Andalusia… portaci via
Felix e Francy a spasso per il mondo!
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L’estate 2009 io e Francy abbiamo deciso di passarla in terra spagnola, più precisamente in Andalusia. Quello che ci aveva sempre affascinato di quella terra non erano i colori, il mare, i siti e le stupende città. Ma era semplicemente il nome, ANDALUSIA, dopo la Patagonia penso che sia il nome più bello da poter dare ad una regione, chiudete gli occhi e ripetetelo ANDALUSIA. Come sempre grazie ad internet abbiamo trovato un ottimo prezzo, viaggio + auto + casa per dieci giorni 500 euro a persona ahimè in pieno Agosto. Appena arrivati all’aeroporto di Granada, dopo un’impervia discesa sui monti della Sierra Nevada, abbiamo noleggiato la nostra auto prenotata comodamente da casa: un’ Opel Corsa di colore sabbia, orribile. Ci siamo immessi nelle strade andaluse e come ogni buon turista senza navigatore ci siamo persi nelle campagne. Siamo arrivati a Nerja dopo le otto di sera e ci siamo acchiappati la (giusta) cazziata della padrona di casa. Che però si è dimostrata nel corso dei giorni cordiale e simpatica, anche se con la lingua non ci si capiva, la signora non conosceva una parola d’inglese. Ma “ Vamonos”…. Si parte: PRIMO GIORNO NERJA: Nerja è una cittadina che si affaccia sul mare ed ha tutto per il turista medio: ristoranti, soprattutto italiani, locali, movida e un bel panorama. Infatti la cittadina è famosa per il suo Balcon d’Europa davvero spettacolare. SECONDO GIORNO MALAGA: Dopo una mattina passata a mare a sguazzare nelle acque calde ma poco limpide di Nerja ci portiamo a Malaga. Malaga è la capitale dell’Andalusia dove in ogni strada, in ogni negozio, in ogni giardino sembra echeggiare l’anima di Picasso. Malaga è un centro nevralgico per chi vuol conoscere la storia del popolo andaluso. La città infatti è ricca di musei e affascina il turista con i suoi viali alberati pieni di artisti di strada e negozi alla moda. TERZO GIORNO TORREMOLINOS: La giornata è dedicata in gran parte al mare. Un consiglio per chi si porta sulle spiagge andaluse è quello di non scendere in spiaggia troppo tardi,ma neppure di affrettarsi troppo. Gli spagnoli sono più pigri di noi! Qui, anche se non c’è il fuso orario, è tutto un’ora avanti; ad esempio vi capiterà di scendere in spiaggia alle 11.00 e di non trovare nessuno, ma se scendete alle 12:00 non troverete nemmeno un pochino di spiaggia. A cena andiamo a Torremolinos. Siamo partiti un po’ prevenuti perché i commenti, o le leggende, che girano in rete sono tutt’altro che tranquillizzanti. Ma noi vogliamo sfatare le dicerie: non ci sono tossici, depravati, gente che cammina nuda per strada. Niente di tutto questo. Torremolinos è un paesino splendido, consigliato soprattutto la sera, quando i profumi che provengono dai locali pervadono le strade e tra una Paiella e una Sangria la notte vola che è un piacere. QUARTO GIORNO SIVIGLIA, JEREZ DE LA FRONTEIRA, CADIZ E GIBILTERRA: Oggi niente mare. Oggi si fa sul serio, ci aspettano quasi mille chilometri. Partiamo la mattina presto… direzione Siviglia. Dopo un paio d’ore d’autostrada ce la ritroviamo davanti come un’oasi in un deserto, è bellissima. Purtroppo abbiamo solo la mattina e cerchiamo di catturare tutto. I nostri sguardi, la nostra telecamera, la nostra macchina fotografica, non stanno mai fermi. E’ tutto in grande a Siviglia, tutto speciale. Visitiamo la Plaza de Espanà (immensa), l’arena, la torre dell’oro e la Giralda, la famosa torre della cattedrale. Ma ci rimane il rammarico di esserci persi tante cose. Ci faremo ritorno un giorno, questo è sicuro. Il caldo e la nostra bruttissima auto ci portano in direzione di Jerez. Arriviamo fuori al famoso circuito che ospita la F1 e la Moto GP e io rimango impalato a fissare i cancelli. E’ tutto chiuso. Tra una lacrima e l’altra ci dileguiamo senza purtroppo transitare per il paese di Jerez, perdendoci così i favolosi cavalli, il flamenco e la bevanda più famosa dell’Andalusia: lo Sherry. Cadiz è la nostra terza tappa. Un’isola artificiale che si trova alle porte del Mediterraneo. Ci “spariamo un gelato” artigianale e visitiamo la cattedrale. Ultima tappa Gibilterra. Prendiamo la nostra carta