al 1828, ed un grazioso molo da cui si ammira tutta la costa. Fra i tanti marae quelli sulla costa sud-orientale fatti con massi di basalto nero e sono i più grandi di tutto l’arcipelago. ATIU è un’isola vulcanica molto particolare per la presenza di un anello di corallo fossile (chiamato localmente makatea) e per il fatto che la spinta di sollevamento è ancora attiva a un ritmo di circa 0,2 mm/anno .L’isola si presenta oggi come un’isola quasi ovale, con una cima piatta alta circa 70 m e una valle fertile che circonda ad anello la vetta ed è separata dal mare dal makatea.La storia geologica di Atiu cominciò circa 11 milioni di anni fa, in un punto del fondo dell’Oceano Pacifico distante oltre 1000 km dalla posizione attuale. Qui un punto caldo della crosta terrestre diede vita a un vulcano sottomarino. I movimenti tettonici allontanarono il vulcano dal punto caldo che lo aveva originato e infine il vulcano cessò la sua attività. Lo slittamento del fondo marino continuò per 8 milioni di anni, percorrendo circa 1200 km (cioè circa 15 cm all’anno). A questo punto il fondale, e con esso il vulcano spento, urtò contro rocce più dure, cominciando a salire verso l’alto. Le rocce vulcaniche recenti furono così esposte al lavorio delle onde, che le smantellarono in gran parte, creando una sommità piatta. Questa sommità piatta comunque emerse, sfuggendo a una totale distruzione da parte delle onde, e qui rimase, a circa 50 m sul livello attuale del mare, per 3 milioni di anni. Intorno all’isola si venne a creare una barriera corallina anulare e, tra questa e la montagna emersa, una vasta laguna. Appena 100 000 anni fa, però, la spinta orogenetica ritornò attiva e l’isola ricominciò a salire (circa 20 metri fino a oggi). I coralli furono sollevati sopra il livello del mare e morirono, dando origine a una dirupata scogliera fossile, oggi in parte coperta di giungla. L’antica laguna tra la barriera corallina e la montagna diventò – anche con l’aiuto dell’erosione – una depressione di terra fertile. Mentre l’isola s’innalzava, il livello del mare subiva una serie di oscillazioni, dovute alle ere glaciali, che qui non spinsero i loro ghiacci ma fecero comunque sentire il loro effetto. Oggi Atiu è circondata da una nuova barriera corallina viva, che nelle sue parti più vecchie risale a circa 9000 anni fa (l’epoca appunto in cui finì l’ultima glaciazione).
RAROTONGA , di origine vulcanica, è l’isola più importante e meglio attrezzata turisticamente. La capitale è la popolosa cittadina di Avarua dove c’è l’aeroporto intercontinentale. L’interno dell’ isola è montagnoso ed interamente ricoperto da una splendida foresta mentre, lungo la costa, il suolo è pianeggiante, molto fertile e soprattutto ben sfruttato per la coltivazione delle noci di cocco, ananas, banane, caffè e agrumi; inoltre lungo le coste a Sud/Est, Sud e Sud/Ovest si trovano bellissime spiagge di sabbia bianca, splendide lagune poco profonde e superbi altari maori in roccia basaltica. 22° giorno – Lunedì 17 Maggio RAROTONGA – AITUTAKI Sono le 05:50 quando arriviamo a Rarotonga ed è ancora buio, l’alba sorgerà tra poco. Non ci sono particolari formalità per l’immigrazione e la dogana, ed è anche veloce il recupero dei bagagli. Appena fuori dalla zona doganale, incontriamo l’incaricato della TIPANI TOURS che ci consegna i documenti di viaggio originali, e ci trasferiamo all’uscita d’imbarco del volo di proseguimento AIR RAROTONGA (GZ) 612 diretto per AITUTAKI alle ore 08.00. Voliamo con un aereo ad elica da 14 passeggeri ed in 45 minuti siamo a destinazione. La pista d’atterraggio è