Lione: patrimonio dell’Unesco e della cucina francese

Lione città del gusto
Scritto da: garizza
lione: patrimonio dell'unesco e della cucina francese
Partenza il: 13/03/2010
Ritorno il: 14/03/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Abbiamo avuto l’occasione di vedere questa splendida città in due stagioni diverse (estate e inverno) e ci è piaciuta molto in entrambe le occasioni. I suoi colori si esaltano sia con il cielo blu di agosto che con le nuvole grigie di marzo. Da Parigi, dove abitiamo, in meno di due ore di TGV si arriva alla stazione di Part Dieu, vicina al centro. Tutte le scritte sono bilingui francese/ italiano. Fa strano vedere le indicazioni in italiano all’estero, ma allo stesso tempo fa anche un grande piacere! Il primo albergo è un Kyriad Prestige (della catena LouvreHotels). Il centro città sta di fronte a noi al di là del Rodano. La prima tappa è la place Bellecour, vero centro di Lione. E’ davvero grande! Sullo sfondo si nota già la basilica Notre Dame de Fourvière (a chi abita in Francia questo nome evoca ingorghi autostradali da paura!). Da place Bellecour ci dirigiamo verso il Carrè d’Or quartiere che ospita tutte le boutique di lusso della città. Siamo sulla Presqu’ile, tra i due fiumi Rodano e Saona. Le loro dimensioni a noi italiani fanno quasi paura! Passeggiamo piacevolmente tra le viuzze e le splendide piazze. E così viene l’ora di infilarsi in un Bouchon (che non è solo il famoso ingorgo automobilistico nel tunnel di Fourvière) lionese. Difficile scegliere sono tutti invitanti e non molto costosi. Ah Lione, culla della cucina francese! Ancora più difficile è scegliere cosa mangiare: assaggerei tutto! Dopo pranzo sfruttiamo la metropolitana (se esiste una metro di prima classe, qui c’è) e la funicolare per salire a Fourvière. Oltre alla Basilica e alla splendida vista sulla città, su questa collina ci sono tutti i resti di Lugdunum, l’insediamento romano che ha dato le origini alla Lione moderna. Godendoci il panorama non possiamo non notare il “matitone”: il grattacielo simbolo di Lione che ospita uffici e agli ultimi piani il Radisson Hotel. Riscendiamo a piedi dalla collina per entrare nel Vieux Lyon. Il quartiere è tutto rinascimentale e indovinate chi l’ha costruito? Gli italiani? Esatto! Riprendiamo la metro per salire (nel vero senso della parola: mai presa una metropolitana che sale in maniera così ripida!) alla Croix Rousse: la collina che lavora in opposizione a Fourvière, la collina che prega. Qui si lavorava la seta. Ora è un quartiere giovane e alla moda (per dirla alla francese: branché). Torniamo verso il centro per riposarci un po’ e poi ci aspetta la famiglia Chabert. La via des Marronniers offre tanti ristoranti e noi scegliamo il tipico bouchon Chabert et Fils. E’ piena estate e quindi mangiamo all’aperto: una favola per il palato! Una passeggiata serale e poi stanchi morti andiamo a dormire. Per questa domenica d’agosto si preannunciano dei temporali, ma la mattinata è stupenda: ci attendono la Tete d’Or e la Cité Internazionale. La metro non arriva laggiù quindi prendiamo il tram. Le vie che attraversiamo sono ricche di palazzi splendidi: se mi propongono una casa sul boulevard des Belges mi ci trasferisco subito! Il parco è di una bellezza da togliere il fiato! Di fronte alla Tete d’Or c’è il complesso della Cité Internationale di Renzo Piano: moderno e bellissimo. Ora esito fra un appartamento qui e una villetta sul boul. Des Belges… Ma cosa sarebbe Lione senza Paul Bocuse? A pranzo ci aspetta la sua Brasserie “Le Nord” per il menu della domenica. Se vivessi a Lione peserei almeno 120 chili! Il pomeriggio, tra un acquazzone e l’altro visitiamo il quartiere delle Antiquités, oltre la place Bellecour. E già è giunta l’ora di riprendere il TGV…Lione torno appena posso! E infatti ci siamo tornati a marzo di quest’anno: non c’era nessuna che prendeva il sole sulle rive del Rodano, ma la città è sempre accogliente e viva. Questa volta alloggiamo al Best Western sulla Presqu’Ile: ancora più centrale del Kyriad. La stanza è un buchetto nel sottotetto, ma alla reception sono gentilissimi e prodighi di informazioni e c’è l’Internet gratuito. Rivisitiamo i quartieri già visti la volta precedente: Fourvière, le Vieux Lion, la Croix Rousse fino a che non decidiamo di tornare dalla famiglia Chabert per il pranzo. Dedichiamo il pomeriggio alla scoperta dei mitici Traboules… Vi lascio scoprire da soli cosa sono… Passeggiando per la città passiamo davanti a tantissimi Musei, palazzi signorili e fontane di tutti i tipi. Per la cena, seguendo il consiglio del Best Western, abbiamo prenotato al Muranie. L’atmosfera è moderna e soft, il decoro “Murano” e il cibo delizioso. Ottimo rapporto qualità/ prezzo. La domenica ci attende il Museo delle Belle Arti situato in una antica abbazia e c’è pure l’audioguida in italiano! E’ un bel museo, abbastanza ricco, per niente è detto il Petit Louvre… Per nulla al mondo rinunceremo al pranzo da Bocuse e infatti eccoci puntuali all’appuntamento! La città è costellata di negozietti e pasticcerie: per tutti i gusti davvero! Ci sono pure dei dolcetti che sembrano le nostre chiacchiere (o galani, o frappe, o crostoli, ecc.). Lione è molto elegante e borghese, ma non mancano purtroppo i barboni. E’ lo stesso stridente contrasto che abbiamo trovato ad Amburgo. Ma è già ora di ripartire… Lione alla prossima!


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