d’identità quasi timorosi dei Bobby inglesi. Per chi non lo sapesse Gibilterra fa parte del Regno Unito e quindi bisogna attraversare la frontiera. Ma i nostri timori finiscono ben presto, passiamo la dogana e c’inoltriamo nelle stradine inglesi. Dove davvero sembra di essere stati catapultati in un quartiere di Londra, c’è la sterlina, c’è il tè, ci sono i sudditi e ci sono persino le famose strisce pedonali…ma c’è anche tantissimo traffico. Non riusciamo a trovare posto e così stanchi e delusi ci allontaniamo. QUINTO GIORNO RONDA: Mattina “sparapanzati” in spiaggia e pomeriggio gita a Ronda. Ronda è una cittadina che si trova lontano dal mare e non è facile raggiungerla. Ci si deve inoltrare per le strade interne andaluse oltrepassando varie colline. Ma ne vale davvero la pena, rimarrete affascinati dai tanti colori delle campagne. E’ incredibile la moltitudine di tonalità che offrono le terre andaluse. Arriviamo a Ronda e veniamo catapultati in un’altra epoca. Da una parte sembra di essere in un borgo medievale dall’altra in una città araba. Visitiamo l’arena, la più antica di tutta la Spagna. Sembra che la corrida sia nata proprio qui. Visitiamo anche il museo adiacente dove troviamo vessilli e uniformi dei primi toreri. La sera rimaniamo a cena nella piazza principale in compagnia di Tapas e Sangria. Tra un giretto e l’altro tra i vicoli di Ronda si fa notte inoltrata. La lunga strada del ritorno non è affascinante come all’andata. Non ci sono luci e cartelli e la via è alquanto pericolosa. 6° GIORNO TABERNAS E ALMUNECAR: Il sesto giorno partiamo per il deserto. Si gente avete letto bene in Andalusia c’è persino il deserto. Prepariamo borracce e cappellini e c’inoltriamo nel deserto di Tabernas. Dove il nostro obiettivo non sono i cactus e le dune rocciose ma il parco di Mini Hollywood. Qui cari signori sono stati girati la maggior parte degli spaghetti western. Leone e Eastwood su questo terreno hanno raccontato le migliori storie del cinema italiano. Felix è un appassionato di western mica ve ne eravate accorti? Comunque la giornata tra un saloon e un cimitero abbandonato passa veloce. E per la felicità di Francy, davvero paziente nell’assecondare il fidanzato, ci dirigiamo verso Almunecar. Posto niente male ma che assomiglia a tanti altri luoghi di mare. Per giunta proviamo una Paiella così così e torniamo a casa un po’ delusi. 7° GIORNO GRANADA E ALHAMBRA: Non si può visitare l’Andalusia senza passare all’Alhambra. L’Alhambra è un’antica cittadina araba che sorge sulla città di Granada. E’ ricca di fascino con i suoi saloni, le sue fontane e i meravigliosi giardini. L’oriente non è mai stato così vicino. Dopo aver visitato questo fantastico sito ci dirigiamo verso la “città dei gitani” dove tra un negozio e un concerto rimaniamo fino a sera tardi. Purtroppo ci siamo persi l’antico quartiere di Albacìn che sorge vicino all’Alhambra. 8° GIORNO MARE: Ci facciamo tutte le calette vicino Nerja parcheggiando lungo la litoranea e scendendo a piedi. Ci rendiamo conto che il mare andaluso non è proprio limpidissimo e alcune spiagge lasciano a desiderare per pulizia. 9° GIORNO CORDOBA E MARBELLA: Arriviamo a Cordoba nel pomeriggio. Una città che all’inizio del viaggio non avevamo nemmeno programmato di vederla. Invece, rispetto all’auto a cui ha dato il nome, è stupenda. La Grande moschea che regna nel centro storico è la più antica di tutta la Spagna. Successivamente è stata trasformata in Cattedrale ma il suo fascino è rimasto intatto. Francy consiglia alle ragazze di fermarvi nelle varie gioiellerie che costeggiano i monumenti, troverete gioielli in filigrana d’argento, merce davvero rara. Dopo una passeggiata lungo il ponte romano facciamo rotta verso Marbella. Lo spagnolo viene sostituito dall’italiano. Sembra di essere stati catapultati a Fregene o a Scalea o persino a Rimini. Ovunque ci sono locali, ristoranti e persone italiane. Sentendoci un po’ a casa ci facciamo “raccomandare” da un ragazzo di Nola che ci fa assaggiare delle ottime tapas. 10° RITORNO A CASA: Si torna a casa e come ogni racconto di viaggio si finisce nella tristezza più assoluta. Ma “Vamonos”… ci ritorneremo e attenzione ai troppi “boccadillos” (panini)…fanno ingrassare.