asfaltata, l’aerostazione è una grande capanna e troviamo ad attenderci con la immancabile collana di fiori un incaricato dell’hotel TAMANU BEACH il quale provvede al trasferimento in albergo dove abbiamo prenotato una Bedroom Lagoonview Bungalow con servizi privati per due notti con trattamento di pernottamento e Tropical Breakfast. L’albergo è una bella struttura situata sulla parte Ovest dell’isola. Ci assegnano il bungalow n. 204 in ottima posizione (a due passi dal mare) con una grande veranda coperta ed, all’ interno un ampio soggiorno, una camera spaziosa con letto “king size” ed un bagno dove non ci daremmo noia neppure in cinque. L’arredamento è pratico e di buon gusto; disponiamo di cassaforte, aria condizionata, pala al soffitto, frigo, bollitore, asciugacapelli, bottiglie di acqua minerale, non manca proprio niente. Il tempo di indossare il costume e siamo in spiaggia : palme, sabbia bianchissima, acqua trasparente. Ci tuffiamo e nuotiamo a lungo nella piscina naturale fra la riva e la barriera corallina poco distante. Il fondale è prevalentemente sabbioso con pochissimi coralli e quindi i pesci sono praticamente assenti. Nel pomeriggio, tramite l’ albergo, prenotiamo, per domani, la gita in laguna con “Bishop Cruises Aitutaki” (www.bishopscruises.com ) e, sempre in albergo, noleggiamo due biciclette per andare a Arutonga. Con il senno di poi sarebbe stato meglio noleggiare un motorino perché è caldo, le bici sono pesanti e per niente scorrevoli, la strada è piena di buche ed in continuo saliscendi; per concludere : una faticaccia. Il resto del pomeriggio trascorre piacevolmente fra bagni di mare, bagni di sole e passeggiate sulla spiaggia da cartolina. Siamo ai tropici ed il sole tramonta presto, intorno alle 18:00; il ristorante dell’albergo apre alle 19:30 e mangiamo veramente bene. Romantica passeggiata sulla spiaggia sotto un cielo pieno di stelle, poi a letto constatando che la realtà sembra un sogno. 23° giorno – Martedì 18 Maggio AITUTAKI Tempo bello. Ottima prima colazione che chiamano Tropical : formaggio, prosciutto, cereali, pane, burro, marmellata, yogurt, te, caffè. Alle 09:30 passa a prenderci un pulmino che ci porta a Ootu Beach dove saliamo su una barca a due ponti e partiamo. La laguna di Aitutaki è paragonabile, per bellezza, a quella di Bora Bora quindi siamo al non plus ultra. Navighiamo verso Sud fino a raggiungere un giardino di coralli dove ci fermiamo per fare snorkelling. Belle formazioni coralline e tantissimi pesci colorati, tipici di barriera. Riprendiamo la navigazione e, poco dopo, sbarchiamo su un “motu” di sabbia, che più bianca non si può, poco più grande di un fazzoletto dal quale traversando a piedi un braccio di mare poco profondo raggiungiamo l’isolotto di Tapuaetai meglio conosciuto con il nome di One Foot Island. Qui troviamo una tettoia con panche e tavoli dove ci hanno preparato il pranzo : pesce alla griglia, varii piatti di verdure e frutta esotica. Dopo pranzo ci tratteniamo sull’isola per circa 40 minuti che impieghiamo per esplorarla e per un altro bagno. Piacevole sensazione quella di sentirsi trasportati verso l’interno della laguna dalla marea che sale mentre sotto di noi un immenso banco di pesci, che stazionava quasi immobile, si disperde al nostro passaggio. Risaliti in barca il capitano maori suona, canta e da una dimostrazione pratica di come si possano realizzare cappelli e borse da foglie di palma, inoltre ci mostra come si apre una noce di cocco e quali e quanti usi si possono fare con il frutto. Il rientro da una escursione è sempre un po’ triste ma questa giornata è da ricordare. Passeggiata al tramonto, cena, passeggiata sotto le stelle e a nanna. 