In Polonia per forza e per piacere

Doveva essere una quarantotto ore... si è trasformata in una settimana piena a causa (e per merito) della nube del vulcano. Non proprio una vacanza... un'opportunità forzata.
Scritto da: Supertriglia
in polonia per forza e per piacere
Partenza il: 15/04/2010
Ritorno il: 22/07/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Giovedì 15 aprile – In Polonia non parlano nessuna lingua. Ti tirano addosso delle gran consonanti. La gente e’ cordiale purché tu non le rivolga parola. Comunque il pane nero della colazione era buono da far paura. Non esistono occhi castani o neri. Si va dall’azzurro trasparente al blu intenso, dal verde mela al verde bosco. Bellissimi occhi. Tutti. Non ho ancora capito se abbiano un’aria serena o se piuttosto tenda al rassegnato andante. Forse sono seregnati. Comunque a Breslavia c’è l’hotel Giovanni Paolo II, si affaccia su un giardino botanico ben fornito di piante grasse. Sabato 17 aprile – Mi chiedo cosa abbia mangiato il vulcano per eruttare così tanto. Così tanto da bloccare gli aerei di mezza Europa. Tutti. Compreso il mio. Resto dunque. Per tre giorni in più. No, quattro, forse cinque. Non so… Ho perso il conto. Mi preoccupo per quanto posso e mi organizzo. Ottimizzo. Son bloccata io. E’ bloccata tutta l’Europa… Giro in giro, tappa anche al carrefour Polacco a prender l’acqua, una scatola di cibo per il cagnetto povero che staziona nel sottopassaggio e altri generi di conforto. Le cassiere sono lente e sgarbate. Mentre sistemo la piccola spesa nel sacchetto sento un dialogo surreale. Lei parla polacco, lui tenta in inglese, lei risponde in polacco, lui saluta con la testa e pronuncia distintamente: SCHUPIEESCCCHHH! (traduzione: scoppiassi! detto come si direbbe “arrivederci”) Riderò per i giorni restanti. Domenica 18 aprile – E a Cracovia ci sono stata. Era in pieno lutto. Serio cordoglio per la sciagura aerea che ha inghiottito praticamente tutti gli esponenti del governo polacco. Così le prime due ore in città le ho passate inghiottite io da una processione statica. E ho avuto modo di notare che l’idiozia e la maleducazione non hanno città o nazione di provenineza. Abbondano. Punto. Unica eccezione, Dana, grandi occhi azzurri, guida turistica con grande esperienza di tour in Italia. Lei e’ stata gentile, affettuosa quasi. Come Greg. 22enne a forma mista tra orsacchiotto e porcello, a spasso con la sua cagnolotta, un esemplare di pastore bretone bello da fare paura. Greg studia da avvocato diplomatico. E’ stato in italia per imparare l’italiano. Ma non c’è riuscito. Dice che da noi parlano tutti l’inglese e anche bene. Beh, meglio cosi. Non pensavo. E comunque non e’ così in Polonia dove fai prima ad esprimerti per iscritto a numeri e disegnini. Non lo dico con stizza. Non mi permetterei… Pero’ e’ così. E va bene così. Io mi arrangio, non discuto. Tant’è che al tassista, dopo un po’, ho detto “ciuff ciuff” con occhi supplicanti, per pregarlo di portarmi in stazione. Cracovia comunque e’ molto bella. Piu grande e animata, ma meno fantasiosa di breslavia che ha i palazzi con le facciate che ricordano torte decorate e alberi buffi. E’ più signorile Cracovia. E c’è un micio che chiacchiera dentro alla Grotta del drago. E c’è un drago sul fiume che butta fuoco ogni dieci minuti. E’ lunedì. Domani dovrei partire. Con 3 giorni di ritardo rispetto al programma. Ma non e’ detto. Pare che nemmeno domani, martedì, si possa ripartire. Forse giovedì. E intanto? Treno? 30 ore con 3/4 cambi in giro per la germania. E costa. Anche più che dormire in Polonia… E comunque, niente treni per l’Italia. O meglio ci sono i treni ma sono pieni e saltano le coincidenze. C’e’ anche il bus, parte mercoledi e arriva giovedi. Ma non mi entusiasma l’idea di viaggiare su gomme guidate da uno che, boh, vai a sapere… Sbevazza? Si addormenta? Non so che fare… Il concetto di ‘scarico’ nei wc dei treni polacchi e’… Polacco. Cioe’… Ok scarico, ma con moderazione. Come tutto qui. I sorrisi, l’allegria, la possibilità di dialogo, i beni di consumo, la velocità dei treni. Se pensi di poter entrare in un bar polacco e chiedere un caffè da consumare li, in piedi, al bancone, devi essere un grande idealista. Oppure un italiano. La consumazione al banco non e’ roba da polacchi. Non e’ un problema di espresso o non espresso. In certi posti qui il caffè in tazzina lo fanno meglio che in Italia. E’ proprio una questione concettuale. Te devi da sede’! L’unica eccezione incontrata e’ coffee heaven. Ma anche li… Se resti in piedi ti guardano con sospetto… E’ mercoledì… Quinto giorno in più in Polonia rispetto al previsto. Ieri siamo tornati da Cracovia a Breslavia. Preferisco la seconda. In serata abbiamo visto Inter – Barcellona da kamil (ormai nostro punto di ristoro preferito). C’erano anche degli spagnoli e dei polacchi tifanti. Ovviamente nessun problema. E l’Italia, tramite Inter, ha vinto per 3 a 1! E’ giovedì, 22 aprile. Non dire check in se non c’hai la carta d’imbarco nel sacco… E non a quanto pare ce l’abbiamo! In attesa dell’ultima pork chop polacca ho verificato il mio peso al controllo bagagli! Perfetto, niente cambio’… Nonostante la quantità notevole di carne, patate e salse ingurgitate! Va detto che ho camminato e camminato e camminato. E camminato. Per strade e stradine, aeroporti e stazioni. Mi preparo a lasciare la Polonia con uno zaino pesante di roba da lavare (a fondo) e di ricordi da consevare. Tornerò… Tra un po’ di tempo magari… Ma tornerò per conoscere meglio Cracovia e fare il tour comunista che ho dovuto saltare. Un tuffo nel passato stile good bye lenin! Vedremo. Intanto ho preso informazioni per Girona… Ciao Polonia!


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