24° giorno – Mercoledì 19 Maggio AITUTAKI – ATIU Subito dopo colazione, finché è ancora fresco, saliamo a piedi i 125 metri del Maungapu ed arrivati sulla sommità dell’ isola ci godiamo il panorama dall’alto. Rientrati in albergo facciamo i bagagli ed andiamo in spiaggia a prendere il sole in attesa delle 12:00 ora in cui il pulmino dell’ albergo ci porterà in aeroporto. Sono le 12:45 quando atterra il piccolo aereo ad elica di Air Rarotonga che partirà alle 13:10 con volo GZ627 per Atiu. Le formalità d’imbarco sono praticamente inesistenti basta fornire il proprio nome e consegnare i bagagli per i quali non danno ricevuta. Il tempo è bellissimo. Durante il tragitto sorvoliamo le isole di Manuae e Takutea. Arriviamo ad Atiu alle 13:55 ed ad attenderci troviamo Roger Malcom, il proprietario dell’ albergo Atiu Villas dove abbiamo prenotato il solo pernottamento per due notti. Saliamo sul suo pic-up assieme ad una coppia, inglese, di giovani sposi e, strada facendo ci illustra le caratteristiche dell’isola; passiamo dal porto dove, dice, si può fare snorkelling (?), dallo “swamp”, depressioni naturali che raccolgono acqua e quindi coltivabili con ottimi risultati, dalla giungla cresciuta su lava e pressoché impenetrabile, dal centro dell’isola dove le strade sono asfaltate e dove ci sono i negozi molti dei quali privi di insegna, fino a raggiungere Atiu Villas, sei ville circondate da un lussureggiante giardino tropicale in una esplosione di fiori coloratissimi. La definizione di “ville” è un po’ pretenziosa in quanto composte da una camera, non grandissima, con angolo cottura, da un minuscolo bagno e da una veranda. Non c’è aria condizionata ma la sola pala a soffitto che però è stata sufficiente. Tutta la struttura risale a parecchi anni fa e necessiterebbe di una ristrutturazione. La prima impressione non è stata delle migliori sia per quanto riguarda l’ isola sia per quanto riguarda l’ alloggio che, comunque, resta la sistemazione migliore ad Atiu. In seguito le valutazioni sono cambiate. Atiu è un’ isola selvaggia e bellissima che non colpisce al primo impatto, la si apprezza un poco alla volta vivendoci. La barriera corallina è vicinissima alla costa, molto frastagliata e spesso inaccessibile anche da terra, non esiste una laguna nel senso che si intende comunemente, le spiaggie sono poche e quasi mai è possibile fare il bagno, la sabbia ha grana grossa con colorazioni dal bianco al rosa, innumerevoli e bellissime le conchiglie ed i pezzi di corallo. L’unico luogo adatto per il bagno è proprio il porto ma è un porto senza imbarcazioni con acqua limpidissima, un fondale di rocce coralline e popolato da innumerevoli pesci. Saltuariamente arriva una piccola nave con i rifornimenti per l’isola ed ormeggia al largo, gli isolani calano in mare un “pontone” con il quale vanno sottobordo a ritirare la merce. Finita l’operazione il luogo ritorna deserto. Tutta l ‘isola è semideserta con gli abitanti concentrati al centro della stessa e nessuna costruzione lungo la costa. Acquisita familiarità anche l’alloggio non è male inoltre tutti sono gentilissimi e la cucina è ottima; si deve prenotare entro le 15:00 ed alle 19:00 si cena tutti insieme, a buffet, in una sala addobbata con bandiere del mondo. Ma procediamo con ordine. Portati i bagagli in camera ed indossati i costumi da bagno chiediamo a Roger di noleggiare un motorino. Ci insegna come usarlo (cambio a pedale) e ci suggerisce di fare molta attenzione e di fare pratica su strada asfaltata prima di avventurarsi lungo le altre strade dell’ isola che sono in pessimo stato. Accettiamo di buon grado il consiglio inoltre io non ho mai guidato un motorino e mi sento molto insicuro. Presa confidenza con il nuovo mezzo di trasporto scendiamo a Matai Landing. Il mare si infrange rumorosamente sulla barriera corallina penetrando all’ interno dove l ‘acqua è bassa ma la presenza di massi rende impossibile nuotare; si può solo metterci i piedi. Lo spettacolo è bellissimo. Alte nere rocce laviche con coralli fossili delimitano la spiaggia e sono ricoperte da arbusti verdissimi. Pochi metri all’interno quasi tutta l’isola è ricoperta da una fitta foresta tropicale. Ci spostiamo a Takauroa Landing, dove la situazione è pressoché identica. Rientriamo prima che faccia buio e durante e da sottolineare il fatto che quando siamo usciti dall’ albergo non abbiamo incontrato anima viva. A cena facciamo conoscenza con una simpatica coppia di svizzeri di origine italiana Grazie e Toni. Stasera serata “aggallata” in quanto l’alto numero di commensali (14 persone !!) consente di organizzare una “Island Night”. Alle 19:30 arrivano numerose famiglie locali per uno spettacolo di canti e danze apprezzabile soprattutto perché si percepisce chiaramente che si esibiscono per il proprio divertimento e non per i pochi spiccioli che rimediano. Molto ruspante e piacevole. 25° giorno – Giovedì 20 Maggio ATIU Per oggi abbiamo in programma di fare il giro dell’ isola. Avvertiamo Roger dicendogli che torneremo entro le 17:00 e lui aggiunge tranquillamente che se dovessimo avere problemi con il motorino possiamo abbandonarlo e rientrare a piedi. Ritorniamo a Matai Landing e proseguiamo, girando a destra, lungo la strada costiera fermandoci in tutte le spiagge che incontriamo. Superata Te Tau la strada corre nella Costal Forest, davvero bella, con piante che noi teniamo in salotto e che qui hanno dimensioni di alberi. Sosta per un lungo bagno a Taunganui Harbour dove, oltre a noi due c’e un’ altra coppia di nuotatori. Alle 14:00 passiamo dall’aeroporto e salutiamo Grazia e Toni che stanno partendo. Costeggiamo fino in fondo la pista di atterraggio e l’unica via percorribile sembra piegare sulla destra. Ci sbagliamo ed, attraversando le famose piantagioni di caffè, rientriamo al centro dell’isola. Una breve sosta in albergo e poi completiamo il periplo dell’ isola. Stasera a cena siamo in sei. Qualche partita a carte, una breve passeggiata per vedere fra la boscaglia sprazzi di cielo stellato e poi a letto. Un consiglio : non accendete le luci all’interno della villa per non attirare zanzare ed altri animali. 26° giorno – Venerdì 21 Maggio ATIU – RAROTONGA Possiamo tenere la camera fino all’ora della partenza e quindi riprendiamo il motorino e torniamo sulle spiagge della Costal Forest. Con l’ausilio di un bastone adatto e grazie alle esperienze maturate riesco nel non facile compito di liberare una noce di cocco dal suo involucro ed ad aprirla, ottimo e molto dissetante il liquido interno. Rientriamo in tempo per chiudere i bagagli ed alle 13:00 Roger ci accompagna in aeroporto per la partenza del volo Air Rarotonga GZ633 diretto per Rarotonga alle ore 14:00. Ancora tempo bello e quindi possiamo apprezzare il panorama delle isole dall’ alto. Atterriamo alle 14:45 e troviamo ad attenderci un’ autista che ci porterà al Pacific Resort costruito sulla bianca spiaggia di Muri, a circa 15 minuti di auto dalla città di Avarua e che si affaccia direttamente su una laguna con, di fronte, tre motu. Tutta la struttura è molto elegante. Noi abbiamo prenotato una Garden Suite per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione oltre al “late check-out” per domani. Ci assegnano la n. 17, molto vicina al mare, ed è grandissima arredata con ottimo gusto e dotata di aria condizionata, ventilatore a soffitto, frigorifero, cassaforte, bollitore, asciugacapelli e televisore (c’è un solo canale che trasmette); inoltre possiamo disporre di asciugamani da mare, attrezzatura per snorkelling e kayak. Alla reception ci informano che stasera è prevista l’ “Island Night” con cena a buffet alle 18:30 e spettacolo alle 20:00. Prenotiamo subito. Dopo esserci sistemati andiamo in spiaggia per una lunga nuotata nella trasparente acqua della laguna per raggiungere il motu, circondato da una spiaggia di sabbia bianca, proprio di fronte all’ albergo. Il bagno è piacevolissimo ma i pesci sono pochi per cui, al rientro, chiediamo agli assistenti di spiaggia dove possiamo vederli e memorizziamo le informazioni ricevute per l’ indomani. Il buffet risulta ricco e variato oltre molto buono. I canti e le danze sono di un livello molto simile a quello di Atiu. Nel complesso una gradevole esperienza. Non possiamo esimerci da una romantica passeggiata sulla spiaggia sotto un cielo sfolgorante di stelle. 27° giorno – Sabato 22 Maggio RAROTONGA Per oggi avevamo due possibilità : noleggiare un’ auto ed andare a giro per l’ isola o rimanere sul posto e fare vita di spiaggia. Abbiamo deciso per la spiaggia e, dopo una abbondante colazione, abbiamo preso un kayak facendo un lungo giro e costeggiando anche la barriera corallina per poi approdare al motu a destra, guardando la laguna dall’ albergo. Non ci sono spiagge e quindi bisogna tirare in secco il kayak su levigati sassi basaltici. Nuotando in direzione della barriera si incontrano formazioni coralline con tantissimi pesci. L’ acqua non è caldissima per cui ogni tanto è necessario uscire e riscaldarsi sui massi arroventati dal sole. Il tempo vola in questo angolo di Paradiso e dobbiamo usarci violenza per rientrare. Un salto alla reception per informarsi circa l’ ora in cui ci accompagneranno all’ aeroporto; l’ appuntamento è per le 21:00, nella hall, e possiamo tenere la camera fino a tale ora. Ottimo. Torniamo in spiaggia a prendere il sole e facciamo una lunghissima passeggiata sulla battigia. E’ tempo di preparare i bagagli e poi a cena in riva al mare sotto una tenda al lume di candele; il cielo sembra ancor più pieno di stelle. Alle 21:00 partiamo con il pullman ed alle 21:20 siamo in aeroporto. Il check-in è veloce, a seguire paghiamo l’esorbitante tassa d’ imbarco di NZD. 50,00 a testa, e poi facciamo una lunga fila per un meticolosissimo controllo del bagaglio a mano effettuato da poliziotti che letteralmente svuotano zaini e borse. Attendiamo il volo Air New Zealand (NZ) 18 diretto per Los Angeles alle ore 23:59. (Boeing 767– Tempo di volo: 9h31 minuti) che parte alle 23:45. L’ aereo è pieno e noi abbiamo scelto i posti 23A E 23B. In attesa e durante la cena, ottima per inciso, vedo il film July and Julie con Amy Adams, Meryl Streep, in lingua inglese, purtroppo. Riusciamo a dormire per più di cinque ore per cui siamo in perfetta forma quando sbarchiamo al Terminal 2 di Los Angeles Int’l Airport. Per chi fosse interessato a leggere del diario del viaggio negli Stati Uniti può trovarlo con il titolo : “ USA : Tutti i parchi del Suo/Ovest ( o quasi ) “. RIEPILOGO VOLI PRENOTATI 16 MAY NZ 19 LOS ANGELES – RAROTONGA 23.15-06.00 17 MAY GZ 612 RAROTONGA – AITUTAKI 08.00-08.50 19 MAY GZ 627 AITUTAKI – ATIU 13.10-13.55 21 MAY GZ 633 ATIU – RAROTONGA 14:00-14:45 22 MAY NZ 18 RAROTONGA – LOS ANGELES 23.59-12.30